Zarathustra ~
Per Helena fu piuttosto facile svegliarsi, quel sabato mattina dall'aria frizzante. L'emozione di iniziare il suo primissimo lavoro retribuito le aveva regalato una scarica di adrenalina tale che non appena i suoi occhi si aprirono nel percepire le prime luci, balzò giù dal letto, indossò gli abiti scelti dalla sera prima e senza nemmeno pensare di voler mangiare qualcosa, subito corse giù per le scale ripetendosi mentalmente quelle che sarebbero state le prossime tappe: veloce verso Hogsmeade, entrare ai Tre Manici di Scopa, un pizzico di polvere volante per comparire al Paiolo Magico a Londra e raggiungere poi Zarathustra.
Prima di varcare la lucida porta d'ingresso del negozio, osservò il suo riflesso nella linda vetrina adiacente. La giacca consigliata da zia Juls le dava un'aria professionale nonostante la giovane età, mentre aver dormito coi capelli strettamente intrecciati le aveva permesso di avere una bella chioma ben definita senza nemmeno doverci mettere mano. Soddisfatta e con qualche crampetto allo stomaco per l'emozione, entrò cauta.
Venne accolta da quella che con ogni probabilità sarebbe stata la sua collega dei giorni infrasettimanali, una ragazza alta e slanciata, nera, con la testa completamente adorna di sottili treccine.
«Ehilà, tappetta. Sei arrivata presto. Mi piaci!»La tassorosso sentì infiammarsi le gote in reazione all'intraprendenza della collega più grande, ma prima che potesse aprir bocca, presentarsi o dire alcun che, l'altra con un agile passo si precipitò verso l'uscio, soffermandosi un attimo prima di accomiatarsi:
«Vado a sbrigare alcune cose. Quando entrano i clienti non comportarti come "quella nuova" ma datti un tono e fai finta di essere qui da sempre. Non fare casini e ricordati di aggiornare il registro. See ya!»· · ──── ·✧· ──── · ·
Datti un tono e fai finta di essere qui da sempre. Seguendo il mantra di Jamila, Helena non aveva fatto alcuna difficoltà ad inserirsi in quel nuovo micro-universo dalle vetrine curate e la luce soffusa ed elegante.
Alcuni dei fornitori dei capi presenti al negozio erano soliti incartare ogni indumento in una bella carta protettiva dalla texture in rilievo, talvolta colorata in indaco, viola, porpora, avorio, smeraldo, antracite. Nei momenti morti, dopo aver piegato e riordinato, spolverato, riorganizzato il magazzino e persino osservato i passanti, Helena si divertiva a creare tanti piccoli origami a forma di Z, in onore del nome del negozio, di animali fantastici e non, oltre che tanti altri dalle forme più disparate. Un'abitudine di riempire i momenti morti, tramandata da sua madre anglo-giapponese.
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L. Il primo gruppo di clienti che entrò agli albori della sua seconda settimana come garzona, era capitanato da un insospettabile....
«Professor Cravenmoore!»La tassorosso salutò con entusiasmo e sconcerto poiché fu una vera sorpresa vederlo in quelle condizioni, sfatto, vestito da panda, con un asimmetrico trucco sugli occhi, accompagnato da una coppia di amici in evidente stato di ebbrezza. Quanto avrebbe desiderato avere con sé una macchina fotografica per immortalare quel momento e scongiurare ogni rischio di dimenticarlo!
Si limitò però ad accoglierlo con gentilezza e a prendere in carico il suo acquisto, sforzandosi a non osservarlo oltre due o tre secondi di fila, per evitare di ridergli in faccia. Mantenere l'espressione del viso quanto più neutra possibile si rivelò una partita di poker piuttosto ardua, in verità.
«Ecco qui, professore. Grazie, torni presto!»Salutò con un sorriso, incassò il denaro e consegnò la merce impacchettata con cura, insieme ad un origami di carta color antracite, a forma di Z.
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D. Non appena il prefetto Serpeverde varcò la soglia, parve affascinato dalla merce esposta all'interno del negozio. Hel seguì con discrezione i suoi occhi verdi posarsi con interesse sull'Anello Vegvisir, poi su alcuni libri vicino al bancone.
«Buongiorno Draven. Ottima scelta! Sarebbero 46 galeoni e 10 falci, ma facciamo cifra tonda!» Dopotutto la spesa era considerevole e sicuramente un piccolo sconticino non avrebbe di certo mandato in bancarotta l'anziano proprietario. Prese con cura l'anello e lo dispose all'interno della sua custodia in pelle scura. Non aveva mai parlato con quel ragazzo prima di allora e nel farlo si rese conto di provare un po' di imbarazzo, oltre che curiosità. Con il capo chinato e rallentando la velocità dell'impacchettamento per dar tempo alle sue guance di sbollire il rossore, avvicinò con un piede lo scatolone degli origami e ne scelse uno di colore verde a forma di lupo, ritenendolo perfetto per un tipo solitario e misterioso come lui.
«Ecco a te. Grazie, alla prossima!» Porse il pacchetto con gli acquisti e il piccolo omaggio cartaceo, incassò la somma scontata e salutò con un sorriso.
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A. Entrare da Zarathustra parve un sollievo per un'Alice Wagner piuttosto accaldata.
«Ciao, benvenuta!» Helena la salutò sorridente e le lasciò i suoi spazi mentre, da dietro al bancone, continuava a tirare fuori dall'armadio alcuni capi invenduti. Erano particolarmente belli e le sembrò un vero peccato che fossero rinchiusi lì dove nessuno poteva ammirarli. Forse Jamila si era dimenticata della loro esistenza, perché a giudicare dalle pieghe mercate sembravano lì da tanto. Nulla di irreparabile, in ogni caso.
«Questo anello sta riscuotendo parecchio successo nell'ultimo periodo, è già il terzo della giornata. Sono 25 galeoni.» Dispose con cura l'anello nella sua custodia, la impacchettò con della carta spessa, incassò il denaro e porse con gentilezza il pacchetto corredato da un origami a forma di volpe, in carta color porpora, alla prefetta Grifondoro.
«Grazie Alice, ti auguro una buona giornata!»~ Helena S. Whisperwind