Safarà

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view post Posted on 12/5/2023, 20:47
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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9zufFVO


P
er quanto la giornata sia uggiosa e cupa, Aiden non è propriamente il tipo di persona che si rinchiude dentro casa ad ingannare il tempo con una qualunque attività di suo interesse o a non fare nulla, come molte persone fanno in taluni casi. No, l'Irlandese passeggia tranquillo sotto quella che è una finissima e appena percettibile pioggerella, non sprecandosi nemmeno di rendere impermeabili i propri abiti con la magia; le mani rigorosamente affondate nelle tasche della giacchetta di pelle scura, che copre parzialmente la camicia a scacchi rossi e neri, mentre la parte inferiore è composta da dei jeans strappati sulle ginocchia e da degli anfibi leggermente sporchi di terra. Un pratico cappellino nero con la scritta dorata della Guinness completa il tutto, in quello che è un abbigliamento casual e da cattivo ragazzo, con tanto di capelli raccolti in un comodo codino dietro la nuca, visto e considerato che arrivano fino alle spalle se lasciati liberi.
Gli occhi blu vagano qua e là, attenti, in quella che è una deformazione professionale e caratteriale a non abbassare mai la guardia, ad osservare ogni direzione e angolo con aria guardinga. Attraversa il villaggio come di consueto, spedito e con i lineamenti del viso rilassati, eppure così inespressivi. Non vi sono tracce di nessuna emozione, in lui, solo una placida e innaturale calma, che mal si sposa con il vicolo che va' ad imboccare, verso Safarà.
Una serie di contraddizioni dietro l'altra, pare, per un Auror come lui. Ma va' detto che perfino nelle botteghe poco raccomandabili si possono trovare oggetti che possono tornare utili anche ad un Cacciatore di Maghi Oscuri.
Entrare in quel luogo non gli costa nulla, non ha timore di attirare sguardi, anche perché del suo Distintivo non vi è traccia, semmai si presenta come un qualsiasi cliente e non si fascia più di tanto la testa. E proprio perché non si cura affatto delle attenzioni su di sé, che vaga nel negozio alla ricerca di qualcosa di interessante, che stuzzichi il suo interesse, taciturno e poco desideroso di chiedere una qualche forma di assistenza. Lui non disturba, ma osserva e valuta di proprio conto.
Tempo una quindicina di minuti - in linea di massima - che dunque si avvicina al bancone e guarda il garzone di turno con sguardo pacato e asciutto, dopo aver depositato gradualmente ogni articolo da lui selezionato. «Salve...» sfiata, il tono ridotto al flebile sussurro. Non è in vena di essere particolarmente loquace, ma non se ne fa un cruccio. Capita a tutti di svegliarsi con la luna storta. «Quanto le devo per questi articoli?» Non sta ad indicare, del resto sono lì in bella vista e lascia che il garzone faccia la sua botta di conti in tutta calma. «Ah... Quasi dimenticavo...» Si anima per un secondo, per poi affondare le dita tra le tasche della giacca in cerca del foglietto con il buono sconto della Gazzetta del Profeta; un po' vecchio e sgualcito, ma a livello teorico dovrebbe ancora essere valido. Fatto sta che lo mostra al garzone, in silenzio, lasciando che sia l'altro a dire la sua. In un modo o nell'altro il pagamento non sarà da meno.
Una volta pagato quanto dovuto, l'Auror prende le proprie cose e - garbatamente - prende congedo, tornando definitamente a casa e prendersi cura di Sir Gawain, il suo Ippogrifo.




Acquisterei:

- Divina Armatura
- Veste del Fattucchiere
- Camicia Magica di Ad'anon
- Camicia della Protezione

Dovrei avere ancora in corso di validità un buono sconto del 30%. Altrimenti no problem u_u L'importante è spendere. Dovrei esserci con il cashhhh.

 
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view post Posted on 12/5/2023, 22:15
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- 24yrs | cursebreaker | diagon alley
x1 Cuore della Banshee;
x1 Ciondolo corno di unicorno;
x1 Camicia della protezione;
x1 Veste oscuro predatore;
x1 Divina Armatura;
x1 Veste del fattucchiere;
x1 Camicia Magica di Ad’non;
x1 Anello mistico delle sirene;
Strano, ma vero, riesco ad avere una pausa pranzo che non si riduca a 10 minuti in mensa a cercare di ingurgitare qualcosa in fretta e furia prima di tornare ad una mole infinita di scartoffie. Incredibile quanto questo lavoro non abbia mezze misure: settimane, a volte anche mesi, lontano da casa su scavi o luoghi impervi e poi altrettanto tempo passato alla scrivania per compilare rapporti, tradurre iscrizioni, cartigli, papiri. Ne approfitto per camminare un po' all'aria aperta, godendomi la mia ricchissima pausa di due ore. Ho già mangiato ai Tre Manici, ma voglio sgranchirmi le gambe, prima di lasciare la forma sulla sedia dell'ufficio fino a questa sera. Gli Dei solo sanno fino a che ora.
Mi viene in mente che è già da un po' che non vado da Safarà.
Quando entro il curioso odore di cuoio, libri e acciaio mi accoglie come sempre. Do un'occhiata all'orologio e quando mi rendo conto che ho ancora del tempo per me, mi concedo di gironzolare adocchiando qualche articolo che può interessarmi. Alcune cose sono decisamente pacchiane, qui dentro, altre però... Osservo lo stiletto della Banshee e ricordo perfettamente quando l'ho comprato per regalarlo a Lei.
Tendo le labbra con fastidio e mi dirigo al bancone, senza indugio. C'è un altro Mago a fare acquisti davanti a me, perciò mi infilo le mani nelle tasche della giacca di jeans e attendo che tocchi a me.
« Ciao. Vorrei acquistare alcune cose. » Accompagno il commesso alle vetrine per essere servito, indicandogli cosa voglio. Per ultimo indugio sullo stiletto e rimango in sospeso. So che il commesso sta attendendo e così, per istinto, spostando lo sguardo su una pietra proprio di fianco l'arma, aggiungo:
« Anche... anche questo cuore della Banshee. » Dico, con voce roca.
Non aggiungo altro e torno al banco per il conto, pagando i Galeoni richiesti senza una parola.
Mi capita raramente di pentirmi dei miei acquisti... e forse, questa volta è una di quelle.

Look up the sky, not down your feet.
code ©Horus.



Tutto indicato nel code, grazie!
 
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view post Posted on 12/5/2023, 23:44
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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CodiceCamillo era entrato da Safarà con un pizzico di nostalgia a speziare la sua visita. In un certo senso quella bottega ricordava Magie Sinister, anche se si respirava un'atmosfera meno macabra. Per quanto in effetti, il clima inquietante facesse da padrone, non avvertiva lo stesso senso di disagio che aveva permeato le sue prime giornate come Garzone nella bottega di Nocturn Alley. Dopo un po' ci si faceva l'abitudine e così fu anche per lui, a tempo debito. Ora che il terrore per gli antri oscuri e le botteghe poco raccomandabili era svanito, gli era comunque rimasta la passione per gli oggetti rari, antichi. Nel tempo ne aveva collezionati in una discreta quantità e fu per lui un colpo di fortuna ritrovarsi davanti un paio di cimeli intriganti – ammetto che non mise piede in quel locale con grandi speranze. Fu amore a prima vista, in particolare, per due vesti, quella dell'oscuro predatore e quella del fattucchiere.
Attese pazientemente il suo turno, poi si rivolse al commesso, proprietario, garzone. Chiunque fosse stato presente per servirlo.
Salve, vorrei acquistare questi due articoli per favore.
Li indicò sgraziatamente, con un gesto della mano un po' goffo, tant'era il desiderio di portarseli fuori il prima possibile. C'erano anche altre cose che gli interessavano, questo era vero, ma considerara la spesa ingente, sarebbe passato a ritirare un ulteriore malloppo in un secondo momento.



Vorrei comprare:
– la Veste dell'oscuro predatore
– la Veste del fattucchiere



spero di esser stato abbastanza svelto :fru:
 
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view post Posted on 3/6/2023, 13:12
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Il Fato

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113BUTY
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Colton faceva parte dell'alta società, ricco ereditiero di famiglia con una verve un po' da snob e un mokessino traboccante di monete. In vita sua non ricordava di aver mai lavorato, se si escludeva la settimana al campeggio invernale di Méribel (la considerava tuttora un'esperienza formativa, un vero e proprio tirocinio: insegnare le tecniche migliori per sciare sulla neve ai figli degli amici di famiglia). Gli andava bene così, seguiva uno stile improntato al benessere e chi, al suo posto, avrebbe mai voluto cambiare? Non mancava occasione, almeno una volta a settimana, di cenare in un localino delizioso di Hogsmeade, il suo nome era oramai una garanzia per spalancare più di una porta (e, bisognava ammetterlo, gli stessi camerieri in giro per il sobborgo andavano in estasi quando ricevavano un gufo che riportava una prenotazione di un tavolo da parte di Colton: lauta mancia, senza dubbio). La sua routine, d'altronde, era tanto banale quanto piacevole: più che altro... passeggiava, ecco, e lo faceva quasi spesso allegramente – come ad avere tutto il tempo del mondo – a braccetto con la sua fidanzata, altra rampolla d'eccellenza; si dedicava poi ad un paio di passioni, l'arte soprattutto, con sporadiche visite alla Galleria Saatchi. Il suo sogno nel cassetto, benché segretissimo, lo dipingeva come artista emergente con una collezione tutta propria in esibizione. Era stato quello, solo quello, il motivo che lo aveva spinto ad un azzardo come mai prima d'allora: chiedere di svolgere un periodo (brevissimo, aveva sottolineato) come commesso presso uno dei negozi di anticaglie, ad Hogsmeade. La scelta di Safarà gli era parsa la più plausibile, complice il vantaggio di poter scappare via da un momento all'altro: il proprietario conosceva la sua famiglia, il padre di Colton acquistava regolarmente i manufatti pregiati in vendita. E lui, senza dire nulla ai genitori né alla fidanzata, aveva colto la balla al balzo, un favore per un altro: Safarà diventava, per Colton, il luogo in cui fare pratica. O, per citarlo, il luogo dove "vivere l'esperienza della gente comune". Voleva realizzarvi una serie di acquerelli, tutto lì. Mai avrebbe creduto, tuttavia, di fronteggiare così tanti galeoni in relativamente poco tempo. Dietro il bancone, tutto a puntino in giacca e cravatta, Colton seguiva le dinamiche del primo cliente (Aiden). Aveva già preso appunti sulla figura dell'altro, perfetto sconosciuto per lui: il cappellino scuro con la curiosa scritta Guinness, il codino che spuntava dallo stesso, il modo in cui il mago recuperava un articolo dopo l'altro. Gli occhi color inchiostro di Colton non lo perdevano neanche un istante, simile ad un segugio prossimo alla caccia. Nonostante fosse sempre cresciuto tra gli agi, senza alcun dubbio, Colton vantava una dimestichezza singolare nei riguardi di conti, ancor più nella memoria di opere di spicco: la coppia di camicie, la veste del fattucchiere, la divina armatura. Aveva tutto anche lui in armadio, in una delle villette scozzesi. Quello che lo sorprese, più che la somma bella insistente, divenne invece il buono sconto: il rettangolino colorato, con il marchio della Gazzetta impresso in bella vista, gli apparve come un tesoto inestimabile. Il conto, per giunta, scese vertiginosamente. E Colton, che mai prima d'allora aveva conosciuto i vantaggi dei coupon e degli sconti, ne rimase affascinato.
«Il nuovo totale scende da trecentoquindici galeoni a... duecentoventuno galeoni e dodici falci. Non è meraviglioso? Ottime scelte, comunque.» Gli piaceva, tutto sommato. Una veste nuova, per lui. Il patto, con il vecchio stregone di Safarà, era di non fare sciocchezze: poteva essere pure un gioco fuori dall'ordinario, ma ogni danno sarebbe ricaduto su di lui. Con il primo incasso, in effetti, aveva completamente dimenticato di segnare prezzi, conti e vendite sul blocco di pergamene che gli era stato affidato. Continuò a scrivere anche quando arrivò il secondo cliente (Horus), chiedendogli indirettamente un attimino di pazienza. Uno svolazzo di piuma sulla carta, una goccia d'inchiostro a segnalare tutto e tornò a lavoro. Il bancone poté riempirsi prestissimo, occupato com'era da un articolo dopo l'altro: che vi fosse una svendita in negozio, senza che ne fosse a conoscenza? Il dubbio zampillò solo un istante, incantato dalla successione di cifre in crescendo.
«Sono quattrocentoottantadue galeoni e sedici falci. Complimenti, gli acquisti dovrebbero essere tutti così, uno strappo e via. Dovrebbe visitare l'asta dei Baldwin, presso Villa Bernadette. Le lascio l'indirizzo, non si sa mai.» Affari di famiglia? Più o meno. Trascrisse la strada, il luogo e l'orario su un foglietto, in una calligrafia di certo impeccabile. Tenne per sé, invece, l'informazione principale: Villa Bernadette gli apparteneva. Ad ogni modo: caffè, incassi, aggiornamento del registro. Riprese le vendite poco dopo: un ciondolo di sirena, una fascia del peccato, un cuore della banshee, tutti articoli che ben conosceva e che, in qualche modo, gli ricordavano piccoli episodi del passato. Regali di compleanno, di successi, di vittorie: Colton sorrideva, quando arrivò l'ultimo cliente (Camillo). Gli occhiali da sole che l'altro indossava gli si impressero in testa, al punto da ripromettersi di inserirli come dettaglio in un'opera artistica che avrebbe realizzato nei giorni seguenti. Aveva anche il titolo: Il Re Sole dei Giorni Odierni, una parentesi punta dal confronto con l'epoca del buon Luigi, il francesino. Poté concludere presto anche con il ragazzo.
«In tutto centocinquanta galeoni e otto falci. Non butti mai gli occhiali, un giorno varranno una fortuna.» Vi associava il successo che lui stesso, con i quadri, avrebbe voluto ottenere. Un occhiolino, altri conti, infine una pausa. Colton non sarebbe più tornato: l'esperienza bastava, eccome.

Aiden Weiss
Divina Armatura • 100 galeoni e 4 falci
Veste del Fattucchiere • 80 galeoni e 4 falci
Camicia Magica di Ad'anon • 80 galeoni e 4 falci
Camicia della Protezione • 55 galeoni
Totale: 315 221 Galeoni 12 Falci
Buono Sconto 30% Generale estinto

Horus Sekhmeth
Cuore della Banshee • 45 galeoni
Ciondolo Corno di Unicorno • 18 galeoni
Camicia della Protezione • 55 galeoni
Veste Oscuro Predatore • 70 galeoni e 4 falci
Divina Armatura • 100 galeoni e 4 falci
Veste del Fattucchiere • 80 galeoni e 4 falci
Camicia Magica di Ad'anon • 80 galeoni e 4 falci
Anello Mistico delle Sirene • 34 galeoni
Totale: 482 Galeoni 16 Falci

Camillo Breendbergh
Veste Oscuro Predatore • 70 galeoni e 4 falci
Veste del Fattucchiere • 80 galeoni e 4 falci
Totale: 150 Galeoni 8 Falci

 
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view post Posted on 4/6/2023, 10:42
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safarà
villaggio di hogsmeade
Non ricordava quando fosse stata l'ultima volta ad aver visitato il Villaggio di Hogsmeade, soprattutto con calma. Il ritmo degli ultimi tempi era stato frenetico, tra il carico di lezioni che aveva scelto, nuove riunioni e piccoli, sporadici impegni di altro genere. Si aggiungeva, poi, la consapevolezza di aver perduto – almeno in parte – il gusto delle lunghe passeggiate, ancor più se in compagnia degli altri. A lungo aveva creduto di essere in una fase della vita che mal s'addiceva alla sua personalità e, benché non fosse una riflessione propriamente errata, sapeva di dover farne i conti prima o poi. Perfino l'insonnia, ghiotta come mai prima di allora, cominciava a farsi sentire con insistenza: andava avanti di caffè, di gocce per il riposo e di pozioni prêt-à-porter. E non andava affatto bene, lo sapeva. Scopriva anche di non aver intenzione, non subito, di risolvere le problematiche che aveva in sospeso: il litigio con il migliore amico, la situazione spinosa con la propria famiglia, perfino la ricerca di un appartamento. Le vacanze estive, in effetti, si avvicinavano e lui non aveva la più pallida idea di dover trascorrere i mesi fino all'inizio scolastico di Settembre. Con Penny – e Villa Glicine – via dai giochi, non aveva altre opzioni. E la cosa, tutto sommato, lo spingeva a ridere come un folle. Sirius era scomparso, i suoi genitori lo avevano allontanato, i suoi compagni di dormitorio erano altrove... l'idea di alloggiare l'intera stagione in una taverna – ora che passava proprio di fronte la Testa di Porco – gli risultava l'unica soluzione. Avrebbe dovuto adattarsi, poco ma sicuro: al locale, alle camere, perfino al risparmio. Per tutta risposta, e già scartando l'intera cornice, si diresse verso una stradina laterale. Poco dopo, ad ogni modo, arrivò da Safarà. Entrò a passo già spedito, senza troppi giri di visita: conosceva il negozio, aveva molti manufatti in baule e di per sé aveva un solo acquisto in lista. Al bancone, infatti, lasciò scivolare un cartoncino – il buono spesa di quarantacinque galeoni che aveva ricevuto tempo addietro come premio – e parlò subito dopo con cortesia. Sapeva già cosa volere, in effetti.
«Buongiorno, vorrei una Veste dell'Oscuro Predatore.» Non impiegò molto, ringraziando e salutando così con l'abito sotto braccio prima di andare via.

Utilizzo il buono spesa (link).
 
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view post Posted on 25/6/2023, 19:06
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Cormac come al solito si dimostrava un’ode alla pigrizia fatta a uomo – nello studio così come sul lavoro –, i piedi erano in bella vista sul bancone e la sigaretta stretta tra le labbra. Il fumo aveva creato una leggera foschia, rendendo il locale ancora più lugubre del solito. Palpebre socchiuse, sonnecchiava sulla sedia lievemente inclinata. Il volto era abbracciato da eteree e delicate spire, dandogli un’aria misteriosa. Con i lineamenti rilassati sembrava un bambino, non l’arcigno adolescente perennemente imbronciato che si presentava solitamente al pubblico. Era l’incubo di tutti, clientela e capo compresi. Proprio quella mattina aveva discusso con il Vecchio, che lo aveva ripreso per il suo essere scansafatiche e piantagrane. Per tutta risposta il ragazzo lo aveva mandato non troppo velatamente a quel paese, sparendo per una buona mezz’ora dal negozio. In cuor suo sperava di essere licenziato, era convinto di trovare un incarico migliore e più redditizio per permettersi il materiale scolastico. Con suo disappunto non solo il proprietario aveva deciso di tenerlo come garzone, ma gli aveva pure dimezzato lo stipendio che gli sarebbe spettato a fine mese. A quel punto si era arreso all’amara evidenza, mettendo il broncio e scaricando la sua frustrazione sui clienti, per vederli poi fuggire mollando lì merce scelta con cura.
Il quel preciso momento era finito in una bolla fatta di pace e silenzio, dove la rabbia piano piano era sbollita. La tempesta interiore aveva lasciato il posto ad un mare increspato, che però non si sarebbe trasformato in una placida tavola. Questo mai, il suo carattere era troppo focoso. L’equilibrio già precario, però, fece presto a vacillare…letteralmente.
La porta tintinnò sonoramente privandolo di soprassalto del dolce dormiveglia, per la sorpresa si sbilanciò sul suo bivacco di fortuna e cadde malamente sul pavimento. Il tremendo tonfo riecheggiò ovunque, un eco tutt’altro che piacevole e melodico.
«Ma che diavolo-» sbraitò, interrompendosi di colpo quando, rialzandosi, si accorse della presenza di qualcuno. Si tenne eretto agguantandosi al bancone, la mancina a massaggiare la schiena dolorante, mentre borbottava piano ingiurie dirette alla dura pietra sotto i piedi. Il mozzicone ancora acceso giaceva a terra, ormai inutilizzabile e possibile causa scatenante di un incendio. L’unica traccia della sua presenza era l’odore pungente, che impregnava qualsiasi cosa nel raggio di tre metri.
«Come posso aiutarti?» si schiarì la voce, cercando di mantenere un tono più o meno amichevole per rivolgersi al giovane davanti a lui. Un cenno del capo, l’unica gesto che fece per far capire di aver inteso la richiesta dell’altro. In breve tempo tornò con la veste «Ecco a te, fanno 70 Galeoni e 4 falci.» una smorfia distorse gli zigomi quando vide il frammento di pergamena che gli veniva porto «25 Galeoni con il buono.» si affrettò a correggere il tiro. Con rapidi movimenti gestì la cassa, consegnando il tutto all’acquirente «Salve, torna a trovarci!» suonava gentile? O forse un grido d’aiuto? Ne aveva fatto scappare un altro? Non sapeva cosa sperare: la possibile libertà donatale dalla sua negligenza, oppure mantenersi aggrappato al posto fisso.

Safarà | Cormac



Eccoci qua! :fru: :<31:

Allora:
- Veste Oscuro Predatore (70 25 G e 4 F)
- Buono generale da 45 G, estinto

Aggiornato!

Giuro che Cormac sotto sotto è uno zuccherino, non odiarlo :ihih: :<31:
 
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view post Posted on 29/9/2023, 17:40
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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«T.J per favore, tieni d’occhio quel bambino!» lo richiamo dalla parte opposta del negozio, un grido che fa voltare molte teste in mezzo alla folla lì radunata «Sta per mettersi in bocca una caccabomba per Merlino!» la nuova area giochi ha istigato lo spirito goliardico, di grandi e piccoli, ha spingersi oltre confini mai esplorati prima. Per fortuna l’ora di chiusura è vicina, sono veramente esausta. Dalla mia postazione vedo il collega placcare il ragazzino, impedendo il peggio per il rotto della cuffia. Io, d’altra parte, mi affretto a fare il conto a sua madre e al resto dei clienti alla cassa. Rimasti soli, tiro finalmente un sospiro di sollievo. Serro la porta a doppia mandata, espongo l’agognato cartello con su scritto “chiuso” e mi lascio cadere sullo sgabello come un peso morto.
«Senti, di là hanno combinato un disastro, ci sarebbe da pulire e…» la figura di T.J mi affianca.
«Pulire?» lo interrompo di colpo «Oh a quest’ora non se ne parla, io ho pure il turno di ronda stasera, con quale forza dovrei reggermi in piedi secondo te?» non se ne parla proprio, sono inamovibile su questo punto.
«I tuoi turni non sono un mio problema, ma il vecchio Zonko che mi urla dietro perché scontento di come teniamo il negozio sì!» ribatte piccato, le braccia che s’incrociano al petto.
«Ascolta, domani mattina ho lezione più tardi, forse riesco a passare per darti una mano prima della riapertura.» che sia il compromesso giusto? «Ma adesso proprio no, sono sfinita rimarco con forza l’ultima parola, facendogli capire che tanto non mi convincerà a rimanere chiusa lì un minuto di più.
«D’accordo, ma vedi di mantenere la promessa oppure ti assumerai tu la responsabilità.» mi punta contro l’indice prima di darmi le spalle e andare a recuperare le sue cose. Tiro gli occhi al cielo e sbuffo sonoramente, per poi imitarlo e gettarmi nel dedalo di viuzze del Villaggio. Ho un bisogno impellente d’aria, per cui passo velocemente a prendere un caffè e decido di vagare allungando il percorso che di solito faccio per tornare ad Hogwarts. M’infilo in una stradina secondaria, fermandomi solo quando m’imbatto in una ripida scalinata. Sulla sommità noto un’insegna che m’incuriosisce, francamente non mi ricordavo ci fosse un negozio tanto di nicchia. Anche se, ammetto, potrei averne sentito il nome – Safarà – piazzato in qualche aneddoto dei mie cugini. Con naturalezza salgo il primo gradino e, in un batter di ciglia, mi trovo davanti alla porta e varco la soglia accompagnata da uno spettrale cigolio.
«Salve, buon pomeriggio!» saluto così la giovane commessa, concedendole un sorriso dolce e gentile. Mi aggiro con tutta calma tra gli scaffali, sorseggiando la bevanda calda mentre lo sguardo scorre rapido sui vari articoli esposti. Ad attirare maggiormente la mia attenzione sono i ciondoli, li carezzo con le dita della mano libera saggiandone i vari materiali. Alla fine ne scelgo tre, portandoli con cura al bancone assieme ad un copricapo acciuffato all’ultimo secondo per concludere l’acquisto «Per oggi prendo questi!» esordisco poggiando la merce sul bancone «Carino qui, è la prima volta che vengo.» non riesco a trattenermi, scoprire quel posticino così nascosto ha dato un risvolto inaspettato alla giornata «Forse un po’ polveroso, ma ha il suo fascino in fondo!» poco importa dell’odore di chiuso e di strane pozioni, contiene cose talmente particolari e affascinanti che mi riprometto immediatamente di tornarci «Quanto ti devo cara?» chiedo riscuotendomi dai miei pensieri, con il portamonete già in bella vista. Alla cifra che mi viene data, aggiungo due galeoni di mancia. Un ultimo saluto caloroso e torno al castello, che una lunga notte di doveri mi attende anche lì.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Sciaoooo caraaa :ue: Eccomi qua, come promesso :gelato:

Allora, Camille acquista:

Da saldare con un buono da 30 G (click)

- Copricapo del Troll (30 G)

Da scalare effettivamente dal conto

- Ciondolo capello di Veela (21 G)
- Ciondolo scaglia di basilisco (20 G)
- Ciondolo corno di unicorno (18 G)

Tot: 59 G + 2 G di mancia = 61 G

Azieee baby :bello: :<31:

 
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view post Posted on 30/9/2023, 14:32
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Weave, weave the sunlight in your hair...

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«Questo posto ha bisogno di un restyling e rebranding di quelli da paura», riflette Haru ad alta voce tra sé e sé. Sta lucidando il bancone con particolare veemenza, quando il cigolio angoscioso della porta d’ingresso la risveglia bruscamente dai suoi ambiziosi sogni di gloria imprenditoriale. Prima cosa da fare? Oliare quei sacrosanti cardini, decide con fare insolitamente risoluto. Non ha mai lavorato in vita sua, ma è determinata a mettercela tutta per dare nuova vita a quel negozio. Ha l’aria fin troppo dimessa. E l’odore di chiuso è soffocante, per la barba di Merlino.
Lo sguardo color cioccolato fuso e la chioma ramata della sua prima cliente le sono vagamente familiari, ma non è in grado di collocarli esattamente. L’aroma ricco e pieno del caffè che tiene in mano invade il negozio. Che Merlino sia lodato, finalmente qualcosa che sa di buono!
Haru la accoglie con un sorriso cordiale, seguendo silenziosamente con lo sguardo l’esplorazione curiosa dell’altra attraverso gli scaffali di Safarà. La sua bottega, pensa con un moto d’orgoglio, mentre la misteriosa avventrice raccoglie le sue compere per poi porgergliele con fare educato.
La neo-garzoncina impacchetta con cura i vari acquisti della ragazza, ancora un po’ impacciata nei gesti, ma innegabilmente piena d’entusiasmo.
Accetta la mancia con le guance color porpora, incerta sul fatto di meritarla, ma molto riconoscente di aver avuto un primo incontro così gradevole con la clientela del suo negozio. «Spero di rivederti presto! Passa una bella giornata», Haru la congeda sorridente.


Ma ciao a teee :]

Buono da 30 G > Estinto!
Rimangono da pagare 59 G + 2 G di mancia = 61 G

Aggiornato! :sbrill:

 
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