L'altro lato del negozio, [Quest fissa]

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Laowyn Hawk
view post Posted on 14/10/2017, 12:50




L’eccitazione impaziente di Laowyn venne frenata dal buon senso del più cauto Lucas, che volle prima accertarsi delle condizioni dell’accordo. Lo sguardo della ragazza fece avanti e indietro dal volto del biondo a quello del rosso mentre patteggiavano per raggiungere un compromesso.
Alla fine il negoziante fece un’offerta abbastanza curiosa. Parlò di un’ala particolare del negozio e di una moneta speciale per farvi degli acquisti. Laowyn non riusciva più a contenere la curiosità. Avrebbe fatto di tutto pur di avere qualche informazione in più, e si sarebbe precipitata immediatamente in direzione della passaporta se lo sguardo perplesso dell’amico non l’avesse frenata. D’un tratto si rese conto di essere stata forse troppo impulsiva nel cedere alle richieste del fratello Weasley, spinta dal desiderio di impressionare il suo idolo. Non aveva neanche chiesto l’opinione del suo amico, che invece si era messo sulla difensiva ed aveva ottenuto posto qualche domanda in più. Urgeva fare il punto della situazione.

“Puoi scusarci solo un secondo?” chiese gentilmente la ragazza al negoziante, mostrando un cortese sorriso. Prese poi Lucas per un braccio e lo trascinò per qualche metro, al riparo da orecchi indiscreti. Sperava comunque che il gemello non ne pensasse una delle sue per origliare la conversazione, ma per sicurezza parlò a bassa voce: “Lucas tu che ne pensi? Dovremmo aiutarlo? Il premio che ci ha promesso mi sembra molto appetibile” sentenziò, esibendo uno sguardo speranzoso per tentare di convincere il concasato.
La ragazza desiderava veramente contribuire alla nuova creazione dei gemelli Weasley e moriva dall’idea di scoprire di più sul misterioso angolo del negozio. Non voleva però essere prepotente e, se Lucas l’avesse ritenuto opportuno, sarebbe stata pronta a girare i tacchi e tornarsene al castello. Aspettava semplicemente la risposta dell’amico.

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view post Posted on 19/10/2017, 00:43
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Lucas A. Moray






Lucas, pensando di aver giocato d’astuzia chiedendo in regalo l’impiccato rimpiccabile, si ritrovò a fare i conti con l’eccelsa abilità da venditore del gemello Weasley. Egli, infatti, non solo evase abilmente dalla domanda di Lucas a proposito dell’Arriciastrizza, ma riuscì anche a negare l’ipotesi di un eventuale regalo in cambio dell’ingrediente segreto che i due giovani studenti avrebbero dovuto recuperare. Parlò di una certa sezione speciale a cui solo i clienti “più fidati” potevano aver accesso e loro lo sarebbero diventati in cambio del famigerato ingrediente mancante. Lucas fu convinto dal giro di parole del gemello che non solo ci guadagnò pensando ad un eventuale collaborazione da parte dei due giovani nella ricerca dell’ingrediente mancante, ma anche da un potenziale incasso per la vendita degli oggetti misteriosi e strabilianti contenuti nella sezione segreta che tanto aveva destato curiosità in Lucas. Facendo leva sull’incoscienza dei giovani che aveva di fronte, il gemello avrebbe potenzialmente ottenuto, come si suol dire, due piccioni con una fava.

Dunque, mentre Lucas sembrava convincersi sempre più, la sua compagna Laowyn aveva iniziato a covare qualche dubbio tant’è che chiese di potersi appartare un secondo con il suo amico per discutersi sul da farsi. Laowyn, che aveva captato l’iniziale titubanza di Lucas, gli domando se fosse il caso di addentrarsi in quell’avventura, ma dal suo tono di voce traspariva certamente la sua voglia di farlo. Anche Lucas si era ormai convinto, soggiogato dalle futili avances del commesso, e rispose acconsentendo alla sua compagna:

“Va bene dai accettiamo, questa sezione misteriosa sarà davvero interessante. Ne vale la pena!”

Dopo questo breve intermezzo, i due giovani tornarono ad interfacciarsi con il fratello Weasley che probabilmente contava già dall’inizio sulla loro collaborazione. Infatti, gli aveva rivelato tutti i dettagli dell’ingrediente mancante prim’ancora che i ragazzi accettassero la sua proposta.

“Eccoci qui, abbiamo deciso di recuperare per te quest’erba di cui ci hai parlato. Andremo alla passaporta, però dovrai mantenere la promessa farci vedere la sezione speciale al nostro ritorno!”

Lucas, fino a quel momento, non aveva mai usato una passaporta in vita sua anche se ne aveva sentito molto parlare. Era un oggetto in grado di teletrasportarti in un altro posto, anche lontanissimo. Così una volta giunti nel retro del negozio sorse spontanea la domanda alla sua compagna:

“Ehi, ma come si usa una passaporta?”




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I due ragazzi avevano deciso di aiutare il gemello Weasley e partire alla ricerca della pianta magica.
La porta del negozio non si era ancora chiusa completamente alle spalle dei due avventurieri quando il secondo gemello affiancó il primo.

-Scommetto che non hai fatto nessun accenno su ciò che troveranno una volta giunti sul luogo, vero?- chiese George con l'aria di chi già conosceva la risposta.
-Altrimenti che gusto c'è!- rispose Fred.
Si scambiarono un'occhiata complice ed all'unisono esclamarono
-Fooorte!- schioccandosi il cinque.
Il piccolo scambio di battute non giunse alle orecchie dei due ragazzi, che avevano gia lasciato il locale ed avevano raggiunto la passaporta.
Lo stivale era lì, in attesa di essere toccato. Appena le mani dei ragazzi toccarono il cuoio rosso la passaporta venne attivata, risucchiando i Tassorosso nel vortice verso un'altra destinazione.



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view post Posted on 22/10/2018, 17:02
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L'altro lato del negozio

«M
i sono dato poi da fare per trovare la porticina e ho racimolato tutte le gelatine che avevo. Anche se mi hanno detto che, volendo, lì si può giocare d’azzardo, Nicholas!» Il mago ridacchiò. «Sono tornato tre o quattro volte, ma non sono mai riuscito a prendere uno di quegli oggetti e i miei debiti sono… be’, mannaggia, non ho la minima idea di come potrò liberarmene!»
L’uomo di buonsenso sui cinquanta rivolse allo sventurato un’occhiata che esprimeva disapprovazione, poi, con un freddo interesse domandò:
«Ne valeva davvero la pena?»
Lui sgranò gli occhi e immediatamente rispose: «Vuoi scherzare? I Weasley hanno roba che manco ti immagini! Credimi, non la troveresti in nessun altro negozio!» Lo spendaccione rise di nuovo, ancora più allegramente, e per Dorian – che stava fisso davanti alla vetrina e che ascoltava senza farsi notare – fu una sorpresa sentire qualcuno che lo urtava lievemente e che, congedandosi, si scusava.
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Midnight era bronzo e interesse, miele e curiosità, la severità di due zigomi taglienti e un sorriso affilato come la punta di un pugnale. Era tutto questo, più lo schiocco smorzato di braci invisibili.
Doveva mettere le mani su quel corredo, e doveva farlo alla svelta se era favoloso come si diceva.
Riflettendo, si convinse che avrebbe potuto far finta di niente e tornare in seguito, ma a quel punto era già entrato nella bottega e si era confuso tra i clienti. Stanco del chiasso e di tutta quella gente, con nonchalance decise di avvicinarsi alla porticina di cui aveva sentito parlare, ma proprio in quel momento la ressa davanti a lui era particolarmente impenetrabile e la corrente della folla lo trascinò dall’altra parte del negozio.
«Ah, professore! Come sta, signore?» Dorian salutò gli studenti e strinse la mano a diversi genitori. Pareva di ottimo umore, sorrideva, salutava e cercava di farsi largo passeggiando avanti e in dietro di continuo, tanto che dopo dieci minuti non rimaneva nell’emporio nemmeno una persona con cui non avesse scambiato un convenevole, un ninnoletto o un libro che non avesse sfiorato con la mano, specchio nel quale la sua immagine non avesse – deliziosamente – svolazzato, commesso al quale non avesse rivolto uno sguardo sorridente.
Girò di qua e di là come una foglia secca afferrata dal vento e in uno di quei giri intorno alla sala scoprì un angolo tranquillo in cui prendere fiato.
Saltellava sul filo sdrucciolevole che separa ragione e follia come un funambolo cieco. Il sorriso di un altro bambino, l’offerta di un altro bisunto dolcetto disgustoso e sarebbe stata la fine. Avrebbe perso il senno.
Ripensò a quando, in Sala Grande, l’elfo aveva preteso che bevesse un bricco di cioccolata, lui che per colazione gustava compostamente solo un bicchiere di acqua frizzante, e rabbrividì.
Controllò di avere il borsellino con sé, contò nuovamente le gelatine d’oro e meravigliato si domandò se gli avrebbero fruttato qualcosa per davvero, al di là di una colica intestinale.
Poi, scivolò dietro la porta e si ritrovò sull’altro lato.
I suoi occhi gli mostravano lo stesso negozio completamente trasformato e migliorato al punto da essere irriconoscibile. Vi erano tutti gli oggetti possibili e immaginabili – gli parve persino di scorgere un bastone magico che se ne andava a spasso da solo – e alcuni avevano effettivamente un pregio enorme.
Posandovi sopra i suoi occhi di studioso, si domandò se avrebbe potuto, in qualche modo, acquistarli. Immediatamente cercò di richiamare l’attenzione del commesso.
«Mi pare di aver capito che non accettiate denaro contante. Ho abbastanza gelatine per questi?» chiese, indicando tre articoli dall'aspetto particolarmente prezioso.

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Spero che, in questo caso, l'autococlusività vada bene; mi sono documentato leggendo a spizzichi e bocconi gli exempla in torretta e mi pare sia la prassi.
Se ho sbagliato mi scuso già in anticipo!
(E fu così che accettavano solo dollaroni, perché le gelatine erano passate di moda. :fix:)
Link ai post di riferimento:

Vorrei scambiarle con:
- Bracciale di Damocle
- Ciondolo della Fenice
- Pelliccia dello Yeti
per l’Aspide me ne manca ancora una, ma torno il mese prossimo, gemelloni: stay tuned.
Sempre che non vogliate fare uno sconticino al buon professore...! :bello:
 
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Laowyn Hawk
view post Posted on 22/10/2018, 17:49




Le scintille rosse che fuoriuscirono dalla bacchetta di Laowyn scoppiettarono vivacemente sopra la sua testa, proprio mentre ella avvertiva un dolore lancinante alla gamba. Abbassò lo sguardo per notare che uno degli esserini l’aveva raggiunta, azzannandola proprio sullo stinco. Nel mentre anche Lucas si era armato di bacchetta per difendere la sua amica ed aveva scagliato un incantesimo Tarantallegra a uno dei mostriciattoli che stavano per aggredirla. Nonostante gli sforzi dei due studenti, però, la situazione risultava estremamente critica e non si sarebbe conclusa positivamente se non fosse stato per l'intervento di un mago più esperto. Il cacciatore infatti, che fortunatamente si trovava ancora nei paraggi, doveva essere stato attirato dall'insolito trambusto causato dal gruppetto poiché venne in loro soccorso. Agitando la bacchetta, stese uno alla volta i mostriciattoli malefici e si preoccupò per lo stato di salute dei ragazzi.
Laowyn osservò impietrita tutta la scena e, una volta realizzata la fine del pericolo, corse con immensa gioia ad abbracciare Lucas. Quest’ultimo nel frattempo aveva recuperato la felce magica, per cui i due Tassi decisero come prioritaria la riconsegna della pianta ai fratelli Weasley. Prima di partire, la ragazza si congedò dal cacciatore, ringraziandolo di cuore per l’intervento e scusandosi ulteriormente per aver rovinato la trappola.
Laowyn si incamminò dunque insieme a Lucas in direzione della passaporta. Camminare non era semplice, a causa del morso alla gamba, ma il pensiero di aver finalmente portato a termine la loro missione le sollevava l'animo, consentendole di trattenere qualsiasi lamentela a riguardo.
Molte emozioni si affollavano nella mente della giovane, sentimenti contrastanti nei confronti dell’esperienza appena vissuta. Era contenta di essere riuscita ad aiutare i gemelli, ma non vi erano dubbi sul fatto che, con un po’ più di attenzione, si sarebbero potuti evitare molti inconvenienti. L’irlandese continuava a segnare uno per uno i momenti in cui la sua disattenzione aveva portato a conseguenze negative per lei, ma soprattutto per il suo compagno di strada Lucas. Tormentata da questi pensieri, la giovane continuò a mordersi il labbro fino a quando, una volta giunti nei pressi del vecchio stivale, non tirò un lungo sospiro, per poi afferrare la passaporta.
Un'altra sequenza di movimenti vorticosi, a completare la serie della giornata, riportò i due amici nel vecchio sgabuzzino del negozio di scherzi. Ora non restava che rintracciare i gemelli e consegnare loro il sudato bottino. Una volta incontrati, Laowyn avrebbe ringraziato i Weasley per l’opportunità e li avrebbe avvertiti dello strano comportamento della felce magica, di cui evidentemente erano all’oscuro, in modo da salvaguardarli in un’eventuale prossima spedizione.
Ovviamente, la natura giocosa della giovane portò i suoi pensieri ad indirizzarsi verso la ricompensa della missione, ovvero l’Arricciastrizza, un aggeggio dal nome certamente curioso ma del quale Laowyn ignorava ancora l’entità.


Laowyn
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view post Posted on 29/10/2018, 23:01
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Lucas A. Moray






Con quell’ultimo sforzo il giovane riuscì ad avvicinarsi alla pianta e vi strappò un ciuffo d’erba, quanto bastava per terminare la loro missione. Un attimo dopo però un tonfo attirò nuovamente la sua attenzione. Era l’ultima creaturina rimasta che aveva raggiunto Laowyn e l’aveva colpita bruscamente con la mazza e si accingeva a farlo ancora.

Miracolosamente sopraggiunse il cacciatore di prima che con una serie di incantesimi mise al tappeto tutti quei mostricciattoli. Era divertente e allo stesso tempo liberatorio vederli cadere inermi uno dopo l’altro. I due giovani Tassorosso potevano considerarsi davvero fortunati per l’intervento dell’omone. Laowyn in preda all’euforia si catapulto su Lucas abbracciandolo con tutte le forze che le erano rimaste, mentre Lucas non aveva neppure le forze di ricambiare il gesto affettuoso della sua compagna. Il cacciatore, invece, si preoccupò subito delle condizioni dei due studenti. Fortunatamente Laowyn era conciata un po’ meglio di Lucas che ancora zoppicante cercava di avvicinarsi all’uomo che li aveva salvati.

“Eh, insomma. A parte qualche dolorino qua e là”

Rispose il giovane alternando un colpo di tosse ogni tre parole. Nel frattempo la sera stava calando e i due non avevano la minima idea di come tornare indietro.

Ancora una volta l’omone sembrò essere lì a posta per loro al punto che si offrì di riportare i due avventurieri a Diagon Alley attraverso un’altra passaporta, proprio come erano finiti in quel posto, oppure addirittura si offrì di trasportarli al San Mungo per curarsi. Certo le cure non erano proprio l’ultima cosa che Lucas potesse desiderare, ma la voglia di ritornare al negozio di due fratelli Weasley quantomeno per cantergliene quattro era troppo forte. Così con un filo di voce suggerì l’opzione di tornare a Diagon Alley attraverso la passaporta.

Così con l’aiuto del cacciatore i due riuscirono a tornare indietro, a Diagon Alley. Lucas era convinto che i fratelli Weasley erano a conoscenza di cosa sarebbe toccato ai due primini accettando la loro proposta. Ora attendeva soltanto di vedere quale sarebbe stata la loro reazione nel vederli tornare vittoriosi, con la consapevolezza però che mai più si sarebbe fidato dei gemelli Weasley.



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-Ehi Fred!- con una leggera gomitata richiamò il gemello, che era intento a sistemare bizzarri marchingegni in uno scatolone. Con un cenno del capo invitò il fratello a guardare in direzione dell’uomo che si aggirava curioso tra la loro preziosa mercanzia. Fred alzò la testa, sbucando appena da oltre il tavolo che fungeva da bancone per sbirciare il nuovo arrivato. -Oh! E son tornati anche i nostri amici- lo informò Fred
-Ma guarda un po’! Ok Fred, tu pensi al damerino ed io ai nostri amici- propose con un sogghigno
-No George; tu pensi al damerino ed io ai nostri amici- rimbeccò l’altro.
-Morra cinese?- la proposta di George fu accolta di buon grado e a Fred toccò il damerino.

George si avvicinò alla coppia di studenti che era visibilmente provata dall’avventura appena conclusa. Non poté fare a meno di guardarli entrambi da capo a piedi ed abbozzare un’espressione che anticipava largamente le sue parole
-Siete messi maluccio- Ma dopo aver sfoggiato uno dei suoi sorrisi aggiunse -Avete recuperato il bottino spero. Lo Stridiosporo è particolarmente rognoso da raccogliere, ma grazie a voi è stato tutto più semplice-
Ecco svelata la natura della misteriosa pianta; certo, se i due Tassorosso fossero stati informati prima, sarebbe stato tutto più semplice, ma ‘semplice’ non era una parola che i Weasley amavano particolarmente

Fred si avvicinò al nuovo cliente; le mani nelle tasche dei pantaloni, il passo controllato e dall’ampia falcata; cercava di darsi un’aria da adulto –che gli mancava completamente e che poco si confaceva alla sua personalità. -Se spera di saldare il conto con delle gelatine tuttigusti+1 ha sbagliato negozio, signore. Noi gli scherzi li vendiamo, non li subiamo-
Tono sicuro, sguardo serio; se non si fosse dondolato sulle punte dei piedi poteva passare per un perfetto uomo d’affari. Ma l’apparenza non doveva trarre in inganno, per quanto Fred fosse allegro, giocoso ed incline agli scherzi, aveva un certo talento per gli affari; non avrebbe ceduto la sua mercanzia più preziosa senza il giusto compenso.



Per Lucas e Laowyn:
ottenete a testa
3 Gelatine d’oro; 1 Exp; 1 PS; 1PC; 1PS
Dovete inoltre recuperare i punti stat persi in infermeria o segnare l'ammanco in scheda

Per Dorian:
dovrà persuadere il gemello per completare la vendita
 
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view post Posted on 6/11/2018, 21:19
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L'altro lato del negozio

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«O
, rispose Dorian, sorpreso.
Poi posò lo sguardo sugli oggetti e cambiò decisamente stato d’animo: ora che li aveva visti avrebbe fatto l’impossibile per ottenerli.
«Devono avermi dato un’informazione sbagliata» aggiunse, e le sue labbra si curvarono in un’espressione molto dispiaciuta.
«Ho speso così tanti soldi nel vostro negozio da aver perso il conto, e che pubblicità vi ho fatto!» concluse, fingendo di parlare tra sé e sé.
Osservò il ragazzino che si molleggiava sulle punte dei piedi, si fissò le mani con calma studiata e passò lo sguardo sul bracciale nella teca. Era curvo come una costola, brillante come un diamante nella luce del negozio.
Lo voleva più che mai.
«Eppure mi pare di aver capito che per certi oggetti la moneta sonante non sia sufficiente né indispensabile…» i suoi occhi si spinsero fino ad incontrare quelli del ragazzo, speranzosi.
Se c’era una cosa in cui Dorian era maestro, era nel risultare persuasivo –
il tono rammaricato della voce, le espressioni volutamente contegnose, il tremore impercettibile del labbro inferiore –; in quel momento avrebbe potuto convincere persino un orfanello sul lato di una strada a cedergli il proprio pasto.
«D’altra parte, mi sembra che queste non siano semplici gelatine, o almeno non ne hanno l’aspetto…» fece risuonare il portamonete con un gesto vago delle dita, come se esitasse.
«Sbaglio?» Un altro sorriso, i denti brillarono.
Erano i suoi modi – la sua gentilezza, come vapore che si innalza da un infuso tiepido. Bastava vederlo per pensare: “Che brava persona, certamente ci farà un’ottima pubblicità”.

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Fred non era di certo incline a farsi abbindolare da quattro moine; gli atteggiamenti melliflui di quel presunto cliente lo insospettirono molto. Sollevò il sopracciglio sinistro, guardando l’uomo con un certo disappunto; non ricordava di averlo visto nel suo negozio, ma era pur sempre vero che non stava nel negozio tutto il santo giorno, si dava il cambio con George e con i garzoni. Eppure un simile figurino non sarebbe passato inosservato al suo sguardo curioso ed attento.
Ma quando quella parolina magica venne pronunciata i suoi dubbi e le sue perplessità svanirono, come se qualcuno avesse tirato lo sciacquone e fatto piazza pulita.

-Pubblicità?!- Ripeté gioioso, non riuscendo a trattenere l’entusiasmo -e sentiamo, che tipo di pubblicità ci ha fatto, di grazia?- aggiunse schiarendosi la voce, ricomponendosi velocemente.
-Ora che ci penso, si potrebbe trovare un compromesso. La moneta di scambio è così volubile; come sarebbero queste gelatine?- chiese allungando il collo verso il borsello sonante

 
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view post Posted on 17/11/2018, 10:13
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«O
gni attività che si rispetti merita di essere promossa, mio caro!» disse Dorian, sottolineando allegramente l’importanza di una buona pubblicità.
“Quanto sei ingenuo” pensò tra sé.
«Lavorando sia per Hogwarts che per il Ministero della Magia ho sempre occasione di conoscere molte persone, potenziali clienti di ogni sorta», spiegò. Poi, con un sorriso complice, proseguì: «io stesso intendevo raccomandare agli auror miei colleghi l’acquisto di uno stock di mantelli, cappelli e guanti scudo. Prodotti magnifici, dico sul serio!»
Anche se questi discorsi erano lontanissimi da lui, Midnight aveva un tale calore nella voce ed un sorriso così convincente che avrebbe potuto cadere egli stesso vittima delle proprie lusinghe.
«Certo, non ho ancora avuto modo di sperimentarli e, in effetti, se mi hanno mentito sulla loro efficacia come sull’utilità di queste gelatine…» con il pollice si sfiorò il mento, improvvisamente serio, e con un gesto della mano finse di voler accantonare la questione, facendone intendere la gravità.
Come un attore consumato, sapeva esattamente cosa dire e quando, invece, tacere, lasciando spazio al silenzio.
Un’espressione di amabile, dolcissima perplessità si dipinse sul suo viso nel momento in cui il ragazzo gli parlò.
«Sono d’oro, vede? O per tali me le hanno spacciate…» rispose, mostrando la piccola fortuna contenuta nel borsello.
«Inizio a sentirmi la vittima ingenua di una truffa!» scherzò. In quel caso fu sincero.

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Inizialmente Fred pendeva dalle labbra dell’uomo, ma bastò che egli nominasse il Ministero e gli Auror per infondergli nuovi dubbi. Incrociò le braccia al petto, un chiaro segno di chiusura mentale nei confronti delle belle parole di colui che millantava di essere un Auror e che diceva di preferire i loro mantelli scudo, mantelli che non aveva ancora adoperato.
-Ehi George, vieni un po’ qui!-
Il fratello, sentendosi chiamare, accorse immediatamente, avendo già congedato i due studenti.
-Di un po’, tu l’hai mai visto questo signore?- chiese Fred, sentendo la figura del gemello accostarsi a lui.
George fece un passo avanti ed iniziò a squadrare il mago da capo a piedi. Non contento gli girò attorno grattandosi il mento glabro con fare pensieroso, circumnavigando la figura di Dorian. Terminato il giro di perlustrazione tornò ad affiancare il fratello -No. Mai visto in vita mia- sentenziò
-Ma ha le gelatine- replico Fred, come se il semplice fatto di possederle fosse un requisito degno di nota e sufficiente a continuare quella trattativa.
-Oh, beh! Se ha le gelatine!- esclamò George sbirciando dentro il sacchetto di Dorian. Ne estrasse una e la rigirò tra le dita per guardarla da ogni sua angolazione; poi la esaminò attentamente come un sapiente orafo che valuta l’autenticità di una pietra preziosa. Per rendere il suo gesto più teatrale socchiuse la mano sinistra, lasciando uno spiraglio aperto in modo che, dopo averla avvicinata al rispettivo occhio, potesse visionare l’oggetto –mimando in pratica un monocolo da orefice.
-Sembra autentica- fu il verdetto finale e tanto bastò affinché Fred si avvicinasse all’uomo cingendogli la spalla
-Venga allora! Le mostro la nostra collezione privata. Quello che vede qui è solo ciarpame, i pezzi originali sono altrove- aggiunse, accompagnando il nuovo cliente verso il tavolo che fungeva da bancone. Nel frattempo George, dall’altro lato del tavolo, agitando la bacchetta srotolò un panno di velluto rosso con bordature dorate, all’interno del quale vi erano bracciali, ciondoli e girocolli.
-Vede qualcosa di suo gusto?-

 
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view post Posted on 25/11/2018, 10:10
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"F
orse perché non avete ancora il dono dell'ubiquità” pensò Dorian, infastidito.
Credevano davvero che avesse intenzione di truffarli? Erano abituati a trattare i clienti così bruscamente? Nemmeno quando il secondo garzone prese a girargli intorno, per quanto fosse ammutolito dallo sconcerto, smise di sorridere.
Doveva trattarsi di oggetti dal valore inestimabile se si comportavano in modo così pretenzioso: lui, dal canto suo, era stato cortese, aveva domandato, si era detto disponibile a mettere mano al portafogli, aveva promesso loro una buona pubblicità… cercò invano un’altra spiegazione, ma non la trovò. Quando ipotizzarono addirittura che potesse trattarsi di un falsario, Midnight sentì il viso farsi di ghiaccio.
Dorian lo stupido, Dorian il ladro, Dorian il contraffattore.
Senza fare una piega, attese il responso del negoziante guardandolo dritto negli occhi.
«Grazie», rispose alla fine.
Nel momento in cui giunse al bancone, una condizione di estatico incanto prese il posto di ogni suo malumore. Alla vista di quegli oggetti si sentì come schiaffeggiato.
«Fate bene ad essere gelosi delle vostre merci» sussurrò meravigliato, sgranando gli occhi.
«Questo è uno dei bracciali di Damocle… Timeo di Tauromenio scriveva che… – attese silenziosamente che il commesso gli concedesse il permesso di prenderlo in mano, il suo cervello veleggiava attraverso gli arabeschi e i vortici della meraviglia – io… non capisco... pensavo fossero perduti…»
Inspirò a fondo, poi lanciò un’occhiata ai ciondoli e si irrigidì per il desiderio.
«Vorrei anche...» aggiunse, indicando un monile con una piccola effigie di fenice. «E il mantello, la pelliccia alle sue spalle!» riusciva a sentire il sapore della magia sulle fibre del tessuto, non avrebbe potuto rinunciarvi per nulla al mondo.
Infine la sua mano lambì la testa di serpente di un secondo armilla, e le sue iridi brillarono di una brama profonda.
«Mi dica» domandò «ho abbastanza gelatine anche per questo?»

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view post Posted on 4/12/2018, 19:23
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-Il bracciale di Damocle è il pezzo forte della nostra collezione speciale-
Disse Fred con un certo orgoglio. Quei manufatti erano il fiore all’occhiello della loro attività commerciale; vigeva un segreto segretissimo su come erano riusciti ad ottenerli.
Con un cenno del capo il giovane Weasley acconsentì alla tacita richiesta del cliente, poteva prenderlo in mano, esaminarlo, provarlo persino, per vedere l’effetto che faceva una volta indossato.
Nel mentre George aveva fatto avvicinare un manichino che indossava la famosa pelliccia di Yeti

-Lei ha occhio per le cose di qualità!- lo lusingò George -purtroppo non siamo soliti fare sconti. Sono pezzi importanti e rari, come ha detto lei stesso, creduti perduti da tempo. Per il bracciale dovrà tornare con una gelatina in più-
Mancava una sola gelatina, ma dal tono di voce il Weasley sembrava irremovibile: niente sconti o favori. Erano affari.
-Sono sicuro che la rivedremo presto- pochi colpi di bacchetta furono sufficienti a confezionare gli oggetti in un unico pacchetto.
-E non si dimentichi della pubblicità che ha promesso!-



Ci siamo Dorian,
hai completato l’acquisto di Bracciale di Damocle, Ciondolo della Fenice e Pelliccia di Yeti per un totale di 34 Gelatine.
A presto!
 
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view post Posted on 21/1/2019, 19:30
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Aveva fatto già numerosi acquisti in quel negozio e, con essi, aveva ricevuto una dozzina di gelatine dorate. Curioso per natura Vath Remar si era chiesto a cosa servissero, se fossero un souvenir o un gadget promozionale di natura scherzosa. Proprio per l'ultima ragione Vath non si era arrischiato ad assaggiare quelle mou e, durante una pausa dal lavoro, si diresse al negozio di scherzi dei gemelli Weasley per chiedere spiegazioni direttamente ai proprietari. Solo se li avesse trovati si sarebbe rivolto a loro. «Buongiorno, perdonate il disturbo. Con gli acquisti che ho fatto mi sono state consegnate queste gelatine. A cosa servono?» Si sarebbe schiarito la voce e, in caso avesse ottenuto l'attenzione che meritava, avrebbe continuato. «Ho anche sentito dire che avete degli oggetti piuttosto particolari, tuttavia non ne ho trovato traccia sugli scaffali. Per esempio...» Indicò un bracciale esposto nel retro del negozio. «...quello lì quante gelatine verrebbe?»

//5 gelatine
7 gelatine
vorrei acquistare il bracciale di Damocle.
 
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view post Posted on 21/2/2019, 20:44
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L'altro lato del negozio

evutkM7
Q
uel giorno l’influenza di Saturno stringeva Dorian nella sua presa malefica.
Crudele come un idolo dell’abisso, aveva punito quarantacinque studenti. Ed erano solo le dieci della mattina.
Ad alcuni era stato comandato di stare in piedi per ore su uno sgabello di noce con sole tre gambe,

Aiuta la postura.


Ad altri era stato ordinato di trascrivere centinaia di pagine, decine di migliaia di lettere rese invisibili dall’inchiostro simpatico.

Aguzza la vista.


Altri ancora erano stati messi a riordinare i suoi infiniti armadi: dozzine di bluse e camiciole da accomodare per tessuto, intreccio e nuance.

Giova al buongusto.


Egli sorvegliava in silenzio, passandosi una mano tra i capelli e compiacendosi di quella melodia singhiozzante fatta di gemiti.
Muoveva un indice nell’aria – ispirato maître di quell’opera improvvisata – danzando il Ballo del Dolore.
Un lugubre Paso Doble.
O meglio, Cuarentacinco.

«Ora andate, sciòsciò, che debbo uscire!» li congedò con un cenno della mano, poco dopo il pranzo.
Con un metallico tintinnio, la stilografica rossa volò sul tavolo, accompagnata da un sospiro flebile, spossato; trenta temi attendevano ancora la sua correzione, ma decise di rimandare, sottraendosi per un pomeriggio di effimero riposo al suo ligio dovere di docente.
Quando socchiuse la finestra dello studio, la luce del sole ancora penetrava colmandolo; solo un graffio d’ombra lo feriva, creando un riverbero rifratto lungo la parete opposta.
Anche a Diagon Alley i palazzi aggettanti deformavano la realtà, limavano i contorni della strada e ne smussavano gli angoli, sfumandoli in un perenne gioco di riflessi.
I prodotti in bella mostra sugli scaffali, quel giorno, erano stranamente silenziosi e ordinati, come gli studenti chiamati a decifrare le fioriture superbe della sua calligrafia sull’ardesia della lavagna.
Sforzandosi, increspò le labbra in un sorriso cordiale e si diresse al bancone.
«Ehilà, in sgabuzzo trillò affabile.
Se qualcuno si fosse affacciato avrebbe spiegato il motivo della visita: si era recato in regozio per commutare le sue ultime gelatine nel Bracciale dell’Aspide nottura.

© lovecraft.



Edited by Dorian - 21/2/2019, 23:12
 
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