E
ra ironico che i
Tiri vispi, il paradiso per eccellenza di tutti gli studenti monelli, fosse diventato uno dei suoi negozi preferiti solo una volta che aveva assunto un incarico al castello. Non era raro per Jolene confrontarsi con i malori architettati ad arte da torroni sanguinolenti o pasticche vomitose ma, a dispetto del suo ruolo di infermiera ed autorità all'interno della scuola, aveva un autentico debole per il posto da cui tutto aveva inizio. Colorato, vivace, rallegrato dalle risate di acquirenti tutti più o meno burloni, il negozio di Diagon Alley l'aveva conquistata con la sua atmosfera di spensieratezza. Era sempre con una buona dose di curiosità che si inoltrava tra gli scaffali, che erano carichi di merce che già riteneva unica nel suo genere. Solo recentemente aveva saputo dalla giovane Lynch, prefetto Tassorosso nonché commessa del negozio, che gli oggetti esposti erano solo una parte di ciò che gli Weasley avevano da offrire. La ragazza si era mantenuta su toni quanto mai vaghi quando Jolene, sulla scia di una curiosità ormai meditata da diverso tempo, aveva domandato a cosa servissero le gelatine d'oro in omaggio con ogni acquisto. L'unico punto fermo, che di tanto in tanto le era tornato in mente nei giorni immediatamente successivi, era quanto mai allettante, per una ficcanaso amante degli acquisti come lei:
prodotti speciali. Due magiche paroline che avevano trasformato la rossa in una madre di famiglia pronta a raccogliere i bollini del supermercato per vincere un set di piatti. Se solo non fosse dovuta andare via in fretta e furia per sottrarre suo padre alle prese in giro di un gruppo di adolescenti con cui si era messo a provare Cappelli Decapitanti, Jolene avrebbe approfondito la questione seduta stante. Così come erano andate le cose, però, aveva dovuto rimandare.
Era un tardo pomeriggio di giugno, il tramonto era ancora lontano in quelle giornate che, sempre più allungate, erano le ultime di un altro anno scolastico. Jolene percepiva l'approssimarsi delle vacanze estive quasi come una presenza concreta, capace di addolcire la stanchezza conseguente ad una giornata particolarmente impegnativa. Anche Diagon Alley sembrava intrisa di una nuova frenesia, era come se le temperature miti portassero una nuova dinamicità alla folla che si spostava tra i negozi.
Jolene entrò dai
Tiri vispi: dopo diverse riflessioni, aveva concluso che il modo più semplice per risolvere il piccolo mistero di dove ritirare
i premi della raccolta bollini gli oggetti speciali fosse il negozio stesso. Non cercò la Lynch, o qualsiasi altra commessa che potesse affiancarla: era chiaro ormai che da loro non avrebbe avuto altre informazioni. No, per andare a fondo di quella faccenda doveva parlare con i proprietari stessi, quei fantomatici Fred e George di cui aveva cominciato a leggere la raccolta di scherzi esilaranti. Jolene li conosceva per sentito nominare, ma non ci si era mai ritrovata faccia a faccia. Non sapeva quindi bene che aspetto avessero, ma era certa che non sarebbe stato difficile riconoscere il proprietario all'interno del suo stesso negozio.
Aveva così cominciato a girare tra gli scaffali, sbirciando di qua e di là figure che, però, sembravano solo normali clienti. Uno, in particolare, attirò la sua attenzione per l'aria furtiva con cui se ne stava uscendo. Incuriosita, Jolene si diresse nella direzione da cui lo aveva visto arrivare, e lì scorse una porta a cui in precedenza non aveva fatto caso. Senza essere troppo sicura di quel che stava facendo, ma in certa misura esaltata dall'atmosfera di mistero che si andava creando, abbassò la maniglia e si ritrovò in quello che doveva essere il retro del negozio.
«Buonasera!» Annunciò così la sua presenza. Qualora si fosse ritrovata di fronte i due gemelli, avrebbe avuto solo qualche momento di tentennamento prima di spiegare che cosa ci facesse lì.
«Ecco, spero di non disturbare, ma ho sentito che avete in vendita anche dei prodotti speciali, oltre a quelli che sono esposti in negozio. Qualcosa da prendere con le gelatine» e così dicendo fece tintinnare un sacchetto di stoffa chiara in cui conservava le dodici a sua disposizione.
«Ne ho una dozzina, possono bastare per qualcosa? Non so, per quello, magari?» Indicò così l'oggetto più vicino, un braccialetto che sicuramente, per trovarsi tra quegli oggetti nascosti, doveva avere delle caratteristiche uniche. Aveva parlato appena un po' precipitosamente, incerta su come ci si dovesse comportare in quel tipo di transazioni. Aveva sempre comprato per vie ufficiali, se si poteva dire così, entrando dalla porta principale e scegliendo merce esposta bene in vista. Quella situazione era una novità per lei.