Era davvero dura restare ferma e mantenere l'equilibrio, quando la caviglia sembrava andare a fuoco. Sempre più costretta dalla morsa dello spietato vegetale, pulsava a dispetto della condizione di immobilità che Memory si ostinava a imporle. Non era più certa di essere ancora un tutt'uno col suo corpo, stando lì ad occhi serrati e il viso sprofondato tra le braccia… Due comandi rimbalzavano nella sua testa: stai ferma e non mollare la presa. Giustappunto anche le nocchie intorno al suo Legno si irrigidivano sempre più, mentre la pulsazione all'arto leso scandiva il tempo col quale i pensieri le sbatacchiavano nel cervello. Sembrò un'interminabile agonia, ma finalmente qualcosa cambiò. Oh, non poteva che essere grata alla sua liberatrice, ma la diabolica stretta la abbandonò con un'esplosione di dolore che in circostanze diverse l'avrebbe fatta urlare. Non c'era tempo però. E forse fu anche per la frenesia di mettere in atto la propria idea che la ragazzina trovò la forza di resistere e mettere all'angolo il forte disagio. Liberando in fretta il volto e battendo le palpebre per ritornare alla luce, rapida fece emergere il prezioso tessuto sul quale confidava e altrettanto velocemente lo dispiegò sull'amica fattasi vicina. Sistemò il tutto anche sulla propria testa e ostentò un sorriso alla volta di Gwen, fingendosi più forte di quello che in realtà era in quell'istante, ma ostinata a voler convincere l'amica di non preoccuparsi, che in fondo non era che un graffietto da poco. Sforzandosi di non parlare, cercò di far comprendere a Gwen la sua idea di esaminare la finestra su cui il topolino si era tanto affrettato. Si avviarono quindi, inerpicandosi sulla breve scalinata di legno. Aveva fatto il possibile per nascondere la sua amica e lei stessa, eppure, più che le fitte, provocate dal peso sul piede offeso, fu il timore di quanto le avrebbero tradite gli scricchiolii delle apparentemente vecchie assi sotto i loro piedi a scottare sulle sue gote. Tanto più che il loro movimento era ostacolato dal mantenere la copertura. Camminavano lente e incerte e in cima all'ultimo gradino, Memory si rese conto che alla stessa distanza, ma dal lato opposto c'era la porta. Osservò Gwen, dritto negli occhi, per quanto la posizione lo permettesse. Cercò nel suo sguardo un input per il prossimo passo. Forse l'amica non condivideva l'approccio attraverso la finestra, era d'obbligo fermarsi e chiederselo. Lo scambio le condusse alla conclusione e quindi la scelta ricadde sulla finestra: qualche attimo ancora per procurarsi qualche informazione su ciò che ancora le aspettava. La lentezza dei loro passi era esasperante, soprattutto perché faceva sì che la ragazzina accusasse ogni vibrazione di dolore che le proveniva dalla pelle lacerata e sempre più tesa in un gonfiore innaturale. Non aveva osato guardare, ma era sicura che il prurito che era venuto a far festa col bruciore significava una ferita aperta, di quelle pronte ad infettarsi in malo modo. Lo sentiva e non voleva tenere la cosa in primo piano. In quel momento tutto ciò che le premeva era raggiungere i vetri della finestra e stanare quel maledetto topo! In un modo o nell'altro fu accontentata, ma chissà cosa a quel punto poteva essere più cocente, la delusione o l'ennesima fitta lancinante? Si morse il labbro… Oppure stavolta si, che avrebbe urlato e mandato all'aria lo stupidissimo scherzo di quel giovane rosso e delle sue gelatine del cavolo! Tornare con lo sguardo verso Gwen ridimensionò il momento. Erano nella stessa barca. La stessa amarezza che stava riverberando in lei, di sicuro avvampava anche nell'amica. Guardando lei non poteva non ricordare a sé stessa che erano lì in due: insieme avevano abbracciato quella folle avventura e insieme non avrebbero mollato. Per quanto tacito, quel patto era più che solido. Sapeva di voler arrivare fino in fondo e il fatto di immaginare che per l'amica era lo stesso, le faceva desiderare ancor più di farcela. Bene, aveva riacquistato un briciolo di lucidità. Dal buio assoluto dell'oscura finestra non avrebbero ricavato niente. Soppesò la Bacchetta, fidata e presente nel suo palmo. Doveva cambiare la propria strategia. Per prima cosa doveva trovare un po' di sollievo, prima che anche il suo piede la tradisse del tutto. Con alcuni gesti, chiese a Gwen di occuparsi da sola per un po' di sorreggere il mantello. Grata della sua comprensione, poté chinarsi. Si accovacciò sulle ginocchia piegate ed esaminò con disappunto la ferita. Alcune stille di sangue erano colate un po' verso la scarpa, ma per lo più stavano già raggrumandosi. Avrebbe voluto sfogare, grattandosi forsennatamente, il malcontento, che ancora la contrariava, di non aver potuto vedere nulla oltre il lurido vetro. Ma si trattenne ancora e piuttosto si costrinse a riflettere. Era certa di dover cercare un rimedio ed era ancora più certa che poteva trovare qualcosa dentro di sé. Doveva solo sgombrare la mente e aver fiducia nell'inesauribile Legno che da un po' era il suo più fidato compagno. Un respiro profondo. Doveva quasi fermare il tempo perché in quel momento ne aveva davvero bisogno per sé. Non importava quanto ne sarebbe servito: era un investimento prioritario per poter continuare. Un respiro profondo. Occhi di nuovo chiusi in una nuova introspezione. Diversa dalla precedente, dove era stata in balìa di tempestosi pensieri. Ora cercava concentrazione. Un respiro profondo. Cercava sé stessa. Aveva bisogno di sé stessa. Aprì gli occhi e fissò ancora il cerchio infiammato, sanguinolento e pulsante. Puntò verso la ferita il suo rossastro Larice e visualizzò nella mente il chiarore della sua pelle integra e sana. Si concentrò ancor più su quell'immagine ideale e sussurrò, decisa e fiera: Fèrula E il suono della sua voce, per quanto fioco, stressò con particolare enfasi la "e"della prima sillaba. Non restava che sperare nell'efficacia della medicazione. Tornò in piedi, da Gwen. Avrebbero deciso insieme come proseguire. Fu allora che lo stupore la sorprese. D'istinto si girò verso il chiaro ed inequivocabile suono della porta che con un scatto si apriva. *Dopotutto, dunque, qualcuno a sentirci strillare poco fa, c'era. Avrebbe anche potuto rispondere!* Non credo… Non mi sembra ci sia vento - sussurrò a sua volta, rivolta alla compagna, ma quasi come uno strascico dei suoi stessi pensieri. Attese che quel qualcuno si affacciasse sull'uscio socchiuso, ma quasi subito si voltò a guardare Gwen. Lo stomaco cominciava già a rigirarsi sottosopra: la familiare sensazione che veniva a far un salto al party. Oh, certo, i suoi sensi suggerivano che la cosa si era fatta più seria, ma era sicura di poter interpretare sul volto dell'amica la sua stessa voglia di cogliere l'invito ad entrare. Solo restava il dubbio se approfittare della fessura appena schiusa oppure di insistere sulla finestra che aveva dato in qualche modo agio al topo. Gwen concluse da sé e Memory si augurò che l'istinto della Prefetta le favorisse. Dopotutto si lasciò convincere che in quel momento l'istinto fosse tutto ciò che avessero.
| Statistiche PS: 209/209 PC: 91/94 PM: 126/126 PP: 225 EXP: 22,5
Conoscenze • Prima Classe: tutta • Seconda Classe: tutta, tranne Orcolevitas • Terza Classe: tutti i 'normali' • Conoscenza teorica dell'Ardemonio • Innati: Acclario, Aparecium, Ardesco, Illegibilus, Lapsus, Luminarium, Manina, Orchideus, Veronesi, Vitreo.
Inventario • Bacchetta • Macchina Fotografica Magica • Mantello Cinese accuratamente ripiegato in borsa indossato • Bracciale Yürei • Bracciocchio • Anello del Giusto • Anello con Giada • Anello Luminoso • Anello Vegvisir • Ciondolo Akashita • Caduceo • Borsa • Sacchetto Portagaleoni • vari pezzi in valuta dei Maghi • Guanti di Newt Scamander • Un sacchetto di Api Frizzole • Una cioccorana già scartata • Un numero della Gazzetta del Profeta • Pantaloni Chiari • Altri indumenti babbani • 1 Gelatina D'oro
Riassunto Memory è riuscita a star ferma, anche se la gamba freme e il Tranello si accanisce. Di contro Gwen la libera con successo. Nascoste insieme sotto il Mantello Cinese, si avvicinano alla finestra ma è impossibile scorgere l'interno della casa totalmente buio. Memory tenta la medicazione con il bendaggio del Ferula: al Master l'esito. Allo scattare della porta, esitano ancora, non fidandosi. Per questo Memory segue Gwen, che ritenta con la finestra.
Danni Peggioramento della caviglia (sinistra) ferita dal Tranello del Diavolo: lacerazione circolare, con lieve emostasi, gonfia, dolorante, infiammata, pruriginosa (-3 PC).
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