Come appartenenti ad un ricordo lontano, giunsero i rumori di una porta scossa in malo modo. Ma Memory era immersa nelle proprie intenzioni: solo lei, la Bacchetta e la propria coscienza. Il braccio sollevato e la voce vibrante come quella di un Fwooper. Cantò al Sole e questi si mostrò per le due ragazze strette dall'incontro delle loro mani, dal legame della loro amicizia, dal timore per la loro sorte. Ad occhi serrati e il capo leggermente chino, con il mento tendenzialmente incassato tra le spalle, Memory seguì con l'udito lo strisciare violento dei rami serpeggianti. Contò il proprio respiro per resistere all'istinto di controllare con la vista, ancora per un paio di secondi. Infine li aprì, non poteva sapere quanto ancora la porta avrebbe sbarrato il passo al pericolo. Gwen, come stai? L’istinto di entrambe dettò all’unisono la priorità. Memory sorrise a Gwen, minimizzando, anche se i muscoli mimici sollecitarono tirando la pelle lesa sulla guancia. Cercò di nascondere immediatamente la smorfia: Sei pronta? Mosse la caviglia mentre restava ancora sul posto, come se alla domanda rivolta all'amica, volesse al contempo risvegliare l'arto compromesso. Andrà tutto bene! Continuò, ancora rivolta all'amica. E ancora incoraggiò se stessa a sfidare il fastidio e il dolore, preparandosi a correre già mentalmente. Ancora una volta la porta fu scossa violentemente e le giovani non persero più nemmeno un secondo. Corsero lungo il vialetto sgombro e attraversarono il cancello socchiuso. Un brivido formicolò lungo la schiena di Memory nel momento stesso in cui si ritrovò sul terreno neutrale di Nocturn Alley. Questa volta la sensazione non arrivò dalla caviglia, ma da qualcosa di più distante. Nella sua pancia una morsa l’avvertì che il tremore della terra era stato reale e non c’era affatto tempo di voltarsi. Anche se i suoi occhi non potevano vedere che la porta aveva ceduto, tutti gli altri sensi le diedero certezza a sufficienza che presto i due che aveva appena derubato sarebbero stati alle loro calcagna. Perciò non arrestò il proprio passo e stringendo la spalla di Gwen, oltre a trarne sostegno, impartì la muta richiesta di non esitare nemmeno lei. Nella percezione di Memory fu come se il tempo fosse dilatato, anche se invece tutto avvenne in pochi attimi. Le ragazze continuarono a correre e Memory non lasciò Gwen nemmeno per un secondo, assecondando la sua guida, affinchè potessero scansare i passanti e i loro sguardi per nulla affidabili. Uno tra quegli sconosciuti le capitò che la guardasse a pochi centimetri dal naso e la ragazzina in quella frazione di secondo ebbe come la sensazione che il grugno l’avesse fissata con sorpresa, come se se le fosse trovate davanti improvvisamente dal nulla. Ad un tratto Gwen trovò un’insenatura, giusto una nicchia in cui la fece appoggiare e sedere al suolo per riprendere fiato. Proprio quando i muscoli mollarono la necessaria tensione, le fitte alla caviglia esplosero tutte insieme. Sentì le guance come roventi, mentre strinse i denti. Ma il dolore della guancia non fece altro che sommarsi e amplificare quello del piede. La benda evocata da lei stessa era ancora lì, ma più tesa per il gonfiore; allora decise di continuare a non curarsene, mentre con la mano destra andò a tastare la guancia. Stringeva ancora la Bacchetta, perciò sciolse solo due dita per picchiettare alla cieca, lì dove sentiva il bruciore; allontanò dal viso la mano, in modo da poter vedere i polpastrelli che avevano fatto da sonda: qualche stilla di sangue aveva tinto la pelle delle falangi, segno che ancora la ferita era aperta. Fu allora che si accorse della voce e dell’espressione più che preoccupata di Gwen. Si chiese se non stessero perdendo del tempo prezioso solo per colpa sua. Non devi preoccuparti. Non è niente. Piuttosto… dobbiamo fare qualcosa… aspetta! Non le importava davvero delle proprie ferite, adesso tutto ciò che le importava era di tornare il prima possibile dai Gemelli, che in fondo non erano poi così lontani. Dovevano riuscire giusto a svoltare su Diagon Alley e sentiva che potevano farcela. Aprì la tracolla e frugò per assicurarsi di non espellere per errore il prezioso cimelio, mandando all’aria tutto ciò che avevano passato. Così, con accuratezza, estrasse il Mantello Cinese. Il tessuto lucido e fine dava sempre l’impressione di essere quasi fluido. Lo porse a Gwen e si lasciò aiutare a rimettersi in piedi. Avevano ripreso fiato e con la protezione dell’invisibilità avrebbero potuto raggiungere il negozio con minor timore.
Riposero il Mantello solo in prossimità della loro meta. «Ma non mi dire!» le voci all’unisono dei due fratelli risuonarono dinanzi all’entrata del piccolo negozio. Memory fu sconcertata dalla loro sorpresa e nel petto le montò un groviglio di emozioni che volevano precipitarsi fuori dalla gola tutte assieme. Così finì per non poter rispondere immediatamente come avrebbe voluto. Nell’incredulità cercò anche lo sguardo dell’amica e notò che anche lei aveva assunto un cipiglio furente. Quest’ultima allora fu più rapida di lei nel mostrare verbalmente il proprio disappunto, ma innescò la marea che finalmente trovò strada per innalzarsi oltre le labbra di Memory: Si, insomma! Potevate avvertirci un po’ di più su quella casa. Tanto per cominciare sulla pianta che ci ha aggredite all’esterno e poi sul fatto che la vecchia signora non era sola. Che c’era un topo con lei che non era un topo. E che se anche non fossimo state attaccate con la Magia, lo saremmo state da miriadi di germi… anzi, probabilmente tutta la muffa di quella casa infernale si è attaccata ad ogni frammento dei nostri vestiti, dei capelli… Si guardò le mani e poi di nuovo i suoi interlocutori. In fondo i due negozianti avevano dato loro una scelta e forse non disponevano nemmeno di tutti quei dettagli. Scosse il capo e sospirò, pensando che sarebbe stato meglio farla finita al più presto. Questa volta far visita all’infermeria del castello era un passaggio obbligato. Beh, ecco… non c’è niente che possiate fare per me adesso? - chiese, con toni ormai ridimensionati, indicando il proprio viso. Si mise alla ricerca del gioiello, all’interno della sua borsa, ma se i Gemelli avessero intanto potuto arrestare la ferita, si sarebbe sentita meno in colpa verso Gwen, nel viaggio di ritorno ad Hogwarts. Porse il ciondolo verso il Weasley più vicino e la superficie baluginò.
| Statistiche PS: 203/209 PC: 85/94 PM: 126/126 PP: 225 EXP: 22,5
Conoscenze • Prima Classe: tutta • Seconda Classe: tutta, tranne Orcolevitas • Terza Classe: tutti i 'normali' • Conoscenza teorica dell'Ardemonio • Innati: Acclario, Aparecium, Ardesco, Illegibilus, Lapsus, Luminarium, Manina, Orchideus, Veronesi, Vitreo.
Inventario • Bacchetta • Macchina Fotografica Magica • Mantello Cinese • Ciondolo sottratto alla Donna di Nocturn riposto in borsa • Bracciale Yürei • Bracciocchio • Anello del Giusto • Anello con Giada • Anello Luminoso • Anello Vegvisir • Ciondolo Akashita • Caduceo • Borsa • Sacchetto Portagaleoni • vari pezzi in valuta dei Maghi • Guanti di Newt Scamander • Un sacchetto di Api Frizzole • Una cioccorana già scartata • Un numero della Gazzetta del Profeta • Pantaloni Chiari • Altri indumenti babbani • 1 Gelatina D'oro
Riassunto Gwen e Mem riescono a fuggire. Memory non guarda indietro per vedere se sono inseguite, ma se lo sente. Quando Gwen trova un punto in cui riprendere fiato, Mem riprende il Mantello Cinese per coprire entrambe fino al negozio dei Weasley. Non contenta dell’accoglienza dei gemelli, li investe con un mare di parole, che alla fine capisce essere senza senso. Chiede aiuto per la ferita sanguinante e porge il frutto dell’impresa.
Danni Caviglia (sinistra) ferita dal Tranello del Diavolo: lacerazione circolare, con lieve emostasi, gonfia, dolorante, infiammata, pruriginosa (-3 PC). Escoriazione trasversale sulla guancia destra, a livello della quale la pelle ha subito un’ustione da incantesimo; la lesione è sanguinante, arrossata, brucia e tende per il gonfiore (-6PS; -6PC).
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