La torre di Astronomia, da un anno ormai, era meta frequente delle giornate di Paul. Frequentare il corso facoltativo di Astronomia, appunto, lo aveva costretto a ripercorrere periodicamente i corridoi di quel luogo, un tempo uno dei favoriti del giovane prefetto. Non si era mai spinto, tuttavia, oltre l'aula, e solo quel giorno la noia delle vacanze natalizie lo aveva stranamente condotto lungo le luminose vie di quel piano. In realtà ciò aveva influito solo sulla scelta del periodo: a destinarlo lassù era stato invece un compito affidatogli dalla sua Caposcuola. Come di consueto, quando si avvicinava la conclusione dell'anno scolastico, lo staff di casata impiegava del denaro per premiare gli studenti più meritevoli. In quell'occasione la meta non era uno dei soliti negozi di Londra o Diagon Alley; insieme ai fondi, la sua collega gli aveva fornito delle indicazioni insolite. Così, mentre avanzava con fare disinvolto, cercava con lo sguardo l'elemento che gli avrebbe segnalato la presenza del bizzarro negozietto cui avrebbe fatto visita. Percorse con lo sguardo la fila di armature che costeggiava la parete di roccia, finchè non ne incrociò una in particolare. Avvicinandosi incauto al pezzo d'antiquariato bronzeo, finse interesse per la sua struttura, e ne approfittò per acuire la vista e puntare lo sguardo sul legno scorticato incastrato nel muro dietro la stessa. Una mano corse ad accarezzare la parete grigia, scivolando volontariametne dietro l'armatura. Cercò a tentoni la maniglia e, fatta scattare la serratura, si infilò rapido nel pertugio.
Individuare al primo tentativo i meccanismo segreto che permetteva l'accesso al negozietto clandestino non era certo cosa da tutti, solitamente si formavano delle lunghe code nei pressi dell'ingresso, ammassi di persone che il guardiano ancora credeva attendesse la professoressa di Astornomia per una delle ormai molto frequenti lezioni di potenziamento. Eppure chi accedeva in quel luogo aveva tutt'altre attenzione, impossessarsi di oggetti speciali e rari, scambiabili solo con gelatine d'oro. Non appena il prefetto entrò nello stanzino egli fu travolto da una luce potente che illuminava gli oggetti fino a farli risplendere; tutto era ordinato e ogni prodotto esponeva meticolosamente una targhetta riportante il prezzo, da pagare presso un banchetto posto proprio vicino all'uscio.
Tu sei nuovo.
Esclamò con stupore un ragazzo longilineo dai capelli lisci e arancioni.
Mentre, accovacciandosi cautamente, attraversava lo stretto passaggio, si accorse di aver effettivamente trascurato un particolare fondamentale. Chi avrebbe trovato lì dentro, a gestire l'attività di cui era stato informato, per lui rimaneva un mistero, in quanto le indicazioni fornitegli lo avevano edotto solamente sulla locazione del negozio...nient'altro. La risposta a quel quesito tuttavia gli si palesò dinanzi non appena si fu guardato intorno, riparandosi dalla luce intensa proiettata da chissà quale meccanismo o incanto. Prima ancora di poter posare gli occhi sulla conformazione del luogo, un ragazzo dai capelli rossi richiamò la sua attenzione. Le parole che gli rivolse, seppur poche e serafiche, lasciarono intendere che ruolo ricoprisse in quel contesto. Ringraziò di non aver indossato la spilla - strano ma vero - essendo periodo di ferie, e rispose al ragazzo cercando di risultare abbastanza convincente. « Salve. Sì, in effetti è la prima volta che visito questo posto, ma lo faccio in buona fede... » Concluse la frase portando una mano dentro la tasca dei jeans ed estraendone un sacchetto di seta. Lo portò all'altezza del naso e lo scosse leggermente, permettendo al contenuto di emettere un dolce tintinnio. All'interno, ovviamente, eran conservate le famose gelatine d'oro, moneta di scambio ricorrente in quel bizzarro giro di vendite. Lanciando uno sguardo eloquente al venditore, e senza perdere altro tempo, si avvicinò alla merce esposta meticolosamente sui banchi. Non che dovesse effettuare una scelta...la quantità di gelatine fornitagli dalla sua caposcuola era stata ponderata per concludere un solo, particolare acquisto. Quando ebbe individuato l'articolo che faceva al caso suo, si voltò nuovamente verso il ragazzo e glielo indicò con un cenno. « Sarei interessato all'acquisto della Pelliccia dello Yeti. » Detto questo, slegò il sacchetto ancora stretto nella mano e fece scivolare il contenuto sul palmo opposto. 10 Gelatine, proprio come riportava il cartellino del prezzo.
Le Gelatine d'Oro sono quelle possedute dalla Casata di Tassorosso, ricevute in seguito ad alcuni acquisti. I link: qui e qui.
Il ragazzo, visibilmente troppo grande per essere ancora uno studente, non badò nemmeno alle parole del Tassorosso, focalizzandosi sulle gelatine che cadevano sonoramente sul palmo del prefetto.
Beh, in questo caso prendile pure!
Con un gesto rapido afferrò 10 pezzi degli undici mostrati da Paul, ritornando ai suoi affari, probabilmente qualcosa riguardante contabilità di quello strano negozio.
Aveva finito appena i compiti per la seconda lezione di Incantesimi, non restava altro che consegnare la sua fatica spesa quel pomeriggio al professore di Incantesimi. Avrebbe rimandato il tutto a domani, quel pomeriggio tardo avrebbe girovagato da cima a fondo il castello. Era in cerca del negozietto dei gemelli Weasley, avevano detto che si trovava al settimo piano, ma per prevenire il tutto girovagò tutto il castello, aule e sgabuzzini compresi. Quando giunse al settimo piano, l'ultimo da controllare, scorse un'insegna che si leggeva appena. Quello era il posto dove si sarebbe diretto. Sapeva benissimo che in quel posto occorrevano delle gelatine d'oro per acquistare la merce, ma valeva tentare almeno di spendere qualche galeoncino. Entrò nel negozio e appena vide uno dei gemelli Weasley esclamò. Salve, vorrei tanto acquistare quel bracciale di Damocle, vedi, il problema è che non ho le gelatine d'oro, non so dove sono reperibili e non mi interessa nemmeno. Non c'è una possibilità di acquistare tale prodotto con una somma di galeoni adeguata? Sorrise, un sorriso non del tutto sincero, era solo una forma di cortesia, cortesia per quanto ben poca c'è n'era in lui.
La fine della scuola era ormai alle porte, e gli studenti che si spingevano fin sulla torre di Astronomia erano sempre meno, in prospettiva delle vacanze estive. I tiepidi raggi del sole illuminavano il volto di un giovane dai capelli rossi, alto e dinoccolato, appoggiato con la schiena a una delle pareti presenti. Su un lastrone di pietra antica, poco distante dal giovane, erano posizionati alcuni prodotti alla meno peggio, scatoline, pezzi di carta appallottolata, alcuni fogli di pergamena, nulla che potesse risaltare agli occhi di un visitatore distratto. Poco distante dal giovane, un’altra figura, che pareva destinata ad esser il riflesso di uno specchio, poiché assai simile al ragazzo dai capelli rossi, era distesa su una panca di pietra, gli occhi chiusi, un sorriso astuto dipinto sulle labbra. La voce del Serpeverde ruppe il silenzio di quel luogo incantato, reso tale dalla luce tenue del tramonto che filtrava attraverso le vetrate. Uno dei fratelli Weasley, quello appoggiato alla parete, girò il viso verso lo studente, osservandolo dalla testa ai piedi, beandosi di quelle parole pronunciate con goliardia e finta astuzia.
A te non interessa sapere cosa siano le gelatine d’oro e a noi non interessa sapere che a te non interessa, poiché noi abbiamo ciò che tu desideri.
Il secondo gemello, che fino a quel momento aveva mantenuto gli occhi chiusi, con un gesto rapido ed atletico, si rimise in piedi, avvicinandosi a passo lento, verso i due che avevano iniziato un’interessante compravendita.
Chi ti dice che siano i tuoi galeoni ad interessarci amico? I nostri prodotti sono interessanti se no tu stesso non avresti avuto motivo per salire fin qui. Cos’altro hai da offrirci?
Chiese il ragazzo avvicinandosi al fratello ed appoggiandosi sulla medesima parete in attesa della risposta del giovane studente.
La tua mini-quest ha inizio, posta le statistiche!
In quel periodo dell’anno era davvero difficile che qualcuno arrivasse fin sulla torre di Astronomia, George ne era pienamente consapevole, eppure quella mattina, mentre era impegnato a contare le gelatine d’oro che lentamente si erano accumulate nelle tasche della sua divisa, udì la porta cigolare e uno sconosciuto fece il suo ingresso nella piccola stanzetta impolverata, poco distante della sala comune dei Grifondoro. Il giovane alto e dinoccolato, fece un passo in avanti allontanandosi di qualche centimetro dalla fresca parete di pietra. Il sole filtrava attraverso la vetrata della piccola finestra posta alla destra del rosso, tuttavia gli esili raggi, provenienti dal primo sole della mattina, erano insufficienti ad illuminare per intero la stanza, in particolare l’angolo che il gemello aveva adibito a chioschetto e fu quello il motivo che impedì a Nathan di notare gli oggetti appoggiati su un piccolo mordo di pietra levigata. George osservò sottecchi il ragazzo, mentre curioso, si avvicina a lui. Era chiaro il fatto che il giovane non fosse capitato li volutamente e che invece avesse visto stranamente la piccola porticina nascosta ad arte dalla gigantesca armatura antica ed avesse deciso di buttarsi in quella strana e singolare avventura. Non si trattava chiaramente di un primino vista la sua corporatura tutt’altro che esile e quel particolare fece sorridere il rosso che portandosi ancora in avanti raccolse le braccia al petto senza smettere di osservarlo.
E’ il posto giusto per te amico
Disse avvicinandosi ulteriormente al giovane Grifondoro.
Sembri un tipo apposto, quindi ti do volentieri il benvenuto nel Negozietto Clandestino dei Gemelli Weasley.
George notò con soddisfazione di aver sapientemente attirato l’attenzione del giovane Grifondoro. Negli ultimi tempi, con l’inizio del periodo estivo e con la fine dell’anno scolastico, non erano stati molti gli studenti che si erano spinti fin sulla torre di Astronomia, e Il Grifondoro rappresentava quindi un’ottima prospettiva per intascare altre gelatine d’oro. Il ragazzotto dei capelli rossi tornò a squadrare il giovane dalla testa ai piedi, convinto del fatto di poter contare sul suo silenzio, riguardo a quella strana scoperta.
Beh vedi, chiaramente nessun professore conosce questo luogo e spero di poter contare sul tuo silenzio
Tornò a guardare il ragazzo negli occhi per poi accennare un occhiolino di complicità. Poi allungando il bracciò sinistro indicò l’angolo più buio della stanzetta, illuminato a malapena dalla luce del sole, li dove erano riposti degli oggetti, alcuni piccoli, altri un po’ più vistosi.
Sono anni che bazzichiamo nella scuola io e mio fratello e siamo riusciti ad accumulare un piccolo “paradiso”, oggetti di diverso tipo e utilizzo
Sottolineò quelle parole con orgoglio mostrando un ampio sorriso.
Tu hai bisogno di qualcosa in particolare? Chiedi e ti sarà dato amico.
George sorrise beffardo alle parole del giovane Grifondoro. Era stufo di quei sempliciotti del primo anno, che non avevano altro da offrire se non qualche ciocorana o gelatine dai gusti più assurdi. Il ragazzo, capitato li per caso, appariva astuto, e sicuramente avrebbe fruttato ai due fratelli ben più di quanto potessero sperare. Il rosso infilò nuovamente la mano destra nella tasca logora della divisa e prese a muovere le sonanti gelatine d’oro che era riuscito ad accumulare sino a quel momento. Qualcosa gli diceva che il Grifondoro non disponeva di gelatine d’oro, tuttavia la sua evidente esperienza, data dagli anni trascorsi nel castello, lo rendeva particolarmente appetibile come cliente e di certo non se lo sarebbe fatto scappare senza averne ricavato qualcosa di buono. George scrutò intensamente il giovane per poi volgere lo sguardo verso l’oggetto da lui indicato, posizionato sul piccolo davanzale in pietra che fungeva da bancone; lo afferrò lasciandolo correre tra le dita senza distogliere però lo sguardo dal Grifondoro.
Il bracciale di Damocle, mh, ottima scelta. Devo ammettere che hai buon gusto amico. Questo bracciale potrebbe rivelarsi un ottimo alleato per te, se solo.
Il sorriso si fece più ampio e il ragazzo si bloccò qualche istante prima di terminare la frase, lasciando che le sue parole penetrassero a fondo nella mente del giovane, era un venditore del resto.
Tu avessi qualcosa di interessante da offrirmi in cambio.
George adagiò il bracciale sul suo polso allontanandolo poi di qualche centimetro per osservarlo con più attenzione, come se in quella stanza non vi fosse nulla di più prezioso.
Anzi devo ammettere che io e mio fratello siamo davvero affezionati a questa rarità e se tu sei realmente intenzionato ad averlo dovrai impegnarti e non poco.
Nuovamente tornò a guardare il ragazzo senza perdere di vista il polso dove la pelle chiara faceva risaltare ancor più il prezioso gioiello.
Ce ne sono solo quattro in giro per il castello, le preziosissime spille dei capiscuola. Beh scegli tu quale, se Serpeverde, Corvonero, Grifondoro o Tassorosso, ma è ciò che ti chiedo in cambio di questo bracciale. Portami una spilla e questo gioiello sarà tuo!
Il ragazzo dai capelli rossi si avvicinò al bancone, afferrando con delicatezza il prezioso bracciale. Era molto rifinito, lavorato probabilmente a mano, e nonostante l’antichità anche brillava al sole. Il bracciale di Damocle, era quello il suo nome, un oggetto bellissimo quanto potente, Nathan doveva averlo ad ogni costo. Il prezzo stavolta si rivelò molto più strano del previsto, il gemello Weasly non voleva galeoni, ma bensì una spilla, una delle ambite spille da Caposcuola. Una specie di baratto insomma, il bracciale per la spilla, non sarebbe stata un’impresa facile, ma dopo tutto il gioco valeva la candela; avrebbe scelto il suo caposcuola, e in un modo o nell’altro avrebbe portato a termine la missione. "D’accordo avrai una delle spille, tornerò qui una volta che sarà in mio possesso, e tu mi cederai il bracciale" concluse raggiungendo la porticina in fondo alla stanza, piuttosto di fretta. Chissà quali altri problemi avrebbe trovato lungo il percorso, non era certo una missione da affidare a chiunque, era piuttosto suicida e contro innumerevoli regole..