Negozietto Clandestino, Di proprietà dei gemelli Weasley - Miniquest

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view post Posted on 14/10/2016, 22:02
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Il Fato

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Fred e George avevano la possibilità di vivere la vita che avevano sempre sognato. Avevano aperto il loro negozio dei sogni, e l'unica cosa che potesse aggiungere gioia alla cosa era che gli affari andassero bene. Ed in effetti andavano a gonfie vele. Tutto sembrava andare nel verso giusto, e alla situazione contribuiva anche la "succursale" del loro negozio a Diagon Alley. Dentro al Castello Fred e George erano ormai delle celebrità, e come ogni celebrità che si rispettasse non si poteva abbandonare il proprio gruppo di fan. Ci si doveva costantemente ingegnare per mantenere la clientela. E i gemelli non avevano fallito nemmeno in quel caso. L'idea di continuare lo smercio dei loro artefatti all'interno delle mura della scuola, nascondendo il tutto, si era dimostrata oltremodo fruttuosa. Si trattava di oggetti per pochi meritevoli, dei bijoux.
L'unico problema era la dubbia legalità dell'attività, motivo per il quale l'unica pubblicità possibile era il passaparola. Ma chi non avrebbe parlato di un negozio fornito di tali rarità? Fred e George erano fieri dei loro manufatti, ed era una questione d'orgoglio personale la vendita di uno di essi. Mentre i due gemelli stavano sistemando uno dei numerosi scaffali sentirono qualcosa muoversi alle loro spalle. Un cliente. Si trattava della prova che il passaparola effettivamente funzionasse, tanto che avevano un altro ragazzo pronto a nascondersi dalle autorità del Castello per barattare con loro. I gemelli si allontanarono con uno scatto dagli scaffali per fiondarsi a servire il ragazzo che sembrava stupito, in senso positivo, da ciò che erano riusciti ad allestire.

"Segreto? Ti sembra un segreto? Tu lo sai!"
"Non è più un segreto, tu lo sai!"
"Ma effettivamente non tutti lo sanno, quindi magari è un segreto!"
"George, se lo sapessimo solo noi due sarebbe un segreto!"
"Ma in quel caso non venderemmo nulla!"
"Ma sarebbe un segreto! Vuoi mettere? Priorità!"
"La nostra priorità dovrebbe essere servire il ragazzo."
"Hai ragione, hai ragione."


Aggirandosi per il locale come due libellule, come se lo conoscessero come le loro tasche, cosa più che possibile, presero i tre oggetti richiesti dal ragazzo. Due bracciali ed un Girocollo, e quasi danzando posero tutto, accuratamente impacchettato, nelle mani del giovane Grifondoro.

"Ecco a te! Ci prendiamo le Gelatine e lo scambio è fatto!"
"Spargi la voce e torna a trovarci!"
"Ma Fred, così non sarà più un segreto!"
"George, non lo è più! Almeno per il ragazzo, è qui."
"Beh allora dimenticati cosa hai visto qui. Noi non ci siamo. Ma facci pubblicità."
"E mi raccomando, il segreto!"


Di certo Oliver avrebbe potuto constatare che i gemelli fossero certamente dei personaggi. Tuttavia aveva ciò che cercava, ed in cambio quasi tutte le gelatine erano state prese dai Weasley. Uno scambio equo, alla fine. Oggetti e teatrino, cosa poteva desiderare di più? I giovani continuarono a battibeccare, parlando di segreti e non segreti, mentre ad Oliver sarebbe bastato afferrare il pacchetto in cui i due avevano sistemato gli accessori e tornare sui suoi passi.
Di certo non si sarebbe scordato della pittoresca compagnia, e sarebbe stato sempre ben accetto. Stava a lui decidere se gli convenisse effettivamente, vista la vulcanica attitudine dei venditori. Non si poteva dire non uscissero dalle righe, nel bene e nel male. Un'esperienza diversa, senza dubbio. Oliver ne avrebbe fatto tesoro, letteralmente.



Acquisto Confermato, e mi raccomando il segreto. :)
 
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view post Posted on 5/3/2017, 13:27
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Oliver non avrebbe neanche lontanamente immaginato quanto gli articoli acquistati alla Festa di Halloween dello scorso anno potessero essere così utili, oltre che sorprendenti sotto diversi punti di vista. Lo Specchio delle Apparenze non era tra i suoi preferiti, doveva ammetterlo, più che altro perché rappresentava il riflesso peggiore, vinto da ferite e graffi abbastanza profondi che trasparivano dalla parte più segreta ed oscura della sua personalità, così aveva deciso di coprirlo con un ampio telo in dormitorio, nella speranza di liberarsene presto. Non lo avrebbe gettato via, non di certo, era stato un dono da parte di una Corvonero cui voleva già bene come un vero amico, tuttavia era il potere del manufatto a destabilizzarlo per davvero. Non era chiaramente positivo scorgere un aspetto di se stessi in quelle condizioni, forse era pur sensato tenere a bada i sentimenti contrastanti dell'animo umano. Troppi pensieri filosofici, troppe digressioni. Il giovane Caposcuola si era però elettrizzato notevolmente quando aveva indossato il monile color rosso rubino che aveva acquistato ad Halloween allo stand di Wizard Store; la sua stessa Prefetta della Casa di propria appartenenza, Flaminia, gli aveva suggerito di prendere con sé quel gioiello a forma di ragno, promettendo grandi risultati non appena infilata al collo. Senza darvi troppo peso, più desideroso di favorire i guadagni dell'amica che altro, Oliver l'aveva comprato e basta, senza chissà quali preamboli. Non era un amante di bracciali, collane ed anelli vari, preferiva di gran lunga alcuni amuleti dai significati intensi, strettamente personali, come quelli delle rune dai quali difficilmente si separava. Eppure, Flaminia aveva avuto ragione. Mai Oliver avrebbe pensato di poter raggiungere il negozietto segreto dei Gemelli Weasley, scovato con emozione lo scorso anno al seguito di voci su voci di corridoio e non solo, come un autentico figlio di Aracne. La magia del monile si sarebbe esaurita in breve tempo, ma per il momento irradiava un'intensità così febbricitante da far sorridere perennemente il Caposcuola. I palmi delle mani sembravano essere stati ricoperti da una super colla, perché il Mago era in grado di arrampicarsi e restare fermo addirittura in perfetto equilibrio sulle pareti di quell'ala del castello non molto trafficata, poco distante dalla Sala Comune dei Grifondoro, la propria. Zampettando come un ragno, allora, si guardò attorno per assicurarsi di essere solo e infine saltò dalla parte superiore del tetto per tornare in posizione stabile, in piedi. Entrò nello stanzino attraverso una porta nascosta dietro un'armatura, la stessa che Oliver ricordava dall'ultima visita. Poco dopo, già lo sguardo si spostava sull'articolo che aveva visto in passato e che desiderava ottenere per davvero. Sarebbe stato interessante indossarlo al compleanno di Elijia oppure a qualche ricorrenza particolare, il divertimento sarebbe stato assicurato. «Ehilà, sono tornato!» disse, sinceramente contento. «Ho altre Gelatine d'Oro, quella pelliccia mi sta ammaliando!» avrebbe aggiunto, allora, non appena scovati i Gemelli, suoi concasati di un tempo.


Come scrivevo nel post precedente, avevo 30 Gelatine, ne spesi 29, quindi dalla collezione "di prima" ne restava una. In ogni caso, ecco i link:
- TiriVispi Weasley: +1 della prima collezione | +2
- Zonko: +1 | +3
- Festa di Halloween: 1 da Zonko + 2 da TiriVispi Weasley
Totale: 10 Gelatine d'Oro, vorrei acquisire la Pelliccia dello Yeti.
 
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view post Posted on 5/3/2017, 15:48
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Girava voce, ormai da tempo immemore, che nei pressi delle Torri si nascondesse un negozio la cui presenza era sconosciuta ai più. Nessuno sapeva cosa vendeva né chi si celasse dietro il mistico bancone e mai Horus aveva pensato che quella sorta di leggenda fosse vera. Durante le ronde notturne o pomeridiane, d'altronde, non gli era mai capitato di trovare porte o cartelli, nemmeno studenti che sbucavano fuori da improbabili passaggi segreti e persino Gazza, che tanto sapeva di quella Scuola, aveva mai fatto menzione di quel luogo. Poi, un giorno di qualche settimana prima, di ritorno dai Tiri Vispi, Horus si era ritrovato ad osservare le curiose gelatine d'oro che i garzoni del negozio di scherzi gli donavano ogni cinque Galeoni di spesa. Inizialmente il Tassino aveva creduto fossero un semplice, curioso omaggio da collezionare e aveva riunito le gelatine dorate all'interno di un sacchettino che aveva da sempre lasciato chiuso nel proprio comodino, inutilizzate. Quel pomeriggio, tuttavia, il dubbio era tornato a galla tornandoci col pensiero e così, recandosi da Eloise, aveva provato a saperne di più. Inutile dire che la roscia aveva preferito mantenersi sul vago e, con un sorriso sbarazzino e lo sguardo furbo, si era limitata a liquidarlo con un criptico: "Perché non ti vai a fare un giro nella Torre di Astronomia?"
Perplesso da quell'indizio, Horus ci aveva rimuginato a lungo, provando a ricordare se, nel tragitto che sempre compiva per andare a lezione, avesse mai notato qualcosa di sospetto. Non venendone a capo, la sera, dopo cena, si era incamminato verso la meta, camminando con lentezza e aguzzando la vista. Scrutò ogni arazzo, ogni quadro (s'azzardò persino a chiedere ad una buffa signora magra e spaventata dipinta ad olio che, di tutta risposta, strillò di spavento ed indicò un'armatura sgangherata), ogni anfratto nella roccia, ma non trovò nulla. Fu sul punto di tornare indietro, quando d'un tratto, proprio dietro l'armatura che gli era stata indicata, Horus notò una piccola porta che si mimetizzava perfettamente con la pietra del muro e che non avrebbe notato, se non si fosse trovato nell'angolazione giusta per vedere il riflesso delle candele mettere in evidenza la fessura dello stipite. Vi si avvicinò circospetto, dando una prima occhiata dietro di sé per assicurarsi d'esser solo, e quando fu abbastanza vicino provò a spingere l'uscio che, senza un cigolo, si aprì per lasciarlo passare. Sorpreso da quell'inaspettato risvolto ed eccitato per aver, forse, risolto l'enigma, Horus l'oltrepassò, ritrovandosi all'interno di una sala ingombra di pochi oggetti ed un piccolo bancone. Non era un locale particolarmente grande ed il Caposcuola notò subito che c'era qualcuno, in attesa, poco più avanti. Indeciso se tornare o meno indietro, il Tassino titubò qualche istante, prima di avanzare fra la merce, stringendosi nelle spalle.

*Oh beh, se è qui è colpevole tanto quanto me* Pensò, dando le spalle al ragazzo e aggirandosi fra gli oggetti esposti. Fra tutti i negozi che aveva visitato nel tempo, fra Londra, Diagon e Hogsmeade, quelli presenti in quel negozio clandestino erano fra i più curiosi e particolari mai visti.
Uno, in special modo, aveva attirato i suoi freddi occhi e per un lungo momento Horus si ritrovò ipnotizzato dai riflessi di luce che le scaglie di aspide lanciavano ammiccanti. La forma di quel bracciale gli ricordò le antiche nobili d'Egitto e poté quasi giurare che sua nonna Meresankh ne possedesse uno simile, custodito all'interno di uno dei suoi misteriosi cofanetti sempre chiusi a chiave, forse il retaggio di qualche antenata. Nell'osservare più attentamente quell'oggetto ed i suoi poteri, Horus sorrise quando il viso di Emily gli comparve nella mente. Si chiese quanto costasse e quando vide il prezzo, in Gelatine d'Oro, gli venne da ridere: ecco a cosa servivano, si disse soddisfatto. Si frugò quindi nelle tasche, tirando fuori dai pantaloni il sacchetto con le gelatine accumulate fino in quel momento che si era portato dietro per precauzione; quando si accorse di possederne abbastanza per poter comprare il Bracciale, si sentì al settimo cielo.
Raggiunse il bancone in pochi passi, attendendo il suo turno e quando fu lì, riconobbe il volto del ragazzo in attesa.

« Ah, Brior. » Esclamò, scoprendo di non esser affatto sorpreso di vedere il Caposcuola Grifondoro lì.
« Avrei dovuto immaginare che voi Grifondoro sapeste qualcosa di questo posto. » Sussurrò, divertito da quell'incontro.
Quando fu il suo turno d'esser servito, Horus riconobbe coloro che erano dietro ai bancone: pur non avendoli mai conosciuti di vista, il Tassino sapeva che erano i Gemelli Weasley.

« Ciao. » Li salutò; ciò spiegava, forse, perché ai Tiri Vispi si vedevano raramente, si disse. « Potrei avere quel Bracciale Aspide Notturna? Dovrei avere tutte e sette le Gelatine richieste. » Esordì, avvalorando quelle parole poggiando le bislacche monete sul bancone.





Gelatine acquisite (in ordine sparso): 4 + 4 + 2: 10 Gelatine Totali
 
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view post Posted on 5/3/2017, 16:23
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Il Fato

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Nascosto alla vista, dietro una porticina custodita da una armatura di bronzo, stava il negozietto clandestino più ricercato dagli studenti di Hogwarts. Nessuno sapeva se si trattasse o meno di leggenda, a molti neanche interessava, ma tutti o quasi ne avevano sentito parlare grazie ad innumerevoli voci di corridoio. In questi, neanche a dirlo nasceva istintivo il desiderio di far luce su quel ministero. Se così tanto se ne parlava, pensavano, la ricerca ne sarebbe valsa sicuramente la pena. Ma se per alcuni sarebbero dovuti bastare la volontà di spendere il proprio tempo nella ricerca dell’introvabile e il senso di clandestinità che alla ricerca del negozio vi si allacciava, solo a pochi sarebbe stata concessa la fortuna di riuscire nell’impresa. Tra questi e per somma sua gioia personale c’era il caposcuola Rosso oro il cui nome era Oliver Brior.
Questi, armato di giusta moneta e con una idea ben precisa, varcava la porticina e si inoltrava alla vista dei fratelli Weasley proprietari di quel negozio clandestino. La felicità dinanzi al futuro acquisto dell’avventore si trovava superata in intensità solo da quella dei fratelli alla prospettiva di un acquisto tanto importante come quello. La pelliccia dello yeti era infatti tra gli articoli più preziosi e naturalmente costosi che il loro negozio vantava di possedere. Non si sarebbero mai fatti scappare una vendita di quel tipo.
<< Bentornato Oliver. E’ sempre un piacere vedere i vecchi clienti tornare a far spese. La pelliccia è davvero un’ottima scelta. Voi grifondoro sì che avete gusto! >>
disse uno dei fratelli prima di accorgersi dell’ingresso di un nuovo cliente che titubante frattanto s’era avvicinato al bancone. Non l’aveva mai visto prima, doveva trattarsi di un nuovo primo ingresso ma nel riconoscere sulla divisa la spilla di caposcuola, non potè trattenersi dal sorridere.
<< E ben arrivato anche a te signor caposcuola. Come vede non è solo. Non sia timido, si avvicini. I fratelli Weasley servono tutti i clienti, capiscuola e non >>
Giustizia o semplice volontà di tenersi buoni i custodi dell’ordine scolastico?
<< Dunque, una pelliccia dello yeti e un bracciale aspide notturna? >>
aggiunse intervenendo l’altro dei due gemelli che al successivo cenno di assenso recuperò la merce servendo i clienti.
A transazione ultimata entrambi i fratelli li avrebbero congedati come amici elargendo loro un gran bel sorriso.
<< Tornate a trovarci. E’ sempre un piacere fare affari con voi! Alla prossima signori capiscuola! >>

 
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Mary_Evans
view post Posted on 4/3/2018, 18:59







Mary Evans

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M
ary aveva sentito parlare di un negozietto dalla dubbia fama situato nella torre di Astronomia, nel momento in cui con l’aquisto di articoli da Zonko e Tiri Wispi aveva ricevuto anche delle strane gelatine dorate. I diversi garzoni non si erano sprecati nel fornirle più informazioni riguardo alla merce lì venduta, nè tantomeno riguardo al loro prezzo ed alla loro utilità. Dapprima scettica si era limitata a conservare quegli oggetti non meglio identificati, ma ora che ne aveva accumulati parecchi, si era decisa infine a scoprire quali meraviglie si nascondessero nell’altra torre. Per questo motivo, attese la fine delle lezioni per mescolarsi agli adepti di Godric e raggiungere indisturbata la propria meta, sapeva infatti che le orecchie e gli occhi pronti a spiare le azioni chiunque fossero numerosi e lei non voleva dare spiegazioni a nessuno riguardo ai suoi movimenti nel castello. Una volta giunta nella torre, cominciò a cercare la statua di bronzo di cui le avevano parlato, un soldato semplice a riposo che teneva con ambo le mani l’elsa di una voluminosa spada e non appena la individuò cercò una porticina. Da lontano non era riuscita a notarla minimamente, ma ora che aveva scostato l’armatura le appariva innanzi. Era dello stesso colore della parete circostante e l’unico indizio che le consentiva di individuarla era un pomelo, che pareva spiccare dal nulla. Con calma lo afferrò e lo girò verso destra per aprire la porta e dopo essersi guardata in giro circospetta entrò nel locale. La stanza si presentava angusta e poco luminosa ed al suo interno vi era poca mobilia, solo quella che consentiva l’esposizione degli articoli venduti. La corvetta fece scivolare sul palmo della mano dominante le gelatine possedute, in modo da assicurarne il corretto numero e poi si avvicinò alle teche di esposizione. I suoi calcoli si erano rivelati corretti, con 19 gelatine d’oro poteva permettersi di comprare almeno uno degli articoli esposti, tuttavia ciò presentava anche un lato negativo: tutti gli articoli presentavano caratteristiche particolarmente invitanti e di conseguenza la scelta sarebbe risultata particolarmente difficile. Facendo scorrere lo sguardo sulle vetrine, lesse con cura il nome dell’oggetto e la descrizione, soppesandone pro e contro e prendendosi tutto il tempo per decidere di cui necessitava. La missione per cui stava per partire sarebbe stata una delle più difficili che avesse mai affrontato e perciò avrebbe necessitato di tutto l’aiuto che poteva avere e per scegliere in cosa riporre la propria fiducia fece mente locale per ricordare gli eventi del precedente Incontro.
Una volta presa la propria decisione si rivolse ad uno dei gemelli dicendo : “Buongiorno. Vorrei acquistare un Ciondolo della Fenice”, mentre frugando nella tasca raccoglieva le gelatine necessarie all’acquisto per poi porle sul bancone. : “Inoltre vorrei chiederle un’informazione. Sulla targhetta esplicativa c’è scritto che nasconde dalla vista di tutte le creature magiche, ma io vorrei sapere: che effetto ha sugli altri 4 sensi? Rimangono in alterati o essendo la creatura priva della vista, anche gli altri sensi ne risentono parzialmente?” chiese sempre decisa ad acquistare il ciondolo indipendentemente dalla risposta ricevuta.


PS: 205 ☘ PC: 157 ☘ PM: 153 ☘ EXP: 16.5

 
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view post Posted on 10/3/2018, 12:35
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Il Fato

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In un mondo perfetto, si potrebbe girare tranquillamente con i Galeoni sulla mano, senza avere paura che qualcuno possa avere strane intenzioni.
Nel mondo perfetto dei Weasley, invece, si doveva girare tranquillamente con le Gelatine D’oro alla mano, con il rischio di qualche proposta insolita.
Vedendo la piccola Evans contare un mucchio di gelatine all’interno del loro covo, George, si avvicinò a Fred per dirgli qualcosa all’orecchio che non fu percepibile a nessun’altro.
A quelle parole Fred sorrise e strizzando l’occhio si mise vicino alla ragazza, pronto ad aiutarla.
Cosa avevano in mente? Che diamine volevano fare? Uno scherzo stava per arrivare?
Rime a parte, non appena la giovane arrivò davanti a uno dei gemelli (per la precisione Fred che era il più vicino a lei), lui, sentendola parlare in quella maniera così professionale fece un gesto che susseguì una domanda:


«Corvonero, vero?»

Osservando lo stemma della casata sulla sua divisa -avendo così la risposta alla sua domanda- mimò l’aria di una persona pensierosa per poi dire:


«Si, certo che si.
Il ciondolo riduce la possibilità di essere rilevati dalle creature… Ti renderebbe impercettibile a meno che tu non attraessi l’attenzione. »



Sorridendo, domandò:

«A parte ciò ho visto che hai un mucchio di gelatine! Che ne diresti di scommetterne un pò sulle tue capacità?»


Indicando George, il quale stava accanto ad un grosso scatolone, che di tanto in tanto si muoveva, disse:

«Facciamo così, se superi la mia sfida per tutte le gelatine che hai ti dò il ciondolo e un altro oggetto a mia scelta. Che ne pensi? Credi di poter battere i Grifondoro piccola Corvetta? »

Oramai le provocazioni erano iniziate; come si sarebbe comportata Mary?




Bene, come hai capito hai due possibilità di scelta:

1) 12 gelatine = ciondolo della fenice
2) 19 gelatine + sfida = ciondolo + oggetto proposto da Fred.



Buon divertimento.
 
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Mary_Evans
view post Posted on 10/3/2018, 23:00







Mary Evans

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N
on si accorse di quanto stessero progettando i due gemelli, dacché era troppo concentrata sul come spendere gli strani oggettini ricevuti con gli acquisti da Zonzo e Tiri Vispi. Tuttavia quando Fred si avvicinò, il suo sguardo furbesco non sembrava promettere nulla di buono ed automaticamente la Corvetta si chiuse sulla difensiva. Sapeva persino lei delle mascalzonate perpetuate dai due Grifondoro ai danni di ingenue matricole; spesso aveva visto ragazzini correre in bagno a vomitare l’anima dopo aver ingerito incautamente della Pasticche Vomitose, per non parlare dei poveri disgraziati che si trovavano alle prese con i Torroni Sanguinolenti! Da quando il loro negozio aveva cominciato ad avere dei guadagni, Hogwarts non poteva più considerarsi un posto sicuro, soprattutto quando ci si ritrovava a dover accettare dolcetti di dubbia provenienza. Onde evitare questo genere di spiacevoli disavventure, Mary si era imposta di non accettare cibo offertole da sconosciuti, limitandosi esclusivamente a quello che le veniva servito dagli elfi della scuola. Non diede risposta alla domanda prettamente teorica del ragazzo, era da tempo che ovunque andasse veniva identificata sin dal primo istante come adepta di Priscilla sebbene non ne capisse il reale motivo. In ogni caso per lei, quella non era affatto una pecca, ma anzi; voleva semplicemente dire che il Cappello Parlante aveva compiuto egregiamente il proprio lavoro. Lasciò che il rossiccio trovasse conferma nella spilla appuntata al suo petto e lo ascoltò mentre le esponeva senza giri di parole l’effettiva potenza dell’articolo che si stava prestando ad acquistare o per meglio dire barattare. Aveva scelto bene, non c’era nulla da ridire, se utilizzato a dovere il ciondolo le avrebbe consentito di fare esattamente ciò che desiderava senza trovare intralcio alcuno, se non quello umano. Ma spesso gli umani erano più facili da circuire rispetto alle Creature, dotate di un’eccessiva istintività meno assoggettabile al potere della logica.
Fece una breve pausa di riflessione, per dare una fittizia parvenza di star soppesando le informazioni appena raccolte, quando il gemello riprese le fila del discorso, gettando un amo di cui Mary si accorse ben presto; le ricordavano il Gatto e la Volpe quei due e per certo lei non avrebbe voluto in alcun modo recitare la parte dello sprovveduto Pinocchio. Scommettere sulle sue capacità? Si poteva dire che questo costituisse il suo hobby principale, infatti le piaceva testare le proprie forze per conoscere se stessa più a fondo, ma ancor più la riempiva di orgoglio il vedere come tutto sommato riuscisse sempre a cavarsela vincendo la prova che le veniva messa innanzi. Il potere di svicolare, di primeggiare la stuzzicava parecchio, la elettrizzava. In ogni caso sapeva che nessuno dava nulla per nulla e considerato la tipologia di oggetti per cui si ritrovava a competere, era ben conscia che la prova che avrebbe dovuto affrontare si sarebbe rilevata alquanto ardua e perciò decise di procrastinare e definire meglio le regole del gioco. Se non si fosse mossa altrettanto cautamente, di sicuro non sarebbe stata una Vera Corvonero e di sicuro non voleva correre il rischio di fare una figuraccia da misera Grifotonta. Il suo orgoglio non glielo avrebbe concesso.
: “Insomma, che un Corvo batta un Grifo rappresenta la normalità da un bel po’ di anni, penso che conosciate già la risposta alla vostra domanda.”, disse strafottente prima di fare una piccola pausa, per dare maggior peso alla sua stoccata. Se volevano giocarsela a provocazioni, lei aveva parecchie frecciatine da scagliare contro la casata di Godric nella sua faretra. : “Non so se mi interessi sapete? Avevo in programma di finire i compiti di Pozioni questo pomeriggio a dirla tutta, ma poniamo il caso che tra gli oggetti che mi offrite vengano esclusi a priori il Bracciale Aspide Notturna ed il Ciondolo della nebbia, che già posso acquistare, e che mi spiegate per filo e per segno le regole di questo vostro… giochino… in tal caso avreste la mia più sincera attenzione.”, continuò attendendo la loro prossima mossa.

Lo scatolone al fianco di uno dei due Grifi, non aveva un’aria rassicurante soprattutto a causa del fatto che ogni tanto venisse scosso da leggeri tremiti; c’era qualcosa di vivo là dentro e sembrava voglioso di riacquistare la propria libertà. Non poteva affermarlo con sicurezza, ma il suo intuito le diceva che era proprio con quello che la ragazzina si sarebbe dovuto trovare a fare i propri conti.



PS: 205 ☘ PC: 157 ☘ PM: 153 ☘ EXP: 16.5

 
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view post Posted on 17/3/2018, 15:45
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Il Fato

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Quando la ragazzina rispose con naturalezza alle provocazioni, Fred, si piegò in avanti iniziando a ridere freneticamente.

«Che caratterino! Sei sicura di essere una Corvonero? Comunque è ovvio che non ti offrirei ciò che già puoi comprare, per chi mi hai preso? Pensi che sono un truffatore?»

Avvicinandosi alla giovane con innata grazia, poggiò una mano sulla sua spalla per parlargli all’orecchio.
Non sapeva se gli dava fastidio o meno, ma se così fosse stato sarebbe stato meglio, dopotutto stava usando quella tecnica per infastidirla e portarla nel bel mezzo della sfida.


«Allora il nostro “giochino” è molto semplice. La scatola vicino a George contiene una o più creature magiche e per vincere devi sconfiggerle. Ovviamente non per forza le devi uccidere, sia mai, ma devi almeno metterle ko.
Come ti ho detto, se vinci ti do’ in dono due oggetti per 19 gelatine, ma se perdi... »


Mostrando un sorriso abbastanza malandrino, proseguì:

«…Mi dai tutte e 19 le gelatine per il ciondolo della fenice e magari un appuntamento romantico dove vuoi tu, così da non farci mancare niente. »

A quella provocazione il ragazzo fece un occhiolino in direzione di George il quale, mentre provava a mantenere lo scatolo fermo, si poggiò una mano davanti agli occhi; quanto poteva essere stupido suo fratello?
Ora era il tempo di decidere cosa fare, il momento delle contrattazioni era finito. Come era giusto comportarsi? Era corretto ingaggiare quella sfida? Che tipo di creatura sarebbe uscita da quello spazio?
La creatura era grande come quel contenitore di legno di un metro per un metro oppure più grossa? Era solo una creatura o erano di più?
Le domande erano tante, ma Mary doveva decidere:


«Che dici apro? »

L’inizio della nuova battaglia, forse, era giunto.



 
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Mary_Evans
view post Posted on 23/3/2018, 00:16







Mary Evans

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C
on lo stesso grugno di un professore che racconta una barzelletta a cui lo studente è obbligato a ridere, la Corvetta raccolse la sua dose di captatio benevelontiae senza mutare l’espressione di superbia ed arroganza con cui li stava fissando, persino in quel modo così infantile voleva far pesare loro, la sua superiorità o almeno la sicurezza che ostentava. Senza dar corda alle parole di Fred, concentrò invece lo sguardo sulla scatola, il vero obiettivo di quella discussione tanto futile. La stavano lisciando, eccome se la stavano lisciando, ma lei ne era più che consapevole. Cosa poteva nascondere quella scatola di poi così pericoloso da richiedere uno sforzo così importante da parte dei gemelli ad indurli a tentare quelle subdole tecniche? Davvero erano così sicuri di vincere da dare il tutto per tutto, mettere in gioco il loro amor proprio, pur di farla accettare? Mary non poteva lasciarsi scivolare addosso quell’implicito indizio tanto facilmente; per quanto la scatola sembrasse piccola, era ormai palese che le sue dimensioni non correlassero proporzionalmente con la letalità del contenuto. Continuava ad indagare le varie piste che la sua mente tentava di fornirle senza prestar più attenzione ai magheggi dei due venditori da strapazzzo, ma ogni suo sforzo non la portava a nessuna conclusione: l’unico modo per capire con cosa avrebbe dovuto battersi a quanto pareva, consisteva nell’aprire quel maledetto cartone.

Stava ancora valutando pro e contro quando sentì un peso addossarsi sulla sua spalla. La stava toccando, davvero la stava toccando?! Già invadere senza preavviso il suo spazio vitale senza chiedere il permesso sarebbe stato un grave affronto, come osava toccarla! Non ci poteva credere. Doveva essere uno scherzo, sì, uno scherzo dettato dalla sua mente bacata che voleva riversare il peso delle sue elucubrazioni anche sul versante fisico, non potevano esserci altre spiegazioni. Respirando affondo ma lentamente, in modo da non palesare eccessivamente il suo discomfort, spostò la pupilla verso la spalla incriminata e con suo enorme orrore vi vide la mano del ragazzo. Avrebbe voluto strappargliela, l’impulso le dettava di impugnare la bacchetta e castare un Everte Statim in modo tale da rimandarlo al proprio posto, lontano dal suo corpo. Ma il peggio doveva ancora accadere, in pochi istanti anche il volto del rosso aveva infranto la barriera imposta dalla buona educazione, avvicinandosi pericolosamente al suo orecchio. Fu a quel punto che il suo corpo trasalì: il sangue cominciò a ribollirle nelle vene sospinto attraverso i vasi da una più rapida contrazione cardiaca, mentre il respiro diveniva più rapido e superficiale. Al diavolo il galateo magico! In quel momento v’era un’unica soluzione: un bel sinistro, uno di quelli che solo i Babbani sanno caricare, dritto sul naso del disgraziato. Chissà se sarebbe bastato a tenere il giovane a bada o lo sprovveduto sarebbe poi tornato alla carica.
La mano sinistra già fremeva raccogliendo le falangi verso il palmo, i muscoli si contraevano ormai pronti a scattare accompagnando la leggera flessione del gomito, quando la forza d Priscilla la ridestò dall’adempiere quei desideri primordiali, riportandola alla realtà come è in grado di fare solo una doccia fredda. Che avrebbe pensato la Fondatrice di quel suo comportamento? Per certo non lo avrebbe approvato pienamente, ma poniamo invece ad un 80%? In fin dei conti era anche suo interesse che i suoi piccoli adepti non facessero la figura delle pecorelle svampite, o no? Sentiva ancora l’arto non dominante formicolare sin nel profondo, farle intendere quanto fosse intenso quel desiderio, quando la ragazzina abbandonò infine quella via così primitiva. : “Sia” sussurrò dapprima con tono metallico, quasi robotico da cui non era poi così difficile intendere la lotta che aveva appena avuto luogo nel suo Io, per poi ripetere ad un tono più forte e calmo : “Che io SIA un truffatore”. Con un rapido fluido della spalla, scosse via la fonte di tutte le sue preoccupazioni e poi fissò le pupille diritte in quelle dell’altro; c’aveva provato, ma non era bastato, doveva impegnarsi decisamente di più se voleva davvero farle perdere le staffe. A suo rischio e pericolo, certo. Una piccola battaglia l’aveva vinta lei, ora era di nuovo il momento di concentrarsi sulla vera guerra.

Si concentrò nuovamente su George e lo scatolone che reggeva, prima di ricalarsi nel suo mondo interiore. Quanto poteva essere sciocco Fred? In fin dei conti era un Grifondoro certo, ma davvero così tanto? Partire dicendo “una o più”, per poi finire il discorso parlando al plurale, insomma, era evidente che in quel contenitore vi fossero più creature e più creature implicavano una maggior dispersione delle proprie forze ovviamente. Quel che non si sapeva se fosse o meno ovvio era: ne valeva effettivamente la pena? Senza proferire alcuna parola si riportò nuovamente alla vetrinetta in cui erano esposti gli articoli e ricominciò a ripetere mentalmente le loro proprietà. Erano effettivamente unici nel loro genere, ma era saggio mettere a repentaglio ben 7 gelatine che poteva già usare per comperare altri oggetti? In fin dei conti si stava parlando di 35 Galeoni, mica di bazzecole! Sai quanti sacchetti di Api Frizzole ci comperi con quella somma!

Ancora dubbiosa, rifissò George. La sete di conoscenza cominciava a farsi prepotente in lei, rendendola schiava della sua stessa curiosità. A quel punto l’idea di guadagnare uno degli oggetti esposti stava scemando rapidamente, lasciando posto ad un desiderio ben più insistente; doveva sapere. Doveva sapere cosa era nascosto in quella maledetta scatola, doveva vederlo e studiarlo e soprattutto doveva rendersi conto della loro potenza. Erano davvero tanto pericolosi quanto i due Grifotonti lasciavano intendere? O lei, Mary Evans, l’avrebbe sfangata? Fece scivolare sette gelatine dalla tasca al palmo della mano e le fissò intensamente, come a voler scorgere in esse l’esito degli eventi che si sarebbero susseguiti di lì a poco. Chiuse con rabbia il pugno dominante e lo infilò nella tasca, raccogliendo le rimanenti gelatine, prima di allungare l’arto verso Fred. : “Ci sto”, enunciò conferendo solennità ad entrambe le parole appena pronunciate, prima di aggiungere : “Anche per l’appuntamento”. Come avrebbe reagito il ragazzo a quell’ultimo commento? Era curiosa. Davvero pensava di poterla irritare a tal punto e di passarla liscia? Avrebbe ritirato la sua offerta o l’avrebbe confermata maledicendosi mentalmente per la sua arditezza? La Corvetta sperava accettasse, in fondo lei si era pure presa la briga di trovare un “angolino romantico” con il suo nuovo cavaliere! Un bellissimo tugurio dietro un angolo della via centrale di Nocturn Alley, davanti cui passava tutti i giorni per recarsi al lavoro. Che appuntamento magnifico sarebbe stato, avrebbero potuto scrivere i loro nomi nella fuliggine che imbrattava i muri delle case, per poi finire a ingozzarsi di cibo dalla dubbia provenienza. Lei aveva già in mente di rimpinzarsi come non mai, svuotando rapidamente il caveau del ragazzo che, da bravo Grifondoro quale era, avrebbe fatto il cavaliere ed avrebbe pagato il conto di entrambi. Insomma, con del bel cibo grasso, si sa che la sconfitta viene digerita meglio! L’unico dettaglio di cui ancora non era convinta era quello di dire o meno l’Ungherese del suo appuntamento galante, informandolo su dove ed a che ora si sarebbero trovati in modo tale che potesse organizzare un’imboscata e derubare il rosso dei suoi ultimi averi. Sia che la Corvetta avesse vinto o avesse perso, Fred c’avrebbe rimesso: o in articoli o in dignità o in denaro.



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view post Posted on 28/3/2018, 23:37
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Il Fato

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«Ma lo sai che ti amo, professoressa dei miei parastinchi?»

Disse Fred sorridente alla ragazza, quando questa si mise a sfotterlo per l’errato utilizzo del congiuntivo.
Tutto sommato, al rosso quel carattere piaceva. Mary sembrava essere una persona focosa, segno distintivo e inevocabile che poteva anche essere passionale.
Sotto lo sguardo sbigottito di George, il quale continuava a reggere il coperchio del contenitore non capendo cosa dovesse realmente fare, Fred, sentendo la giovane accettare la scommessa, disse:


« Non te ne pentirai, baby. Preparati all’appuntamento più bello della tua vita. »

Senza aggiungere altro, facendole nuovamente l’occhiolino, si girò verso il fratello, dicendogli che la sfida era stata accettata.
A quel segnale, il secondo ragazzo dai capelli rossi, il quale sembrava si stesse decisamente annoiando, aprí il misterioso contenitore svelando alla giovane qualcosa di inaspettato.
Quattro uomini barbuti, alti quindici centimetri circa, osservarono la giovane senza troppi fronzoli.
Sembravano agguerriti, vogliosi di far male, anche se erano poco credibili per via della loro statura.
Il più piccolo dei quattro, che sembrava essere il capo della combriccola, si avvicinò a George, per chiedergli:


« Ma chi è quella nana? Quella che dobbiamo battere? »

Al cenno affermativo del gemello, il piccoletto dai pantaloni verde bottiglia, tirò fuori dalla tasca una piccola lanterna per lanciarla contro il suo avversario.
Con estrema velocità l’oggetto del malaugurio si avvicinava a Mary per colpirla.
Ci sarebbe riuscito? E gli altri omuncoli? Cosa avevano in mente?
Mary doveva attuare una strategia contro quelle creature che forse conosceva, ma quale?
La soluzione poteva essere sulla punta della lingua, bastava proporla.






Evans:
Ps:205
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Pm:153


??? x 4:
Ps:???
Pc:???
Pm:???
 
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Mary_Evans
view post Posted on 10/4/2018, 16:30







Mary Evans

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A
lzò gli occhi al cielo all’ennesimo commento del Grifondoro. Non aveva altre Concasate da molestare? In fin dei conti lei si era recata in un negozio, non ad un incontro al buio! Quanto ancora avrebbe abusato della sua pazienza e del suo autocontrollo? E dove aveva lasciato la sua fidata mazza proprio ora che le sarebbe servita? Da lì in poi non se ne sarebbe mai più separata, in modo da far capire a qualche ragazzo dai capelli rossi dal dubbio gusto chi portava i pantaloni in quella relazione. Se avessero dovuto continuare a stuzzicarsi ancora a lungo, avrebbe cominciato a trovare decisamente allettante qualsiasi cosa vi fosse in quello scatolone non meglio identificato, a meno che anche il contenuto non decidesse di avanzare delle avances, certo. M forse quell’opzione si sarebbe rivelata comunque vincente, puta caso che Fred sfidasse il nuovo spasimante ed entrambi perissero nello scontro che avrebbero intrapreso per guadagnarsi il suo amore; in fin dei conti lo dice anche il proverbio “tra i due litiganti, il terzo gode”. Decise di rimanere in silenzio abbandonando il gemello a fantasticare sulla loro uscita, sperando che così la lasciasse in pace. Aveva accettato una sfida oramai, quindi la sua attenzione non prendeva in considerazione nessun altro focus se non quanto George desiderava liberare. Fortunatamente Fred non tardò molto a dare l’ok al fratello il quale alzò il velo da mago, lasciando ampia scena a 4 piccoli ometti. Pantaloni verde bottiglia, lunghe barbe e animo riottoso, quasi un peccato doverli combattere anziché poterseli fare amici, insieme avrebbero potuto creare un bel po’ di scompiglio all’interno del castello prendendo di mira pure Pix stesso! La prima cosa che notò fu che la sua intuizione era corretta, le creature da affrontare era più di una e quindi doveva ingegnarsi per batterli tutti contemporaneamente in modo tale da non cadere preda degli altri, che per certo non si sarebbero limitati ad osservare il loro compagno vessato. Strinse la presa attorno al legno di tiglio che aveva impugnato subito prima che George svelasse la sfida e tenne la mano pronta ad attaccare. La sua mente intanto lavorava cercando di dare un nome a quelle creature, mentre una deduzione si faceva largo più pesantemente delle altre. Aveva già visto delle creature simili a quelle, persino prima che le venisse svelata la sua natura magica: erano dei Leprecauni o per lo meno vi somigliavano parecchio. Infatti, essendo lei irlandese, ben conosceva le figure mitologiche della sua terra ed i racconti al loro riguardo ed inoltre sapeva anche che erano la mascotte della nazionale di Quidditch irlandese, dato che suo cugino Joseph gliene aveva parlato e ne aveva persino letto nel libro “campioni di Quidditch” acquistato tempo prima. Sapeva che erano delle creature un po’ rissose perché amavano l’alcol, che custodivano una pentola d’oro nascosta ai piedi di un arcobaleno ed erano amanti dell’oro. Non molto forse, ma quel tanto che bastava per non farsi cogliere completamente impreparata come speravano i due gemelli. Ovviamente sapeva che la sua era una intuizione che, seppur reputava comunque ben fondata, non aveva nessuna certezza.
Il più piccolo del gruppo si fece avanti, avvicinandosi a George ed insultandola.
Nanetta, io?! E voi allora cosa sareste, dei microbi??*<i>, pensò irata. In quella giornata ne aveva già subite parecchie, ci mancava solo che un soldo di cacio come quello venisse a disturbarla. Non rispose all’ennesima provocazione e lasciò a George l’onere delle presentazioni, forse sbagliando poiché non ci volle molto prima che il folletto in questione le lanciasse addosso la sua lanternina. Povera lanternina che aveva fatto di male per meritarsi quel trattamento? Di sicuro se si fosse rotta, lo gnomo le avrebbe dato ingiustamente la colpa, arrabbiandosi di più, ma Mary non se ne curò particolarmente: in fin dei conti quella lanterna si stava avvicinando rapidamente alla sua faccia e la scelta tra quale delle due lasciare integra non le era particolarmente ostica. Alzò rapidamente il braccio dominante ponendolo perpendicolarmente alla linea mediana che attraversava il suo petto e puntò la bacchetta contro il colpo contundente, che di primo acchito pareva muoversi in moto orizzontale e senza perdere ulteriore tempo prezioso disse : “Expello”, mentre muoveva l’arto dominante lateralmente verso destra, come se volesse scacciare con una manata la lampada. Onde evitare di finire KO sin da subito, avrebbe ruotato il corpo in senso orario, facendo perno sul piede sinistro, quel tanto che sarebbe bastato per allontanarsi dalla linea d percorrenza della minaccia. Se i microbi avrebbero voluto la guerra, l’avrebbero avuta. /i>


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view post Posted on 23/4/2018, 23:50
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Il Fato

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Prima le avances del rosso, poi gli insulti del soldo di cacio.
C’era da dire che entrare in quel piccolo antro nascosto del castello non era stata propriamente una scelta divertente per la ragazza, la quale pareva a dir poco infastidita.
Mentre vedeva la lanterna volare verso di lei, dopo aver avuto un’ottima intuizione sui nemici che si trovava di fronte, provò ad allontanare l’oggetto pericoloso, che però la colpì (-20 PS) esplodendo in una miriade di monete.
Come aveva pensato di respingere quella lanterna con un incanto che permette di allontanare solamente gli oggetti precedentemente evocati dal mago? Che la studentessa fosse stata sorpresa in un impeto di superficialità?
A quella scena, tanto spettacolare quanto pericolosa per lei, i piccoli personaggi si divisero, per accerchiare la Corvonero.
Il piccoletto che si trovava davanti, colui che era sprovvisto di lanterna, iniziò a correre velocemente verso di lei, pronto a caricarla.
Sguardo da duro e barbetta rossa a punta, l’esserino dalla piccola bombetta verde sul capo, sembrava intenzionato a colpire il prima possibile il suo nemico per portare a termine l’opera.
Cosa diamine avevano offerto i gemelli a quei nani per renderli così agguerriti? C’era qualcosa che non sapeva?
Mentre il primo dei nemici si avviava verso di lei frontalmente, i due posti rispettivamente sul lato destro e sinistro del suo corpo, lanciarono nello stesso medesimo momento le lanterne convinti che se il loro “boss” era riuscito a colpire la giovane allora potevano riuscirci anche loro.
Ci sarebbero riusciti o qualcosa li avrebbe fermati? Che strategia avrebbe utilizzato la ragazza?
Fortuna voleva che l’ultimo dei quattro Lepricani, leggermente più in carne rispetto agli altri, arrivò in ritardo alla sua posizione e iniziò a respirare affannosamente mentre i suoi compagni attaccavano.
La ragazza si trovava in pericolo oppure no? Erano personaggi da sottovalutare oppure l’unione faceva la forza?
I gemelli osservavano la ragazza e ridevano divertiti. Forse era giunto il momento di fargli vedere di che pasta era fatta.




Evans:
Ps:185
Pc:157
Pm:153


Lepricani x 4:
Ps:???
Pc:???
Pm:???

Il lepricano che ti ha colpito, ora sta provando a colpirti frontalmente.
Due si sono posti uno al lato sinistro, l’altro al destro e ti hanno lanciato le loro lanterne.
L’ultimo dei quattro sta rifiatando per la corsa.


N.B: Fai sempre attenzione agli effetti degli incanti.
 
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Mary_Evans
view post Posted on 12/5/2018, 23:24







Mary Evans

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N
on le sembrava di aver sbagliato le movenze o la pronuncia eppure quella lanterna continuava ad avvicinarsi senza rallentare minimamente la propria corsa fino a quando... PAAM! La colpì in pieno, centrando il cerchio rosso di un immaginario bersaglio. Din, din, Jackpot per il folletto più basso! Quella visione poteva considerarsi più che adeguata dal momento che appena la lanterna s’infranse a terra, scoppiò in una moltitudine di monete. Era stata una bella botta, non poteva negarlo, per qualche istante le era persino parso che la sua vista si fosse oscurata e che le gambe avessero vacillato. Usare un incanto di recente acquisizione e di cui non aveva ancora adeguatamente analizzato le conseguenze non era stata affatto un’idea saggia e molto probabilmente in quel momento, Priscilla si stava vergognando di averla come adepta. Era stata ingenua ed avventata e quella considerazione assumeva particolarmente peso dal momento che sino a qualche istante prima si stava bellamente burlando dei due gemelli; il suo orgoglio ne risultava macchiato pesantemente ed altrettanto sarebbe accaduto l’indomani al braccio colpito e peggio ancora, persino la sua Casata avrebbe risentito della sua presunzione e superficialità. Doveva rimediare e doveva farlo immediatamente, i Grifondoro non potevano battere i Corvonero, non era assolutamente ammissibile. Ancora intenta a riprendersi dalla contusione, i quattro nanetti avevano avuto tutto il tempo per accerchiarla e rendersi di conseguenza più minacciosi che mai, mettendo in atto l’unica cosa che non desiderava che si realizzasse in alcun modo. Essendo attaccabile su tutti e quattro i lati, le sue capacità di difendersi opportunamente si erano drasticamente ridotte e molto probabilmente avrebbe dovuto sacrificare nuovamente alcune porzioni del suo corpo, sfruttandole come scudo, per essere in grado di svincolarsi da quell’assedio. Eppure non aveva tutto il tempo di cui necessitava per organizzare un piano degno della fondatrice, poiché le creature sembravano estremamente divertite dalle sue sofferenze, mostrando apertamente un lato sadico di cui la Corvetta non era a completa conoscenza. Doveva muoversi, doveva agire o gli gnometti le avrebbero lanciato addosso qualsiasi cosa sarebbe capitato nelle loro grinfie, indipendentemente dalla sua pericolosità. Sfruttando la visione laterale si premurò di controllare le azioni dei due mostriciattoli ai suoi fianchi, ma la sua priorità principale era il loro capo, che si ergeva spavaldo davanti a lei. Non dovette attendere molto prima che questo attuasse l’ennesimo attacco, caricandola di peso come a volerla incornare. Immediatamente la sua attenzione visiva venne attirata anche ai suoi fianchi, dove i due bracci dell’improvvisato toro di Pamplona, si erano ingegnati per attentare ulteriormente alla sua vita scagliando le loro lanterne. Mary che ormai sapeva con esattezza quanto il potere lesivo di quegli oggetti, si abbassò d’istinto, sperando così di evitare almeno l’impatto diretto con uno qualsiasi dei tre proiettili. Nel mentre si coprì la testa con entrambe le braccia, prima la sinistra (in modo che si ponesse a diretto contatto con il capo) e poi la destra senza abbandonare la presa salda attorno alla bacchetta, che così facendo compì un movimento sferzante da destra verso sinistra e, mentre quest’ultimo movimento si compiva, urlò : “Tormentaaaaaaaaam”, avendo cura di sfogare la propria ira nei confronti di quegli esserini allungando adeguatamente la “a”, fino a quando non avrebbe sentito l’aria scompigliarle i capelli. Sapeva che la tempesta avrebbe potuto nuocere anche a lei, ma era un rischio che era disposta a correre se le avrebbe consentito di sbarazzarsi di quei piccoli demoni. Sperava che l’affidarsi ad un incantesimo a lei più congeniale dato che lo aveva eseguito più volte, potesse consentirle di ripararsi adeguatamente da quel triplice attacco. Nella migliore delle ipotesi la tormenta da lei evocata avrebbe inglobato lepricauno e lanterne e li avrebbe fatti vorticare fino a far cadere il primo vittima dell’urto con le secondo, mentre in quella intermedia la tempesta le avrebbe fornito uno scudo parziale nei confronti degli avversari. Poi ovviamente vi era l’ipotesi peggiore, quella di venire colpita da lanterne e capo cicciottello ed infine l’infausta: subire il triplice attacco E rimanere intrappolata nella stessa tempesta di sabbia che aveva evocato. Insomma, le variabili in gioco erano parecchie. Se avesse sentito la tempesta svilupparsi sopra di lei, avrebbe abbassato la mano sinistra dal capo, in modo da coprire occhi e bocca ed avrebbe atteso accucciata di vedere come si sarebbero evolute le cose; per riguadagnare a sua posizione di vantaggio aveva bisogno di un miracolo ed era proprio un miracolo ciò che cercava.


PS: 185/205 ☘ PC: 157 ☘ PM: 153 ☘ EXP: 16.5

 
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view post Posted on 23/5/2018, 19:23
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Il Fato

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La guerra continuava all’impazzata.
Mary, dopo aver preso una lanterna sul volto e esser stata ferita nell’orgoglio, cercò di riprendere subito la situazione in mano, ma notò che questa era degenerata.
Infatti, come nei classici film di avventura, era stata rapidamente accerchiata dai suoi nemici i quali erano pronti ad attaccarla su più fronti.
I due di lato lanciarono le lanterne, quello davanti a lei la provò a caricare e Mary, di risposta, dopo essersi piegata per evitare il male peggiore, provò ad eseguire un Tormentam che però non ottenne i risultati da lei preventivati.
Infatti, coprendosi la testa e piegandosi verso il basso, aveva fatto in modo che la forza della sferzata non riuscisse alla perfezione, generando una tempesta di sabbia che poteva venir scambiata anche per un vento caldo africano.
Certo c’era da dire che anche se la sferzata non era stata eccezionale, la parte mentale non l’aveva aiutata.
Come mai la Corvonero non aveva pensato a generare una forte tempesta di sabbia per i suoi nemici? Come mai non si era focalizzata con i pensieri a creare qualcosa di devastante che li potesse piegare a lei?
Eppure era stata brava, aveva capito che per attaccare tutti i nemici assieme doveva evitare l’attacco diretto.

Fortuna volle però che le sue azioni non fossero state tutte inutili.
Infatti, piegandosi, evitò di venir colpita dalle lanterne le quali, scoppiando sui muri vicino a lei generarono una pioggia di soldi magici che fece gridare i Weasley di gioia.


«Siamo ricchi, baby

Disse Fred ridendo a gran voce, mentre il capo Lepricano si attaccava alle vesti della Corvonero portandola ad indietreggiare all’altezza del Lepricano obeso, l’unico che sembrava essere disinteressato dello scontro.
La ragazza, che aveva gli artigli del nemico conficcati nel fianco destro (-5 PS ), aveva ancora la possibilità di attaccare, ma come?
I nemici di lato sembravano pronti ad agire nuovamente verso di lei, ma non si sapeva ancora come.
Era forse il caso di stare in guardia?




Evans:
Ps:180
Pc:157
Pm:153


Lepricani x 4:
Ps:???
Pc:???
Pm:???

Il lepricano che ti ha colpito, ora sta attaccato sul tuo fianco destro, mentre quelli di lato sembrano intenzionati ad attaccare ma ancora non si è capito come.
L’ultimo dei quattro sembra disinteressato alla battaglia.
Hai la possibilità di castare ancora incantesimi, ma tieni conto dell’essere che hai addosso.
 
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Mary_Evans
view post Posted on 12/6/2018, 22:19







Mary Evans

15 anniStudentessaII anno CorvoneroschedaOutfit


A
ncora.. come poteva essere possibile? Cosa diamine c’era in quella stanza che la facesse fallire così clamorosamente?! Non poteva crederci, stava sbagliando tutto. Era preda delle fantasie più sadiche di 4 lepricauni e nel contempo due Grifondoro si facevano beffa di lei. Poteva esserci qualcosa di peggio? Certo che c’era e si concretizzò nell’esatto istante in cui sentì le parole sussurrate dal rosso. Lo schiaffo morale della situazione fu ciò che la fece trasalire, molto più di quanto aveva fatto la lanterna in piena faccia poco prima; la davano già per vinta, per spacciata, quanto doveva essere patetica la visione di quella scena se i gemelli pensavano di avere già in pugno le sue gelatine dopo qualche minuto di scontro? Davvero tanto. Il suo corpo si fece improvvisamente bollente, mentre il sangue cominciava a scorrerle nelle vene persino più rapidamente di quanto avesse fatto sino in quel momento. Non si sarebbe arresa in così poco tempo, no di certo, soprattutto considerato che i suoi avversari erano quattro nanetti tracagnotti che si facevano beffa di lei e poi non avrebbe potuto darla vinta ai due gemelli, quei due babbei tanto dediti agli scherzi. Doveva mostrare loro la vera stoffa di un Corvonero, tirare fuori la sagacia e l’inventiva che contraddistingueva la sua Casata e dimostrare a tutti i presenti che non erano altro che pedine nelle sue mani e che se gli era andata bene era solo perché lo aveva deciso lei, o almeno farglielo credere.
Si stava rialzando per potersi difendere quando sentì delle unghie conficcarsi nel suo fianco destro. Istintivamente si voltò verso il lato leso e vide che il folletto che era riuscita a colpirla con la lanterna poco prima era riuscito a raggiungerla e persino ad attaccarla fisicamente. Ecco quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. La rabbia si impadronì della sua mente e le mandò il sangue e la furia che le ribolliva dentro dritta al cervello, rendendola incapace di trattenersi ulteriormente. Era arrivato il momento di tirare fuori gli artigli e smettere di mostrarsi debole ed indifesa. Doveva tirare fuori la grinta e far capire a quegli gnometti chi comandava in quella stanza. Doveva fargliela pagare e doveva riprendere il controllo prima che la situazione degenerasse definitivamente. Perciò si voltò verso il leprecauno che più o meno consapevolmente si trovava in una posizione a lei più comoda, ovvero il presunto capo dell’allegra combricola. Infatti, per quanto lei non conoscesse la gerarchia del clan, aveva visto che era lui quello che aveva parlato ed era stato lui il primo ad attaccare e ciò non poteva essere una coincidenza. Perciò decise di ripagare la creatura che si era dimostrata la più agguerrita con la sua stessa moneta, ovvero la violenza. Con quel gesto un po’ estremo sperava inoltre di far deporre le lanterne agli altri compagni, verificandone la reale lealtà. Avrebbero continuato ad attaccarla persino quando si sarebbero resi conto che la vita del loro capo era in sincero pericolo? Confidava in una risposta negativa a tale domanda, anche perché non desiderava la vita di nessuno sulla sua coscienza. Si concentrò immaginando un ampio flusso di fango, di quello bello marrone che si vede solo nei sentieri di campagna immediatamente dopo ad un sonoro acquazzone, avvolgere la testa del bersaglio e poi solidificarsi impedendogli di respirare e di parlare prima di cominciare a dar vita a quel piano persino più malvagio di quello degli avversari. Sapeva che il folletto colpito l’avrebbe graffiata ulteriormente, ma avrebbe dovuto sopportare un altro po’ di dolore se desiderava portarsi a casa il tanto agognato secondo articolo. : “ORA BASTAAAA”, urlò immediatamente prima di impugnare saldamente la bacchetta puntandola contro la faccia del folletto aggrappato al suo fianco e dirigerla da sinistra verso destra simulando il movimento dell’onda (tracciando perciò due curve a convessità opposta), più ampia possibile sulla base di quanto l’articolazione le consentiva, nel tentativo di far solidificare il fango il prima possibile, per far si che a che le sue minacce venissero colte come reali dagli altri membri della truppa. Mentre eseguiva questo movimento enunciò la formula : “Lìmos!”avendo cura di porre l’accento sulla “i”.

Solo se l’incanto fosse andato a buon fine, avrebbe urlato al resto degli avversari di tornare immediatamente nella scatola poiché in caso contrario avrebbe lasciato morire il loro compagno. Avrebbe sfoggiato il tono più cattivo e serio che le competeva al fine di risultare credibile, sempre chiedendosi se avrebbe funzionato.



PS: 205 ☘ PC: 157 ☘ PM: 153 ☘ EXP: 16.5

 
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