Negozietto Clandestino, Di proprietà dei gemelli Weasley - Miniquest

- Zitto tu! Come ti chiami? A quale Casa appartieni? E parla piano! -
La stanza era fiocamente illuminata, delle varie torce appese alle pareti solo una era accesa e rischiarava elegantemente l'angusto spazio. Questo, unito ad alcuni scatoloni ancora chiusi accanto alla porta ed una chiave posata su di una mensola là vicino, lasciava pensare che la persona alla quale il giovane aveva rivolto le sue domande fosse a sua volta appena arrivata. Forse non si era aspettata di essere sorpresa proprio in quel momento cruciale, e a scanso d'equivoci aveva preferito trascinare dentro con sè il povero ragazzo. Non poteva certo permettersi che qualcuno andasse a fare la spia: in fondo, non si trattava di qualcosa di propriamente "lecito"...
Pareva avesse capelli rossi e una buona statura: teneva il ragazzo per la divisa, scrutandolo con fare sospettoso. Eppure, inspiegabilmente, un ghigno cominciava già a delinearsi sul suo viso...

Non era quello che avrebbe voluto sentire. In fondo, gli aveva fatto delle domande ben precise. Un pò stizzito lo lasciò andare: aveva capito che non era altro che uno studentucolo capitato lì per caso. Lo stanzino andava ancora rimesso in sesto, quell'interruzione era alquanto irritante, ma si trattava pur sempre di un possibile cliente. Puntò la bacchetta contro le restanti torce e quelle presero ad ardere una dopo l'altra. Ora che la luce era più forte e viva, erano ben evidenti le lentiggini sul suo viso e il rosso fiamma dei capelli.
- Può darsi. Dipende dal perchè lo stai cercando -
Un tono vagamente di sfida, di certo non era neppure da tutti trovare di punto in bianco un posto così nascosto tra le mura del Castello. Quel ragazzo era sicuro di sapere il fatto suo? Ma d'altra parte, se avesse analizzato meglio la situazione, si sarebbe ricordato forse che era stato proprio lui a trascinarlo là dentro...

- Ah, i cari vecchi Professori... -
Si atteggiò per un momento ad un'aria nostalgica, ma era evidente che lo stava prendendo in giro: inutile, non era cambiato di una virgola dai tempi della scuola... Una fama più che meritata, la sua.
- Sì, forse sono stato io a tirarti qua dentro...Ma non è comunque una buona scusa per curiosare. Hai le gelatine? -
Probabilmente il ragazzo non ne aveva neppure mai sentito parlare. E come se non bastasse, il gemello pareva non disposto a credere completamente al ragazzo... Se era un Tassorosso come aveva detto, per quale altra ragione si sarebbe mai messo a girovagare per la Torre di Astronomia?

Più il fuoco sulle torce prendeva forza, più nuovi straordinari dettagli prendevano forma in quel piccolo spazio: non era così angusto come era potuto apparire al ragazzo a prima vista, ma chi sapeva ben guardare avrebbe potuto scorgere un'infinità di oggetti del tutto fuori dall'ordinario. Piccoli gioielli brrillavano in piccole teche ai bagliori delle torce, abiti dalla strana foggia pendevano su sostegni di fortuna.
Il gemello parve soppesare per un momento le parole del ragazzo, quasi a stabilire se stesse dicendo la verità. Ma per natura, non poteva mantenere un cipiglio di sospetto troppo a lungo. Sì, era proprio uno sciocco capitato lì per caso.
- Una truffa? Tu non sai con chi stai parlando, ragazzo. A quanto pare non sai davvero nulla... -
Una cosa di tal genere avrebbe potuto demoralizzarlo, ma su di lui pareva provocare l'effetto opposto: sorrise, quel che voleva era proprio che si spargesse la voce tra gli studenti del castello, che ve ne fossero ancora alcuni all'oscuro non era una macchia alla sua fama, piuttosto la prova che i loro metodi per preservare la segretezza del negozio funzionavano.
- Ti do il benvenuto in quella che potremmo definire una piccola filiale Weasley... Vedi di non sbandierarlo ai quattro venti quando sarai fuori di qui, o te la farò pagare personalmente -
Il tono minaccioso non ammetteva repliche.
- La merce qui è più...particolare ancora, che in negozio. Ma accetto solo la giusta moneta di scambio: se non hai le gelatine, puoi anche fare i bagagli -

Il gemello cominciava palesemente a spazientirsi. Era evidente che per lui parlare di quelle Gelatine fosse più che naturale, quasi un'abitudine ormai, ma da ragazzo qual era, mal sopportava di dover dare troppe spiegazioni.
Sospirò vistosamente.
- Le Gelatine, le Gelatine d'Oro! Sono una vera rarità, una creazione meravigliosa... Qualcosa che testimonierà che tu ti sia dato da fare per noi, in cambio di uno qualunque di questi oggetti -
Con un gesto svogliato della mano indicò gli scaffali pieni di roba misteriosa quanto irresistibile.
- Ovviamente non sono cose che si mangiano... Come ti dicevo, sono la tua moneta di scambio: quando l'avrai, potrai accedere a questo tempio per pochi eletti...-
Il tono fintamente pomposo ben si addiceva al suo ghigno furbesco. Sapeva il fatto suo.
- Vai a farti un giro a Diagon Alley, vai da mio fratello, al negozio... Digli pure che ti ho mandato io. Vedrai che il tuo livello di comprensione subirà un'impennata -

Il gemello parve soddisfatto della rinata determinazione del ragazzo. Aveva detto che sarebbe tornato con le gelatine...e non aveva dubbi su questo: cominciava perfino a stargli simpatico.
E con un pò di fortuna, sarebbe tornato anche tutto intero.
Lo vide precipitarsi alla porta ed uscire, senza dargli il tempo di dire altro: meglio con quella foga, che senza entusiasmo.
Sorrise prima di tornare ai suoi scatoloni.