| Immagino tu conosco la Dama Grigia. Disse sereno. Me ne ha parlato lei poche sere fa, a quanto pare la famiglia di mia madre ha qualcosa a che fare con lui. Jessica sorrise, in un istante comprese. Tutti erano i migliori Corvonero erano a conoscenza della relazione che intercorse tra Priscilla Corvonero e il Barone Sanguinario, fantasma di Serpeverde, e in egual modo a tutti era noto che la maggior parte dei Maghi Oscuri provenivano da quella medesima casa. Per quanto Jessica apprezzasse, in cuor suo, le qualità ricercate da Salazar, non poteva che provare compassione e un filo di rabbia ogni volta che rileggeva la Storia della figlia della loro fondatrice. Presumibilmente l'appellativo Signore Oscuro, l'aveva appreso da figli o parenti di Maghi Oscuri frequentanti Hogwarts, oppure perché no? Da Voldemort stesso... Era noto a tutti che fosse studente di quella scuola, tempo addietro, quando ancora nessuno di loro era ancora nato. Jessica poteva solo fare delle ipotesi, ma non era certo quello il fulcro della questione. Patrick le aveva appena rivelato qualcosa di personale e estremamente compromettente. Certo, compromettente per chi non sapeva cogliere il modo di pensare di uno che davvero sta mentendo. Nessun seguace dell'Oscuro sarebbe stato tanto ingenuo da ammettere di avere la qualsiasi forma di relazione con lui, non in quei tempi, non se era uno studente infiltrato. Black non l'aveva fatto, nessuno l'aveva fatto. Essere sotto copertura tra le mura di Hogwarts, aver fatto breccia nelle difese dell'Ordine, rappresentava un'occasione troppo ghiotta per essere sprecata così ingenuamente. "Comprendo..." mormorò assorta, staccandosi lentamente dal muro. Estrasse rapidamente la bacchetta dalla tasca sul retro, dove finalmente aveva appreso che fosse, e la puntò verso le scale. *Muffliato* pensò, per rendere impenetrabile la zona ad orecchie indiscrete. "Ho isolato la nostra conversazione. La prima cosa che devi sapere è che Hogwarts non è un posto così neutrale e sicuro come si crede. Ci sono Seguaci di Tu-Sai-Chi infiltrati tra le mura, si spacciano per comuni studenti quando magari hanno già sperimentato la tortura... O l'omicidio. Avrai magari letto o sentito parlare del Caso Black ... E' tornato molto in voga in questi ultimi tempi..." prese a spiegare, concludendo la frase con leggero sarcasmo. Solo lei poteva sapere quanto odio e rancore le scorreva nelle vene, ma se avesse potuto non avrebbe concesso agli Auror la possibilità di incarcerarlo. Avrebbe voluto prima affrontarlo di persona. "La seconda cosa importante è che però non sono i soli a tenere le redini del gioco. Forse saranno così presuntuosi da credere di essere più... Com'è che dicono loro? Potenti? Sì, ecco, potenti" rise, una risata di scherno e compatimento verso tutti quei poveri illusi che abbracciavano una causa persa. "Beh si sbagliano. Abbiamo anche noi i nostri mezzi, molto più puliti e ragionevoli dei loro, ovviamente" aggiunse orgogliosa, ripensando a tutte le loro mortali imprese. Avevano combattuto con onore, avevano vinto parecchie volte, altre volte avevano subito, ma senza fare la loro degna di nota figura. Non aggiunse altro, era la volta di Patrick di parlare, di fare domande. Il contratto firmato nella Stanza delle Necessità le impediva di andare oltre. Da lì in avanti Patrick avrebbe dovuto decidere e poi... Avrebbe visto.
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