Mya Lockhart vs Patrick Swan, Fase Finale Under 16

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view post Posted on 27/5/2012, 23:50
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Il Fato

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Il duello aveva appena avuto inizio, eppure già l’aria era satura di competizione e desiderio di rivalsa. Due giovani abili ed agguerriti erano pronti a darsi battaglia sino alla fine, senza tregua, senza paura, senza timore di fatica e ferite, di dolore e sconfitta.
La giovane Tassorosso, avvolta dalle fiamme, conscia della difficile situazione all’interno della quale essa si trovava sin dalle prime battute del duello, non aveva alcuna intenzione di perdere tempo nell’alleviare il dolore che le fiamme le procuravano. D’altro canto, il giovane Caposcuola Corvonero, avrebbe resistito a bruciature e ferite che la fattura pungente aveva procurato proprio all’arto che con tanta maestria egli dominava ed attraverso il quale faceva fluire la sua magia.
L’arbitro canuto li osservava e restava stupito da tanta resistenza. Poteva il desiderio di vittoria eliminare qualsiasi senso del dolore, o comunque annullarlo di fronte all’orgoglio? Un sorriso di soddisfazione e divertimento. Grande duello…Avrebbe goduto del privilegio di coordinarlo ed osservarlo così da vicino…Vivendolo, per certi aspetti.
Il primo ad attaccare fu il giovane Corvonero che, con cura e precisione, evocò l’incanto Impedimenta. Nessuna imprecisione, nessuna esitazione: il dolore all’arto non aveva impedito all’incantesimo di raggiungere la ragazza e colpirla sebbene non con massima intensità, forse proprio a causa di quelle limitazioni che la fattura stessa aveva indotto. (-13 ps). In egual maniera tuttavia la giovane Tassorosso, pur circondata da calore, fiamme e dolore, prima di pensare a sé stessa, decise di effettuare mossa azzardata ma efficace al fine di recuparare tempo per occuparsi del fuoco che aveva raggiunto parte della pelle. L’incanto expelliarmus sortì l’effetto desiderato, raggiunse l’arto del ragazzo e la bacchetta del Caposcuola Corvonero cadde proprio innanzi ai suoi piedi. (-9 ps; - 1 pc). Il giovane era stato disarmato.La ragazza aveva in tal maniera recuperato tempo prezioso per tentar di porre fine al dilagante dolore che il fuoco procurava.



Mya Lockhart è ancora avvolta dalle fiamme (- 2 pc); da questo momento ogni turno perderà 2 pc se non provvederà a neutralizzarle. E' stata inoltre colpita dall’incanto Impedimenta (- 13 ps); per due turni i suoi movimenti saranno rallentati ed il corpo sarà più irrigidito;
Punti Salute: 130/157
Punti Corpo: 112/115
Punti Mana: 107
Punti Esperienza: 33

Patrick Swan è stato disarmato (- 9 ps; - 1 pc); La bacchetta si trova ai suoi piedi. Il braccio è ancora dolente e brucia a causa della fattura pungente. Continuerà a dolere finchè non vi porrà rimedio.
Punti Salute: 132/153
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E' il turno di Mya
 
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view post Posted on 30/5/2012, 16:00
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Quando il calore arrivò a bruciarle l'interno del setto nasale capì di essere arrivata sul limite che divideva il sopportabile dall'atroce dolore. Le fiamme si erano fatte più intense, via via che attecchivano sui suoi abiti, e quel fuoco che le era sembrato in principio tanto meraviglioso ora le appariva in tutta la sua inarrestabile ferocia.
Swan era stato disarmato e per alcuni attimi non si sarebbe rivelato un problema, non più delle fiamme a vivo contatto con il suo corpo.
Mya rapidamente si portò il braccio vicino al viso, strappando coi denti la fasciatura rossa che teneva al polso sinistro e la lasciò cadere a terra. La cicatrice, nata dal fuoco un decennio prima, aveva reso la pelle iper sensibile e il dolore lacerante la mandava in bestia. Il braccio destro contemporaneamente si sollevò portando la bacchetta oltre la sua testa, con la punta ben indirizzata al suo corpo.
- Extinguo - pronunciò, lasciando calare il braccio lungo tutta la sua figura, sperando nella celerità di quel incantesimo. La bacchetta passò davanti al viso, al collo, al busto, scendendo verso il basso e puntando ai piedi. Ben presto si sarebbe liberata di quel mantello di fiamme vive, tornando padrona del proprio corpo.
Quell'aria rovente l'aveva fiaccata, aveva bisogno di aria e di vento.
Il suo avversario nel frattempo doveva essere riuscito a tornare in possesso della bacchetta e lo scontro sarebbe presto ripreso, come dopo un time out. Ci si fermava, si respirava, e si tornava più determinati di prima.
E del fuoco ardente non sarebbe rimasto che quel piccolo lembo di stoffa, lasciato a terra.
 
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view post Posted on 2/6/2012, 14:00
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Il Caposcuola stava orami ammirando i risultati del suo lavoro, aveva acceso la miccia e poi, di sorpresa, aveva fatto risorgere le fiamme che alla Tassorosso erano parse innocue, quasi amiche. Era ben conscio del fatto che il duello fosse solo all'inizio, credeva nelle potenzialità del suo avversario e quando sentì la bacchetta cadergli dalla mano ebbe la conferma che andava cercando.
Peccato, lo spettacolo pirotecnico sarebbe stato sospeso, per ora, era tempo di organizzare qualcosa di nuovo, pensare ad un altra tattica, pensare un po' a sé stessi: il braccio escoriato era un cavillo di cui si sarebbe liberato.
Patrick non poté quindi fare a meno di approfittare del fatto che Mya stesse spegnendo il fuoco per recuperare la sua fedele arma: si accovacciò piegandosi su entrambe le gambe e poggiando la mano destra, orami libera, sul suo ginocchio in modo da poter ripartire in maniera lesta. La mano sinistra raggiunse presto il suo per prendere la bacchetta, poteva sembrare un gesto assolutamente normale ma solo il Corvonero era ben conscio che quello sarebbe stata solo la prima mossa di una serie di azioni mosse ad un unico fine: distruggere l'avversario.
Qualora avesse preso la bacchetta, si sarebbe rialzato e avrebbe atteso, in piedi, il momento giusto per infierire sul suo nemico. Ella sarebbe stata ancora dolorante, di certo non poteva pretendere che le ustioni sparissero insieme alle fiamme, e altresì rallentata: Patrick non aveva affidato nulla al caso, aveva fatto sì che i problemi e le menomazioni della Lockhart si sovrapponessero, costringendola a costruire una scala di interventi e di priorità; che la trovasse o meno, era poco importante, a quel punto si sarebbe sicuramente trovata sopraffatta da una nuova maledizione, forse peggiore.

 
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view post Posted on 3/6/2012, 18:55
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Momento di stallo atto a recuperar forza e tono, salute e controllo, bacchetta e vigore. I duellanti, messi quasi egualmente in difficoltà da Fato ed azione, erano chiamati a reagire dinanzi alle difficoltà evidenti, materiali, di spessore, già presentatesi ad inizio duello.
La giovane Tassorosso, pericolosamente aggredita da fiamme che lambivano abiti e parzialmente pelle esposta, doveva porre fine al lacerante insinuarsi delle stesse nel proprio corpo. D'altro canto, il Caposcuola Corvonero era chiamato a recuperare la bacchetta della quale era stato abilmente privato tramite incanto di disarmo dell'avversaria.
La fanciulla, rallentata nei movimenti dall'incanto Impedimenta castato dall'avversario, riuscì, benchè con difficoltà ad evocare correttamente l'incanto Extinguo sull'intera figura, scongiurando una prossima grave ustione. Egualmente il Caposcuola recuperò la bacchetta in un tempo assai più rapido della "nemica". Essa infatti, ancora sotto l'effetto dell'Impedimenta, non si poteva servire dell'abilità e della rapidità, punti forza importanti se non addirittura fondamentali.
Il turno seguente si sarebbe mostarto assai interessante e tutt'altro che scontato? Cosa avrebbe escogitato l'astuto Corvonero? La giovane Tassorosso, sarebbe riuscita ad ovviare all'inconveniente di rigidità e rallentamento?



Mya Lockhart non è più avvolta dalle fiamme ma pelle delle mani, del viso e del collo presentano ustioni che provocano bruciore e dolore. Continuerà a provare dolore finchè non vi porrà rimedio. Ancora per un turno i suoi movimenti saranno rallentati ed il corpo sarà più irrigidito;
Punti Salute: 130/157
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Patrick Swan ha recuperato la bacchetta; Il braccio è ancora dolente e brucia a causa della fattura pungente. Continuerà a dolere finchè non vi porrà rimedio.
Punti Salute: 132/153
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E' il turno di Patrick
 
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view post Posted on 5/6/2012, 22:54
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Quando Patrick aveva fatto capolino nell’ufficio della preside non avrebbe mai pensato che il suo interesse per gli incantesimi di guarigione potesse prima o poi tornargli utile nei duelli; al contrario, egli aveva ingenuamente sorvolato l’argomento pensando unicamente a guarire gli altri. A pochi mesi di distanza, nella Sala Duelli, la sua opinione cambiò radicalmente.
Probabilmente il fatto di non poter curare il suo braccio con la mano dominante sarebbe stato un problema per un mago qualsiasi, ma Patrick in cuor suo era convinto che un incanto piuttosto potente castato con la mano sinistra avrebbe potuto regalare al Caposcuola l’effetto da egli desiderato.
In quel frangente poco serviva preoccuparsi della sua avversaria: fermarsi per curarsi forse poteva facilitarla, esporsi poteva regalarle un vantaggio, ma Patrick raramente lasciava qualcosa al caso. Aveva scelto un incantesimo che per sua natura contrastava qualsiasi maledizione di media complessità, sperava che qualsivoglia fattura lanciata dalla Tassorosso ne risentisse in qualche modo, affievolendosi o addirittura neutralizzandosi.
Si concentrò sul suo braccio dolorante e sulla bacchetta, tenuta stranamente con la mano sinistra; la rigirò alcune volte tra le dita finché l’ultima posizione non gli parve essere quella più naturale. Levò il suo braccio destro, tenendolo poi a mezz’aria in modo che facesse da scudo contro un eventuale attacco avversario, lo fissò intensamente fin quando il ricordo della pelle rosea e vellutata non tornò vivo nella sua mente, sostituendosi ai segni dell’ustione da poco subita.
Cominciò a muovere la bacchetta creando delle piccole spirali che si divoravano l’un l’altra, lente ma più precise possibili. Muovere il polso sinistro con estrema cura del dettaglio era difficile, Patrick strinse gli occhi per aumentare la concentrazione, non poteva concedersi sbavature, credeva fortemente nelle sue potenzialità e sapeva che il ramo di Pino che stringeva nella mani non lo avrebbe mai tradito. Poi quando la quantità di energia presente nel palmo della sua mano sembrò troppa per essere contenuta dalla natura umana, pronunciò la formula con tono solenne, non grifata, non ostentata, decisa ma delicata, come doveva essere l’ideale medicina.

Recanto.


Aveva sfoderato uno dei suoi assi nella manica, un incantesimo che di sicuro i suoi compagni del secondo anno non potevano ancora conoscere. Quello era il frutto della sua conoscenza e della sua sete di sapere. Curare per far bene agli altri, curare per far bene a se stessi. Curare per sapere ancora, curare per poi ferire chiunque si fosse messo sulla sua strada. Il dolore e la fatica tra poco sarebbero passati, se solo il Fato l’avesse desiderato. Doveva superare quell'ostacolo, se tutto fosse andato come desiderato, allora il Caposcuola avrebbe restituito la bacchetta alla mano dominante. A breve sarebbe cominciata una nuova fase del duello, se prima si era limitato a darle fuoco, ora Patrick l’avrebbe ridotta in vera e propria cenere.

 
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view post Posted on 6/6/2012, 10:44
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E il calore cessò.
Ma il dolore lancinante che avvertiva tra le dita e sul collo le ricordavano ogni secondo del danno ricevuto. Non sarebbe passato, non voleva passasse così, come una nuvola di zucchero a velo soffiata sul suo viso.
Il dolore vivo doveva tenerla sveglia, attenta, cosciente del fatto che ogni attimo di distrazione sarebbe potuto costarle la vittoria.
Un piccolo sbuffo di dissenso, misto a quel fastidio pruriginoso, e tutto le fu più chiaro. Non bastava, non poteva bastare così poco per farla indietreggiare.
"Sei inutile...un errore...debole...la tua esistenza è nulla..."
Una fitta di dolore le attraversò l'avambraccio destro, che con sforzo stava cercando di sollevarsi. L'incantesimo ricevuto poco prima l'aveva rallentata, quasi ingessata come una mummia. Ogni movimento le risultava aggravato dal doppio del suo peso, come schiacciata da una gravità insopportabile.
"...ridicolmente limitata..."
Chi era a parlare? Aveva davvero importanza?
- Taci... -
"...perchè sei qui allora..."
- Non per te... - ringhiava a bassissima voce, quasi sussurrando a sè stessa.
Quel peso opprimente le stava invadendo il cervello. La mano che impugnava la bacchetta era riuscita con uno sforzo incredibile a risollevarsi, puntando nuovamente al suo avversario. Cosa stesse facendo lui? Mya si scoprì a infischiarsene. Studiare l'avversario non aveva senso.
Nessun cacciatore sparava ad un cinghiale pensando a come avrebbero mugugnato i suoi cuccioli, non vedendolo tornare alla tana. Swan era un ostacolo sul percorso, un ostacolo più grande del solito. Dovunque si sporgesse per guardare oltre, non riusciva a scorgere niente. Se Oltre lui ci fosse stato realmente un percorso da seguire, se abbatterlo le avrebbe permesso davvero di avvicinarsi alla sua meta. Ma Mya purtroppo aveva imparato ad andare solamente avanti, poichè ciò che era dietro non lo conosceva. Aveva compreso che il passato non aveva nessuna rilevanza, quel passato che parlava e continuava a fischiarle "inutile" nelle orecchie.
Sarebbe andata avanti, contro Swan e contro tutti. Come sempre.
Gli occhi viola fiammeggiarono, mentre la presa sul braccio sembrava allentarsi, segno che l'incantesimo aveva iniziato a perder d'efficacia. La sua mente si riempì di bianco assoluto, come un mondo fatto di nulla.
E tra un candore ed un altro iniziarono a farsi spazio dei piccoli riflessi, come rifrazione di una luce esterna. La bacchetta tesa a mezz'aria, dalla posizione iniziale si spostò in diagonale, verso l'alto.
Doveva metterci tutta se stessa, per combattere contro quella gravità opprimente, concentrare ogni forza nei muscoli del braccio, dell'avambraccio e della schiena.
- Fùlcius...adamas - enunciò chiaramente, mentre il braccio disegnava a mezz'aria tra lei e il suo sfidante una vistosa X, con l'incrocio delle diagonali precisamente sul braccio che lui teneva a scudo.
Era il principio della fine. Quella variante d'incanto l'aveva studiata tempo prima, aspettando solo il momento opportuno per utilizzarla. Il vetro che solitamente si sprigionava dalla sua bacchetta le era sembrato un materiale grezzo, povero, quasi quanto la sua conoscenza. Aveva preteso di più.
Qualcosa di più nobile, di più fine e di indistruttibile, come la sua volontà.
Il diamante. Quel riflesso che poco prima si era fatto strada nella sua mente, ora avrebbe trovato realizzazione nella realtà, per mezzo della sua bacchetta di salice e della sua magia. Avrebbe viaggiato con forza e rapidità, libero dai legacci di quel suo impedimento motorio e si sarebbe infranto con violenza sul corpo del caposcuola.
Tanto in un duello non c'erano ranghi, ne gradi.
C'era solo il valore.



 
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view post Posted on 6/6/2012, 16:21
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Il Fato

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Il duello proseguiva misurato, ragionato, perfettamente bilanciato...Eppure si sentivano sempre più vividi e palpabili la voglia di rivalsa, il desiderio di avere la meglio, di sconfiggere l'avversario sino all'annientamento di orgoglio e valore. Tutti e due provati da incantesimi che avevano comportato dolore, piaghe ed ustioni, ancora in piedi, pronti a duellare, non avevano alcuna intenzione di arrendersi.
Era solo l'inizio.
Nuovamente due scelte assai diverse ma entrambe argute. Se da un lato la giovane Tassorosso mirava all'attacco ed a ledere l'avversario laddove già era stato colpito, il braccio destro, l'arguto Caposcuola desiderava la completa guarigione al fine di essere nel pieno di forza ed abilità, con la ferma intenzione di sconfiggere implacabilmente l'avversaria.
Lo studente Corvonero, assolutamente disinteressato di subire eventuale colpo dall'avversaria, si apprestò ad eseguire in maniera magistrale l'incantesimo Recanto riuscendo a guarire ferite e piaghe. Egli aveva avuto il tempo dalla sua parte poichè la ragazza, ancora sotto l'effetto limitante dell'Impedimenta, necessitava di tempo maggiore per concludere la propria azione. Tuttavia ella era determinata e, seppur colta da dolore e forse disperazione, evocò con esito positivo un incantesimo offensivo di medio livello effettuando variabile molto interessante. Ecovato il fulcius, dalla bacchetta della fanciulla Tassorosso sortirono tre proiettili acuminati, terribilmente duri e resistenti, della consistenza e caratteristica del diamante. Il ragazzo fu colpito nuovamente al braccio da due proiettili (- 8 ps). Il terzo si scagliò a vuoto contro la parete. Tale attacco comportò due copiose ferite al braccio che tuttavia provocarono dolore più sopportabile della fattura Exulcero.
La ragazza era riuscita nell'intento. Cosa sarebbe accaduto nel corso del turno successivo?



Mya Lockhart ha ancora pelle delle mani, del viso e del collo che presentano ustioni che provocano bruciore e dolore. Continuerà a provare dolore finchè non vi porrà rimedio. Ha pieno possesso e controllo dei prorpi movimenti e della propria agilità.;
Punti Salute: 130/157
Punti Corpo: 112/115
Punti Mana: 107
Punti Esperienza: 33

Patrick Swan è riuscito a curare il proprio braccio che ora non presenta alcuna traccia di ustione e piaghe. Tuttavia è stato colpito dal Fulcius (- 8 ps) e due ferite vive sono presenti sul braccio destro. Tali ferite generano fastidio e leggero dolore.
Punti Salute: 124/153
Punti Corpo: 110/111
Punti Mana: 112
Punti Esperienza: 28

E' il turno di Mya.
 
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view post Posted on 8/6/2012, 23:02
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Il cuore aumentava sistematicamente i battiti, l'adrenalina che fino a quel momento aveva trattenuto iniziava a smuoversi nel suo piccolo corpo.
I suoi occhi seguirono fino a metà strada la traiettoria dei suoi proiettili, finchè questi non furono arrivati in prossimità dello sfidante. La giovane tassorosso piegò istintivamente sulle ginocchia, facendo scivolare il piede sinistro all'indietro, acquistando una posizione d'attacco/difesa ottimale. Le sembrò quasi di avvertire il flebile suono della pelle violata, intaccata, lacerata.
Non aveva bisogno di accertarsene, doveva continuare ad attaccare finchè il dolore all'epidermide lo permetteva. Mya fortunatamente aveva un grado di resistenza molto elevato, complici svariate disavventure a cui aveva preso parte, volente o nolente. Le cicatrici che riportava su tutto il corpo ne erano un chiaro segnale.
Gamba sinistra deturpata da una lacerazione infetta, polso ustionato in tenera età e svariati graffi derivati da scontri con bolidi o altro. Non temeva il dolore, al contrario, lo stimava.
E resistervi era quasi una lusinga.
Con rapidità e destrezza Mya portò il braccio destro in diagonale davanti al busto, quasi poggiando il polso sulla spalla sinistra. La pelle, tirata nel movimento, le sembrò volersi staccare dall'avambraccio. Strinse i denti e si morse l'interno del labbro, lasciandolo sanguinare a contatto con la lingua.

Doveva andare avanti.
Il polso sfiorò appena la stoffa del suo abito.
- Everte... - enunciò in tono deciso e forte, cercando di imprimere in quel colpo tutta la sua convinzione. - statim! -Il braccio contemporaneamente si era slanciato in avanti, con un movimento leggero ma studiato. La punta della bacchetta in salice puntava ora dritto al suo sfidante, attendendo il momento di vederlo arretrare, o ancor meglio, capitombolare all'indietro. Quell'incantesimo era uno dei suoi punti di forza, poichè in esso Mya aveva scoperto riuscire a convogliare più flusso magico di altri. Forse perchè il suo istinto un po' violento trovava massimo sfogo in quel genere di offensive.
Oppure perchè semplicemente aveva del talento naturale per atterrare i nemici.
In quel corpicino tanto piccolo albergava una forza insospettabile.
Andava solo convogliata nel giusto modo.
Ed anche nel giusto tempo.
Tutto continuava a muoversi, anche se per lei quei secondi restavano congelati tra le lancette di un vecchio orologio.
In attesa di una risposta, di un fato, di uno schianto.
 
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view post Posted on 10/6/2012, 22:12
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- Deus ex Mazza -

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L’aveva vista, aveva percepito ogni centimetro della sua pelle risanarsi, tornare rosea e pallida, più nuova e più pulita; aveva anche sentito il dolore abbandonarlo, quel bruciore intenso ma tuttavia supportabile, il suo braccio era tornato alla normalità.
Pochi secondi, solo alcuni maledetti istanti.
Sorrise di nuovo, cinico e agguerrito. Non c’era più un ustione, ora vi era il sangue, due tagli piuttosto profondi. Non si dava per vinta quella dannata Tassorosso?! Era arsa viva e il dolore non l’aveva ancora fermata?

*Notevole ma...*

Mormorò tra sè il Corvonero, visibilmente compiaciuto.


Trovo i diamanti piuttosto pacchiani, non credi?

La sua voce risuonò decisa e sicura nella vecchia stanza da troppo tempo non utilizzata.
Non gli piacevano le sfide facili, voleva applicarsi per ottenere i risultati, vincere a tavolino come era successo nell’ultima partita di Quidditch gli lasciava l’amaro in bocca.
Mya Lockhart sembrava brava a fare tutto, il suo modo di fare anche piuttosto ostentato non tradiva la sua sicurezza, poteva riuscire in ogni cosa, o meglio, questo era quello che lei pareva credere.
Tutto questo avvenne in un istante, un breve lasso di tempo sufficiente a realizzare che le due ferite non dolevano poi tanto, c’era solo l’odore del sangue, così caldo e scarlatto.
Il caposcuola aveva già fatto la sua scelta, fredda e ragionata come sempre.
Non appena egli vide il braccio della rivale avvicinarsi alla sua spalla seppe che entro pochi secondi si sarebbe trovato al suolo, ma non in maniera gratuita.
La bacchetta di Pino si mosse rapida, decisa, impugnata in maniera dolce ma nello stesso tempo sicura. Sarebbe bastata una sola parola per farla brillare di nuovo ed ella non avrebbe tardato. Il giovane attese fin quando la sua fida compagna non fu puntata precisamente con tro quella dell’avversaria, che la teneva in quell’attimo sulla spalla.

Expelliarmus!

Un solo pensiero: disarmare per non essere abbattuti, come un grosso alce o un cinghiale. Avrebbe sentito il freddo pavimento impolverato sulla sua pelle?
Poco importava se con il bagliore un po’ di sangue sarebbe stato schizzato in avanti. Puntava a far scivolare via l’arma della Tassoroso prima che ella potesse terminare il suo movimento ma, nel caso fosse arrivato troppo tardi, sperava che la giovane maga potesse trovare qualcosa di nuovo da fare nel prossimo turno: la caccia al tesoro.

 
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view post Posted on 11/6/2012, 08:20
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Il Fato

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L'avvincente duello continuava. I giovani Tassorosso e Corvonero, l'una di fronte all'altro, attendevano momento opportuno per attaccare, per violare spazio e quiete dell'avversario, spazzando via forza e salute. Entrambi feriti, sebbene con lesioni di diversa entità ed intensità, essi parevano essere incuranti di dolore e fastidio, o meglio, pur sentendone la vile presenza, lo sopportavano stoicamente e coraggiosamente disposti a tutto per raggiungere la meta: la vittoria.
Sempre a giusta distanza, come non si fossero mossi dalle postazioni iniziali, quasi statici, marmorei, si scrutavano, si osservavano al fine di carpire l'uno le mosse dell'altra. Entrambi avevano piano d'azione ben chiaro nella mente. Un duello fatto di strategia e azione, forza e astuzia, coraggio e passione. Le giuste dosi degli uni e degli altri.
Ancora una volta le azioni si susseguirono quasi simultanee comportando variazione di scenario e posizione in maniera repentina e forse irreversibile.
La giovane Tassorosso, colta da dolore ma mai sopraffatta, evocò con cura e precisione l'incanto Everte Statim. Ancora un attacco. Ancora il desiderio di ferire l'avversario. L'incanto, ben castato, sortì l'effetto desiderato e colpì al petto l'abile Caposcuola Corvonero facendolo capitolare al suolo, poco lontano dalla catasta di sedie prossime alla parete davanati alla quale il ragazzo aveva preso posizione ad inizio duello. (- 18 pc).
Tuttavia, poco prima di essere colpito, il ragazzo riuscì ad evocare l'incanto di disarmo. L'intento era quello di rendere l'avversaria innocua ancor prima di subire l'attacco, ma ciò non avvenne. La ragazza fu raggiunta da un efficace Expelliarmus ad attacco avvenuto che la colpì al braccio, comportandone il disarmo. (- 10 ps). La bacchetta come lanciata di proposito, finì contro la lavagna posta in prossimità della parete, alle spalle della fanciulla, cadendo ai piedi della lavagna stessa.
Ora erano entrambi assai distanti l'uno dall'altra, uno steso a terra, supino, l'altra in piedi ma senza difesa e protezione, privata di bacchetta.
Ebbene, lo scenario stava mutando. Gli equilibri presto si sarebbero infranti ed uno dei due, inesorabilmente avrebbe avuto la maglio. Il duello cominciava in quell'istante.



Mya Lockhart ha ancora pelle delle mani, del viso e del collo che presentano ustioni che provocano bruciore e dolore. Continuerà a provare dolore finchè non vi porrà rimedio. A partire dal prossimo turno, Mya perderà 1 pc ogni due turni se non si curerà. E' stata disarmata. (- 10 ps) La sua bacchetta si trova ai piedi della lavagna, in prossimità della parete alle sue spalle.

Punti Salute: 120/157
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Patrick Swan presenta ancora due ferite che sanguinano sul braccio destro generando fastidio. E' stato colpito al petto dall'incantesimo Everte Statim. (- 18 ps). L'irruenza del colpo subito lo ha fatto cadere a terra supino, in prossimità della pila di sedie accatastate vicino alla parete alle spalle del ragazzo.
Punti Salute: 106/153
Punti Corpo: 110/111
Punti Mana: 112
Punti Esperienza: 28

E' il turno di Patrick

Edited by MasterHogwarts - 11/6/2012, 10:17
 
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Il volo non fu piacevole e nemmeno il colpo sul petto. Il giovane Swan seguì il percorso dell’incantesimo appena scagliato dalla Tassorosso fin quando non fu troppo vicino, poi senti un botto e il dolore del corpo cadere per terra. Per un istante volle fermarsi, lasciarsi abbandonare al suolo, chiudere gli occhi e dormire: dormiva così poche ore per notte che trovarsi in quella posizione non poteva che scatenare un primitivo desiderio che lo invogliava a concedersi una meritata pausa.
No, non era il momento, decisamente.
Il dolore non era una motivazione sufficiente ad arrestare la sua furia, pensò ad alzarsi immediatamente, non sapeva se fosse riuscito o meno a disarmare la Lockhart. Poggiò il pugno destro al suolo per non perdere la bacchetta ed subito sentì i lembi della sua pelle allontanarsi in corrispondenza dei tagli, bruciava, ma di rabbia e non sofferenza.
Patrick avvicinò le sue gambe al petto ripiegandole mentre alzava la schiena facendo forza con le sue due forti braccia; ora poteva vedere con piacere che le mani della Lockhart erano vuote e ciò che doveva stare nel suo pungo giaceva per terra, vicino alla grade lavagna.

*Ferma lì!*

Pensò il Corvonero come se potesse dare degli ordini all’avversaria, ci avrebbe comunque pensato lui in un modo o nell’altro. Il fatto che fosse seduto non gli impediva di scagliare incantesimi non sarebbe stato con le mani in mano ad attendere. Spostò il suo peso sulla mano sinistra, liberando la bacchetta.

Petrificus...

Si mosse rapida, decisa come la falce del Tristo Mietitore simulando una frustata verso l’alto, come quella del Domatore per dominare i suoi animali, mentre il giovane enunciava la prima parte della formula.
La bacchetta di Pino, era tenuta in una stretta dolce e sicura, l’abbraccio di chi la guidava ma nello stesso tempo l’adorava: una presa decisa tanto severa quanto stretta.
Si sarebbe fermata in corrispondenza della Tassorosso, al Corvonero non importava cosa avrebbe fatto o quale subdola strategia avrebbe messo in atto; i suoi occhi di falco l’avrebbero seguita anche in capo al mondo se fosse stato necessario; per di più, l’arma della Lockhart era finita proprio alle sue spalle, sarebbe stato facile colpirla qualora si fosse spostata per recuperarla.


Totàhlus!!

La mano del Caposcuola si era già fermata quando egli terminò la sua formula. Aveva avvistato la preda e aveva attaccato, cinico e distaccato. Nella sua mente vi era solo un immagine, la statua del Laoconte, la sua preferita, così lucida fredda e passionale, un capolavoro dell’arte, una celebrazione della bellezza dell’uomo e della potenza del mito. La sua avversaria sarebbe stata intrappolata nella sua stessa pelle, dura come il marmo, se solo il fato l’avesse voluto. Si era giunti ad un punto cruciale del duello, ogni errore poteva essere fatale, bloccare l’avversaria micidiale.

 
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view post Posted on 11/6/2012, 16:04
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- Pacchiani Swan?...forse solo al pari della tua capigliatura -
Le battute non mancavano, anche se a parlare in quel frangente erano le bacchette più che le loro lingue. Non c'era tregua, ne attesa.
Tutto continuava a scorrere inesorabilmente.
I loro due incantesimi si incontrarono a metà strada, sfiorandosi con una precisione impeccabile e colpendo i rispettivi obiettivi. Vide il caposcuola venire sbalzato all'indietro dalla forza d'impatto del suo incanto, e nello stesso istante si sentì sfilare dalle dita ciò che più le era cara.
La bacchetta di salice sfuggì indelicatamente dalla sua presa, sfregandole malamente la pelle già irritata della mano.
*Dolore...e indignazione* grugnì il suo pensiero, mentre le gambe leste si mettevano in movimento. Il suo avversario aveva fatto un gran bel volo, il che le forniva qualche secondo di copertura per fargli dono anche delle sue spalle. Le gambe allenate la portarono vicinissimo alla lavagna, ma all'orecchio le giunse una voce, il principio di un incantesimo che non le piaceva per nulla. Specie in quella condizione. La bacchetta era caduta ai piedi della lavagna, ma al momento sentiva di aver guai maggiori a cui pensare.
D'istinto si infilò nello spazio tra la lavagna e il muro, portando il piede sinistro a contatto con la gamba del mobilio e la spalla destra contro la parete. Fece forza con tutto il suo corpo, riscoprendo un dolore nuovo sulla pelle che ora premeva contro la pietra. Le gambe fortunatamente avevano risentito meno dell'incendio di poco prima e avevano ancora forza sufficiente a sostenerla.
La magia non era tutto, era solo una compagna che aiutava a prendere il volo. Ma come in ogni altra cosa bisognava adattarsi, modellarsi, trasformarsi a seconda delle situazioni. Avere uno spirito mutabile.
Questo era il suo punto di forza.
Spinse con forza sulla gamba della lavagna, con la viva intenzione di farla cadere in avanti, prendendosi eventualmente l'incantesimo avversario al posto suo. E una volta schiantata al suolo le avrebbe fornito anche un ottimo riparo da cui ripartire. La bacchetta era vicinissima.
Giusto il tempo di accucciarsi e l'avrebbe nuovamente stretta tra le dita doloranti.


Edited by ~mya~ - 11/6/2012, 17:32
 
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view post Posted on 15/6/2012, 08:56
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Il Fato

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Incantesimi castati alla perfezione. Nulla lasciato al Caso o all'approssimazione. Tutto calcolato, ponderato, scelto, studiato e deciso. Come se tra un turno ed il successivo vi fosse tempo di sostare e pensare a giusta mossa da eseguire, con sangue freddo e prontezza, essi si muovevano lungo il “Campo di battaglia” con la medesima cura di studiata strategia. La situazione presente vedeva in posizione di vantaggio il giovane Caposcuola. Egli era sì stato colpito dall'Everte Statim, ma pur caduto a terra supino, brandiva ancora la fedele compagna, la bacchetta, pronto dunque ad attaccare nuovamente l'avversaria. Senza esitazione e con chiaro intento di impedire alla forte Tassorosso di riconquistare la propria bacchetta perduta nel corso del turno precedente, egli evocò l'incanto Petrificus Totalus. Nel contempo, la ragazza, udito l'incedere dell'incantesimo prossimo a colpirla, con astuzia fece scelta saggia ed arguta: difendersi, mettersi al riparo e ritardare a momento successivo la ripresa, la proprietà della fidata arma. Riuscendo a posizionarsi di taglio dietro la grande lavagna, sperando essa divenisse scudo e cavia, attese l'imminente attacco oramai prossimo. Attacco che non tardò a raggiungerla e...A colpirla, benchè solo lievemente data la distanza tra i deullanti e l'ottima intuizione difensiva della fanciulla, alla gamba sinistra, sì riparata, ma parzialmente esposta (- 12 ps). Arti inferiori andarono via, via irrigidendosi, come pietrificati, saldamente ancorati al pavimento. La stessa lavagna, parzialmente colpita dal medesimo incantesimo, seppur sospinta dalla ragazza al fine di farla capitolare, rimase salda nella propria posizione, conferendole tuttavia, con una certa fortuna, ancora riparo e parziale protezione. Solo gli arti furono bloccati. Gambe, busto, capo, erano ancora dotati di movimento.
Situazione difficoltosa per la giovane Tassorosso. Come recuperare la bacchetta senza essere nuovamente colpita?



Mya Lockhart ha ancora pelle delle mani, del viso e del collo che presentano ustioni che provocano bruciore e dolore. Continuerà a provare dolore finchè non vi porrà rimedio. Mya perde 1 pc ogni due turni (- 1pc) se non si curerà. La sua bacchetta si trova ai piedi della lavagna. E' stata colpita dal Petrificus ma ha solo gli arti inferiori pietrificati. (- 12 ps)
Punti Salute: 108/157
Punti Corpo: 111/115
Punti Mana: 107
Punti Esperienza: 33

Patrick Swan presenta ancora due ferite che sanguinano sul braccio destro generando fastidio. E' in piedi in prossimità della parete opposta alla posizione di Mya.
Punti Salute: 106/153
Punti Corpo: 110/111
Punti Mana: 112
Punti Esperienza: 28

Tenete presente che siete molto distanti l'uno dall'altra. Siete partiti da una distanza di 8 metri circa l'uno dall'altra. Ora siete a 12/15 metri di distanza. Consiederate questo aspetto a partire da adesso.
Altra postilla: Mya, nonostante fossi la seconda a postare e, pur avendo postato ampiamente nei termini consentiti (quindi non è successo niente di rilevante), ti chiedo di non modificare i post. ;)

E' il turno di Mya


 
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view post Posted on 17/6/2012, 14:09
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Dannati orrorierrori ortografici xD
Messaggio ricevuto *^*



La lavagna traballò alcuni attimi prima di riprendere la sua posizione di partenza.
Non aveva avuto l'esito sperato, ma in qualche modo sembrava aver preso l'incantesimo al suo posto. Provò a spingerla con una mano per sincerarsene, e sì, il mobilio sembrava aver aumentato il suo peso, appesantendosi nella parte bassa.
*Bene...oppure no*
Con stupore si accorse che lo stesso, buffo, effetto, era toccato anche a lei, seppur in minima parte. Le sue gambe, piantate a terra come colonne romane, le impedivano qualsivoglia movimento. Grugnì dissenso, osservando la bacchetta ancora a terra, a pochi passi da lei. Doveva tornarne in possesso al più presto e concludere quel duello, senza devastare ancor di più il suo corpo. La pelle delle mani e del viso doleva ancora, ma a forza di resistervi sembrava diventato un dolore costante, naturale. Come un muscolo sforzato nell'atto di sollevare un peso.
La lavagna le forniva ancora un ottimo scudo e le gambe non avrebbero risentito più di così. Il problema era rappresentato dalla parte di corpo ancora illesa e che presto si sarebbe mostrata scoperta, nell'atto di recuperare l'asticella di salice.
Sapeva che l'avversario non aspettava altro. Ma allora come muoversi in una simile situazione?
L'idea arrivò, chiara e inaspettata. La risposta era in lei, non aveva bisogno di altro. Ricordava le prime lezioni di incantesimi, sulle bacchette e la loro funzione, un discorso avuto con il professor Peverell, poi i suoi addestramenti in solitaria. Certo, era una cosa nuova, che non aveva mai provato prima, ma non era forse questa la vera essenza della magia? La volontà che generava l'incanto stesso?
Non erano in fondo le bacchette ad offrire al mago la magia, ma la stessa forza elementale che fluiva nell'essere a dominare e sfruttare quel piccolo catalizzatore. Doveva concentrarsi, ascoltarsi fino all'angolo più estremo del suo corpo. Cercava qualcosa, quel flusso che si smuoveva assieme al suo sangue.
Lo avvertì all'altezza della nuca, come uno strisciare incerto che tendeva a disperdersi per il corpo. Cercò di focalizzarsi su di esso e di convogliarlo verso la sua spalla destra, ancora leggermente premuta contro la pietra del muro. E dalla spalla scendeva verso l'avambraccio, le formicolava sul polso e le arrivava dritto e penetrante all'interno della sua mano. Il pugno si dischiuse e il palmo aperto venne rivolto verso il pavimento, in corrispondenza dell'oggetto perduto.
Sentiva che era il momento giusto.
- Accio Bacchetta! - enunciò in tono deciso, agguerrito e tenace. Al contempo però chiuse gli occhi, quasi timorosa di scoprire con delusione che la sua forza non era sufficiente a colmare quella piccola distanza.
*No! Non esiste...!*
*Ti arrenderai all'evidenza?*
*Non accadrà, quindi risparmiati il sarcasmo!*
Tutto tornava ancora una volta nelle mani del fato.
 
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view post Posted on 19/6/2012, 22:47
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- Deus ex Mazza -

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Agile è astuta, furba e rapida come una lepre, anzi no, un coniglio. Mya Lockhart si era nascosta dietro la lavagna che stava alle sue spalle, era corsa all’indietro sperando di evitare la fattura del Corvonero e aveva anche rischiato di farcela. Il Fato tuttavia non era stato clemente, le sue gambe si erano irrigidite come fossero diventate di marmo, erano rimaste esposte alla mercé del Caposcuola, sebbene il resto del corpo si trovasse al sicuro dietro il sottile ma duro muro di ardesia.
Conscio del fatto che la distanza si fosse fatta troppo lunga per essere tralasciata, il Corvonero si era mosso subito in avanti con passo lesto e deciso, con la bacchetta costantemente puntata verso ciò che era ancora visibile della Tassorosso. Si spostava sì verso la lavagna ma spostandosi leggermente a sinistra, la gamba della lavagna forniva un misero scudo e visto il suo progetto di attacco doveva liberarsene, o per lo meno essere sicuro che non avrebbe infierito. Dopo tutto non doveva far del duello qualcosa di statico: così come cambiavano le situazioni, anche i duellanti si sarebbero mossi; la capacità di adattarsi avrebbe fatto la differenza.
Stava per agire, per mettere in pratica il suo piano diabolico quando udì le parole dell’avversaria.

Accio Bacchetta!


Accio? Accio Bacchetta? Era forse andata fuori di senno? Persino un nuovo smistato avrebbe saputo che l’accio è possibile solo quando la bacchetta è nelle tue mani, e per di più nelle sue letture mai aveva sentito parlare di maghi tanto esperti da compiere incantesimi senza bacchette, c’era qualcosa su una specie di setta, gli elementalisti, nel reparto proibito, ma al Corvonero pareva qualcosa di troppo potente per essere reale. Sorrise cinicamente ricreando sul suo viso quell’espressione ormai fin troppo frequente. Il suo cervello aveva cominciato a macinare le idee una per una e finalmente trovò quella giusta. Avrebbe fatto cadere la copertura di quella codarda, nascondersi, dov’era la fierezza e l’ardore che tanto decantava sul campo da quidditch? Swan non aveva dimenticato il bolide gratuito, sebbene questo si fosse scontrato sulla sua corazza senza produrre troppo dolore.
Cercò di rimettere quel ricordo in un cassetto recondito della sua mente, gli sarebbe presto servito ma non ora. Cercò di liberare la mente facendo un respiro profondo mentre servava malefico le gambe grigiastre della Tassorosso. L’avrebbe messa in ginocchio e causato molto dolore, forse peggiore del fuoco, ma d’altronde l’aveva già anticipato, sarebbe stato tutto un crescendo, di passioni e di sofferenza. Quando fu pronto, quando sentì qualcosa bruciare sul suo petto, quando percepì la voglia di infierire scendere lungo il suo braccio per muovere la sua mano, decise che era il momento di proseguire alla fase successiva. Rapidamente il giovane Corvonero compì un movimento semicircolare e discendente con il polso, muovendo la bacchetta in maniera gentile ma decisa, come a voler falciare le gambe della Tassorosso con una falce o una frusta. Improvvisamente il movimento si arrestò, non troppo di scatto ma come per porre un punto e concludere l’esecuzione tra gli applausi di un pubblico assente, la bacchetta rimase tesa verso i piedi della giovane, esposti e da quell’angolazione facilmente accessibili. Esatto, il Corvonero si era astutamente spostato a sinistra per far si che la gamba di legno della lavagna non fosse più un problema. Il tutto fu accompagnato con una parola pronunciata con tono sicuro e quasi come un ordine, una sentenza. Nella voce calda del Caposcuola vi era tutta la volontà di dare il massimo, di vincere:


Pestacallum!

Si trattava di un incanto piuttosto insidioso, malefico e ideato da menti scaltre e fosse ossessionate dalla tortura. Se avesse funzionato la giovane sarebbe caduta per terra dal dolore che gli avrebbe precluso la possibilità di stare in piedi. Probabilmente le gambe avrebbero perso il loro tono marmoreo, ma poco importava, bisognava fare di quello scontro un divenire continuo, Panta Rei diceva qualcuno di tremendamente importante.

 
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