Mya Lockhart vs Patrick Swan, Fase Finale Under 16

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view post Posted on 11/7/2012, 11:32
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- Deus ex Mazza -

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Mi sembra assurdo che lo possa essere, ma va bene lo stesso xD Andiamo avanti!

Edited by Patrick Swan - 11/7/2012, 14:12
 
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view post Posted on 12/7/2012, 22:45
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Il dolore al collo e alle braccia si arrestò sotto il flusso del suo incantesimo, donandole una sensazione di leggerezza inspiegabile. Era come se fino a quel momento avesse continuato a muoversi gravata dal peso di una bestia aggrappata al suo intero corpo. E così come la bestia se n'era andata, anche i polmoni ripresero a lavorare regolarmente, il respiro si fece più calmo e controllato. La mente tornava padrona dopo il piccolo attimo di smarrimento.
Restavano indolenziti i dorsi delle mani e alcune parti del viso, dalla fronte, all'arcata sopraccigliare. In confronto a pochi secondi prima era un dolore sopportabile, al pari di uno schiaffo. Restava il ricordo, saliva l'indignazione. Il suo avversario era ancora a terra, immobile, la bacchetta puntata verso il fondo dell'aula. L'incontro non era finito? Il suo sfidante era inerme, il petrificus quanto ancora sarebbe durato? In una situazione esterna e non regolamentata come i duelli quale sarebbe stato il verdetto?
Lei avrebbe già perso di interesse e se ne sarebbe andata, lasciando il poveretto al destino che il fato prediligeva. Non era da lei infierire su qualcuno di completamente scoperto e indifeso, eppure in quella situazione sentiva di doverlo fare. Gli occhi dell'arbitro attendevano di vedere la prossima mossa, la scelta, l'ago della bilancia che iniziava a pendere da un lato. Un accenno che preannunciava la fine.
La tassorosso dalla posizione a terra, poggiò il palmo della mano sinistra a terra, come sostegno. L'altra si sollevò portandosi all'altezza della spalla opposta, quasi sfiorando la camicia con il polso. Era pronta.
- Everte... -
Nella sua mente l'aria era pervasa dalla polvere, la terra tremava e il vento si riempiva di grida. Aveva bisogno di una forza più grande di quella tentata fino a quel momento, una furia inarrestabile, la potenza di un Dio della morte senza pari. Un vento che viaggiava a 200 km orari, che spazzava via ogni cosa, presentandosi agli sprovveduti come un muro. L'aveva realizzato, quel vento che le si muoveva tra membra e muscoli, stava confluendo sul braccio destro, pronto ad essere guidato dalla sua magia.
- Statim! -
Il braccio della giovane schizzò in avanti, andando a puntare il corpo granitico del caposcuola. Il braccio a terra scaricò tutta la forza della spinta, liberandola dal contraccolpo. Era rimasta volutamente a terra, in quella posizione raccolta. La sua mente aveva calcolato anche gli effetti di un incantesimo lanciato da diverse posizioni.
L'everte statim infatti avrebbe dovuto far capitombolare il ragazzo all'indietro, ma se attaccato da un punto più alto avrebbe rischiato semplicemente di fare "scacco matto" e la pedina sarebbe rimasta sulla scacchiera.
No, quello che Mya voleva era vederlo schizzare all'indietro, riguadagnare metri, portarlo sotto al suo giogo. Da quando era diventata così sadica nel combattimento? C'era sempre stata quella parte così avvinta al desiderio di sopprimere, distruggere, ghermire? O l'alto onore di un tale risveglio sarebbe andato come premio al caposcuola?
*Ti lascio solo quello*

 
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view post Posted on 13/7/2012, 10:11
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Momento di stasi e calma apparente. La giovane Tassorosso, capace di ponderare giusti tempi al fine di approfittare di momentaneo vantaggio per curare dolore e ferite, era riuscita a riacquisir parziale vigore e sollievo da ustioni e bruciore che fuoco ed exulcero avevano provocato. Acume e astuzia l’avevano condotta alla giusta scelta: pensare a sé stessa prima di sferrare colpo d’attacco. In egual maniera, il Caposcuola Corvonero, approfittando di “marmorea” condizione per riprender fiato e vigore, rifletteva sul passo successivo da compiere per portare alla sconfitta l’avversaria. Nessun timore, nessuna paura di essere colpito. Pareva che i piedi avessero nuovamente giusta massa e concentrazione ponderale. Buona notizia in momento di difficoltà. E già la strategia di difesa prendeva corpo e spessore: il ragazzo avrebbe tentato di schivare colpo al petto, utilizzando proprio quella parte del corpo ancora “attiva” : gambe e piedi. D’altro canto la fanciulla, egualmente astuta, ancora in ginocchio, puntava ad attaccare l’avversario e da tale altezza busto, capo, ma anche gambe e piedi erano sotto mira e facilmente raggiungibili da “colpo” di bacchetta.
La fanciulla evocò con cura e dovizia l’incanto Everte Statim in direzione del ragazzo, il quale nel contempo, tentò di capitolare con busto e capo al fine di non essere colpito in pieno petto o pieno viso. L’incantesimo raggiunse e colpì il giovane Corvonero che, sebbene poco prima seduto ed esposto con busto, tirandosi indietro verso il pavimento con corpo e capo, esponeva al colpo comunque gambe e parte del corpo. L’everte statim lo raggiunse catapultandolo, come molla, all’indietro, distendendolo nuovamente al pavimento, supino (- 19 ps).
I duellanti si trovavano ora ad una distanza di 12 metri l’uno dall’altra. La giovane Tassorosso, ancora in ginocchio, il Caposcuola Corvonero, disteso sul pavimento e quasi in prossimità della parete. Ma entrambi, ancora in possesso della bacchetta avrebbero potuto fare grandi cose. L’arbitro attento ed interessato avrebbe atteso la prossima mossa.






Mya Lockhart ha pelle delle mani e della parte superiore del viso che presentano ustioni che provocano bruciore e dolore. Tale situazione viene peggiorata dall’incanto exulcero. Il collo è completamente guarito. Continuerà a provare dolore alle mani e parzialmente al viso finchè non vi porrà rimedio. Mya perde 1 pc ogni 3 turni (ovvero tra due turni). La testa non duole più. E’ in ginocchio.
Punti Salute: 66/157
Punti Corpo: 106/115
Punti Mana: 107
Punti Esperienza: 33

Patrick Swan presenta ancora due ferite che sanguinano sul braccio destro generando fastidio. Il fastidio si tramuta in pungente dolore. Attualmente è disteso a terra, supino colpito dall’everte statim (-19 ps), ma ora può muovere i piedi perchè l'effetto del Verto Plumbeum è scomparso. La spalla sinistra colpita fa male. Busto e capo hanno libertà di movimento. L’effetto del Petrificus è svanito.
Punti Salute: 65/153
Punti Corpo: 110/111
Punti Mana: 112
Punti Esperienza: 28

E’ il turno di Mya.
Avendo Mya avvisato della sua assenza questo fine settimana le concedo il tempo di postare sino a mercoledì incluso.
 
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view post Posted on 16/7/2012, 14:56
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Ringrazio l'arbitro per la gentilezza infinita, non ne approfitterò ulteriormente ^^
Le lancette ticchettavano senza sosta, all'interno di un meccanismo invisibile. L'orologio interno, quello strano ingranaggio che avvisava il corpo di aver quasi raggiunto il punto di rottura, i muscoli avrebbero presto ceduto, l'affanno sarebbe divenuto ingestibile e la vista sarebbe diventata il peggior nemico. Mya sentiva di non essere mai arrivata fino a quel punto, ogni fibra del corpo fremeva scossa dagli spasmi muscolari. Ma anche nel dolore sentiva una soddisfazione senza pari, un mostriciattolo che sembrava godere di quella prova tanto dura. Per la prima volta, da quando aveva messo piede ad Hogwarts, sentiva il vero effetto di tutto il suo potenziale, testava le sue capacità e affinava l'ingegno. Il suo cervello anche nel buio restava vigile, calcolava le variabili, impostava la strategia, pianificava lo scontro adattandosi ad ogni eventualità. Sorrideva, mentre un rivoletto di sangue le scendeva dalla fronte e le disegnava una lacrima rossa sulla guancia.
Era in ginocchio, sulla fredda pietra del pavimento, a molti metri dall'avversario, anch'egli a terra. Un movimento leggero delle spalle di lui e capì che l'incanto di pietrificazione era stato annullato. Certamente non era stato indolore, ma sembrava ancora troppo cosciente, troppo abile, troppo temibile. La sfida sarebbe durata ancora tanto, o poteva bastare un battito di ciglia a capovolgere l'esito?
Gli occhi della tassorosso erano proiettati in avanti, cercando l'occasione che l'avrebbe portata ad abbattere completamente quel bosco impervio che si era presentato davanti a lei. L'istinto decise per lei.
Il corpo, ancora a terra, ruotò di qualche grado verso sinistra, poggiando il peso interamente sulla gamba destra. La bacchetta sollevata a mezz'aria puntata in direzione del corvo, ma non alla sua spalla, ne alla sua testa. Puntava a tutto ciò che in verità si trovava alle sue spalle, alla grande catasta di banchi e sedie che fin dal principio del duello li aveva osservati senza sosta, in disparte.
Era superbia, era follia? Che lo fosse, che la divorasse allora.
- Oppugno simul! -
Il braccio scese di poco cambiando decisamente obiettivo e puntando al petto del caposcuola. Era una sfida a se stessa, non aveva mai oppugnato più oggetti insieme, seppure vi era riuscita con oggetti di grosse dimensioni. Eppure quella massa di oggetti si stava unendo nella sua mente, le gambe delle sedie si fondevano con i pianali dei banchi, i poggiatesta si intersecavano con i braccioli, tutto diventava un insieme indefinito di elementi. Avrebbe travolto il suo avversario, finchè era ancora a terra, se solo il fato le avesse arriso. Quanti ne sarebbe riuscita ad incantare con il suo potere? Dieci, cinque, tre, nessuno? Per cosa aveva sudato tanto in quegli anni?

Il movimento della spalla del mio avversario l'ho dato per scontato se cerca di rialzarsi o fare qualsiasi movimento, se invece mi sbaglio e lui vuole restare a terra l'arbitro è liberissimo di ignorare la mia percezione, come è giusto che sia

ps: non conosco la lingua latina ( e Patrick lo sa benissimo ) ma spero che il vocabolo che simboleggia l'insieme possa andar bene comunque xD
 
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view post Posted on 17/7/2012, 16:41
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Ancora mezzo pietrificato, abbandonarsi a terra si era rivelato ben poco efficace. Probabilmente avrebbe dovuto metterlo in conto, Mya Lockhart non avrebbe mai fatto ricorso a incantesimi particolarmente ricercati, il suo stile era rozzo e grezzo, come lei stessa e tutta la sua casata. L’errore era stato infatti del ragazzo, sopravvalutare l’avversario a volte arrecava più danni che reputarlo innocuo. Così era capitombolato indietro, eseguendo in maniera a dir poco naturale una capriola all’indietro, dal momento che l’Everte Statim aveva integrato il suo stesso movimento. Il lato positivo era rappresentato dal fatto che, per quanto Mya avesse potuto bilanciare i danni, ora lui si trovasse parecchio distante dalla ragazza: scaltro e cinico, avrebbe approfittato di questo piccolo dettaglio, avrebbe avuto più tempo per reagire, per studiare eventuali contromosse in caso di un attacco diretto. Eppure, non avvenne nulla di tutto ciò, il Caposcuola ebbe appena il tempo di individuare la sua posizione e localizzare quella del nemico, quando potè udire le sue parole e il tremolio dei banchi alle sue spalle; inoltre lo sguardò e le parole erano state chiare, “Oppugno Simul”, simultaneamente, e quali oggetti potevano essere scagliati tutti assieme se non gli unici a esseri presenti su quella parete?
Rimase per un millisecondo perplesso, da quel che aveva avuto modo di vedere, le potenzialità magiche della ragazza erano discrete, ma quanti banchi sarebbe riuscita a spostare? Quell’attacco era davvero una minaccia? Non ci pensò molto, aveva già disegnato la sua strategia nella mente, l’intelletto aveva lavorato frenetico e come un freddo calcolatore aveva raggiunto il suo esito. Osservò attentamente i banchi attendendo che si mettessero in moto e contemporaneamente avvicinò la bacchetta, ancora salda nel polso, verso il suo petto. Per lo meno la posizione supina offriva i suoi vantaggi, una visione dell’ambiente a 360 gradi.
Avrebbe atteso ancora, quasi fino all’ultimo momento, dopodichè la sua bacchetta si sarebbe mossa in avanti verso la Tassorosso, esprimendo con i gesti un’unica e serafica intenzione, allontanare qualsiasi oggetto si sarebbe scagliato contro di lui, come respinto da una carica elettrica uguale e contraria. La formula sarebbe stata pronunciata chiaramente con tono deciso, guidando i banchi insieme alla bacchetta verso l’atro lato della stanza:

Esilio Totalus!

Avrebbe deviato tutto ciò che sarebbe stato a lui direzionato, banchi, sedie, spazzoloni, qualsiasi cosa sarebbe stata riflessa verso altra direzione. La scelta di quella variante fu naturale, il ragazzo non ci aveva riflettuto poi molto, doveva esprimere al meglio le sue intenzioni e quello particolare locuzione sembrava rendere onore alla sua forza di volontà. La mente era libera, pronta a colpire con anima e corpo. In cuor suo egli sperava che le armi della Lockhart potessero in qualche diventare pericolosi per la stessa padrona o in qualche modo che potessero frapporsi tra i duellanti, complicando e rendendo più avvincente il duello.


 
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view post Posted on 19/7/2012, 18:45
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Meraviglioso aspetto del presente duello era proprio l’originalità di azioni e tattiche di attacco e difesa, finemente costruite e magistralmente eseguite, tanto da riuscire a rendere la battaglia avvincente e dall’esito incerto momento, dopo momento. L’arbitro, sempre serio e burbero, pareva rinato a nuova vita, fiero del duello che egli stesso stava supervisionando. Chiunque fosse stato il vincitore, sarebbe stato meritevole di gloria. Eppure, anche lo sconfitto, di pari valore, avrebbe dovuto esultare poiché di egual livello. Ad ogni modo, il duello non era terminato. Vi era ancora tempo: altri erano i colpi da vedere, altra la magia da valutare.
Ed anche in tale occasione, l’uno e l’altra mostrarono astuzia ed abilità. Furono evocati due incanti relativamente comuni ma con modalità tutt’altro che scontate. La studentessa Tassorosso, mirando alla catasta di sedie e banchi evocò simultaneamente le une e gli altri. Trattandosi di oggetti accatastati, fu come evocare incanto su un tutt’uno, e, ben dotata, benchè stanca a causa del duro duello, riuscì nell’intento: due “pericolanti torri”, instabili, in caduta libera pericolosamente sul giovane Caposcuola. Ma lo studente Corvonero, altrettanto abile ed acuto, poco prima dell’impatto, riuscì a scagliare in direzione dell’avversaria due sedie ed un banco, sottraendoli al suo stesso colpo da subire. Due banchi ed una sedia, disgregandosi, in caduta, dalle torri “monolitiche” colpirono il ragazzo all’addome conferendo duro impatto (- 7 ps), ma il resto della catasta si posò sul pavimento sparpagliandosi attorno al duellante. Avrebbero potuto essere ottimo riparo in futuro. Il bancho e le sedie rispediti alla mandante non raggiunsero quest’ultima poiché troppo distante; essi si arrestarono a metà strada, distesi, inermi.
Ancora una volta, niente era definito. Il duello pareva essere ancora lungo e l’arbitro ne era entusiasta.






Mya Lockhart ha pelle delle mani e della parte superiore del viso che presentano ustioni che provocano bruciore e dolore. Tale situazione viene peggiorata dall’incanto exulcero. Il collo è completamente guarito. Continuerà a provare dolore alle mani e parzialmente al viso finchè non vi porrà rimedio. Mya perde 1 pc ogni 3 turni (ovvero tra uo turni). La testa non duole più. E’ in ginocchio.
Punti Salute: 66/157
Punti Corpo: 106/115
Punti Mana: 107
Punti Esperienza: 33

Patrick Swan presenta ancora due ferite che sanguinano sul braccio destro generando fastidio. Il fastidio si tramuta in pungente dolore. Attualmente è disteso a terra, supino colpito da due banchi e una sedia (-7 ps) all’addome. Sul suo addome è rimasta solo la sedia. I due banchi giacciono adagiati alla sua destra. La spalla sinistra colpita fa male. Le pile di sedie e banchi, cadendo hanno fatto sì che gli oggetti si siano sparpagliati intorno a Patrick che ora non è completamente visibile a Mya, dato che essa si trova ancora in ginocchio.
Punti Salute: 58/153
Punti Corpo: 110/111
Punti Mana: 112
Punti Esperienza: 28

E’ il turno di Patrick.
Ora la stanchezza diventa costante fondamentale nel corso del duello. I vostri incantesimi saranno più deboli, ma l’attacco subito genererà maggiore danno. Il tutto sempre proporzionato alle vostre stat.

 
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view post Posted on 23/7/2012, 01:38
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- Deus ex Mazza -

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Chiedo scusa per il ritardo, posterò domani in giornata, l'arbitro è al corrente della situazione, spero non sia un problema.
 
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view post Posted on 23/7/2012, 17:36
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- Deus ex Mazza -

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Era stanco di duellare, stanco di avere a che fare con infiniti contrattempi. La Tassorosso pareva avere una fortuna sfacciata, aveva attaccato con incantesimi degni di un primino, non ci aveva messo nulla per deliziare il suo avversario, mentre lui aveva cercato di rispettarla, rendendola vittima di attacchi di classe e ben elaborati.
Una mancanza di rispetto. Aveva utilizzato lavagne, banchi e sedie... che forse i suoi strumenti fossero troppo limitati?
Il Caposcuola afferrò con il braccio sinistro una gamba della sedia che giaceva sul suo ventre, con forza la tirò di lato imprimendogli tutta la rabbia che stava nascendo nel suo corpo. La spalla doleva il braccio bruciava, ma il dolore diventava nuova forza, la sofferenza alimentava il suo corpo e la sua anima. Poi senza più badare al garbo, alla grazia e alla classe, si tirò su col busto piegando la gamba sinistra; di scatto terminò il movimento con un corpo di reni, facendo leva sul braccio omolaterale, l’arto piegato e l’arto piede ancora poggiato al suolo, spingendosi in avanti. Era giunto il momento di abbandonare il suo lato cortese per far spazio a quello più funesto, recondito e spesso dormiente. Tenendo le dita del braccio sinistro a contatto col suolo e la schiena china quasi per camminare a quattro zampe, avrebbe cercato di avanzare al riparo dai banchi che lui stesso aveva lanciato nell’aria. Lo sforzo aveva sottolineato quanto il duello era stato duro, il fiato ormai diveniva pesante, non sarebbe stato possibile proseguire per molto. Procedendo veloce e in quella posizione al riparo dei colpi, si sarebbe portato a ridosso di uno dei tavoli che, giacendo poggiato su un lato, gli avrebbe offerto una perfetta copertura; dopodiché avrebbe atteso il momento propizio e poi estratto parte della testa da un qualsiasi lato e avrebbe eseguito la sua mossa.
Avrebbe puntato la sua bacchetta verso la Lockhart che, nel caso non si fosse alzata, sarebbe stata ancora in ginocchio e, agitando la sua bacchetta da sinistra verso destra in maniera rapida e decisa n direzione del punto posto circa un metro sopra la ragazza, avrebbe enunciato la sua formula:


MA CE DO NIS!

Avrebbe scandito bene le sillabe come richiesto dal manuale in maniera sicura e potente, ma solo dopo aver creato nella sua mente l’immagine di un’immensa cascata di frutta, per lo più composta da pesanti cocomeri e succosi meloni, che avrebbero sorpreso la Prefetta colpendola e spaccandosi contro la sua testa dura e rendendo scivolosa la zona.
Se per un attimo il Caposcuola aveva pensato di lasciarsi sopraffare dalla rabbia, all’ultimo momento sarebbe invece stato in grado di moderarsi nuovamente, per far si che quella forza rappresentasse il suo asso nella manica. Avrebbe di nuovo agito con scaltrezza e con dovizia senza lasciare nulla al Fato, che comunque vi avrebbe messo lo zampino. Piuttosto sperava che il suo modo di dirigersi verso il banco di fronte a lui, caratterizzato da una postura china e dall’andamento a zigzag, potesse metterlo al sicuro da eventuali attacchi.
Se il duello non era ancora finito, presto egli avrebbe avuto il piacere e il dovere di dire l’ultima parola, schiacciando la Tassorosso con le sue stesse mani.

 
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view post Posted on 26/7/2012, 14:21
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L'immagine del mostro che avanzava a passo sostenuto fu di indescrivibile piacere. Gambe di ferro come corna, zampe in legno robuste che stridevano sul pavimento in pietra. Poi l'impatto deludente e il ghigno che svaniva dal suo viso. Come previsto, il ragazzo aveva ancora forza per opporsi e il suo mostro accatastato aveva finito per disgregarsi a terra come un puzzle inutile.
Mya fece forza sul braccio sinistro e si spostò lateralmente verso destra, cercando di arrivare nei pressi del muro senza sollevarsi più di tanto. I banchi e le sedie infatti avevano creato tra i due duellanti una sorta di percorso di guerra, tra trincee e blocchi di legno, offrendo ripari e nascondigli. Bastò un solo attimo di distrazione per perdere di vista l'avversario, che furbamente si era tolto dalla posizione supina cui l'aveva costretto poco prima. Di certo il colpo all'addome l'aveva sentito eccome ed i suoi movimenti non dovevano più essere tanto fluidi e controllati.
*Tu non sei messa meglio...*
Pensò massaggiandosi la spalla destra ancora leggermente indolenzita dalla caduta di alcuni attimi prima. Con la coda dell'occhio aveva visto solo un leggero movimento, attraverso le sedie, non tanto preciso da identificare il caposcuola, ma abbastanza da restringere il cerchio su cui focalizzare la sua attenzione. AL resto avrebbe pensato la magia.
Il braccio destro si sollevò, quasi nascondendo il suo viso, mentre la bacchetta reagiva nel suo palmo. Stavano comunicando, più che ogni altro essere umano fa con un suo simile, comunicavano attraverso il nucleo e l'anima. I pensieri si uniformavano, le immagini venivano condivise, l'ardore pulsava in entrambi gli esseri. La mano scese lasciando il braccio teso in avanti, ma non rigido, quasi quella comunione le avesse donato serenità nuova. Gli occhi puntati verso il punto in cui percepiva la presenza dello sfidante, le labbra che si dischiudevano al suono di un : - Apis oppugno! -
Lei non poteva vederlo, ma la sua magia le avrebbe guidate nella giusta direzione. Non aveva avuto bisogno di focalizzare nella sua mente l'immagine di miriadi di piccole api, non voleva ridurre quell'incantesimo ad un misero incantesimo da primini, nemmeno troppo efficace. Ne aveva focalizzate cinque, più grandi del normale, dal corpo ricoperto di peluria nerastra e grosse antenne giallastre sulla testa a casco. Rabbrividì a quel pensiero tanto definito da sembrare reale, non erano proprio il suo genere di animale preferito, ma al momento le era sembrato ottimo. Vespe Crabro, dal veleno molto più efficace rispetto a quello delle normali api. Paralizzarlo, stordirlo, ormai sembrava diventato un gioco, e chi restava in piedi era chi aveva la pellaccia più dura.
 
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view post Posted on 28/7/2012, 19:43
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Lo scenario di battaglia era variato: non vi era più solo aria e vuoto a separare i due avversari: sedie e banchi fungevano da ostacolo e riparo. Entrambi stanchi e consumati dal duello, non cercavano tuttavia nemmeno un attimo di tregua. Il composto caposcuola Corvonero, diveniva ora agguerrito battagliero: formalità e controllo maniacale, lasciavano spazio ora a desiderio di vittoria e di attacco. La giovane Tassorosso, sempre pronta a superare le difficoltà che sin dall’inizio l’avevano colta, continuava costante e combattiva a resistere. Determinazione e volontà non mancavano ad entrambi. Ed ecco tattiche di gioco nuovamente originali e sorprendenti. Vennero utilizzati due incanti piuttosto comuni ma…dagli effetti volontari molto stravaganti. Se da un lato il Caposcuola Corvonero, intendeva colpire l’avversaria con una caduta dall’alto di cocomeri e meloni sul capo dell’avversaria, la Prefetta Tassorosso, d’altro canto, individuato il “nemico” che con astuzia cercava riparo dietro banchi e sedie, effettuò scelta di invanto “mobile” assai efficace. Il riparo nulla avrebbe potuto di fronte a insetti malevoli pronti a colpire ed a pungere. Entrambi gli incanti sortirono l’effetto desiderato quasi in maniera simultanea: pochi istanti prima che cinque meloni e due cocomeri colpissero la fanciulla sul capo , sulla spalla e sul busto, facendola cadere sul pavimento, faccia a terra (- 13 ps; - 4 pc), la ragazza evocò alla perfezione l’avis oppugno, facendo comparire 4 enormi insetti velenosi che con ronzio spaventoso raggiunsero il ragazzo e lo punsero al collo ed al viso (- 10 ps; -4 pc). Dolore al capo per la ragazza, insieme a stordimento e vista offuscata. Bruciore lancinante quasi insopportabile per l’avversario, gonfiore al volto. La situazione cominciava a volgere verso la chiusura…Avrebbero resistito ancora a lungo?




Mya Lockhart ha pelle delle mani e della parte superiore del viso che presentano ustioni che provocano bruciore e dolore. Tale situazione viene peggiorata dall’incanto exulcero. Il collo è completamente guarito. Continuerà a provare dolore alle mani e parzialmente al viso finchè non vi porrà rimedio. Mya perde 1 pc ogni 3 turni (- 1 pc). E' stesa sul pavimento, faccia a terra. Le duole il capo e stordita, fatica a vedere in maniera chiara e limpida

Punti Salute: 53/157
Punti Corpo: 101/115
Punti Mana: 107
Punti Esperienza: 33

Patrick Swan presenta ancora due ferite che sanguinano sul braccio destro generando fastidio. Il fastidio si tramuta in pungente dolore. La spalla sinistra colpita fa male. E' stato punto dagli insetti “geneticamente modificati” e prova un dolore lancinante, quasi insopportabile. Ciò compromette la sua concentrazione. Perderà 3 ps ogni turno finchè non si curerà o porrà rimedio.

Punti Salute: 48/153
Punti Corpo: 106/111
Punti Mana: 112
Punti Esperienza: 28

E’ il turno di Mya.
 
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view post Posted on 30/7/2012, 12:29
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Sì forse era vero, ogni calcolo che il caposcuola aveva fatto di lei era giustificato e razionale. Lei era una tassorosso, una mente semplice, forse nemmeno troppo brillante anche se i voti scolastici dicevano tutt'altro. Infatti al solo sentire nominare quello strano tipo di formula, Mya non era riuscita a comprendere cosa lui avesse in mente.
Finchè un colpo non la sorprese alla spalla, ed un altro alla testa, ed un altro ancora alla schiena, facendola cascare in avanti, faccia a terra. La sua mente aveva immaginato piogge di fragole e fiumi di pesche, ma quello che le era piovuto addosso aveva diversi centimetri di circonferenza in più. Ed una coccia fin troppo spessa e pesante. I grossi meloni evocati si erano frantumati a terra, spaccandosi in più parti e lasciando colare a terra il prezioso e zuccheroso contenuto.
*che spreco...* ghignò sarcastica, cercando di mettere a fuoco la situazione. Ma il forte colpo ricevuto sembrava averle annebbiato momentaneamente la vista. Dov'era l'avversario? Si era forse spostato? Non aveva tempo da perdere in simili domande, aveva ancora gli altri sensi, e per quanto ne sapeva in mancanza di uno gli altri si acuivano. Tese l'orecchio, pronto e attento a percepire anche il più piccolo spostamento, l'olfatto era invaso dal forte odore della frutta infranta. Il braccio destro era stato portato in avanti, sempre strusciando sul pavimento, mentre il sinistro faceva leggermente presa sul gomito per cercare di risollevarsi un minimo.
Sentiva il dolore, e più ne avvertiva il pungente fastidio, più il suo desiderio di rivalsa si faceva forte. Sentiva il corpo avvampare di calore, di irritazione. Strisciava fuori dal suo cuore, si muoveva lungo le spalle, giungeva al braccio e d infine prendeva forma.
- Incendio! -
Enunciò mentre la bacchetta puntava all'intera area davanti a sè, che per quanto ricordava era l'ultima zona in cui aveva sorpreso l'avversario. Non sperava di centrarlo in pieno, sarebbe stato chiedere troppo persino al fato. No, la tassorosso ricordava perfettamente la presenza di banchi e sedie, forse anche della lavagna, tutta attrezzatura interamente in legno. E quale peggior nemico per quel morbido elemento, fin troppo vecchio e debole? Il fuoco avrebbe attecchito direttamente sui mobili, sarebbe avanzato alimentandosi delle proprie fiamme, avrebbe ferito il caposcuola o almeno avrebbe tagliato lui ogni via di fuga.
In pochi secondi la vista sembrò tornare stabile, più nitida e meno confusa.
Cosa avrebbero visto i suoi occhi?
 
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view post Posted on 1/8/2012, 15:39
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Si alzò di scatto, non appena il suo sguardo si distolse dai meloni e dalle angurie che una dopo l’altra stavano colpendo la sua avversaria, vittima del bruciore e dal dolore che gli invase il collo e il viso. Api, insetti così grandi da sembrare albicocche lo avevano appena punto, iniettando il loro subdolo veleno. Sorrise cinico stringendo i denti per non urlare, nonostante tutto aveva l’amara consapevolezza che sarebbero morte inevitabilmente, sventrandosi da sole nell’abbandonare i propri pungiglioni. Nel frattempo, Mya Lockhart aveva di nuovo raggiunto il suolo, il Caposcuola la poteva vedere ben distintamente, nonostante il viso cominciasse a gonfiarsi; qualcosa gli suggeriva che a breve sarebbe tutto finito, che il veleno sarebbe entrato in circolo debilitandolo con un andamento esponenziale, era ora di agire, ora di farla finita. Il dolore, la stanchezza, la fatica, la pressione si stavano sommando in un turbinio di emozioni che presto avrebbero oscurato i pensieri del Corvonero e l’avrebbero spinto ad agire in maniera quasi incontrollata e selvaggia; la frustrazione di trovarsi ancora nel bel mezzo di un duello che, se solo il Fato avesse voluto, sarebbe potuto finire minuti fa diveniva sempre maggiore e, unendosi con la tempesta già sfuriante, si stava trasformando in rabbia. Entrambi i duellanti si trovavano oramai in condizioni disperate, oramai non vi era più tempo per pensare, non vi era più la forza per definire strategie, il corpo avrebbe reagito guidato solo dall’animo e dal cuore, che mai come ora bruciavano ardentemente nel petto del ragazzo. Superò il banco, compiendo due passi verso l’avversaria e reggendosi su di esso per prevenire gli effetti del veleno e quando si trovò di fronte alla Tassorosso seppe che era giunto il momento di farla finita. Portò la bacchetta sopra la sua testa e, come se avesse raccolto tutte quelle passioni che ormai ne turbavano l’animo nella sua bacchetta, il peso sopra di lui divenne insopportabile, l’ira troppo esplosiva per riuscire a contenerla come aveva fatto il turno precedente. Aveva raggiunto la sala dei duelli aspettandosi un incontro nettamente differente, stimolante e inusuale, fatto di attacchi corretti e definiti da intenzioni concrete. Così non era stato, errori banali erano stati commessi, a volte l’avversaria aveva preferito scappare altre puntare alla bacchetta del nemico, cercando inutilmente di renderlo innocuo. La poteva scorgere in maniera chiara nonostante la vista cominciasse a farsi tremolante: giaceva per terra ricoperta dalle scorze della frutta che ivi l’aveva sbattuta, aveva agitato la bacchetta e pronunciato l’incantesimo lanciafiamme, quello con cui il ragazzo aveva cominciato. Fu la goccia che fece traboccare il vaso, come osava cercare di finirlo con la stessa mossa da lui scelta per metterla in difficoltà? Dove era finita l’originalità di Mya Lockhart, sapeva che poteva fare di molto meglio, perché si ostinava a comportarsi con lui come una del primo anno? Senza aspettare la mente, l’animo esplose e il corpo si mosse, se l’incontro doveva finire in quell’istante Patrick Swan avrebbe concluso col botto. Ripensò per un instante alla situazione che gli aveva permesso di apprendere il suo incanto più potente, quello che più di ogni altro rifletteva la sua filosofia, se ne riempì i polmoni e per il giovane fu come respirare nuova aria pura.

*Il tesoro del cielo è la verità dell'universo, è il mondo della perfetta armonia.
Esso è chiamato arte che contiene sia attacco che difesa.*

Il braccio si mosse compiendo nell’aria un cerchio che, nonostante il Caposcuola non potesse esaminare con gli occhi, sentiva essere stato compiuto nella maniera più precisa possibile. Fissando il suo bersaglio a terra, quasi inerme, visualizzando il fuoco che in quel momento si aspettava partisse dalla sua bacchetta, liberò tutta la sua ira con un urlo che distrusse in un attimo la sua immagine pacata e controllata, modificandone l’espressione, palesando il fuoco che oramai bruciava nel Corvonero.


IRACUNDIA!

Sicurezza, decisione, rabbia, forza di volontà, animo, intelligenza, superbia, arroganza, intolleranza, tutti i lati del Caposcuola sembrarono voler fuoriuscire dalla bacchetta. Un cerchio per un obiettivo, un cerchio per attaccare, un cerchio per ferire, un cerchio per difendersi, un cerchio per non perire. Probabilmente il giovane avrebbe brillato come una stella in punto di morte, sarebbe esploso e poi collassato, il veleno avrebbe forse fatto effetto, un minuto in più o in meno non faceva differenza, voleva solo porre fine al dolore delle botte, delle punture e dei tagli, voleva porre fine al duello, magari da vincitore.

 
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view post Posted on 1/8/2012, 19:00
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Il Fato

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Ed ecco il momento cruciale, l'attimo che avrebbe designato il vincitore, benchè entrambi si fossero comportati in maniera egregia, originale, corretta, da veri duellanti. L'arbitro era orgoglioso e compiaciuto per avere arbitrato duello di così grande spessore. E benchè tra i due avversari fosse chiaro non scorresse buon sangue, essi avevano agito sempre nel rispetto l'uno dell'altra, spesso comprendendo e non approfittando dei momenti di difficoltà ora della giovane Tassorosso, ora del Caposcuola Corvonero. Sempre attento e vigile al dovere, il vecchio canuto si avvicinava al fine di valutare attentamente quella che sarebbe stata la stoccata finale.
Due incantesimi di attacco assai differenti per caratteritiche qualitative ma molto simili nella sorgente dalle quali scaturivano. Un incendio castato per passione, ardore, forza, coraggio della sorprendente studentessa Tassorosso; un incantesimo Iracundia, evocato in momento estremo dall'arguto giovane Corvonero, colto da spasmodico desiderio di porre fine a quel duello e di risultare il vincitore. Entrambi gli incanti sortirono l'effetto desiderato, ma uno dei due risultò più intenso dell'altro. Tanto da scegliere il vincitore.
L'iracundia colpì in pieno la ragazza Tassorosso comportandone una disfatta benchè onorevole.
Il duello termina qui. E' stato un combattimento lungo e ricco di colpi di scena. Siete riusciti ad entusiasmarmi ed avete condotto un duello corretto fino alla fine. Il vincitore è il Signor Swan.
Tuttavia faccio i miei complimenti non solo al vincitore ma anche alla degna avversaria che egli ha incontrato.



Vince Patrick. Siete stati entrambi molto bravi e mi sono divertito ad essere arbitro di così bella battaglia.
 
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