Stava per rispondere a Carmela, la sua capitana, quando la vicepreside interruppe le sue elucubrazioni con le premiazioni.
Rapide ma purtroppo non indolori, esse arrivarono come un fulmine a ciel sereno. Dannazione, terzi in tutti i campi. Beh, almeno non erano ultimi come l'anno prima. La vittoria, sì, la vittoria, era un piatto che andava consumato lentamente, conquistato morso dopo morso, uccidendo chiunque tentasse di mangiarselo al posto tuo.
Sorrise pensando all'anno successivo, quando avrebbero conquistato vette più alte e, silenziosi come serpenti, avrebbero raggiunto la vetta sbeffeggiando gli avversari. Applaudì per gli alleati di quell'anno, i Corvonero, che, doveva ammettere, si erano meritati quelle coppe. Erano bravi, gli unici che si erano meritati di poterli battere sul campo.
Molti festeggiamenti sarebbero seguiti per i giorno a venire, l'euforia non sarebbe terminata quella sera. Si guardò intorno, ma non riuscì a vedere Raven da nessuna parte. Dov'era, ora che la sua casata doveva festeggiare?
Aggrottò nuovamente le sopracciglia, e si tolse il lungo becco finto posandolo sul lungo tavolo, proseguendo a sorseggiare lievemente l'acquaviola. Era particolarmente alcolica, era meglio non esagerare.
Un intervento della preside Caroline Dalton si introdusse nuovamente ad interrompere i suoi pensieri. C'rano altre premiazioni, soprattutto nel quidditch. Patrick vinse il premio come miglior battitore. Sì, era una furia, doveva ammetterlo, su quella Gelbstrum ci sapeva fare eccome. E anche come carattere e grinta, non aveva niente da invidiare ai leoni. Poi Raven, come miglior cercatore. Lo era, era il migliore. Finalmente lo vide salire sul palco e stringere la mano alla Dalton mentre ritirava il suo premio.
Poi, il suo cuore si fermò per un istante. Aveva detto Aryadne Cavendish?
Miglior Cacciatrice?
Le labbra le si schiusero e quasi le cadde il calice di mano, tanto che dovette rapidamente poggiarlo sul tavolo per evitare di fare un guaio. Ancora non realizzava, riuscì a capire qualcosa quando si ritrovò davanti alla Dalton, le ovazioni e le grida dei Serpeverde le avevano riempito le orecchie e si rese conto che era arrivata lì spinta da molte mani serpeverde e corvonero.
Strinse la mano a Caroline Dalton, l'espressione del volto austera e seria, il corpo stretto nel fasciante abito nero che quasi le impediva di respirare, anche se forse in quel momento non sarebbe riuscita a respirare nemmeno se fosse stata nuda.
Scese dal palco col proprio premio in una mano, l'altra che salutava e ringraziava il pubblico e le persone che più si stavano complimentando con lei. Terminò in fretta, e si ritrovò in mezzo alla sala, la Dalton ancora proseguiva con le premiazioni, ma a lei non interessava. Come furente lo sguardo correva da un angolo all'altro della sala, ai miliardi di volti, molti sconosciuti, finché non vide stagliarsi nettamente i lineamenti orientali di Raven, nella sua maglia verde e nella sciarpa argentata. Lui portava i colori di lei, lei i suoi.
Si fece strada tra la folla raggiungendolo in breve tempo. Pareva scocciato, probabilmente non amava le feste. Anzi, lei sapeva che lui non amava proprio le feste, ci andava solo per fare presenza, e a volte nemmeno quella.
Gli sorrise gentile e indicò con un cenno il premio che lui stringeva tra le mani.
-Complimenti, bel premio.- gli disse, lo sguardo che comunicava molto di più di ciò che le labbra sussurravano.