Nulla era più bello che vedere il proprio avversario piegarsi sotto la potenza di un attacco... tuttavia, il Fato non risparmiò neppure il giovane Patrick.
Preso dall'esecuzione del Bombarda, non potè attuare una mossa difensiva a fronte della saetta vermiglia che vide scagliarsi contro di lui. All'impatto con la stessa, un indicibile dolore oppresse le sue membra, alimentato dallo schianto che lo costrinse di nuovo supino sul legno della pedana.
Debolezza, e un'improvvisa difficoltà nell'impartire ordini ai propri muscoli, gli suggerirono di esser in una situazione alquanto complicata, per la quale doveva trovare un pronto rimedio, prima di pensare allo sviluppo del duello.
Rimase immobile per un tempo che parve infinito, intento a recuperare ossigeno a sufficienza per uscire da quella fastidiosa debilitazione. Gli era impossibile compiere anche il minimo sforzo, tranne che aprire gli occhi, e scrutare l'ambiente con la vista annebbiata dallo sconforto.
Come un'eco giunse alle sue orecchie la voce dello sfidante, una parola difficile da captare in quello stato, e ancor più da associare ad un probabile incantesimo. Convinto di essere sull'orlo del baratro, tentò il tutto per tutto in uno sforzo non eccessivo, atto a verificare la posizione dell'auror e lederlo con qualche attacco di semplice esecuzione, considerate le sue condizioni fisiche e psicologiche.
Si fece forza, attento a non commettere passi falsi, e sollevò a stento il capo, raddrizzando le spalle in modo da trovarsi con la visuale direzionata su Chris. Strizzando le palpebre per vedere meglio, potè osservarlo sul terreno, intento a compiere un'esecuzione a lui estranea, sempre più vicino a sopraffarlo. Raccogliendo le poche energie ancora presenti, scavò fra le sue conoscenze, e solo dopo qualche secondo di riflessione dovette arrendersi all'idea di non poter attaccare "direttamente il nemico".
Senza pensarci troppo, sapendo di non poter fare molto, optò per ostacolare la riuscita dell'attacco avversario. La sua decisione ed i suoi sforzi si concentrarono sulla bacchetta avversaria, mentre il desiderio di vederla nelle condizioni di non poter adempiere i suoi doveri principali lo riempiva di forza. Sostenendosi con il braccio sinistro poggiato sul terreno, sollevò con quanta fermezza avesse in corpo la mano armata, irrigidendo il polso una volta indicata verso la bacchetta avversaria.
Virgee...
Un sussurro, e la mano si mosse repentina in una stoccata dall'alto verso il basso, cercando di coincidere infine con la traiettoria cui mirava la punta avversaria.
Confundo!
Una mossa azzardata, ma altro non poteva fare. Era ridotto in pessime condizioni, e sperava solo che l'incanto dell'avversario risultasse poco efficace.
Nessuno dei due sfidanti aveva intenzione di demordere, neanche a pensarci!
Le condizioni in cui erano ridotti entrambi erano abbastanza gravose, ma l'arbitro e il Fato stesso si stupirono di quanta perseveranza li muovesse. A terra, sfiniti, non potevano comunque dirsi alla pari.
Chris era notevolmente avvantaggiato, e fu per questo che non ebbe grossi problemi a contrattaccare per primo.
Trovando una posizione favorevole ad eseguire un attacco degno di nota, tornò su un incantesimo già precedentemente usato, ma questa volta destinato a non fallire. Il suo nemico era a terra, quasi totalmente privo di forze... l'Auror pensò bene di farlo sprofondare ulteriormente in quella maniera.
L'esecuzione venne accompagnata da decisivo ardore e decisione, e ciò favorì la buona riuscita dell'incantesimo. Un'estesa massa d'acqua di forma imprecisa venne a formarsi di fronte al giovane evocatore, alimentandosi man mano che i movimenti e l'enunciazione proseguivano. L'intento di Chris era quello di direzionare precisamente il liquido generatosi e, per questa ragione, l'incantesimo castato a fatica da Patrick incontrò un ostacolo. Il giovane, ridestatosi e castato un incanto contro la bacchetta dell'avversario, non tenne conto del movimento cui la stessa si apprestava a fare. Il raggio che avrebbe dovuto spegnere temporaneamente l'arma di Chris la raggiunse in prossimità del manico, non funzionando così al massimo.
Poca parte della massa d'acqua si disperse sulla pedana, che in breve divenne fradicia e scivolosa, mentre la stragrande maggioranza del liquido eseguì l'ordine impartitogli dall'Auror e, sollevandosi in aria, ricadde interamente sul corpo disteso di Patrick, travolgendolo e costringendolo nuovamente supino, in preda alla tosse per via dell'acqua finita nel naso e nella bocca. (-36 PS; -1 PC)
Nell'arco di qualche secondo la distesa d'acqua si sparse per il suolo della sala, raggruppandosi in piccole e sparute pozzanghere limpide.
Chris A. Smith Disteso supino sulla pedana, il busto leggermente sollevato, il dolore alle spalle è aumentato notevolmente. Ha la camicia sgualcita e alcuni graffi e arrossamenti sul viso dovuti all'esplosione.
Punti Salute: 122
Punti Corpo: 137
Punti Mana: 154Patrick Jugovic Disteso supino sulla pedana, ribaltato dalla massa d'acqua. E' completamente fradicio e in preda agli spasmi a causa del liquido finito in gola. E' ancora molto debole.
Punti Salute: 34 (-36)
Punti Corpo: 122 (-1)
Punti Mana: 130Turno a Patrick.
Fallimenti, solo fallimenti.
Una svista, o probabilmente la debolezza, avevan fatto sì che il suo incantesimo venisse facilmente eluso dal suo avversario. E, dal momento che l'Auror potè continuare indisturbato il suo attacco, Patrick attese di vedere quale sorte gli fosse capitata.
Con un misto di stupore e terrore constatò si trattasse di una formula già eseguita qualche turno fa, e si rimproverò di non aver saputo riconoscere i movimenti in modo da difendersi come già aveva fatto.
Senza poter fare altro, chiuse gli occhi e si arrese alla forza travolgente della massa d'acqua che lo investì in pieno. Il liquido gelido a contatto con la pelle fu utile a restituirgli un pò di sveltezza, ma al contempo lo percepì insinuarsi fastidioso nelle cavità nasali e nella bocca, dandogli una terribile sensazione di annegamento.
Muovendo le braccia alla rinfusa, riuscì ad uscire da quel vortice e, scosso da colpi di tosse, sputando acqua qua e là, potè finalmente riaprire gli occhi.
Era di nuovo disteso sul legno bagnato, come se per il resto della durata del duello avesse dovuto trascorrerlo inchiodato al suolo. Il senso di fiacchezza permaneva, ma questa volta non si sarebbe fatto sopraffare.
Spaziando con la vista, lo sguardo ricadde su uno degli armadi poggiati a ridosso delle pareti laterali della sala. Uno in particolare, ricolmo di libri vari, catturò la sua attenzione.
Non era in grado di esercitare un potere di elevata potenza in quelle condizioni, per cui la sua scelta ricadde sul semplice ausilio di uno di quegli oggetti.
Sollevò nuovamente il capo, facendosi forza con le braccia, e focalizzò con decisione un libro dalla copertina in pelle marrone, totalmente anonimo. Sollevando la bacchetta in quella direzione, si concentrò sulla forma del suo bersaglio, e sull'effetto che il suo incanto avrebbe suscitato. Disegnò un cerchio con la punta della bacchetta e, concentrandosi, produsse la formula nella sua mente.
*Candens...*
L'immagine delle fiamme che di lì a poco avrebbero avvolto il tomo comparve vivida nella sua mente, ma l'esecuzione non era conclusa. Ora non restava altro che imporre al suo stesso bersaglio un compito preciso, per cui, mantenendo un buon contatto visivo, tracciò con la bacchetta una traiettoria in salita e subito dopo in discesa, la cui fine coincise con il volto del suo odioso avversario.
*... Missìle!*