Il colpo ricevuto dal movimento inaspettato e repentino della statua che fino a poco prima lo aveva celato, fece vacillare il Caposcuola che, nonostante stesse cercando di allontanarsi, perse l'equilibrio, finendo per terra. Fortunatamente, la parete a lui prossima non aveva preso vita, era ancora ferma e solida, un supporto del quale Patrick non esitò a utilizzare per frenare la sua caduta. Quei millisecondi, paragonabili ad attimi eterni, gli furono sufficienti affinché potesse lasciare la sua mente in balia delle numerose domande che spesso ne prendevano il possesso. Perché stava accadendo tutto ciò? Intrusi nel castello disposti a ferire piuttosto di raggiungere la loro metà. Ma quale? Rifletté su dove effettivamente si trovassero, senza inizialmente trovare risposta; ma poi, rimbalzando sul freddo pavimento ebbe modo di intrecciare il suo sguardo con quello tetro e primo di vita di uno dei Gargoyle che facevano la guardia all'ufficio della Preside. Che sciocco a non pensarci prima. Sembrava tutto così chiaro ora, gli aggressori non potevano agire senza scopo e senza un piano, tutto ora pareva banale e probabilmente il fatto di dover far del male qualcuno era per loro solo una mera distrazione, uno spiacevole impiccio. Udì la terra tremare, ma non sotto i suoi piedi, dopotutto Mary Grenger sembrava saperci fare, si sarebbe fidato di lei? Effettivamente il giovane Corvonero non vedeva di fronte a sé valide alternative, non avevano nemmeno auto il tempo di mettersi d'accordo, colti alla sprovvista da un attaccò codardo e repentino. Allora si, avrebbe agito come se ciò fosse avvenuto, doveva farlo innanzitutto per la sua sicurezza e per quello che andava a difendere, la sua scuola; era una cosa che doveva apprendere anche per l'ES, quella situazione inaspettata avrebbe potuto rivelarsi un ottimo terreno di prova. Mary sembrava a sua agio nel limitare i danni derivanti dagli incantesimi lanciati sui due guardiani, sicuro del fatto che potesse cavarsela da sola rifletté sulle sue mosse, non che da seduto potesse ottenere molto. Rapidamente lanciò un'occhiata sul corridoio, cosa poteva mettere in atto per ostacolare gli intrusi? La soluzione gli si palesò all'istante. Scalini, quale ostacolo poteva rivelarsi più impervio di una scala impraticabile? Non sapeva quanti fossero gli aggressori, forse due oppure, quattro ma di sicuro non uno solo. Aveva udito una voce femminile che scagliava incanti verbali, eppure la statua si era animata senza che verbo a risvegliasse. Dove diamine si trovavano gli altri? Se davvero volevano sfruttare la loro capacità di essere localizzati, avrebbe dovuto prima riflettere sul fatto che scagliare fatture non fosse il metodo migliore per rimanere celati. La sua bacchetta si mosse rapida, pensando trattenendo una risata nostalgica agli scivoli su cui da piccolo vedeva divertirsi gli altri bambini, essa tracciò nell'aria una parabola inversa, una specie di grossa U allungata che coprì lo spazio di fronte a lui da sinistra a destra. Il suo sguardo, puntato sulla scalinata illuminata dalle calde torce, non tradiva le sue intenzioni e la sua voce, così decisa e quasi arrogante avrebbe dato alla luce un ostacolo insuperabile a meno che gli avversari non fossero provvisti di ali. Glìsseo. Non aveva mai adoperato quell'incanto, leggendolo sul manuale gli era parso quasi ridicolo, inutile, ma ora il Fato lo aveva contraddetto. Quel piccolo e semplice "dono" magico, avrebbe permesso a lui e Mary di prendere tempo e riorganizzarsi, avrebbe tenuto gli avversari lontano da quel corridoio. Sorrise, se qualcuno aveva già deciso di salire le scale sarebbe rotolato già come un salame e fantasticando, il Caposcuola immaginò una specie di effetto Bowling. Cercò di alzarsi, facendo leva sul pavimento con le mani e sulla schiena contro la parete, la battaglia era appena cominciata.