Verba volant, Scripta manent, Mary, Patrick, Nathan, Ayumo

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view post Posted on 24/9/2012, 06:48
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Il Fato

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Vi invito a rispondere al fine di accelerare i tempi.
 
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view post Posted on 27/9/2012, 01:43
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- Deus ex Mazza -

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Era sicuro di non aver sbagliato nulla, non aveva sentito nessun incantesimo colpirlo, il suo Bombarda sarebbe dovuto esplodere da un momento all'altro, eppure nulla accadde. Improvvisamente tutto sembrò procedere in maniera lenta e quasi surreale. Era ancora lì, in quel fiocamente illuminato corridoio, si sentiva presente, vivo e cosciente, eppure il suo corpo pareva essere bloccato da una strana forza, qualsiasi movimento cercasse di compiere il suo impulso nervoso si esauriva prima di arrivare a destinazione. Sembrava di essere in uno di quei sogni, o forse incubi, in cui si vede il proprio corpo dall'esterno, oppure lo si sente congelato, incapace di muoversi come un blocco di pietra e non si è capaci di emettere alcun suono. Era come assistere ad un film: vide Mary castare l'Oris Terrarum senza che esso avesse effetto, anche in quel caso l'esecuzione perfetta non aveva dato frutti: nessuna scossa, nessun tremore, nessun rumore; era ormai ovvio per il Corvonero che un potere più grande di quanto avesse mai pensato si stesse abbattendo sui due ragazzi, che si erano trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Cercando di raccogliere tutta la sua forza e concentrandosi al massimo il Caposcuola provò a muoversi normalmente, doveva fare qualcosa per cercare di mettere in salvo la sua compagna, lui per lo meno era invisibile; eppure non riuscì a contrarre una sola fibra dei suoi muscoli e, senza speranze, decise di smettere di sprecare risorse e imprecò nella sua mente quando, dopo aver deciso che non avrebbe assistito alla scena, si rese conto di non poter ne chiudere gli occhi ne fare a meno di assistere al misfatto. Era tutto li quello che poteva fare? Bloccato da una forza che non conosceva, ignota ed oscura. Un senso di rabbia e delusione prese il sopravvento sul suo carattere razionale e freddo, ecco perché voleva conoscere, e abbattere ogni limite, quello che aveva fatto fino a quel momento non era sufficiente. Nonostante Mary avesse cercato di fermare qualsiasi cosa li stesse torturando, il suo Stupeficium sembrò svanire nel nulla. Al contrario, qualcosa di insolito parve materializzarsi e comparire sulla porta dell'ufficio della preside, una scritta, che lettera per lettera veniva incisa sulla porta: Nessuno è al sicuro, Hogwarts è mia. Non appena il Caposcuola lesse tra sè quelle parole non poté che sorridere ironicamente... possibile che fosse tutto li? Una stupida minaccia? Era davvero questa la terribile potenza del Signore Oscuro? Patetico. Sibilò con tono sarcastico, sorprendendo se stesso. Aveva parlato: la sua lingua, le sue labbra si erano mosse; subito strinse la bacchetta e la sentì di nuovo viva nel palmo della sua mano, probabilmente nell'atto di scrivere il nemico aveva perso la concentrazione o semplicemente si era trattato di una maledizione temporanea. Sorrise, questa volta sadicamente., nulla era ancora finito, avrebbe catturato il colpevole e l'avrebbe deriso davanti a tutti, la sua vigliaccheria meritava la gogna. Nonostante il rumore di passi probabilmente appartenenti a qualcuno che era stato svegliato dalla Grifondoro si stesse facendo sempre più forte, il Corvonero non era intenzionato a lasciarsi sfuggire quell'ultima possibilità, quel corridoio aveva una sola via d'uscita. Pensò intensamente ad un universo senza punti di riferimento, rivisse la sensazione di nona vere più speranze e appigli su cui aggrapparsi, rapidamente - non ci era tempo da perdere - disegnò in corrispondenza della fine del corridoio del quinto piano un grande ed ampio cerchio, mettendo in campo tutto il suo perfezionismo e la sua cura nel dettaglio. Nebula... poi la fida stecca di Pino puntò al centro della figura e se prima era dolce e delicata ora era sicura e prepotente. ...Antigravitas! Dentro di sè quelle due parole suonarono come l'estrema condanna, il verdetto severo di un giudice imparziale e severo. Avrebbe fermato quello che ormai aveva capito essere un codardo mangiamorte. Invisibile e inudibile, nessuno avrebbe potuto cogliere la sua trappola. Così come gli incantesimi verbali avevano messo in difficoltà i due giovani guardiani, allo stesso modo questi ultimi si sarebbero difesi, ferendo gli aggressori con le loro stesse armi. Rimase in attesa aspettando la mossa di Mary, se tutto fosse andato per il meglio ella avrebbe contribuito a rendere ancora più subdola la sua trappola, attirando l'attenzione di quella che doveva essere una persona ora ansiosa e dedicata con tutto se stessa alla fuga.

 
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view post Posted on 27/9/2012, 10:59
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VII Anno

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Mancava poco, davvero poco per abbandonare il luogo del misfatto, che paradossalmente era anche la sua stessa casa, Hogwarts. Se l'Oscuro Signore gli aveva affidato una missione cosi rischiosa doveva credere nella suo nuovo adepto, tanto meno affidandogli un compagno poco presente. Che fosse già fuggito? Ora si ritrovava anche solo, a combattere contro due guardiani per niente impreparati. Ma la cosa non l'avrebbe certo fatto desistere, per fortuna si era preparato ed equipaggiato alla perfezione per la missione, quindi con l'aiuto di due anelli del mantello era riuscito ad effettuare la scritta, e ora stava scappando, non poteva rimanere li, già altre voci in lontananza si udivano. Mary sperava forse di averlo colpito con il suo incantesimo, ma l'apprendista protetto dalla magia difensiva era già impegnato a fuggire, grazie al suo cappuccio che gli garantiva movimenti più rapidi e veloci. Ma come faceva Mary a conoscere un incantesimo di tal portata? lui Prefetto dei Grifi sapeva tutto della sua casata, e sapeva che Mary era ancora al secondo anno, e lo stupeficium non è certo un incantesimo da prime classi, che alla scuola si nascondesse qualcosa di più che le normali attività scolastiche? qualcuno la stava, o li stava, allenando in segreto? e per cosa? di certo per combattere le ombre, per combattere quelli come lui. Comunque non era il momento di perdersi in congetture, era cosi vicino alla meta che una minima distrazione sarebbe costata cara, erano passati già alcuni minuti dall'utilizzo dell'anello del potere, quindi l'altro guardiano era libero di attaccare, e per di più conosceva gli incanti non verbali, quell'incanto che precedentemente l'aveva quasi messo in difficoltà, un banale Glisseo forse. Ma che tanto banale ora non si rivelava, magari poteva creare problemi nel salire al quinto piano, ma nel scendere sarebbe stata la sua strategia di uscita perfetta, una volta abbandonato quel corridoio diventato ormai luogo di battaglia era libero, ci avrebbe messo poco a confondersi con gli altri, o a nascondersi per poi far finta che nulla fosse successo, difatti ancora nessun incanto l'aveva ferito poteva considerarsi molto soddisfatto. Ma lasciare il piano cosi indisturbato? no non poteva pensarlo, non poteva crederlo! ed infatti proprio sul ciglio dell'uscita venne colpito da un incantesimo, una trappola! un ultimo baluardo per fermare l'Apprendista Oscuro. Conosceva quella magia, era un'illusione, l'aveva studiata e provata da poco sulla sua stessa pelle, due incanti erano similari, il Nebula e L'Orbus. Il primo dava solo la sensazione di stare a testa in giù, mente il secondo di ribaltava e sbatteva a terra direttamente. Lui non avvertiva nessun dolore fisico quindi non poteva che essere la prima opzione, dopo tutto doveva aspettarselo, un incanto in grado di bloccargli la via di uscita, ma gli assi nella manica dell'apprendista non erano finiti qui, credevano di averlo sottovalutato? di avere davanti uno alle prime armi? beh si sbagliavano. Lui era motivato a fuggire e ciò che lo spingeva era la sopravvivenza, un potere e un istinto che poteva permetterti di fare qualunque cosa, di rischiare tutto pur di farcela. Cosi prese il sacchetto di polvere buio pesto peruviana che aveva nella tasca e con forza lo gettò in direzione del corridoio, la polvere avrebbe distratto entrambi, era l'unico modo per prendere alcuni secondi. E poi visto che non poteva muoversi in avanti di sua spontanea volontà, non gli restava che farsi muovere dalla sua stessa magia! Cosi puntò la bacchetta al pavimento proprio sotto di se, roteò il braccio in senso orario, poi alzò il braccio in alto e finì con abbassare nuovamente la bacchetta, puntandola al pavimento. *Orbis terrarum* materializzando la formula nella sua mente con precisione, il forte movimento del terreno gli avrebbe fatto perdere l'equilibro anche se fosse solo l'illusione del Nebula, permettendogli cosi di cadere proprio sulla scala diventa scivolo, da li sarebbe fuggito avvolto nell'oscurità della buoi pesto peruviana, probabilmente se ci fossero state ancora le scale questa strategia sarebbe stata nulla, ma grazie ad uno dei guardiani e al fato Nathan riuscì ad intravedere uno spiraglio di salvezza, imbastendo una strategia niente male. Aveva fatto di tutto per evitare le mosse degli avversari, tenerli impegnati, distrarli, effettuare il misfatto, e quasi completamente da solo. Ora non restava che il giudizio del Fato, e in seguito lo sguardo dell'Oscuro Signore su di lui.
 
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view post Posted on 27/9/2012, 12:07
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Ci aveva provato, ancora una volta ed ancora una volta niente parve avere successo. Un senso di rabbia partì dal suo stomaco, si sentì ogni fibra del corpo bruciare, non sapeva se fosse riuscita a trannersi oltre. Continuava ad eseguire incanti, continuava ad impegnarsi ed i risultati, che dovevano apparirle palesi, non vi si presentavano. Era conscia però di doversi calmare, concentrare, non avevano ancora finito, potevano ancora acciuffarlo, potevano fermarlo, interrogarlo, minacciarlo, deriderlo. Dovevano prenderlo ed ogni cellula del suo corpo era d'accordo con lei. Cercò Patrick con lo sguardo, trovandolo, ripreso, pronto, già a metà di un incanto che aveva sentito nominare ma che, per sua sfortuna, non era ancora in grado di eseguire. Guardò la porta della sua amata Preside, lì, violata da uno stolto e stupido Mangiamorte. Di nuovo la rabbia, di nuovo. Guardò per un attimo Patrick eseguire l'incanto: una direzione, solo un'uscita, l'unico modo per fermarlo e lei l'avrebbe fatto, insieme al suo compagno, l'avrebbero fatto. Pensò, si concentrò, non aveva molto tempo, ma doveva ricavarselo, doveva sfruttare i secondi. Respirò, profondamente. Un'immagine si stava formando nella sua testa, nell'oscurità della sua mente, un buco, profondo, sembrava quasi un pozzo; era scuro, lì sotto era buio. Buio. Chi sarebbe caduto al suo interno molto probabilmente non sarebbe tornato su. Aprì gli occhi, velocemente, l'immagine non doveva scomparire, non sarebbe scomparsa. Sorrise, come se avesse avuto una grande idea, quando in realtà quell'incanto, forse, non sarebbe stato il massimo delle sue abilità. Ruotò il polso per due volte, in senso orario e poi frustò l'aria, puntando la bacchetta verso l'unica via d'uscita. Non doveva passare, non di lì, non quando lei e Patrick erano di guardia.

Foramen.

Prestò attenzione alla pronuncia dell'incanto, attenta soprattutto alla 'a', che doveva essere aperta. L'immagine era ancora ben impressa nella sua testa, non sarebbe uscita dalla lì, non fin quando non avrebbe visto qualcuno cadere come un salame in quel dannato buco che si sarebbe dovuto formare lì, ai piedi dell'uscita. Intanto, si rese ben presto conto che da lì a poco non sarebbero stati più soli, e per lei questo era uno svantaggio, il nemico si sarebbe potuto confondere tra la folla. Quindi, dovevano prenderlo, prima di qualsiasi altra cosa, dovevano prenderlo. Ah, se l'avesse avuto tra le mani!


Edited by »Mary« - 29/9/2012, 22:01
 
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view post Posted on 27/9/2012, 14:42
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Un messaggio freddo, ma preciso, era quello che Talìa si era ritrovata a leggere quella sera. Lo aveva ricevuto poco prima e subito si era recata nel suo dormitorio per analizzarlo.
Tutto era stato calcolato. Sarebbe successo qualcosa, quella notte, nella scuola. Non era stata informata nel dettaglio, c’era solo un accenno, sufficiente a farle salire un brivido di eccitazione lungo la schiena. Sarebbe stato un inizio, un’introduzione alla sua più grande aspirazione. Qualcosa di semplice, per il momento.
Non indossò la sua divisa, doveva sembrare tutto il più naturale possibile, a partire dal suo aspetto.
Attese il momento giusto, poi uscì dal dormitorio e si recò nella Sala Comune. Gettò il messaggio tra le fiamme di un fuoco ardente nel camino. Era tutto nella sua mente, ora.
Uscì dalla Sala Comune.
Era al Quinto Piano, infatti, che stava accadendo qualcosa di insolito e lei ne aveva ricevuto una comunicazione. Camminò a passo svelto per i corridoi e le scale, attraversando i vari piani del Castello.
Era quasi giunta al quinto piano, quando udì qualcosa: la prima vera conferma di quanto aveva letto nel messaggio. Stava accadendo davvero, allora. Sentì una voce femminile in lontananza, quasi come un grido, stava pronunciando la formula di un incantesimo. Che volesse avvertire Hogwarts di un pericolo? Se anche quella non fosse stata proprio la sua intenzione, ci riuscì.
I corridoi, prima più simili ad una tomba silenziosa, ora iniziavano ad animarsi di veloci rumori di passi e sussurri di curiosità. La scuola si stava svegliando: dopo poco tempo volti assonnati ma interrogativi la sorpassarono, fermandosi a non molta distanza dall’ufficio della Preside.
Talìa si confuse nella massa, avvicinandosi anche lei alla scena. Non aveva idea di cosa stesse accadendo, di preciso. Osservò.
Una scritta spiccava sulla porta della Preside, mentre una bionda studentessa stringeva la bacchetta nella mano. Era stata la ragazza a pronunciare l’incantesimo a gran voce, dunque.
Si soffermò a leggere la scritta incisa. Ghignò.
Fu in quel momento che capì. Doveva esserci stato uno scontro fra la ragazza e un'altra presenza invisibile, l’adepto dell’Oscurità.
Ma cosa sarebbe accaduto ora? Lo sconosciuto sarebbe riuscito a fuggire? Avrebbe portato a termine il suo compito? Il messaggio ricevuto quella sera sembrava ora bussare alla mente della ragazza. Presto qualcuno sarebbe intervenuto a favore del bene della scuola, ma chi avrebbe favorito la presenza invisibile nella sua fuga? Chissà a quali spiacevoli conseguenze sarebbero andati incontro se ne avessero scoperto l’identità. Tutti loro ne avrebbero risentito negativamente in modo anche indiretto.
Serviva una distrazione, per tutti gli altri studenti, ma soprattutto per la ragazza.
La giovane Serpeverde si fece spazio tra la scarna folla di studenti presenti fino a quel momento, sistemandosi in prima fila. Era il momento di agire. Avrebbe recitato la parte di una stupida primina impaurita e impressionata, in vena di attirare tutte le attenzioni su di sé. Ne aveva viste a fiotti, nella scuola, non sarebbe stato difficile prenderne le sembianze per una notte. Si portò le mani sugli occhi, raccogliendo aria nei polmoni, come se fosse rimasta sconvolta dalla scritta sulla porta e spaventata per tutto quel trambusto.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!-
Urlò, con un tono fastidiosamente acuto, spingendo con forza sul diaframma per emettere quanta più voce potesse, stringendo gli occhi talmente tanto fino a farli lacrimare.
Asciugandosi gli occhi si inginocchiò a terra violentemente, cosicché l’impatto potesse farle male. Iniziò a singhiozzare rumorosamente, emettendo gridolini acuti di tanto in tanto. Tremava. Aveva in mente l’immagine di tutte quelle persone che non sopportava e che spesso guardava con disprezzo: stava imitando loro, e stava entrando nella parte perfettamente.
Oh, ma ne sarebbe valsa assolutamente la pena. Se il suo piano fosse andato a buon fine sarebbe riuscita a distrarre gli studenti e la giovane impegnata nello scontro, o almeno a farle abbassare la concentrazione che le aveva permesso di attaccare colui che aveva creato quella scritta.
Singhiozzò ancora, asciugando con nervosismo e con mano tremante le lacrime, di tanto in tanto.


Edited by Talìa Blackstorm - 28/9/2012, 13:09
 
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Endless night
view post Posted on 29/9/2012, 20:33




I passi rimbombavano sordi nelle mie orecchie, mentre correvo in silenzio giù per le scale e attraverso i corridoi in mezzo alla fioca luce delle torce, la bacchetta stretta saldamente nella mano e la paura di un pericolo imminente in testa.
Qualche decina di secondi prima l’urlo di una ragazza era risuonato come amplificato per tutto il castello svegliando e buttando giù dal letto l’intera scuola. Doveva essere notte inoltrata e l’aria era piena di voci e di passi che si muovevano confusamente per i corridoi.

*Dove andare?*
Imboccai un paio di rampe di scale senza successo, ritrovandomi in piani altrettanto vuoti e bui, finché con un’ansia e una preoccupazione crescenti, al terzo tentativo, ebbi fortuna. Non appena misi piede al quinto piano capii che il rumore era venuto proprio da lì: numerosi studenti si agitavano per il corridoio e altrettanti erano fermi immobili in prossimità dell’ufficio della preside Dalton.
Senza preoccuparmi di niente e di nessuno tranne che risalire alla fonte del rumore, iniziai a farmi largo fra loro, finché non si accorsero di me e di spostarono dandomi modo di arrivare proprio davanti alla porta.
Non sapevo cosa mi aspettava,ma di certo difficilmente avrei potuto immaginare qualcosa di simile: Mary Granger stava immobile, sola, in mezzo al corridoio, la bacchetta puntata verso la porta dell’ufficio, dove non sembrava non esserci nessuno!

“COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI?”
Urlai alla Grifondoro in cerca di spiegazioni, mentre una ragazzina dall’altra parte dello spazio vuoto iniziava a gridare, come se fosse stata spaventata a morte da qualcosa. Poi vidi cos’era, qualcosa che mi lasciò spiazzata e totalmente incurante di tutto il resto: una gigantesca scritta apparsa sulla porta della preside recitava: “Nessuno è al sicuro, Hogwarts è mia.”
*Dove sarà Caroline?*
Non c’erano molte possibilità sul suo significato, ma come poteva Lui o uno dei Suoi averla scritta? E chi altri c’era lì oltre a Mary Granger, celato sotto qualche mantello o protetto da qualche incantesimo?

 
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view post Posted on 4/10/2012, 16:52
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Master Vampiro

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Scompiglio e trambusto provenivano dai piani alti, non era l’unica a non dormire quella notte.
Le ore notturne erano le più belle di tutta la giornata, perché dunque sprecarle trascorrendole nei suoi alloggi sotterranei, quando aveva un’intera tenuta a sua disposizione. Normalmente le sue passeggiate notturne procedevano nella noia più totale, ma quella notte stava succedendo qualcosa...
Affinò l’udito, socchiudendo gli occhi, come quando cacciava, per riuscire a capire la provenienza esatta dei rumori...erano al quinto piano. Salì le scale di corsa fino ad imboccare il giusto corridoio, un urlo acuto giunse fino alle sue orecchie, non era necessario avere un udito sopraffino per sentire un simile sfiato di gola, ma aveva sentito così tante urla di terrore da saper riconoscere che quello non lo era.
Cosa stava succedendo?
Proseguì nella direzione da cui il suono era giunto, prestando attenzione ad ogni piccolo movimento...era la stessa strada che portava all’ufficio della Presidenza. Mentre avanzava a passi misurati pensò di estrarre la bacchetta dalla tasca del vestito, fino a quel momento non le era servita, ma poteva tornarle utile.


 
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view post Posted on 7/10/2012, 18:08
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Il Fato

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Parole semplici ma efficaci, chiare e "presenti" dominavano uno scenario che rapidamente stava cambiando, lasciando che i protagonisti dell'avventura divenissero solo "sottofondo" di piano ed intento ben più incisivo.
Pedine...Tutte pedine dell'Oscuro Signore. Gli apprendisti del Male non avevano alcuna importanza, le loro vite erano inutili, grette, come futili burattini nelle sue agili mani. Marionette assolutamente sacrificabili.
Eppure, il buon esito del piano avrebbe potuto comportare, paradossalmente, l'avanzata nella scala gerarchica del Male per quella stessa, piccola pedina che Lord Voldemort aveva esposto al pericolo.
Ovviamente era prevista la probabilità di intoppo ed ostacolo. Ed in tale occasione le due giovani guardie della scuola, avevano dato del filo da torcere al munito ed astuto apprendista che, rimasto solo per la probabile fuga della compagna di avventura, aveva comunque portato a termine la missione. In effetti la fuga del ragazzo era irrilevante per il Signore Oscuro. Contava solo l'avere violato la porta di quella insulsa donna che nulla contava rispetto alla grandezza dell'ideatore della profanazione.
Il rumore aveva richiamato altre pedine, altre marionette che non avrebbero fatto altro che rendere più complessa la fuga dell'apprendista del male, ma rendendo anche difficoltoso il tentativo da parte del giovane Swan e della Signorina Grenger di acciuffare l'autore del misfatto. Accorsero in pochi attimi alcuni studenti, in abbigliamento da notte, quindi non immediatamente riconoscibili nell'una o nell'altra casata se non per personale conoscenza; quindici, forse venti fanciulli di ogni età. Come in cerchio intorno alla zona del "duello", dall'una e dall'altra parte del corridoio, fermi ed increduli, leggevano quanto era stato scritto sulla porta della Preside Dalton. Ma tra tali marionette vi erano altre pedine dell'una e dell'altra fazione, ad emergere tra la folla. Due docenti ed una studentessa stavano per essere determinante essenziale per la fuga o la disfatta del giovane celato sotto il mantello di disillusione, appena caduto nel piano astuto ed abile dell'altro rivale, il giovane Swan, anch'esso celato dal magico mantello. L'incanto evocato dal Caposcuola Corvonero, guardia valorosa di quella notte, aveva reso difficile la fuga del Prefetto Grifondoro evocando un Nelula Antigravitas proprio in corrispondenza del limitare di quel corridoio che rappresentava l'unica via di fuga dal quinto piano. L'incanto Foramen evocato invece dalla studentessa Grifondoro non sortì l'effetto desiderato. In effetti il pavimento, non naturale, non era materiale adatto per tale tipo di incantesimi.
Il fuggitivo, preso dall'impeto dell'anonimato ma pur sempre astuto e ben munito, scivolando dal terreno reso scosceso ma scivoloso dal Glisseo precedentemente evocato dal giovane Swan, ricadeva nel corridoio diretto a gran velocità verso trappola del Nebula Antigravitas. L'incanto da lui evocato non funzionò. Troppa distrazione, azioni troppo concitate per effettuare freddo ragionamento. Tuttavia la polvere buio pesto peruviana, lanciata a tutela della sua persona, creò diversivo assai astuto e ottimo mezzo attraverso il quale riuscire a fuggire o mimetizzarsi tra la gente. In effetti intorno al luogo del misfatto tutto divenne incredibilmente buio. Nero assoluto. Anche gli spettatori, tutti, furono aggrediti dal buio totale...
Il giovane Scott, colpito dal Nebula Antigravitas nel corso della fuga, si trovava disteso sul pavimento completamente disorientato ed incapace di proseguire nella fuga...Almeno nell'immediato.
Le urla della piccola Serpeverde riuscirono a creare scompiglio e le parole della Professoressa Aton, allarmarono tutti...La Docente Pride, sempre silenziosa ed astuta, era passata inosservata...Tuttavia il buio aveva fatto tacere tutti. All'improvviso...Silenzio completo...



Siamo nella completa oscurità. Tutti i partecipanti ne sono stati coinvolti. Nathan è disteso sul pavimento, i piedi sarebbero esposti alla vista dei presenti se non vi fosse il buio totale. L'apprendista del Male è completamente disorentato e non riesce a fuggire. L'effetto avrà la durata di un turno. Tuttavia, benchè disorentato, è illeso, e, se capace, può tentare qualsiasi azione di difesa, attacco o fuga...
Mary è l'unica combattente visibile fino al momento del buio. Le urla di Talìa, ragionevolmente attirano l'attenzione di tutti.
Le professoresse Aton e Pride, hanno raggiunto il luogo del misfatto.
L'ordine attraverso il quale postare è completamente casuale: chi prima cìè, prima posta.
Vi chiedo cortesemente di essere celeri. ;)
 
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view post Posted on 16/10/2012, 06:52
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Il Fato

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Sollecito cortesemente alla risposta.
Ho sorteggiato l'ordine di intervento, nella speranza di sbloccare la situazione: Louise Pride, Patrick, Nathan, Talìa, End, Mary.
 
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view post Posted on 17/10/2012, 20:00
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Master Vampiro

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Quell’urlo fu come un richiamo per gli studenti che già si trovavano nei dormitori.
Provenendo da più parti del castello, si stavano concentrando tutti in quel corridoio per sapere cosa fosse successo.
Come tanti avvoltoi, avidi di pettegolezzo, circondavano lo spazio resosi angusto, per ammirare una scritta... era ben evidente sulla porta della presidenza: Nessuno è al sicuro, Hogwarts è mia.
Solo uno degli apprendisti dell’Oscuro avrebbe potuto fare una cosa simile, ma chi?
E soprattutto, era ancora nei dintorni o era riuscito a fuggire senza essere colto sul fatto?
Lo sguardo spaziò rapido dalla porta ai volti dei ragazzi presenti sul posto...ma la sua domanda trovò subito risposta quando un’improvvisa oscurità avvolse il corridoio. Un diversivo; solo il colpevole di un’azione così sfrontata poteva creare un diversivo in quel momento. Era evidente che l’apprendista era ancora nei paragi.
Approfittò del buio e del silenzio che si era creato in contemporanea ad esso, per cercare di capire dove fosse l’adepto dell’Oscuro...le bastava captare pochi indizi, un movimento, lo sfregare dei vestiti, la suola della scarpa che tocca il pavimento...un sospiro, il cuore che batte per la paura di essere scoperti o l’adrenalina che si mescola al sangue in situazioni pericolose e piene d'imprevisti...
Un piccolo indizio che potesse indicarle la posizione di quello studente. Solo dopo averlo individuato tra la folla avrebbe potuto aiutarlo.

 
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view post Posted on 20/10/2012, 18:30
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Solo dopo aver scagliato il suo ultimo incantesimo, Patrick si accorse della folla che cominciava ad accalcarsi nel luogo del misfatto; la cosa parve disturbarlo, si domandò quanto potesse essere stato utile attirare l'attenzione, la confusione avrebbe di certo aiutato il colpevole a darsi alla macchia, se solo non ci fosse stata una trappola alla fine del corridoio. Con paso deciso e consapevole del fatto di non essere visto, cominciò a farsi largo tra la folla, facendo attenzione a non far sventolare troppo il mantello o a toccare altri corpi. Aveva quasi raggiunto l'inizio delle scale rese lisce poco prima quando un urletto infantile, una vocina stridula lo fece esitare. *Pessima idea.* Pensò il Caposcuola; ma la sua idea era destinata a rafforzarsi, sul posto aveva fatto capolino anche la Professoressa Aton che, in maniera poco opportuna, cominciò a chiedere a destra e a manca cosa stesse succedendo. Non lo capiva? Quella frase sulla porta era davvero eloquente, non erano necessarie altre spiegazioni.
Poi, il buio.
Così improvviso, così inaspettato fu accompagnato da un silenzio, fin troppo rumoroso. Terribile coppia, essi riempivano occhi, orecchie e bocche. Per un istante al Corvonero parve di aver perso, di essere stato sconfitto, di esserselo lasciato fuggire, che strana maledizione era quella? Non aveva sentito di incantesimi così potenti da generare oscurità istantanea. Tuttavia, il suo cervello era solito ingranare veloce, far scorrere le idee con rapidità. Patrick ormai non aveva dubbi che si trattasse di uno studente: il colpevole aveva agito in maniera vigliacca e con incanti di media potenza, un adulto non fatto alcuna difficoltà ad eliminare i due guardiani, nemmeno ad ucciderli, cosa in cui un apprendista avrebbe potuto esitare. Un'immagine chiara gli si manifestò dinnanzi, pareva prendere forma da quell'oscurità e, lentamente, i puntini si ricongiungevano arrivando alla soluzione: Polvere Buiopesto Peruviana, di ottima fattura; non ne aveva mai fatto uso, ma conosceva benissimo della sua esistenza, tantissime volte l'aveva confiscata e si ricordava ancora la fila d'innanzi gli scaffali a Diagon Alley, dagli Weasley. Se di Buiopesto si trattava, qualsiasi incantesimo luminoso non avrebbe avuto effetto - le indicazione sulle scatole erano chiare - ma questo valeva anche per chi l'aveva adoperata. Senza esitare il Caposcuola puntò la bacchetta verso i suoi stessi occhi, un pensiero deciso e la formula fu ripetuta tra se e se come fosse stata sillabata a voce. Non erano necessari movimenti particolari per quell'incanto, solo sicurezza e forza di volontà che, si sicuro, non mancavano al Corvonero: *Visibula Noctabulus!* Doveva rimanere celato, sfruttando l'oscurità dei sensi che il malefico avversario aveva creato, non si sarebbe dato per vinto e non avrebbe mai perso il controllo di se stesso e della situazione, nulla era ancora deciso. Vedendo nel buio, forse avrebbe scovato ciò che nella luce rimaneva celato. La folla sembrava essere scomparsa o per lo meno, Patrick non avrebbe avuto difficoltà a tenersi alla larga dagli ospiti indesiderati se il suo incantesimo fosse andato a buon fine; in quel caso, avrebbe poi esaminato la porzione di corridoio che seguiva lo scivolo d'innanzi a lui, così come il ragno esamina la sua tela quando la sente vibrare.

 
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view post Posted on 21/10/2012, 12:40
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Un forte grido raggiunse anche le orecchie del giovane Apprendista, quello che all'inizio poteva preoccuparlo, ossia l'arrivo di altri studenti, ora sembrava un fattore da giocare a proprio vantaggio. C'era folla, casino, studenti curiosi che volevano capire che stava succedendo, e naturalmente due figure più autorevoli, Docenti. Il connubio perfetto per far distrarre i due guardiani e mascherare ancor di più la presenza del malfattore. I due avrebbero deliberatamente ignorato due docenti? Stadifatto che bastarono pochi attimi e la polvere buio pesto peruviana fece calare l'oscurità su tutti i presenti. L'Apprendista purtoppo ancora non era riuscito a fuggire, quell'incantesimo trappola lo teneva ancorato a terra, ma doveva reagire, doveva per forza fare qualcosa!. In quegli istanti di completo silenzio, nell'oscurità, cercava di ragionare il più rapidamente possibile, e di riuscir a scovare nella sua testa un possibile incantesimo o idea geniale che poteva salvarlo. Qual'era la sua priorità? fuggire, ma essendo impossibilitato a farlo nell'immediato, cosa poteva fare? Creare un diversivo? lo aveva già fatto con la polvere.. le scelte da prendere sembravano davvero limitate, eppure aveva la magia al suo fianco. All'improvviso nel totale dubbio dei suoi pensieri, una luce, un'idea. Nessuno doveva avvicinarsi a lui. "Chi di spada ferisce, di spada periscie" un detto perfetto per il momento, avrebbe ripagato coloro che lo avevano attaccato con la stessa moneta, creando una trappola. Insidioso era quell'incantesimo, ma era anche alleato dell'Apprendista, quindi senza pensarci due volte passò alla sua contromossa. Iniziò tracciando un cerchio con la bacchetta, materializzando nella sua mente la prima parte della formula *Nebula..* successivamente puntò la bacchetta al centro esatto del cerchio facendo seguire l’altra metà della formula *Antigravitas* il cerchio avrebbe raggiunto l'inizio delle scale scivolo, intrappolando chiunque ci fosse e avesse intenzione di scendere e controllare cosa c'era alla sua fine. I ragni sono fra gli insetti predatori più temibili, ma ogni predatore è destinato a sua volta, a diventare una preda.
 
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view post Posted on 22/10/2012, 14:56
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Serpeverde
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Buio. La scritta sulla porta scomparve insieme a tutto il resto, gli studenti, il castello, la ragazza bionda. Tutto era stato inghiottito dall’oscurità. Non era difficile immaginare chi fosse stato a provocarla: certamente l’autore di quella frase stava ancora tentando una fuga, e quello doveva essere il risultato della sua idea e di un suo incantesimo, o chissà cos’altro.
Troppe persone erano presenti sul posto. Troppi occhi sulla scena, ciechi, almeno finché il buio non fosse svanito. Ma cosa sarebbe accaduto dopo? L’adepto dell’Oscurità avrebbe approfittato di quel momento oppure non sarebbe riuscito a dileguarsi una volta per tutte?
Gli occhi curiosi del gruppetto di studenti che si era creato contava meno di niente, ma la presenza dei professori si trovava ad un livello maggiore, sarebbe stato decisamente più difficile disfarsi della loro attenzione.
Talìa non aveva visto la professoressa arrivare, impegnata com’era a mettere in atto quei fastidiosi lamenti, tuttavia aveva avvertito il suono inquisitorio della sua voce e lo aveva identificato nella sua professoressa di Erbologia, nonché Capocasa di Serpeverde.
In quel momento non rappresentava altro che un ostacolo, un ostacolo attento a percepire movimenti, rumori, magari pronto a lanciare incantesimi. Era a lei che doveva rivolgersi, che doveva pensare a distrarre.
Allontanò le mani dal volto, perché potesse udirla chiaramente, pronta a spezzare quel silenzio soffocante che il buio più totale era riuscito a gettare sul luogo. Raccolse tutte le sensazioni di terrore accumulate durante la sua vita, per concentrarle nel suo tono di voce, che doveva sembrare quanto più ansioso e scosso possibile:

-Professoressa!!-
Gridò, con voce spaventata e distorta dal pianto di poco prima. Insistette:
-Professoressa Wiggley-Aton! E' lei? Mi aiuti, per favore, non mi sento bene!-
Parlò con tono ancor più agitato, strozzato dalle lacrime che ancora sgorgavano invisibili dai suoi occhi.
-Segua il suono della mia voce, cerchi di raggiungermi, la prego!-
Continuò a parlare, perché la professoressa potesse udire le sue parole e soccorrerla al più presto, distogliendo l’attenzione da qualunque altra situazione.
-Non mi sento affatto bene! Ho tanta paura!-
Ripeté, riprendendo a singhiozzare nell’oscurità, accompagnata da quel tenebroso silenzio che faceva scivolare le sue parole e la sua voce sempre più agitata.
Sapeva quanto premesse ai docenti la salute dei loro studenti e quanto questi si prodigassero perché non subissero danni e non crescessero nel terrore.
Era o non era il bene degli studenti il fattore di maggiore importanza a Hogwarts!? Presto ne avrebbe avuto la conferma…
 
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Endless night
view post Posted on 23/10/2012, 14:38




C’era confusione nel corridoio ora e in quei pochi attimi riuscii a vedere un’altra docente, un altro adulto nella folla di studenti vocianti e spaventati, ma non mi fu dato il tempo di capire chi era perché all’improvviso tutto fu buio. Non si vedeva più nulla e perfino il mago più stupido avrebbe capito che quell’improvvisa oscurità era frutto di qualche artificio magico, ma quale? Un incantesimo piuttosto potente? O qualche strano intruglio come se ne trovavano facilmente a Nocturn Alley con un bel sacchetto di galeoni?
Mi ero già trovata in una situazione simile, ma allora era stato un incanto scagliato contro a rendermi incapace di vedere per qualche tempo e in quel frangente, a giudicare dalla reazioni degli studenti che sentivo vociare intorno a me, dovevamo esserne rimasti tutti vittime. Tutti, compresa la ragazzina – la cui identità non mi era possibile capire dalla sola voce – strillava spaventata invocando il mio aiuto oltre lo spazio vuoto. Il mio dovere era aiutare gli studenti, certo, ma prima di tutto dovevo proteggerlì e attraversare quel limbo era una pessima mossa in quel momento, soprattutto con qualche servitore oscuro nei paraggi, pronto probabilmente ad attaccare appena ne avesse avuto la possibilità.

“Non dovresti nemmeno essere qui, ragazzina, adesso calmati e stai ferma dove sei.”
C’era almeno un aspetto positivo di quella situazione, però: anche gli intrusi dovevano essere impossibilitati a vedere (e quindi a muoversi) e forse questo costituiva un piccolo vantaggio, o almeno la garanzia che eravamo in parità. Che fare, dunque? Quale era la mossa più adatta in una simile circostanza?
*Ci sono troppi studenti perché possa rischiare qualcosa di avventato*
Forse la presenza di tante persone poteva costituire un ostacolo per gli intrusi e in effetti quella che feci fu una mossa piuttosto stupida e probabilmente per nulla efficace, ma che mi avrebbe chiarito (forse) la natura di quell’oscurità.
“Lumos”
Quale sarebbe stata la mossa successiva? Possibile che non esistesse un modo sicuro per constatare l’esatto numero di persone in quel piccolo spazio vuoto? Che non ci fosse modo di imprigionare o bloccare gli intrusi che si nascondevano sotto qualche mantello protetti da qualche incanto?

 
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view post Posted on 29/10/2012, 14:30
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Il Fato

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L'oscurità aveva avvolto tutti, spettatori e protagonisti della Scena che, piano piano, aveva preso forma e dimensione nella frase che chiara e temibile faceva comprendere chi fossero gli autori simbolici di tale misfatto. Non vi era più piena percezione del numero di curiosi ed accorsi a seguito di rumore, urla e riprese verbali dei docenti. Tuttavia qualcuno sapeva...Sapeva di dovere agire in maniera silenziosa, subdola, astuta per rivelare identità del nemico ed avversario o...Per aiutare colui o colei che avesse bisogno di supporto ed ausilio.
La Neo-Docente Pride, dal fiuto fine e dotata di grande astuzia, forse per esperienza, forse per natura, per nulla stupita da improvvisa oscurità, colto e compreso l'attacco morale dell'Oscuro Signore, aspettava, ascoltava, nella speranza di percepire il minimo movimento, il più piccolo odore o segnale che potessero farle individuare la collocazione del giovane apprendista, protagonista del misfatto. E forse proprio la sua natura e la sua predisposizione all'oscurità le fecero captare, individuare i piedi di colui che, poco prima disorientato, non si era preoccupato di celarsi nuovamente nella sua interezza sotto il mantello di disillusione nella parte inferiore degli arti. Tuttavia non vi era certezza che si trattasse del giovane Oscuro e non di altro fanciullo dedito invece a sventare il colpevole.
D'altro canto il Caposcuola Corvonero, ben lungi dall'arrendersi, dotato di grande intuizione, rispecchiando a pieno la casata di appartenenza, tentò di evocare un incanto che potesse permettergli di vedere qualcosa attraverso quell'oscurità totale. L'incantesimo Visibula Noctambulus sortì l'effetto desiderato ma durò pochi secondi: il tempo di percepire la presenza di numerosi studenti intorno a sè, come lui "accecati" dal buio e...un'ombra, forse scarpe non lontane da lui già sul corridoio e non più alla base della scala di ingresso alla Torre delle Preside. Un'impressione? Un'illusione? O forse si trattava proprio dell'acerrimo nemico?
L'apprendista dell'oscurità a sua volta, benchè ancora privo di completo senso dell'orientamento evocò un incanto atto a restituire all'avversario medesimo smarrimento e confusione, ma l'incanto non funzionò. Troppo lo stordimento per riuscire nell'intento. Tuttavia l'effetto dell'incantesimo poco prima causa del suo attuale status, scemò ed il giovane apprendista, nuovamente lucido ed illeso, poteva finalmente contare su riflessi e piena consapevolezza di sè e del suo corpo.
La piccola Serpeverde era riuscita nell'intento di distrazione; nonostante l'oscurità ella riuscì ad attirare l'attenzione della giovane docente di Erbologia che, ignara della causa del totale buio, evocò un incanto lumos senza tuttavia ottenere l'effetto desiderato.
Ognuno aveva un ruolo, ciascun presente aveva un compito consapevole o meno in tale avventura.
L'oscurità presto sarebbe venuta meno... Ma qualcosa poteva ancora accadere: i protagonisti non erano inermi nè fermi nelle proprie posizioni: ognuno rifletteva sul modo migliore di agire...



Siamo ancora nell'oscurità nel corso di questo turno di azione.
Non ho atteso Mary poichè ha avuto molti giorni per rispondere. Quindi si procede.
L'ordine di risposta è il seguente: End, Mary, Nathan, Patrick, Pride, Talìa.
 
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68 replies since 13/7/2012, 06:45   2165 views
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