Verba volant, Scripta manent, Mary, Patrick, Nathan, Ayumo

« Older   Newer »
  Share  
Hekàte
view post Posted on 15/1/2013, 22:14




Se il buio era il regno in cui solo i rumori permettevano di distinguere la realtà da tutto il resto, ora che le tenebre erano svanite e la luce era tornata a rendere nitide cose e persone, il suono del chiacchericcio indistinto di studenti spaventati e risvegliati in piena notte era accompagnato dagli stessi proprietari delle voci, che vagavano inquietati per il corridoio. La scritta, come un monito, incombeva ancora sulla porta della preside, a ricordo e memoria che qualcosa di strano e importante, quella sera, era davvero accaduto all'interno del castello.
Poteì finalmente dare un volto alla voce che insistentemente mi aveva chiamata, a volte privandomi della concentrazione che sarebbe stata necessaria in una tale situazione. Mi diressi subito verso di lei, prima che altri potessero frapporsi fra noi: la ragazzina mi doveva delle risposte. Voleva che andassi da lei? E fu lì che subito mi diressi.

"Ragazzina, si può sapere perchè non sei stata tranquilla come ti avevo chiesto?"
Il volto non mi era completamente sconosciuto, ma non potevo, vista la situazione, essere certa che non si trattasse solo di un'impressione.
Non mi importava più, a quel punto, dei misteriosi personaggi che avevano inciso quella scritta, giacchè supponevo che solo degli sciocchi non avrebbero approfittato della situazione per fuggire. E inseguire dei fuggiaschi con una folla di studenti ansiosi come seguito non è certo il modo migliore per catturarlì.

 
Top
view post Posted on 18/1/2013, 18:20
Avatar

Group:
Serpeverde
Posts:
381

Status:


Una serie di eventi si successero, uno dopo l'altro, mentre Talìa si apprestava ad asciugare l'ultima lacrima forzatamente uscita dai suoi occhi.
Il suo sguardo era basso, le mani sul viso coprivano i sentimenti contrastanti evidenti sul volto della giovane. Gli occhi erano agitati, nervosi, costretti a quello stato d'animo che aveva imposto a se stessa per adempiere al proprio dovere. La sua bocca, invece, deformata da un ghigno divertito, tradiva una sensazione di sicurezza e soddisfazione, dovuta proprio al fatto che, forse, considerando lo scorrere degli eventi, la sua missione poteva considerarsi andata a buon fine.
Tutto ciò, però, era perfettamente celato dietro lo scudo delle sue mani.
In quel momento, introdotta da un rumore progressivo di passi, giunse a lei la voce della sua insegnante di Erbologia. E, guarda caso, questa si rivolgeva proprio a lei.
Oh, se avesse potuto si sarebbe proprio fatta una grossa risata. Le dispiaceva così tanto aver disturbato la sua insegnante in un momento così importante. Proprio quando avrebbe dovuto salvaguardare la sicurezza scolastica! Che incosciente era stata a non pensarci.
Con la massima lentezza, la giovane lasciò che le mani si allontanassero dal suo volto, sollevò quest'ultimo, fino a far scontrare il suo sguardo con quello interrogativo della professoressa.
Era privo di sentimenti. Serio. Nessuna espressione animava il suo viso, ormai semplicemente rigato delle precedenti lacrime.

- Avevo paura, professoressa. -
Rispose, con un tono di voce basso, ma perfettamente udibile.
- Chiedo umilmente perdono per il disturbo arrecatoLe. -
Fu con pacatezza e con un tono simile ad un “mea culpa” che si rivolse nuovamente all'insegnante, senza veli di arroganza o aria di sfida. Aveva mantenuto la classica educazione che la caratterizzava e che le era stata rigidamente e opportunamente impartita.
Ma non aveva distolto lo sguardo dal suo, neppure per un istante.
Forse avrebbe anche dovuto promettere che non avrebbe fatto più cose del genere, che non si sarebbe allontanata più dalla Sala Comune durante le ore notture e tutte le altre sciocchezze adatte all'occasione, ma si limitò a pronunciare quella frase, pensando di non dover caricare la situazione più del dovuto.
Sarebbe stata punita, forse?
Sì, no. Chi lo sa.
Una grande importanza, in quel frangente, avrebbe avuto la sua tonalità umile e... penitente per quel disagio arrecato alla professoressa Wiggley-Aton. In ogni caso, punizione o meno, molto probabilmente aveva ottenuto ciò per cui aveva “lavorato” quella notte. Era quello l'importante, d'altronde.
Non che avesse fatto tanto, certo, ma era senz'altro un primo passo verso il suo obiettivo.
Avrebbe ottenuto ciò che desiderava. Era sempre così.
Uno spettacolo, comunque, andava tenuto in piedi fino all'ultimo istante, così decise che avrebbe portato avanti quella scena curandola nei minimi dettagli, ma con naturalezza, per il resto della nottata.
Non avrebbe fallito proprio nel momento decisivo. Era perfettamente in grado di concludere quel suo compito con la precisione e la faccia tosta degna di una Serpeverde.
E di una aspirante discepola dell'Oscurità.

 
Top
view post Posted on 21/1/2013, 20:31
Avatar

VII Anno

Group:
Grifondoro
Posts:
3,115

Status:


Erano vicini, ormai fin troppo. Poteva sentirli, riusciva a scorgere una presenza che si avvicinava a lui sempre di più, anche se coperta anch'essa da un'illusione, che fosse uno dei guardiani? D'altro canto il suo incantesimo Protego aveva funzionato e uno scudo magico l'aveva protetto in caso una trappola l'avesse colto nuovamente di sorpresa. I minuti intanto avanzavano e Nathan era ancora li, ancora in quel corridoio a rischiare la vita contro tutti, per di più il buio della polvere sembrava svanire insieme alle grida degli studenti che pian piano iniziavano a calmarsi, restava solo il mantello a celare ancora l'apprendista, unico fedele alleato. L'apprendista sperava vivamente che nessuno l'avesse scorto o notato qualunque cosa che potesse ricondurre a lui, e una volta messo in atto ogni strategia, ogni possibile cosa per facilitare la fuga non restava che rischiare il tutto per tutto, senza prevenzioni di alcun tipo, doveva fuggire e basta. Senza pensare a cosa ci fosse alle sue spalle o stesse per afferrarlo iniziò a correre, stringendo bene a se il mantello, il momento di lasciare il castello era giunto. Non sapeva dove l'avrebbe portato la strada dell'Oscurità, ma di sicuro adesso era l'unica via possibile per salvare la missione e soprattutto la vita.


sono ancora in tempo? xD
 
Top
view post Posted on 25/1/2013, 10:29
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,193

Status:


Mani che tastavano il terreno, mani che brandivano una bacchetta ed attaccavano, piedi lesti che finalmente fuggivano, dopo evere rischiato il fallimento dell'impresa, giustificazioni verbali che provenivano da studentesse leali e studentesse meno sincere...Tutto accadeva quasi simultaneamente, come se il tempo, fermo, immobile, irreale si stesse beffando di ogni protagonista.
Il Caos, la confusione, arma fatale e ben adottata dal Signore Oscuro, trovava terreno fertile in cui attecchire. Folla, timore, rabbia, delusione, panico, dubbio avevano avuto l'effetto atteso...DISORDINE!
L'unico, vero combattente della scena, colui che mai aveva abbandonato il proprio compito e la propria missione, il Caposcuola Corvonero, si trovava ad esser tradito dal Fato che aveva permesso, proprio al termine dell'estenuante avventura, che il nemico fuggisse. Il giovane apprendista riusciva a farla franca. Si allontanava, ancora coperto e celato dal proprio mantello, pochi istanti prima che la mano della docente verificasse l'effettiva fuga del maldestro apprendista...
Il merito della fuga era da imputare solo ed esclusivamente alla Vampira, alla Creatura Oscura celata in amabili vesti femminili di Impeccabile Docente. Ella aveva saputo temporeggiare, aveva attirato l'attenzione dell'astuto Corvonero e lo aveva intercettato fiutando attimo proprizio per neutralizzarlo.
La mente del Caposcuola vagava, traversando mari di sospetti ed assurde, logiche teorie. In vero, egli non poteva fare altro che formulare congetture. La donna, sempre perfetta e corretta, godeva della piena fiducia di tutto il corpo docenti. Ed in quella stessa situazione ella appariva quale persona capace di porre fine a scompiglio e confusione, ponendo fine a quella notte movimentata.
Un depulso, castato alla perfezione, ma generato da impulso e istinto, allontanò il ragazzo dalla ferrea presa della Professoressa Pride. Tuttavia, egli aveva utilizzato la magia per divincolarsi dalla presa di una Docente. Poteva tale gesto essere interpretato quale comportamento scorretto nei confronti della Professoressa? Non l'aveva certamente attaccata, ma l'aveva contrastata.
Possibile che il Destino fosse così ingiusto da porre il ragazzo da condizione di inequivocable giustizia, a ruolo di scorretto studente?
L'alleata del giovane Swan, ovvero la studentessa Grifondoro, reclamava a gran voce l'innocenza del compagno ed invitava a cercare colui che invece era già fuggito.
Essa era testimone dell'accaduto e poteva aiutare il Caposcuola descrivendo alla professoressa quanto effettivamente era accaduto quella notte.
La Professoressa Aton, contrariata, si occupava ora di verificare identità ed intenzioni di colei che, con urli e schiamazzi aveva destato tanto scompiglio e tanto disordine, facendo accorrere ancora più studenti nel luogo del misfatto, rendendo praticamente impossibile riuscire ad individuare i colpevoli.
Non restava che definire ora cosa la Professoressa Pride avrebbe fatto. Avrebbe convocato il ragazzo nel proprio ufficio? Lo avrebbe punito? Oppure, consapevole di essersi sin troppo esposta per difendere un apprendista, avrebbe mostrato di esser tollerante e magnanima, ascoltando quanto la Signorina Grenger ed il Signor Swan avevano da dire prima di condurli al cospetto di Preside e Docenti?



La missione, di fatto termina qui. Nathan riesce a fuggire ma resta, come già detto in precedenza semplice apprendista.
La role tuttavia prosegue: End deve decidere se punire Talìa o no. Inoltre, deve avvisare la Preside, Corpo Docenti ed il Ministro Pompadour. Consiglio di convocare tutti nel tuo ufficio End: quello della preside al momento è "inagibile"!
La professoressa Pride deve decidere come comportarsi nell'immediato: punire Swan? Ascoltarlo? Certamente anche lei dovrà esser presente nell'ufficio di End. E' chiaro che lo stesso Swan e la stessa Granger verranno convocati in un secondo momento e saranno liberi di parlare ed esporre i fatti.

Effettuate quindi i post di chiusura definendo le vostre intenzioni.
Grazie a tutti per avere partecipato.
 
Web  Top
view post Posted on 25/1/2013, 12:57
Avatar

- Deus ex Mazza -

Group:
Corvonero
Posts:
5,078
Location:
New York City

Status:


Un profondo ed irrefrenabile sentimento di rabbia e frustrazione pervasero il Caposcuola non appena le mani forti della docente poterono confermare la fuga del malfattore che aveva osato deturpare Hogwarts. Aveva fallito e, sebbene ne fosse amareggiato, non aveva mai negato a se stesso la possibilità di tale esito; piuttosto ciò che non riusciva a sopportare era l'idea che la colpa di tale mancanza fosse attribuire ad una docente, una di quelle abili maghi che avrebbe dovuto pensare come prima cosa al bene della scuola, piuttosto che a sequestrare due stupidi mantelli. Con un gesto istintivo e stizzito, Patrick mosse rapidamente il braccio per privare la professoressa del mantello che, in fin dei conti, era di sua proprietà: un gesto rapido ed improvviso per sfilarglielo dalle mani, in mente un solo subdolo pensiero, un dubbio.

Il mantello l'ho pagato.

Tuonò serafico mentre cercava di portaglielo via. Poi che ci fosse riuscito o meno non aveva importanza, gli Stuart non avevano problemi di soldi. Non aveva intenzione di perdere ancora tempo, tanto meno aveva voglia di chiudersi in ufficio con delle persone che, in fin dei conti, poco avevano a che fare con la vicenda, apparentemente. Senza preoccuparsi di essere riuscito a riappropriarsi del suo indumento, mosse il primo passo a ritroso, squadrando negli occhi la docente, palesemente infastidita.

Non si preoccupi, signorina, me ne sto andando, dalla Preside per essere precisi, ovunque essa sia. Mi punisca, mi tolga punti, chieda la mia espulsione. Non mi fermerà un'altra volta.

Il tono sfacciato e provocatorio fu ineluttabile. Voleva far credere alla docente che la sua mente stava già viaggiando, se ella davvero fosse stata coinvolta il messaggio sarebbe arrivato chiaramente a destinazione. Senza dire nient'altro e visibilmente scosso - tutto ciò avvenne con un Patrick ancora affannato e tremante - diede le spalle ai presenti, dirigendosi chissà dove, probabilmente verso l'aula di Incantesimi; conosceva la professoressa Bennet, se non era nel suo ufficio, stava sicuramente studiando. Mentre camminava, il suo palmo si strinse in una morsa nervosa sulla sua bacchetta, come se volesse spezzarla; non contemplava l'idea di essere stato vittima di un complotto, il subdolo sospetto si allargava a macchia d'olio sulla coscienza, arrivando ad offuscarne la mente. Non importava, ciò che rimaneva fondamentale era raggiungere la preside e renderla partecipe prima di tutti di quanto accaduto. Faceva parte dell'ES, nessun altro avrebbe potuto capire, nessuno l'avrebbe potuto fermare, se non con la forza.

Scusatemi, ma il master non può decidere che Patrick stia fermo lì a raccontarsela con la Pride, se volete trascinarlo nell'ufficio di Marge, che tra l'altro non ha nemmeno visto, fatelo pure, ma con la forza <3
 
Top
view post Posted on 25/1/2013, 14:35
Avatar

Il Fato

Group:
Master
Posts:
9,193

Status:


Chiedo scusa se non sono stato sufficientemente chiaro.
E' ovvio che viga il libero arbitrio. Quindi potete agire come ritenete opportuno purchè il tutto abbia un senso per voi.
La mia intenzione è quella di dare un seguito logico alla vicenda. Ed il tuo agire, Patrick ha senso ed è coerente con quanto accaduto.
 
Web  Top
Hekàte
view post Posted on 2/2/2013, 18:29




Il corridoio versava ora nel Caos più assoluto e il disordine era diventato, da possibile minaccia, un asso nella manica per gli ignoti aggressori che quella notte avevano seminato tanto scompiglio nella scuola. Ora decine di studenti invadevano quello spazio angusto, identificare chiunque pareva impossibile e dovetti, pur con una nota di rammarico per il fallimento, rinunciare a qualsiasi ricerca: era troppo tardi, ormai, chiunque con un minimo di senno sarebbe fuggito approfittando del buio, mescolandosi fra gli studenti, magari fingendosi uno di loro. E di certo chi era stato lì ne possedeva parecchio.
Il volto inespressivo della ragazza non mi convinse totalmente della sincerità delle sue parole, ma le circostanze mi imponevano una decisione immediata e, per quanto forse non fosse quella più giusta e corretta, mi parve la migliore possibile.

"Non saresti, comunque, dovuta uscire dal tuo Dormitorio. Devi rivolgerti a un Prefetto o Caposcuola della tua Casata se accade qualcosa, non vagare per i corridoi di notte come un gattino smarrito. Per questa volta passi, la prossima volta non sarò tanto magnanima"
Con la gentilezza che ormai mi contraddistingueva gettai un'ultimo sguardo alla ragazzina, poi le voltai le spalle e, facendomi largo fra gli studenti presenti invitandolì a tornare nei dormitori, abbandonai la scena, imboccando le prime scale che sembravano condurmi sulla Torre.
Tempo. Ecco cosa mi mancava, avrei dato molte cose per poter averne un po' in più, quella notte, ma le macchine del tempo non erano adatte a scopi tanto futili.



Grazie a lei, Master, spero di aver correttamente interpretato le sue istruzioni.
Stasera aprirò nel mio ufficio come da accordi.
 
Top
view post Posted on 3/2/2013, 16:45
Avatar

Group:
Auror
Posts:
4,689

Status:


Aveva perso. Avevano perso. Se quella fosse stata una competizione, lei avrebbe avuto il ruolo di peggior giocatrice. Aveva sempre 'sognato' un momento come quello ma nella sua testa era sempre stato diverso, nella sua testa i buoni vincevano sempre, nella sua testa lei riceveva medaglie al merito per la bravura dimostrata. La realtà era però diversa, lei non si meritava neanche il Galeone finto, non si meritava l'ingresso alla stanza delle Necessità, non si meritava il nome sulla pergamena, non si meritava di essere membro dell'Esercito. Sarebbe tornata nella sua stanza, sulla torre di Astronomia, con la coda fra le gambe. Il primo ad allontanarsi dalla scena fu Patrick. Lui si era comportato bene, aveva adempito al massimo al suo ruolo e malgrado non era riuscito ad acciuffare l'avversario, poteva dire di aver fatto tutto il dovuto.

Io..



Cercò di mettere insieme qualche parola ma era in preda alla confusione. Capì solo in quel momento che le doleva la testa e si portò veloce una mano sulla fronte, scottava. In quel momento era la cosa meno rilevante in assoluto. Spostò lo sguardo rammaricato sulla porta della preside: come aveva potuto permettere ciò? Era una Grifondoro. Era una dannata Grifondoro!

Io sono Grenger, Grifondoro. Se..se mi cercate mi troverete nel mio dormitorio.



Patrick si sarebbe diretto della Preside, le avrebbe raccontato dell'accaduto, forse le avrebbe detto anche della sua più totale inesperienza, inefficienza, le avrebbe detto di non fidarsi più di Mary, forse Persefone l'avrebbe inziata a vedere per quello che era, una ragazza incapace. Ancor prima di rendersene conto stava già camminando nel corridoio, si trovò a salire le scale nel buio più totale. Si appostò dinanzi al quadro della signora Grassa e si appoggiò al muro e si lasciò cadere a terra. Incapace.
 
Top
view post Posted on 5/2/2013, 16:59
Avatar

Master Vampiro

Group:
Master
Posts:
236

Status:


La sua mano si avvicinò sempre più al pavimento, non aveva trovato nessun ostacolo.
Tastò il pavimento più volte, spostando la mano per essere sicura di non toccare altro che il freddo marmo delle mattonelle. Era fuggito e non le era dato sapere chi fosse.
Si rialzò da terra, dopo la caduta non aveva avuto modo di rimettersi in piedi. Nella mano reggeva ancora il lembo di stoffa del mantello dello studente, stoffa che venne tirata dalla presa dello stesso proprietario. Glielo lasciò prendere senza nessuna opposizione, ma le parole del ragazzo giunsero alle sue orecchie come una provocazione...una mancanza di rispetto. Per Morgana! Era una professoressa!

-Signor Swan!-
Tuonò severa.
-Sono una sua insegnante e per tanto non tollero una simile mancanza di rispetto-
Ma come si permetteva quel ragazzino ad essere tanto sfacciato nei suoi confronti. Mantenne il rigore e la compostezza che la caratterizzava. Non aveva nessuna intenzione di fermarlo, non fisicamente almeno. Non poteva accusarlo di niente, dopotutto era stata avvisata delle buone intenzioni del Caposcuola dall’altra studentessa; ma avere buone intenzioni non significa necessariamente agire nel modo migliore
- Non ha pensato nemmeno per un secondo che il suo comportamento possa aver contribuito alla fuga del responsabile di tutto ciò?
Crede davvero che volessi ostacolarla? Non sapevo neanche che lei era qui fin quando non mi è finito addosso. Se fosse stato al suo posto l’avrei preso-

La sua voce risuonò seria a vera nel corridoio.
Il ragazzo non poteva conoscere le sue intenzioni, quello che aveva appena detto era la verità, lei non poteva sapere che lui era lì, si era nascosto sotto al mantello ed era stato lui a travolgerla, non il contrario.

-Dalla preside ci andremo insieme-
Aggiunse
-Ed anche lei, signorina-
Disse rivolta alla ragazzina dai capelli biondi. Aveva detto di chiamarsi Grenger; bene, avrebbe fatto la parte della brava docente, ormai il danno era stato aggirato. Tutto procedeva per il meglio.
-Voglio capire bene cosa è successo stanotte, ogni dettaglio può essere importante-




OT:Cortesemente, evitate di sfruttare a vostro vantaggio le mie intenzioni. Non potete sapere quello che passa per la testa di Louise; farlo si chiama metagame e non lo tollero.
 
Top
68 replies since 13/7/2012, 06:45   2165 views
  Share