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Un anno fa. Un anno fa, a quest'ora, entravo a passo tremante nel locale. Dopo un intero pomeriggio di eventi decisamente poco fortuiti. Un anno fa, uno ad uno, siete saliti sul palco e non vedevo nulla, se non le vostre sagome, accentuate dalla luce. Uno ad uno, avete alzato la rosa e l'avete lanciata, mentre tutti urlavano. Le orecchie piene del rombo del sangue e delle voci urlanti, del Prelude che suonava e la pelle, che rabbrividiva. Uno ad uno. Finché non sei entrato tu. Io? Come a giugno. Al centro, immobile, di fronte a te. Sei entrato, il mantello frusciante, i passi lenti, di chi sa che è bello farsi desiderare. Le urla delle marmocchie che chiamavano il tuo nome come quello di un Dio. E poi, la tua voce. Le chitarre mi stordivano, Teru e Hizaki che con i loro riff mi inebriavano, gli amplificatori e le casse proprio affianco a me, stretto in mezzo alla folla. Il suono della batteria di Yuki e il basso di Masashi che, prorompente, preparava il tuo palcoscenico. E poi la tua voce si infondeva nell'aria. Niente più problemi di amplificatori questa volta, niente più casini col soundcheck. La tua voce mi arrivava forte e chiara. Ero così vicino, in seconda fila, che potevo osservare i ricami sul tuo abito, potevo vedere sul tuo viso ogni singola goccia di sudore scivolare. Il mio Dio, la mia fonte di Ispirazione era lì, davanti ai miei occhi. Quattro anni, quattro anni a desiderarvi, quattro anni a soffrire e gioire con voi come sottofondo. Quattro anni vi ho atteso. Quattro anni concentrati in una sola notte. Non che fosse la prima, vi avevo già visti a giugno, ma non così. Non a quella distanza. Quando sono passato in prima fila, ho visto la tua mano allungarsi e ho avuto paura anche solo a toccarla. Se solo mi avessi potuto vedere, sono sicuro che mi avresti odiato. Immobile in mezzo alla folla e lo sguardo fisso su di te. Non urlavo, non mi dimenavo. Mormoravo con te le parole di quelle canzoni che continuerò ad amare. Ricordo tutto, tutto. Quando sono uscito, al termine del concerto c'era Teru che io, idiotamente, non riuscivo neanche a guardare. Sorrideva, ci indicava di rientrare, che non era finita. Eppure, sono uscito e mi sono cambiato, e rientrando non dimenticherò mai le parole che mi dissero. "Oddio, girati, girati c'è Kamijo che ti sta guardando! Kamijo ti sta guardando oddio!" Mi sono girato, lentamente, e lì, oltre le transenne, nel backstage che avevano allestito, c'eri tu che mi stavi fissando sul serio, incuriosito dall'abito. Ho cominciato a sorridere e a sentire gli occhi che bruciavano, il cuore che martellava. Quella volta, il tuo sorriso e il tuo sguardo erano per me.
Una volta dentro, quasi alla sprovvista, ho visto le gambe di Hizaki e ho riso. "Ndo cazzo stanno que..." proprio dietro la tenda. Non dimenticherò mai le parole di Hizaki, né il sorriso buffo di Yuki che si era impicciato con le mani mie e della mia amica, né Masashi, col peluche di un gatto simile a Piisuke sul grembo, né Teru che felice e zompettante non faceva altro che inchinarsi e ringraziarmi, salutando con la mano.
Non dimenticherò MAI quando hai stretto la mia mano. Quando ti ho detto, con tutto il cuore, "grazie", chinandomi col capo. Non dimenticherò mai la tua voce profonda e melodiosa dire "arigatou" in risposta al mio. Il cenno del capo in risposta, il profumo del Platinum Egoist sull'outfit di Philia, la pelle morbida e quelle sottilissime rughe. Per quei secondi la tua voce era mia e sarà mia finché avrò memoria. Lasciare la tua mano e le tue dita sottili come quelle di una donna, è stato troppo veloce.
E' sciocco? Sciocco amare un gruppo così? Amare la tua voce in questo modo nonostante sia consapevole a quale mondo appartieni? C'è chi direbbe che sono "finocchio" e che tu lo sei più di me. Sinceramente, non mi interessa. Non mi interessa se sono qui a scrivere, che voi ignorate tutto ciò. So che sono stato fortunato ad avervi visto e ad aver parlato con voi, un anno fa.
Pensare che sono quattro anni che vi amo in questo modo, pensare che vi ho visti nelle uniche date italiane, avervi stretto la mano e ringraziato, avere gli autografi e aver ricevuto i vostri complimenti, mi appagano e mitigano qualsiasi insulto. Amare così un gruppo, seguirlo con passione per me non è sciocco. Non è sciocco amare voi, come non è sciocco amare Te.
Un anno fa, semplicemente, il mio sogno si è esaudito per la seconda volta. Mi avete consolato meglio di qualsiasi medicina, meglio di qualsiasi dichiarazione che tanto attendevo. Non importava che fossi a pezzi, un anno fa ero sotto a quel palco, in prima fila.
ありがとぅございます, Versailles. Edited by Horus Sekhmeth - 7/10/2012, 00:18
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