Caccia alle uova, Quest

Con il finite ben castato il caposcuola Grifondoro vide l'ambiente che lo circondava restituito ai suoi reali connotati. La privazione sensazione e di orientamento smise di imperversare e gli effetti deleteri del Nebula divennero lentamente inefficaci. Sirius era libero dal periglio indotto dal suo incanto e che la fanciulla, l'etereo spirito intrappolato gli aveva ritorno contro. Mosse timidi e incerti passi mentre la realtà tornava ai suoi occhi piú che familiare. Non osò proferir parola e non ebbe nemmeno modo di farlo giacché senza poter aver possibilità di replicare l'eterea figura gli voltava le spalle scomparendo alla vista. Fu con rabbia e delusione che si rivolse ai Doxy in avvicinamento. Sentiva il fuoco agitarsi, l'ira impossessarsi di lui senza lasciar a niente scampo. Abbandonato così. Perché lo aveva fatto? Aggredirlo, negargli la possibilità di aiuto. Perché? Voleva rincorrerla, superare lo spazio, il tempo, finanche la morte che li separava. E ancora le si era posto contro mandandogli coltro lo sciamo di animali ma a lui non interessava. L'avrebbe affrontato, sconfitto, ricorse la fanciulla ovunque essa si fosse celata. Non se ne sarebbe andato, non lo avrebbe fatto.
Energicamente compì una sferzata innanzi a sé con la bacchetta da destra verso sinistra con l'obbiettivo di evocare una ampia tempesta di sabbia a pochi metri dalla sua persona. Sarebbe stato ostacolo fisico atto a impedire l'ulteriore avanzata dei Doxy i quali trovandosi nella tempesta di sabbia, ad arte evocata quale scudo e consistente barriera ne sarebbero rimasti tramortiti e al tempo stesso confusi con efficacia.
Mentre nella mente si delineava l'immagine chiara e precisa di quanto stava per fare, ogni granello di sabbia agitante e vorticante in spirale, pronunciò la formula del suo incantesimo a voce oltremodo sopraelevata.
- TORMENTAAAAM -
Voleva essere un richiamo, come uno sfogo rivolto alla fanciulla che a lui si era congedato. Era ancora vivo nel suo cuore il desiderio di demolir tutta casa e lo avrebbe fatto senza tirarsi indietro e rinunciare al suo proposito di essere faro luminoso e sicuro riparo. Quell'incanto, quella voce urlante lo stava solo anticipando.

Rabbia, delusione e sconforto sortirono da eccellente corburente ad azione aggressiva ed esplosione di energia, concentrata, infine rilasciata con efficacia. La tempesta di sabbia si palesó dal nulla nello stesso attimo in cui le labbra dischiuse l'avevano evocata. Travolse lo sciame di Doxy sperdendolo e riuscendo a mettere fuori gioco buona parte dei suoi esemplari ma non era così facile. In effetti benché il giovane caposcuola Grifondoro avesse agito al meglio delle sue potenzialità non aveva potuto certo prevedere che la rabbia e in generale il fervore per una situazione assurda desse effetti non previsti e nient'affatto ponderati.
Il raggio di azione del Tormentam si fece troppo ampio, molto di più rispetto alle reale intenzione dello studente, finí per estendersi oltre i limiti designati e per colpirlo, coinvolgerlo nella nociva, pericolosa spirale che poco prima aveva scongiurato l'attacco del Doxy. In pochi istanti la sabbia fine si riveló tremenda nemica. Lo assalí nuocendo alla vista, lesionando gli occhi e lasciandolo vittima di un intenso bruciore poco adatto a consentire una visione distinta ed accurata del particolari. Accecato da suo stesso incanto non poté far altro che arretrare. Per istinto o forse per quella che avrebbe potuto riversarsi idea astuta e brillante di un abile stratega, egli si fece indietro sperando con tutto il cuore di uscire dal campo di azione del tormentam, il braccio sempre disteso, era pronto eventualmente ad attaccare come il caso di lí a breve avrebbe richiesto. Sortita la dipartita di buona parte dello sciame in avvicinamento infatti quei pochi superstiti aggressivi lo avevano raggiunto aggrappandosi alle vesti, alle carni del collo pronti a suggellar bacio dal venefico effetto deleterio. Cosí ostinate nemmeno la tempesta parve riuscire a scoraggiare la presa. Non vi era altra soluzione che far appello alla magia. Aveva già un incanto in mente da castare repentinamente. Mentre indietreggiava, gli occhi chiusi, brucianti che non aveva ancora il coraggio di aprire, portò indietro il braccio armato come a voler simulare il movimento iniziale di una stoccata per poi proseguire spostandolo in avanti in modo che il gomito giungesse alla vita dello stesso lato.
Contestualmente con lo stesso fervore e la decisione di poco prima scandí a voce alta l'incantesimo sperando sortisse l'effetto desiderato.
- DEPULSO!!! -
L'intento era chiaro. Liberarsi in un solo colpo dagli animali che attentavano alla sua salute. Ci sarebbe riuscito? Doveva solo aspettare il verdetto del fato.

Quella caccia alle uova era davvero più complicata di quanto Sirius aveva preventivato. Dolente, subiva infatti l'effetto dei piccoli insidiosi morsi finendone avvelenato. Era solo questione di attimi prima che avvertisse l'intorpidimento, la sensazione che un sostanza chimica studiata dalla natura per nuocere, sortisse i suoi tremendi effetti deleteri. Il Depulso era riuscito ad allontanare buona parte dei Doxy attaccanti ma non era sufficiente a scoraggiarli dall'insistere. Dopotutto erano stupide creature mosse da istinti animali, molto probabilmente difendevano solo le uova a cui Sirius puntava. Benché la singolarità di quella situazione lo mettesse alla prova almeno aveva raggiunto il posto giusto per ottenere ciò che cercava. Eppure, prima, doveva liberarsi delle venefiche creature. Era tentato di puntare al tormentam ma un nuovo incanto gli balenava alla mente come fosse insetto picchiettante ed insistente. Avrebbe assecondato il suo istinto e agito in fretta per sbaragliare la maggior parte dei Doxy. Solo in secondo momento avrebbe pensato al veleno e ai suoi effetti. Poteva attendere per il momento. Distese allora il braccio verso lo sciame in avvicinamento facendo roteare il polso impugnante la bacchetta - si avvide poi che era il bersaglio dei Doxy, il che giocava a suo vantaggio - in senso antiorario ripetendolo in modo continuo e repentino. La tempistica in quella situazione era troppo importante per perdere tempo prezioso. Mentalmente si concentrò su un buon numero di bolle almeno pari a quelli dei Doxy in modo da poterlo mette fuori gioco. Il fatto che puntassero alla sua mano circoscriveva lo spazio a cui puntare, fattore che lo avrebbe facilitato.
- Ebúblio -
enunció a voce chiara e altisonante per dare corpo alla sua evocazione. Era deciso, sicuro, concentrato al massimo nonostante fosse consapevole che il veleno era già in circolo. Era in una brutta situazione ma sperava che le bolle sortite da un solo punto ed espandendosi con lo scoppio nuocessero piú di un obbiettivo. Era la sola speranza di uscir indenne da quella situazione. Doveva provare.