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Per la prima volta nella mia vita scelsi di pensare alla mia felicità e tutti non fecero che giudicarmi, ma fu anche la prima volta in cui non mi importò minimamente dei giudizi di nessuno. Volevo essere felice, a tutti i costi.
Trafalgar Square ~
Quel giorno potevano vantarsi di aver passato un po’ di tempo con il valoroso ammiraglio Nelson, quella statua così incredibile, posta in alto sopra a tutto, come a vegliare sull’intera città. Chissà se altri giovani maghi ebbero la loro stessa idee, magari una giovane coppia si regalava un tramonto in cima a quella torre, o altri fuggivano dalla realtà ritagliandosi un momento di completa solitudine, proprio come Mya. In quel momento a Nathan venne uno dubbio, come aveva fatto la Tassina a raggiungere quell’altezza? Non vedeva un scopa sul basamento, e poi era proibito mettersi a svolazzare sui cieli di Londra come se niente fosse; Lei era forse in grado di utilizzare la smaterializzazione? Perché no, dopo tutto era passato parecchio tempo da l’ultima volta che l’aveva vista, non poteva sapere quanto potesse essere migliorata. Non riusciva a trovare altra spiegazione, a meno che Mya non fosse in grado di volare, ma era ancora meno probabile. - Credo che non dispiaccia neanche a lui. Sì.. insomma, se ne sta tutto solo, non so quanti maghi si siedano qui, magari siamo i primi - Sorrise staccandosi dal basamento facendo alcuni passi in avanti, mentre la ragazza sembrava farsi più comoda avvicinando le gambe al corpo; da lassù si sentiva il padrone del mondo, poteva restare lì a fissare il vuoto, volgendo lo sguardo il più lontano possibile, immaginando dove poter arrivare, quante bellezze c’erano ancora da vedere nel mondo, e aspettavano solo lui e i suoi occhi. Poi ritornò con la mente al basamento, e alle parole di Mya, scettica sul reale motivo della visita del ragazzo. Si girò verso di lei per rispondere, quando la ragazza si stiracchiò per raggiungere la bacchetta scivolata poco prima, voleva forse rimediare al mancato attacco e togliere di mezzo il povero Grifetto? Stringeva quella bacchetta a sé, come fosse il suo unico appiglio, l’unica cosa che le prometteva di proteggerla, sempre. Lui sapeva che a quella Tassina dava fastidio l’invadenza, o che qualcuno oltrepassasse il suo cerchio, l’aveva imparato a sue spese, facendo di testa sua e scontrandosi sempre con lei. Purtroppo lui era così, era incapace di fare la scelta giusta, di approcciarsi nel modo in cui le persone si aspettavano. Per lo meno poteva dire di essere così con tutti, senza cambiar carattere in base alle persone che aveva davanti, non voleva indossare una maschera per ogni occasione, gliene bastava una con un sorriso, una che mascherasse agli altri la sua tristezza. Poi per fortuna la bacchetta scivolò nella tasca del giacchetto, ed era meglio che sarebbe restata lì, senza aizzare il mastino travestito da tasso. In quel preciso momento, osservandola meglio, a qualche passo di distanza da lei, Nathan rimase per un attimo incantato, come una volta a casa sua, quando la rapì per la festa. In quell’occasione cambiò la sua divisa in un vestito floreale davvero pazzesco, e anche adesso non stava affatto male; il tempo passava, loro crescevano, e lei era sempre più bella. Poi scacciò rapidamente quei pensieri dalla testa, quell’espressione triste nel viso di Mya non rendeva giustizia al suo aspetto, cos’era che le faceva male? Poteva il mondo intaccare la sua felicità? Forse lui non era la persona che poteva renderla felice, ma magari poteva farla distrarre per un po'. - Tutto sommato? ..Mya ma che cos’hai? Te ne stai qui, a pensare a quello che sta accadendo nel mondo, mentre l’oscurità lo divora. - Ti pareva, doveva farlo prima o poi, il suo primo passo falso, stava andando tutto liscio, o quasi, e adesso oltrepassava quella voglia di solitudine e di silenzio bramata dalla tassina, e lo faceva con irruenza. Usò forse per la prima volta quel nome, non ricordava se l’avesse mai pronunciato, ma lui in quel momento non voleva essere solo di passaggio, magari dopo quella sera non si sarebbero visti per settimane, ma ora Lei era lì e non sarebbe finita come ogni loro incontro, non questa volta. - Ascolta.. mi dispiace, a volte straparlo.. magari sono io che scappo dai problemi, mentre tu li affronti di petto e non riesci a fregartene. - Cercò di spiegarsi meglio, non voleva essere frainteso, lui non la stava criticando, era solo che non sopportava di vederla così, non voleva che la sua presenza insieme a lei fosse accostata da un momento di invasione. Magari sarebbe stato meglio che se ne fosse andato in quel preciso istante, forse lei voleva solo stare da sola, e se Nathan voleva il suo bene doveva lasciarla stare. Si avvicinò nuovamente al bordo della pedana, era a pochi centimetri da essa, tanto che se un Babbano distratto avesse alzato la testa, probabilmente l’avrebbe visto. Stava per andarsene, smaterializzandosi via, lontano da lei, dall’intera Londra, magari in un’altra capitale che l’avrebbe distratto. Poi fece un sospiro, forse era il suo solito abbandonare le cose in quel modo, evitare le situazione spiacevoli, ma stavolta voleva fare diversamente, valeva la pena rischiare, per Lei. Edited by Nathan Scott - 7/12/2013, 19:58
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