Il minuto più lungo della sua vita, indubbiamente. Un minuto nel quale, nonostante il suo tentativo di svuotare la mente, migliaia di pensieri si erano accavallati nella sua testa. Niahndra fuggiva, lui cercava di afferrarla. Non era un semplice fatto, bensì la rappresentazione ideologica della sua posizione generale nei confronti della ragazza. Ma... era davvero giusto?
Inafferrabile. Lui stesso aveva riservato quell'aggettivo alla giovane per spiegarne la natura ai suoi occhi. E, adesso, voleva davvero impedirle di essere quello che era realmente? Voleva negarle la sua essenza? No, Kevin stava sbagliando, e se ne stava accorgendo solo in quel fugace ma significativo scatto di lucidità, mentre in picchiata stava dirigendosi proprio incontro alla ragazza. Ella lo aveva sfidato, ma in ogni caso Niahndra non poteva essere catturata. Non in quel modo, perlomeno. La ragazza andava in quel momento al di là di ciò che il biondo poteva afferrare. L'avrebbe "presa" solo quando lei stessa glielo avesse permesso. Solo adesso lo capiva, ma non era ancora troppo tardi.
Poi, all'improvviso, fu Niahndra stessa a sorprenderlo. Ella si fermò di colpo, raddrizzando la schiena, arrestando il moto della sua scopa e alzando la testa proprio per intercettare lo sguardo del ragazzo. La picchiata di Kevin, nel frattempo, proseguiva spedita, ma il ragazzo riuscì a captare attentamente lo sguardo di sfida della compagna, fiero, superbo. Osservò quell'espressione, quel gesto di sfida, quegli occhi che lo invitavano sprezzanti a tentare di catturarla. Il biondo ricambiò l'occhiata e, con sguardo assai deciso e profondo, esibì un ghigno divertito. Il tutto stava accadendo in pochi secondi e a cavallo di due scope in rapido movimento (almeno quella di Kevin), ma era come se perfino lo spazio, oltre che al tempo, si fosse in quel momento dilatato. Era così, vi erano solo loro due, e quegli sguardi significativi, la loro sfida. Niahndra non era più una preda, in realtà non lo era mai stata. Ma ella non era neanche un predatore, bensì un qualcosa di non catalogabile, un qualcosa che rispecchiava perfettamente la sua essenza inafferrabile e sfuggente. Non era nulla e allo stesso tempo era tutto. Kevin, ancora, non poteva saperlo. Per lui la ragazza sembrava essere diventata più un'ossessione, un enigma che egli si era ormai promesso di risolvere a tutti i costi. Eppure, adesso, il ragazzo sapeva come resistere a tale ossessione, sapeva come fare per arrivare alla soluzione. Lo avrebbe dimostrato, non tanto alla ragazza, quanto a se stesso.
Il gesto, quasi arrogante, della compagna aveva anch'esso un valore simbolico. Niahndra lo aveva sfidato apertamente, ma Kevin aveva ormai capito che quella non era la strada giusta per "afferrare" la Tassina, che restava ancora immobile in attesa. La scopa del ragazzo si stava avvicinando sempre di più a quella di colei che poco prima lui stesso aveva considerato una semplice preda, ma gli occhi di sfida con la quale la osservava erano profondamente cambiati, più consapevoli della realtà dei fatti. Ma, allora, cosa avrebbe fatto? Non lo sapeva, ed era troppo tardi per pensare razionalmente a qualcosa. I due erano in rotta di collisione, ormai prossimi allo scontro. La mente di Kevin cercava veloce di trovare una soluzione, ma gli arti del ragazzo sembravano essersi bloccati all'improvviso. Erano troppo vicini, ma nessuno dei due sembrava disposto a fare la prima mossa, Niahndra per tattica e Kevin per indecisione e confusione. Poi, tutto accadde nell'arco dell'ultimo secondo.
In prossimità della collisione, la ragazza scattò rapidamente di lato, cercando di fuggire dal raggio di azione del ragazzo. Kevin, tuttavia, si ritrovò come in una condizione di trance, mentre la sua mente rifletteva ancora sull'immagine ideologica di sé stesso e di Niahndra...
Non poteva catturarla. Non doveva catturarla. Non era quello il modo. Non era quello il momento.
Il braccio del biondo si estese, ma senza convinzione, senza reale volontà. Era come se Kevin non avesse il pieno controllo del suo corpo. Ma cosa stava accadendo? Inevitabilmente, l'arto afferrò l'aria, permettendo alla ragazza di sfuggire in tempo alla sua presa. Il movimento della scopa del giovane, quindi, proseguì oltre, lasciandosi alle spalle l'immagine di Niahndra che, inafferrabile, eludeva il suo "tentativo" di catturarla. A quella velocità, probabilmente, la ragazza non avrebbe notato alcuna stranezza nel suo comportamento. In ogni caso, Kevin non riacquistò subito la lucidità necessaria e non capì a pieno cosa fosse davvero accaduto in quella frazione di secondo. Tutto ciò era davvero frutto della sua volontà? Forse, ma essa si era manifestata in maniera molto inusuale. Si era lasciata guidare dall'istinto, dall'inconscio. I pensieri avevano avuto il sopravvento. Eppure, non riusciva a capire con certezza... ma quello non si rivelò, al momento, il suo problema principale
Il moto della sua scopa, infatti, stava proseguendo, e Kevin si accorse della situazione troppo tardi. Tornando alla realtà in maniera assai brusca, il Tassorosso finì per dare uno strattone involontario alla sua scopa, che sbandò verso destra e maggiormente verso il basso. Con più lucidità, il ragazzo scoprì suo malgrado di essere a quota più bassa del previsto e diretto con velocità verso il suolo sabbioso del campo, ormai in prossimità. Istintivamente, il biondo alzò immediatamente il manico di scopa per sterzare ed evitare una collisione disastrosa con il terreno, ma era già troppo tardi. Il moto della scopa fu rallentato dalla sua azione disperata, ma presto la saggina si ritrovò ad impattare contro il suolo ed il ragazzo fu sbalzato in aria, perdendo l'appiglio sulla scopa. Il volo fu rapido e, dopo una mezza capriola in aria, Kevin rovinò al suolo, cadendo sulla schiena sulla sabbia. L'impatto gli arrecò forte dolore, ma il biondo capì subito di non essersi rotto nulla e di non aver riportato gravi danni. Solo dolore e tanta confusione. Cosa gli era successo in quegli ultimi secondi? Era come se la sua mente avesse impedito al ragazzo di afferrare Niahndra, come se il suo inconscio lo avesse ritenuto una cosa sbagliata. In ogni caso, a caldo non sarebbe riuscito a mettere insieme troppi pensieri razionali, anche se quella situazione non aveva di per sé alcunché di razionale. Ad ogni modo, la frenata di emergenza ed il terreno sabbioso sottostante avevano evitato il disastro, e quella era la cosa più importante.
Sdraiato sul terreno e indolenzito, Kevin si passò una mano tra i capelli, mentre la polvere che aveva alzato cadendo al suolo andava lentamente dissolvendosi. Socchiuse gli occhi e, incomprensibilmente, sorrise.
Aveva perso la sfida, Niahndra gli era sfuggita, lui non era riuscito a catturarla. Ma andava tutto bene.