La Serpeverde era ancora persa nei suoi pensieri, anzi, non erano tanto i pensieri, quanto il suo sguardo ad
essere perso di fronte a quella meraviglia astrale. Era impressionante quanto una persona come Sophie Armstrong potesse rimanere così affascinata davanti ad una tale bellezza. Era risaputo, i Serpeverde, ma soprattutto lei, erano alquanto strani. Lei adorava uscire fuori dal castello ogni fine giornata, ad ammirare il tramonto; altre volte aveva rischiato di essere espulsa dalla scuola solo perché usciva la notte, di nascosto, per loro, la luna e le stelle. Eppure, nello stesso tempo, amava anche i giorni di pioggia, tanto che aveva anche perso il conto di tutte le volte che si era ritrovata ammalata dopo aver passato ore sotto l'acqua che scendeva dal cielo. Eh sì, strana era esattamente l'aggettivo adatto a lei.
Improvvisamente però, fu costretta a distogliere lo sguardo dal soffitto incantato, a causa di una voce provenire proprio da pochi centimetri da lei, una voce femminile:
-Ciao! Disturbo? Posso sedermi qui?-
Una voce felice, raggiante, proprio come lo sguardo che incroció in quel momento la giovane Serpeverde. Scrutò attentamente il viso della dolce ragazza, che mostrava un sorriso a trentadue denti, ma che non aveva mai visto. Chissà perché, quella sera erano tutti felici.
Ma lei no. Quella serata si era rivelata proprio per quel che si aspettava: una serata solitaria, trascorsa a guardare i visi felici dei ragazzini intenti a ballare e a mettersi in mostra, cosa che Sophie non riusciva minimamente a sopportare.
Lei non amava il caos, non le piacevano le feste e non le piacevano neppure i modi in cui si comportavano i ragazzini delle altre Casate.
Era più forte di lei, non riusciva a sopportare tutto quel macello.
L'unica cosa con cui era riuscita a dimenticarsi di trovarsi a quella festa era stato il cielo così bello, che, purtroppo, dovette abbandonare.
*Ma che diavolo ci faccio qui?*
Non aveva idea del motivo per cui aveva deciso di partecipare a quell'evento... Forse era solo la troppa curiosità di vedere di cosa si potesse trattare, ma si accorse solo in quel momento che non era per niente il posto adatto a lei. Forse non in quel momento. Preferiva starsene nella sua adorata Sala Comune, tanto, senza dubbio, si sarebbe saputo immediatamente quale Casata avrebbe vinto la Coppa.
Volse nuovamente lo sguardo sulla ragazza in attesa di una risposta, cominciando poi ad aprire leggermente la bocca per parlare:
-Siedi pure.-
Sentenzió, senza mai lasciare spazio a un piccolo sorriso o ad un po' di gentilezza. La sua voce, come al solito, era fredda e pungente, soprattutto in quel momento.
-Tanto stavo giusto andando via.-
Era evidente che quella ragazza era in cerca di compagnia... Ma non era lei la compagnia giusta, non poteva esserlo.
Fece dunque peso sulle gambe per poi trovarsi in piedi, cercando sempre di tenere sollevato da terra il suo lungo vestito, che aveva il brutto vizio di infiltarsi tra i piedi e il pavimento mentre camminava.
Cominciò ad avanzare verso l'uscita, percorrendo proprio il sentiero che aveva percorso nel momento in cui era entrata.
In quel momento non fece altro che notare che il numero delle persone era praticamente triplicato, il che rendeva le cose ancora più difficili: cercò di farsi largo per poter passare e, quando finalmente riuscì ad attraversare il peggio, si guardó indietro mentre avanzava, finché non calpestó qualcosa che la fece quasi scivolare per terra, ma riuscì ad aggrapparsi alla prima cosa che trovó di fronte: la spalla di un ragazzo.
*Ma che...*
Alzò immediatamente lo sguardo, incrociandolo con quello del giovane in questione. Ci mancava solo quella: era uno dei Prefetti, che aveva già visto qualche volta in giro e, non solo gli aveva calpestato il piede, ma aveva anche rischiato di farlo cadere insieme a lei.
Per un attimo, solo un attimo, si sentì in imbarazzo. Fosse stata un'altra persona, sicuramente non avrebbe più smesso di chiedere scusa, ma, purtroppo o per fortuna, non era nella natura di Sophie. Non era considerata una persona maleducata, ma il suo orgoglio lo faceva pensare tanto.
-Non è raccomandabile stare immobile in mezzo ad una folla del genere, non trovi?-
Fu costretta a parlare con un tono di voce abbastanza alto, cercando anche di alzarsi sulle punte dei piedi per farsi sentire dal ragazzo.
Non esitava mai a mettere in mostra il suo caratteraccio, ma era una cosa che lei non poteva controllare.