Ballo di Fine Anno

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view post Posted on 4/7/2013, 15:46
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Corvonero
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CITAZIONE
”Se ne ho di nuove, ragazze mie? La spumeggiante Jess sta per combinarne un'altra delle sue! Vedete quei due? Tess ed il suo amichetto? Beh...lasciate fare a me, e vedrete, tra qualche anno mi darete ragione, cammineranno mano nella mano!

Sayuri si trovò a ridere quasi fino alle lacrime. Anche se la conosceva da meno di mezz`ora, la Spumeggiante Jess sembrava il tipo di ragazza che, quando si mette in testa qualcosa, la porta a termine. Non contando i feriti sulla strada.
- Poveri loro.. Non vorrei essere nei loro panni, Jess, ora che ci sei tu a preoccuparti della loro vita sentimentale! - Ammiccò a Jess, divertita, prendendola un po` in giro.
Sayuri si sentì picchiettare sulla spalla e si girò con il gran sorriso ancora sulle labbra. Che non potè fare a meno di allargarsi

- Serena! Che bello che sei qui! Vieni - Le fece un po` di spazio, includendola in quel circolo tutto femminile - Tornado Jess ci stava giusto illustrando i suoi sogni rosa su.. - E qui fece una piccola pausa, accorgendosi che anche Tessa le aveva raggiunte. -.. su di lei e un serpentello piuttosto simpatico. E` così, Tessa? - Sayuri le fece l`occhiolino e posò una mano - contatto fisico volontario! - sul braccio della cugina che sembrava un po` a disagio.
- Stai molto bene con questo vestito, cugina - Le sussurrò piano, cercando di arrossire il meno possibile per la sua sfrontatezza e fallendo miseramente.
 
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Evelyn Bellard
view post Posted on 4/7/2013, 18:08




Non avevamo neanche iniziato a parlare che una ragazza si avvicinò a noi. Si presentò, Tessa, e passò alla fase dei complimenti, d'obbligo in una serata come quella. Non feci in tempo a risponderle che un altro ragazzo si avvicinò. Evidentemente si conoscevano ed erano insieme fino a pochi momenti prima: lui le porse un bicchiere di Burrobirra, prima di presentarsi e commentare il mio abbigliamento. Non avrei mai creduto di riscuotere tanto successo, era in tuta ad un ballo elegante... Lo scopo era passare inosservata, non diventare una calamita per persone. Comunque, e per fortuna, feci appena in tempo a ringraziarli che se ne andarono, entrambi. Prima Tessa, poi Alex Bragon qualcosa. Strani modi di fare... Nel frattempo una voce mi chiamò, una voce femminile, ben riconoscibile tra le altre. Alzando lo sguardo vidi Zoey, in compagnia di un numeroso gruppetto, che agitava la mano verso di me. Ricambiai il saluto, vedendo che non si stava avvicinando. Meglio così. Non amavo le grandi compagnie, preferivo di gran lunga parlare con una sola persona, magari più interessante delle altre. E il suo nome era Elhena Attwater.
Già, essere grandi sembra la massima aspirazione di tutti ormai... Non credo che diventare adulti sia così divertente, dopotutto. Ma ammetto di essere un po' fuori luogo, direi che tu hai trovato la giusta via di mezzo.
Sorrisi ad Elhena. Il suo vestito era... Beh, sì era carino per essere un vestito. Se mi fossero piaciuti i vestiti probabilmente avrei apprezzato quello più di molti altri. Il giallo era un colore felice, poi. Delicato, ma esplosivo. Guardai la ragazza di fronte a me. Elhena parlò di nuovo.
"Mi sta venendo sete, pensi che possa azzardarmi ad avvicinarmi al tavolo delle bibite?"
Accennai una risata silenziosa, impercettibile. Ora che ci pensavo anche la mia bocca diventava secca. Forse era l'aria calda, estiva, forse la densità di persone in quella stanza.
Magari in due ne usciamo vive...
La folla era aumentata notevolmente negli ultimi minuti, i ragazzi parlavano, scherzavano, ridevano, bevevano e mangiavano. Guardai Elhena, sperando che non volesse semplicemente stare da sola, che la sete non fosse una scusa per allontanarsi. *Nah, se avesse voluto stare da sola non sarebbe venuta al ballo!* pensai, calcolando il percorso migliore per arrivare al tavolo delle bibite. Aspettai che fosse Elhena ad aprire la strada, dopotutto l'idea era sua. Nel frattempo pensai a un argomento di conversazione, cercando di evitare quel silenzio imbarazzante di cui ero spesso portatrice.
Allora... Di che casata sei?
Dissi con tono amichevole. Domanda banale, ma almeno era un inizio: senza la divisa era difficile capire la casa di appartenenza. Di sicuro non Grifondoro, l'avrei incontrata di certo in sala Comune. Dall'atteggiamento non avrei detto neanche Serpeverde, ma non si sa mai, magari dietro all'apparenza timida si nascondeva un'ambiziosa ragazza sicura di sè. O magari il colore del vestito rispecchiava la sua casata, in quel caso poteva essere solo Tassorosso. Nella totale comodità della mia tuta (in barba a tutte le ragazze con i tacchi a spillo) mi avviai verso il tavolo delle bevande, evitando i gruppetti più numerosi e la gente con bicchieri o piatti in mano.

 
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Serena Johnson
view post Posted on 4/7/2013, 18:25




Il gruppo in cui si era integrata la cugina sembrava essere affiatato e Serena avrebbe trovato una buona compagnia, con buone probabilità. Sayuri si girò e la invitò nel gruppo. Ebbene sì, pareva proprio che la Corvetta avesse trovato la compagnia che cercava, dopo il comportamento antipatico della ragazza incontrata poco prima. La cugina orientale si comportò come meglio poté, tanto che dopo Serena non poté che volerle più bene di quanto già gliene volesse. Le aveva messo una mano sul braccio, forse per cercare di metterla più a suo agio, fatto sta che ci riuscì e la timidezza scomparve di botto.
«"Tornado Jess"?» rise. Sì, aveva trovato la compagnia ideale. «Oh, capisco...» disse facendo la parte della seria, ma subito tornando a sorridere.
«Comunque... io sono Serena.» disse rivolta al gruppo, sorridendo e inclinando leggermente il capo lateralmente.
Sayuri le sussurrò all'orecchio facendole i complimenti sul vestito, e solo in quel momento Serena osservò quello della cugina: un kimono giapponese rosa.

«Bellissimo anche il tuo!» le rispose, strizzandole l'occhio.
 
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TessaVanVliet
view post Posted on 4/7/2013, 18:56




-Eh?!-
L'unica parola che le venne in mente, dopo quelle di Sayuri. Sgranò gli occhi e si guardò attorno. Sogni rosa? E dov'era il serpente?
Guardò il pavimento, e decisamente nessun "serpentello simpatico" strisciava tra la folla, o l'avrebbe notato.
Un attimo di confusione e poi capì. Si riferivano ad Alex. Ok, questa le era nuova. Quasi non scoppiò a ridere.

-Ok, si molto divertente, e che altro c'è da sapere, su Tessa e il serpentello simpatico?-
Con un misto tra tono accusatorio e divertito, si rivolse alle ragazze. e in quel momento capì che fino ad allora avevano cinguettato su quell'argomento. Cosa che la fece diventare paonazza in volto. Con noncuranza, si lisciò ancora l'abito e sorseggiò la sua burrobirra.
Volse, poi, lo sguardo al soffitto, dove il cielo si faceva di un blu molto più intenso. Tra il mormorio e la musica, non si distinguevano voci, o persone. Diventava davvero affollato, non che non le piacesse, ma l'idea dell'intera scuola, concentrata in un solo punto... era quasi soffocante.
Tuttavia, scacciò quel pensiero e si dedicò all'ascoltare il cinguettante mormorio delle ragazze attorno a lei. Di come progettavano piani, e cose cosi, quasi rise. Non era il tipo, lei, e di certo, l'idea di una pink-fashion love story, con il "serpentello" non le era neanche passata di mente.
 
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view post Posted on 4/7/2013, 20:52

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

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In un attimo, si ritrovò circondata da un folto gruppetto di ragazzine più piccole, con tutta probabilità amiche di Mel; evitò quindi di rispondere a quest'ultima, almeno per quel momento, e incurvando le labbra in un lieve sorriso, disse:
- Beh, Mel, non mi presenti le tue amiche? -
Non c'era ironia nella sua voce, ma soltanto una nota divertita: in fondo, al contrario suo, Melody era sempre stata una ragazza molto aperta e socievole, e questo, dal suo punto di vista, la nobilitava.
Stavano discorrendo sul presunto amore fra due loro compagni, che Zoey non riuscì ad identificare -e, d'altra parte, neppure le interessava più di tanto.
Notò nel gruppetto due visini familiari: appartenevano a due ragazze che riconobbe come Concasate, che aveva visto qualche volta in Sala Comune, ma con cui non aveva mai preso confidenza.
Una delle due sembrava avere l'argento vivo addosso, e pareva essere la leader di quel quadretto pettegolo di studentesse di Hogwarts; l'altra sembrava più timida e riservata, ma si sa, ci vuole poco per lasciarsi trascinare in occasioni come quella.
Sorrise verso di loro dolcemente, attendendo che Mel facesse le consuete presentazioni.
Prima che ciò accadesse, però, si rivolse di nuovo a lei, rispondendole:

- Certo che mi ricordo! E ricordo anche quella brutta avventura...beh, fortuna che è passata! - esclamò, ridendo; ma non poté fare a meno di rabbrividire. Era stata davvero una brutta esperienza per le due, e sapeva bene che Melody la ricordava eccome.
Sorrise ancora, pensando che con tutta probabilità si era mostrata più sorridente in quella serata che dal suo arrivo ad Hogwarts fino a quel momento.

 
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view post Posted on 5/7/2013, 08:35
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”Ehi! ,esclamò alle parole di Sayuri, puntando i pugni sui fianchi cinti dalla seta rossa, ”Ridi ridi, ma quando poi saranno felicemente fidanzati e passeranno il loro tempo a farsi gli occhi dolci, allora verrai da me e mi scongiurerai di riprendere le vesti di Cupido per te!
Asserì con il nasino all'insù, con un'aria da finta offesa che non ammetteva fraintendimenti, supportata , tra l'altro, da una fiera e dispettosa linguaccia, preludio di un'ennesima ilare risata. Quel guscio rosa che aveva visto in Sayuri sembrava essersi appena crepato nei suoi confronti, mostrando un "assaggio" di una ragazzina sorridente e molto più sicura di sé di quanto non si potesse pensare: non avevano avuto molto modo di conversare, ma la Grifondoro promise a sé stessa di approfondire quella conoscenza, apparentemente composta e, tuttavia, alquanto spiritosa al tempo stesso, e chissà che non sarebbe riuscita ad insegnarle ad essere meno...travolgente, forse più rispettosa della diffidenza e timidezza altrui.
Ed ecco poi rispuntare tra la folla Tessa, ed aggiungersi al coro cinguettante una voce appena più matura che di lì a poco avrebbe scoperto, nell'osservare la sua proprietaria, appartenere al prefetto concasato Zoey Lesnicky; quando quest'ultimo chiese alla giovane Corvonero Melody di fare le presentazioni, Jessica colse immediatamente l'occasione, e, allungando la mano verso l'altra Grifondoro, sorrise, palesandosi ufficialmente per la prima volta:

”Jessica Howard, prefetto Lesnicky”
Le strinse la mano, e subito dopo, quando ebbero esaurito i convenevoli, fece le sue scuse, per poi allontanarsi a passo svelto, aggirare il cerchio e raggiungere Tessa, probabilmente immersa nei suoi pensieri: le toccò appena la spalla, e avvicinandosi poco di più perché potesse sentirla, le chiese di “concederle un ballo” :
”Vorrei scusarmi per aver fallito miseramente stasera: ma vedrai! La prossima volta andrà meglio, parola di Jessica Howard!”
Proferì, strizzandole l'occhio e scoppiando a ridere: le fece segno di seguirla, al centro della pista, e prese a ballare in un modo strano, buffo sì, e che quando la Tassorosso l'avesse raggiunta, le avrebbe spiegato chiamarsi il “ballo del panda”, sua personalissima invenzione, e che, per la prima volta, avrebbe condiviso con qualcun altro, che quella sera scoprì essere incredibilmente simile a lei.
”PANDALOOOOVE!”
Asserì, sollevando appena le braccia piegate all'altezza del viso e cominciando a ballare: fece segno, a chi delle altre ragazze si girò, di unirsi a loro, e al diavolo chiunque degli altri studenti presenti in sala avrebbe riso o fatto la faccia storta! Con lo sguardo promise loro un divertimento più grande di qualsiasi falsa umiliazione. E poi...dopotutto erano bambine no? Quella degli altri sarebbe stata solo invidia per una spensieratezza che loro riuscivano a custodire ancora gelosamente nel cuore.




Edited by Jessica Howard - 5/7/2013, 11:38
 
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Melody Jackson
view post Posted on 5/7/2013, 10:23




Zoey sorridente le chiese di presentarle le sue amiche . Melody sorrise , guardandosi intorno . Le persone erano aumentate , nuove e conosciute facce spuntavano come funghi in mezzo alla folla . E Melody non si era accorta di quante eprsone conoscesse.

Probabilmente la metà di loro non sa neanche chi sono io

Le sussurrò in un sussurro , ridacchiando . In parte era vero : alcune persone le aveva conosciute da pochissimo , probabilmente loro non si ricordavano neanche il suo nome . Intanto Tessa si era avvicinata a loro due .

Nono , unisciti pure ! Non stavamo spettegolando ... solo ..

La corvonero guardò Zoey , in cerca di aiuto . Come potevano definire quelle brevi chiaccherate ? Ricordi ?

Solo portando alla luce dei vecchi ricordi !

Disse , sempre sorridente . Intanto si stava creando una specie di discussione amichevole tra una storia d'amore di Tessa e Alex. Melody guardò la ragazza vestita di rosso : sembrava eccentrica , estroversa e alquanto simpatica ! E voleva divertirsi a tutti i costi !! Infatti , dopo essersi presentata come prefetto a Zoey , si mise a fare una strana danza , urlando 'Pandalove' . Melody non potè fare a meno di ridere , ma non perchè la trovava buffa o sciocca , solo perchè pensava fosse una cosa giustissima. Jessica fece loro segno di unirsi a lei . Quella serata era proprio calorosa.

Che dite ragazze ? Ci buttiamo ?

Esclamò la ragazzina , in particolare probabilmente la sentirono Zoey e Tessa che erano vicine a lei , ma sarebbe stato bello creare una danza del panda con tutti i presenti . Melody guardò Jessica , sorridente . Si , quella ragazza era la simaptia in persona !

 
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Giuly :)
view post Posted on 5/7/2013, 13:26




Nel giro di pochi minuti il loro gruppetto raddoppò.
Arrivò Tessa, che divenne paonazza di fronte ai commeni su lei e Alex.
Sauyri scoppiò a ridere di fronte alle parole di Jess, e così fece Kim.
Certo che Jess era proprio forte!

- Ciao Tessa! - salutò - stavo pensando di venire a salutarti ma mi hai preceduto tu - disse facendole l'occhiolino.
Povera Tessa, Jess poteva aver ragione ma dopotutto avevano 11 anni e non era il caso di dare così tanto peso alla loro amicizia.
Quando Mel e Zoey si riunirono, Kim si presentò più personalmente con la prefetta, come aveva fatto Jess:

- Piacere, Kimberly Brekspell, ma come tutti puoi chiamarmi Kim -.
*Dopotutto*pensò*non è il caso di essere troppo formali se si vuole stringere amicizia, anche se è una prefetta*
Ad interrompere le presentazioni ci pensò Jess, che si buttò in Sala da Ballo gridando: PANDALOOOVE!!
Kim scoppiò nuovamente a ridere, si piegò su sè stessa tenendosi la pancia e trattenendo le lacrime dal ridere.
Si Jess era veramente forte.

- Che dite ragazze? Ci buttiamo? - chiese Mel.
- Certo! - gridò Kim prendendola per mano e trascinandola in mezzo alla sala da ballo, a ballare "il ballo del panda" insieme a Tornado Jess.
 
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view post Posted on 5/7/2013, 15:35
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Il tempo sembrava essersi fermato.
Daddy,era oramai da diverso tempo che fissava il soffitto come incantato,che ci stesse prendendo gusto ad osservare quel dannato cielo stellato?

*E’ veramente bello*

Pensò meravigliato,con il naso ancora puntato all’insu senza accorgersi di quello che stava succedendo accanto a lui.
Proprio quando sembrava essersi perso a valutare con i suoi occhi i grandi crateri della Luna,dal nulla, una giovane ragazza gli schiaccio prima il piede e poi lo fece quasi cadere per terra.

*Giovinastri.*

Ma si poteva essere cosi goffi? Non che Daddy fosse un equilibrista eh,ma c’era modo e modo di cascare.
Cercando di aiutare la giovane ragazza che poco prima stava quasi per cascare passò una mano sotto il suo esile braccio,a mo di sostegno,quindi disse

-Ehi,tutto apposto?-

Non fece in tempo neanche a proseguir a parlare con la giovane,che sentì questa affermare stizzita che la colpa era sua perché era fermo imbambolato sul posto.

*Ma che mo non si può stare neanche fermi?*

Pensò stizzito mentre rispondeva alla ragazza.

-No,guarda qua come si vede bene il soffitto.Alle volte bisogna apprezzare anche le piccole cose che ci vengono proposte non trovi?-

Sorrise.
Voleva proprio dirne quattro alla giovane ragazza,voleva dirgli che forse le situazioni erano più facilmente risolvibili chiedendo scusa piuttosto che rispondere a modo,ma non lo fece.
Quella sera se ne fregava altamente di essere pignolo,quella sera era li per fare conoscenze con le nuove promesse di Hogwarts.
 
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~Hope™
view post Posted on 5/7/2013, 16:26




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-Mh…-

Si guardò ancora una volta allo specchio, girandosi prima verso destra, poi verso sinistra, osservando con attenzione l’abito di seta color rosa confetto, aderire delicatamente alle curve morbide del suo corpo. Nonostante i suoi diciannove anni, Hope poteva affermare di possedere un corpo minuto, più simile a quello di un’adolescente nel fiore degli anni, longilineo con forme piccole e minute, il che non le dispiaceva più di tanto. Afferrando con delicatezza il bordo del vestito lo tirò leggermente, lasciandolo poi ricadere morbido poco più su delle ginocchia. Guardò nuovamente l’immagine riflessa nello specchio e sollevando la mano destra fin sulla fronte, affondò le dita sottili nei morbidi fili dorati, lasciandoli ricadere all’indietro, sciolti e ribelli come sempre. Non era certo la prima volta che la giovane donna si trovava a partecipare ad uno dei balli organizzati dalla scuola, ma era la prima volta che vi partecipava come docente e adulta. Osservò un’ultima volta il suo riflesso allo specchio per poi affrettarsi ad uscire dall’ufficio. Non passò molto che il brusio proveniente dalla Sala Grande raggiunse le sue orecchie, richiamando così la sua attenzione; gruppi di studenti, abiti di tutti di diversi colori e tonalità, il suono di risate, allegria mista a spensieratezza, doveva ammettere che le era mancato quel clima di serenità e per una volta tanto era convinta di aver fatto la scelta migliore a lasciare il suo ufficio per trascorrere qualche ora in tranquillità. Superò l’ultimo gradini e a passo svelto, stando attenta a non inciampare su stessa a causa dei vertiginosi tacchi che aveva scelto di indossare quella sera, raggiunse l’ingresso della sala dove si sarebbe tenuto il gran ballo. Diversamente dalla maggior parte delle ragazze presenti, Hope non aveva un cavaliere per quella sera, visto e considerato che Callum era sparito dopo quell’incontro a Diagon Alley, probabilmente troppo preso dal suo nuovo lavoro per riuscire a trovare del tempo libero per un semplice ballo scolastico. Sospirò quasi sconsolata a quel pensiero e dopo aver atteso qualche istante di troppo sulla soglia, fece il suo ingresso nella sala, dove la maggior parte degli studenti si era riunita per festeggiare la fine dell’anno scolastico. Volti conosciuti, famigliari, si susseguivano vorticosamente dinnanzi ai suoi occhi, ma la donna stava attenta a non prestar troppa attenzione poiché in un certo qual modo si sentiva in imbarazzo, fuori luogo, e volentieri avrebbe fatto un giro di centoottanta gradi intorno a se stessa per riprendere la via del suo ufficio. Sospirò a fondo cercando di tranquillizzarsi e ritrovare la tranquillità necessaria per affrontare quella semplice serata nel migliore dei modi, quindi proseguì in avanti diretta verso la grande tavolata riservata ai docenti, li dove probabilmente avrebbe trascorso la maggior parte della serata.
 
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TessaVanVliet
view post Posted on 5/7/2013, 19:30




Quella Jess non poteva di certo definirsi "normale". No. c'erano un mucchio di motivi per non considerarla così.
Seguì con una certa difficoltà e confusione gli eventi che si susseguivano. Jess l'aveva invitata in modo informale a ballare. Poteva essere divertente, carino... Ma lei odiava ballare. Restò a bocca aperta, mentre le altre ridevano del buffo ballo. Subito le si avvicino, e prendendola "in giro", mettendosi difronte a lei, cominciò a muoversi come faceva la tipa. Ok, non era sano di mente, e neanche sensato.

-Emh... cosa stiamo facendo, precisamente?-
Dire che la divertiva era poco. L'aura di simpatia di Jess era qualcosa di coinvolgente. Subito dopo si unirono le altre. Il motivo del suo Non-imbarazzo era concentrato sulla figura che oscillava difronte a lei a ritmo di musica.
Pandalove... pandalove... Quello si' che la fece sorridere.

Finita la musica, ne incominciò un'altra. No, non aveva la minima intenzione di ondeggiare ancora tra la folla come una demente. Si allontanò pian piano dal gruppetto che ballava con spensieratezza, abbassandosi quel po' che le bastava per non essere vista nel tentativo della sua fuga. Ballare non faceva per lei.
Riuscì ad uscire dalla gabbia di studenti al centro della pista, e con passo affrettato si avvicinò ad uno dei tavoli.

*Di certo non è sana di mente.*
Si accasciò su una delle panche, e appoggiò la testa sulle mani sospirando, prima che qualcosa attirasse la sua attenzione.
*Uh... i dolci.*
Il suo punto debole, il suo peccato capitale era difronte a lei in tutta la sua bellezza. Con un ghigno quasi malizioso afferrò una fetta di quella che scoprì essere torta di zucca e la mise in un piattino cominciandola a mangiare. Era meglio strafogarsi di zucchero, che ballare, quello era sicuro.
 
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view post Posted on 5/7/2013, 19:45
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CITAZIONE (Jessica Howard @ 5/7/2013, 09:35)
”Ehi! Ridi ridi, ma quando poi saranno felicemente fidanzati e passeranno il loro tempo a farsi gli occhi dolci, allora verrai da me e mi scongiurerai di riprendere le vesti di Cupido per te!

Ridacchiò, fingendo poi un'espressione di puro orrore
- Merlino me ne scampi, Jess! - Concludendo con una linguaccia. Solo una sfumatura rosata sulle guance intuiva una non consuetudine a questo comportamento. Un sussurro da parte della cugina le fece spostare gli occhi da Jess.
Sayuri accolse i complimenti della cugina con un piccolo sorriso felice e arrossendo leggermente di piacere. In quel momento, assomigliava in tutto e per tutto alla classica bambolina giapponese, timida, delicata ed eterea.
Lo stato di grazia durò però appena pochi secondi.

CITAZIONE (TessaVanVliet @ 4/7/2013, 19:56)
-Eh?! Ok, si molto divertente, e che altro c'è da sapere, su Tessa e il serpentello simpatico?-

Alle parole di Tessa, un sogghigno furbetto e divertito fece capolino sul viso tondo, rendendola più simile ad uno spriritello dispettoso.
- Bè.. Eravamo quasi arrivate ad immaginare i vostri figli.. Vedi un po' te! - Rise, cercando un'occhiata complice con la cugina e con Jess. Quest'ultima, però, era sparita.
Un urlo la fece voltare, sbigottita, verso la pista.

CITAZIONE (Jessica Howard @ 5/7/2013, 09:35)
”PANDALOOOOVE!”

- Per Morgana.. Hai visto perchè l'ho chiamata "Uragano", Serena? -
Vedendo Mel, Kim e Tessa che si univano al ballo, scosse la testa, per poi spingere la cugina verso il gruppetto.
- Questo ballo non fa per me, cugina. Ma sono certa che tu ti divertirai moltissimo! E comunque io ho una gran sete.. - Le sorrise, facendole un occhiolino, e si allontanò verso uno dei tavoli. Allontanandosi, passò accanto a Jess e le mormorò un flebile - Ti affido Serena.. -
Una volta accanto al tavolo delle bevande si fermò, indecisa.
- Burrobirra o succo di zucca? - L'ardua scelta. Chissà se qualcuno sarebbe venuto in suo soccorso..

Edited by Anthea - 5/7/2013, 21:17
 
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Serena Johnson
view post Posted on 6/7/2013, 14:49




Doveva ammetterlo. Si stava davvero divertendo molto. Il gruppo in cui si era infilata e in cui aveva stretto delle amicizie la cugina Sayuri sembrava molto simpatico. Era lì da nemmeno dieci minuti e per nulla al mondo se ne sarebbe andata, soprattutto se c'era una scatenata come l'uragano Jess in pista. La riconobbe come una ragazza vista qualche giorno prima sul Ponte Sospeso. Rise, allo scambio di battute tra la Howard e Sayuri. Quest'ultima arrossì leggermente quando Serena le fece un complimento sul vestito.
«Eh?! Ok, si molto divertente, e che altro c'è da sapere, su Tessa e il serpentello simpatico?» disse Tessa, quasi sicuramente infastidita da ciò che aveva detto Sayuri, ma non poté che continuare a ridere quando la cugina disse qualcosa sui figli che Tessa e il "serpentello simpatico" avrebbero avuto. Incrociò il suo sguardo complice e le sorrise. Uragano Jess, intanto, si era allontanata dal gruppo. Un urlo attirò l'attenzione di, forse, tutta la Sala.
«PANDALOOOOVE!» Era Jessica, che ballava in un modo molto buffo gridando quella parola... senza significato apparente. Se si era fermata per riprendere fiato dopo tutte quelle risate, ora era scoppiata nuovamente a ridere.
«Per Morgana.. Hai visto perchè l'ho chiamata "Uragano", Serena?» disse Sayuri sbigottita.
Continuando a ridere quasi con le lacrime agli occhi, Serena le rispose:
«Nome azzeccatissimo!»
Tuttavia, Sayuri la congedò. *Cosa? No! Ferma! Resta qui! Con chi resto ora?* Un turbinio di domande, rivolte alla cugina, che però pensò soltanto. Si limitò a dire solo: «Sicura?» ma la cugina si era già avviata al tavolo del ricco buffet.
Fu allora che, nel gruppo puramente femminile, notò un viso conosciuto.

«Ehi, Mel!» esclamò sorridendo. Si trattava di Melody Jackson, una Corvonero conosciuta l'anno precedente in Sala Comune. «Ti ricordi di me?» chiese, sperando che la risposta fosse stata affermativa.
 
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view post Posted on 8/7/2013, 18:51
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Horus R. Sekhmeth

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~ Sala Comune — h. 19.27

Il suo riflesso lo osservava. al di là dello specchio; un'espressione indecifrabile sul viso. Occhi chiari come cristallo opaco, severi, il sinistro circondato da una rosea voglia, l'acqua che gocciolava dai capelli rossi, colando lungo la schiena, le spalle, il petto. Quel petto solcato da una lunga, sottile cicatrice che spiccava a malapena sulla pelle candida; al centro un nero glifo che le dita del ragazzo sfioravano come fosse qualcosa di incredibilmente fragile. Sentiva, sotto i polpastrelli, la carne in rilievo della cicatrice, liscia ed innaturale, ma l'ipotetico inchiostro di quel bislacco tatuaggio nato dal nulla, sembrava essersi fuso con l'epidermide stessa.
Horus sospirò, alzando il viso e guardando il riflesso, allungando una mano verso il vetro, appoggiando il palmo aperto sulla superficie, osservando i contorni del viso di colui che lo osservava, resistendo alla tentazione di fuggire il suo stesso sguardo. Estraneo, diverso: a volte faticava persino a riconoscersi in quell'immagine, in quel corpo. Straniero.

*Andiamo, Ra, muoviti.*
Il Caposcuola si voltò, il riflesso lo seguì; volente o nolente, era il suo nuovo Io e nulla poteva fare se non cercare di non perdersi.
Osservò il completo bianco adagiato sul letto del dormitorio vuoto. Probabilmente Kevin e Paul erano già andati al Ballo, o forse no, l'importante era, comunque, che fosse da solo. L'abito che aveva scelto per quella serata aveva uno stile diverso, forse più moderno, rispetto ai soliti che indossava in certe occasioni e che, certamente, risultavano un po' antiquati. Lo guardò piegando da un lato la testa, mordendosi il labbro inferiore. Più osservava gli eleganti fermagli, le stoffe pregiate, i bottoni d'argento, più saliva il dubbio: andare o non andare? Ora che era arrivato il momento di indossare quell'abito, non era più sicuro di voler andare al Ballo. In un modo o nell'altro, i Balli della Scuola si erano susseguiti in un trionfo di sfighe ed eventi malaugurati. Al primo, lo ricordava come se fosse stato ieri, era andato con Sivra: dov'era scomparsa, che fine avesse fatto, Horus non era ancora riuscito a saperlo. E una parte di lui bruciava di rabbia, per come lei l'aveva trattato: un ragazzino lo era a quel tempo, vero, ma non era sciocco o indifeso come lei aveva voluto vederlo e crederlo. Eppure quella sera, lui si era sentito grande, accompagnando la fanciulla, danzando con lei... fino a quando la gelosia non gli aveva stretto il cuore. E non era perché Sivra aveva osservato un ragazzo dai capelli blu. Soltanto ora capiva che quel sentimento non era per lei, ma per la compagna di quel giovane. La stessa che quel giorno, dopo anni, sarebbe entrata in Sala Grande al suo fianco, che avrebbe danzato con lui. La stessa che appena un anno e mezzo prima, era lì, con un altro ragazzo.
Quanti diamine ne aveva avuti, Mya Lockhart, di ragazzi ai suoi piedi? Era bella, incredibilmente bella, si era detto, era normale... eppure odiava il pensiero che qualcun altro l'avesse sfiorata, che qualcun altro fosse stato accanto a lei. E il solo pensiero di Crowell gli faceva salire l'embolo.

*Che ragazzina che sono diventato...*
Horus sorrise ironicamente, lasciando scivolare l'asciugamano a terra e cominciando a vestirsi lentamente.
Ma sì, si rimproverò, al diavolo Random, al diamine quel Corvonero. Quella serata era loro.


~ Sala da Ballo — h. 20.34

Quando entrò nella Sala da Ballo, Horus trovò che fosse incredibilmente più rumorosa di quanto ricordasse. Nei precedenti balli, il ragazzo se n'era stato in un angolo, bevendo in solitaria, non prestando nessun'attenzione a chi o cosa vi fosse in Sala, nulla al di fuori dei suoi pensieri. Ora che vi rimetteva piede, un'enorme cacofonia di suoni imperversò nelle sue orecchie, centinaia di abiti variopinti si mescolavano formando una piccola folla sparsa qui e là. In alto, il soffitto incantato di Hogwarts mostrava uno splendido cielo nero, punteggiato da migliaia e migliaia di stelle, una falce di luna semi-oscurata da una nuvola solitaria. Gli occhi di Horus si posarono inevitabilmente verso il centro della Sala, inquadrando appena un tavolo di bevande posto ad un lato. Nella mente, il Caposcuola rivide il fantasma di sé stesso dodicenne che volteggiava con Sivra, il mantello di lui e i veli di lei che vorticavano dietro di loro come piccoli sipari. E quel ricordo, quel fantasma di sé, gli sembrò incredibilmente piccolo e fragile. Le labbra si incurvarono ironiche; ora, mentre procedeva lentamente verso quello stesso luogo, era davvero più grande.
Incamminandosi verso il tavolo, dominando il centro della Sala v'era un gruppo di starnazzanti ragazzine —primine, nessun dubbio al riguardo—, cui Horus passò vicino alzando gli occhi al cielo. Una di loro in particolare, alzando d'improvviso le braccia verso l'alto, provvedé quasi a tirargli una manata sullo stomaco —vista la sostanziale differenza d'altezza—, che il Caposcuola schivò appena in tempo, il timpano forato a suon di "PANDALOOOOVE" che la fanciulla aveva d'un tratto urlato.
Benedetta gioventù si disse, scoccando loro un'occhiata severa e scuotendo leggermente il capo.
*Che pensiero da vecchio... Sedici anni e non sentirli, proprio.*
Pensò ironico. Raggiunse finalmente il banco delle bevande, prendendo un calice di Acquaviola, per poi accostarsi poco più in là, verso una colonna. Il déjà vu di quando era lì appoggiato, ammantato di nero, alla ricerca di Sivra lo investì. Anni dopo, notevolmente più alto, vestito di bianco, attendeva la sua dama che avrebbe varcato, di lì a poco, quei grandi portali per raggiungerlo.
Portò il calice alle labbra, sorseggiando la bevanda e guardandosi attorno, lo sguardo distratto che si posava sui vari, disparati volti senza tuttavia osservarli realmente. Prendeva tempo, cercando di non pensare al cuore che, sotto gli indumenti eleganti batteva incredibilmente forte, al pensiero di veder Mya, soprattutto in quell'occasione.
D'un tratto, quasi cogliendolo a tradimento, un dubbio attraversò la testa, il pensiero gli fece quasi andare di traverso l'Acquaviola, facendolo imprecare mentalmente con poca grazia. Se la ragazza ci avesse ripensato? Già l'idea di Mya di voler arrivare dopo di lui, e non insieme, gli aveva fatto storcere il naso. Era un chiaro segnale che ci aveva ripensato, che non aveva saputo trovare una motivazione per rifiutare di andare con lui al Ballo? In effetti, non gli sembrava una ragazza affine a certi eventi.
E se non fosse davvero venuta?

*Oh no, me lo devi gattaccia selvatica. Me lo devi, dopo ciò che mi hai fatto patire, lo scorso ballo. * pensò innervosito, glissando bellamente il fatto che, in parte, fosse stata anche colpa sua, gli occhi fissi sulla grande porta della Sala da Ballo.
Piuttosto, sarebbe andato a prenderla direttamente in Sala Comune, affrontando qualsivoglia meccanismo di difesa dei dormitori femminili, abbattendo la porta a pedate e caricandosela in spalla come un sacco di patate.
Avrebbe continuato ad attendere.
Lei era sua, nessun altro, che fosse un ragazzo, il Tempo, la Paura poco importava, gliel'avrebbe più portata via.


« And before I knew it, she poisoned my heart»

 
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view post Posted on 8/7/2013, 23:21
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Le dita scivolarono tra le morbide ciocche ondulate dei capelli e con un gesto delicato le ravviarono, perchè scivolassero in avanti, sulle sue spalle. I capelli le solleticarono appena la pelle nuda del collo, facendola sentire in un momento terribilmente scoperta.
Mya sollevò infine lo sguardo osservandosi nel riflesso dell'alto specchio che occupava la parete di fondo del dormitorio. E quello che vide le apparve quanto di più estraneo avesse mai immaginato. Una principessa, in un morbido ed elegante abito bianco che avvolgeva il suo esile corpo fino ai fianchi, per poi aprirsi in una serie di drappi e riprese che davano volume alla base del vestito. Era davvero lei? Vide una donna, quella che era diventata senza, probabilmente, accorgersene. Poteva osservarla, nel suo sguardo divenuto d'un tratto così carico di preoccupazione, ben lontano dall'innocenza che aveva dato colore alla sua fanciullezza fino a quegli ultimi accadimenti. Poteva osservarla nel tremore delle sue mani, strette attorno ad alcune pieghe della pomposa gonna.
C'era una donna in ogni suo gesto ed espressione, forse c'era sempre stata, ma osservarsi ora le appariva così strano. Come fosse la prima volta.
Si osservò ancora una volta in quel meraviglioso abito, che le era stato recapitato solo qualche giorno prima assieme ad un biglietto. Sembrava esserle stato disegnato addosso, tanto era perfetto in ogni sua piega, ogni ripresa. Non la stringeva in alcun modo, ne le rendeva difficoltosi i movimenti, come tanti altri abiti in passato aveva fatto. Osservò i cambiamenti del suo corpo che sembrava essere mutato inconsapevolmente, le linee si erano ammorbidite e l'intera figura ora appariva più aggrazziata. Anche se non era molto alta come ragazza, era slanciata e questo compensava notevolmente l'altezza limitata.
Si domandò se fosse così che l'aveva immaginata Horus, mentre sceglieva quel meraviglioso abito per lei. In effetti lui era sempre sembrato tenere al rigore e all'eleganza in modo quasi maniacale, non c'era stato ballo o evento in cui non l'avesse visto indossare vesti tra le più pregiate. Lei in compenso si sentiva la donzella del villaggio, quella con le scarpette logore e un fazzoletto sui capelli, ben lontana dall'ideale di Nobiltà. La cosa tuttavia non l'aveva mai disturbata, lei era esattamente come sentiva di voler essere.
Ma quella sera, avvolta in quell'abito, in lei non c'era una sola briciola di mediocrità, di imperfezione e di tutto quello che, inconsciamente, l'aveva consumata negli anni.


Lenta saliva le scale che dai sotterranei portavano al piano terra, sollevando con le mani i lembi del lungo abito, per evitare che si rovinasse a contatto con la ruvida pietra. Altri tre passi e le sue scarpe la portarono sulla soglia dell'ultimo scalino, la grande porta della sala grande appena dischiusa ad alcuni metri da lei.
L'interno della sala sembrava già affollato da risa e chiacchiere da ogni lato. Non era il primo ballo a cui Mya prendeva parte, e in ognuno di questi era sempre accaduto qualcosa di sbagliato, di incerto, di irritante. Così li ricordava. Li aveva vissuti sempre in solitaria, ma quella sera, quella folla di volti sconosciuti le sembrava soffocante. Mya avvertì il cuore stringersi in una leggera morsa di timore, e si poggiò al corrimano della rampa di destra.
Lui era là, l'attendeva, doveva raggiungerlo.
Si portò una mano alla fronte, sfiorando i decori preziosi di una piccola maschera e con decisione la calò sugli occhi, nascondendosi come aveva fatto tante altre volte. I suoi occhi, lo sapeva, erano maledetti e difficilmente passavano inosservati. Ma per quella sera, lei voleva esistere solamente per gli occhi di lui. Nessuno contava.
Entrò nella grande sala, con passo lento e delicato, quasi misurando l'area che la circondava. Gli occhi violacei, celati dalla maschera, si spostarono a destra e sinistra cercando il suo cavaliere, senza impazienza. In fondo era stata sua la scelta di arrivare al ballo in tempi diversi, per non attirare eccessivamente l'attenzione. Le dita della mano sfiorarono un drappo della gonna e la sollevarono di poco per evitare che l'abito si insozzasse, e proseguì a testa alta. I capelli ondeggiavano eleganti sulla sua schiena, ogni volta che voltava il capo.
Chissà dov'era lui, se la stava aspettando da molto o se non fosse ancora giunto.
*E se non lo deluderai con la tua goffaggine..*
Continuò a camminare inoltrandosi nella sala e sfilando di fianco ai tavoli delle vivande, proseguendo verso il fondo. Finchè, in prossimità delle scalinate dove solitamente sedevano i professori, non si fermò, sollevando il volto.
Presa dall'ansia che tutta quella gente attorno le creava non si era minimamente accorta dello spettacolo che aleggiava sopra le loro teste.
Un cielo tinto del blu più scuro, screziato di minuscoli granelli d'argento si mostrava ai suoi occhi stupiti. E là, nel punto più alto della navata, si stagliava una falce di luna sottile e bianca, su quel velluto bluastro, tinto d'argento. Come una regina.
La ricordò, così simile, nel cielo che sovrastava la torre di astronomia, una notte di dicembre di qualche anno prima.
Lei era rimasta la stessa.
E di loro, poteva dire la stessa cosa?
 
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