Non tutti trovano la luce

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view post Posted on 20/9/2013, 19:55
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Il Fato

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Sublime la sensazione di riprender aria, avvertire la soluzione gassosa penetrare all’interno dell’albero respiratorio fino a raggiungere nuovamente i delicati alveoli e rifornire di nuova energia il sangue ormai scuro e ricco di anidride carbonica. Le dita del venditore avevano lasciato profondi segni rossi sulla pelle chiara e delicata dell’albino, un segno che probabilmente non sarebbe andato via facilmente, così come il ricordo di quell’esperienza non ancora terminata. Non appena l’ossigeno tornò a legarsi al sangue fino a raggiungere ogni singolo neurone, il ragazzo si mosse, spinto dal desiderio di rivincita, consapevole più che mai dell’errore commesso, peccando di presunzione e goliardia più del dovuto. Lilith osservò i suoi movimenti e non appena le fu vicino, tese il braccio porgendogli la bacchetta che poco prima aveva raccolto dal freddo e polveroso pavimento. Non uno sguardo, non una parola, Alfier appariva realmente preso dagli eventi, come se, in un certo qual modo, non fosse più preda delle parole e della voce di quella giovane donna. Eppure la donna non smise un attimo di osservarlo, studiando con decisione ogni sua mossa. Nonostante il giovane fosse stato abile nel liberarsi dalla presa dell’uomo, continuava a peccare di presunzione, poiché, contrariamente all’apparenza il venditore, mago di notevole esperienza e seguace del Signore Oscuro, non aveva certo intenzione di farsi mettere alle strette dalle mosse di un ragazzino, studente del primo anno, ancora fortemente inesperto. Nel momento in cui l’incanto di Alfier partì con decisione della punta della bacchetta, l’uomo si mosse, spostandosi agilmente in direzione della sua bacchetta, qualche metro più in là alla sua sinistra, scansando così il colpo dell’avversario che andò ad infrangersi contro la libreria, distruggendo alcuni suppellettili presenti sulle scaffalature e lasciando cadere numerosi volumi oltre il bancone. Lilith a quel punto si avvicinò nuovamente al ragazzo, portandosi alle sue spalle silenziosa come un gatto, mentre ina ciocca di capelli corvini scivolava lenta verso il basso fino a sfiorare la spalla di Alfier.

Sei troppo impulsivo. L’impulsività non ha mai portato a nulla di buono. Devi imparare a governare i tuoi sentimenti, a placarli e canalizzarli fino ad ottenere ciò che vuoi con il minimo sforzo. Guardalo li, a cosa ti ha portato la tua irruenza?

Girò appena il viso verso l’orecchio del ragazzo, affinché il fiato caldo potesse infrangersi contro il padiglione auditivo di lui.

Calcolatore, freddo. Solo così riuscirai ad ottenere sempre ciò che voi. Ed ora concentrati e guardarlo, guardalo mentre striscia per terra nell'illusorio tentativo di avere la tua vita nelle sue mani. Povero illuso

Spostò lo sguardo verso l’uomo che aveva ormai raggiunto la sua bacchetta. Non sarebbero trascorsi molti minuti prima che l’uomo decidesse cosa fare, quale incanto lanciare contro Alfier, nel tentativo di metterlo fuori gioco. Come avrebbe reagito il giovane?

Puniscilo, fallo soffrire, se lo merita

La voce leggera, suadente, delicata.



 
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Alfiær
view post Posted on 21/9/2013, 10:06




Ancora una volta, Alfier fallì nelle sue intenzioni di offesa ai danni del negoziante. Un improvviso fuoco di rabbia gli crebbe dentro, come a maledire tutta quella situazione che si stava mettendo più complicata del previsto.
Avrebbe voluto chiuderla in pochi minuti ed invece eccolo lì che si ritrovava a dover pensare -troppo- a cosa fare per mettere fuorigioco l'uomo; ce l'aveva ancora di fronte che nel frattempo aveva raggiunto la sua bacchetta, quindi pronto a scagliare addosso all'albino qualsiasi incantesimo pur di abbatterlo.
Quel marchio poi...era sicuro che non avesse nessun remore morale nel porre fine alla sua vita solo per quell'affronto.
Ancora una volta, la donna si portò alle sue spalle, parlandogli con tono basso ed incitandolo a continuare, infierendo sull'uomo per terra. Dunque che fare? Alfier non poteva farlo svenire, gli serviva sveglio, con un minimo di senso logico.
Puntò quindi la bacchetta alla tempia destra del negoziante, tenendo il polso rigido e pronunciando deciso:
-Confundus.-
In questo modo, cercava di tenerlo a bada, impossibilitato a fare una qualsiasi cosa che non fosse parlare...Alfier aveva poi i suoi metodi per stabilizzare una persona che vaneggiava. Non poteva chiudergli la bocca senza prima sapere a cosa andava incontro, una volta afferrato il medaglione.
Nel mentre però tentava di ignorare la donna, la sua voce, il suo profumo, il calore del suo corpo...tutto di lei, si era insediato in qualche maniera all'interno della sua testa, senza voler uscire.
Lui che non si era mai sentito uno schiavo del gentil sesso ed anzi, in più occasioni aveva fatto prevalere il suo status, la sua testa...in quel momento si ritrovava incapace di poter fare una qualsiasi cosa al cospetto di lei.

Pardon il post schifoso
 
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view post Posted on 25/9/2013, 07:24
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Il Fato

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La donna, come un’ombra leggera, sempre presente, si muoveva alle spalle di Alfier, seguiva i suoi movimenti, lo spronava, lo incoraggiava a tirar fuori ciò che per troppo tempo era stato represso. Poteva sentirlo, riusciva a percepire l’odore dell’oscurità che inesorabilmente avvolgeva il cuore caldo e pulsante del giovane, l’astio, la rabbia, il desiderio di prevalere sempre e comunque, sentimenti troppo farti per essere celati dietro le mentite spoglie di uno studentello del primo anno. Un ghigno, che Alfier in alcun modo avrebbe potuto notare, si disegnò sulle labbra carnose e sensuali della donna. Nel contempo il negoziante, ancora steso sul freddo e polveroso pavimento, si era disteso quel tanto che bastava per afferrare la sua bacchetta, e spostandosi nuovamente con il busto in avanti, riuscì a distendere il bracciò destro in direzione dell’albino, pronto a castare con rabbia e decisione l’anatema Cruciatus. Eppure qualcosa andò storto, probabilmente la fretta che aveva mosso le azioni dell’uomo, lo spinsero a castare l’incantesimo troppo presto, prima ancora di aver puntato con precisione la bacchetta contro il giovane, ed il lampo di luce rossa, come una saetta, sfiorò il volto del giovane, scompigliandone i lunghi capelli argentati, per poi infrangersi alle sue spalle, contro un vecchio mobile. Nel contempo Alfier, muovendo il polso con precisione e dovizia di particolari, era riuscito a castare un buon incanto di confusione, ed il raggio che fuoriuscì dalla sua bacchetta colpì in pieno la testa dell’uomo, portandolo disteso a terra con lo sguardo rivolto verso il soffitto scuro e la bacchetta ancora stretta tra le mani.

Bravissimo mio caro

La voce suadente di Lilith tornò a farsi sentire calda all’orecchio del giovane, le sue dita lunghe ed affusolate, varcarono il solco disegnato dall’angolo del collo, in prossimità dell’orecchio. Il suo ascendente sul di lui era ormai forte, solido, sapeva che l’avrebbe ascoltata, che avrebbe seguito i suoi consigli e chissà che non si fosse rivelato un elemento interessante nelle sue mani, da usare a piacimento, da manipolare e istruire a dovere.

Sei destinato a grandi cose, ma dovrai ascoltarmi, imparare a controllarti.

L’uomo rimase immobile per qualche istante, poi lentamente piegò il ginocchio, sollevando piano la gamba destra e mosse leggermente la testa. Era troppo confuso per riuscire a fare mente locale, per sollevare il braccio e ribellarsi a quell’incanto, semplice ma efficace.

Ed ora cosa vuoi fare? Cosa si spinge a fare la tua testa? Deliziami, rendimi partecipe dei tuoi pensieri..


Sibilò la donna ancora alle sue spalle.




 
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Alfiær
view post Posted on 25/9/2013, 12:19




Un soffio passò di fianco alla testa dell'albino, quando il negoziante provò a castare la sua maledizione. Alfier comunque era troppo concentrare a lanciare il suo incantesimo di confusione per rendersi conto effettivamente di che cosa avesse evitato.
Fortunatamente comunque, il raggio che partì dalla bacchetta del Serpeverde andò a destinazione, facendo si che il mangiamorte cadesse per terra confuso, ma con la bacchetta ancora ben salda nella mano. Prima parte riuscita in pieno, adesso doveva solo farlo parlare.
Le parole e quel tocco maledetto che la donna gli diede sull'incavo del collo, lo fecero rabbrividire ancora: "Deliziami, rendimi partecipe dei tuoi pensieri...". No, doveva stare concentrato, non doveva lasciarsi prendere la testa da quella donna per far si che la usasse come preferisse, sebbene concedersi a lei completamente era un'idea che Alfier proprio non riusciva ad abbandonare.
Con la bacchetta ancora salda nella mano sinistra, l'albino si avvicinò all'uomo, portandosi di fianco al suo corpo e calpestando la bacchetta di quest'ultimo con un piede, in modo da immobilizzarla e non permettergli di compiere nessun movimento senza doverla rompere.
Nel frattempo la bacchetta di Alfier andava nuovamente a puntare il negoziante, che ora l'albino guardava dal basso: non doveva esserci distanza tra loro, Alfier voleva sentire la puzza di quella carcassa.
Mantenendo saldamente la bacchetta, compì due semi cerchi, il primo verso destra ed il secondo verso sinistra, tenendo sotto mira il bersaglio ed enunciando deciso la formula:
-Lacarnum Inflamare.-
Probabilmente le fiammelle non sarebbero state in grado di dar fuoco subito al locale o all'uomo più nello specifico, ma se Alfier avesse deciso di ripetere ancora e ancora l'incantesimo...probabilmente sarebbe riuscito ad arrivare ad un bel fuoco.
-Ora rispondimi, vecchio: che cosa mi succederebbe se prendessi quel medaglione?-
La bacchetta non si scostava dal corpo del negoziante, tanto che Alfier era pronto a castare l'ennesimo incantesimo offensivo, anche solo per un tentennamento del mangiamorte nel rispondergli.
Gli occhi cremisi erano puntati su di lui, ma i sensi, i pensieri e qualsiasi altra percezione sensoriale....non avevano attenzione che per lei...quella fanciulla alle sue spalle che continuava ad incitarlo e a spronarlo. Finito con lui, si sarebbe dedicato anima e corpo anche a lei...
 
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view post Posted on 27/9/2013, 20:53
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Il Fato

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Il rumore dei passi dell’albino riecheggiò all’interno del locale ormai silenzioso. Non un suono, non una parola fuoriuscì dalla bocca del commerciante, riverso a terra, confuso e in preda a spasmi leggeri e quasi impercettibili. Il ragazzo con spavalderia schiacciò la mano dell’uomo che ancora stringeva la bacchetta, costringendolo a rilassare i muscoli della mano fino a lasciar andare la presa sul piccolo bastoncino di legno. Probabilmente l’uomo, consapevole del suo grande potenziale magico, aveva sottovalutato l’astuzia del ragazzo, trovandosi ora in netto svantaggio, e ormai preda dalla bacchetta del giovane aguzzino. Alfier dal canto suo, ascoltando, anche se in minima parte, le parole della donna, aveva superato nuovamente il bancone avvicinandosi a lui, senza però questa volta, lasciar andare la bacchetta, in un certo qual modo fiero del suo operato. Poi muovendo il polso destro ancora una volta con abilità e maestria, castò un preciso Lacarnum Inflamare, ed un raggio di luce rossa accompagnò la fuoriuscita di leggere fiammelle dalle vesti scure dell’uomo ancora riverso supino sul pavimento. Il fumo denso ma ancora minimo, iniziò a sollevarsi verso l’alto, sfiorando prima le narici del giovane Serpeverde, poi quella della donna, che nel mentre si era avvicinata al bancone, superandolo e portandosi alla sinistra del giovane.

Maledetto!

Con un filo di voce, i muscoli del volto contratti, l’uomo parlò, e con rabbia sollevò il braccio afferrando la caviglia di Alfier. Benchè il giovane fosse riuscito a castare un buon incantesimo di confusione, l’uomo era di certo ben più forte rispetto a lui e in breve l’effetto dell’incanto si sarebbe esaurito, riportando il giusto equilibrio tra i due. Lilith ferma nella medesi posizione osservava la scena senza però intervenire; era ben consapevole di aver in qualche modo stregato la mente del ragazzino, con parole gesti, illusori per un verso, ma pur sempre utili. Alfier non aveva tempo per pensare alla donna, alle sue labbra carnose, ai suoi modi suadenti, al suo corpo esile e giovane che in più di un’occasione aveva avuto vicino; doveva pensare all’uomo, al fatto che a breve si sarebbe ridestato da quel lieve torpore con l’intenzione di fargliela pagare in un modo o nell’altro. Le fiamme lentamente aumentavano, bruciando la stoffa scura che avvolgeva il corpo dell’uomo, ma sarebbe bastato quel lieve incendio a metterlo in difficoltà?



 
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Alfiær
view post Posted on 5/2/2014, 19:51




Quella situazione cominciava a diventare spiacevolmente lunga e sebbene Alfier avesse provato a regolarla velocemente, quel robusto uomo, con il marchio oscuro sull'avambraccio gli stava dando troppo filo da torcere.
Era arrivato il momento di dire la parola fine e per l'albino, cercare di dare un senso a tutte le domande che gli ronzavano in testa, a causa di quell'affascinante sconosciuta alle sue spalle.
La mano dell'uomo si strinse intorno alla caviglia del Serpeverde che contemporaneamente strinse la mano mancina sulla bacchetta, ancora pronta ad infierire sul mangiamorte. Un piccolo fumo cominciava ad alzarsi dalle vesti su cui le fiamme scaturite poco prima dalla bacchetta di Alfier, cominciavano a propagarsi; presto avrebbe dovuto per forza arrendersi a lui.
La bacchetta di Alfier puntò verso il corpo dell'uomo: era curioso di vedere che cosa avrebbe preferito fare. Difendere se stesso o attaccare ancora l'albino? Alfier voleva le sue risposte prima di mollare definitivamente la presa: avrebbe saputo quale segreto celava quella collana, l'avrebbe rubata e poi deciso cosa farsene...magari in cambio di una ricompensa della donna che continuava a sussurrargli all'orecchio con fare suadente.
Senza pensare oltre, Alfier cominciò nuovamente nel comporre i due semicerchi, il primo verso destra ed il secondo verso sinistra, stringendo la bacchetta; poi, puntò nuovamente l'uomo riverso per terra e con voce decisa pronunciò:
-Lacarnum Inflamare.-
Sperava di accelerare il processo, dando maggior potenza di fuoco.
-Lasciami o ti ammazzo, bastardo.-
Un sibilo acuto lanciato da Alfier all'indirizzo del mangiamorte. Non avrebbe avuto pietà per lui, come ovviamente lui non avrebbe avuta per il ragazzo. Ormai era diventata un questione d'orgoglio, una questione per Alfier schifosamente egoistica e con il solo intento di ottenere una ricompensa da tutta quella faccenda.
-Oppure...potresti dire al tuo Signore di tenere un occhio per me...-
Quella frase gli uscì spontanea, mentre gli occhi color rubino di Alfier andavano a posarsi di nuovo sul marchio dell'uomo. Appena l'aveva visto, un fremito lo aveva scosso, attraendolo più del buon odore emanato da quella donna. Un caso?
Alfier non era tipo da credere alle coincidenze...un posto fra quella che era la più grande ed importante organizzazione oscura del mondo magico...solo la fantasia riusciva a portarlo con la testa, in situazioni in cui era libero da vincoli, dove poteva fare quello che voleva senza preoccuparsi troppo delle conseguenze...dove sarebbe cresciuto nel suo potenziale, riuscendo a sottomettere a volontà chiunque gli si parasse davanti.
Poteva una donna essere più eccitante di quelle premesse?

Ovviamente chiedere misericordia per la lentezza non serve a nulla....ma grazie comunque per aver aspettato.
 
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view post Posted on 27/6/2014, 10:38
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Il Fato

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Mai, mai e poi mai abbassare la guardi, sottovalutare il nemico o ancor peggio, credersi vittoriosi prima del tempo. Mentre l’albino osservava con eccitazione crescente il simbolo impresso sull’avambraccio del negoziante, l’uomo, consapevole di avere dalla sua la forza, accompagnata da una buona dose di determinazione, tirò con forza la caviglia del ragazzo, nel momento esatto in cui egli muoveva il polso della mano sinistra, deciso e pronto a castare l’ennesimo incanto. L’inevitabile conseguenza fu che Alfier perse l’equilibrio e rovinò a terra, sbattendo la spalla sinistra al bancone del negozio. Fortunatamente però non perse la presa sulla bacchetta.

Non prendo ordini da un mocciosetto della peggior specie come te. Cosa credevi di fare? Di averla vinta così facilmente su di me? Volevi farti bello ai suoi occhi?

Disse lanciando uno sguardo alla donna che assisteva alla scena da un punto poco distante. Rimase ferma, impassibile, come se quella scena fosse normale, come se tutto fosse al suo posto. Nel contempo le fiamme attizzate la precedente incantesimo dell’albino iniziarono, alimentate dall’aria, a bruciare con maggior vigore, risalendo lentamente le vesti dell’uomo. Fu quello il motivo che spinse quest’ultimo a voltarsi e a tamponare con la grossa le fiamme, nel tentativo di estinguerle senza creare grossi danni.






Chiedo infinitamente perdono ma giuro non avevo visto che vi era risposta alla quest. Se dovessi decidere di riprenderla ti consiglio di mandare un mp al Master Adepto e comunicarlo.
 
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21 replies since 31/8/2013, 09:00   441 views
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