| OT// Cedric, attento al metagame, Arya non va in giro con la scritta "sono una prefetta serpeverde" in testa. Non ha scritto di avere la spilla, né ha nominato la sua casata in alcun modo, quindi non puoi sapere di che casata faccia parte, né che ruolo abbia nella scuola.
Sapeva che aveva corso un rischio a presentarsi lì, ma l’aveva messo in conto fin dal principio: immaginava che avrebbe incontrato vecchie amici, conoscenze più recenti e forse avuto modo di conoscere qualche faccia nuova. Ma allora perché non riusciva ad essere del tutto a suo agio? Sospirò. Eppure era stata proprio lei ad andare a salutare Arya. E in fondo, si disse, non avrebbe potuto fare altrimenti, la sala non era ancora così piena da poter fingere di non averla vista e comportarsi diversamente avrebbe generato sospetti. E lei era stanca che la gente si chiedesse il perché e il percome delle sue azioni. A quel punto, la soluzione era una sola: doveva smetterla di farsi seghe mentali e godersi la serata. Ma l’avrebbe fatto a modo suo, la cosa migliore era avvicinarsi a Camille e scambiare due parole. L’amica ricambiò il saluto nel suo solito modo ironico e l’ultima battuta le fece alzare gli occhi al cielo: possibile che non potesse proprio fare a meno di criticare Persefone? Non voleva difenderla apertamente, però, così optò per un’altra via -Fossi in te non rischierei di fare certe battute, potrebbe sentirti e trasformare TE in un pinguino cameriere. E comunque, se hai freddo, esistono gli incantesimi per riscaldarsi, ma dubito che te ne ricordi, i fumi dei tuoi intrugli ti avranno sicuramente fritto il cervello- Ok, ci era andata pesante, ma si era decisamente scocciata di quella storia: poteva – forse - accettare che quelle due non andassero d’accordo, ma non le andava per niente l’idea di essere messa in mezzo. Tra l’altro, Persefone non si era mai permessa di farlo, semmai era stata lei a tirare fuori l’argomento, l’ultima volta che si erano parlate, mentre Camille non perdeva l’occasione per farle sapere, in maniera più o meno diretta, quanto poco stimasse l’attuale Preside di Hogwarts. Si chiese perché non l’aveva ancora destituita: poteva farlo, dopotutto, era il Ministro della Magia, poteva fare e disfare a suo piacimento. Di certo dipendeva dal fatto che un vero motivo per destituire Persefone non c’era e Camille non poteva rischiare di mettere a repentaglio la sua reputazione per una ripicca personale, era, per fortuna, abbastanza intelligente, da capirlo. Per fortuna, l’arrivo di Arya evitò loro di proseguire in quella conversazione, si sarebbero sicuramente addentrate su un terreno scivoloso e il pavimento della sala lo era già abbastanza, senza che ci mettessero del loro. Si voltò nella direzione indicata dalla ragazzina, curiosa: chi era quel tizio? Non se lo ricordava, non le sembrava affatto di conoscerlo. Ma magari ricordava male. Sperava soltanto che la memoria l’assistesse prima che lui decidesse di rivolgerle la parola. Soprattutto se davvero Camille aveva ragione e stava guardando lei. Nel frattempo, altri raggiunsero la sala, il professor Reid, che aveva conosciuto mesi prima, quando aveva ancora l’aspetto di una diciassettenne e Vincent, costretto in un classico completo che non lo faceva affatto sfigurare ma che sembrava, forse, un po’ passato di moda. Ma lei non era di certo quella che poteva giudicare, non le era mai interessato essere alla moda e non era giusto che criticasse gli altri per qualcosa di cui era la prima a disinteressarsi. Gli sorrise, rivolgendogli un impercettibile cenno del capo, notando che si stava dirigendo verso di loro, ma la sua attenzione fu presto richiamata da Camille, che prese nuovamente la parola. Si voltò nella direzione dell’amica, notando che si era rivolta allo strano tipo che aveva intravisto in precedenza e che ora si era avvicinato: lo chiamava per nome, Cedric. Cercò di riportare alla mente chi potesse essere ricollegabile a quel nome, ma proprio il suo cervello quella sera non voleva saperne di collaborare. Camille invece sembrava conoscerlo, almeno dalla reazione che aveva avuto. Aveva però fatto giusto in tempo a fare una battuta, che Arya aveva raccolto e alla quale non poteva evitare di ribattere -Sei sicura, miss Von Eis? Il fatto che io non insegni più qui potrebbe essere anche un male per voi, chissà se hanno trovato una sostituta alla sottoscritta… e soprattutto, chissà come se la cava. Magari è anche più severa di quanto lo ero io, questo non potrai mai saperlo- E nemmeno lei avrebbe mai trovato risposta a quelle domande, a meno che non avesse appositamente indagato. Certo, qualcosa sapeva, grazie al lavoro per la gazzetta, ed era consapevole del fatto che ora Hogwarts aveva di nuovo una docente di Difesa ed una capocasa per i Corvonero. Ma non aveva la minima idea di chi fosse questa miss Lancaster e doveva ammettere di essere decisamente curiosa di conoscerla. Chissà se si sarebbe presentata al ballo? Non le restava che attendere. Nel frattempo, Arya le si era avvicinata, commentando a bassa voce la reazione di Camille e la plateale entrata in scena di quel tipo che, dopo averle rivolto un’occhiata rapida, aveva distolto lo sguardo concentrandosi esclusivamente sulla sua migliore amica -No, decisamente non lo era… e se devo dirti la verità, non so neanche cosa possa entrarci lui con Camille, devo ammettere di essere curiosa… anche se visto quel che sta blaterando, non credo ascolterò ancora per molto… di fantasmi ce ne sono già troppi in questa scuola, non ce ne servono altri- Per fortuna, anche la ragazzina sembrò decisa a trovare un diversivo che impedisse loro di ficcanasare troppo e, dopo essersi allontanata per un istante, tornò con due calici colmi di una bevanda non identificata. Ne sorbì appena un sorso, era leggermente alcolica, ma non troppo sgradevole. Nel frattempo Arya aveva salutato Vincent, che si era avvicinato. Si chiese come potesse una ragazzina essere così spigliata con degli adulti. E lei che invece si faceva sempre un sacco di problemi! Sollevò lo sguardo verso Vincent, sorridendogli -Buonasera Vincent, hai deciso di partecipare anche tu alla festa?- Merlino! Da dove le era uscita una simile banalità? Se avesse potuto avrebbe scavato un buco in mezzo a tutto quel ghiaccio soltanto epr potersi sotterrare. Per fortuna, una voce femminile le evitò una cosa del genere:guardò oltr le spalle di Vincent scorgendo una ragazzina dalla carnagione tipicamente orientale, fasciata in un elegantissimo vestito rosso ed argentato. Non dovette perdere molto tempo per riconoscere in lei Zoey, la giovane grifa che aveva incontrato ad Hogsmeade lo stesso giorno in cui aveva conosciuto Arya -Signorina Zoey, che bello vedere anche te. Anche tu sei veramente elegantissima, i miei complimenti. Sì, per me tutto bene e tu? La scuola procede? Continui ad amare intrugli ed erbette o la nostra Ministra qui presente è riuscita a renderteli insopportabili?- ghignò, rivolgendo una breve occhiata a Camille, in attesa della risposta della giovane. Nel frattempo, al loro gruppo si era aggiunto un altro uomo che non le sembrava di aver mai visto: biondo, con gli occhi azzurri e alto poco più di lei. Ringraziò di aver avuto l’illuminazione, almeno quella sera, di mettere i tacchi, altrimenti sarebbe apparsa come la solita nanerottola di sempre. Intanto, lui a veva riservato un cenno ad Arya e le si era poi rivolto, presentandosi formalmente, porgendole la mano. -Piacere mio, professor Audley, sono Caroline Dalton.- Nel proferire quelle paorle la sua mano andò a stringere quella dell’uom e quale non fu la sua sorpesa quando lo vide trattenerla per esibirsi in un baciamano degno di un perfetto gentiluomo. Ritirò lentamente la mano imbarazzata: in ventiquattro anni di vita era la prima persona che si comportasse in quel modo nei suoi confronti. Lo ascoltò presentarsi a Camille e ripetere con lei lo stesso gesto, poi lo vide rivolgersi a Cedric. Alle sue successive parole non poté evitare di negare -Non ci è di disturbo, non si trattava di una conversazione privata e come vede siamo già un bel gruppo, se vuole restare, personalmente non ho problemi- E chissà se nel frattempo sarebbe giunto qualcun altro? Non vedeva l’ora di scoprirlo.
Edited by Caroline Dalton - 29/12/2013, 11:24
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