Gran Ballo di Fine Anno

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~Hope™
view post Posted on 26/12/2013, 12:22





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Non fece in tempo a prender posto vicino ad una delle statue presenti che il rumore del grosso portone di legno che veniva aperto attirò la sua attenzione ed il suo sguardo. Si fermò quindi mentre Rhaegar faceva il suo ingresso all’interno del castello; non vi erano ciambelle o tuniche antiche a coprire il corpo dell’uomo, ma un abito elegante che inevitabilmente si intonava all’ambiente di quella particolare serata. I lunghi capelli neri, ben curati, erano stati lasciati liberi donandogli un fascino magnetico, un fascino al quale Hope non avrebbe resistito a lungo. Lo seguì con lo sguardo nei suoi movimenti, l’occhio che curioso, scrutava ogni dettaglio dell’antro d’ingresso, le colonne, le numerose statue, la bacheca sempre riccamente addobbata di messaggi ed avvisi. D’altronde era naturale per chi, come lei, aveva frequentato Hogwarts tempo prima, ritornare tra quelle mura ed avvertire un’emozione indescrivibile, troppo complessa da poter essere spiegata a parole. Poi ci fu l’incontro con il Poltergeist e finalmente le iridi chiare di Hope incontrarono quella scura, intensa di lui, ed inevitabilmente sorrise, un sorriso sincero; quell’invito l’aveva resa felice più di quanto potesse credere, più di quanto avrebbe potuto realmente esternare. Non era passato troppo tempo dal loro ultimo incontro, o probabilmente i numerosi pensieri che ormai giornalmente affollavano la sua mente, avevano permesso a Hope di rivivere quell’incontro così tante volte da renderlo attuale, forse troppo. Gli si avvicinò lentamente, prestando attenzione a non scivolare o peggio, inciampare nel lungo abito; non era abituata a certe situazioni e in parte si sentiva ancora inadatta a vestire il ruolo di donna che l’età e i ruoli ricoperti le imponevano. Eppure nel momento stesso in cui si trovò di fronte a Rhaegar ogni timore svanì e la sensazione di trovarsi nel luogo giusto, al momento giusto la scaldò, donandole la giusta dose di sicurezza. -Noi due siamo abituati a ben altro, però ogni tanto ci tocca giusto?-
Per quanto fosse bravo a celare le sue emozioni, era chiaramente nervoso e sicuramente non tanto per l’evento mondano quanto per il fatto di trovarsi di nuovo di fronte a lei in seguito all’incontro di qualche giorno prima. Ricambiò il suo sguardo, restando imbambolata e per un attimo avvertì le gambe venir meno; avrebbe dovuto smetterla e iniziare a comportarsi come se tutto fosse normale, e quell’incontro fosse solo un banalissimo colloquio di lavoro con il capo, ma continuava a mentire a se stessa. Scosse il capo per tentare almeno di ridestarsi da quei pensieri, mentre la musica, proveniente dalla sala grande, calda e invitante, richiamava la loro attenzione. Avrebbe avuto tutta la serata per rifugiarsi in quello sguardo e sfuggire ai doveri imposti dal ruolo, ma non era quello il momento.Ciao Rhaegar… - disse in risposta al saluto dell’uomo.Ti ringrazio per l’invito, è un onore per me essere la tua dama…almeno per questa sera - una frecciatina? Forse, ma lui non se ne sarebbe reso conto o almeno lei non glielo avrebbe permesso.
Seguì i suoi movimenti e nel momento in cui lui le offrì il braccio, senza indugiare lo afferrò avvicinandosi il più possibile senza però risultare di peso nei movimenti.
Ti seguo e ti prego non farmi cadere, non sono abituata a tutto questo- Girò appena il viso verso quello di lui accennando un sorriso. Avrebbe voluto ringraziarlo, esprimergli la sua felicità nel poter vivere quella situazione insieme a lui, nel poter “usufruire” ancora una volta della sua piacevole compagnia, ma non ebbe il coraggio di farlo o per lo meno le parole apparvero forzate in quell’occasione e scelse di restare in silenzio e celare quei sentimenti. In quei giorni non aveva avuto modo di pensare a come si sarebbe svolta quella serata, aveva la necessità di lasciarsi andare a vivere senza dover seguire un copione, limitandosi al susseguirsi degli eventi e così fece, si lasciò andare, avvicinandosi a lui seppur solo fisicamente. Ben presto il fragore proveniente dalla Sala da Ballo li avvolse accogliendoli al suo interno; Hope lasciò correre lo sguardo sui presenti, riconoscendo studenti e insegnanti imbellettati e desiderosi di trascorrere una piacevole serata danzante. Tornò a rivolgersi al suo accompagnatoreCom’è tornare ad Hogwarts dopo molti anni? Ti ho osservato prima e posso solo immaginare la sensazione -


Abito Accessori





 
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view post Posted on 26/12/2013, 13:27
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Emily ~ Abito ~ Accessori


Emily continuava a guardarsi in giro, con tranquillità. Le iridi argentee vagavano sugli studenti presenti, soffermandosi maggiormente su quelli appartenenti alla propria Casata sentendosi in dovere di controllare, comunque ed in qualche modo, la situazione. Almeno avrebbe avuto come distrarsi considerando che dei due Serpeverde non v’era traccia e le intenzioni di avvicinarsi al folto gruppo alla sua sinistra, almeno in quel momento, erano scarse.
Sospirò appena, mentre andava pensando che forse era giunto il momento di servirsi qualcosa da bere ed attendere che uno dei due cavalieri, abbandonati all’inizio della serata, si fossero fatti vivi. Con un ultimo sguardo all’intera Sala, volto ad individuare qualche altra figura di rilievo, stava per voltarsi ed avvicinarsi al tavolo delle bevande quando, una voce lontanamente familiare, la costrinse a girarsi nuovamente sul posto.
Un ragazzo dai tratti asiatici era spuntato come dal nulla al suo fianco. Lo sguardo di Emily indugiò sulla sua figura e le iridi chiare si strinsero appena nello sforzo di ricordare dove avesse già visto quel ragazzo.
L’abito indossato le suggeriva che fosse lo stesso che aveva attirato la sua attenzione poco prima di fare ingresso nella Sala da Ballo: se ne stava poggiato contro il portone fissando incessantemente l’entrata dei sotterranei.
Pardòn… Se la mia memoria non mi tradisce, Lei è una parente di miss Aryadne Cavendish, dei serpeverde.
Attratta come sempre dai particolari, la giovane Rose notò la cicatrice estremamente vicina all’occhio sinistro del giovane e fu allora che ricordò: durante i suoi primi mesi ad Hogwarts, Arya l’aveva condotta con sé ad Hogsmeade, in un locale impossibile da dimenticare a causa dello squallore che vi regnava, e lì aveva avuto modo di incontrare per la prima volta, che poi sarebbe stata l’ultima da allora, il Corvonero.
Sono il suo cavaliere, e la sto aspettando da un po'...
*Mio cavaliere? Qualcosa non quadra.*
Il viso perlaceo di Emily assunse un’espressione d’incertezza.
Ha, per caso, abbastanza informazioni per dirmi che fine abbia fatto la mia dama?
Il giovane aveva dunque riconosciuto la Caposcuola come parente di Aryadne e non vedendo arrivare la sua dama, ovvero quest’ultima, le stava appunto chiedendo se potesse suggerirgli dove si trovasse.
Il volto della Serpeverde tornò inespressivo anche se un piccolo sorriso cortese (dovuto anche alla piccola incomprensione che era comparsa per pochi secondi nella sua mente) le bagnò appena le labbra.

Salve. Ha ragione: Aryadne è mia cugina. Ma mi spiace dirle che non ho la minima idea di dove Ella si trovi. Per quanto ne so, potrebbe essere anche tornata a casa per il Natale.

Effettivamente era da molto che Emily non aveva avuto modo di incontrare la Serpeverde. Non parlavano molto, soprattutto negli ultimi tempi ed ogni volta che si ritrovavano nel medesimo luogo, sembrava che tra le due vi mosse un muro insormontabile. Come poteva essere diversamente? Da quando la madre di Emily era venuta a mancare, alla sua nascita dunque, Jacob Rose aveva interrotto i contatti con ogni membro della famiglia se non per questioni di estrema importanza. Emily dunque non aveva mai passato davvero del tempo con la cugina e tanto meno poteva di dire di conoscerla a pieno.
Senza lasciarsi trasportare dai ricordi del passato, la giovane Rose continuò:

Se la memoria non m’inganna, ho già avuto modo di incontrarla in passato ma, mi perdoni per la poca carineria, non ricordo affatto il suo nome.


 
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view post Posted on 26/12/2013, 17:40
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« The peaceful times have made us blind

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« Figurati io! Credo che le mie scarpe siano scomode quanto le tue... più o meno! » Scoppiò a ridere, in risposta alla richiesta di Hope una volta che si fu saldamente, era il caso di dirlo, ancorata al suo braccio. In altre occasioni, Rhaegar si era sempre chiesto cosa spingeva le donne ad indossare quei trampoli solo per una serata (o, le più temerarie, per un giorno intero). Mai si sarebbe detto che anche lui, prima o poi, avrebbe più o meno sofferto allo stesso modo con quelle dannate Oxford di pelle nera che aveva ai piedi.
« Ma da cavaliere soffrirò e mi impegnerò a non farti capitombolare! » Esclamò, battendo bonariamente e, apparentemente, con distrazione una mano sull'avambraccio della donna, dirigendosi verso la Sala Grande. Beh, doveva ammetterlo: ce ne erano stati di Balli ad Hogwarts a cui aveva presenziato, più come studente che come ospite a dire il vero, ma ogni volta, il Castello era più bello che mai. In quell'occasione, straordinarie Magie avevano decorato la Sala Grande con stalattiti e stalagmiti appuntite e luccicanti, le pareti sembravano esser state tramutate in cristallo mentre tavoli imbanditi apparivano qui e là, facendo capolino dietro quella o quell'altro invitato. Rhaegar fischiò di stupore, spalancando l'occhio.
« Accidenti... » Bisbigliò, senza preoccuparsi minimamente di mascherare la meraviglia che si era dipinta a chiare lettere sul suo volto. Si sentiva ringiovanito di trent'anni, quando aveva messo per la prima volta piede ad un Ballo di Hogwarts. Fu la voce di Hope, gentile e incuriosita, a destarlo da quel momento.
« È stato... bello. Pix a parte... » Disse con una leggera smorfia imbarazzata nell'apprendere che lei avesse assistito al poco signorile siparietto col Poltergeist, mentre la conduceva più avanti, verso il centro della Sala « A causa dei miei impegni, come ben sai, mi è davvero difficile tornare qui. Ma ogni volta, sento la stessa identica sensazione che ho provato, quando, a 11 anni, ho varcato quel portone, infreddolito e zuppo d'acqua... il che è tutto dire. C'è ancora quella tradizione di far attraversare il lago in barca ai primini? Io fui acciuffato dalla Piovra e non ti dico che caos ha dovuto fare il Custode per riacchiapparmi. » Concluse con un sorrisetto divertito, voltandosi verso Hope. Già, lei poteva solo immaginare la sensazione. Doveva esser passato davvero poco tempo, da quando aveva lasciato la scuola come studentessa ed era tornata come docente e Vice-Preside. La giovane Hope, studentessa... chissà com'era; quello sguardo era forse stato più dolce? Cosa l'aveva indurito, a quel modo?
Sebbene l'occhio nero fosse posato sul viso di lei, da sotto la pesante benda di tessuto nero che copriva l'occhio sinistro, tuttavia, l'iride magica saettava per tutta la Sala, analizzando e scandagliando ogni angolo di quel luogo. Una pratica che gli risultava assai utile e che compiva in ogni situazione, anche di apparente relax: sempre, in continuazione, stare in guardia. E fu proprio l'occhio magico a fermarsi davanti a loro, inquadrando un volto che subito fece scattare un campanello d'allarme nella testa di Rhaegar: più avanti, tra un capannello di persone che vedeva la partecipazione di nientepopodimeno che Camille, Caroline, conosciuta tempo addietro a Grimmauld Place, e qualche altro paio di sconosciuti, c'era un volto, un volto che Rhaegar aveva classificato nella sua testa nella lista nera. Lui amava i nuovi Auror; amava i loro sguardi, amava coloro che si prodigavano per la Giustizia. Amava un po' di meno chi, di loro, mancava un impegno, o chi le regole non le apprezzava poi così tanto. E, decisamente, mal sopportava chi, di punto in bianco, spariva. E se chi spariva, poi, aveva incontrato uno dei Ricercati Numeri Uno e aveva poi mancato di far sapere del suo ritorno a lui, il Capo... Beh, qualquadra non cosava.

« Guarda guarda... » Sogghignò, piegandosi leggermente verso l'orecchio di Hope. « Più avanti c'è la mia vittima preferita! Ti spiace se andiamo a farle un saluto? Camille sarà estasiata di avermi tra i piedi anche qui, gh. » La domanda, ovviamente, era retorica: il punto di ancoraggio per quell'inaspettata indagine sarebbe stato sfruttare il suo hobby prediletto al Ministero: disquisire amabilmente con il caro Ministro! Attese un consenso da parte della sua dama e, con calma e non-chalance si avvicinò al gruppetto, sventolando la mano allegramente e sorridendo in loro direzione.
« Yuhuu, Camille! » Esordì, poi una volta che li ebbe raggiunti. Quasi poteva dirsi eccitato come un bimbo a Natale: non vedeva l'ora di osservare l'espressione che si sarebbe dipinta sul volto del Ministro una volta che il suo sguardo si fosse posato su di lui. « È qui la festa? » Sghignazzò, salutando con un cenno del capo i presenti. Osservando, comunque, l'abito della donna accostandolo poi a quello di Hope, nella sua testa, Rhaegar arrivò alla conclusione che il Ministero azzoppa la femminilità come neanche l'esser casalinghe e sposate da vent'anni con tre figli a carico sapeva fare. Camille era sempre stata una bella donna, ma quell'abito le rendeva onore, doveva ammetterlo. Al suo fianco, come aveva avuto modo di vedere qualche metro addietro, v'era Caroline Dalton. Punto di ancoraggio numero due, si disse, ignorando con apparente ed inattaccabile distrazione la figura del giovane che l'aveva spinto ad avvicinarsi.
« Ehilà, Caroline, da quanto tempo non ci si vedeva! Cos'è una rimpatriata? Conosci la mia splendida dama, miss Hope Lancaster? » Chiese, presentando con cortesia la fanciulla al suo fianco al resto degli invitati. Il sorriso era sempre dipinto sulle sue labbra, un'aria rilassata a permearlo, l'occhio nero posato sul viso severo di Caroline, ma in realtà l'uomo era sull'attenti, all'erta: l'occhio Magico, da sotto la sua benda, era puntato su quel ragazzo, quel volto giovane e al contempo consumato, che rispondeva al nome di Cedric Black, l'Auror spedito in missione, sparito, ritornato e risparito nuovamente che sembrava dilettarsi nell'ignorare categoricamente ove si trovasse il Quartier Generale e di fare rapporto del suo ritorno.
 
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view post Posted on 26/12/2013, 20:08
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Semper Fidelis

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× Off-Game ×


× Legenda
Narrazione
°Pensieri°
«Dialoghi»


Quando Raven era piccolo, si divertiva un sacco a fissare le persone, i tratti facciali, gli occhi. Era uno dei suoi passatempi preferiti, poiché, e l'asiatico lo sapeva bene, spesso le emozioni interne delle persone venivano mostrate per quel che davvero erano. Più o meno, così aveva imparato alcuna gesti che potevano suggerirgli che una persona era nervosa, timida, con dei segreti... Da quel tempo il giapponese difficilmente riusciva a spegnere quel suo cervello analizzatrice, e quando la rossa si voltò verso di lui per donarlo d'una risposta, a Raven non rimase altro che guardarla negli occhi cercando di vederne tutto il corpo. Certo però era che la cosa non riservò sorpresa alcuna, poiché il comportamente della giovane Caposcuola sul cui petto vi era in bella vista una spilla e di cui Raven non si ricordava il nome, era di molto simile al comportamento stesso di Aryadne. La giovane Serpeverde – così giovane e già Caposcuola! -, aveva un stile di comportamento molto elegante, seppur disinvolto nella giusta misura. La sempre ben accetta inespressività del volto, non poteva aver altri significati, se non che la persona dinnanzi al corvonero, non si era per nulla sorpresa della presenza di Raven lì. Al contrario, Raven pensò che si fosse incuriosita di lui, della sua figura.
Nella mente, per qualche attimo, gli balenò lontana una scena di un umido e freddo locale, non lontano da lì, a Hogsmead. Vicino ad Arya – e ora se lo ricordava più che mai bene -, era seduta proprio quella ragazza. Si ricordò che al tempo annotò anche la leggera e non marcata somiglianza tra le due figure femminili.
Fu un peccato che quella riunione tra teste calde e cuori ardenti non ebbe la sua giusta fine, e non se ne fece più nulla. E che alba che ne sarebbe potuta derivare! Al solo pensiero di un gruppo coeso e unito come quello, i falsi idoli su cui era costruito il mondo, sarebbero caduti come foglie al vento autunnale. Sarebbe stato un altro mondo! Un mondo nuovo. Un mondo migliore! E a pensare che Raven si era già costruito il piano di depurazione del mondo magico: i babbani sarebbero stati eliminati in primis, quindi sarebbe toccata la stessa sorte ai pagliacciosi mezzosangue, infine avrebbe eliminato senza porsi troppi problemi quei maghi che, in un modo o nell'altro, minacciavano il suo Mondo di Luce.
"Orbo ab Chao."

La figura che gli si trovava dinnanzi, aveva tutta l'aria di essere un esemplare magico sanguepuro da almeno 5 generazioni. Lui lo sentiva nell'atmosfera, ne percepiva le vibrazioni, ne percepiva l'odore. Al solo pensiero, volle togliersi quel patetico e sudicio costume babbano e tornare alle vere antiche Tradizioni magiche. Un strano bagliore notò nei suoi occhi: sapore di stranezza!
Già nei primi secondi dell'incontro, subito dopo aver parlato, comprese che dovevo riprendere in mano l'idea di formare un gruppo.
Poi dovette però scendere dal cielo in cui si era preso d'affitto una casa, e dopo aver ovviamente ascoltato in silenzio la risposta della giovane cugina, potè prima dispiacersi perché il suo rubino era sparito in una direzione sconosciuta persino dai suoi parenti stessi, e poi rispondere alla giovane Caposcuola.


«Mi perdoni. Mi chiamo Raven, Shinretsu Raven. Aryadne deve averVi parlato di me...» - Si fermò un attimo, quasi a farsi venire il dubbio.- «...Forse.»

A tali parole, il ragazzo gli porse una mano, con l'intenzione di stringergliela delicatamente prima, e poi di sfiorarla con la punta delle proprie labbra, abbassandosi leggermente. Quell'estate stessa, Raven ebbe modo di studiarsi un volume che parlava degli atteggiamenti da tenere in caso di cerimonie, o di nuove conoscenze. Lui amava l'Ordine. Amava le regole magiche, e amava rispettarle. Del resto...
"La differenza tra noi maghi, e animali babbanoidi sta proprio nelle maniere, oltre che nel sangue."
Sorrise a tal pensiero, quasi come a voler sottolineare anche in quella occasione la sua totale estraneità a qualsiasi tipo di collegamento con dei animali, o con dei babbani. Che tanto per lui un cane e un babbano era la stessa cosa.


«In ogni caso, temo ahimé che la mia dama sia in ritardo...» – "...di qualche settimana..." - «...a questa festa, motivo per cui spero di non risultarVi antipatico, nel mostrare il mio interesso verso la compagnìa del Vostro splendore, almeno per questa serata. »

Nel pronunciare quelle parole, la nostra Provvidenza ebbe la bella faccia inespressiva, con tanto di occhi gelidi, privi di qualsiasi calore o sentimento umano. Bhe, a dire il vero non sempre si rivolgeva a tutti in quella maniera, e spesso poteva anche risultare volutamente sgarbato. Del resto, le maniere di presentazioni che usava erano proporziali al valore della persona che aveva dinnanzi. Se la persona prometteva bene, le maniere di Raven sarebbero state delicate, soffici. Se invece dialogava con un auror qualunque, o un mezzo-sangue qualunque, allora parlava da cane, a livello del suo dialogatore.
"L'arte del Parlare."


«Per scusarmi della mia intromissione nei affari di Suoi, e quelli di Arya, posso portarle qualcosa da bere?»- Disse infine, cercando di uccidere il tempo (e l'inutile ballo), con una delle arti a lui più congeniali.
«O magari, mi permette di invitarLa a un ballo?»
 
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view post Posted on 26/12/2013, 20:53
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Sebbene la festa fosse appena iniziata e la serata ancora giovane, il Serpeverde notò che stentava a decollare. Nè un annuncio, nè un invito a procedere con le danze, niente di niente. Il tutto sembrava molto strano dato che la situazione cominciava lentamente a movimentarsi; se all'inizio erano presenti poche decine di studenti, in breve sembrò affollarsi, ma ancora aleggiava come una sorta di timidezza generale, o chissà, forse la fredda coreografia prevista per quella serata aveva ibernato anche gli astanti.
Forse ci voleva lui per movimentare un po' la situazione.
Dopo aver sorseggiato lentamente una burrobirra, si diede un occhiata attorno, sempre alla ricerca di una qualche situazione interessante.
Arrivato a metà bicchiere, i suoi occhi si bloccarono, con le labbra ancora poggiate sul bordo.
Qualcosa aveva attirato la sua attenzione.
Curiosamente la persona in questione era la stessa che aveva bloccato il suo sguardo non più di troppi minuti prima.
Proprio mentre il cervello diede l'impulso ai muscoli di muoversi, dall'altra parte vide arrivare un altro individuo, che solo successivamente riconobbe come niente poco di meno che Raven Shinretsu.
Inarcò leggermente un sopracciglio nel vederlo. Da quel poco che conosceva di lui non era certo tipo da feste mondane. Solo in quell'istante si ricordò che si frequentava con l'ex caposcuola Cavendish, il che chiarì la sua presenza. Meno invece servì a chiarire perchè si stava ora intrattenendo con la sua cugina.
Osservò la scena da lontano per qualche secondo, senza riuscire a comprendere cosa si dicessero. Ad ogni modo, non essendo certo l'ultimo arrivato, preparò un altro bicchiere di burrobirra e si diresse verso i due.

A passo svelto, li raggiunse in pochi secondi, mettendosi in posizione tale da formare un triangolo con i due. Un veloce sorriso rivolto verso Emily, poi un cenno quasi di stupore nel vedere Raven.

- Buonasera, Herr Shinretsu, cercavo proprio Voi. La signorina Cavendish mi ha riferito che ha avuto un leggero impedimento, e che in breve sarà da lei. -

Niente di tutto ciò era vero, ovviamente. Quel giorno ancora non aveva visto Arya, nè aveva volontariamente cercato Raven. Niente contro di lui, figurarsi, i loro precedenti incontri erano risultati tutt'altro che noiosi...anzi...quasi divertenti.
Rivolse quindi lo sguardo verso Emily e le porse il bicchiere.

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- Eccomi di ritorno, scusate il ritardo. E' ancora disposta a concedermi quel ballo? -

rispose, prendendole già la mano.
Una delle caratteristiche più celebri di Vagnard era la sua possessività. Se decideva che una cosa era sua, diventava sua. E in caso contrario, avrebbe fatto qualunque cosa per impossessarsene.
Quella sera non avrebbe fatto eccezione alcuna.

 
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view post Posted on 27/12/2013, 02:29
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Oh, sicuro. Non vedeva l'ora di scambiare due simpatiche paroline con Cedric, in privato. Non aveva idea di dove fosse finito ne di cosa avesse fatto per tutto quel tempo ma, di certo, il suo cervello lo stava inesorabilmente abbandonando. Possibile che si fosse dimenticato di tutte le battaglie che avevano combattuto insieme? Ogni sua parola, ogni suo gesto traboccavano di collera repressa, come se avesse voluto affibbiarle la colpa della sua partenza. In realtà lei l'aveva solo subita.
Quell'incontro del tutto inaspettato, quell'atteggiamento completamente fuori luogo, quell'uomo che sembrava così diverso da come lo ricordava, roso dalla rabbia, divorato dai rimpianti le parvero così assurdi da non meritare alcuno sforzo, almeno all'apparenza. Era sorpresa e contrariata, avrebbe volentieri ridotto la breve distanza che li separava solo per piantargli un ceffone ma ritenne opportuno sorvolare. Per il momento. A volte l'indifferenza rappresentava la risposta migliore da propinare a chi abusava della pazienza altrui con farneticazioni prive di senso logico. A dire il vero quello spiacevole incontro l'aveva liberata, in un certo senso. Erano passati anni, l'iniziale preoccupazione per un incarico pericoloso lontano dall'Inghilterra si era via via affievolita, così come l'immagine del volto di Cedric, per quanto ne sapeva lui poteva anche essere morto in qualche remota parte del globo. Ma ogni tanto ci pensava. In quel momento così inopportuno, contornata dalla creme di Hogwarts e circondata dal ghiaccio polare degli addobbi impeccabili, si rese conto di quanto tempo avesse perso a rincorrere un ricordo ormai deformato.
Fu dunque con serena tranquillità che sostenne ogni suo sguardo, limitandosi a replicare con controllata pacatezza.


"Al lavoro sporco ci penso da sola, soprattutto se chi dovrebbe occuparsene sparisce dall'oggi al domani senza alcun preavviso"

Si portò il calice alla bocca e bevve un sorso del dolce liquore alla menta. Che per poco non le andò di traverso non appena udì un'esclamazione di saluto a lei molto familiare. Spostò lo sguardo su un elegante uomo agghindato a festa, le iridi ametista lo studiarono rapidamente dal basso verso l'alto, inizialmente incapace di mettere a fuoco chi diavolo fosse e poi incapace di proferire verbo dopo averlo scoperto. Dovette fare uno sforzo immane per non alzare gli occhi al cielo chiedendo pietà. Due colpi al cuore nella stessa mezz'ora erano decisamente troppi. Soprattutto perchè era una vita e mezzo che chiedeva a Rhaegar di venire ad Hogwarts e si era sempre sentita rispondere negativamente. Dunque ... COSA ERA CAMBIATO?
Che fine avevano fatto le tuniche color verde pisello?? Ma soprattutto, come avrebbe fatto a terminare degnamente quella serata?


"ERA qui la festa in effetti .... questa deve essere la serata delle sorprese"

Già, una di quelle serate che sarebbe stato meglio passare con il mestolo in mano a rimestare gli amati calderoni.

"Le mura di Hogwarts stanno tremando mio caro Rhaegar ed immagino che il merito sia tutto della tua incantevole dama"

Spostò lo sguardo su Hope e sorrise salutando la donna con un cenno del capo. Era rimasta colpita inutile negarlo, sorpresa per la presenza del suo Capo Auror ad un frivolo ballo e stupita dallo charme del tutto inatteso sfoderato da questi, quelle erano occasioni che rischiaravano i punti foschi e donavano nuova luce a circostanze che si credeva di aver sviscerato completamente. Tuttavia conosceva Rhaegar e sentiva che c'era dell'altro.

 
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view post Posted on 27/12/2013, 03:00
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Avrebbe voluto risponderle a dovere, ma non poteva. Il motivo per il quale era scomparso, era segreto e non poteva rivelarlo davanti a tutti, e soprattutto sotto la visione di Rhaegar il capo Auror che insieme alla sua dama si era da poco aggiunto al gruppetto. Doveva fingere indifferenza, da quando era tornato, l'ultima cosa che aveva pensato era stata proprio quella di avvisare in ufficio..e questo di sicuro gli avrebbe procurato qualche piccola ramanzina. Ma non era questo il punto, doveva trovare un modo per uscirsene pulito, senza destare sospetti di fronte al suo capo. Cosa poteva fare? ormai il gruppo si era ingrandito, e quasi tutti avevano avuto modo di ascoltare il "simpatico" dialogo tra l'ex auror e la ministra. Iniziò a pensare che forse l'idea di esser venuto al ballo non era stata di sicuro una genialata, ma bensi un errore che avrebbe potuto portargli delle conseguenze considerevoli. Era da evitare quella serata, il nervosismo, i ricordi, il passato, non era pronto per affrontare tutto ciò, ma volle subito mettersi alla prova, la pazienza purtroppo non era una delle sue virtù. Una delle migliori invece era quella di cavarsela sempre, di riuscire ad alleviare i danni quando magari si ritrovava in situazioni non molto piacevoli...e allora dovette improvvisare, non ci pensò sù due volte.
<<ehm..si...certo...>> non sapeva cosa dire, le parole sembravano non voler uscire dalle sue labbra, notò lo sguardo del capo auror che si posò su di lui...ma di certo non poteva rimangiarsi le parole che aveva detto prima...una situazione davvero intrigata..difficile..non immaginava che tutte quelle persone si potessero unire a quello che all'inizio era un terzetto composto da sole donne. <<ma signora ministro, mi perdonerà, questa sera è la sera del ballo, siamo qui per divertirci, non per parlare di lavoro o del passato giusto?>> <ritornò con lo sguardo su Camille e non era più quello di sfida ma bensi era tornato sincero e profondo come quello dei vecchi tempi, chissà se la donna per un attimo se ne accorse di quel dettaglio..sicuramente non insignificante. Non potè poi nemmeno ignorare la presenza di Rhaegar, era proprio li a pochi passi da lui...voltò lo sguardo in modo rapido e con tono rispettoso e di chi era felice nel rivedere una persona...<<salve capo...è un piacere...rivederla..>> sorrise ancora, cercando di sviare quest'ultimo dal discorso che stava intrattenendo con la ministra...ammesso che quest'ultima non fosse intervenuta ancora sulla questione..

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 27/12/2013, 06:31




Era ufficiale, iniziava a non capirci più nulla o meglio, quella zona iniziava ad affollarsi troppo, se non fossero stati attenti potevano anche rischiare che il ghiaccio sotto i loro piedi si rompesse, se fossero stati fortunati avrebbero trovato solo il pavimento della sala da ballo, nella peggiore delle ipotesi un bagno gelato non glielo toglieva nessuno.
Arya aveva anche smesso di tenere il conto di chi si era aggiunto, senza peccare di educazione e salutando opportunamente ogni nuovo arrivo, rivolgendo alla grifondoro un sorriso che esprimeva tutto il suo sollievo per non essere più la piccolina del gruppo, si concentrò sullo scambio di battute tra il tipo strambo, sì ora sapeva il nome, ma ormai l’aveva ribattezzato, e la professoressa Pompadur e pur non capendo a pieno il discorso, una cosa era chiara e lampante, il ragazzo doveva provare un certo astio verso il ministro che, dal canto suo, non sembrava apprezzare particolarmente il tono del giovane.
Sarebbe stato interessante se il piccolo scontro fosse proseguito, ma entrambi parevano concordare sul fatto che non fossero luogo e momento opportuni
*Fine del divertimento*
Iniziava a sentirsi anche un po’ a disagio, doveva defilarsi senza dare troppo nell’occhio e possibilmente senza dar proprio l’impressione di tentar di evadere da quella situazione, dando una rapida occhiata in giro cercava disperatamente un appiglio, dove diavolo si erano cacciati i suoi compagni? Avrebbe potuto almeno usarli come scusa se fossero stati nei paraggi, ma la fortuna non sembrava propriamente dalla sua, l’unica che riusciva a scorgere era forse anche quella con cui non si voleva intrattenere *Vabbè ti serve un diversivo no? Saluti, vai verso la Caposcuola, fingi di dirle qualcosa e intanto guadagni tempo, magari ricompare qualcuno*
Nel frattempo però un ragazzo si era avvicinato alla compagna, ma sinceramente la cosa non la turbava minimamente, non le avrebbe fatto perdere più di qualche secondo, poi sarebbe stata tutta del giovane.
Posò il bicchiere che ormai aveva vuotato e quando si voltò alzò gli occhi al cielo, non sapeva se ridere per la situazione in cui si stava ritrovando Emily o restare senza parole per come a volte i ragazzi sapeva essere quasi ridicoli nel contendersi lo stesso “giochino” ora allo sconosciuto si era aggiunto anche Von Kraus e sembrava che entrambi non avrebbero disdegnato la compagnia della signorina Rose
*Sarei quasi tentata di godermi la scena, ma Emily serve a me, sempre i soliti pochi secondi, poi che tornino pure alle loro ridicolaggini*
Indispettita…sì…indispettita dal fato che non gliene stava facendo andare dritta mezza si congedò con un semplice -Scusatemi, a più tardi- e proprio mente iniziava ad allontanarsi si avvicinò la professoressa Lancaster, ma no…non aveva tempo per fermarsi, così indugiò solo qualche istante per salutarla -Buonasera professoressa, se ciò fosse possibile direi che è più incantevole del solito- *Lecchina* si ritrovò a dirsi da sola, anche se sapeva che non lo faceva per i voti -Ora devo fare una cosa, ma a più tardi- diede una rapida occhiata all’uomo che l’accompagnava, chi era? Non l’aveva mai visto, con un sorriso ed un cenno del capo salutò anche lui per poi proseguire lungo la sua strada.
Mentre si avvicinava ai tre, Von Kraus aveva afferrato la mano della ragazza, ora quei pochi secondi sembravano sempre più distanti, in realtà, forse non le servivano realmente, in fondo era riuscita ad evadere, ma nei pochi attimi che la separavano dal triangolo non fece in tempo a formulare correttamente quel pensiero e si ritrovò così a dover cercare un modo garbato per sottrarre la sua Caposcuola ai due cavalieri.


-Rose, Von Kraus- disse guardando per un attimo la mano di lei in quella di lui alzando un sopracciglio -mi scuso per l’interruzione e mi scuso anche con lei- si rivolse all’altro ragazzo prima di tornare a parlare ai suoi concasati -Avrei bisogno del Caposcuola giusto qualche minuto, poi prometto di restituirvela…e potrete tornare alle vostre faccende come se non vi avessi mai interrotti- in realtà ad interromperli un pochino ci stava anche provando gusto, poi si avvicinò alla ragazza sussurrandole qualcosa -Emily ti prego- il tono era quasi implorante, come se davvero avesse qualcosa d’importante da dirle che non poteva aspettare.
Non tornò a guardare i due, non le interessava particolarmente se fossero infastiditi dall’intrusione, ma attese una risposta da lei, ritrovandosi a sperare che fosse affermativa.
Ora c’era ufficialmente qualcosa che non le tornava, doveva allontanarsi dal gruppo ormai diventato gregge e voleva usarla come scusa, si è allontanata e non le serviva più, se n’era resa conto tardi, quindi ormai tanto valeva inventarsi qualcosa e romperle le scatole anche se non aveva nulla da dirle e aveva fatto anche quello ed ora allora perché si ritrovava a sperare che acconsentisse a quella inutile richiesta?
 
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»Nigel Pace Audley
view post Posted on 27/12/2013, 13:11




A partire dal momento in cui lui aveva deciso di avvicinarsi all'iniziale gruppetto, personaggi sempre più degni di nota cominciarono a ruotarvi intorno. Con la coda dell'occhio vide, più indietro rispetto alla sua posizione, Emily, attorniata da due ragazzi cui Nigel non riusciva a riconoscere a causa della distanza. L'astio reciproco tra Camille ed il giovane, quel certo Cedric, però, aveva provocato una situazione davvero poco piacevole: sebbene quest'ultimo avesse esplicitamente detto che - in seguito - lui e la Ministra avrebbero parlato privatamente, continuava a gettare delle frecciatine che lasciavano intendere tutt'altro da quelle che erano le sue intenzioni. Nigel era decisamente per la discrezione e non sopportava il dover quasi "umiliare" pubblicamente quella povera donna che, peraltro, era la strega con maggior potere politico in assoluto. Distrattamente, vide Arya scusarsi ed allontanarsi in maniera frettolosa: un tentativo disperato di liberarsi da quello scenario. Proprio mentre la serpeverde si allontanava, tuttavia, altre due persone fecero il loro ingresso nella sala da ballo: un giovane uomo di bell'aspetto ed un'incantevole dama, in cui Nigel riconobbe la figura della Vicepreside: miss Lancaster. Sebbene non avesse mai avuto modo di parlare con la giovanissima co-direttrice, qualche saluto durante i buffet della scuola c'era stato. Quando questi si avvicinarono, l'uomo salutò goliardicamente la professoressa Pompadour; Cedric, invece, non sembrava tanto contento dell'arrivo dello sconosciuto ed un pelo di nervosismo trapelò dal suo volto. Sorridendo ai nuovi arrivati e ancor di più alla splendida signorina Lancaster, Nigel chinò il capo e fece una sorta di riverenza.

«Signori.»
Alzò quindi la testa, osservando il belloccio parlare con Camille. In questo frangente, il professore colse l'occasione per salutare come si deve la Vicepreside: si avvicinò quindi alla ragazza e quasi sussurrando, parlò.
«Buonasera miss Lancaster. Semplicemente meravigliosa, complimenti. Non voglio rubarvi altro tempo, vedo che siete già in buona compagnia.»
Cordialmente, volse lo sguardo all'accompagnatore della donna e le fece un occhiolino. Dopo aver fatto ciò, si spostò dalla traiettoria dei due e guardò il gruppetto, che adesso sembrava meno folto. Accennò un mezzo sorriso e cominciò a parlare a voce alta.
«Ebbene, è stato un piacere. Adesso però debbo allontanarmi anche io! Buon proseguimento di serata, messieurs

Poco prima dell'arrivo di miss Lancaster, Nigel aveva visto Arya quasi scappare via, in direzione della Caposcuola Emily Rose. Non che volesse impicciarsi degli affari suoi, ma come suo Capocasata ebbe l'istinto di seguirla, giusto per assicurarsi che tutto andasse per il meglio. Anche qui si era formato un gruppo, questa volta di giovani ragazzi però. Quando Nigel arrivò, Arya era intenta a conversare con l'orecchio della Caposcuola: il professore sorrise ai due ragazzi e poi poggiò delicatamente una mano sulla spalla della Prefetta, in modo da farla voltare verso di lui.

«Arya, tutto bene?»

La ragazzina, probabilmente, vedendosi accerchiata da tutta quella gente così grande, deve essere andata nel pallone; d'altronde, la situazione era divenuta anche piuttosto imbarazzante e su questo non poteva biasimarla. Si sarebbe accertato che la sua serata non fosse stata rovinata e poi avrebbe deliberato, non aveva intenzione di disturbare i ragazzi anche fuori dall'aula. Nel frattempo, la musica era iniziata e gli studenti avevano dato il via, chi più chi meno, alle danze.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 27/12/2013, 14:09




Chiedo scusa per il post piccino piccino ma volevo rispondere prima di uscire o non sapevo quando sarei riuscita a farlo XD



Aveva appena fatto un passo indietro rispetto alla sua caposcuola quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla, istintivamente si voltò per osservare a chi appartenesse “Arya, tutto bene?” era il suo Capocasa, doveva averla seguita, forse preoccupato nel vederla andar via così…e ora? Cosa doveva rispondergli? Non è che poteva dirgli che semplicemente voleva defilarsi o forse sì, ma in una frazione di secondo decise di cogliere l’occasione che il fato le stava regalando per rincarare la dose nella speranza che Emily non si tirasse indietro.

-Professore- sorrise -Mi scusi se sono corsa via, non volevo dare una cattiva impressione, ma mi sono ricordata che avevo urgente bisogno di sottoporre una questione alla mia Caposcuola ed avendola intravista volevo evitare di perderla nuovamente-

Stava mentendo spudoratamente ed il professore se ne sarebbe sicuramente accorto, aveva già constatato nel precedente colloquio avuto con lui che non si lasciava facilmente abbindolare, ma confidava nella sua comprensione.

-E quasi dimenticavo…Sono felice di averla come Capocasa, sono sicura sarà un’ottima guida-

Quella invece era la verità, lo guardava negli occhi cercando con lo sguardo di supplicarlo di fingere di credere alle sue parole, anche se ancora non aveva bene in mente cosa si sarebbe successivamente inventata con Emily, ma una cosa alla volta no?
Quell’uomo l’aveva aiutata in passato, dimostrandosi molto comprensivo e disponibile e probabilmente data la situazione non avrebbe indagato ulteriormente, almeno non sul momento.


-Mi spiace se si è sentito in dovere di seguirmi, non volevo distoglierla dalla sua serata-

Ora aveva anche lasciato intendere che la necessità di parlare con la ragazza fosse quasi un obbligo imposto dalle loro cariche e sottolineando il concetto di fronte al Capocasa magari la giovane Rose, anche solo per formalità si sarebbe sentita in dovere di ascoltarla, sicuramente l’avrebbe odiata, ma tanto non che prima il loro rapporto fosse idilliaco.
Nel frattempo qualcuno aveva dato il via alle danze, probabilmente anche spinto dal freddo e dall’idea di potersi così riscaldare, la sala si stava pian piano riempiendo e di lì a poco la situazione sarebbe diventata abbastanza caotica, forse una volta risolta quella faccenda sarebbe anche riuscita a svignarsela senza troppi problemi, era quasi impossibile accorgersi se qualcuno mancava.
 
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view post Posted on 27/12/2013, 15:40
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Emily ~ Abito ~ Accessori


Nel mentre attendeva la risposta del ragazzo da poco comparso al suo fianco, le iridi chiare di Emily si posarono sulla coppia “adulta” appena entrata: la professoressa Lancaster, in particolar modo, attirò la sua intenzione. Era impossibile non notare la sua eleganza e la bellezza che sovrastata quella di molte presenti; per pochi secondi le sembrò di incrociare il suo sguardo ed una sensazione strana s’impossessò della fanciulla Serpeverde. Qualcosa di stranamente familiare trapelò dai due occhi chiari della donna, occhi che Emily era convinta, per qualche strano motivo, di aver già visto, almeno una volta. Una sorta di esperienza epifanica durante la quale la giovane Rose ebbe l'impressione che ciò che stava per comprendere in quell'istante fosse inequivocabilmente vero.
Scosse di poco il capo rossastro, come per allontanare quella strana sensazione, almeno per quel momento. Avrebbe trovato il modo di parlare con la donna quando le lezioni avrebbero ripreso.
Sentiva di doverlo fare.
La presentazione del Corvonero servì adeguatamente da distrazione e fu allora che Emily tornò a concentrarsi nuovamente sul ragazzo.
*Oh, no che non me ne ha parlato. Non mi interessa spettegolare come un’ochetta sui ragazzi della mia “adorata” cuginetta. Né sui ragazzi di altre. Tanto meno sui ragazzi in generale. Né mi interessa spettegolare. Che diamine.*
Maledetto flusso di coscienza che, fortunatamente, non trovò voce alcuna. I pensieri di Emily era molto meno eleganti e pacati di quanto non risultassero, invece, le sue parole ed i suoi modi.
Quando Emily gli porse la mano, apprezzò molto nel vedere che le buone maniere non erano morte del tutto. *Ottima scelta, cugina.*, pensò mentre lasciava ch’Egli le sfiorasse il dorso con un tocco leggero, quasi assente, delle labbra.

Mi spiace, ma purtroppo io e mia cugina non ci scambiano molte, come dire, parole riguardo ad affari personali - in realtà non ce ne scambiano affatto ultimamente – Ma sono certa che, se le ha promesso di presenziare al ballo, verrà a momenti.

Di certo il ragazzo sapeva come approcciarsi con una Cavendish, il che era un passo avanti anche nei confronti di Emily: il buon sangue non mentiva mai.
Stava quasi per rispondere al suo invito, probabilmente positivamente e dare una svolta a quella serata quando la voce del concasata la forzò a lasciare il contatto visivo con gli occhi particolarmente neri e freddi dell’asiatico.

Sono contenta per Lei, Shinretsu. Finalmente potrà deliziarsi della figura della sua dama.

Nel momento in cui Von Kraus le porse il bicchiere, la Caposcuola accennò un diniego con la sinistra nel constare di cosa fosse colmo il bicchiere: burrobirra, troppo dolce per lei che amava, inoltre, bevande lisce.

Ti ringrazio, ma non gradisco.

Istintivamente rispose al gesto cortese – vedersi porgere un bicchiere dal Concasata era sicuramente meglio che vederselo lanciare in faccia – ma si ritrovò ben presto a pensare alla successiva domanda, per un attimo rimasta senza ascolto.
*Sul serio gli ho promesso un ballo? *
Si ritrovò a fissare il Serpeverde, cercando di capire quando e, soprattutto, per quale assurdo motivo avesse mai fatto una cosa del genere. Ma, poiché tali quesiti restarono insoddisfatti, l’unica risposta alle sue domande era anche la più semplice: non aveva mai pronunciato una simile promessa.
Il Serpeverde, d’altro canto, le teneva già la mano. Le iridi chiare di Emily si spostarono dal volto del ragazzo a destra, a quello del giovane alla sua sinistra.
*Dannazione.*, situazione davvero poco elegante per la fanciulla che si ritrovò implicata in un triangolo nel quale non aveva la minima intenzione di trovarsi. Soprattutto considerando che l’uno era l’amante di sua cugina mentre l’altro aveva avuto la brillante idea di trasfigurarle il viso.
Rose, Von Kraus
Salvezza? Manna dal cielo? Luce?
Emily regalò uno sguardo ad Arya che probabilmente la giovane non aveva mai riscontrato sul volto della concasata. Per un secondo le rivolse tutta la gratitudine di cui una Rose potesse essere capace con il semplice ausilio del contatto visivo.
Che la giovane dai capelli castani volesse davvero sottoporle una questione o, semplicemente, si era resa conto della situazione da lontano e voleva aiutare la Caposcuola sperando di ricavarne qualcosa in cambio, per Emily non sembrò fare alcuna differenza.
Emily ti prego
*Ma figurati, mia cara.*
Con leggerezza lasciò scivolare la mano, abbandonando quella di Vagnard. Avrebbe voluto raggiungere la pista per almeno un ballo ma quella situazione non era certamente adatta a lei.
I rinforzi non tardarono ad arrivare: il Capocasata, congedato istanti prima, aveva raggiunto l’allegro quartetto per sincerarsi delle condizioni del suo Prefetto, allontanatosi a sua volta dal gruppo presenziato dal Ministro della Magia.
Sorrise cortesemente all’uomo: Serpeverde aveva fatto certamente un ottimo acquisto.
Nel mentre i due discorrevano, Emily tornò a fissare la Docente di Difesa contro le Arti Oscure e solo allora notò effettivamente il suo accompagnatore: un uomo distinto ed elegante, non lo aveva mai visto prima ma la sua figura sembrava emanare un certo rispetto.
Si concentrò nuovamente sul Prefetto ed attese.


 
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»Nigel Pace Audley
view post Posted on 27/12/2013, 15:50




Non appena la ragazza si voltò, ella sorrise al professore. Quando ascoltò la risposta della studentessa, rimase piuttosto sbigottito. Con tutto il tempo che aveva durante le vacanze, aveva scelto proprio quella sera per parlare di questioni così importanti con Emily? Scosse di poco la testa; tuttavia, quando la ragazza con lo splendido abito bianco si congratulò con lui per la nomina a Capocasata, vide quanto sincera fosse. Rise abbassando lievemente il capo e socchiudendo gli occhi.

«Mi spiace se si è sentito in dovere di seguirmi, non volevo distoglierla dalla sua serata.»

Negli occhi suoi, il professore poteva vedere quanto Arya avesse bisogno di parlare con Emily. Non volle aggiungere nulla o indagare ulteriormente; dunque, ritirò il braccio, ripiegandolo sul torso per incrociarlo con l'altro e poi proferì:

«Ti ringrazio mia cara e figurati, faccio il possibile. Allora... vi lascio alle vostre faccende

Sentiva che nella ragazza qualcosa non andava, ma preferì rimanere tra le righe: Arya sapeva benissimo dov'era il suo ufficio e lui sarebbe stato lieto di accoglierla in qualsiasi momento. Prima di andare però, si vide costretto a raccomandarla a qualcuno... e chi meglio della stessa Caposcuola? Si avvicinò quindi ad Emily e passandole accanto, con un sussurro quasi impercettibile, le disse:

«Le dispiacerebbe tenerla d'occhio per un po'? Senza che questo rovini la sua serata ovviamente, miss Rose.»

Sorrise appena e, infine, si allontanò anche da loro, salutando con lo sguardo i due giovani lì presenti. E adesso? Una sala da ballo, se denominata così, ha la funzione di far ballare la gente... per cui, chi avrebbe invitato a danzare quella sera? Si avvicinò al tavolo delle vivande e prese un altro drink, mentre la sua testa vorticava tra i pensieri. Cosa ci faceva lì? Cosa lo aveva spinto a partecipare all'evento mondano più importante di tutto l'anno scolastico? Cosa lo faceva ancora rimanere? Un altro sorso dalla sua coppa, prima di abbandonarla nuovamente su di un tavolo ed appoggiarsi contro di esso con le braccia incrociate. Lo sguardo verso il pavimento di ghiaccio, che rifletteva le figure dei ballerini della stanza; le ombre volteggiavano nella notte come la sua mente. Infine, decise: voleva lasciare la stanza e ritornare al suo ufficio. Si diresse quindi verso il portone d'ingresso della sala; a meno che qualcuno non l'avesse fermato, era deciso ad andare via.
 
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~Hope™
view post Posted on 27/12/2013, 17:04





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Benché la prospettiva di trascorrere la serata a dialogare solo ed esclusivamente con il suo accompagnare fosse quanto mai allettante per la giovane donna, i doveri incombevano e di certo il suo arrivo in sala non sarebbe passato inosservato agli occhi dei presenti. Ben presto si sarebbe ritrovata nel bel mezzo di una conversazione, intenta nel presentarsi e nel salutare con garbo gli ospiti accorsi numerosi ai festeggiamenti per la fine dell’anno scolastico e di certo Rhaegar sarebbe stato chiamato a dover fare lo stesso. Si strinse ancor più a lui ascoltando con attenzione le sue parole. Sapeva bene che per nessun motivo al mondo l’avrebbe lasciata cadere e che sarebbe stato al suo fianco per tutta la serata ma lui non era una sua prerogativa, Hope lo avrebbe dovuto sapere molto bene. Lo osservò in viso mentre rimembrava nostalgico il suo arrivo al castello, avvenuto molti anni prima rispetto a quello di lei ben più recente. In effetti Hope non si era mai soffermata sulla notevole differenza di età tra loro due, o forse, inconsciamente, lo aveva fatto, giungendo alla conclusione che quella poteva essere una delle cose che maggiormente la legava a lui, rendendolo così maturo da attirare indiscutibilmente la sua attenzione.Credi che avremmo mai potuto togliere una tradizione centenaria come quella dell’attraversamento del lago in barca? Il primo giorno ad Hogwarts è un ricordo unico e indubbiamente deve essere reso indelebile da un’esperienza come quella delle barche. Basta osservare i tuoi occhi per averne la conferma..- Sorrise pronunciando quelle parole per poi tornare a guardarsi intorno curiosa. E comunque non mi dispiace affatto, è da molto che non ho l’occasione di salutare Camille e non può farmi che piacere- Nel mentre una strana sensazione catturò l’attenzione di Hope, che sentendosi osservata distolse lo sguardo dal gruppetto di adulti fino a incontrare le iridi chiare in forte contrasto con la chioma cremisina della giovane Rose, Caposcuola di Serpeverde. Più volte a lezione si era soffermata sul volto di quella giovane, così bella e delicata da apparire molto simile a una bambola di porcellana, eppure così maledettamente silenziosa da non lasciar trapelare alcun che del suo essere. Il lungo vestito verde chiaro esaltava ancor più la sua bellezza, rendendola eterea e quasi intoccabile, ed era li ferma vicina ai suoi concasati guardando nella sua direzione. Ricambiò il suo sguardo accennando un sorriso cortese per poi tornare a concentrarsi sul gruppo che ormai si era fatto più vicino.
Nel medesimo istante la giovane Arya Von Eis le passò accanto salutandola cortesemente e Hope non poté fare a meno di fare altrettanto, interdetta dal bellissimo vestito scelto dalla giovane per quella serata.
Troppo gentile Arya, ricambio sottolineando la tua eleganza. Spero che tu possa trascorrere una piacevole serata, a più tardiTornò quindi a concentrarsi suoi presenti, e in particolare sul discorso appena intrapreso da Rhaegar, il quale senza esitazione si era rivolto alla Ministra, attirando la sua attenzione in modo plateale. Oltre alla donna Hope riconobbe Nigel, suo collega di Storia della Magia e la professoressa Dalton ex docente di Difesa contro le Arti Oscure, quando lei stessa frequentava ancora Hogwarts come studentessa. Un terzo uomo faceva parte del manipolo di adulti ma la donna non riconobbe il suo viso. Sentendosi tirare in causa spostò lo sguardo verso Camille ed ascoltò lusingata le sue parole stringendosi ancor più al braccio di Rhaegar che nel mentre non si era spostato di un centimetro da lei. Fa piacere anche a me di aver il nostro caro Rhaegar come ospite questa sera e se il merito è mio non posso che esserne orgogliosaDisse rivolgendo uno sguardo fugace al suo compagno, prima di riadagiare le chiare iridi sul viso solare del Ministro e ricambiarne il cortese saluto.E’ comunque un piacere per me rivederti Camille Aggiunse sorridendo.
Nel mentre il giovane docente che fino a qualche istante prima aveva fatto parte del folto gruppo di adulti, le si era avvicinato e Hope non poté fare a meno di rivolgergli la giusta attenzione poiché l’uomo dopo qualche istante prese a parlargli molto vicino all’orecchio, sussurrando quasi. Buona serata anche a voi Sir Pace Audley, la vostra galanteria mi lusinga, spero comunque di avere modo di scambiare qualche altra parola con voi nel corso della serata..- Riservò quindi un lieve sorriso all’uomo che dopo qualche istante si allontanò dal gruppo. La Dalton sembrava invece limitarsi ad ascoltare la conversazione senza intervenire più di tanto o forse fu solo l’impressione di Hope che si era accostata da non troppo tempo a loro. Si girò quindi verso la donna e liberandosi per qualche istante dalla salda presa del suo accompagnatore, porse la mano destra verso la donna in segno di presentazioneE’ un piacere per me conoscerla Miss Dalton. E quale occasione migliore per farlo? Il mio nome è Hope Lancaster, docente di Difesa contro le Arti Oscure e Vice-Preside di questa scuola..- Era strano per Hope trovarsi faccia a faccia con quella donna che, in un certo qual modo, aveva sostituito all’interno del castello e conoscendo il suo valore e la dedizione messa a disposizione degli studenti, non poteva che essere orgogliosa di se stessa e sperare, un giorno, di poter essere alla sua altezza.
Tornò quindi a prestare attenzione allo scambio di battute che stava avendo luogo tra Rhaegar e il giovane sconosciuto. I due sembravano conoscersi e molto bene anche, il che attirò naturalmente l’attenzione della giovane donna che si soffermò a guardare lo sconosciuto con occhio di riguardo.
Capo?Chiese rimarcando le parole dell’uomo e osservando Rhaegar spaesata. Mi sono persa qualcosa forse?Guardò quindi nuovamente lo sconosciuto e sorridendo gli rivolse parola. Non vi conosco Sir. Volete essere così gentile da presentarvi anche a me o dovrò attendere che siano gli altri a suggerirmi il vostro nome?-



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view post Posted on 27/12/2013, 18:16
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"No, stavolta non parteciperò."


Le uniche, pacate parole espresse dal ragazzo qualche giorno prima dinnanzi all'invito al Ballo di Fine Anno. Eppure, anche in quel caso, il biondo si ritrovò, senza sapere realmente come, a prepararsi per la sera dell'evento. La sua presenza ai balli della scuola era sempre stata molto sfuggente, visto che negli ultimi due casi i suoi unici rapporti erano stati quelli con il tavolo delle vivande (fatta eccezione per la spalla di Emily all'ultimo ballo, ovviamente), ed i suoi unici inviti ad un ballo erano stati rivolti ad una dama che di nome faceva "alcool". Nonostante tutto, in un modo o nell'altro, quell'evento poteva comunque risultare diverso, o almeno era quello che in quel caso il ragazzo si augurava. Sperare non era un crimine.
Come di consueto, Horus e Paul si erano dissolti nel nulla per tutto il pomeriggio, ed in quel momento Kevin si trovava da solo come un cane nel dormitorio, già vestito per il ballo. Si guardò allo specchio per un secondo: l'espressione poco convinta sul volto stanco, i capelli biondo sfumato che iniziavano ad allungarsi troppo per i suoi gusti, la solita sobria camicia bianca, i pantaloni neri, le scarpe eleganti. Aveva letto che era consigliabile di vestirsi a tema per l'occasione, con qualcosa che ricordasse il ghiaccio, ma non aveva prestato la minima attenzione a quella particolarità. Semplicemente, non gli interessava. Dunque, uscì dal dormitorio, rassegnandosi al fatto che Horus e Paul non avrebbero fatto la loro comparsa. Avrebbe dovuto arrabbiarsi con quei due, era la terza volta consecutiva che non si facevano minimamente vedere e che gli davano buca ad un evento come quello. Un'espressione a tratti rabbiosa apparve sul suo volto, mentre il biondo attraversava la Sala Comune scarsamente affollata. In poco tempo raggiunse la Sala da Ballo; l'espressione sul suo volto era nuovamente mutata, tornando dubbiosa e stanca. *Questa sera sarà diversa.* Le sue parole suonavano davvero poco convinte, ma promettersi una cosa del genere era l'unico modo per andare avanti.
La sala era stata elegantemente predisposta per la serata ed era già piuttosto affollata. Come di consueto, il ragazzo avvertì il solito fastidio che gli recava trovarsi all'interno di una qualsiasi moltitudine di gente. Un'espressione di freddo disappunto, prima di muovere qualche passo in avanti, entrando ufficialmente nella sala. Il suo sguardo indagò immediatamente sulla folla, alla ricerca di qualche volto noto. Scorse subito il Ministro della Magia, poi qualche docente. Al contrario, non vi era traccia di Horus, di Niahndra o di qualsiasi altro Tassorosso che conosceva. Continuò ad osservare le persone e, solo dopo un po' di tempo, Kevin riuscì ad intercettare una chioma rossa a lui molto familiare. Non si trattava dell'amico, bensì di una Serpeverde che aveva conosciuto nel corso dell'anno, Emily Rose, quella ragazza che tanto lo aveva colpito, che con un solo bacio e qualche parola aveva fatto crollare tutti quei muri di diffidenza ed apatia che si era creato attorno. Il Tassorosso sorrise, abbassando lo sguardo. Non riusciva ancora a capire perché quella ragazza avesse un effetto così destabilizzante su di lui, e non voleva assolutamente fermarsi a riflettere su quello che provava, quasi ne avesse paura. In ogni caso, Kevin si bloccò, mentre il suo sguardo passava alle persone che in quel momento si trovavano insieme alla Serpeverde. Riconobbe il volto del nuovo Capocasa, professore di cui non ricordava minimanete il nome, poi quello di un asiatico di età decisamente superiore alla sua, quello di una ragazza che gli sembrava non completamente sconosciuta e... Lui. Un volto odioso, inconfondibile, sadico anche nella sua "normalità". Vagnard von Kraus, colui che aveva contribuito a portarlo in quella situazione. Le iridi etero-cromatiche bruciarono di rabbia, anche se qualsiasi altra parte del corpo del ragazzo restava impassibile. Per un po' si era dimenticato perfino della sua esistenza, ma rivederlo in quell'occasione e in quelle circostanze aveva riportato alla mente di Kevin tutti gli eventi ormai passati. Ferite mai completamente curate, che potevano tornare a bruciare da un momento all'altro.
Cercò di scacciare dalla mente l'immagine di von Kraus, mentre le sue gambe si muovevano istintivamente verso quel gruppetto di persone, ma, più precisamente, verso Emily. Ora che iniziava a farsi più vicino alla ragazza, poté notare il suo vestito: Impeccabile, un morbido abito turchese con un lungo strascico ed eleganti rifiniture composte da diamanti all'altezza del petto; il tutto, in perfetto contrasto con il volto pallido della ragazza, suscitava un bellissimo effetto. Infine, vi erano quei capelli rossi che, come pochi altri, riuscivano da soli a fare innamorare le persone.
Quella serata, forse, sarebbe stata davvero diversa. In quel caso, non avrebbe cercato nessun confronto sfuggente con la ragazza, come l'ultima volta, bensì le sarebbe andando incontro, con un gesto semplice e diretto. Il Capocasa si stava rivolgendo proprio a lei, quindi Kevin attese che ebbe finito di parlare e che anche Emily avesse risposto all'uomo, prima di giungere in prossimità della ragazza. Ormai era al suo fianco, allungò lentamente la mano e la posò con delicatezza sulla parte alta del suo pallido braccio, mentre lui passava oltre e si affiancava alla Serpeverde dall'altro lato. Il suo volto si abbassò, in modo che le sue labbra sfiorassero il collo nudo di lei. Il ragazzo non aveva nemmeno pensato troppo a quello che stava facendo, bensì aveva agito d'istinto, senza troppi ripensamenti. Anche in quel caso, Emily gli era mancata troppo, ed anche quel fatto era la conferma che il biondo aveva davvero bisogno di lei.

Scusa il ritardo.

Poche parole, sussurrate con delicatezza ed intensità al collo della ragazza. Un sorriso leggero si dipinse sul volto di Kevin, mentre attendeva la reazione di Emily.
Non aveva bisogno di nient'altro, solo Lei.
 
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view post Posted on 27/12/2013, 18:49
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Continuava a fissare rahegar, non si aspettava di ritrovarselo li di fronte..a pochi passi. Gli aveva rivolto uno sguardo e non sembrava uno di quei sguardi rassicuranti e felici. Sorrise a malapena ancora una volta, tentando di sviare sempre di più la situazione che si era creata in precedenza..rimase fermo e stabile, le sue mani iniziarono ad irrigidirsi, la sua espressione cambiò totalmente, non poteva più far l'arrogante ormai anzi, gli conveniva cambiare totalmente rotta..nel frattempo non potè fare a meno di notare la splendida dama che lo accompagnava, per un attimo dimenticò tutto, una donna giovane ma bellissima, capelli biondi, occhi verdi, e un viso così angelico, o almeno questa era l'impressione che gli dava. Rimase per un attimo incantato, d'altronde il vecchio vizio di corteggiare la belle donne, bè quello non gli era mai passato, anzi era l'unica cosa che era rimasta immutata in tutto questo tempo e visto che qualche minuto prima la ministra gli aveva lanciato una frecciatina decise di volerlo fare anche lui. La donna lo assecondò, gli rivolse la parola chiedendogli il nome..era una buona occasione per presentarsi..

<<oh perdoni la mia scortesia...il mio nome è Cedric Eric Black>>

Si avvicinò a quest'ultima, si chinò verso di lei e le baciò la mano per un istante..come segno di galanteria, quella stessa galanteria che in passato l'aveva contraddistinto da molti uomini. Continuò però il suo discorso non era esauriente come presentazione, di sicuro la donna ormai incuriosita avrebbe voluto saperne di più..

<<ho lavorato al ministero come auror, e sono appena tornato..da una lunga e faticosa "missione"...>>

Per un attimo il suo sguardo torno dritto su rhaegar, ma onde destare facili domande tornò sulla donna, che ovviamente non conosceva e che invece avrebbe voluto conoscere meglio..si era presentata poco prima a Caroline con il nome di Hope Lancaster...ma non gli diceva niente, cercò di fare mente locale, ma non aveva nessun ricordo di quella donna era davvero la prima volta che la vedeva...cosi decise di farle qualche domanda cosi da spostare ancor di più l'attenzione di tutti sulla donna, anzichè su di lui..

<<il suo nome se non vado errato, e da come ho sentito prima è Hope, giusto?>>

Si fermò per un istante per poi aggiungere..


<<di cosa si occupa sig.rina Hope? sempre se mi è concesso saperlo.>>

Sorrise nuovamente, e le sue parole vennero proferite con aria gentile, di chi si sapeva approfittare della situazione, di certo quella donna poteva essere come una sorta di ancora di salvezza in quella spiacevole situazione..

 
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