A caccia di vampiri, Aberdeen, Scozia

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view post Posted on 26/1/2014, 21:33
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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[Due giorni prima]

Aberdeen, otto in punto, stazione. Questo recitava il biglietto che aveva ricevuto. Anche se qualcun altro l’avrebbe scambiato per le parole di una squilibrata di nome Iolde. Una zia che lei, però, non aveva. Ci aveva messo un po’ a decifrarlo, a lei non piacevano quel genere di indovinelli, era abituata a quelli della porta di Corvonero che erano di un tipo diverso. Ma Camille si divertiva un mondo con quelle cose. E per la loro segretezza erano l’ideale. Sempre che gli altri fossero tutti come lei. E proprio per evitare che qualcuno un po’ troppo sveglio leggesse, dopo averlo decifrato, aveva provveduto a bruciare il biglietto, in modo che non ne restasse più traccia. Dopodiché, si era concessa un po’ di tempo per se stessa e, una volta ritemprata, si era dedicata a fare mente locale. Aveva innanzi tutto scritto a Vincent, avvisandolo che non avrebbe potuto contare su di lei per un po’ di tempo, dopodiché aveva ripreso i libri che aveva raccolto riguardanti i vampiri cercando le informazioni principali. Giusto per stare tranquilla. Visto anche il tempo non proprio clemente, avrebbe portato con sé una sciarpa, o almeno, una maglia a collo alto. Per quanto Camille l’avesse rassicurata sull’affidabilità di quegli ex ministeriali, era sempre meglio avere una sicurezza in più. Anche perché non sapeva quanto la sua “nuova compagna” sapesse della missione, né quanta esperienza avesse. Sospirò, pregando che non le capitasse una ragazzina del terzo anno. Quindi, dopo aver mangiato un boccone, se ne andò a dormire.

[Giorno della partenza, ore 6:00]

Si era svegliata presto quella mattina e, dopo aver indossato una maglia a collo alto verde chiaro e un paio di jeans,e infilato l’anello che aveva comprato l’ultima volta a Londra aveva recuperato la borsa preparata il giorno prima, indossato un cappotto scuro e riponendo la bacchetta in una tasca interna, quindi, stringendo a sé la borsa in cui aveva riposto il mantello di Disillusione e lo specchio magico che le permetteva di comunicare con Persefone (nel caso fosse stata lei la sua compagna) si era smaterializzata alla stazione di Londra. Lì avrebbe preso il treno notturno che l’avrebbe condotta ad Aberdeen. Già, perché lei non era mai stata lì in quella zona, per cui la smaterializzazione era impensabile. Aveva dovuto quindi optare per un mezzo di trasporto babbano, ma poco male, le avrebbe concesso di dormire ancora un po’. Giunta che fu alla stazione, si procurò il biglietto, dopodiché si diresse alla ricerca del binario che le interessava. Non impiegò molto tempo a trovarlo e fu anche fortunata: il treno giunse in poco tempo. Salì quindi alla ricerca di un letto libero… ed anche in questo non le andò particolarmente male: non erano molte le persone che avevano deciso di prendere il treno a quell’ora, per quella destinazione. Solo uno dei letti del vagone designato era occupato, da una ragazza. Si, stabilì stendendosi su quello di fronte, si sarebbe fermata lì. E almeno qualcuno a caso non avrebbe avuto nulla da obiettare, forse. E mentre si lasciava andare al sonno, l’ultimo suo pensiero andò ad un certo grifondoro. Chissà quando l’avrebbe rivisto.

[Due ore dopo]

Si era svegliata pochi minuti prima, avvertendo il treno rallentare e gli altri intorno a lei muoversi per prepararsi. Aveva trattenuto un poco decoroso sbadiglio, quindi si era passata una mano sugli occhi e aveva afferrato la sua fidata spazzola: detestava che i suoi capelli non fossero in ordine. Una volta resasi quantomeno presentabile, venne il momento di scendere dal treno. Si mosse, guardandosi intorno. L’appuntamento era alle otto in punto, avrebbe dovuto cercare un viso conosciuto o meno? Sbuffò: l’unico indizio che aveva era che avrebbe dovuto avere tratti certamente femminili. Una volta raggiunta la stazione, non le restava che attendere: il tempo le avrebbe rivelato chi Camille aveva deciso di affiancarle.


Statistiche ed equipaggiamento:

Punti Salute: 252
Punti Corpo: 243
Punti Mana: 257
Punti Esperienza: 57

Porto con me:
Bacchetta magica
Anello del Coraggio (all’anulare della mano destra)
Specchio Magico (permette di comunicare con Persefone) (nella borsa da viaggio)
Mantello di Disillusione (nella borsa da viaggio)


Edited by Caroline Dalton - 27/1/2014, 02:53
 
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Persefone D. Bennet
view post Posted on 31/1/2014, 19:58





Sì, ne ero certa.
Io ed il Ministro della Magia eravamo profondamente diverse. Ed il messaggio crittografato ne era una prova tangibile. Se i primi giorni, stupita e quasi preoccupata, mi chiedevo insistentemente chi potesse mai essere quella Zia Iolde, dopo le acute osservazioni di mente più brillante della mia, potevo in seguito quasi sorridere per la stravagante simpatia della mia Guida dell'Ordine. E pensare che seriamente, per più di un istante, avevo messo a setaccio il mio intero albero genealogico, convinta e persuasa dell'esistenza di quella ignota zia di origini svedesi probabilmente sperduta in qualche "ramo" secondario della mia famiglia!
Santi Numi! Quanto ero ingenua!
Avrei dovuto immaginare che i messaggi di Ca mille dovessero essere necessariamente incomprensibili ai più. Avevo cercato nell'apparenza la verità. Ed avevo il sospetto che sarei certamente invecchiata di fronte a quel messaggio se altra illuminazione non mi avesse condotta nella giusta via!
Ma, senza entrare nei dettagli, avevo finalmente capito dove andare. Ed era già un successo per me!
Il giorno designato giunse senza attendere che dubbi e quesiti trovassero soluzione e risposte.
Sapevo di dovermi trovare alle otto in punto ad Aberdeen.
Fortunatamente, sarebbe stato semplice giungere a destinazione. Viaggiatrice curiosa ed errante, avevo visitato moltissimi luoghi, anche i più piccoli e sconosciuti paesi del Vecchio Continente. Conoscevo Aberdeen. Una volta uscita dal castello, munita di comodo abbigliamento e provvidenziale borsa nera, piccola, legata alla cintura dei miei pantaloni, incantata da un Adduco Maxima atto a permettermi di portare con me tutto il "necessario", mi sarei concentrata pensando intensamente alla destinazione. Avrei "materializzato" nei miei pensieri la stazione di Aberdeen, avrei rivisto con gli occhi del pensiero, panchine, pavimento color mattone, pareti ocra scrostate e restaurate. Avrei percepito nuovamente l'odore che smog ed idrocarburi avrebbero emanato. E mi sarei sentita ancora al sicuro poiché in luogo conosciuto. Mi sarei smaterializzata e...Avrei atteso le ore otto - perche' mi sarei recata al luogo dell'appuntamento in largo anticipo - ed avrei scoperto cosa si celava dietro quel messaggio.
Una missione, un compito da svolgere....
Ero pronta?
L'avrei presto scoperto.





Indosso Pantaloni in pelle neri, anfibi neri, corpetto in pelle rigida nera e maglia a collo alto sotto il corpetto. Ai fianchi una cintura ove è allacciata una piccola borsetta in pelle castata con adduco maxima (in quanto tale incanto appartiene alla lista degli incantesimi da me conosciuti).
All'interno della borsa ci sono alcuni oggetti che possiedo nel mio attivo ma nel dettaglio sottolineo:
Mantello di disillusione
Pozione Felix Felicis
Specchio magico che mi permette di comunicare con Caroline
Pozione annullamento dell'azione
Infine indosso nella mano sinistra:
- Anello del Coraggio
Attacco e Difesa raddoppiati nei confronti di un unico avversario – 2/5 azioni -
- Anello Nosferatu
Induce la PAURA in uno o più PG o PNG. Usabile 1 volta per Quest. Utile per incanti e pozioni oscure.
Ad ogni modo porto con me tutto il bagaglio attivo.
 
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view post Posted on 2/2/2014, 23:12
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Il Fato

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La stazione di Aberdeen era deserta e innevata, un manto candido e morbido ricopriva le strade ed ogni superficie piana, comprese le panchine sulle quali, evidentemente, non si sedeva nessuno da molto tempo. L’aria era così gelida da penetrare fin dentro le ossa. Anche a Londra era inverno, ma quel luogo sembrava non vedere il sole da molto più tempo.
Persefone fu la prima a giungere sul luogo e, nell’attesa che il treno arrivasse, ebbe tutto il tempo per infreddolisti. Fortunatamente questo fu in perfetto orario e da esso scese solo un passeggero.
Non sarebbe stato difficile per le due donne incontrarsi, c’erano solo loro.
Il giorno era ancora giovane, ma il villaggio sembrava dormire. Appena fuori dalla stazione la via principale era ricoperta di neve; se ne distinguevano appena i contorni perché sui lati, dove presumibilmente c’erano dei marciapiedi, lo strato di neve era più alto.
Un centinaio di passi più avanti, un cartello sbilenco sulla destra della strada, indicava una strettoia tra due case. Il passaggio era appena sufficiente a fare passare una persona. Ma spiando in quella direzione, si poteva facilmente vedere che il viottolo si allargava, conducendo ad una traversa secondaria. Lì la neve era stata spalata di recente.

 
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view post Posted on 3/2/2014, 18:01
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Era finalmente giunta a destinazione. Mentre il treno rallentava in attesa di fermarsi alla stazione, ebbe tutto il tempo di guardare fuori: e così quella era Aberdeen. Per molto tempo si era chiesta come dovesse essere quel luogo. Avrebbe dovuto recarvisi già da mesi, ma quello che era successo, la sua decrescita prima e l'attacco alla scuola poi avevano fatto passare quella gita fuori porta e la missione ad essa collegata in secondo piano. Ma ora la scuola era di nuovo sicura, tutti avevano piano piano ritrovato un loro equilibrio e potevano essere riprese le normali attività. Potevano anche essere battute, finalmente, piste come quella a distanza di mesi. Sperò che Camille avesse avuto la buona creanza di avvisare quel gruppo di ex ministeriali che lei e la sua compagna non erano commestibili. E da qualche giorno lei lo era ancora meno di chiunque altro per chiunque non fosse Lui. Da quando aveva scoperto la verità la sera del ballo aveva radicalmente mutato le sue convinzioni nei confronti delle Creature della Notte. Aveva accettato di farsi mordere in funzione di quei sentimenti che cominciava a provare per lui consapevole anche del fatto che anche lui provava qualcosa. Doveva essere così o non si sarebbe fatto scrupoli a privarla di ogni singola goccia di sangue. Ma in quel momento, Nathan avrebbe dovuto essere l'ultimo dei suoi pensieri. Doveva restare ben presente a sè stessa. Anche perchè il treno si era fermato chissà da quanto ed era giunto il momento di scendere. Si sollevò, dirigendoai all'uscita e scendendo dal treno. Si guardò intorno: erano già le otto, era in perfetto orario. Aberdeen era copertta da un soffice strato di neve, il che non faceva ben sperare riguardo la temperatura esterna. Per fortuna il suo mantello era caldo e conosceva almenno tre incantesimi che l'avrebbero riscaldata in caso di bisogno. Non le restava che cercare la sua compagna. La stazione era deserta, notó guardandosi intorno tranne per una figura seduta su una delle panchine. Si mosse nella sua direzione e quale non fu la sua sorpresa quando riconobbe Persefone. Doveva per forza aver ricevuto anche lei un biglietto come il suo. Se ne sarebbe accertata subito. Le mise una mano sulla spalla chiamandola contemporaneamente
-Persefone- Una volta ottenuta la sua attenzione non avrebbe dovuto far altro che porre la domanda di controllo.
-Anche tu in visita da zia Iolde?- Se l'amica non avesse capito, avrebbe voluto dire che il suo trovarsi lì era solo una coincidenza, per quanto bizzarra. Sperò con tutta se stessa non fosse così, preferiva lei come compagna a chiunque altro.
E mentre attendeva una risposta dall'amica si guardò intorno: si trovavano in un deserto di neve. Non c'era anima viva, fatta eccezione per loro due e la cittadina non sembrava diversa da molte altre. Non appena Persefone le avesse risposto si sarebbe dedicata a studiare meglio il luogo circostante, cominciando con l'uscire dalla staziome.


Edited by Caroline Dalton - 10/2/2014, 09:50
 
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Persefone D. Bennet
view post Posted on 9/2/2014, 21:15




Tutto procedeva secondo quanto pianificato. La smaterializzazione, per quanto fastidiosa, era mezzo di trasporto oramai consueto e quotidiano, tanto da essermici abituata.
Diveniva quasi piacevole, per una ex viaggiatrice come me, effettuare tale procedura di spostamento. Ricordi di un passato sorprendente mi tornavano in mente e mi piacevano, quasi da regalarmi nuovamente quel senso di libertà che amavo e che faceva parte del mio essere.
Sentivo il brivido del trasporto, del cambiamento, dell'avventura, dell'ignoto.
Quasi ero grata al Ministro per il compito affidato mi. Era trascorso molto tempo dall'ultimo viaggio...Con Sirius...Ed ora avrei avuto la possibilità di portare a termine una missione per l'ordine.
E mentre i pensieri si susseguivano veloci e rapidi come i raggi solari raggiungenti la terra, il mio corpo trovava nuovamente consistenza alla Stazione, luogo dell'appuntamento.
I miei occhi si guardarono immediatamente intorno al fine di individuare qualcosa o qualcuno che potesse in di carmi la vera ragione e lo scopo di quel piccolo viaggio.
Il luogo era praticamente deserto, ma una figura amica fu da me immediatamente riconosciuta. Caroline era lì. Mia compagna ed alleata, amica ed ex collega, avrebbe vissuto insieme a me quell'avventura. Ed io ne ero lieta.
Caroline. Direi di sì. Zia Iolde, ha chiamato le sue nipotine. Mi chiedevo quale fosse il fine della chiamata. Tu sai qualcosa?
Intorno a noi neve, piccole vie deserte ed in lontananza una strada da poco ripulita dalla neve.
Passeggiamo verso strade più agevoli mentre chiacchieriamo?
L'intenzione era quella di uscire dalla stazione. Per andare dove? Non lo sapevo.



Edited by Persefone D. Bennet - 9/2/2014, 21:35
 
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view post Posted on 14/2/2014, 18:14
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Placidi e silenziosi, piccoli fiocchi di neve iniziarono a scendere dal cielo cupo.
Le due forestiere conoscevano bene la zia Iolde, ma dovevano affrettarsi se volevano portare a compimento la missione.
Avevano appena lasciato la stazione e non erano molte le cose che potevano attirare la loro attenzione.
A parte una figura incappucciata, nascosta sotto un pesante mantello, che nonostante la bassa statura, procedeva a passo lesto sullo spesso strato di neve. Impossibile non notarla, il nero della cappa spiccava vistosamente sul bianco candido della neve che ricopriva il paesaggio. Difficile capire se fosse un uomo o una donna. La misteriosa figura percorse un tratto del viale principale e, giunta il prossimità del cartello, proseguì sulla destra, sparendo alla vista delle due donne.
Persefone e Caroline dovevano decidere il da farsi, non avevano tutto il giorno a loro disposizione.




Tengo a precisare che la strada spalata che ho citato nel post precedente non è visibile dalla stazione. Essa è visibile solo dalla strettoia che si trova a 100 passi dalla stazione.
Dalla stazione si vede solo un viale, le case ed un cartello che indica la strettoia. Se vi avvicinate ad essa potrete vedere anche l’altra strada.
 
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view post Posted on 19/2/2014, 15:13
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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E così, la sua compagna era davvero Persefone. Non poté fare a meno di sorridere e tirare un sospiro di sollievo. L’ultima parte del mistero legato al biglietto era finalmente svelata. E la rivelazione non avrebbe potuto farle più piacere. Innanzi tutto, perché non si trattava di una ragazzina alle prime armi che avrebbe dovuto tenere costantemente d’occhio: avrebbe avuto già i suoi bei problemi a non farsi mordere, figurarsi se doveva anche pensare a qualcun altro. E in secondo luogo perché si trattava proprio di una delle sue più care amiche. A dire il vero non le era mai capitato di combattere fianco a fianco con lei, anche quando la scuola era stata attaccata si erano collocate in due punti diversi della scuola e fino a quel momento non aveva avuto altre occasioni per interagire con lei in simili frangenti. Anche se sperava che non ci sarebbe stato da combattere, l’ultima cosa che voleva era dover avere a che fare con una comunità di vampiri affamati, guardò fuori, osservando i fiocchi di neve che cadevano lenti su Aberdeen, riflettendo e cercando di riordinare le idee: di solito si era sempre affidata a Camille, in quelle occasioni, aveva sempre collaborato con lei. Ma Camille quel giorno non c’era, avrebbe dovuto fare a meno della sua guida. Ce l’avrebbe fatta comunque, però, anche solo perché non voleva deluderla. Pochi istanti dopo, le parole di Persefone la straparono dalle sue riflessioni. Annuì, voltandosi verso di lei.
-Sì, ora ti spiego.- rispose, assecondandola e seguendola fuori dalla stazione.
-Ti raccontai di questa storia, in parte, il giorno in cui ci conoscemmo. Ricordi che ti dissi che dovevo partire? Dovevo venire proprio qui, con una sottospecie di auror che, per tua fortuna, non hai conosciuto. Dovevamo incontrare una comunità di ex ministeriali con una caratteristica… particolare. Sono tutti vampiri.- L’aria fredda e i primi fiocchi di neve le circondavano e si posavano lievi anche sui loro capelli. La cittadina anche fuori dalla stazione continuava ad essere deserta. Si fermò, guardando l’amica in faccia.
-Dovevamo indagare riguardo Nicholas Black, uno studente che ha commesso una serie di reati prima che tu arrivassi a scuola. È stato implicato nell’attacco di cui ti raccontai e tentò di imperiare una studentessa. Sappiamo anche che è un vampiro, oltre che un mangiamorte e che è stato assunto al Ministero dopo essere stato fatto invecchiare con una pozione, o forse con un incantesimo…. per questo ti avevo chiesto una ricerca per scoprire l’esistenza di eventuali incantesimi invecchianti. Volevo capire se esistesse qualcosa di più duraturo e meno dispendioso di una pozione.- Mentre parlava si guardava intorno e d’un tratto, i suoi occhi incontrarono una figura avvolta in un manto nero che in pochi istanti svoltò in un vicolo sulla destra, sparendo alla vista. Quell’immagine gliene rievocò un’altra, una scena di cui era stata unica spettatrice.
-Detesto le persone che si vogliono nascondere a tutti i costi, sono dell’idea che non lo farebbero se non avessero qualcosa che non vogliono rivelare. Vogliamo vedere cos’ha da nascondere il tiizo là?- propose accennado alla figura da poco scomparsa. A dire il vero, un mezzo sospetto le era nato: il mantello nero, la velocità con cui si era portato fuori dalla lorovista… Ma magari era soloparanoica, troppo condizionata, ancora dalle recenti rivelazioni di Nathan. A proposito, di quel dettaglio sarebbe stato meglio non parlare all’amica. Non in quel momento, almeno.
-Anche perché Camille ha ben pensato di non dirmi esattamente dove si trovi questa fantomatica comnità. So solo che dobbiamo cercarla qui ad Aberdeen. Magari seguendo una persona che sta tentando di nascondersi, ne troveremo altre. A meno che…- concluse, non volendo imporre del tutto il suo punto di vista -...tu non abbia idee migliori.-

Edited by Caroline Dalton - 19/2/2014, 20:54
 
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Persefone D. Bennet
view post Posted on 24/2/2014, 20:29




Il piacere di avere Caroline come compagna di avventura era certamente più mio rispetto a quello della mia "alleata" nei miei confronti. Del resto, nonostante fossi adulta, ero pur sempre alle "prime armi" in quanto apprendista dell'Ordine. Ma erano tutte mie riflessioni che non resi manifeste alla mia amica. Quello che constatai immediatamente fu la quantità di informazioni di cui lei disponeva ed io no. In effetti, non avevo la più pallida idea della natura del compito affidatomi sino quel momento.Vampiri?! Ma quale frase del messaggio parlava di vampiri?! Assolutamente incapace di decifrare frasi criptiche, dimostravo di esser palesemente lineare e banalmente logica a tal punto da non aver capito assolutamente nulla di quel messaggio.
Oh, sì... Mi sentivo in tutto e per tutto una potenziale bomba ad orologeria capace di mandare all'aria l'intera missione.
Sempre calma e ponderata, coglievo, al contrario, un piccolo brivido attraversarmi la schiena. Era quella la sensazione dell'inadeguatezza?
Ascoltavo Caroline e non mi accorgevo della presenza di alcuno. Dunque, non notai, in un primo momento, la figura scura ed apparentemente schiva.
Solo quando il mio sguardo lasciò il volto della mia compagna per poggiarsi dinanzi a noi, mi parve di intravedere qualcuno muoversi e svoltare in altra direzione, come a voler scomparire dal nostro "raggio di azione.
Caroline sembrava quasi convinta potesse trattarsi di un membro di quella comunità della quale eravamo alla ricerca.
Eppure mi pareva troppo facile...Del resto, coloro che vogliono rimaner celati non utilizzano forse l'indifferenza e la banalità piuttosto che un abbigliamento palesemente padre di sospetto? Certo, se davvero si trattava di vampiro, l'abito poteva anche apparire difesa dinanzi a fastidiosa e sinistra luce del giorno capace di indebolire le forti creature della notte, ma allora...Perché uscire alla luce del giorno? Per cercare noi? Per trovare noi? E noi chi eravamo? Ambasciatrici o....Prede?
Non ho idee migliori...Ma auspico si tratti di un incontro e...Non di uno scontro...Non sono così sicura che quel tizio non volesse farsi notare...
Assecondavo allora la mia compagna e mi accingevo a seguirla qualora lei avesse deciso di incamminarsi alla ricerca del misterioso viandante...Neve e strade secondarie quasi mi confondevano...il mio senso dell'orientamento probabilmente mi aveva tradita...Diffidente, stringevo la bacchetta nella mano destra proteggendola con il braccio e la mano sinistra,fingendo di voler solo incrociare le braccia per ripararmi dal freddo.
La mia speranza era quella di non doverla usare.



Edited by Persefone D. Bennet - 24/2/2014, 22:36
 
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view post Posted on 1/3/2014, 19:27
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Infine le due donne si incamminarono lungo il viale. Orme fresche erano ancora ben visibili sulla strada, i passi venivano accompagnati dal crepitio della neve che si pressa sotto le scarpe. La figura che avevano visto era ormai andata chissà dove, ma chi era e cosa faceva non era dato loro sapere.
Giunte in prossimità del vicolo stretto fu facile notare che la strada dall’altra parte era più animata di quella appena percorsa.
Se avessero deciso di attraversare la strettoia si sarebbero trovate nel cuore pulsante del villaggio. Alcune donne parlottavano amabilmente sul ciglio della strada, reggendo ognuna una cesta con dentro la spesa. C’era perfino una locanda, l’insegna logorata dal tempo recava la scritta: La Taverna del Viandante.
Se, invece, le due avessero deciso di proseguire lungo la via principale, avrebbero incontrato ben poca gente. Una fitta foschia, oltre a gelare l’aria circostante più di quanto già non fosse fredda, impediva di vedere cosa ci fosse in fondo ad essa. Solo ombre si distinguevano, ombre informi.





Siete giunte a un bivio. Scegliete se proseguire per una o per l’altra strada

Edited by MasterHogwarts - 1/3/2014, 20:03
 
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Persefone D. Bennet
view post Posted on 6/3/2014, 13:36




<i>Per quanto, ad occhi estranei e disinteressati, il nostro procedere potesse apparire quasi amabile passeggiata adornata da leggera conversazione effettuata con flebili voci per non fare udire chissà quali pettegolezzi e leggiadre dicerie, sul mio volto poteva chiaramente distinguersi lo sguardo attento e corrucciato, sintomo di preoccupazione, allerta, incertezza ed un pizzico di sana tensione. Del resto, si trattava di incarico piuttosto delicato e, nonostante la mia fiducia nei confronti della più esperta Caroline fosse ben riposta, si trattava tuttavia di far due chiacchiere con un gruppo di vampiri...Quanti erano? Eran benevoli nei nostri confronti? Benevoli.....Perchè mai esserlo dopo tutto...
Potevano aiutarci? Volevano aiutarci?
Sapevo bene quanto fosse inutile tormentarsi con quesiti privi di certa risposta. Avremmo trovato logica risoluzione passo dopo passo, accettando lo scandito e lento tempo che ci sovrastava.
Camminavamo e per quanto potessimo procedere senza tante esitazioni, lo sconosciuto non fu raggiunto...Con molta probabilità poteva trattarsi di semplice viandante, oppure - ipotesi molto più probabile per me - egli controllava noi ed a noi non era concesso fare altrettanto di rimando.
Dunque giungemmo ad un bivio. Interessante scelta.
Introdurci nella via della "vita" mondana e della civiltà, oppure proseguire laddove foschia e nebbia celavano risposte o magari...il Nulla?
Taverna del Viandante...Dopo tutto è quello che siamo ufficiosamente, no? Due erranti...Entriamo in taverna. Credo che potremmo anche trovare qualche "buon uomo" disposto a chiacchierare amabilmente con noi.
Se Caroline fosse stata d'accordo con me, ci saremmo inoltrate nella via maggiormente frequentata, avremmo "costeggiato" uno o forse più gruppetti di donne alle prese con chiacchiere e probabili pettegolezzi, avremmo raggiunto la Taverna e saremmo entrate.



Edited by Persefone D. Bennet - 11/3/2014, 19:40
 
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view post Posted on 9/3/2014, 14:45
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Il fatto di essere già amiche era stato per loro un vantaggio: si conoscevano da abbastanza tempo e avevano affrontato argomenti tali da permettere di smettere di dubitare l’una dell’altra. Perché Caroline non aveva dubbi che, se avesse raccontato quella storia a persone differenti (che non fossero Persefone, Camille o tutt’al più Vincent) avrebbe dovuto perdere una buona mezz’ora a convincere l’eventuale interlocutore di non stare inventando nulla e poi un’altra ora, nel caso dei più impressionabili, per tranquillizzarli sul fatto che quei vampiri particolari non sarebbero stati pericolosi per loro. Di questa seconda cosa, tra l’altro, non era del tutto sicura neanche lei, ma non era il caso di farne parola con l’amica. Forse però avrebbe dovuto chiarire un punto, ragionò, osservando la sua espressione perplessa.
-Persefone… stai tranquilla, d’accordo? Ti ricordo che io ho parlato di questa missione con i piani alti, già mesi fa… so cosa dobbiamo fare, avrei dovuto farlo da tempo, ma ci sono stati dei… contrattempi. Non sono molto tranquilla, all’idea di andare in mezzo ai vampiri, ma saremo in due e non dobbiamo mostrare loro che li temiamo o sarà peggio, di questo sono certa, perché dimostreremo di non fidarci nonostante il Ministro ci abbia assicurato che non abbiamo nulla da temere.- Quella era una cosa di cui era certa: se volevano che tutto filasse liscio dovevano contribuire ala riuscita della missione in ogni modo possibile. Essere calme e presenti a loro stesse era solo un primo passo, ma si sarebbe rivelato fondamentale al momento opportuno, ne era assolutamente sicura. -Per cui facciamo un respiro profondo e teniamo a mente quello che dobbiamo fare: reperire informazioni riguardo Nicholas Black, mangiamorte cresciuto anzitempo ed assunto al Ministero sotto falso nome. Nome che corrisponde a Mordred Allowey.- Stava mescolando informazioni veniali e più importanti senza criterio alcuno, certa che l’amica sarebbe stata in grado di discernere le une dalle altre. E in quel modo sarebbero meglio passate inosservate, in fondo, cosa poteva esserci di strano in due amiche che passeggiavano affiancate, chiacchierando per strada? Non avrebbero dato nell’occhio, e quella era la cosa più importante. E camminando, giunsero ad un bivio. Si arrestarono, a quel punto, perplesse sulla strada da intraprendere, per poi decidere di imboccare una strettoia, mettendo da parte quella che pareva essere la strada principale. Nel giro di pochi istanti si erano immerse nel cuore del villaggio, dove gli abitanti sembravano rianimarlo e tingerlo di tinte vivaci. E guardandosi intorno, i loro occhi incontrarono, oltre a vari gruppi di persone, anche un’insegna che recitava “Taverna del Viandante”. La voce di Persefone giunse alle sue orecchie a ripetere quelle tre semplici parole e a fare poi una proposta che, in effetti, aveva senso: forse mescolandosi alla gente avrebbero potuto ricavare informazioni interessanti. Annuì, quindi: era un’idea logica e attuabile
-D’accordo, vediamo cosa riusciamo a scoprire entrando in taverna.- Si mosse, quindi, seguendo l’amica, e, dopo che entrambe ebbero zigzagato un po’ tra vari gruppi di persone, giunsero in prossimità della taverna.
 
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view post Posted on 17/3/2014, 19:19
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Il Fato

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La porta della taverna si aprì con estrema facilità.
L’ambiente interno era pervaso da un intenso odore pungente, di vecchio, muffa e ruggine. La luce del giorno entrava dalle finestre circolari, situate nella parte alta delle pareti, ma nonostante ciò l’atmosfera era piuttosto lugubre; complice il fatto che i vetri delle finestre erano incrostate di sporco.
Il cicaleggio delle voci dei numerosi clienti si ridusse a bisbigli sommessi, gli occhi dei presenti erano tutti rivolti alle nuove ospiti.

-Oh! Visitatori-
Le accolse la voce dell’oste; un uomo robusto, sulla cinquantina, con una folta barba rossiccia e pochi capelli in testa. Proveniva dal fondo della sala, dove aveva appena lasciato dei boccali ad una tavolata piuttosto affollata.
Doveva essere un villaggio poco popolato se era bastata una fugace occhiata per capire che si trattava di visitatori.

-Prego, prego. Accomodatevi. Vi libero un tavolo-
Le invitò cordialmente avvicinandosi ad un tavolino rotondo, uno dei pochi ancora libero. Con il canovaccio che aveva attaccato alla cintola, ripulì velocemente il ripiano in legno e questo parve luccicare dopo la passata di pezza.
-Cosa vi porta ad Aberdeen. Una visita? O siete solo di passaggio?-

 
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Persefone D. Bennet
view post Posted on 19/3/2014, 13:35




E lo sapevo!
Pessima, davvero infelice idea quella di entrare in una taverna! Cosa aveva mai raggiunto il mio cervelletto?! Un tarlo esaurito? In totale ed incondizionata manifestazione di verità e sincerità, desideravo allontanarmi da quella strada nebulosa e, a mio avviso poco sicura,così da optare per la "Taverna del Viandante", pur avendo il sinistro sospetto che non avremmo cavato un ragno da un buco.
Ad ogni modo, mai disperare. Quello che poteva certamente dirsi un primo intoppo, poteva esser anche inizio di interessante ed intrecciata trama destinata a districarsi e trovare il capo della matassa.
Il locale era un tantino lugubre e malandato, sporco, poco illuminato a causa anche di unto e trascuratezza di pulizia. Mi parve per un istante di trovarmi all'interno di un macabro film dell'orrore di Quentin Tarantino, un regista babbano davvero niente male. Ironica la faccenda, se si considerava il fatto che la pellicola cui facevo riferimento trovava location proprio in un locale invaso da...Vampiri!
Dunque la mia prima attenzione ricadde sui presenti. E ad una occhiata discreta e quanto più possibile naturale, mi parve non ci fosse nulla di strano nei volti, negli occhi, nella dentatura di coloro che, come noi, si trovavano nella Taverna. Ma questa superficiale ed ingenua valutazione poteva ingannare.
I vampiri erano scaltri ed ovviamente capaci di confondersi tra la gente...Viva.
Le parole pronunciate da Caroline poco prima, non erano certo state di gran conforto. Per quanto ella fosse tranquilla e sicura - almeno così dava a vedere - e soprattutto per quanto conoscesse meglio di me i dettagli della missione, non mi pareva così rilassata e priva di incertezze. Ad ogni modo, oramai eravamo entrate e...Era giunta anche l'ora di dare inizio alla missione. In un modo o nell'altro, qualcosa dentro me urlava a gran voce che se non avessimo trovato noi la Comunità cercata...La Comunità di Vampiri avrebbe trovato noi...
L'oste cicciottello appariva esattamente come mi sarei io stessa aspettata, secondo l'immaginario comune. Un uomo laido e corrotto dal buon mangiare e dal buon bere, sorridente e...Curioso.
Eh già, cosa ci facevano due signore lì? Cosa cercavano?
La spontaneità e il buon dialogo potevano anche essere un principio. L'oste, come i parrucchieri babbani, era certamente l'artista del pettegolezzo. Ed in una cittadina babbana, una comunità di vampiri avrebbe alimentato qualche piccola leggenda, qualche storiella da esser raccontata a due viandanti come noi...No?
Siamo qui per interessi...Accademici...Gradirei un bel bicchiere di buon vino...Rosso...Sono letteralmente..."assetata"...
Un sorriso, occhi innocenti e...La speranza di vedere nell'oste qualsiasi reazione che potesse farmi sospettare che le mie parole lo potessero turbare. Forse era mera illusione, forse si trattava di tattica sbagliata, ma...Le reazioni umane, lo sguardo stupito o un semplice gesto di disagio o di compiacente soddisfazione potevano dare una mano. Talvolta, poteva non esser necessaria la magia. Ero convinta di ciò che la mia mente aveva appena elaborato? Forse...O forse no...Poichè la mia mano, celata sotto il cappotto, stringeva ancora la bacchetta.
Cosa avrebbe pensato Caroline del mio approccio con l'oste? Non me ne curai. Mi comportai in maniera spontanea, naturale, senza accordi o piani, sperando che la spontaneità ripagasse.

 
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view post Posted on 23/3/2014, 18:39
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Alla fine, una scelta era stata compiuta e lei e Persefone avevano stabilito di dirigersi verso la taverna. Per sua fortuna, anche nel mondo magico ne esisteva una, in cui era stata un paio di volte e aveva almeno una vaga idea di cosa aspettarsi. E in effetti, non appena entrò al seguito dell’amica, un odore di muffa e qualcos’altro di non ben definito la raggiunse, facendole arricciare il naso infastidita. Non era, però, quello il momento di fare la schizzinosa, si rimproverò. Doveva restare concentrata sull’obiettivo che dovevano raggiungere. Proprio per quel motivo, non poté fare a meno di chiedersi se scegliere di entrare fosse, effettivamente, stata una buona idea. In fondo non era l’unica alternativa di cui disponevano e tra due strade avevano preferito, infine quella anziché infilarsi nella nebbia. Da un lato era sicuramente preferibile: inoltrarsi nella nebbia avrebbe creato loro un evidente problema di visibilità… ed era già sufficiente il fatto che non conoscessero il posto. Tuttavia neanche quel luogo le piaceva particolarmente: nonostante le finestre, evidentemente utili per ravvivare un po’ l’ambiente, l’atmosfera che si respirava risultava piuttosto lugubre e le faceva salire un brivido dietro la schiena. Se fosse stata da sola, avrebbe mandato al diavolo l’Ordine, le missioni e tutto il resto. Per fortuna non era da sola… e quello era un incentivo non indifferente: non poteva certo permettersi una figura simile davanti ad una delle sue più care amiche, soprattutto se si considerava il fatto che quella che avrebbe dovuto saperne di più e guidare, in un certo senso, il tutto avrebbe dovuto essere lei. Una rapida occhiata all’ambiente, le permise di rendersi conto anche della presenza di un certo numero di persone. E la cosa fu resa ancora più palese dal brusio che lentamente scemava, mentre, uno ad uno, gli avventori si distraevano dalle loro occupazioni per puntare lo sguardo su loro due. Fantastico, per fortuna che non volevano dare nell’occhio! Tentò di trattenersi dallo sbuffare e dallo scuotere la testa: se le cose cominciavano in quel modo, se non riuscivano neanche ad evitare di attirare l’attenzione su di loro, come potevano sperare di raggiungere obiettivi più ambiziosi? Le loro domande, se ne avessero fatte, avrebbero dovuto apparire semplici e apparentemente inutili, la loro presenza accanto a certi gruppi naturale, nel caso avessero invece, deciso di origliare senza intervenire direttamente. Ma non riuscirono a fare né l’una né l’altra cosa e se sperava che qualcuno avesse potuto non accorgersi di loro, la sua speranza andò letteralmente in frantumi all’udire le parole dell’oste che si avvicinò salutandole a voce alta. Sospirò, assecondandolo e seguendo Persefone al tavolino che si era liberato, mentre ascoltava la domanda successiva: già, perché erano lì? Odiava quelle situazioni, pur sapendo che regolarmente si sarebbero presentate non riusciva mai a prepararsi risposte decenti da propinare al tizio curioso. Se poi era un tipo come quello a cui mai, in circostanze normali avrebbe rivolto la parola, ancora meno. Rimase quindi in silenzio, benedicendo mentalmente Persefone per aver risposto alla domanda… anche se era curiosa di sapere cosa avesse in mente esattamente. Il suo tono la spinse a inarcare un sopracciglio, non avrebbe mai immaginato che potesse essere così spigliata in luoghi e con persone del genere. Era di certo più brava ad adattarsi di quanto lo fosse lei. Tra l’altro, lei aveva anche un altro problema: non poteva esimersi dall’ordinare, per non dare nell’occhio… ma era astemia. Qualsiasi cosa avesse fatto avrebbe attirato l’attenzione, in barba alle sue intenzioni iniziali. Trasse, mentalmente, un sospiro rassegnato.
-Ne prenderei uno anch’io, grazie.- Forse era stata anche troppo educata, ma era meglio sbrigare in fretta quella faccenda, nella speranza che l’oste si allontanasse per un po’. Almeno avrebbe potuto fare a Persefone la domanda che aveva da tempo sulla punta della lingua e capire cos’avesse in mente.
 
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view post Posted on 26/3/2014, 20:25
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Il Fato

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L’oste guardò la donna dagli occhi nocciola con fare curioso, inarcando un cespuglioso sopraciglio.
-Ottima scelta!-
Rispose prontamente nel sentire l’ordinazione. Con una camminata dondolante si diresse verso il bancone. Tre le numerose bottiglie, ordinatamente disposte sulle mensole, ne prese una ancora chiusa. La stappò con disinvoltura, annusando la parte di tappo che era stato nella bottiglia. Annuì soddisfatto e versò l’intero contenuto in un decanter di vetro.
Il chiacchiericcio riprese nella sala, sebbene fossero ancora molti gli sguardi che si posavano sulle due visitatrici.
Pochi minuti dopo un vassoio fluttuante si depositò sul tavolino occupato da Persefone e Caroline. Erra chiaramente frutto di una magia di levitazione. Su di esso c’erano fette di pane aromatizzato alle erbe, pezzi di formaggio ed una ciotola con olive dall’aspetto invitante.

-Un buon vino si degusta meglio con lo stomaco pieno-
L’oste fece ritorno portando con se due calici puliti ed il decanter con il vino rosso.
-Spero sia di vostro gradimento è uno delle mie migliori annate-
Aggiunse versando il vino nei calici. L’aroma fruttato arrivava già alle loro narici; era un rosso corposo, dal sapore forte, ma non troppo alcolico.
-Accademici avete detto? E quali interessi accademici può mai avere questo luogo?-
Continuò con noncuranza.
-Generalmente qua viene solo gente curiosa o gente che ha un appuntamento. Se appartenete alla prima categoria vi consiglio di non trattenervi a lungo-
Quell’ultima frase aveva tutta l’aria di essere un avvertimento. Forse l’oste sapeva più di quando non dava a vedere.

 
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