| Non aveva neanche finito di parlare che, di colpo, la testa del suo interlocutore sembrò iniziare a fumare in maniera preoccupante, mentre gli occhi sembravano ancora più fuori controllo del solito. Per non parlare delle gambe, che non facevano altro che andare su e giù ininterrottamente. Stava quasi valutando l’idea di immobilizzarlo con un incantesimo, le stava facendo venire il mal di mare. Ma non fu necessario, il direttore del San Mungo si fermò da solo. Col senno di poi avrebbe detto che era stata la classica “calma prima della tempesta” perché Fuco era sembrato letteralmente esplodere, prorompendo in un altissimo grido, che la costrinse ad incassare la testa tra le spalle. Sperò che le pareti di quell'ufficio fossero state debitamente insonorizzate: cos' avrebbero pensato altrimenti, le persone che si fossero trovate a passare di lì? No, non era certa di voler scoprire la risposta a quella domanda e non ne aveva neanche il tempo doveva rimanere concentrata per seguire i deliri di quel folle. Doveva davvero proporre un nome…e Fuco era proprio sicuro di non aver sbagliato lasciando la scelta a lei. Il dubbio che poco prima si era insinuato nella sua mente iniziò ad attecchire maggiormente, ma tornò a scacciarlo: non era possibile, non poteva essere, quell'uomo non poteva essere folle a tal punto. O forse sì? In fondo stava parlando della stessa persona che si credeva più bello di Brad Pitt, era plausibile che gli venisse in mente qualsiasi genere di assurdità. E se non si trattava di Camillina Amorosa – si sarebbe segnata quel soprannome l’avrebbe usato per ricattare l’amica la prossima volta che avesse osato farle la paternale su qualcosa- come aveva tenuto a precisare, il dubbio che si stesse SERIAMENTE riferendo a lei prendeva sempre maggiore campo. Ma perché lei? Perché, nella sua follia, la riteneva migliore di qualsiasi altro dipendente del San Mungo? Perché lo aveva rimesso a nuovo? Ma il lavoro maggiore lo aveva fatto Camille, ricordò, aveva commesso anche meno errori di lei, forse la scelta sarebbe dovuta ricadere su di lei. Ma sapeva che Camille non avrebbe mai accettato. Era già Ministro della Magia, non si sarebbe mai accollata un’altra responsabilità di quel calibro. Nel frattempo, Fuco aveva ripreso a parlare e a camminare, anche più rapidamente di prima. Chiuse istintivamente gli occhi, se voleva arrivare indenne alla fine di quel colloquio avrebbe dovuto evitare di fissarlo o sarebbe crollata a terra con tanti uccellini che cinguettavano in circolo sopra la sua testa. Merlino, stava impazzendo anche lei. Scosse la testa, imponendosi di concentrarsi sulle parole del pazzo esaltato di fronte a lei. Doveva andare in Uganda…e fin lì, c’era. Voleva che a prendere il suo posto fosse una donna – l’articolo femminile era stato chiaramente evidenziato – giovane, brillante e capace. E che gli assicurasse che avrebbe fatto del suo meglio per mandare avanti l’Ospedale. Sembrava proprio evidente che stesse parlando di lei. Doveva aver perso anche quell'ultimo barlume di ragione che ancora gli era rimasto. Forse il Realtas che Camille aveva eseguito ai tempi in cui l’avevano rimesso in sesto aveva aggravato la situazione, anziché migliorarla, chi avrebbe potuto dirlo?. Ma per come si erano messe le cose, non restava che assecondarlo fino in fondo, o avrebbe seriamente rischiato di invecchiare dentro quell'ufficio e non ne aveva la minima intenzione. Incrociò le braccia sotto il seno, quindi puntò lo sguardo sul direttore -Non sono affatto ingenua, signor Lindo, non ho cinque anni e ho capito perfettamente dove vuole andare a parare. Semplicemente, la ritengo una follia. Se anche accettassi di prendere il suo posto alla direzione del San Mungo – e badi, sto parlando in via del tutto ipotetica- non è detto che sarei in grado, come lei sembra invece persuaso, di gestire quest’incarico al meglio. E, non so lei, ma a me non piace giocare con la vita delle persone. Perché è questo che mi sta proponendo.- D’accordo, aveva mandato il curriculum per essere assunta…ma aveva immaginato di essere messa alla prova e comunque di passare un periodo a contatto con qualcuno di più esperto che verificasse che non facesse danni irreparabili. Ma Fuco non sembrava aver minimamente considerato quelle due fasi, pretendeva che passasse subito alla direzione. Sospirò, riportando alla memoria l’ultimo incontro con quel tizio e rabbrividì, ricordando come alla fine, avesse costretto lei e Camille a fare ciò che voleva. E per quanto ne sapeva, ci sarebbe riuscito anche quella volta. Bene, allora, che fosse, ma avrebbe fatto a modo suo. -Tuttavia, se riesce a darmi una motivazione plausibile per cui ritiene che io sia adatta a prendere il suo posto, potrei anche prendere in considerazione l’idea di accettare- E liberare Londra e il Mondo Magico Inglese da quell'essere rivoltante, con buona pace degli ugandesi. Per il resto, in qualche modo se la sarebbe cavata, poteva sempre rinunciare alla carica subito dopo la partenza di Fuco ed affidarla al Capo reparto più anziano. In effetti, forse quella era la soluzione migliore, piuttosto che perdere tempo a discutere con quell'essere. Sì, si disse. Se Fuco si fosse dimostrato ancora convinto di volerle lasciare quel posto, quella sarebbe stata l’unica scelta sensata. E di certo, spedendolo in Uganda, avrebbe reso un mirabile servigio all'umanità.
Edited by Caroline Dalton - 14/2/2014, 11:59
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