Un nuovo inizio

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view post Posted on 31/1/2014, 19:24
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Quella notte non aveva chiuso occhio. Quello che era appena nato era un giorno che le avrebbe nuovamente cambiato la vita, anche se forse, in maniera meno radicale di quanto avessero fatto certi altri fino a quel momento. Per questo aveva passato la metà del tempo a fare avanti e indietro in camera sua, ripetendo tra sé tutto ciò che aveva imparato in quel periodo. Chiedere a sua madre non era servito a chiarirle cos’avrebbe dovuto aspettarsi da quel colloquio e non poteva negare di essere un po’ agitata. L’ultima volta che aveva avuto a che fare col direttore del San Mungo era rimasta chiusa in una specie di seminterrato insieme a Camille. Ma magari il colloquio sarebbe stato affidato ad una persona più normale…sperava. Ciò che sapeva di certo era che aveva tutte le intenzioni di fare una buona impressione: sognava quel lavoro da una vita, aveva sudato parecchio per riuscire ad ottenere quel colloquio e non si sarebbe bruciata quella che avrebbe potuto essere la sua unica occasione di essere assunta, per nulla al mondo.
La buona impressione sarebbe dovuta cominciare dall’aspetto, decise, per cui la prima cosa da fare, sarebbe stata una bella doccia. Detto fatto: nel giro di poco si stava insaponando dalla testa ai piedi. Poteva prendersela comoda, l’ansia le aveva fatto guadagnare tempo e c’erano ancora tre ore abbondanti prima di doversi smaterializzare al San Mungo. Evitò quindi di andare di fretta, non era affatto necessario. Una volta pulita e dopo aver asciugato i capelli, non le restava che scegliere ciò che aveva indossato. Fatta eccezione per la biancheria, il resto dei vestiti erano un problema, non era mai stata brava a sceglierli, specie nelle occasioni più importanti. Di certo sarebbero stati da evitare i jeans, troppo babbani e sportivi. Eppure, neanche l’idea di indossare una delle classiche vesti che le sarte erano solite confezionare nel mondo magico la entusiasmava, non riusciva proprio a sentirsi a suo agio lì dentro ed invece, quel giorno, l’abbigliamento non avrebbe dovuto crearle problemi, ne avrebbe già avuti altri, senza dover stare a pensare anche a quello. Alla fine decise di optare per un pratico tallieur giacca/gonna, blu con sotto una maglia a girocollo beige. Una volta pronta, un’occhiata all’orologio le rivelò che mancava ancora un’ora al momento in cui avrebbe dovuto presentarsi al San Mungo. Chissà se sua madre era già uscita… probabilmente sì, se era di turno quel giorno. In quel momento non lo ricordava. Anzi, a dire il vero in quel momento non ricordava assolutamente nulla di tutto ciò che si era preparata. Sospirò scuotendo la testa: nonononono non andava bene, doveva assolutamente calmarsi, o avrebbe rischiato di rovinare tutto con le sue stesse mani. E quello sì, non se lo sarebbe mai perdonato.
Mezz’ora dopo si trovava per strada: si era smaterializzata a Londra, a casa dei genitori e poi aveva deciso di arrivare al San Mungo a piedi, magari una passeggiata l’avrebbe calmata. Giunta di fronte al negozio che nascondeva il prestigioso Ospedale, ne varcò la soglia, osservando quegli ambienti in cui aveva sempre desiderato lavorare. Al banco della Stregaccogliena, l’addetta le indicò immediatamente l’ufficio del Direttore, che raggiunse in un tempo che le parve infinito. Si sentiva le orecchie fischiare, era il suo primo colloquio in assoluto. Eppure sapeva che poteva passarlo e di avere i requisiti, doveva solo provarlo all’uomo con cui avrebbe avuto a che fare. Sperando che fosse un po’ più normale dell’ultimo che l’aveva ricevuta l’ultima volta che era stata lì. Per saperlo, non restava che bussare e fu quanto fece, attendendo una risposta dall’altra parte. Era stata puntuale, di certo l’aspettava.


Edited by Caroline Dalton - 31/1/2014, 23:32
 
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view post Posted on 4/2/2014, 13:15
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Il Fato

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Come sempre, indaffarato ad esser bello (?) - poichè quella era la vera "mansione" del seducente Fuco - il Nostro Direttore del San Mungo Lindo, munito di specchietto, si metteva la cipria sul naso .
La faccenda di per sè risultava a tratti sconcertante se si considerava il fatto che l'occhio strabico del buon Fuco era rivolto da tutt'altra parte...Guardando bene, il Fato avrebbe quasi affermato con certezza che egli stesse guardando quel ragnetto in alto a destra sulla parete laterale del suo ufficio!
Ad ogni modo, Fuco, intento nelle sue serie faccende lavorative (!), sembrava non attendere visite in giornata. Oppure sì? Del resto, per quale ragione imbellettarsi se nessun gradito ospite era destinato a giungere da lui?
Ed in effetti, destino meravigliosamente propizio voleva che quel giorno fosse interamente da dedicare alla bella Signorina Dalton.
Certo, Camillina sarebbe stata MOOOOOOOLTO meglio per Fuco. Tutti sapevano quanto il rapporto fosse "intimo" (????) tra lui e la Ministressa. Bhè...Forse tutti, tutti no, considerando che Lindo era piuttosto fantasioso, a tal punto da essersi interamente costruito un "film" intorno alla vicenda del Ministro. Ed un film vietato ai minori!
Il Fato quasi rabbrividiva all'idea! Povera Camillina!
Comunque...Senza divagar troppo, quel giorno Dalton era attesa, o forse no, ma meglio prepararsi lo stesso!
Fuco di qua, Fuco di là, ma non lo troverai! Fuco di qua, Fuco di là, ma dove è andato chissà!
Sempre di buon umore e pronto a tutto, Lindo gioiva ed esultava preoccupantemente all'idea che Carolina stesse per arrivare.
Ed ecco...Alla porta qualcuno bussava.
E Fuco, nascosti trucchi e balocchi, si preparava al Grande Evento.
MA PREEEEEEEEGO! ENTRI! SIGNORINA DALTON E' LEI VERO?!
Santi Numi!
Ma quale bisogno c'era di urlar tanto! Gli occhi spalancati come quelli di una triglia morta da due giorni guardavano ad est ed a ovest ma certamente non la porta! Eppure egli fissava proprio la porta!
Che uomo fantastico!
Il Fato, già munito di patatine Pai (!) e Coca Cola Zero, seduto dinanzi allo schermo del Destino, era pronto a godersi la scena! Oh, sì, sarebbe stato un gran bel colloquio!

 
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view post Posted on 4/2/2014, 20:24
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Aveva bussato, ma non era sicura di essere pronta per quel colloquio. Finché qualcuno non avesse risposto, avrebbe comunque potuto andarsene, no? In fondo, poteva sempre riprovarci quando si fosse sentita più… una voce inconfondibile interruppe i suoi pensieri, invitandola ad entrare. Merlino, avrebbe avuto a che fare davvero con…lui? No, ok, le servivano due minuti, solo due… non era certa di riuscire a passare un colloquio con quell’essere. E poi, Merlino santissimo, perché urlava in quel modo? Non era mica sorda… a meno che non fosse diventato sordo LUI…
Rabbrividì al pensiero di dover perdere altre ore per mettergli a posto anche l’apparato uditivo, dopo tutto il tempo che aveva sprecato con Camille a sistemargli piedi, circolazione e non sapeva più che altro, mesi prima. Ma indugiare non sarebbe servito ad altro che a prolungare l’agonia: doveva fare appello a quel po’ di coraggio che le era stato per forza instillato dalla continua frequentazione di grifoni. In quel periodo, poi, ne riceveva in quantità ancora più elevate del solito…ma non era il momento di pensare a quello, si rinmproverò. Mosse quindi una mano, abbassando la maniglia ed entrando nell’ufficio. L’immagine di Fuco Lindo, identico a come lo aveva lasciato mesi prima le si parò davanti agli occhi puntuale come una cambiale. Merlino santissimo, non era cambiato neanche un po’… Deglutì avanzando e cercando di guardare in altri punti pur di non essere costretta ad osservare il viso ributtante del direttore. Dopo il loro incontro si era chiesta se davvero un bacio di Camille avrebbe potuto donare un aspetto più decente a quell’essere, ma poi aveva accantonato la cosa come i deliri di un pazzo. Ed in effetti il fatto che fossse delirante fino a quel punto non poteva non preoccuparla oltremodo riguardo l’esito del suo colloquio. Le sarebbe davvero servito prepararsi come aveva fatto? Trasse un profondo respiro, rivolgendosi poi al direttore

-Buongiorno signor Direttore- ”signor Lindo” non sarebbe MAI uscito dalle sue labbra, non finché l’uomo aveva quell’aspetto, quantomeno. Osservandolo per qualche istante, si chiese se davvero la stesse guardando… non era mai riuscita a capire dove esattamente puntasse lo sguardo. Per sicurezza, era meglio evitare movimenti ed espressioni fraintendibili. Il suo futuro in quell’Ospedale dipendeva da quel pazzo, non se lo sarebbe giocato solo per non essere stata in grado di controllarsi.
-Credo mi stesse aspettando, sono qui per sostenere un colloquio per poter lavorare qui come medimaga- Rapida, chiara e concisa. Meno fosse durato quel supplizio, meglio sarebbe stato per entrambi.
 
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view post Posted on 9/2/2014, 20:28
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Il Fato

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Ed ecco l'ingresso trionfale di Miss Dalton!
Fuco, il meraviglioso ed unico Fuco, sorrise mostrando quei bei dentini bianchi come la neve ma storti come le tortuose vie siberiane che tanto ricordavano la sua imperfetta perfezione!
Bhe'...Comunque era da apprezzare il fatto che probabilmente l'alito un tantino pesantuccio di un tempo avesse trovato pace ed armonia con un buon dentifricio!
Dunque poteva dirsi un ottimo inizio, no?
Ad ogni modo, benché il Fato fosse interessato alle evoluzioni "fisiche" del bel Lindo, il colloquio doveva continuare, o meglio...Cominciare!
Ma tutto questo, non prima di qualche do andina assolutamente interessata!
MIA CARA! Che gioia rivedere una vecchia amica! Giovane, certo ma pur sempre amica di vecchia data! Quante belle avventure abbiamo vissuto insieme!
Belle!? Cosa c'era di bello in un cadaverico, puzzolente Fuco quasi morto ma comunque insopportabilmente vivo chiuso insieme a due NON volontarie donne costrette a salvar la vita di Lindo?
Eppure Fuco guardava ora chissà cosa sopra il viso di Caroline, tra i capelli, quasi estasiato...Come se ricordasse bei tempi passati o come se avesse trovato tra i capelli stessi della donna qualcosa di interessante.
Induceva quasi il Fato a mirare la cute di Caroline attentamente senza tuttavia trovar nulla!
Ma mi dica, mia cara...Come sta la mia dolce e fragile Camillina? Immagino soffra terribilmente ora che io e lei siamo lontani...Ma deve farsene una ragione. Io devo prima partire per l'Uganda alla ricerca della mia beltà... Non che non sia sempre bello ed affascinante, ma...Mi creda Caroline, per quanto quasi impossibile a credersi...Io posso essere mooooooolto più bello di così... Quindi? Camillina come si sente?



Edited by Persefone D. Bennet - 9/2/2014, 21:53
 
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view post Posted on 10/2/2014, 15:11
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Alla fine, si era convinta ad entrare. In fondo, si trattava di scegliere: poteva rinunciare al suo sogno di diventare medimaga, esercitando la professione che aveva sempre sognato, ma risparmiarsi di vedere nuovamente quell’essere immondo o sopportarne la presenza a quel colloquio e poi durante gli altri giorni ma con la consapevolezza di aver realizzato il suo sogno. E la scelta l’aveva compiuta nel momento in cui aveva varcato quella soglia, decidendo di ignorare tutte le sciocchezze ed i comportamenti assurdi di quell’uomo. Sapeva che le sarebbe servita una notevole dose di pazienza e a quella aveva fatto appello pregando che bastasse. E forse le sarebbe servito anche uno di quegli spray babbani da spruzzare non appena Fuco avesse aperto bocca… come dimenticare l’odore fetido che emanava anche solo il suo alito? Ma le bastò ascoltare le prime parole del Direttore per rendersi conto che non avrebbe dovuto temere esalazioni di alcun genere: che fosse riuscito almeno a trovare una soluzione all’alito fetido con cui le aveva accolte l’ultima volta? Se lo augurava sinceramente. E allo stesso modo sperava che anche altro fosse cambiato, in modo che quel colloquio fosse leggermente più tollerabile di com’era stato il loro primo e –fino a quel momento- unico incontro. Ma la prima affermazione del Direttore non faceva ben sperare: continuava comunque ad essere perennemente in preda al delirio. Doveva davvero rispondere? Decise saggiamente che non era il caso, avrebbe potuto rischiare che il colloquio terminasse prima di cominciare. Quel tipo era talmente strambo che non era ancora riuscita a capire come prenderlo. Ed ora dove stava guardando? Di colpo si era fermato, e sembrava rimirarla, quasi in estasi… se davvero guardava lei. Aveva già avuto modo di capire che non sempre lo sguardo di quel tipo puntava la cosa esatta che stava osservando e in quel momento stava guardando oltre lei… forse era perso in chissà quali pensieri… tentò di seguire la traiettoria dello sguardo del suo strambo interlocutore ma nel punto che aveva individuato non c’era nulla che fosse degno di nota, a parte la cima della sua testa. Istintivamente, si passò una mano tra i capelli: aveva qualcosa che non andava? Ma le sue riflessioni furono interrotte dalla voce dell’uomo di fronte a lei che, lungi dall’invitarla ad accomodarsi, le aveva posto una domanda insolita… perlomeno per un colloquio di lavoro. Eppure anche quella era una domanda difficile per lei, non era certa della risposta, non in quel periodo, aveva diradato molto i rapporti con Camille dopo la questione “Fuco Lindo”, avevano entrambe compiuto delle scelte che cozzavano tra loro.
-Ad essere sincera, signor Direttore… è da un po’ di tempo che non ho modo di avere contatti con Camille. Da quando lei ci ha gentilmente…- tacque, cercando il termine più adatto -…invitato qui per chiedere il nostro aiuto ci siamo perse di vista e non abbiamo più avuto occasione di parlarci. Posso assicurarle che Camille è tutt’altro che fragile.. e il Ministero la impegna moltissimo… se soffre per la vostra lontananza non lo dà a vedere, il lavoro la distrae, tende a buttarvisi a capofitto in certi casi. Di certo, fossi in lei, eviterei di farla partecipe della sua partenza per l’Uganda, potrebbe causarle maggiore sofferenza- E non aveva mai ringraziato tanto che Camille non fosse stata presente: se l’avesse sentita l’avrebbe sicuramente schiantata. Ma l’amica –se poi lo era ancora- non era presente in quel momento, e lei voleva quel lavoro, se per ottenerlo avesse dovuto mentire, l’avrebbe fatto. E se fosse stato necessario avrebbe anche evitato di fare commenti su quanto, in realtà Fuco non fosse minimamente avvenente. Lo pensava, e di certo il suo attuale compagno era dieci volte meglio del Direttore del San Mungo… ma non era necessario che Fuco Lindo lo sapesse.

Edited by Caroline Dalton - 11/2/2014, 20:29
 
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view post Posted on 11/2/2014, 13:38
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Il Fato

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L'astuta Carolina aveva dunque deciso di assecondare i mirabili Voli Pindarici (?!) di Fuco!
Molto Bene! Il colloquio così doveva esser gestito! Con maestria ed un pizzico di follia!
Fuco, colto da momento estatico ed enfatico, ascoltava la graditissima ospite camminando avanti ed indietro freneticamente e strofinandosi le mani in maniera convulsa. I passi lunghi a mò di Pippo Baudo lo facevano sembrare ridicolo (sembrare????), eppure tutta la sua figura era così grottesca da apparire preoccupantemente in linea con il suo quotidiano comportamento. Era quindi un sano insano, un matto razionale, uno psicopatico controllato!
Ah...Che meraviglioso Essere!
Di fronte alle parole palesemente ironiche e false della Signorina Dalton, egli appariva comunque concentrato e certo, sicuro, marmoreo nella convinzione ch'ella dicesse il vero.
Certo, certo...Capisco...La mia Camillina è sempre troppo impegnata. Ma vede, Lei lo fa per non pensare a me. Si spinge oltre il limite della sopportazione e della sofferenza poichè la mia meravigliosa immagine, come effigie divina, è stampata sul suo Petto...Mhm...Mhm...Cuore...Volevo dire Cuore...come inchiostro di sentimento indelebile. E per quanto sia restìa nell'ammetterlo, io SO...SO quanto ammmore ella prova per me. L'ho percepito subito, non appena i nostri occhi si sono incrociati (!!!!)
E per un attimo la scena trovava arresto poichè il Fato, divertito assai, effettuava breve Rewind per riascoltare le parole di Fuco!
Ha ragione. Meglio che io non Le dica niente dell'Uganda....Credo che andrò DIRETTAMENTE a farle una visitina in ufficio oggi stesso, non appena terminerà il nostro Colloquio!
Cosa?! Ma non aveva appena asserito di non voler dir nulla a Camillina?! La trama si infittiva!!!
Ma vediamo al dunque mia cara Carolina, amica di Vecchia data!
Sembrava quasi avesse dato a Caroline l'epiteto a mò del "Pelide Achille" "Amica di Vecchia data"!
E' qui perchè desidero farle una proposta...Una di quelle proposte che non potrà rifiutare...Ma non si faccia illusioni...Parlo di proposta lavorativa!!! Ah,ah,ah!....Dunque...Come Le dicevo poco fa, devo andare in Uganda e, mio malgrado, mi trovo costretto a cercar degno sostituto della mia medesima, stessa, persona! Capisce?! La chiamo per chiederLe...Lei avrebbe qualche nome interessante da farmi...Perchè sa...Io ne ho già uno ma non voglio dirglielo!
Ma era chiaro che fosse lei la papabile Neo-Direttrice! Probabilmente Fuco voleva sondare il terreno...Con quella classe di cui lui solo disponeva!

 
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view post Posted on 12/2/2014, 03:40
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Non era del tutto riuscita, in quel periodo, a rimuovere i ricordi legati a quell’essere assurdo… e a quanto sembrava era stato un bene. Le era stato, in questo modo, molto più semplice rispondergli a tono e mantenere il colloquio sul binario in cui l’aveva collocato il direttore pazzo. Perché ormai l’aveva capito, se voleva sperare di ottenere qualcosa da quel tipo, l’unica cosa da fare era assecondarlo, proprio come si fa con i folli o con i bambini piccoli. Lo osservò camminare a passi lunghi, avanti e indietro, sfregandosi le mani, in preda a chissà quali pensieri e non poté evitare di deglutire: non era sicura di voler sapere cosa gli stava passando per la testa. Anche perché, quei pensieri erano di certo stati innescati dalla sua risposta. E se lui ne avesse inteso l’ironia insita, non sarebbe stato affatto facile arginarlo. In effetti, ora che ci rifletteva, non sarebbe stato facile arginarlo comunque. Ma Fuco Lindo arrabbiato era uno spettacolo cui mai aveva assistito e che non avrebbe saputo come gestire: le avrebbe richiesto una pazienza di cui non era certa di disporre e un tempo che non era certa di voler perdere. Non se questo non le avesse assicurato un’assunzione. Ma con quell’essere le certezze non esistevano, per cui, l’unica cosa da fare era concentrarsi sul colloquio e impegnarsi a fare del suo meglio per dare una buona impressione. Non che ci volesse molto, di certo avrebbe dato a lui impressione migliore di quella che lui dava a lei… ma quelli erano dettagli ed erano aleatori, al momento: non era importante ciò che pensava lei, ma ciò che avrebbe creduto Fuco durante il colloquio. E ciò che pensava, si palesò fin troppo chiaramente in quegli istanti, facendola rabbrividire: era davvero convinto che Camille fosse pazza di lui, che fossero destinati a stare insieme come i protagonisti di una struggente storia d’amore babbana o di un fumetto da due zellini. E soprattutto era SERIAMENTE persuaso che il Ministro della Magia passasse il tempo a struggersi per uno sgorbio con un occhio a monte e l’altro a valle. Ma proprio perché era così convinto, non era il caso di distruggere quelle innocenti illusioni. Ci avrebbe, magari, pensato la stessa Camille se Fuco avesse avuto davvero l’ardire di presentarsi nel suo ufficio. Ehm… forse avrebbe dovuto fare un tentativo per farlo desistere: d’accordo, i rapporti con Camille non erano idilliaci, ma non era il caso che un pazzo esaltato si aggirasse per i corridoi del Ministero, ne andava della credibilità della persona più importante del mondo magico. E poi, i suoi rapporti con Camille non erano ancora così compromessi da augurarle di avere a che fare con un tizio del genere.
-Ehm… non credo sia una buona idea raggiungerla nel suo ufficio. Come le ho detto, è sempre molto impegnata, non avrà tempo da dedicarle. E gli auror che compongono la sua scorta potrebbero fare dei problemi per farla entrare. Perché invece non le manda un biglietto, magari con un mazzo di fiori o un regalo e un invito da qualche parte? Firmato, stavolta. Sono certa che le farà piacere- Come un dito in un occhio, Ma quest’ultima parte la tenne saggiamente per sé. E a quel punto pregò che Fuco si sbrigasse e si decidesse una buona volta a dare inizio a quel benedetto colloquio, voleva andarsene di lì il prima possibile. E finalmente, Fuco sembrò decidersi. Ma c’era qualcosa che non le portava: parlava come se fosse stato lui ad invitarla e invece lei si era comportata normalmente: aveva inviato il curriculum ed era stata invitata per un colloquio. Ma poi, in fondo, di che si stupiva? Decise di evitare di precisare e di concentrarsi sul resto delle parole del suo interlocutore. Una proposta lavorativa: beh, era quello che sperava. Ma cosa sarebbe uscito dalla bocca e dalla mente malata di Lindo? Sospirò, preparandosi ad ascoltare una sequela di assurdità. Ma quello che invece le rivelò Fuco era al di là di ogni immaginazione: voleva davvero partire e cercava qualcuno che prendesse il suo posto all’ospedale. E chiedeva a lei di proporgli un nome. E che nome mai avrebbe potuto fargli lei? Non conosceva così bene i dipendenti del San Mungo e non aveva idee delle loro competenze, fatta eccezione per quelle di sua madre, che comunque non aveva mai visto al lavoro
-Mi perdoni, come potrei io farle un nome? Non conosco i guaritori e i medimaghi che lavorano qui, non ho idea di chi sarebbe in grado di prendere il suo posto- Certo, poteva anche dire un nome a caso, certa che CHIUNQUE sarebbe stato meglio di quel tizio… ma lei era comunque un’esterna e non voleva la responsabilità di scegliere tra i dipendenti chi fosse il migliore. Perché in fondo, di questo si trattava. E quella persona avrebbe anche dovuto giudicare lei stessa, valutare se fosse il caso di assumerla e se avesse saputo di dovere a lei il posto che occupava, il suo giudizio sarebbe stato inevitabilmente viziato. E lei si sarebbe trovata di nuovo a essere raccomandata, mentre, per una volta,voleva essere assunta per le sue capacità. All’ultima frase, un dubbio si affacciò alla sua mente: non è che per caso…? Scosse la testa, rifiutando quell’idea, decisa a scoprire cosa bolliva nel calderone di quell’essere rivoltante.
-Che peccato che non voglia rendermi partecipe… ero proprio curiosa di conoscere in anteprima il nome del suo possibile sostituto… non vedo l’ora di scoprire se sarà alla sua altezza- Merlino, le era DAVVERO uscita una frase del genere? Ringraziò i Fondatori che, dopo quel colloquio, Fuco se ne sarebbe partito alla volta dell’Uganda e nessuno sarebbe mai venuto a saperlo. Ed infine pregò che quella recita servisse a qualcosa.
 
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view post Posted on 13/2/2014, 13:42
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Il Fato

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Ed improvvisamente gli occhi di Fuco cominciarono a roteare come Yoyo vorticoso (?) e, osservando bene la poco folta chioma spettinata del Direttore del San Mungo, la testa apparve fumare...
Santi Numi!
Il Fato, preoccupato, avrebbe voluto incitare Caroline a fare qualcosa. MAI avrebbe permesso che Lindo corresse pericolo alcuno. Avrebbe preservato la salute di Fuco, pezzetto per pezzetto, in qualsiasi maniera lecita e non lecita!
Lindo arrestò il suo incedere inquietante e si bloccò come fosse automa colto da momentaneo corto circuito.
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! EPPURE SONO STATO COSI' CHIAROOOOOOOOOOO! CAROLINA, LEI MI CADE SU UNA BUCCIA DI BANANA! (???)
Rosso, anzi paonazzo in viso, Fuco sembrava sconvolto, sconcertato. Ma per quale ragione urlar tanto?
Amica mia di vecchia data, Lei è certamente acuta ma in questo caso mi par di cogliere la sua ingenuità! Possibile che Lei non sappia propormi un nome? Insomma Carolina, Lei è qui per una ragione! A chi potrei mai pensare, escludendo Camillina Amorosa?
Certamente questo la Signorina Dalton già poteva immaginarlo...O forse no? Lo stesso Fato non riusciva più a trattenere le fila della vicenda.
Chi era stato chiamato, chi si era presentato, chi voleva il lavoro, chi doveva abbandonarlo...In mezzo a tanta incertezza, la scelta migliore era quella di riporre estrema fiducia nella lucidità e lungimiranza di Fuco...Insomma, l'Ospedale San Mungo doveva pur avere un Direttore!
Allora facciamo così, ripartiamo da zero.
Lindo ora riprendeva a camminare, un tantino più frenetico di prima. L'occhio sembrava non trovar pace e continuava a roteare così velocemente che tutto nella stanza sembrava ruotare insieme a lui...Una folle giostra dell'orrore!
Se a ciò si aggiungeva il fatto che Fuco intendesse ripartire da capo, si poteva comprendere che alla disperazione di Caroline non vi fosse limite! Povera giovane donna!
Dunque Carolina, mi ascolti bene. Io devo partire per l'Uganda. Ho bisogno di UNA sostituta giovane, brillante e capace...Certamente non al mio livello...Del resto, chi potrebbe eguagliarmi in splendore e genialità...Comunque, mi accontento di una sostituta che mi assicuri che darà il meglio di sè per mandare avanti questa baracca. Capisce? Su, su...Me lo dica...Chi potrebbe essere?
La faccia speranzosa simile a quella di un carlino dinanzi ad una succulenta braciolina, faceva quasi rabbrividire dalla bruttezza...Anche il Fato nascondeva la faccia tra le mani, lasciando solo qualche fessura tra le dita per poter intravedere il seguito della vicenda.
Insomma, Fuco voleva una autocandidatura...Almeno così sembrava.

 
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view post Posted on 14/2/2014, 01:23
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Non aveva neanche finito di parlare che, di colpo, la testa del suo interlocutore sembrò iniziare a fumare in maniera preoccupante, mentre gli occhi sembravano ancora più fuori controllo del solito. Per non parlare delle gambe, che non facevano altro che andare su e giù ininterrottamente. Stava quasi valutando l’idea di immobilizzarlo con un incantesimo, le stava facendo venire il mal di mare. Ma non fu necessario, il direttore del San Mungo si fermò da solo. Col senno di poi avrebbe detto che era stata la classica “calma prima della tempesta” perché Fuco era sembrato letteralmente esplodere, prorompendo in un altissimo grido, che la costrinse ad incassare la testa tra le spalle. Sperò che le pareti di quell'ufficio fossero state debitamente insonorizzate: cos' avrebbero pensato altrimenti, le persone che si fossero trovate a passare di lì? No, non era certa di voler scoprire la risposta a quella domanda e non ne aveva neanche il tempo doveva rimanere concentrata per seguire i deliri di quel folle. Doveva davvero proporre un nome…e Fuco era proprio sicuro di non aver sbagliato lasciando la scelta a lei. Il dubbio che poco prima si era insinuato nella sua mente iniziò ad attecchire maggiormente, ma tornò a scacciarlo: non era possibile, non poteva essere, quell'uomo non poteva essere folle a tal punto. O forse sì? In fondo stava parlando della stessa persona che si credeva più bello di Brad Pitt, era plausibile che gli venisse in mente qualsiasi genere di assurdità. E se non si trattava di Camillina Amorosa – si sarebbe segnata quel soprannome l’avrebbe usato per ricattare l’amica la prossima volta che avesse osato farle la paternale su qualcosa- come aveva tenuto a precisare, il dubbio che si stesse SERIAMENTE riferendo a lei prendeva sempre maggiore campo. Ma perché lei? Perché, nella sua follia, la riteneva migliore di qualsiasi altro dipendente del San Mungo? Perché lo aveva rimesso a nuovo? Ma il lavoro maggiore lo aveva fatto Camille, ricordò, aveva commesso anche meno errori di lei, forse la scelta sarebbe dovuta ricadere su di lei. Ma sapeva che Camille non avrebbe mai accettato. Era già Ministro della Magia, non si sarebbe mai accollata un’altra responsabilità di quel calibro. Nel frattempo, Fuco aveva ripreso a parlare e a camminare, anche più rapidamente di prima. Chiuse istintivamente gli occhi, se voleva arrivare indenne alla fine di quel colloquio avrebbe dovuto evitare di fissarlo o sarebbe crollata a terra con tanti uccellini che cinguettavano in circolo sopra la sua testa. Merlino, stava impazzendo anche lei. Scosse la testa, imponendosi di concentrarsi sulle parole del pazzo esaltato di fronte a lei. Doveva andare in Uganda…e fin lì, c’era. Voleva che a prendere il suo posto fosse una donna – l’articolo femminile era stato chiaramente evidenziato – giovane, brillante e capace. E che gli assicurasse che avrebbe fatto del suo meglio per mandare avanti l’Ospedale. Sembrava proprio evidente che stesse parlando di lei. Doveva aver perso anche quell'ultimo barlume di ragione che ancora gli era rimasto. Forse il Realtas che Camille aveva eseguito ai tempi in cui l’avevano rimesso in sesto aveva aggravato la situazione, anziché migliorarla, chi avrebbe potuto dirlo?. Ma per come si erano messe le cose, non restava che assecondarlo fino in fondo, o avrebbe seriamente rischiato di invecchiare dentro quell'ufficio e non ne aveva la minima intenzione. Incrociò le braccia sotto il seno, quindi puntò lo sguardo sul direttore
-Non sono affatto ingenua, signor Lindo, non ho cinque anni e ho capito perfettamente dove vuole andare a parare. Semplicemente, la ritengo una follia. Se anche accettassi di prendere il suo posto alla direzione del San Mungo – e badi, sto parlando in via del tutto ipotetica- non è detto che sarei in grado, come lei sembra invece persuaso, di gestire quest’incarico al meglio. E, non so lei, ma a me non piace giocare con la vita delle persone. Perché è questo che mi sta proponendo.- D’accordo, aveva mandato il curriculum per essere assunta…ma aveva immaginato di essere messa alla prova e comunque di passare un periodo a contatto con qualcuno di più esperto che verificasse che non facesse danni irreparabili. Ma Fuco non sembrava aver minimamente considerato quelle due fasi, pretendeva che passasse subito alla direzione. Sospirò, riportando alla memoria l’ultimo incontro con quel tizio e rabbrividì, ricordando come alla fine, avesse costretto lei e Camille a fare ciò che voleva. E per quanto ne sapeva, ci sarebbe riuscito anche quella volta. Bene, allora, che fosse, ma avrebbe fatto a modo suo.
-Tuttavia, se riesce a darmi una motivazione plausibile per cui ritiene che io sia adatta a prendere il suo posto, potrei anche prendere in considerazione l’idea di accettare- E liberare Londra e il Mondo Magico Inglese da quell'essere rivoltante, con buona pace degli ugandesi. Per il resto, in qualche modo se la sarebbe cavata, poteva sempre rinunciare alla carica subito dopo la partenza di Fuco ed affidarla al Capo reparto più anziano. In effetti, forse quella era la soluzione migliore, piuttosto che perdere tempo a discutere con quell'essere. Sì, si disse. Se Fuco si fosse dimostrato ancora convinto di volerle lasciare quel posto, quella sarebbe stata l’unica scelta sensata. E di certo, spedendolo in Uganda, avrebbe reso un mirabile servigio all'umanità.

Edited by Caroline Dalton - 14/2/2014, 11:59
 
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view post Posted on 20/2/2014, 15:16
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Il Fato

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Il Fico Fuco, con gli occhioni spalancati come lemure colto da spasmi diarroici (?!), guardava Carolina (forse....) come soddisfatto della piega che il discorso aveva preso.
Dunque la bella donna aveva compreso! La ragione della scelta ricaduta su di lei era ignota anche al Fato.
Certamente di gente competente ce n'era al San Mungo...Forse...
Ad ogni modo, inutile perdersi nelle vie contorte senza uscita della mente convulsa di Lindo.
Ma era certo che la sua decisione dovesse, in qualche modo, in ogni luogo, in ogni lago, l'universo, l'universo.....avere un secondo fine occulto...
Una ragione per scegliere te Carolina birichina?
Fuco sorrideva abbagliando nuovamente la stanza con la sua nuova dentiera (perché di dentiera si trattava! Il fato ne era certo!).
CE NE SONO CENTO! MILLE! Ma due sono quelle realmente importanti: Uno...Sei amica di Camillina, la mia pomodori a....Due...Mi hai aiutato a tornar bellamente me stesso! Capisci quale immenso contributo hai dato all'intero mondo magicooooo? Non puoi non accettare..Si tratta di un mestiere vantaggioso...A parte qualche piccola postilla...
Ecco...L'ultima frase pronunciata sommessamente destava sospetto...
Le patatine del Fato erano finite... Meglio prendere un pacchetto di Dixi!
Che fare? Assecondare Fuco? Chiedere spiegazioni?

 
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view post Posted on 20/2/2014, 21:43
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Doveva chiudere quel colloquio il prima possibile, era imperativo. Ne andava della sua salute mentale. E anche la sua pazienza, già notoriamente poca, avrebbe seriamente rischiato di essere messa a dura prova era per questo che Caroline si era rassegnata ad assecondare le follie di quel pazzo, decidendo di dargli corda il più possibile: una volta che avesse liberato il Mondo Magico Inglese dalla sua inquietante presenza avrebbe potuto dedicarsi a riassegnare i ruoli all’interno dell’Ospedale, magari cedendo la sua carica ad altre persone più qualificate. Un dubbio, però si insinuò lento ed inesorabile nella sua mente: esisteva davvero, al San Mungo, qualcuno più competente di Fuco Lindo? Se prima ne era stata convinta, in quel momento iniziava a dubitare delle sue stesse supposizioni: fatta eccezione per sua madre, sulle cui capacità poteva mettere la classica mano sul fuoco, non aveva idea delle conoscenze degli altri medimaghi. E se erano stati tutti assunti da Fuco Lindo, la supposizione che fossero come lui, se non peggio, non era molto lontana dalla realtà. Sospirò, mentre un dubbio nasceva spontaneo nella sua mente: lei lo stava assecondando… allora era come lui? No, no, lei non era come lui, era fuori discussione. La domanda che gli aveva posto aveva un senso, se fosse riuscita a trovarne uno anche nella sua risposta, avrebbe potuto prendere in seria considerazione l’idea di accettare. Anche se, l’inizio del discorso del suo interlocutore le fece cadere le braccia. Ma evitò di dirgli che si stava prendendo troppa confidenza, non sarebbe servito a nulla. E fu inoltre costretta a chiudere gli occhi quando Fuco mise in mostra i denti: incredibile, li aveva di nuovo tutti! E brillavano manco avesse usato il Mentadent White. Ma ciò che attirò davvero la sua attenzione, furono le successive parole di Fuco. Due ragioni, una delle quali era che fosse amica di Camille. Ecco… di nuovo… di nuovo veniva chiamata per un lavoro solo per via delle sue conoscenze. Si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo solo perché Fuco stava ancora parlando, ma… quando… quando sarebbe finita quella storia? Quando qualcuno l’avrebbe assunta per i suoi meriti? Sospirò, leggermente rincuorata dalle parole successive di Fuco, che sosteneva di averla scelta anche per le sue capacità, anche se, come aveva già ribadito, non riteneva molto plausibile quella faccenda. E poi c’era quell’ultima questione appena accennata… Non aveva intenzione di farsi fregare, non un’altra volta
-Postille di che genere? Parli chiaro, DIRETTORE, o il mio assenso se lo può scordare.- Era stata chiara? Sperava di sì. O meglio, chiara lo era stata di sicuro, bisognava ora vedere come avrebbe interpretato la sua domanda Fuco Lindo. E quel dubbio non era così irrilevante…
 
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view post Posted on 23/2/2014, 12:13
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Il Fato

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Ebbene, le parole della donna provocarono una vera e propria catastrofe emotiva del povero Fuco.
Le labbra di Lindo, grosse come canotti (Santi Numi! Poteva trattarsi di botulino o forse di qualche terrificante incantesimo?!), cominciarono a tremare. Il labbro inferiore si gonfiava e...Accadde!
Carolina aveva fatto piangere Fuco! Il Fato, preoccupato e commosso per la dolcezza di Lindo(!?), si era ripromesso di intervenire quanto prima per porre rimedio a questo triste risvolto.
Ma non fu necessario: Fuco era forte ed eroico ed avrebbe ripreso in mano le redini della faccenda.
Asciugatosi le due Enormi lacrime che solcavano il viso del Direttore, Lindo rispose alla sua ospite.
Carolina, mia giovane amica di vecchia data, come può pensare che io, IO, non sia chiaro? Io sono cristallino! Bello fuori e bello dentro! La postilla è puramente formale. Se accetterà di sostituirmi a tempo non ben derminato, dovrà mantenere l'ufficio così com'è. Lo pretendo come condizione necessaria per l'assunzione.
Poteva apparire richiesta bizzarra, ma certamente innocua se l'ufficio non fosse stato ben visionato....Dinanzi all'orrore di pareti tsppezzate di poveri animali imbalsamati con un occhio strabico, forse la faccenda poteva dichiararsi un tantino più complicata.
Accetti Carolina, lo faccia per me...Lo faccia per Camillina mia...

 
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view post Posted on 26/2/2014, 20:08
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Dopo la sua risposta, l’unica che avrebbe potuto dare in quel frangente, si sarebbe aspettata qualsiasi reazione dal suo interlocutore, qualsiasi… tranne quella che in realtà ebbe. Se qualcuno le avesse detto che sarebbe successo gli avrebbe dato dell’idiota. Insomma, che Fuco fosse totalmente fuori di testa era pacifico e di certo non si aspettava da lui una reazione normale… o che almeno si avvicinasse al concetto di normalità come lo intendeva qualsiasi persona con un po’ di sale in zucca…. ma quella reazione era proprio l’ULTIMA che avrebbe immaginato. Il labbro inferiore di Fuco prese a tremare vistosamente, come quello di un bambino piccolo che sta per scoppiare in lacrime e fare i capricci. Rabbrividì. No, eh. Non esisteva. Non avrebbe potuto sopportare… Troppo tardi. Sospirò pesantemente, osservando due grosse lacrime uscire dagli occhi del direttore e passandosi stancamente una mano sulla fronte. Esattamente, cosa si aspettava che facesse, ora? Doveva andare a consolarlo? Se pensava questo, cadeva proprio male. Ma non era neanche il caso di sbottare e invitarlo ad avere contegno, avrebbe rischiato di peggiorare la situazione. Per fortuna, il problema sembrò risolversi da sé: Lindo si asciugò le lacrime (avendo addirittura la decenza di non soffiarsi il naso con il camice… che fosse davvero migliorato un po’ in quanto ad igiene? Ma forse era meglio non parlare troppo presto) tornando a rivolgersi a lei e, dopo una premessa stupida come metà del suo discorso fino a quel momento (a proposito, ancora non ci aveva pensato, ma perché diamine insisteva a chiamarla “amica di vecchia data” come fossero amici da anni? Si erano conosciuti la prima volta meno di un anno prima…) arrivava finalmente al nocciolo della questione: la postilla riguardava l’’ufficio. Per essere assunta avrebbe dovuto promettere di mantenerlo tale e quale a com’erra al momento. Quell’appunto insensato la spinse a guardarsi intorno con maggiore cura. E fu quello a farle notare per la prima volta da quando era entrata, le teste di animali impagliati con un occhio strabico. Rabbrividì di disgusto. Poteva davvero accettare un simile compromesso? Una voce dentro la sua testa urlava che era una cosa assolutamente impossibile, che se avesse accettato, avrebbe rischiato di essere radiata dall’albo dei guaritori (se poi esisteva) subito dopo l’assunzione, se qualcuno fosse venuto a fare un’ispezione. D’altro canto, la prospettiva di lasciare il San Mungo in mano ad un essere nominato da Lindo non la allettava. Lei era stata scelta da lui, vero, ma lei era consapevole di avere un po’ di sale in zucca e se avesse avuto bisogno d’aiuto non avrebbe certo improvvisato, avrebbe fatto in modo di consultarsi con qualcuno. Non poteva essere certa che altri ragionassero come lei. E soprattutto, non poteva essere certa che Fuco avrebbe scelto altri. La prospettiva di lasciare il San Mungo senza nessuno che dirigesse non era allettante, soprattutto dopo che erano appena usciti da un periodo catastrofico come quello. Ma non voleva neanche vedersi quelle teste davanti agli occhi tutti i giorni, come fare? Doveva trovare una soluzione. E di colpo si ricordò di essere una strega e di un incantesimo che aveva utilizzato sulla sua migliore amica per nascondere una runa. Nulla le impediva di compierlo nuovamente sulle pareti dell’ufficio e toglierlo quando Fuco sarebbe tornato. Sì, decise, avrebbe fatto così, gli avrebbe fatto credere di accettare le sue condizioni
-D’accordo, Direttore, accetto. L’ufficio rimarrà così com’è.-*Finché lei non partirà*. Ma quelle ultime parole rimasero soltanto un pensiero. In fondo, Fuco aveva detto che mantenere le condizioni dell’ufficio era una condizione per l’assunzione, non per il mantenimento del posto, giusto?

Edited by Caroline Dalton - 6/3/2014, 14:01
 
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view post Posted on 28/2/2014, 13:39
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Il Fato

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Bene, bene, bene...
Il Fuco fico, poco prima "fioco" (?!) per la tristezza momentanea arrecata dalla bella Carolina, sorrideva nuovamente a petto gonfio come quello di un piccione grasso, grassissimo alle prese con granturco di prima qualità.
Perchè mai esser felici per un tale sciocchezza? Insomma, un ufficio rimaneva pur sempre un ufficio! Quattro mura, un pavimento, arredamento e...Basta.
D'accordo, l'ufficio di Lindo era un pochino bizzarro per quelle belle faccine strabiche appese, ma del resto poteva chiamarsi "Arte post-Moderna"!
Vi era forse altro da valutare attentamente? Certamente, se la giovane donna avesse dedicato più tempo nell'osservare l'ufficio avrebbe potuto notare una serie infinita di stranezze ed illogiche collocazioni...Ma tutto questo avrebbe fatto parte di altra storia...
Oramai aveva accettato. Ed il Fato già si preparava a scriver nuovo scenario ed avventura per la bella Dalton!!!!
Inutile ribadirlo...Fuco era davvero una inesauribile fonte di nuovi spunti! Che elettrica sensazione di vittoria!
BENISSIMO!!!! ACCETTA! ACCETTA! ACCETTA! ACCéTTA! NO! ACCèTTA!
Fuco saltava come stambecco esaurito! Non che lo stesso Fato possedesse immagine di uno stambecco in tali condizioni nel proprio bagaglio "culturale"...Tuttavia, quella era l'immagine che si focalizzò nella sua mente!
Allora provvediamo immediatamente alla firma del contratto! Ho già preparato tutto! Legga e firmi Carolina! Soprattutto firmi!
Una pergamena usciva rapida dal cassetto della scrivania, come in trepidante attesa di nuovo inchiostro ad ornarla. E ricadeva nelle giovani mani della donna.
Io, me medesima sottoscritta Caroline Dalton, nella totale lucidità e consapevolezza delle mie azioni, cristallina e decisa sotto ogni aspetto, vincolata dalla mia stessa parola, SEMPRE E COMUNQUE, dichiaro di volere accettare l'incarico di Direttrice dell'Ospedale San Mungo a partire dal momento nel quale apporrò firma su tale documento.
Nel dettaglio sarà mia cura sostituire, al meglio delle mie possibilità, l'Egregio, Illustrissimo, Potentissimo Fuco Lindo a tempo indeterminato.
Accetto altresì di lasciare l'ufficio nelle condizioni in cui si trova in questo momento (vedasi foto allegate), visto e piaciuto, soprattutto piaciuto. Non modificherò MAI alcun dettaglio dell'ufficio stesso, soprattutto pareti e arredamento. In allegato vi è anche un inventario dettagliato di ciò che si trova nella stanza.
In fede.
Fedelissima, devota a Fuco, fedele a Fuco.

Caroline Dalton. "

Ovviamente questo bellissimo contratto l'ho preparato io! Firmi, firmi! Una volta firmato Lei sarà Direttrice del San Mungo! Ed io andrò in UGANDAAAA!
Gli occhioni belli (???) di Lindo, poggiati chissà dove, fissavano l'ignoto, felici, persi, strapersi.
Il contratto di per sè non aveva nulla di allarmante eccetto l'italiano davvero terrificante e la postilla sospetta dell'ufficio. Ma inutile porsi troppe domande...Tempo al tempo...
Caroline era pronta? Poteva non fidarsi di Fuco, ma del Fato si fidava?

 
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view post Posted on 3/3/2014, 04:00
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Ogni tanto, a cadenza più o meno regolare, Caroline non poteva fare a meno di chiedersi se qualche entità superiore ce l’avesse con lei. Era sempre stata credente, non molto praticante, forse, ma credente sì e si era sempre affidata alla volontà di quel Dio superiore a tutto. Eppure, sembrava non bastare, regolarmente le capitavano una serie di accidenti talmente assurdi da farla dubitare che qualcuno davvero esistesse. Insomma, non era possibile che tutto ciò di cui fosse stata protagonista potesse concentrarsi in una sola persona in un lasso così breve. Nemmeno la più sfaccendata delle divinità, con tutto l’impegno del mondo, avrebbe potuto combinarle tutta quella serie di assurdità. E una riprova delle sue teorie l’aveva avuta durante quel colloquio. Era andato tutto come non si sarebbe mai aspettata. Innanzi tutto, aveva incontrato di nuovo quel pazzo, cosa che aveva sperato di non dover più fare. Certo, aveva messo in conto che sarebbe potuto succedere, ma sperare in qualcosa di diverso non aveva mai fatto male a nessuno. E quando la sua prima speranza si era infranta, si era augurata che almeno quel colloquio fosse breve e quanto più possibile sensato. Ma neanche quei desideri si erano avverati: Fuco non era migliorato minimamente dall’ultima volta che si erano visti; per tutta la durata della loro conversazione non aveva fatto che delirare sul suo amore per Camille e la sua imminente partenza per l’Uganda. A quel punto, le era rimasta solo una speranza: che la conversazione terminasse in fretta, che Fuco l’assumesse come semplice medimaga e potesse poi tornarsene a casa. E di nuovo, i suoi desideri non erano potuti essere realizzati: Fuco le aveva proposto di prendere il suo posto alla direzione del San Mungo, diventandone la maggiore responsabile a tempo indeterminato e sembrava ben lungi dal voler tagliare corto in quella conversazione. Sospirò, decisa a fare in modo che quella questione fosse chiusa il prima possibile. Era quello il motivo per cui aveva opposto una resistenza quasi nulla alle ultime battute: forse, se l’avesse assecondato, sarebbe potuto andarsene prima. E poi, c’era stata l’idea di mentire, di rispondere quello che lui voleva sentirsi dire senza esserne convinta e con l’idea di fare tutt’altro. Fuco si era messo a esultare, una volta ottenuta la sua risposta ed era talmente gasato che aveva addirittura sbagliato un accento. E per un istante, l’immagine di lei che colpiva quell’essere immondo con un colpo di accetta ben piazzato le solleticò la mente, lasciando che sul suo viso si dipingesse un sorriso mefistofelico. Questo pensiero, unito alla convinzione di essere riuscita a raggirarlo come si doveva l’aveva portata ad esultare mentalmente… finché lui non le aveva messo in mano quel contratto. Ne aveva letta ogni sillaba, chiedendosi se fosse uno scherzo. Sì, sicuramente doveva essere uno scherzo. Lei non avrebbe mai scritto una cosa del genere, chiunque la conoscesse un minimo sapeva che una dichiarazione del genere non sarebbe mai uscita dalla sua bocca – o dalla sua piuma- neanche sotto tortura.
-Lei dev’essere impazzito. Come può credere che accetterei una cosa del genere?- Ecco, l’aveva detto, era sbottata di nuovo. Ma appena aveva finito di dirlo si era resa conto di non avere altra scelta… anche se la cosa non le piaceva minimamente, si era ormai spinta troppo oltre per tirarsi indietro. Doveva firmare. Anche se tutto ciò che era scritto su quel foglio era una marea di sciocchezze e fandonie, aveva dato la sua parola e non poteva ritirarla. Aveva quindi alzato gli occhi al cielo, rassegnandosi a tenersi quell’ufficio terribile (anche se in fondo… niente le impediva di cercare un’altra soluzione, nei giorni successivi). Afferrò quindi la piuma poco distante e appose la sua firma in calce al contratto, porgendo poi il foglio al direttore.
-Ecco a lei, direttore, ho firmato, non cambierò nulla di quest’ufficio.- E mentre pronunciava quelle parole, sperò che non ci fossero altre sorprese. Non avrebbe potuto sopportarle.

OT//Signora master, questa me la paghi, sappilo


Edited by Caroline Dalton - 3/3/2014, 23:20
 
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