Con una lentezza calda e soffocante, giunse infine il risveglio.
La ripresa dei sensi. Il lento dissiparsi delle tenebre che avevano avviluppato mente e corpo, cullandolo con la loro falsa promessa di pace e sicurezza. Una luce indistinta si fece largo nell’oscurità avvolgente, stuzzicando la vista, stimolandone la rinascita. Un brusio placido ed impreciso penetrò il suo sogno di tenebra, rompendo la barriera d'irreale silenzio che lo difendeva dai rumori del concreto. Fu come riemergere sulla superficie di un lago, dopo un eterno vagare nelle sue acque torbide. Al passo con il crescendo di suoni e visioni sempre più distinte, le sue membra percepirono il tocco delicato dell'aria e quello aggressivo della pietra.
Fece ricorso alla sua ancora flebile forza di volontà per non ricadere nelle profondità dell'incoscienza, e mise a fuoco gradualmente l'immagine che lo sovrastava. Le pareti di nuda roccia che lo circondavano eran bagnate dal bagliore rosso fuoco del tramonto, che si riversava da una finestra alle sue spalle. Il coro vago e monotono che lo aveva riportato a galla si scindeva ora nei suoni armonici della natura. Il fischiare impetuoso del vento ed il ripetitivo cinguettio dei volatili; l’insieme di quelle percezioni lo travolse, riportandolo all’origine di tutto.
Fu allora che ricordò.
Immagini, sensazioni e consapevolezze riaffiorarono sull’arido terreno della sua memoria, smaltendo il tepore che ne inibiva le capacità. Fu come se, a furia di sforzarsi nel tentativo di ricordare, fosse riuscito a crearsi una breccia nel recesso della mente che custodiva tutte le informazioni del caso. E da quel varco si riversarono a fiotti, imprimendosi dietro le sue palpebre chiuse, tangibili come spettri in visita dal passato. I momenti, le cause e le conseguenze, tutti i tasselli trovarono posto nella linea temporale degli eventi, aiutandolo a ricostruire il senso logico che lo aveva condotto in quello stato, in quel luogo. E quando il puzzle fu completo, fu pronto a ricominciare.
~ Hoy Island, Orkney.Il tempo impiegato a riprendere pieno controllo delle proprie facoltà bastò affinché l’ultimo raggio rosato venisse inghiottito dalle tenebre della sera. Non una nuvola interrompeva la distesa blu violaceo del cielo, costituendo un perfetto retroscena per il disco perlaceo della
Luna. In quel candido chiarore, il profilo del ragazzo pareva fondersi al bagliore lattiginoso delle stelle. Il pallore diffuso sul volto e sul collo lo faceva apparire non dissimile ad uno spettro, eppure la scintilla custodita nel suo petto non si era spenta, non del tutto. Un lieve spasmo percorse la sua mano, e le dita avvertirono con rinnovata intensità il gelo del frammento racchiuso in essa. Proprio lì, nella presa morbosa del suo arto, era custodita la causa della sua presenza in quel luogo sconosciuto. La scheggia di ghiaccio perfettamente levigata recava il marchio dell’entità che si era impadronita della sua anima, che ne aveva mosso le intenzioni e i passi, spingendolo ai limiti della propria volontà. La reliquia di un potere tanto immenso quanto contaminante, che ad ogni tentativo di resistervi rispondeva estendendo il suo controllo, stringendo con più insistenza il suo corpo nella morsa del gelo.
Il
freddo era ciò di cui il suo spirito era stato infetto.
Dal primo istante in cui lo spettro di Isa si era cristallizzato in quella runa e si era legato morbosamente a lui, la forza irrompente del gelo lo aveva trasformato, condizionandone le scelte, i poteri, persino l’aspetto. Come se al posto del cuore gli fosse stato trapiantato un cristallo di ghiaccio vivo, che ad ogni lento battito gelava il sangue nelle vene, attecchendo nel corpo e nell’anima sbiadita.
Ma ormai quel potere batteva in ritirata. Il celeste spento dei suoi occhi, specchi dello spirito corrotto, cominciava a ravvivarsi. Una fiamma indistinta indeboliva il manto brinoso che impediva alla sua mente di agire per conto proprio. Il fuoco della consapevolezza, della volontà, della rinascita.
Tutto ciò di cui aveva bisogno era ritornare sui propri passi.
Doveva abbandonare la cella d’isolamento che si era costruito sotto l’influsso del Gelo, ripercorrere la via di ritorno e solo così sperare di divincolarsi da quel guscio di ghiaccio. Quella notte lo avrebbe ricondotto al cuore pulsante della propria vita.
Alle sue spalle affiorava la casupola di pietra abbandonata che lo aveva ospitato negli ultimi giorni, al riparo dalla civiltà e dalle tentazioni. L’aveva raggiunta senza effettivamente conoscerne l’ubicazione, mosso da una volontà che non gli apparteneva. Ed ora che poteva osservare nuovamente con i propri occhi, attingere alle proprie consapevolezze e decidere per sé, rischiava di annegare nel dubbio.
Camminava, stringendo nervosamente la bacchetta, lungo un sentiero aperto che sfociava in un panorama vasto e desolato. Costeggiando le macchie erbose si era lasciato alle spalle il folto della vegetazione, fronteggiando infine quello che sembrava un reticolo di isolotti situati sulle placide e scure superfici del mare. *Ma certo.*
L’ombra di un flashback gli passò davanti fugace, e non gli risultò difficile afferrare il motivo di quella scelta. Il paesaggio freddo e disabitato si addiceva perfettamente al suo stato d’animo condizionato da Isa; solo in quel momento, invece, poteva percepire la bellezza suggestiva del luogo. I fianchi rocciosi dei promontori che emergevano dalle profondità marine, le verdi vallate che si aprivano senza preavviso rendendo il tutto perfettamente asimmetrico... Un fascino al quale non sapeva resistere.
L’eco della sua passione per l’ignoto incontrò quello della prudenza, e ben presto venne sopraffatto da un senso di smarrimento che gli strinse il petto. Passi incerti lo condussero verso la campagna, mentre dentro di sé combatteva per non far vacillare la sua nota fermezza, finché, trattenendo il fiato, non si trovò di fronte ad uno strapiombo. *Riprendi il controllo, dannazione.*
Oltrepassando il velo di disperazione che falsava la vista, sollevò il capo e gettò uno sguardo aldilà dell’altura. A qualche metro di distanza, uno stretto groviglio di costruzioni interrompeva la distesa di verde, colorando di vita la desolazione del luogo.
STATISTICHE Salute: 172 Corpo: 155 Mana: 153 Exp: 34 | OGGETTI - Equipaggiamento Attivo; - Bacchetta Magica; - Runa Isa (inattiva). |