the day is done, Private

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view post Posted on 5/3/2014, 22:52
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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Lame di luce solare entravano tenui dai finestroni del maestoso castello, illuminando particelle di polvere avvolte in una danza tutta ghirigori e spirali. Il brusio degli studenti che uscivano dalle aule permeava quei luoghi, interrompendo quel mesto silenzio in cui la Scuola era immersa fino a pochi minuti prima, fatto salvo per le aule occupate. Era tardo pomeriggio: per alcuni avrebbe significato il definitivo svago fino a sera, ma i meno fortunati avrebbero passato quel tempo con la testa sui libri.
Così premeditava di fare Eloise: testa china sui libri fino all’ora della nanna, che non sarebbe arrivata troppo tardi. Ma prima aveva deciso di concedersi un ulteriore giro esplorativo. Dal suo arrivo a Hogwarts fino a quel momento quella era stata la sua attività di svago principale, oltre a socializzare con studenti di un po’ tutte le Casate, principalmente del primo anno. Ora che ci pensava, però, nessuno dei Corvi aveva ancora incrociato il suo cammino.
Ciondolando a destra e a manca e aggiustandosi ciclicamente la borsa sulla spalla destra, era giunta fino al terzo piano. E, considerando che alle ultime ore aveva avuto Pozioni nei sotterranei, aveva fatto un bel po’ di strada. Era passata davanti alla statua della Strega Orba e le aveva fatto un inchino, tradizione ormai fissa nei suoi pomeriggi di peregrinazioni.
Erano giorni che esplorava e vagava, ormai si era fatta un’idea generica delle zone principali. Aveva scoperto, qua e là, degli interessanti collegamenti veloci o, come li aveva chiamati lei, dei “recuperi di tempo”. Non erano abbastanza interessanti da ricevere l’accezione di passaggi segreti, ma potevano essere utili se non si voleva fare troppo tardi per andare a lezione. Era innegabile: quella sua nuova casa le piaceva da morire. Rispondeva perfettamente alle sue esigenze, enormi spazi che non la facevano sentire in gabbia, un bel giardino per godersi l’aria esterna e una buona dose di misteri da scoprire. Eloise gongolava il pensiero di ciò che l’avrebbe attesa nei sette anni a venire.
Mentre metteva un piede avanti all’altro si ritrovò accanto all’aula di Incantesimi e si accorse per puro caso di una porta socchiusa, porta a cui non aveva mai prestato attenzione e che ora attirava il suo sguardo. Non era niente di speciale, era banale e simile a tante altre, l’unico fattore rilevante era che non l’aveva mai vista prima. Non c'erano targhette riportanti il nome di una materia o di un docente, ma sul muro si stagliava un chiaro segno sbiadito dove un tempo doveva essercene stata una.
Un desiderio irrazionale di entrare si impadronì di lei. Si avvicinò pian piano alla porta, oggetto inconsapevole della sua più totale attenzione. Si appoggiò allo stipite e gettò un’occhiata dentro. Era tutto buio, le finestre dovevano essere state oscurate. L’unica figura che si intravedeva doveva essere una scrivania spaziosa. Chissà qual era la sua funzione, a chi era appartenuto e che storia aveva. L’unica ragione che la tratteneva dall’entrare fu un dubbio fugace che le attraversò la mente: ne aveva il permesso?


Edited by Nih . - 5/3/2014, 23:30
 
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view post Posted on 6/3/2014, 09:08
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Giornata più brutta non poteva capitare nemmeno se uno ci si impegnava a far andare le cose male,ma ormai l'unica consolazione era la promessa di un dolce e ben meritato tempo libero.Anche se Derek odiava il tempo libero,non sapeva mai cosa fare ed il dolce far nulla non era per niente il suo preferito passa tempo.
Se poi si aggiunge che l'ultima lezione della giornata era stata storia della magia si completa il quadro,non che il professor Audley non fosse bravo nelle spiegazioni ma la noia di quella materia riecheggiava per il tutto il castello e forse anche fuori.
Uscì dall'aula insieme ad una flotta di ragazzi del secondo anno probabilmente diretti in biblioteca o forse in sala grande a rimpinzarsi.
Derek quella sera non aveva voglia ne di studiare,cosa alquanto strana per un tipo come lui,ne di mangiare anche se effettivamente la sua voglia di non andare il sala grande era più legata al fatto che quella sera non era particolarmente avvezzo ad incontrare gente,non che la dove fosse diretto di gente non c'è ne era ma quanto meno erano solo concasati in preda a crisi accademiche su come castare questo o quell'altro incantesimo.
Il sol pensiero di sedersi davanti al fuoco della sala comune comportò una sensazione di libidine al prefetto,che aveva notato nelle sere precedenti che quando entrava c'era sempre qualcuno che si alzava per far posto a lui,cosa che odiava terribilmente.
Per lui quella carica era si prestigiosa ma credeva con convinzione che era al servizio della scuola e non uno de capetti bulletti che usavano la spilla per unitili barbaggianate.
Ma come era chiaro in quella scuola non tutti la pensavano come il giovane prefetto Corvonero,anzi...per cui era consapevole che doveva difendere i suoi concasati della rappresaglie altrui.
Ormai era giunto al secondo piano,una piccola tappa verso la sala comune che si trovava in cima ad un torre per cui la sua scalata verso il meritato era ancora agli albori.
Stava per arrivare al terzo piano quando vide una coppia baciarsi ed DIo l'avrebbe fulminato se fosse passato da li per arrivare al quarto piano.
*Ma che ci trovano?*
Poi con la mente pervasa dal nuovo pensiero:l'amore,continuò il suo cammino e dato che fu costretto dalla cose ad intraprendere la strada che percorreva tutto il terzo piano era un po' infastidito dato che da li si allungava molto di più.
Ma prima che potesse imprecare il venticinque lingue diverse per l'accaduto che incrementava il suo odio verso quella giornata,vide una ragazza,era di spalle e era intenta forse a capire cosa vi fosse all'interno di una porta.
Effettivamente anche Derek vi era passato davanti molte volte ma era sempre stata chiusa,adesso era socchiusa e infatti la ragazza dall'ignota casata era li intenta a vedere cosa vi fosse dentro,così il giovane prefetto si avvicinò a lei piano piano senza fare rumore e poi disse con voce ferma e decisa,anche se ancora un po' puerile.

Si é persa qualcosa?
 
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view post Posted on 6/3/2014, 19:00
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Continuando a curiosare con lo sguardo dentro l'ufficio, Eloise si accorse che la maggior parte della mobilia all'interno era ricoperta da teli. Altro chiaro segno di abbandono. Nonostante lo stato, però, si poteva percepire sulla pelle una certa aura mistica che permeava il luogo, come se stesse cercando di trasmettere la sua rilevanza nella storia della Scuola. A chi era appartenuto? Qual era la sua funzione? Ma soprattutto... perché era caduto in disuso? Possibile che la porta fosse stata chiusa e proprio adesso, proprio mentre lei passava, fosse socchiusa?
Domande su domande affollavano la mente della Tassina che, ancora appoggiata allo stipite, spostava il peso del corpo da una gamba all'altra. Intorno tutto era silenzioso, o forse appariva tale a causa dei movimenti continui degli ingranaggi del suo cervello. Si era estraniata dal mondo sull'orlo della scelta: entrare o non entrare?
D'improvviso, una voce alle sue spalle la riportò brutalmente alla realtà. Eloise trasalì con un sobbalzo poco contenuto, si voltò di scatto, si appese ai due stipiti della porta come per difendere il suo territorio e, in tutto questo, fece cadere la borsa.

«Io, beh... ecco, ero, ero... ecco...»
Iniziò a farfugliare alla figura a cui apparteneva la voce di poco prima. Non appena lo spavento fu passato e le sue facoltà mentali tornarono attive, si ricompose e aggiunse:
«Non ho perso nulla, ecco... Ho visto questa porta socchiusa e non l'avevo mai notata prima e stavo... Ecco, dando un'occhiata! »
Era un ragazzo biondo, dagli occhi verdi e dalla faccia proporzionata. A dirla tutta, sembrava leggermente irritato. I colori della sua divisa le suggerirono che faceva parte dei Corvonero, quasi le fosse stato mandato da una divinità burlona in risposta ai suoi pensieri di poco prima. Infine, al termine della sua osservazione, si accorse della P dorata che scintillava sul suo petto. Un Prefetto. Di tutte le persone che avrebbe potuto incontrare, le era capitato proprio un Prefetto. Ma in fondo lei non stava facendo nulla di male, curiosava solo qua e là. Completamente padrona dei suoi processi mentali, tentò di metterla sul ridere.
«Mi metterai in punizione?»
Non aveva assunto un tono di sfida, aveva optato sull'autoironia dovuta alla reazione ridicola ed esagerata che aveva avuto.
 
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view post Posted on 10/3/2014, 10:40
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Da quando era un prefetto amava fare di certe cose,far spaventare le persone ma non avrebbe mai messo in punizione qualcuno che non faceva niente di male.
Anche perché era difficile a dirsi ma era un Corvonero.Così guardò la ragazza che sussultò e poi farfugliava in cerca delle parole da dire e Derek ebbe come l'impressione di aver esagerato nel fare ciò che fece.Ma come si suol dire un po' divertimento non guasta mai...forse non si suol dire ma fa lo stesso.
Sorrise alle parole della giovane che a quanto stava ai colori della sua divisa era di Tassorosso.
Non volle inferire più di tanto data la reazione precedente non voleva certo che svenisse li davanti a lui quindi rasserenò il volto e sorrise...oddio...da quando non sorrideva.....
Doveva chiamare il suo biografo...un evento più unico che raro si era appena materializzato tra le mura del castello...Udite,udite...Derek Hide ha sorriso.
Probabilmente era il caso di fare un comunicato stampa.

No.non ti metterò in punizione.Anche perché non hai fatto nulla di male

Disse dolcemente quasi come una persona normale....oddio...altro che comunicato stampa....sarà forse la stanchezza ma Derek non sembrava più lui...era un ragazzo freddo e distaccato che probabilmente avrebbe risposto male e se ne sarebbe andato in preda alla sua rabbia eterna...ma non lo fece...sarà forse che gli appartenenti alla casa Tassorosso avessero un che di rilassante...o forse quella scuola lo stava cambiando...qualunque cosa fosse il giovane prefetto ebbe paura di se stesso...adesso si che voleva andarsene..ma non lo fece per pura cortesia...

Effettivamente è sempre stata chiusa che io ricordi...

Chissà cosa c'era la dentro...di certo non potevano entrare ne tanto meno curiosare...anche se la tentazione era molta.
 
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view post Posted on 11/3/2014, 10:51
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L’incontro con il prefetto aveva rimpicciolito le possibilità di entrare a curiosare a una dimensione planctoniana. Come poteva sperare di introdurre i suoi leggiadri piedini nell’ufficio senza prendersi una punizione in tempo infinitesimo? Nulla avrebbe impedito quella reazione causa-effetto immediata. Una parte di lei, però, fu grata dell’incontro: il peso della scelta non gravava più sulla sua testolina rossa, il suo percorso era ormai dettato da una causa di forza maggiore. Eloise si sentì sollevata.
Il prefetto aveva sorriso e l’aveva tranquillizzata riguardo alla punizione. Probabilmente non aveva colto il tono ironico delle sue parole, ma la piccola Tassa non ci prestò grande attenzione, perché lui aveva iniziato a mostrare interesse per la porta. Che ci fosse una qualche remota possibilità che l’accesso a quell’ufficio non fosse proprio “illegale”, neanche “consentito”, ma, forse, “ignorato”? Non era magari un luogo dimenticato da tutti a cui nessuno più prestava attenzione, se non colui che aveva attirato la loro attenzione lasciando la porta socchiusa? Era forse uno degli scherzi di cattivo gusto architettati malignamente da Pix?

« Sembra anche a me. È strano, dà un’occhiata: tutto abbandonato, quasi fatiscente… Ne sai qualcosa? »
Probabilmente stava mostrando più interesse del necessario. Si fece da parte per lasciar spazio al compagno e condividere una scoperta che fino a quel momento aveva ritenuto “sua”. D’altronde, lei era una Tassorosso: una regola era una regola, non poteva rischiare ritorsioni sui punti della sua Casata, che era solo terza in classifica. Era già piuttosto scarsa con l’impegno scolastico, non era necessario infierire da altri punti di vista.
Per l’ennesima volta, si aggiustò la borsa sulla spalla, spostandola sulla sinistra. Era esausta a livello mentale, il suo cervello appariva saturo. Avrebbe avuto bisogno di un po’ di attività motoria: una corsa a perdifiato, un po’ di Quidditch, qualsiasi cosa… anche uno sport babbano. La vita sedentaria non faceva per lei, l’ultima attività fisica rilevante che aveva compiuto era stata la reazione all’agguato premeditato del prefetto, dunque era messa proprio male.

«Comunque è veramente di cattivo gusto spaventare la gente alle spalle così »
Disse in tono scherzoso, giusto per riempire il silenzio che si era creato.
«Qualcuno potrebbe rimanerci secco!»
 
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view post Posted on 23/7/2015, 18:15
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La situazione era molto divertente, alla fine che valeva avere una spilla come quella se non si usava anche per divertirsi, sapeva bene che a volte era un po’ pesante ed ingiusto, ma che diamine tra ronde e notti insonni quel ruolo doveva avere un lato positivo, a parte stare fuori dalla sala comune di notte, cosa che faceva anche prima, quindi non contava, adesso però, la curiosità di sapere cosa ci fosse là dentro era forte.

Beh, in realtà volevo spaventarti, quindi…

Lascio in sospeso la frase e continuò ad osservare la porta semi aperta o semi chiusa, era un po’ come il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Mezza aperta significava, entra e guarda, mezza chiusa, non entrare.
Ma alla fine era una porta, se doveva essere sigillata per qualche pericolo lo avrebbero fatto con la magia e meglio di così, e la porta non si sarebbe mai aperta.
Pertanto era legittimo poter entrare, o anche che non lo fosse, chissenefrega.
Così alzò la mano e spinse la porta per aprirla di più dando a entrambi la possibilità di entrare.


Dopo di te.

Disse indicando l’entrare con la mano destra.









 
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view post Posted on 14/8/2015, 12:58
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Il Prefetto aveva preso la sua battuta con la giusta ironia, aveva affermato lui stesso che il suo obiettivo era di spaventarla, ed Eloise non riuscì a trattenersi dal dargli un’amichevole e leggera gomitata, come se avesse a che fare con un vecchio amico. Fu un gesto immediato, non ragionato, e in una parte remota della coscienza della Tassa si chiese se non fosse stato azzardato. Non era normale prendersi libertà del genere – specialmente con uno studente più grande e un Prefetto – ma era stato proprio lo stare al gioco del ragazzo a legittimare la sua reazione. Nonostante tutto, non si era ancora concesso grandi sorrisi o grandi risate. La ragazza sentì di aver osato troppo.
Giovane, pivella Eloise, che ancora non aveva avuto occasione di incontrare quegli individui che non spendono nemmeno una briciola delle loro energie per mettere a proprio agio chi li circonda. Non vogliamo qui generalizzare e assumere senza ragione che il Prefetto appartenga a questa categoria di persone, ci limitiamo ad augurare alla donzella di rimanere nell’ignoranza ancora per qualche tempo.

«Che malvagio, eh!»
Aveva esclamato nel momento in cui aveva sganciato la gomitata incriminata.
Davanti alla possibilità sempre più concreta di aggiungere alla lista dei luoghi noti anche quello stanzino abbandonato, ogni dubbio e titubanza ebbero il buon gusto di dissiparsi. Cosa leggeva negli occhi del Prefetto mentre lui osservava la strabenedetta porta? Era forse interesse? Anche lui non riusciva a resistere alla curiosità.
D’altra parte, era un Corvonero, la sua era una Casata nota per la sete di conoscenza e, benché non si potesse fare di tutta l’erba un fascio, sarebbe stato uno spreco non approfittare di quel fortuito spiraglio. A conferma delle sue supposizioni, una spinta sulla porta e un invito a entrare.
Nonostante le previsioni, Eloise si stupì della tranquillità con cui il ragazzo aveva preso quella decisione. Da nessuna parte stava scritto che era vietato entrare o che sarebbe stato pericoloso, stare nell’ignoranza questa volta avrebbe potuto avere i suoi vantaggi. Guardò prima il ragazzo, poi la porta, poi ancora il ragazzo. La sua espressione mutò dal sorpreso al furbesco, e finalmente si decise a entrare.

«Scopriamo allora questa stanza nascosta…»
Disse, mentre superava il confine di sicurezza. Ciò che stava facendo - per inciso: entrare in un’aula abbandonata insieme a un perfetto sconosciuto – non rispondeva esattamente ai principi di responsabilità e amor proprio. Non sapeva niente di quel tizio e la sua curiosità la stava mettendo in una situazione pericolosa. Ah, Eloise, quante numerose volte ti accadrà di compiere altri gesti così azzardati!
La piccola, però, non prestava alcuna attenzione alla voce della coscienza, tanto era concentrata a conoscere quel nuovo ambiente. Quando gli occhi si furono abituati all’oscurità, aiutati dalla luce che entrava dalla porta, Eloise iniziò a distinguere meglio ciò che stava all’interno.
La mobilia era posizionata in modo ordinato, come se fosse stata utilizzata fino al giorno precedente, con l’unica differenza che, come aveva già osservato dall’esterno, era ricoperta da teli. Quella caratteristica fece scorrere un brivido ghiacciato sulla schiena della Tassorosso: era così che si faceva quando moriva qualcuno, lo si ricopriva con un telo per nascondere l’orrore alla vista dei più. Eppure, quello studio pulsava di energia, si poteva percepire sulla pelle e dagli odori che i suoi muri aveva ospitato persone vere, che provavano emozioni, che si agitavano e gioivano, che si arrabbiavano e piangevano. Aveva lasciato sulla porta tutte le preoccupazioni e le stanchezze accumulate durante la giornata, e si era immersa completamente in quel mondo parallelo. Avvicinandosi a una poltrona, i nervi a fior di pelle, sollevò il lembo di un lenzuolo, mentre cercava di scoprire cosa c’era sotto.
 
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