Serpedoro Grifonverde, Zoey, ma chère, it's for you

« Older   Newer »
  Share  
Arya Von Eis
view post Posted on 28/3/2014, 03:02




Se non si decideva a darsi una mossa e a riprendere il controllo della sua vita altro che studentessa modello, sarebbe finita ultima della classe...si era decisamente adagiata sugli allori, prendendosi il lusso di lasciare indietro il più dei compiti...e a poco servivano i suoi tentativi di giustificarsi...né gli impegni extra scolastici alla Gazzetta, né tutto il resto accaduto in quel periodo potevano esentarla dal proseguire gli studi nel modo più impeccabile, doveva far conciliare tutto in modo da trovare il giusto tempo da dedicare ad ogni cosa.
Okey...la teoria sembrava semplice...detto così non appariva come una cosa impossibile...anche se non era del tutto convinta di riuscire a concentrarsi su qualcosa in particolare senza rischiare contaminazioni da altri pensieri, ma doveva almeno provarci, anche perchè serpeverde si trovava nel baratro...in fondo alla classifica e sinceramente l’idea di ritrovarsi faccia a faccia con la Caposcuola per discutere sul da farsi e dover ammettere di essere stata una scansafatiche non l’allettava per nulla...di cose di cui parlare con Emily ne aveva fin troppe, quella poteva evitarsela...
*Bella scusa Arya...a chi vuoi darla a bere? Vorresti parlarci ed allo stesso tempo evitarla...vederla ed allo stesso tempo starle il più distante possibile...Andresti male in tutte le materie se servisse ad attirare la sua attenzione...ma allo stesso tempo vorresti essere impeccabile così magari avrebbe un motivo in meno per odiarti...* scacciando via quel pensiero che, inevitabilmente l’avrebbe distratta, si preparò per affrontare la lunga giornata.
Quel pomeriggio era dedicato allo studio...primo in cima alla lista...per ovvi motivi...era stata l’ultima ruota del carro fino a quel momento, era forse il caso di riportarlo in testa.
Terminate le lezioni tornò in sala comune giusto il tempo di posare i libri e controllare cosa esattamente avesse da fare...il che la diceva lunga su quanto ultimamente avesse preso sotto gamba lo studio...
*Storia della Magia* si stupì di se stessa...era una delle materie che preferiva eppure l’aveva messa in disparte, okey che in quanto ad utilità pratica era pari a zero, ma non per questo doveva trattarla così male...sì avrebbe cominciato con quella, poteva essere un buon punto di partenza per recuperare il rapporto con i libri.
*Prossima tappa biblioteca*
Da quanto non ci metteva piede? Un bel pezzo, era già tanto se si ricordava la strada e sicuramente la carceriera, ehm sì, aveva iniziato a chiamare così la bibliotecaria dopo aver constatato il terrorismo psicologico al quale sottoponeva chiunque provasse anche solo a starnutire in quel luogo, non ricordava la sua faccia *Meglio così*
Raggiunta la biblioteca rallentò il passo, sarebbe entrata facendo meno rumore possibile ed avrebbe continuato su quella linea per tutto il tempo in cui si fosse trattenuta in quel luogo, ma quasi subito si rese conto che le sue buone intenzioni servivano a ben poco, quel giorno lì sembrava esserci più confusione che al mercato *Per caso la carceriera è malata?*
Senza curarsi troppo del resto dei presenti andò dritta alla sezione che le interessava, recuperando qua e là i tomi che le sarebbero tornati utili per svolgere i compiti arretrati, cercò di non strafare, inutile prenderne tremila, non li avrebbe mai consultati tutti in un pomeriggio, selezionò dunque i principali e prese posto all’unico tavolo rimasto libero.
Sopportazione pari a zero, aveva deciso di impegnarsi, ma il chiacchiericcio non le permetteva di concentrarsi a dovere
*Non ci siamo* si alzò afferrando i libri e prima di uscire registrò di averli presi in prestito.
*E adesso?* si guardò intorno rimuginando sul da farsi, escluso il luogo del silenzio per eccellenza, che però aveva appena abbandonato, non c’erano molti altri luoghi dove dedicarsi allo studio in pace *In camera magari?* scosse il capo *Escluso* se per caso vi avesse trovato Emily non avrebbe combinato più nulla, presa dalla disperazione e senza la minima voglia di perdere ancora tempo decise restare lì, a quell’ora le lezioni erano terminate, bastava non stare nei pressi della biblioteca e del club dei duellanti ed il gioco era fatto.
S’incamminò lungo il corridoio fino a raggiungere l’aula di Antiche Rune, lì non sarebbe passato nessuno almeno fino al mattino successivo e a meno che qualcuno non voltasse lo sguardo in quella direzione decidendo di infastidirla, sarebbe stata tranquilla.
Posò i libri a terra sedendosi accanto a loro con la schiena appoggiata alla parete, la posizione non era delle più comode, ma bisognava accontentarsi
*Questo passa il convento* ed iniziò a sfogliare il primo volume.
 
Top
view post Posted on 28/3/2014, 09:25

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

Group:
Grifondoro
Posts:
2,056
Location:
District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

Status:


Era stata via per un po' dal Castello, e quella distanza non poteva averle fatto che bene: le mancavano troppo la sua famiglia e il posto da cui proveniva.
Aveva trascorso due settimane bellissime, senza doversi preoccupare di nulla, allegra e spensierata come non le era mai capitato di essere. Da ragazzina di buonsenso qual era, però, sapeva che quella bolla di felicità che si era venuta a creare non poteva durare per sempre. Bisognava pur romperla e tornare alla quotidianità, fatta di obblighi, doveri e responsabilità alle quali adempiere, e alle quali, per una sorta di codice di princìpi morali che la guidava ogni volta, mai si sarebbe sottratta.
Così, qualche giorno dopo l'equinozio di Primavera, giornata importante per il suo Popolo, aveva fatto ritorno ad Hogwarts; tutto sommato, doveva ammettere che non era stato così traumatico, anzi. Con sua enorme sorpresa, si era accorta di quanto fosse facile reintegrarsi nel Castello, rivedere persone con cui aveva legato, specialmente fra i Grifondoro.
C'erano state delle novità: Kimberly, Kim, la sua compagna di stanza, l'unica che potesse considerare un'amica stretta, e forse, in altre occasioni, l'avrebbe anche considerata la sua migliore amica, era diventata, meritatamente, Prefetta, al posto di Valéry, che sembrava svanito nel nulla ormai da un po' di tempo.
Non poteva dire di non essere contenta per Kim, la carica era del tutto meritata e sapeva che l'amica avrebbe fatto del suo meglio per svolgere i suoi compiti - e d'altro canto, Zoey sarebbe stata sempre pronta a darle una mano, qualore ne avesse avuto bisogno -, ma non poteva negare di essere preoccupata per l'assenza prolungata e ingiustificata di Valéry, con cui la Rosso-oro aveva legato durante i mesi in cui erano stati "colleghi".
Quel giorno, sul far della sera, Zoey non aveva nulla da fare: i compiti erano stati svolti, e nessuno richiedeva il suo aiuto. Decise quindi di vagare per un po' nei corridoi del Castello, per trovare un luogo silenzioso e isolato, in cui potesse stare sola per portare a termine un rituale che le aveva commissionato la sua amata nonna Willow poco prima che partisse.
Beh, a dire il vero, non era un rituale vero e proprio: più che altro, si trattava di una preghiera, piuttosto lunga, che richiedeva estremo silenzio e concentrazione, da fare alla luce della luna, e senza alcun altro tipo di illuminazione. Zoey avrebbe dovuto stringere fra le mani il suo ciondolo d'argento del Triscele, rappresentazione delle tre nature della sua dea, la Fanciulla, la Madre e l'Anziana, affacciarsi alla finestra, guardare la luna nuova e iniziare il suo canto di supplica.
Tempi bui incombevano su di loro, aveva detto l'anziana Saggia cherokee: sarebbe stato meglio cercare, per quanto possibile, una qualche protezione d'altro tipo.
Zoey non le aveva chiesto spiegazioni, ma aveva annuito: Willow Blueriver raramente si sbagliava. E aveva ragione: i tempi erano maturi, qualcosa si stava preparando.
*Certo, avrei anche potuto attendere qualche altra settimana e sfruttare il potere della Luna Piena, sarebbe stato più efficace...*, pensò, mentre apriva la porta di un'aula a caso, quella di Antiche Rune, le sembrava che fosse.
Convinta com'era che non ci fosse nessuno, richiuse la porta alle sue spalle, e si voltò verso la finestra, scostandosi con gesto quasi infastidito i lunghi capelli castani - a proposito, si annotò mentalmente di tagliarli a breve - all'indietro, e si incamminò con passo spedito verso l'ampia finestra dell'aula, Triscele stretto in una mano e candela blu, rappresentante l'acqua, il suo elemento, nell'altra.

- Va bene, facciamolo. - sussurrò, rivolta ovviamente a se stessa; posò Triscele e candela sulla soglia della finestra, e...si accorse che effettivamente non era sola come pensava di essere.
Dall'altra parte della stanza, c'era un figura umana con la schiena appoggiata alla parete, con un libro in mano, e tanti altri a terra intorno a lei. A giudicare dai capelli, piuttosto lunghi e scuri, doveva essere una ragazza, forse addirittura sua coetanea. Magari la conosceva anche.
Si affrettò ad occultare Triscele e candela nella borsa a tracolla bianca che aveva sulla spalle, ma non era sicura che la ragazza non se ne fosse accorta; poi si schiarì la voce, avvicinandosi sempre di più.

- A quanto pare, non sono l'unica a voler scappare dalle altre persone e dal rumore...- iniziò, quasi sorridendo: non c'era nessun motivo per essere aggressivi e agguerriti.
Quando fu di fronte a lei, Zoey si rese conto che sì, la conosceva già: l'aveva incontrata per la prima volta ad Hogsmeade mesi prima, d'estate, nel corso di una chiacchierata con Miss Caroline Dalton che si era conclusa con un'allegra visita ai Tre Manici di Scopa, fra dolci e bevande fruttate e zuccherate.
In seguito, non si erano più parlate direttamente, ma avevano comunque continuato a salutarsi o a sorridersi quando si incontravano per i corridoi.
Arya Von Eis era una Prefetta, come lei, ma della Casata Serpeverde, al II anno anche lei, e una studentessa modello, con ottimi voti e un comportamento sempre impeccabile.
Zoey non sapeva praticamente nulla di lei, se non che era un tipo cortese ed estremamente educato, e che non era circondata da un'aria di arroganza e superiorità come moltissimi suoi Concasati (vedi: Miss Emily C. Rose). Chi lo sapeva, magari era la volta buona per approfondire la sua conoscenza.

- Miss Von Eis...non Vi avevo riconosciuta. - disse, passando al "voi", come era usuale fra i cherokee per mostrare rispetto e anche stima; e poi, non era affatto sicura che Arya avrebbe gradito un approccio più confidenziale, visto che dava l'impressione di essere così riservata. - Sono tornata al Castello da poco e avevo bisogno anche io di un luogo...silenzioso, ecco. Isolato dagli altri. - concluse in fretta, quasi avesse avuto paura di smascherare le sue reali intenzioni, che comunque, non erano affatto losche o proibite. - Ma se la mia presenza Vi disturba, me ne andrò via di buon grado. -
Tacque, e attese che la giovane Serpeverde rispondesse, sciogliendo ogni suo dubbio.
 
Top
Arya Von Eis
view post Posted on 28/3/2014, 14:21




Finalmente, malgrado qualche piccolo inconveniente, era riuscita a trovare un luogo tranquillo nel quale dedicarsi ai compiti, non aveva la più pallida idea di che ore fossero e di cosa accadesse nel resto del castello e a dir la verità poco le interessava, non sarebbe tornata alla civiltà finché non avesse finito quello che stava facendo.
Di sicuro c’era una cosa, il Sole era ormai calato e anche se qualcuno avesse accidentalmente aperto la porta non si sarebbe accorto di lei
*Poco male* forse una luce in più non le dispiaceva, ma quella penombra, almeno per il momento le permetteva ancora di leggere senza troppi problemi.
Inclinò leggermente il capo verso l’ingresso dell’aula sollevando un sopracciglio e cercando di non fare il minimo rumore, qualcuno stava entrando, magari dava solo una sbirciata per poi proseguire, cercò di convincersi, ma quando sentì la porta richiudersi e la figura avvicinarsi alla finestra, la seguì con lo sguardo, magari non avrebbe comunque fatto caso a lei.
Cosa ci faceva lì quella studentessa? Okey, si poteva girare a lei la stessa domanda ed in effetti non sapeva chi delle due avrebbe potuto dare l’impressione più sbagliata e meno rassicurante, una per terra china su dei libri nella penombra o l’altra che si addentrava in una stanza deserta con fare quasi furtivo.
Non riusciva a vederla chiaramente, non avrebbe saputo dire se la conoscesse e tanto meno cosa stesse facendo, posò qualcosa sul davanzale della finestra, ma anche quello era fuori dalla sua portata e lo fu ancora meno quando, accortasi di un’altra presenza, si affrettò a nascondere il tutto, rendendo la situazione ancora più sospetta
*Via Arya...tra un po’ inizierai a sospettare anche della tua ombra*
Quel luogo si era rivelato un nascondiglio perfetto, troppo perfetto, così perfetto da non essere stata l’unica a sceglierlo *E adesso? Che si fa?* sicuro potevano fingere di non essersi viste proseguendo ognuna per la sua strada, Arya non avrebbe obiettato ed in quelle condizioni non sarebbero di certo state in grado di riconoscersi se si fossero incrociate, dunque i loro segreti erano al sicuro, ma era altrettanto certo che non sarebbe stata lei né a fare il primo passo, né a mandarla via, la sua curiosità le imponeva almeno di dare un volto a quella figura, ma la riservatezza le impediva di azzardare un qualsiasi primo contatto.
Seguì i suoi movimenti con lo sguardo, cercando di mantenere un’espressione impassibile, si stava avvicinando e a momenti le sarebbe stato possibile distinguere chiaramente i lineamenti, voleva evitare di lasciar trapelare qualsiasi tipo di emozione o pensiero, almeno fino a quando non avesse capito chi aveva di fronte e quali fossero le sue intenzioni, ma le parole arrivarono alle sue orecchie prima delle immagini ai suoi occhi e quella voce le ricordava qualcosa di familiare.


-Un pensiero che ci accomuna a tal punto da farci addirittura scegliere lo stesso nascondiglio...curioso...-

Malgrado il tono tranquillo e cordiale della ragazzina che le aveva rivolto la parola, la sua risposta arrivò educata, ma più fredda e sostenuta, un modo per mantenere la distanza man mano che quella fisica andava ad annullarsi.
Rilassò il volto, lasciandosi sfuggire un sorriso, solo quando si rese conto che conosceva la figura che ora si trovava di fronte a lei...E come non conoscerla? Zoey Lesnicky...Prefetto Grifondoro...Aveva anche cantato le sue lodi in uno dei suoi articoli per la Gazzetta...ma già prima di quegli eventi aveva avuto il piacere di incontrarla, un incontro casuale che si era però rivelato decisamente positivo, una ragazzina sveglia dalla risposta pronta e decisamente simpatica, le aveva retto il gioco durante tutta la loro conversazione nonostante non si conoscessero e questo aveva di certo influito positivamente sull’opinione che aveva di lei, portandola ad andare oltre lo stupido stereotipo che serpeverde e grifondoro dovessero odiarsi a prescindere, ma questo andava bene ad Hogsmeade, a scuola era diverso.
Dopo essere tornate al castello si era sempre ripromessa di trovare cinque minuti per approfondirne la conoscenza, ma alla fine non c’era stata l’occasione e forse non l’aveva nemmeno cercata, presa da ciò che era successo, condizionata dagli stereotipi e concentrata a rafforzare la sua figura di perfetto prefetto serpeverde, le uniche interazioni che aveva avuto con lei si limitavano a qualche sorriso per i corridoio e qualche fugace saluto.


-Miss Lesnicky...con questa penombra non mi avrebbe riconosciuta nemmeno mia madre-

Rispetto all’affermazione precedente aveva addolcito il tono, pur mantenendo un certo distacco, anche Zoey non sembrava troppo incline a lasciarsi andare alle confidenze anche se, dopo la precedente conversazione, le sembrava quasi assurdo mantenere un tono così formale, ma Hogwarts non era Hogsmeade e magari la grifondoro per prima preferiva non fraternizzare col “nemico”.
Sul volto le si dipinse quella che poteva somigliare ad un’espressione dispiaciuta, che sostituì quasi immediatamente con un sorriso, ultimamente aveva avuto modo di riflettere sui suoi atteggiamenti, arrivando alla conclusone che sì le apparenze sono importanti, ma che si potevano fare le dovute eccezioni, avrebbe sempre e solo fatto ciò che voleva e riteneva giusto e avrebbe anche potuto minare la sua credibilità fraternizzando con una grifondoro se quest’ultima avesse acconsentito di minare la sua fraternizzando con una serpeverde, ma per il momento sembrava più incline a mantenere un certo distacco, la cosa le dispiaceva un po’ ma avrebbe evitato di darlo a vedere
*Hai sempre una reputazione da mantenere*

-Non si deve giustificare- il tono restava comunque dolce e questa volta cordiale, si poteva intuire che nascondesse qualcosa, ma la sua ultima intenzione era quella di metterla a disagio -Non è certo mia intenzione indagare su cosa l’abbia spinta in un’aula deserta...ognuno ha il diritto di tenere per se i propri segreti e di concedersi qualche minuto di tregua-

Che lei si trovasse lì per studiare era un puro caso, che non avesse, per una volta, nulla da nascondere lo era ancora di più. Quante volte le era capitato di ricercare un po’ di pace per dedicarsi ad altro? Abbastanza da comprendere che chiunque potesse sentire la sua stessa necessità.

-La sua presenza mi disturba?- sorrise -Assolutamente...anzi le dirò...è stato un piacere scorgere il suo viso nella penombra...mi sono sempre rimproverata di non aver più avuto modo di scambiare qualche parola con lei...almeno...almeno per ringraziarla di avermi ricondotta sana e salva al castello- chiuse il libro mostrando la copertina alla ragazza -Stavo semplicemente tentando di finire questo compito di storia...nulla che non possa aspettare...ho tutta una notte...quindi...resti pure se le va...o se preferisce posso lasciarla sola...magari lei aveva cose più importanti da fare-
 
Top
view post Posted on 28/3/2014, 17:43

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

Group:
Grifondoro
Posts:
2,056
Location:
District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

Status:


*In a coat of gold, or a coat of red, a lion still has its claws. And mine are long and sharp, my lord, as long and sharp as yours.*
La lenta canzone le risalì alla mente, senza un valido e preciso motivo, e fu difficoltoso concentrarsi sulle parole della sua interlocutrice, impegnata com'era a trovare una spiegazione per quell'apparentemente inspiegabile stream of consciousness.
Semplicemente, i suoi pensieri adesso fluivano liberamente nella sua testa, senza ordine logico e prepotenti, tanto che quasi ne sentiva il rumore che producevano, spintonandosi metaforicamente e pretendendo attenzione.
Fu solo un attimo, ma tanto bastò perché una vertigine le facesse perdere per un secondo l'equilibrio; Zoey barcollò visibilmente, e fece appena in tempo ad evitare che le ginocchia battessero con violenza sul pavimento, arpionandosi con le unghie sulla parete.
Boccheggiò, mentre sentiva che quell'aggressivo flusso mentale, gradualmente, si ritraeva nel nulla da cui aveva avuto origine.
Non sapeva dare spiegazione né nome a ciò che le succedeva, ma era sicura dovesse trattarsi di ricordi che tentavano di salire a galla. Sembrava quasi che il suo inconscio volesse ribellarsi, ma lei, ostinata, testarda, non voleva mai fare chiarezza, e anzi, preferiva di gran lunga sopprimere queste crisi del tutto fuori dall'ordinario.
D'altronde, non si era mai sentito di nessuno ucciso dal proprio passato.
Sì, beh, quantomeno non letteralmente, ecco.
Riprese fiato, e guardò Arya, a disagio e in imbarazzo.

- Vogliate scusarmi. Credo...probabilmente non ho assunto abbastanza zuccheri, oggi. - tentò invano di giustificarsi; era cristallino che a causarle quel semi-svenimento non fosse stata una comunissima crisi ipoglicemica. A chi voleva darla a bere?
Certamente la Serpeverde, lungi dall'essere così ingenua e credulona, avrebbe capito che non era stata quella la causa.
Contava però sul fatto che fosse discreta, quello sì.
Non se la sentiva di raccontare qualcosa in più di quel che le stava accadendo, al momento; poteva benissimo essere interpretato come debolezza, e l'idea non la faceva per niente impazzire, da brava Grifondoro qual era.
Decise di far finta che nulla fosse accaduto, e continuare a conversare con Arya tranquillamente.
Probabilmente era stato un errore darle del Voi, dopotutto non si trattava di una sconosciuta, e aveva potuto notare sul viso della coetanea un nota di...dispiacere? Forse.
Le sorrise, portandosi dietro l'orecchio una ciocca particolarmente ribelle di capelli.

- Già...ognuno ha i propri scheletri dell'armadio. - , si limitò a confermare. Era meglio non dilungarsi e non dare troppe spiegazioni, dal momento che era stata tanto cortese da non chiedere. Sarebbe stato imbarazzante da spiegare, e poco credibile, anche.
Si chiese quali segreti custodisse la Von Eis, invece: tanto oscuri da non poter essere rivelati neppure ad una madre? Di quelli inconfessabili, da rimanere sconvolti nel venirne a conoscenza?
Si stava decisamente facendo trasportare dalla fantasia; non riusciva a capire perché vedesse del torbido ovunque e in chiunque.
Scarsa fiducia nel prossimo, del resto non era colpa sua. Gli eventi del suo passato l'avevano segnata e, per certi versi, traviata, se così si poteva dire. Talmente tanto che al suo secondo anno, si contavano sulle dita le persone con cui aveva legato. Dalle altre si teneva semplicemente lontano, se poteva.

- Credo che a questo punto, potremmo darci del Tu. In fin dei conti, non siamo perfette sconosciute, e credo di non poter tollerare un'intera conversazione in questi termini, non amichevolmente. Credo sia un mio limite mentale. - replicò, sorridendole, per poi mettere subito in pratica ciò che aveva appena detto, e rispondendole:
- Oh, è stato un piacere aver l'occasione di parlare così piacevolemente con te, in quell'occasione, e mi dolgo che non ce ne siano state altre simili. -
Diede un'occhiata ai numerosi libri che la giovane Verde-argento recava con sé, sparsi sul pavimento, quello di Storia appena chiuso di scatto. Già, i compiti...aveva saltato parecchie lezioni a causa di quella permanenza prolungata negli States. Era davvero giunto il momento di rimboccarsi le maniche e darsi da fare.
Dal giorno dopo, però.
- Rimango molto volentieri, se a te non dà disturbo, allora...anche io posso benissimo rimandere l'impegno che mi aveva portata in questa stanza. Nulla ristora più la mente di una gradevole conversazione. - disse, sedendosi a gambe incrociate davanti a lei, appoggiando la tracolla accanto, facendo bene attenzione che gli oggetti al suo interno non si danneggiassero.
Guardò finalmente Arya in viso, stupendosi del fatto che ricordasse così bene i suoi tratti somatici: generalmente, dimenticava il viso di una persona pochi attimi dopo averla lasciata. Evidentemente, il volto della Prefetta doveva averla in qualche modo colpita.

- Dunque...come procede la vita al Castello? - chiese, tanto per rompere il ghiaccio.
Sperava di dimenticare in fretta quella crisi che l'aveva colta poco prima; rimanere da sola con se stessa diventava sempre più difficile. Ora doveva soltanto convincersi di stare bene, e che fosse tutto quanto a posto.
Dopotutto, era una maestra dell'autoinganno.
 
Top
Arya Von Eis
view post Posted on 31/3/2014, 03:05




Ti prego...guarda l'ora del post e perdona i vari errori che possono esserci...non so nemmeno io da quanto ci sto girando intorno a sto post...ormai scrivo con un occhio solo, ma mi seccava lasciarlo a metà e non ho decisamente la forza di rileggerlo...quindi perfavore fingi di non vederli XD


Mentre terminava la frase distolse lo sguardo dalla giovane grifondoro nel tentativo di dare una sistemata ai libri posati in ordine sparso vicino a lei, non sarebbe stato gentile invitarla ad accomodarsi con un tale macello.

-Così va...- *meglio*

Non terminò però la frase, quando tornò a rivolgersi alla ragazza rimase per qualche istante interdetta mentre quest’ultima, come se improvvisamente le fosse stata tolta la terra sotto i piedi, sembrava doversi accasciare al suolo da un momento all’altro.
Istintivamente scattò in piedi nel tentativo di arrestare la caduta
*Salazar vorrebbe che tu infierissi su una pupilla di Godric in difficoltà...non che indossassi il camice mettendoti a fare la crocerossina* ma non diede ascolto a quel pensiero, aveva appena deciso di lasciar perdere per una volta quello stereotipo, dar retta a quella vocina fastidiosa sarebbe stata l’apoteosi della contraddizione.
O era stata troppo lenta lei o Zoey si era ripresa abbastanza in fretta da reagire appoggiandosi alla parete per riprendere il controllo del proprio corpo, non voleva essere troppo invadente, ma quell’attimo di mancamento l’aveva un po’ preoccupata, la sorresse giusto qualche secondo, non era necessario, se la stava cavando bene da sola, ma quel gesto fu così istintivo che portarlo a compimento era inevitabile.
Quando si rese conto che la grifondoro era in grado di farcela da sola le sorrise, anche se poteva intuirsi che si era preoccupata, dandole un buffetto sulla guancia


-Ehi...non mi faccia più questi scherzi...non vorrei passare il resto della giornata in infermeria...o peggio dalla preside con l’accusa di aver attaccato una mia collega-

Appoggiò la schiena al muro, lasciandosi scivolare riacquistando la posizione che aveva appena abbandonato, tornando ad osservarla leggermente più seria

-Tutto okey? Se non i sente bene la riaccompagno alla sua sala comune-

Quasi come leggendole nel pensiero e con un leggero imbarazzo Zoey abbozzò una debole giustificazione domandandole scusa *Ma scusa per cosa?* era evidente che non credeva lei per prima alle sue stesse parole, sarebbe stato difficile convincere qualcun altro, ma non le avrebbe comunque messe in dubbio, la sua disponibilità l’aveva più che dimostrata *Forse anche troppo* se preferiva il riserbo di certo non avrebbe incontrato ostacoli da parte sua.
Come se nulla fosse successo la sua interlocutrice riprese il discordo da dove poco prima si era interrotto, cercando di allontanare l’attenzione dall’accaduto.

*Già...ognuno ha i suoi scheletri ed alcuni sono più ingombranti di altri*
Sospirò rassegnata a quell’affermazione, non poteva conoscere cosa ci fosse ammassato nell’armadio della ragazzina, ma sapeva esattamente, più o meno esattamente, forse meno esattamente di quanto credeva, cosa l’aspettava nel suo una volta aperto e l’idea la scosse per un momento, si limitò dunque ad una smorfia che doveva assomigliare ad un sorriso d’approvazione, anche se non era convinta di essere pienamente riuscita nell’intento.

-Per fortuna...mi liberi di un peso...no...per carità...divertente anche a volte...ma può diventare snervante-

Per quanto abbandonate le formalità decisamente fuori luogo si rese conto che la grifondoro conservava un vocabolario decisamente più raffinato e ben educato del suo, la cosa non la stupiva particolarmente, per quanto si sforzasse di apparire la perfetta purosangue, la perfetta studentessa, la perfetta prefetta, arrivava comunque dall’orfanotrofio di uno sperduto villaggio di una sperduta isola, non aveva mai avuto molto modo di perfezionare il suo vocabolario, dunque, non appena si lasciava andare leggermente di più si concedeva anche di non riflettere troppo sulla forma usata, ma più sui concetti, sperando che ciò non venisse interpretato nel modo sbagliato.

-E sia...vediamo allora di non deludere il fato che gentilmente ci ha concesso quest’opportunità...che se stava ad aspettare noi faceva in tempo a crescergli la barba fino ai piedi...mmm...sempre che non ce l’abbia già-

*Per Salazar Arya...la finirai mai di far la cretina? No*
Non poteva farne a meno, infondo anche quella era un’arma di difesa, più blanda, lasciava trasparire molti più lati, ma celava comunque quelli più scomodi.
Nei pochi istanti di silenzio, mentre la compagna si “accomodava” di fronte a lei si sentì forse leggermente colpevole nei confronti dei libri che stava nuovamente abbandonando, ma in realtà dovette constatare che fino a quel momento non aveva combinato molto...l’unica volta che si era detta “Oggi studio...tutto il resto nell’armadio” si era ritrovata col libro aperto in una situazione del tipo “I libri nell’armadio...oggi tutto il resto”.


-Sommersa dai libri...come puoi constatare- sorrise indicando i volumi impilati l’uno sull’altro -In realtà sono maledettamente indietro...vorrei le giornate più lunghe- *Oh per carità...son già abbastanza impegnative così...* sorpirò -O meno impegnate...già in 24 ore accade di tutto, figuriamoci se fossero di più- non poteva certo soffermarsi sui dettagli, ma chiunque avrebbe condiviso quell’affermazione, dunque non era necessario aggiungere altro -Ma escludendo questo piccolo ed insignificante dettaglio direi che non c’è male- *Bugiarda* -Anche se ti confesso che ultimamente mi sembra di vivere due vite parallele- *Oh per carità Arya...via...adesso trova una giustificazione plausibile e sensata* -La studentessa brava e diligente da una parte e la bambina capricciosa dall’altra...puoi ben capire come le due cose siano poco compatibili tra di loro- alzò gli occhi cielo -Impazzirò prima di fine anno-

Tutto sommato si era salvata in corner, almeno lo sperava, non si era contraddetta, aveva giustificato ogni sua affermazione, nulla avrebbe dovuto lasciar intendere che ci fosse altro, anche se ovviamente non poteva averne la certezza non conoscendo le capacità investigative della grifondoro.

-Ma...non è che tu da brava grifondoro che si prodiga per il bene del prossimo hai voglia di svolgere anche i miei compiti? In onore delle tradizioni e dei luoghi comuni...così io posso continuare a fare la brava serpe che sfrutta il prossimo?-

In quella richiesta non c’era assolutamente nulla di serio ed il tono lo lasciava palesemente intuire, ma aveva imparato a diffidare di chiunque ed anche la risposta alla più semplice provocazione, per quanto giocosa, poteva lasciarle intuire quanto fosse disposta ad andare oltre i colori che indossavano, durante il loro primo incontro non li conoscevano, ma ora era diverso e le persone sono volubili, cambiano idea continuamente.
 
Top
view post Posted on 31/3/2014, 11:49

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

Group:
Grifondoro
Posts:
2,056
Location:
District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

Status:


Nonostante si fosse ripresa abbastanza in fretta, Arya, a dimostrazione del fatto che potevano esser capaci di andare al di là dei colori delle proprie divise, si prodigò per sostenerla comunque, finché non fu in grado di reggersi in piedi da sola, senza più l'ausilio della parete. Quando finalmente poté sedersi a terra, di fronte alla cortese Serpeverde, tirò un sospiro di sollievo: no, Arya, come prevedibile, non doveva aver creduto alla sua ridicola giustificazione, ma, come aveva immaginato, non aveva neppure fatto domande a riguardo.
Meglio così: sarebbe stato fin troppo imbarazzante e increscioso dover ammettere di avere, di tanto in tanto, simili momenti di debolezza, in cui il suo passato la assaliva letteralmente e non la lasciava neppure respirare liberamente.
Scrutando Arya con gli occhioni scuri attenti, si chiese se avrebbe mai potuto comprendere; non aveva mai raccontato a nessuno quella parte della sua storia personale, anche se, ricordò, durante l'esame di Difesa Contro le Arti Oscure aveva dovuto affrontare un Molliccio che aveva, ovviamente, preso le sembianze di suo padre.
Era rimasta a fissarlo per un minuto buono, senza sapere cosa fare, dimenticandosi quasi di non trovarsi al cospetto del vero uomo, bensì a quello di una creatura magica studiata durante l'anno scolastico. Aveva l'aspetto dell'ultima volta in assoluto in cui l'aveva visto: lei aveva otto anni allora, e i suoi occhi da bambina lo facevano sembrare enorme, ingigantendo la realtà, ma durante quell'occasione, Zoey si era resa conto che non era così: era cresciuta anche lei, e l'uomo nero delle sue fantasie infantili nelle cui vene scorreva il suo stesso sangue, non era altro che un uomo normalissimo, di bell'aspetto, apparentemente rispettabile, ma come qualsiasi altro uomo, e dunque affrontabile e anche possibile da sconfiggere.
E così aveva fatto: un Riddikulus, e la paura e il timore si erano dissolti, per sempre.
Non erano rimasti che dolore, rabbia e odio, e, con suo enorme disappunto, aveva scoperto che questi erano sentimenti non meno temibili e pericolosi per il suo già fragile equilibrio.
Aveva sedici anni, ormai, l'età giusta per comprendere che probabilmente non avrebbe mai più rivisto suo padre, e che quindi covare rancore era del tutto inutile, ma quell'antica sofferenza non mancava mai di coglierla e affliggerla nei momenti meno opportuni.
Non poteva farci nulla, tranne che imparare a convivere con essa.
*Now the rains weep o'er his hall, and not a soul to hear.*
La sua mente concluse la canzone, così come come l'aveva fatta iniziare; ed era tutto, almeno per quel momento. Doveva soltanto ricordarsi principio e fine, e avrebbe controllato le sue emozioni. Facile a dirsi.

- No, non preoccuparti...starò meglio, da adesso. E' passato tutto. - , si affrettò a tranquillizzarla: tutto voleva, tranne che rimanere sola con se stessa.
Le seccava ammetterlo, ma a volte sentiva davvero bisogno della compagnia di qualcuno che non la giudicasse, che non le facesse domande indiscrete, ed Arya, col suo comportamente alla mano ma mai invadente, faceva al caso suo, e chissà, con un po' di fortuna e di pazienza da parte di entrambe, forse sarebbero anche potute diventare amiche, guardando oltre gli stemmi decorati sulle loro giacche.
La divertiva sentirla parlare: come poté constatare, anche lei, quando era nervosa o a disagio, aveva la tendesta a stra-parlare; era una cosa che avevano in comune. Lei, però, in quel momento, non si sentiva affatto a disagio: anzi, con sua enorme sorpresa, scoprì di stare bene. Rise sinceramente all'affermazione della compagna, e per un attimo ebbe nella sua mente corse l'immagine della Verde-argento con una bella barba folta e bianca. Rise ancora.

- Sì, io...sono stata via dal Castello per qualche settimana, da dopo le vacanze natalizie: avevo bisogno di staccare un po' la spina, non so se mi spiego. - si chiese se Arya comprendesse quella metafora babbana; Zoey era Purosangue, ma dove era nata e cresciuta, il confine fra mondo magico e mondo "reale", era davvero molto labile e facilmente varcabile, dunque poteva dire di consocere entrambe le realtà. - Suppongo di dover rimettermi in pari...ho portato a termine solamente le prime tre lezioni di Difesa, mi aspetta un gran lavoro ancora. - In effetti, se pensava a tutto ciò che avrebbe dovuto fare, le veniva quasi quasi voglia di sbattere la testa ripetutamente contro il muro. Avrebbe dovuto fare i salti mortali, e pur essendo una che generalmente si dava da fare, non le andava a genio, stavolta.
- Oh, mmh...posso capire benissimo. Anche io a volte ho questo sensazione. Una sorta di bipolarismo. Sebbene...sebbene per quanto riguarda me, viene da altre cose, ed è tutt'altra situazione...- disse, mantenendosi sul vago; sì, era proprio tutt'altra cosa, ma, se gliel'avesse chiesto, forse avrebbe anche potuto rispondere. D'altronde, se dovevano intavolare una conversazione, fare le Sfingi non serviva a nulla. Dovevano pur iniziare ad aprirsi l'un l'altra, no?
Ridacchiò, portandosi una mano davanti alla bocca, all'ultima affermazione della Prefetta Serpeverde.

- I pregiudizi non ti si addicono davvero, lasciatelo dire. Ma da galante Grifondoro, ti aiuterei pure...poi però chi aiuterebbe me, mentre tu reciti la parte della schiavista? -
Le sorrise, guardando tutti i libri sparsi a terra.
Cielo, aveva l'impressione che presto le sarebbero saltati addosso e l'avrebbero divorata, o peggio, risucchiata all'interno delle loro pagine.
E la dea sapeva quanta poca voglia avesse di ritrovarsi in mezzo ad una guerra fra creature magiche o roba simile.
 
Top
Arya Von Eis
view post Posted on 31/3/2014, 15:19




La grifondoro si premurò di tranquillizzare la compagna, asseriva di star bene, in effetti pareva essersi ripresa, ma da lì allo star bene ne passava di acqua sotto i ponti, il più delle volte la gente mentiva...mentiva spudoratamente...a nessuno piaceva mostrarsi debole o essere compatito e si finiva così per evitare di dire le cose come stavano, all’apparenza, in quella scuola, dovevano essere tutti dei ragazzini senza nessun tipo di problema, dall’infanzia felice, dal presente impeccabile ed immacolato e probabilmente con un futuro altrettanto roseo, ma l’apparenza non corrisponde quasi mai alla realtà e questo Arya lo sapeva più che bene.
Sorrise constatando che il suo straparlare aveva strappato una risata alla sua interlocutrice, si sentiva meno idiota e non potè fare a meno di domandarsi se, con premesse differenti sarebbe stata in grado di comportarsi diversamente, non era certo difficile fare la spocchiosa, l’odiosa e superba serpeverde quando si trovava di fronte i suoi concasati e la maggior parte degli abitanti del castello, non era stato difficile farlo nemmeno con Emily, con la quale inizialmente aveva pensato di poter fare un’eccezione
*Alla faccia dell’eccezione* in effetti in questo caso la storia era più complicata e a quel pensiero sul suo volto si dipinse un espressione tra il triste ed il disperato, ma se tornava su quei pensieri era la fine, così, come faceva ultimamente cercò di richiuderli ben nascosti in fondo alla sua mente.
Ma se anche con le peggiori intenzioni si fosse ritrovata di fronte il sorriso disarmante della grifondoro, i suoi modi così cordiali, probabilmente non avrebbe potuto che cedere, mandando al diavolo le apparenze, o forse quella sensazione era solo dettata dal disperato bisogno di uno svago, dalla necessità di sentirsi libera.

*Assurdo* tutte le scelte che fino a quel momento aveva fatto per acquistare la libertà che tanto bramava, si stavano invece rivelando più vincolanti di quanto potesse immaginare.

-Ti prego...la prossima volta portami con te...ti prometto che non ti darò fastidio...sono un animaletto domestico autosufficiente-

*Ancora?* stava di nuovo facendo la cretina, rise alla sua stessa affermazione che, in realtà, poteva quasi suonare come una richiesta d’aiuto, ma questo non l’avrebbe ammesso nemmeno a se stessa.
A questo punto, però, qualcosa la lasciò sorpresa, lei si era tanto prodigata per trovare giustificazioni a ciò che si era lasciata sfuggire, alla sensazione di vivere due vite parallele e contrastanti, mentre la grifondoro stava ora ammettendo che ci fosse qualcosa di più a turbarla oltre la scuola, oltre ciò che solitamente possono essere i pensieri di una ragazzina della loro età, si sentì quasi in colpa per non essere stata altrettanto onesta continuando a nascondersi, ma non era in grado di comprendere quando e quanto potesse dar fiducia a qualcuno, anche se, in quella circostanza, avrebbe forse potuto rischiare.


-Ciò che mostri non è quasi mai ciò che sei...il problema inizia a porsi quando nemmeno tu sai esattamente dov’è il confine tra le due realtà...- *Arya non esagerare* -Quando tutto ciò che fai e che pensi pare essere in contrasto...quando ti trovi inevitabilmente a fare i conti con tutto l’insieme e ti rendi conto di non aver idea di come mettere un ordine al tutto- *Oh perfetto...diciamole chiaramente da dove arrivi, chi sei, cosa fai, cosa vorresti e abbiamo fatto la frittata* -Ma ora sto straparlando, perdonami- le rivolse un sorriso colpevole, si era forse lasciata prendere un po’ troppo la mano -Ma sarei curiosa di conoscere le due facce della sa medaglia...- *Attenta...tutto ti si può ritorcere contro* -Cosa tormenta i pensieri del nostro caro prefetto grifondoro?-

Questa volta il tono era più leggero, una domanda che sarebbe nata e morta in quel momento, non si aspettava una reale risposta, buttata lì semplicemente per prenderla in giro ed alleggerire l’aria, o forse no, ma non si sarebbe permessa di pretende più di ciò che la compagna volesse concederle.
*Mentre tu reciti la parte della schiavista...oh perfetto mi smonti già così? Siamo già a questo livello...sono proprio così poco credibile?*
In realtà era quasi sollevata da quella risposta, sarebbe stato meno complicato accantonare la parte che solitamente recitava, se tanto non le credeva e lei non aveva intenzione di convincerla di ciò, poteva decisamente fare a meno.

-Io me lo lascio dire...ma tu non dirlo troppo in giro...diventerebbe complicato farmi rispettare dopo...allora se vuoi facciamo così...lasciamo perdere lo schiavismo...se ti va potremmo semplicemente darci una mano a vicenda- *Ehm..provate a chiedere ai vostri concasati quanto sarebbero d’accordo...* -mmm...magari senza divulgarlo in giro, non credo che il resto delle nostre sale comuni sarebbe felice della cosa...- *Soprattutto serpeverde dato che i rosso-oro sono in cima alla classifica*
 
Top
view post Posted on 31/3/2014, 16:33

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

Group:
Grifondoro
Posts:
2,056
Location:
District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

Status:


- Ma se vuoi venire davvero, non ho alcun problema a portarti con me. Dopotutto le vacanze di Pasqua sono alle porte...- disse, scoprendosi improvvisamente seria.
Perché stava facendo una proposta simile ad una ragazza che, in fin dei conti, neppure conosceva bene?
Forse perché, bene o male, l'essenza e l'indole di Arya non erano così difficili da captare: era indiscutibilmente una persona riservata, ma cortese, almeno con chi lo era con lei. E aveva lo strano sentore che avrebbe apprezzato il suo luogo d'origine, anche se non poteva averne la certezza matematica.

- Voglio dire...la mia è una proposta ipotetica, non vorrei sottrarti ad altri impegni, come ad esempio una vacanza con la tua famiglia, oppure la celebrazione della Pasqua. So bene che è una festività religiosa, uova di cioccolato a parte. Noi...beh, noi non siamo cattolici, né apparteniamo a qualche altra branca del Cristianesimo, crediamo in tutt'altre cose, ma abbiamo anche noii nostri culti, e non sono mai così noiosi e solenni come possono esserlo le messe...-
Si accorse improvvisamente che poteva essere incappata in una gaffe; in fondo, non conosceva i retroscena della Serpeverde, quali fossero le sue credenze, o cose simili. Lei e la sua famiglia, se ne aveva una ad aspettarla a casa - sapeva perfettamente che molti studenti di Hogwarts avevano situazioni familiari anche peggiori della sua -, potevano benissimo essere ferventi cattolici osservanti.
E nel caso avesse indovinato, non pensava davvero che dei genitori simili avrebbero lasciato andare la loro figliola da una "amica", oltreoceano, anziché rispettare e festeggiare la Santa Pasqua con loro. Soprattutto se poi la famiglia di questa amica era, tendenzialmente, pagana.
Si schiarì perciò la voce, arrossendo un poco e già pronta a scusarsi.

- Spero di non aver urtato la tua sensibilità, nel caso in cui tu sia cristiana, o...in altro modo. In tal caso, ti prego di perdonarmi, non sei l'unica che stra-parla, come hai appena visto. - Si affrettò ad aggiungere: - Ma l'invito è ancora valido, se vuoi e soprattutto se ti fa piacere. Credo che ti piacerebbe il posto da cui provengo. -
*Secondo me, adesso scappa*, osservò saggiamente la sua vocina interiore; beh, se l'avesse fatto, probabilmente non ne avrebbe avuto tutti i torti.
Zoey per la maggior parte del tempo era una ragazza equilibrata, tranquilla, pacata e anche fredda, se in presenza di perfetti estranei o di persone che non le andavano a genio; ma momenti simili capitavano persino a lei, soprattutto se le due condizioni sopracitate venivano a mancare.
Era tornata da neppure due giorni a Hogwarts, e già andava nel pallone parlando con qualcuno; forse era il caso di preoccuparsi che non avesse un qualche problema di socializzazione.
Magari era anche un tantino sociopatica: in fondo, quando mai le succedeva di provare il benché minimo senso di colpa per qualunque cosa avesse fatto o dovesse fare? Raramente si pentiva; anche adesso, malgrado la fantomatica gaffe con la "collega", era di animo abbastanza tranquillo.
Ascoltò la Verde-argento parlare di un argomento che, in un certo senso, le era caro, perché affrontato già altre volte: quello della maschera. Ricordava benissimo quando, mesi prima, aveva affrontato la stessa questione con un suo Concasato, Nathan. In quell'occasione si era trovata a raccontare, seppur vagamente, alcune parti della sua vita di cui non aveva mai parlato a qualcuno. Ripensandoci, in effetti, il Grifondoro era una delle rare persone con cui Zoey si trovasse bene, malgrado la chiara differenza caratteriale.
Scosse impercettibilmente la testa, per scacciare questi pensieri che divagavano dal filone principale.

- Già, credo di capire. Quando un pensiero ne porta con sé altri dieci, che a loro volta ne portano con sé altri cento, fino a non ricordarsi più da dove si era partiti...una confusione mentale pazzesca. SI finisce per non rammentare più cosa sia Bene, o cosa sia Male. -
Disse annuendo, ma non proseguì oltre; non aveva idea di quale fosse l'ideologia che Arya seguiva, e d'altro canto, neppure aveva voglia di lanciarsi in prediche paternaliste su cosa fossero realmente Bene e Male...anche perché, in effetti, non se ne era fatta un'idea precisa, non ancora. A lei piaceva dare una mano quando poteva e rispettare la vita del prossimo e fare del suo meglio per aiutare qualsiasi essere vivente, ecco tutto...e se quello era il Bene, beh, allora era dalla parte del Bene, del Bianco, del Cielo, eccetera eccetera. Ne aveva sentiti tanti di nome che indicavano la stessa cosa, ma come si poteva racchiudere un insieme di comportamenti, di opinioni, di azioni, in un solo nome, dal momento che non vi era neppure una vera e propria definizione?
Tutte domande che si era posta spesso e volentieri, rimaste in sospeso, poiché non sapeva darvi risposta.

- Vuoi sapere cosa mi tormenta? Beh...diciamo che è un insieme di cose. Più che altro, ansie, preoccupazioni ingiustificate e brutti presentimenti. In realtà, è da un po' che mi affliggono. Io...non ho idea di dove sia mio padre, né che cosa ne sia stato di lui. Oh, non che fosse il padre migliore del mondo, o che fosse un grand'uomo, questo no; però, insomma...è pur sempre mio padre, e più che altro mi preoccupa quello che potrebbe fare...-
Adesso aveva davvero lanciato la bomba: era una cosa di cui nessuno, nessuno ad Hogwarts era a conoscenza, tranne lei, ovviamente; chissà come avrebbe reagito Arya, se sarebbe riuscita a capire come si sentisse. Era titubante, ma almeno era stata sincera.
E poi, non guastava certo che qualcuno conoscesse la sua storia; sperò però di avere scelto la persona giusta a cui raccontarla.
A occhio, Arya sembrava il tipo di persona capace di comprendere, e di tenere per sé tutto quanto, ma era davvero così, oppure tutto ciò faceva parte della famigerata Maschera?

- Aiutarci a vicenda in effetti mi sembra un'ottima idea; io, ad esempio, lascio un po' a desiderare in Trasfigurazione...malgrado abbia passato l'esame col massimo, i compiti delle lezioni svolte non erano un granché. - Sorrise, divertita. - No, in effetti sarebbe una cosa anomala. Anche se ormai dovremmo averci fatto l'abitudine, alle cose anomale, in effetti...-
*Soprattutto se una persona è Crazytown, proprio come te.*
Dannate vocine interiori, avevano sempre ragione.
 
Top
Arya Von Eis
view post Posted on 1/4/2014, 05:24




Arya rimase interdetta da quella risposta ed in primo momento era seriamente convinta che stesse scherzando, così come aveva fatto lei, ma osservando il viso della compagna si rese conto che era forse più seria di quanto lei stessa si sarebbe aspettata, non rispose, non subito almeno.
Completamente spiazzata, forse non tanto per la proposta in se, ma per la naturalezza con la quale quella giovane grifondoro l’aveva invitata
*Ma cioè sul serio...perchè? Non sai nemmeno se potrei ucciderti nel sonno...a dir la verità appena sai il mio nome* ecco sì...era quello a lasciarla senza parole, non riusciva a capire se la collega fosse matta da legare ad invitare il primo che capita o se fosse matta da legare nel fidarsi di lei in particolare, sì perchè quelle erano le opzioni, o così ingenua da lasciare che chiunque invadesse la sua sfera privata, anche se lo escludeva, non le dava l’impressione di una sprovveduta, o...o seriamente Arya doveva infonderle un qualche tipo di fiducia che la serpeverde non riusciva a comprendere, che non si spiegava, che la lasciava completamente disarmata.
*Okey...quando si parte? ... Per Salazar Arya...fai sul serio anche tu?*
In realtà non disse nulla...anche se quella sarebbe stata la risposta più istintiva e sincera che le venne in mente sul momento...lo avrebbe fatto davvero? Probabilmente sì...l’idea di staccare, di lasciarsi tutto alle spalle per un po’ l’allettava e non poco...andare via...non sapeva nemmeno dove in realtà, non si era nemmeno pensata di domandarlo, ma poco importava per quel pensiero...
*Andresti sul serio via con una perfetta sconosciuta?*
Su quella domanda perse qualche minuto in più prima di rispondersi, continuava a ripetersi di non fidarsi di nessuno, di non concedersi a nessuno e le parole pronunciate da un perfetto estraneo del quale non conosceva nemmeno l’identità continuavano a risuonarle nella mente come una minaccia, non poteva permettersi simili debolezze, no, la questione era fuori discussione, passi la chiacchierata amichevole, ma addirittura arrivare ad andare via con lei era da escludere, non si va a casa di un conoscente del quale non c’interessa nulla per le vacanze, si va dai parenti, al massimo da amici e Zoey non apparteneva a nessuna di quelle due categorie, a dir la verità la lista era decisamente limitata, amici non ne aveva e in linea di massima la cosa le stava bene e in quanto a parenti si riducevano fondamentalmente a sua cugina.
*Perchè?*
Perchè diamine quella situazione la stava mettendo così in crisi? Okey aveva deciso di accantonare i pregiudizi e di concedersi una sana chiacchierata con quella ragazzina che al primo incontro le aveva fatto una buona impressione, si era anche accordata con se stessa per cercare di essere meno falsa di quanto non facesse solitamente, ma questo era tutto, come diamine c’era arrivata a pensare di andare seriamente via con lei per le vacanze? Ovviamente la risposta era ignota e lo sarebbe rimasta...una di quelle tante cose che non riusciva a spiegarsi e che sinceramente in quel momento non voleva nemmeno porsi come problema...In realtà sarebbe stata più semplice del previsto, se solo la serpeverde avesse voluto prendere l’ipotesi in considerazione...quella ragazzina le ispirava fiducia, sentiva che, qualsiasi fossero i suoi scheletri nell’armadio, non l’avrebbe pugnata alle spalle...se a questo aggiungiamo il fatto che, al momento, la verde-argento non riuscisse a dare un senso logico a nessuno dei suoi pensieri e avrebbe volentieri assoldato una squadra di elfi domestici per metterli in ordine, si poteva comprendere il perchè, anche solo per un attimo, avesse pensato di poter stringere con lei un’amicizia, ma ovviamente non l’avrebbe mai ammesso.
*Grazie per l’invito, ma forse non è il caso...ecco questa è la risposta corretta...declinare educatamente*
Era finalmente pronta a porre fine al suo silenzio, anche perchè sarebbe decisamente stato imbarazzante non dire nulla, soprattutto considerando che aveva lanciato lei il sasso.
Mentre rifletteva, cercando la risposta migliore, la collega aveva proseguito nel suo discorso, non l’aveva completamente seguito, ne aveva colto qualche spezzone qui e lì senza comprenderne esattamente il significato, sorrise rendendosi conto che la grifondoro solo ora prendeva in considerazione l’ipotesi che Arya, forse, potesse avere altri impegni, ma ormai era tardi era partita in quarta e la verde-argento si rese conto troppo tardi che avrebbe potuto stopparla sul nascere semplicemente asserendo di non avere nulla da fare.
Era arrossita leggermente e quando riprese a parlare si stava scusando, ma non avendo seguito completamente il discorso non ne capiva il motivo, non importava, ora l’unica cosa da fare era declinare l’invito in maniera gentile e garbata
*Grazie per l’invito, ma forse non è il caso...esattamente così...non aggiungere altro*

-Io...cioè...- *Sei già fuori scaletta* -Dovrei declinare l’invito vero? Cioè...nel senso...accettare sarebbe folle almeno quanto il tuo proporlo- *Arya ti prego* -Ma...perchè no? Non ho nulla da fare e cambiare aria mi farebbe bene...- *Ecco...l’hai fatto* -Ma devi promettermi che non tenterai di uccidermi nel sonno- *Questo è l’ultimo dei tuoi problemi...ti farebbe quasi un favore se lo facesse...*

Non riusciva nemmeno lei a credere alle sue parole...aveva seriamente accettato? Sì...Era stata brava...ci aveva riflettuto...era arrivata alla decisione più sensata e poi? Poi cos’era successo? Assolutamente nulla, semplicemente si era lasciata distrarre da quel lieve rossore che denotava il leggero imbarazzo della sua interlocutrice, l’invito era sincero e nel rendersene conto non riuscì ad evitare si rispondere altrettanto sinceramente.

“SI finisce per non rammentare più cosa sia Bene, o cosa sia Male.”

*Ti sta bene...te la sei cercata*
Di certo la grifondoro non poteva conoscere i suoi pensieri, quella frase non era dunque riferita a lei in particolare, ma Arya non potè fare a meno di sentirsi tirata in causa e forse lo rese fin troppo palese sospirando ed abbassando lo sguardo, ma fortunatamente la compagna pensò bene di non indugiare oltre sull’argomento.
“Vuoi sapere cosa mi tormenta?”
Alzò nuovamente lo sguardo...stava sul serio per dirglielo? No...non avrebbe osato...o forse sì...già una volta l’aveva spiazzata, non si sarebbe stupita se l’avesse fatto ancora.
Ed ecco che inesorabilmente si trovava di fronte ad un bivio, non poteva restar ferma sul posto, doveva per forza scegliere d’intraprendere una delle due strade, ma quale?
Zoey si era aperta con lei, le stava confidando qualcosa di troppo personale per lasciare che quel gesto di fiducia passasse inosservato e ancora una volta era stata lei a lanciare quel maledetto sasso, era stata lei a cercare quel contatto, doveva decidere cosa voleva fare, porre fine a quella situazione ripristinando il normale equilibrio delle cose, riportando la conversazione a toni più impersonali o...o lasciare che ciò che l’aveva spinta fino a quel punto continuasse a guidarla.

*Arya frena...riavvolgi il nastro e torna sui tuoi passi finchè sei in tempo* questa sarebbe stata forse la soluzione più semplice e meno problematica, quella più normale diciamo *Se decidi di proseguire sappi che non puoi pretendere fiducia senza concederla...sei così sicura del tuo istinto da poter rischiare di fidarti?* non si rispose, più per non ammettere quel “sì” che per altro.

-Mi...mi dispiace...oddio...ti giuro...credo di essere negata con queste cose...non eri costretta a rispondere...non...non volevo farmi gli affari tuoi...so che...fidarsi ed aprirsi con qualcuno non è facile...spero...spero solo di non deluderti...-

Ormai non si tornava più indietro...aveva fatto l’ennesima scelta...giusta? sbagliata? E chi poteva dirlo...era una scelta...una sua scelta ed in quanto tale non avrebbe comunque permesso a nessuno di aver voce in capitolo

-Io...non conosco i fatti, ne la situazione...ma...se posso...forse...dovresti cercarlo...se è quello che vuoi...se vuoi notizie su di lui...cercale...magari non migliora la situazione...ma...il vuoto ferisce forse più della realtà e colmarlo con bugie non serve a nulla-

Non le chiese altro, né cosa suo padre avesse fatto, né perchè se ne fosse andato, né il perchè di quella preoccupazione, ognuno ha i suoi tempi ed i suoi modi e non sarebbe certo stata lei a forzarle la mano, si sarebbe limitata ad ascoltare ciò che aveva da dire, tentando magari di tirar fuori qualcosa di intelligente e sensato da dire

-Non ho mai conosciuto i miei genitori, o meglio, non ricordo nulla di loro e per quanto tenti di nasconderlo la cosa mi pesa, quando sono sola, quando non devo preoccuparmi di mantenere le apparenze, mi capita spesso di pensare a loro, nutro nei loro confronti i sentimenti più contrastanti ed alla fine mi ritrovo da una parte a credere di voler sapere, di voler trovare tutte le risposte che cerco, dall’altra vorrei solo seppellirli fingendo che non siano mai esistiti...e questo conflitto è devastante-

Le sorrise, rivolgendole una sguardo che si sarebbe potuto definire affettuoso...Perchè glielo stava raccontando? Forse solo un tentativo di farle comprendere che capiva cosa significasse l’assenza di un genitore, cosa potesse comportare, sapeva che ogni situazione era diversa e che mai avrebbe a pieno compreso cosa Zoey potesse provare ma poteva almeno tentare.
Così, con la stessa naturalezza con la quale si erano addentrate in quei discorsi, riuscirono ad uscirne, passando a qualcosa di decisamente più leggero, anche se i professori forse non avrebbero concordato con quella definizione.


-Ti dirò...non ho ancora avuto il coraggio affrontare i compiti di Trasfigurazione, ma lo scorso anno non me la sono cavata male...mi preoccupa di più Erbologia, credo di essere completamente sprovvista del pollice verde, anzi, penso che le piante in realtà mi odino per un qualche motivo a me ignoto- *Definire tutto questo “anomalo” è essere gentili...avrei detto assurdo io* -Ehm..già...ma qualcuno potrebbe non essere di così ampie vedute- prese l’estremità del suo cravattino, avvicinandola e quello della compagna -Dai...infondo non sono poi così male accostati- alzò lo sguardo poco convinto verso la grifondoro e si mise a ridere -Okey...okey...sono orribili insieme...- allentò dunque il nodo e se lo sfilò dal collo, si era vestita leggera e quello era l’unico segno distintivo della sua casata -Ecco...così va meglio...magari stoniamo un po’ meno-
 
Top
view post Posted on 2/4/2014, 16:30

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

Group:
Grifondoro
Posts:
2,056
Location:
District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

Status:


Aveva forse detto qualcosa di sbagliato?
No, di sbagliato no, in fondo non c'era nulla di male in quell'invito, né c'erano secondi fini che Zoey neppure riusciva a immaginare.
Chissà cosa passasse per la testa bruna della Serpeverde, fatto stava che la sua espressione mutò radicalmente, in un mix tale che la Prefetta Grifondoro non riusciva a identificare.
Sorpresa? Disappunto? Stupore? Imbarazzo? Confusione? Cosa era andato a dipingersi su quel giovane volto?
Probabilmente, era stata un po' troppo avventata, questo sì; ed era strano, perché generalmente Zoey era una persona riflessiva, sulle sue, e per niente impulsiva...cosa anomala per un Grifondoro.
*Perché il Cappello Parlante mi ha smistato in questa Casata?*, arrivò a chiedersi, sapendo di non possendere molte delle principali caratteristiche dei Rosso-oro. Vedeva i suoi compagni, osservava i loro comportamenti e come si rapportavano agli altri, e notava una profonda differenza fra loro e lei.
Ma non era il momento per porsi certi quesiti; per ora, bastava che fosse orgogliosa della propria Casa, e che si prodigasse volentieri per essa. Sì, quello bastava, si ripeteva, mentre contemporaneamente ascoltava Arya, ne studiava i movimenti del corpo, ne guardava con occhio critico le espressioni facciali per capire cosa pensasse davvero.

- No, non devi declinare l'invito, se non vuoi - replicò, sbattendo finalmente le palpebre; si accorse in quel momento che le bruciavano un po' gli occhi. La Primavera era nell'aria, e lei risentiva dell'allergia tipica di quella stagione. - Beh, sai...folle la mia proposta, folle la tua risposta. Direi che tra folli ci intendiamo più che bene - continuò, rivolgendole un sorriso smagliante; era contenta, infine, che Arya avesse accettato. Aveva bisogno di un'amica...o quantomeno di qualcuno con cui parlare. Buffo come non avesse mai proposto una cosa del genere a Kim, sua compagna di stanza, sua amica e adesso sua collega, e come adesso invece avesse rivolto un invito a quella ragazza che sì, conosceva, ma affatto bene, in fondo.
Ma raramente il suo istinto si sbagliava, e nel suo caso, l'istinto si combinava benissimo con il suo inconscio, e dunque non poteva essere una proposta affrettata e priva di basi. Altrimenti non avrebbe mai neppure rivelato ad Arya quei particolari su suo padre. Almeno credeva.
Oppure, poteva benissimo essere impazzita e avere qualche serio problema cerebrale.

- Affare fatto. Prometto di non ucciderti né durante il sonno, né da sveglia, ma solo se tu mi prometti di fare lo stesso. - disse, ridendo; - In fondo, se dobbiamo continuare a basarci sui pregiudizi fra Casate, l'assassina più probabile dovresti essere tu, in quanto discepola di Salazar. E io, mmh, sono l'anima pura, coraggiosa e audace eccetera eccetera a cui spetta il compito di fermare la tua macabra impresa di massacro dettata da un ideale del tutto infondato e malato. -
Okay, d'accordo, stava ricominciando a straparlare; per come l'aveva raccontato, sembrava trattarsi di una fiaba di tempi antichi, che però non recava tutte le caratteristiche di una fiaba: nessuna donzella in pericolo, nessun drago o qualche altra creatura magica pronta a divorare/bruciare vivi i protagonisti, non spade ma semplici bacchette. E con due fanciulle per protagoniste, il ché andava a minare alle basi piuttosto maschiliste delle fiabe di epoche antiche.
Poi si accorse che l'espressione di Arya era mutata ancora, mantenendo l'usuale mix di prima, ma fondamentalmente cambiato. Preoccupata, stupita che potesse averle fatto una simile confessione, dispiaciuta, a disagio...sincere, non lo metteva in dubbio, ma non voleva che si rovinasse l'umore per lei. Non era giusto, semplicemente.
Così la sua mano destra si mosse e compì un gesto immaginario, colpendo l'aria accanto a sé, come se stesse scacciando concretamente quei fastidiosi pensieri in maniera definitiva.

- Nah, non perderci il sonno. - disse, facendo spallucce; non era davvero il caso rimuginarci sopra più del dovuto. - Il passato è passato. Tornerò a farci i conti prima o poi, e spero più poi che prima, ma per adesso preferirei guardare a mio padre come a uno sbiadito ricordo di tempi andati. Che sia morto o vivo, in ogni caso è una cosa che non mi riguarda più. Il male che ha fatto, lo ha fatto ad una bambina indifesa che non se lo aspettava e che sperava sempre che tornasse, nonostante tutto. Ma vedi, non ho più otto anni, so cosa aspettarmi da lui nel caso tornasse, ma non credo, e certamente sono tutt'altro che indifesa. Semplicemente, si cresce, si avanti, e più si impara, meno gli altri hanno occasione di coglierci impreparati. Io almeno la penso così. - E alzando di nuovo le spalle, chiuse il discorso, forse definitivamente o forse no, per quella serata.
Ma ora era il turno della compagna di aprirsi e rivelarle particolari della sua storia che Zoey non poteva immaginare.
Dunque, la remota ipotesi fatta inizialmente, cioè che fosse orfana, era esatta; lo credeva bene che la cosa le pesasse.
Lei almeno poteva dire di conoscere suo padre, ma Arya non sapeva neppure come fossero fatti, che carattere avessero, se le volessero bene.
Lei sapeva per certo di aver preso i capelli castani ondulati da sua nonna e gli occhi scuri, grandi e di forma allungata da sua madre, la carnagione dorata dal padre, e gli zigomi alti, la bocca larga e il naso abbastanza importante erano tratti sematici tipici dei cherokee, e così aveva la certezza della sua discendenza; ma Arya? Si chiedeva mai a chi assomigliasse, da chi avesse preso, per esempio, il colore degli occhi o la tonalità di carnagione? Doveva essere stato tutt'altro che facile per lei crescere senza punti di riferimento e certezze; pensava di comprendere anche il conflitto interiore che la affliggeva. Del resto, i genitori erano perfetti sconosciuti per la giovane e talentuosa Serpeverde.

- Forse a questo punto dovresti smettere di porti tante domande, e andare avanti solo per te stessa, e per le persone che ti circondano e a cui tieni. Questo farà sentire meglio te, e anche i tuoi genitori, se sei credente. - Ricambiò il suo sorriso, e sperò vivamente che Arya non considerasse la sua risposta troppo sintetica, affrettata o invadente; ma era ciò che pensava realmente. Doveva quantomeno tentare di essere serena, e per farlo, doveva necessariamente superare quest'ostacolo del passato. - Spero anche io di non...beh, di non deluderti. E per quanto riguarda me, non chiedermi come faccia a saperlo, o perché io ne sia così sicura, né tantomeno perché io senta di potermi fidare di te così in fretta, non lo so nemmeno io, ma, per quel che vale, so che non mi deluderai. -
Le sorrise sinceramente e di cuore, e arrivò persino a sfiorarle la spalla, in un gesto più o meno affettuoso, anche se goffo, dovuto all'imbarazzo che sempre la coglieva quando subentrava il contatto fisico con qualsivoglia persona.
- Io invece in Erbologia me la cavo piuttosto bene, e mi piace anche parecchio. Direi che sarebbe uno scambio equo! Ma sappi che casa mia è immersa nel verde, e mia madre e mia nonna sono entrambe erboriste esperte e praticamente con le piante ci viviamo. Magari con un po' di fortuna il pollice verde verrà anche a te...- affermò, ridendo; poi, si chiese a chi si riferisse Arya, chi intendesse con "non di così ampie vedute". Si riferiva forse alla Caposcuola delle Serpi, la rossa e statuaria Emily Rose? Zoey la consoceva, ormai, ma doveva ammettere che, nonostante i vari incontri, e nonostante se ne fosse fatta un'idea più o meno chiara, doveva ammettere che la sua era comunque una conoscenza superficiale.
Emily rimaneva, ai suoi occhi come per quelli di moltissimi altri, una sconosciuta dall'aria familiare. Ecco, sì: l'intera sua persone poteva benissimo essere definita e riassunta in quell'espressione.

- Beh, dai, in realtà, non sono così osceni...anche se in effetti qualcuno potrebbe dire il contrario. - rispose, ridendo ancora; poi imitò il gesto della Verde-argento, e allentò il nodo della cravatta e la tolse del tutto. Aveva indossato soltanto una giacca che si era portata dietro dall'Oklahoma, dunque, tolta la cravatta, neppure lei aveva altri segni distintivi della sua Casata.
- A volte ho la sensazione che mi strangoli. - confessò, indicando col capo la cravatta. - E' una delle poche cose a cui non mi abituerò mai, credo. Il mio popolo ha sempre indossato abiti leggeri e il più traspiranti possibile per mantenere il contatto con la Natura e con gli elementi, e quella dannatissima cravatta mi dà davvero fastidio. E' sempre un sollievo toglierla. Il momento più bello della giornata, anche se non lo ammetterei mai. Per molti la cravatta recante i colori della propria Casata è motivo d'orgoglio, per me significa sentirmi oppressa. - Ennesima confessione del giorno; stava veramente superando se stessa, forse era il caso di preoccuparsi. Soprattutto perché non è da tutti sognare di venire strangolati con una cravatta colorata.
 
Top
Arya Von Eis
view post Posted on 3/4/2014, 03:52




La questione vacanze di Pasqua sembrava essere conclusa...anche se ancora alla giovane serpeverde non era ben chiaro come fossero arrivate a quel punto...una battuta innocente si era trasformata in un vero e proprio invito che, senza troppi problemi, aveva accettato...e ora che ci pensava...l’idea non le dispiaceva affatto...okey...vero che Zoey praticamente non la conosceva, ma questo non era del tutto un male...per il momento si trovava bene con lei...e questo era sufficiente...per il resto...c’era tempo...non voleva nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi che qualcosa potesse andare storto...di pensieri ne aveva già troppi...voleva, per una volta, illudersi che tutto sarebbe andato per il meglio.
“Direi che tra folli ci intendiamo più che bene”
Decisamente quella frase riassumeva alla perfezione la situazione o almeno la sua...già...solo la follia poteva spiegare quell’assurdo comportamento...
*Ne sei sicura? No...ovviamente no...ma...* non ci voleva pensare e terminò così quel pensiero...ecco forse qualcosa peggiore del mostrare una maschera...fingere con se stessa...ma forse lo avrebbe capito troppo tardi.
Le sfuggì comunque un sorriso...sincero...ed annuì col capo...qualsiasi fosse il motivo che l’aveva spinta a quel comportamento al quanto fuori dalla norma, non le interessava...se iniziava a farsi problemi pure quando stava bene...sarebbe stata la fine...


-Promesso- asserì lasciandosi contagiare dalla risata della compagna...*Già “l'assassina più probabile dovresti essere tu” non immagini nemmeno quanto sia vero* quel pensiero le attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno...cercò comunque di non perdere lo spirito sereno e rilassato, ricacciando indietro la vocina che le ricordava chi era e cosa poteva o non poteva fare -Dannazione...mi hai scoperta...come farò ora a compiere la mia missione?- *Brava Arya...salvata in corner* usò un tono che voleva quasi essere serio, ma alla fine suonò abbastanza ridicolo e si mise a ridere.

Non poté comunque fare a meno di domandarsi quanto quel rapporto sarebbe potuto andare avanti prima di ritrovarsi a fare i conti con la realtà...o meglio...andare avanti poteva pure andare avanti...bastava fingere ed il problema non si sarebbe mai posto...ma se davvero si fosse, anche solo un minimo, lasciata andare quanto ci avrebbe messo a rendersi conto che non sarebbe mai stata libera di essere completamente onesta con la grifondoro?
*Arya dacci un taglio...inutile fasciarsi la testa prima di rompersela...cavolo...almeno sbattila no?*
Il modo in cui, successivamente, la compagna chiuse la parentesi del padre la fece sentire più piccola di quel che era...avevano la stessa età? Sì...più o meno...eppure lei affrontava la cosa decisamente meglio...oddio...non sapeva quanto di vero ci fosse in quelle parole...non sapeva se fossero solo un modo per proteggersi...un’autoconvinzione per farsi più forte, ma in ogni caso era sicuramente meglio quello che la sua continua alternanza tra l’odio e la tristezza...
Infondo l’ammirava...magari avrebbe anche potuto imparare qualcosa da lei...


-Davvero non t’interessa?-

*Arya ti pare il caso?* forse adesso aveva in effetti esagerato...okey tutto, ma quella domanda era decisamente personale...sia che ciò che aveva detto fosse la verità, sia che non lo fosse...se non gliene fregava nulla non era affar suo e di sicuro non poteva giudicarla...se invece tentava di auto convincersi...beh...che diritto aveva la serpeverde di indagare? Nessuno...*Oh beh...quanti problemi...mi pare che ormai siamo ben oltre il limite delle confidenze...quindi se vuole ti risponde se no fine...*
In realtà non voleva impicciarsi o essere indiscreta...solo comprendere le motivazioni della grifondoro...quello non poteva cambiarlo...era parte del suo carattere...se qualcosa non le tornava doveva per forza andarne a fondo...a volte mancando anche completamente di tatto...

-Prima che rispondi...non è necessario...- sorrise -Avrai modo d’imparare che a volte tra ciò che penso e ciò che dico non ci sono freni...quindi non badare per forza a tutte le mie parole-

Okey...ora che aveva messo le mani avanti si sentiva più tranquilla...un tentativo goffo di rimediare...ma pur sempre un tentativo...
E poi...e poi era stata lei a confessare l’inconfessabile...non era la prima volta che ne parlava...forse c’erano un altro paio di persone a sapere la verità...ma era la prima volta che lo faceva di sua spontanea volontà e così tranquillamente..senza pensare alle conseguenze...vero era che aveva detto meno della metà delle cose che aveva in testa...ma la situazione non richiedeva altro
*Ah ahn...e se ti chiede qualcosa? Non lo so...Oh Arya...spera solo che le tue impressioni siano corrette...*
“Forse a questo punto dovresti smettere di porti tante domande, e andare avanti solo per te stessa, e per le persone che ti circondano e a cui tieni.”
Si sarebbe messa a ridere, ma forse sarebbe stato decisamente fuori luogo, ammettere di non aver nessun legame e di non tenere a nessuno non era di certo qualcosa di cui andar fieri...almeno non agli occhi della sua interlocutrice che avrebbe trovato probabilmente strana e sospetta la cosa, va bene essere selettivi ed avere pochi amici, ma da lì al non avere nemmeno nessuno a cui si tiene ne passa di acqua sotto i ponti
*Emily* sospirò *Per Salazar Arya* di certo la Caposcuola non era l’esempio migliore di amicizia sana...ma di sicuro teneva a lei *Bel casino...i miei complimenti*

-Già...probabilmente hai ragione...-

Tagliò corto...non voleva che quella sua risposta secca e fredda facesse pensare alla compagna di aver detto qualcosa di sbagliato...semplicemente non amava parlarne...non sapeva mai dove quel discorso l’avrebbe condotta...l’ultima volta che ci aveva pensato aveva torturato un uomo...anzi due...*Ma hai iniziato tu* si rese conto di aver fatto tutto da sola *Lo so...volevo...speravo...non importa...*
Sorrise...imbarazzata questa volta...quando sentì la mano della grifondoro sfiorarle la spalla interrompendo i suoi pensieri.

-Come potrebbe mai...com’è che hai detto? Un’anima pura, coraggiosa e audace eccetera eccetera deludermi?-

Okey via...con quell’ultima frase doveva essere abbastanza chiaro che assolutamente ciò che era stato detto prima non era stato preso male...almeno lo sperava...

-Se per loro non è un problema che io sia completamente negata...prometto che cercherò di non far danni...e qualche ripetizione in più sulla materia non può che farmi bene...- ma ora che ci pensava...non si era minimamente preoccupata di interessarsi sul dove avrebbe trascorso le vacanze -Ehm...okey...sono un caso disperato...ma di grazia...dov’è esattamente casa tua?- magari sarebbe stato carino saperlo prima di partire...giusto anche per avvisare chi di dovere...ehm magari sarebbe servita anche qualche informazione in più...ma tempestare la compagna di domande non le sembrava carino...avrebbe avuto modo di chiederle i dettagli più avanti...
Le fece piacere notare che anche Zoey stava imitando il suo gesto “ho la sensazione che mi strangoli” rise a quell’affermazione...in effetti non era proprio il massimo della comodità, ma ormai si era abituata a portarlo...anche se il più delle volte lo teneva leggermente lasco, forse era per quello che non la infastidiva particolarmente...”Per molti la cravatta recante i colori della propria Casata è motivo d'orgoglio, per me significa sentirmi oppressa”


-Non dirlo troppo ad alta voce...passeresti per quella strana...ma lo confesso...io se posso evito direttamente la divisa...è più facile sentirmi meno vincolata...a Hogsmeade non l’avevo per quello...volevo dimenticare per un giorno chi dovevo essere...-

Mentre parlava si era alzata in piedi, interrompendo il suo discorso solo per dirle, ridendo, di non preoccuparsi, il che forse non era proprio rassicurante, ma dovevano pur cominciare a fidarsi no?
Girò intorno alla grifondoro inginocchiandosi alle sue spalle, quando finì di parlare le disse dolcemente di non muoversi, mentre ancora nascosta alla sua vista tendeva tra le mani il cravattino come fosse una corda e a tradimento cercando di non farle intuire in anticipo la sua mossa le cinse la gola col tessuto verde-argento...senza però stringere...non era seriamente intenzionata a farle del male...


-E adesso? Come la mettiamo?- il tono poteva in effetti sembrare minaccioso -Mai abbassare la guardia...soprattutto con una serpe- fece una leggera pressione...facendo attenzione a non stringere per poi allentarla di nuovo -Nulla mi impedisce di stringere ancora- ma a quel punto lasciando la presa con una mano sfilò il cravattino.

Si avvicinò alla finestra, osservando un punto indefinito del giardino, in realtà non sapeva esattamente nemmeno lei il motivo di quel gesto, di sicuro non voleva farle male, altrimenti non avrebbe esitato, certo...voleva metterla alla prova per vedere se effettivamente si stava fidando di lei o se era solo scena...ma...il motivo principale era forse seriamente metterla in guardia...lei per prima non si sarebbe fidata di se stessa...si conosceva...e conosceva i suoi segreti e ciò che la tormentava...come poteva darle la certezza di non dover diffidare di lei se lei per prima si sarebbe ben guardata dal darsi fiducia? *Ci risiamo* ecco che nuovamente tornava fuori l’eterno dualismo del suo essere...da una parte tentava di avvicinarla e dall’altra di allontanarla...

-Scusami...non era mia intenzione allarmarti-

Si voltò tornando a guardare in direzione della compagna, sorridendole come se non fosse successo nulla

-Ma...dicevamo? Ah sì...adesso una curiosità devi togliermela...volevo già chiedertelo prima...ma...mi sembrava poco carino...ma dato che è tornato fuori...- fece una piccola pausa -Hai detto “Il mio popolo”...che avete altre credenze...altri culti...ehm...cioè...appartieni a qualche setta strana? Dovrei preoccuparmi?- lo disse sorridendo, non credeva fosse nulla di così strano e preoccupante, ma chiedere era sempre meglio -Ti dirò...non ho mai creduto in nulla...quindi...a meno che non decidiate di usarmi come animale sacrificale...non c’è problema-

Sperava di non averla offesa con quella domanda e col modo idiota con cui l’aveva posta, ma era ancora abbastanza imbarazzata da ciò che aveva appena fatto per formulare qualcosa di più decente...
 
Top
view post Posted on 7/4/2014, 15:06

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

Group:
Grifondoro
Posts:
2,056
Location:
District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

Status:


Sorvolò sulla battuta di Arya, limitandosi a ridacchiare, portandosi una mano davanti alla bocca; scherzare a ridere in modo così spontaneo e disimpegnato le era mancato non poco. Anzi, non ricordava di averne mai avuto occasione, al Castello, sin da quando aveva varcato per la prima volta la soglia della Sala Comune, la cravatta che la identificava come una Grifondoro e lo sguardo spaesato fin troppo riconoscibile di una forestiera che a stento comprendeva l'accento artificioso e arzigogolato britannico.
Ricordava bene come tutto le era sembrato nuovo e strano: un'undicenne da sola in terra straniera, senza alcun punto di riferimento, senza nessun amico o almeno un viso conosciuto che la tranquillizzasse. Aveva soltanto Felix, allora, il suo piccolo gatto tigrato; trascorreva le sue giornate dividendosi fra le aule dove aveva lezione e i compiti per i giorni successivi in Sala Comune o nella sua stanza.
Pian piano, però, la sua iniziale timidezza si era sciolta, e aveva iniziato a parlare un po' di più e a non stare troppo sulle sue, e tutto era andato meglio. Molto meglio, a dire il vero.

- Beh...quando da una persona ricevi soltanto male, quale altra opzione ti rimane? Desiderio di vendetta o rabbia inutile avvelenano il sangue, e basta. E io, per conto mio, vendette e rabbia non ne voglio. - sospirò; non proprio uno dei suoi argomenti preferiti, quello. Però sentiva che parlarne con Arya andava bene. Sapeva di poter contare sulla sua discrezione, e anche sulla sua comprensione.
Preferiva davvero pensare che suo padre e altri eventi e persone appartenessero al passato. Lei non avrebbe mai dimenticato nulla, questo era impossibile, ma poteva sempre far finta che non appartenessero al suo, di passato.
Arya si alzò in piedi, e prima che Zoey potesse fare qualsiasi cosa, si ritrovò la cravatta verde e argento attorno al collo; la bocca si dischiuse per la sorpresa, ma francamente, dubitava che sarebbe morta in quel modo, in quel momento. Sperava.
Non disse nulla mentre la Serpeverde parlava, si limitò a portarsi una mano alla gola, nel punto in cui il colletto della camicia bianca celava la catenina d'argento che sosteneva il ciondolo del Triscele. Ecco, quello non doveva essere "profanato" in alcun modo, invece. Né ci teneva che qualcuno la vedesse. Ne era gelosa, fin troppo, forse.
Tirò perciò un sospiro di sollievo quando Arya allentò la presa e sfilò il cravattino dal suo collo. La guardò, alzando un sopracciglio, mentre le labbra si incurvavano in un sorriso di scherno.

- E una Serpe per mettermi al tappeto userebbe un metodo così scontato e da babbani? - chiese, fingendosi stupita, per poi rendersi conto dell'assurdità di quanto detto e scoppiare a ridere. - Ma figurati, praticamente nulla riesce più ad allarmarmi o a stupirmi...fortunatamente, aggiungerei. Non mi piacciono le sorprese e odio le cose che mi preoccupano. - si affrettò a spiegare, per poi darle un colpetto sulla spalla, scherzosamente.
Poi tornò seria: giustamente, doveva spiegare ad Arya cosa intendesse con il suo "popolo". No, nessuna setta, si sbrigò ad assicurarle. Non voleva mica allarmarla.

- Mmh, beh, io non sono inglese, come avrai capito. Appartengo al popolo dei cherokee, una delle tribù "civilizzate" dei nativi americani. Io e la mia famiglia, assieme ad altre, viviamo nella riserva indiana di Broken Arrow, Oklahoma, negli States. E' dove sono nata e cresciuta. Abitiamo in una casa che si trova nel bel mezzo di un ampio e bellissimo campo in cui, a seconda delle stagioni, crescono e germogliano vari tipi di fiori. Fu mio nonno stesso, il padre di mia madre, a piantarli, parecchio tempo fa. C'è un vivaio di lavanda poco lontano, ed è dove viviamo io, mia madre, mia nonna e le mie due sorelle minori. E' un luogo bellissimo, soprattutto per chi ama la Natura e la sensazione di essere libero. - si fermò, mentre le tornavano a mente tutti gli splendidi ricordi legati al vivaio di lavanda; le sembrò di vedere davanti agli occhi ogni singolo albero, ogni singolo fiore, e ogni singolo corso d'acqua della riserva. - Detta così, sembra la descrizione di un luogo di cent'anni fa, ma anche noi cherokee conosciamo progresso e tecnologia, vivendo a un passo dagli uomini, maghi o babbani che siano. Ci siamo adattati. Sai, la dimensione magica americana non è come quella inglese...siamo più legati ai babbani degli inglesi e credo anche del resto del mondo. E credimi, ciò ha i suoi vantaggi. Così come ha i suoi svantaggi. L'Oklahoma è al centro della Bible Belt, ed è molto rigida in termini religiosi. E soprattutto noi cherokee, con le nostre credenze legate alla Natura e al culto della Rinascita, beh...non siamo ben visti, ecco. Ma almeno hanno la decenza di lasciarci in pace e non immischiarsi. - concluse, con un sorriso; era più o meno tutto. Il succo del discorso era quello.
- Spero di non averti deluso...nessun sacrificio umano o animale. Anzi. Rispettiamo ogni creatura vivente. Io, ad esempio, sono vegetariana. -
Guardò Arya negli occhi, e attese; avrebbe risposto a qualunque domanda, a questo punto. Glielo doveva, in fondo.
 
Top
Arya Von Eis
view post Posted on 7/4/2014, 23:08




Quella conversazione sembrava essere stata studiata in ogni dettaglio per minare le convinzioni della serpeverde, per far cedere le poche sicurezze che si era costruita, ovviamente la compagna non poteva saperlo, non poteva sapere quanto le parole appena pronunciate parlando del padre, potessero colpire Arya, ma fu inevitabile “Desiderio di vendetta o rabbia inutile avvelenano il sangue”.
Non voleva darle ragione...non poteva darle ragione...lei aveva fatto tutt’altra scelta, aveva deciso di seguire quei sentimenti e di coltivarli per poter ottenere ciò che voleva...le era parsa una scelta sensata e sicuramente proficua, anche se...anche se sentendo le parole della grifondoro non poté fare a meno di sentirsi stupida...messe le due opzioni l’una di fronte all’altra, beh...in quel momento, probabilmente la sua era quella più stupida, certamente quella più facile, ma decisamente stupida.

*Per Salazar Arya...è solo un momento di debolezza...non ci pensare...non darci peso...leviti questa idea dalla testa*
Già...decisamente doveva trattarsi di un momento di debolezza...il ritrovarsi a ridere e scherzare serenamente con una grifondoro, l’aprirsi con una persona che appena conosceva, l’accettare addirittura di trascorrere da lei le vacanze ed ora quello...il lasciar minare le sue convinzione dalle parole di quella ragazzina...no...non poteva permetterlo...almeno quello doveva evitarlo...in ogni caso non aveva molte scelte...
Scacciò via quel pensiero ed evitò qualsiasi risposta le venisse in mente, in quel momento probabilmente si sarebbe tradita da sola e la cosa non le andava propriamente a genio...un conto era pensarlo e tenerlo per se, un altro era renderlo reale parlandone con qualcun altro...


-Non ci sarebbe nulla di male nell’odiarlo o volersi vendicare-

*Oh ma dannazione Arya...non avevamo concordato di non dire nulla? E poi chi cerchi di convincere? Lei o te?*
Ovviamente, insieme a tutte le altre cose, anche la sua capacità di mettere un filtro tra pensieri e parole sembrava decisamente compromessa quella sera.
Il suo successivo gesto sembrava non aver minimamente preoccupato la grifondoro, non aveva opposto resistenza, non aveva tentato di divincolarsi o di reagire una volta libera, anzi, le rivolse semplicemente un sorriso di scherno, la cosa la infastidì leggermente...cioè...sapeva di non essere stata poi particolarmente convincente, ma avrebbe potuto...e allora perchè Zoey non si era nemmeno per un minuto posta quel problema? Sembrava fin troppo sicura che non le avrebbe fatto del male...avrebbe voluto contraddirla e dimostrarle che non era saggio giocare col fuoco...ma...ma non ci riuscì...cioè...non aveva nessun valido motivo per farle male...e sinceramente non voleva nemmeno...cioè...era la prima persona con cui si stava seriamente rilassando...sarebbe stato da sciocchi pensare di allontanarla
*O da saggi Arya...potrebbe sempre essere un gran pasticcio questa cosa* ma non diede ascolto a quella vocina e sorridendo lasciò che il discorso scemasse

-Mancanza di stile vero? Forse Salazar non sarebbe fiero di me- rise -Eppure via...è un metodo carino-

Decisamente Arya si stava rendendo conto di dire fare e pensare tutto ed il contrario di tutto, ma aveva deciso di non badarci troppo, avrebbe analizzato i suoi pensieri, le sue parole, i suoi comportamenti e le sue scelte in un altro momento, ora voleva semplicemente essere se stessa, qualsiasi cosa questo implicasse...ed ovviamente...prima tra le sue caratteristiche era indubbiamente la curiosità ed ecco che, anche se in modo un po’ goffo, aveva cercato di comprendere meglio le origini della compagna.
*Al popolo dei chi?* la osservò perplessa *Ah ecco...indiani...* ora la sua espressione sembrava leggermente più intelligente *Ma...indiani...indiani...d' America?* ecco di nuovo l’espressione inebetita *Sì sì...mi sa che non scherza* okey, a questo punto doveva per lo meno cercare di non sembrare completamente ignorante in materia *Ma lo sei...non ti sei mai mossa dalla Gran Bretagna, almeno che tu ne abbia ricordi, in geografia sei sempre stata na frana e la storia americana non la conosci...come la mettiamo? Per fingere almeno almeno un punto di partenza dovresti averlo* si rassegnò all’idea che avrebbe fatto la figura dell’ignorante, ma..sicuro avrebbe imparato qualcosa di nuovo almeno...

-Ma chi te l’ha fatto fare di venire qui?-

Tentò di bloccare quella domanda sul nascere ma ormai era troppo tardi, cioè...non che non lo pensasse, dalla descrizione della compagna, casa sua, sembrava un posto fantastico dove vivere...perchè mai abbandonarlo? Cioè...lei smaniava dalla voglia di lasciare l’orfanotrofio, il che era decisamente una cosa normale e comprendibile, ma trovava assurdo che qualcuno non vedesse l’ora di andarsene da un posto come quello appena descritto...*Probabilmente avrebbe preferito non farlo* a quel pensiero si rese conto che forse una piccola gaffe l’aveva fatta *Arya...prima rifletti...poi parla...il contrario non va bene* cercò quindi di rimediare

-Cioè...non so se ti conviene portarmi con te...potrei decidere di stabilirmi lì e non tornare più qui- *Seeee...ti piacerebbe...* a dir la verità sarebbe stata combattuta anche su quello...ma il motivo...al motivo preferiva non pensare -Vorresti dirmi che i babbani sanno della magia?- ecco che di nuovo tornava fuori la sua completa ignoranza su ciò che riguardava l’oltre oceano -No cioè...scusa...quasi mi vergogno di me stessa in questo momento...mi rendo conto di quanto la mia conoscenza del mondo sia limitata..-

Mai come in quel momento si era resa conto che potevano esserci cose che non conosceva, cose che andavano oltre ciò che fino a quel momento per lei era la realtà oggettiva, la cosa la destabilizzò leggermente...tutto ciò che non conosceva era potenzialmente pericoloso...l’ignoranza era pericolosa...ecco probabilmente perchè fin da piccola era sempre stata curiosa...

-Oh beh..guardi...se il sacrificio umano doveva essere l’inconsapevole amica della piccola Zoey che tornava a casa, beh...direi che è decisamente meglio che questa pratica non sia compresa nelle vostre tradizioni- *Amica? Arya? Via dai...era per dire...per semplificare il discorso...Lo so che non posso permettermi certe cose...ma...* pose fine anche quel dannato pensiero...sempre troppo scomodo da affrontare in quella situazione...magari in realtà la grifondoro non avrebbe minimamente fatto caso a quel termine e il problema non si sarebbe posto...o magari no...ma comunque non avrebbe ribattuto...e se l’avesse fatto...beh...ci avrebbe pensato a cose avvenute...

-Ehm...ora comunque mi spiego la sua attitudine per Erbologia e Pozioni...non è giusto...però...parti avvantaggiata...-

Una smorfia, come quella dei bambini che fanno i capricci convinti di aver subito un’ingiustizia e subito dopo si lascio andare ad una risata...doveva essere parsa decisamente ridicola, ma infondo era quello l’obiettivo...
 
Top
view post Posted on 11/4/2014, 15:51

In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.

Group:
Grifondoro
Posts:
2,056
Location:
District 2 // Casterly Rock // Gryffindor House // Asse Roma-Brighton.

Status:


Guardò Arya negli occhi. Non pensava potesse veramente capire. In realtà, non lo capiva neanche lei.
Sarebbe stato del tutto logico odiarlo e desiderare che patisse tutto ciò che aveva dovuto patire lei a causa sua - eppure, sentiva che era profondamente sbagliato.
*Giusto, sbagliato...è davvero questo il problema, fare ciò che è giusto? Oppure hai paura che l'odio possa trasformarti e renderti simile a lui?*
Abbassò lo sguardo, pensierosa, tormentandosi le pellicine a ridosso delle unghie; eccola, la crepa nel muro. In tutti quegli anni, Zoey non aveva mai avuto una vera e propria figura di riferimento, qualcuno da guardare profondamente ammirati e con occhi adoranti, pensando: "Da grande, voglio diventare come lui/lei", come sovente i bambini fanno.
Lei, del resto, era diversa dagli altri bambini; tanto da aver invece sviluppato un modello a cui ispirarsi al contrario, una sorta di anti-idolo. Qualunque cosa fosse diventata, lei non sarebbe mai stata come suo padre. Oppure avrebbe considerato la sua vita un fallimento completo e non sarebbe più valsa la pena viverla.
Era odio, quello? Forse, ma filtrato e finemente diluito dai suoi pensieri di bambina e dal suo inconscio. Dopotutto, lei era pur sempre un essere umano, e quei sentimenti facevano parte della sua natura, volente o nolente.
*Il suo sangue è anche il tuo, non dimenticartelo mai.*
No, non l'avrebbe dimenticato; ma lo avrebbe preferito.
Preferì glissare bellamente la domanda di Arya, facendo finta di nulla, e rispondere direttamente alla seguente, entrando in un discorso ben lontano, che le avrebbe consentito di sviare.

- Mia madre riteneva che ampliare i miei orizzonti e conoscere tutte le sfumature della Magia fosse la cosa migliore per me. - sorrise, incerta; ricordava bene quanto inizialmente fosse stato difficile il primo periodo e quante lacrime le fosse costata la separazione dalla sua famiglia. - E adesso, sinceramente, le sono grata. Sono felice che mi abbia mandata ad Hogwarts. Mi è servito sia per conoscere più sfaccettature della materia magica possibili, sia per maturare e diventare autonoma, più o meno. La famiglia ti dà le basi per il futuro, è vero, ma è da soli che si cresce veramente. -
E lei, era cresciuta davvero; se guardava indietro, nel suo passato, poteva vedere un'enorme differenza fra la Zoey che era stata e quella di adesso. Era più sicura di sé, decisa, diplomatica. Tutte cose che prima non era.
Sospirò, tirando fuori dal colletto della candida camicia ormai allentato il ciondolo d'argento rappresentate il Triscele, rigirandoselo fra le mani. Lo faceva sempre quando era turbata per qualcosa, aveva uno strano effetto calmante sulla sua psiche.

- Oh, no, è ovvio che non sanno nulla di quel tipo di Magia, ti pare? Però sanno anche che noi cherokee siamo un popolo estremamente spirituale e legato ai quattro elementi, e che ne sfruttiamo i poteri a nostro vantaggio, ripagandoli col rispetto con una profonda devozione verso la Natura. Ecco, adesso prendi un cittadino americano degli Stati del Sud, non so, ad esempio Texas, Tennessee, Arizona, o anche Oklahoma, assurdamente legato alle proprie tradizioni e attaccato in modo ossessivo alle proprie credenze religiose, che rasentano il fanatismo, guidato quindi dalla paura del "diverso" e dalla paura che qualcuno possa far crollare le sue certezze. Ecco, per questo fantomatico cittadino, anche un nativo americano che semplicemente venera la Natura e la celebra quando è più forte, durante Equinozi e Solstizi, per esempio, può sembrare un mago, no? Ed è quella la Magia che credono pratichiamo. Ma non è così. Cioè, sì, ma non solo. E la Dea soltanto sa cosa accadrebbe se scoprissero che non è tutta la verità...-
*No, beh, lo sappiamo tutti, in realtà. Probabilmente ricomincerebbero i roghi e ci sarebbe una nuova Salem con le sue vittime innocenti.*
Rabbrividì a quell'ipotesi; non potevano permetterlo. Per questo era importante mantenere il segreto. Celare i propri poteri, controllarli, e mai mostrarli. Era diventato il loro Mantra, ormai.
Poi la colpì un termine in particolare nell'affermazione di Arya, un termine casuale, quasi buttato lì con noncuranza..."amica". Potevano considerarsi tali? In condizioni normali, si sarebbe irrigidita all'istante, ma stavolta, le fece davvero piacere che qualcuno si appellasse a lei in quel modo. "Amica"...suonava bene. Sorrise sinceramente, e con affetto.

- Beh, uno sfrutta al meglio quel che ha a disposizione. Se hai una cesta di limoni, fa' una limonata! - rise, sinceramente. - Tutti abbiamo talenti e qualità nascoste. E quanto a te, Arya? Quali sono i tuoi "limoni"? -
 
Top
Arya Von Eis
view post Posted on 16/4/2014, 00:12




Notò la compagna incupirsi nel parlare di odio, vendetta, forse proprio parlar del padre non doveva metterla di buon umore, anzi, sicuramente, fin da principio quell’argomento si era dimostrato scomodo ad entrambe e per quanto avessero ceduto a qualche confidenza, era forse il caso di abbandonarlo, evitando così di rendere gravosa una conversazione che poteva rivelarsi piacevole.
Stava già cercando una scappatoia, un qualsiasi modo per uscire da quei discorsi, quando fu la grifondoro a glissare semplicemente concentrandosi su ciò che le era stato domandato in seguito.
Si era leggermente irrigidita nel pronunciare quella che doveva essere una stupidissima osservazione fuori luogo, ma fortunatamente poté rilassarsi, Zoey non sembrava aver reagito poi troppo male, anzi, le stava ora rispondendo come se la sua curiosità fosse del tutto lecita...decisamente quella ragazzina era straordinaria, almeno agli occhi di Arya, riusciva a non farla sentire a disagio nemmeno quando lei per prima si rendeva conto di aver detto o fatto qualcosa di inappropriato...oddio...forse questo poteva metterla ancora più in imbarazzo, ma almeno per il momento sembrava non farci caso.


-Via via...ora non esageriamo- sorrise divertita -Mi sembra ancora una bimba tanto piccina ed indifesa-

Era vero...assolutamente vero...si era abituata a figure altezzose e piene di se o comunque abbastanza arroganti e sicure da non lasciar spazio a ciò che infondo erano...dei ragazzini...non ci aveva mai prestato più di tanta attenzione, si era semplicemente adeguata a quello standard e solo ora, trovandosi di fronte qualcuno che si discostava da quel modello, si rendeva conto di quanto forse le mancasse il non sentirsi sotto esame.
Non pensava assolutamente di sottovalutarla, non dubitava minimamente che quella grifondoro potesse valere quanto uno qualsiasi degli spocchiosi conosciuti, forse anche di più, ma erano i modi a farla apparire meno...mmm...minacciosa...il che forse poteva risultare anche più pericoloso...se ti mantieni sulla difensiva sei sempre pronto a colpire, ma se azzeri le difese diventi vulnerabile.
Non pensava nemmeno che fosse poi così subdola, semplicemente era così...diversa da molti altri che aveva conosciuto...e, per qualche motivo, quel suo essere diversa, le piaceva...ora...sperava solo che quell’affermazione non la offendesse troppo, in realtà doveva quasi esser un complimento, anche se era suonata più come una presa in giro...
La vide armeggiare con qualcosa...un ciondolo forse, una catenina...insomma qualcosa che doveva essere legata al collo, ma non riuscì a distinguere di cosa si trattasse, anche se forse la curiosità per l’oggetto non era passata poi inosservata, aveva cercato di sbirciare meglio, ma nulla, a distrarla dall’intento fu la voce della ragazzina, non poteva distrarsi, l’argomento le era completamente sconosciuto e aveva deciso di assimilare più informazioni possibili
*Giusto per non far la figura dell’idiota quando vai lì*

-Ah...okey...sì...così i conti tornano un po’ di più- si era in effetti sentita un po’ idiota nel far quella domanda, doppiamente nel sentir la risposta -Quindi in realtà non sanno nulla...semplicemente sfruttate a vostro vantaggio le loro convinzioni...ma scusa...- non c’era nulla da fare...quando s’impuntava su qualcosa non c’era modo di schiodarla -e se vi vedono? Cioè...okey...vi lasciano stare...blablabla...il quieto vivere...blablabla...ma appunto per questa vostra vicinanza, non è più facile che un babbano vi veda mentre fate qualcosa fuori da quello che è la magia che loro credono pratichiate? Non è pericoloso?-

Decisamente il termine che, in altre circostanze, sarebbe potuto passare inosservato, in quell’occasione sembrava quasi aver assunto maggior rilievo rispetto al resto della frase, Zoey l’aveva sentito e fortunatamente sembrava non averle dato fastidio, anzi, ma la serpeverde non fece in tempo a ricambiare il sorriso che scoppiò a ridere per la successiva affermazione della compagna.

-Io mi ci strozzerò con i limoni- disse cercando di ricomporsi -Vuoi la verità? Son qui da due anni ormai e ancora non ho idea di quali siano le mie attitudini, ma di una cosa sono certa...sono bravissima a cacciarmi nei guai...si può considerare un limone o va messo tra le arance?-

Risposta decisamente vaga ed ironica, ma la domanda la colse alla sprovvista, era consapevole di cavarsela in tutto, ma non era sicura che ci fosse qualcosa in cui eccelleva, forse era decisamente arrivato il momento di rivedere le sue priorità...se non conosceva nemmeno lei i suoi punti di forza e quelli deboli sarebbe stato difficile migliorarsi.

 
Top
18 replies since 28/3/2014, 03:02   420 views
  Share