Wounded pride, Post Scarabocchio su Pietra.

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view post Posted on 22/6/2014, 17:56
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Il Fato

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Una grossa goccia di sudore scivolò sulla nuca pelosa dell'omone. Hagrid sentiva un fastidioso senso di inquietudine, posando lo sguardo sul viso mortalmente pallido del ragazzo che teneva esanime tra le braccia. Il sangue che scendeva dalle gambe del giovane Caposcuola colava sul suo pastrano di fustagno e non minacciava di smettere.
*Benedetto Merlino...* pensò preoccupato macinando in fretta i metri del corridoio del quarto piano che lo separavano dalla porta, seguendo scrupolosamente le indicazioni fornite dalla Bennet. *Resisti ragazzo, resisti!* I suoi pesanti passi riecheggiavano rumorosi all'interno del San Mungo, superando le varie porte e scorrendo rapido con lo sguardo le varie etichette. Avanti, continuava a dirsi, avanti, dove diamine sei, stupida stanza?
Hagrid imprecò quando una grossa goccia di sangue denso cadde a terra, pestandola e lasciando inquietanti impronte sulla pavimentazione. Poi, finalmente, dopo pochi attimi, raggiunse la porta della stanza descritta dalla Bennet dove vi sarebbe stata la Dalton pronta a soccorrerli e, soprattutto, in totale segretezza. Bussò un paio di volte con la punta dello stivale e, sempre seguendo ciò che la Preside gli aveva detto, entrò, chiudendosi la porta alle spalle in fretta.
Di fronte a lui v'era Caroline Dalton che riponeva lesta un piccolo specchietto, lo stesso che Hagrid aveva visto prendere in mano dalla Bennet un attimo prima che la Passaporta lo portasse via.

« Ehm... buonasera miss Dalton... il ragazzo... la Preside... io... » Borbottò, agitato, guardando disperato la giovane donna e, ad un suo cenno, deponendo Sirius con delicatezza sul lettino pronto.
Il ragazzo, nel frattempo, ancora in stato di semi-incoscienza e febbriciante, cominciava ad avvertire, seppur in maniera attutita, le voci intorno a lui. Nella sua mano, le bacchette erano ancora strette in maniera convulsa, per nulla deciso a lasciarle.
Era l'unica prova, l'unica per curare non le ferite del corpo, ma quelle all'interno della Scuola, per poter estirpare il Male che l'avvelenava.



Sirius può scegliere di intervenire o meno seguendo le indicazioni sul suo status, in ogni caso sta a Caroline.

Sirius White
In stato di semi-incoscienza.
Presenta un enorme taglio che
attraversa entrambe le gambe
a metà della coscia.
Il sangue scende copioso e comincia
ad esserci un principio di infezione con febbre.
Grave emorragia.
Grave calo glicemico.
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view post Posted on 23/6/2014, 21:42
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Era una delle solite, tranquille giornate. Ormai era trascorso un po’ di tempo da quando Fuco Lindo l’aveva legata a quel posto con quell’assurdo contratto e alcune cose stavano cambiando. All’inizio non aveva saputo dove mettere le mani: essere la Direttrice del San Mungo, non era come dirigere Hogwarts, quel compito era mille volte più delicato, aveva tra le mani la vita delle persone, doveva essere iperpreparata. Ricordava ancora quando aveva raccontato a Persefone del suo progetto e i commenti dell’amica: all’epoca le aveva risposto sostenendo che entrambe avevano le stesse responsabilità, ma ora si rendeva conto che non era vero… o almeno, non sempre. Lei aveva nelle mani tutti i giorni la vita delle persone, la loro salute e, in molti casi, la loro sopravvivenza. Le sue amiche, invece, trattavano solo una parte di quella vita: quella legata all’apprendimento e, in casi estremi, alla difesa personale. O, nel caso di Camille, quella legata al lavoro e alla legge. Ma non era loro abitudine avere tra le mani la salute altrui e anche per lei era una cosa ancora nuova a cui non si era del tutto abituata. Per fortuna aveva sua madre che si era rivelata un’ottima guida e un perfetto sostegno. Non si vergognava di ammettere che molte delle cose che era riuscita a fare al San Mungo erano nate grazie a lei: in fondo era normale, era anche più giusto, era stata incastrata con quel contratto assurdo, ma nulla le impediva di farsi consigliare da chi voleva anche se poi, le decisioni risultavano sua esclusiva responsabilità. Per fortuna, quella sera era relativamente tranquilla: tutte le emergenze erano tenute sotto controllo e non c’erano state segnalazioni particolari. Avrebbe tanto voluto fare un giro seguendo qualcuno dei medimaghi più esperti per imparare ancora di più, ma non poteva permetterselo, non quella sera. Le scartoffie che erano impilate sulla sua scrivania facevano invidia a quelle che aveva quando lavorava ad Hogwarts e questa cosa non poteva continuare. Per cui, quella sera aveva stabilito di mettersi di impegno e di occuparsi anche della burocrazia. E ci si era messa davvero di buona volontà, era arrivata a riuscire a smaltire qualche documento, anche… finché un calore insolito non l’aveva costretta a tornare alla realtà. Si era alzata d’impulso, cercando di capire da dove provenisse, fino a rendersi conto che veniva dalla sua tasca. Era il suo specchietto, quello con la P incisa dietro, che la metteva in comunicazione con Persefone… cos’era accaduto? Lo aprì di scatto: da tempo non usavano quel sistema per comunicare e se l’amica vi era ricorsa doveva essere successo qualcosa di grave. E quello che le disse non le piacque per nulla: stava per mandarle Sirius White, gravemente ferito, molto probabilmente a causa di una magia oscura. Ricordava il giovane Grifondoro, era a conoscenza del fatto che lui era un membro dell’Ordine al pari di lei stessa (anzi, era stata proprio lei ad aprirgli le porte di Grimmauld Place): quando poteva essere stato colpito da magie oscure? E chi le aveva castate? Ma non espose quei pensieri all’amica, non era il momento. Chiuse velocemente la conversazione, dandole istruzioni: avrebbe atteso Sirius in una stanza al quarto piano appositamente preparata. Legò i capelli in un’alta coda e si fiondò per i corridoi dell’ospedale, superando rapidamente il primo, il secondo e il terzo piano. In breve trovò la stanza che faceva al caso suo: una stanzetta quasi in fondo al piano, che nessuno mai utilizzava, che fino a pochi giorni prima era stata piena di ragnatele. Per fortuna se ne era accorta e aveva dato ordine di disinfettarla accuratamente ed ora la stanza era perfetta per ospitare un qualsiasi paziente. E per quel paziente, che non avrebbe dovuto essere visto da nessuno, sarebbe stata l’ideale. Si guardò intorno, verificando di avere tutto ciò che poteva servirle a portata di mano. Trasse un respiro profondo e, pochi istanti dopo, sentì una serie di passi pesanti avvicinarsi sempre di più. Estrasse rapidamente lo specchietto per avvisare Persefone che erano arrivati, quindi lo ripose e, quando sollevò gli occhi, si trovò davanti il guardiacaccia con White tra le braccia. Non poté trattenere un moto di orrore a constatare lo stato delle sue gambe: cosa diavolo gli avevano fatto? Nel frattempo il guardiacaccia stava borbottando qualcosa, ma lei non aveva la pazienza di ascoltarlo, non in quel momento
-So quello che c’è da sapere, per ora. Occupiamoci di lui, prima, poi parleremo.- Trattenne l’impulso di chiedere qualsiasi cosa: ora doveva concentrarsi sugli incantesimi curativi. La prima cosa da fare era bloccare quell’emorragia. Puntò la bacchetta contro la ferita facendo in modo che fosse abbastanza vicina da garantire l’efficacia dell’incantesimo, ma che tra la pelle di Sirius e la sua bacchetta ci fossero quei pochi millimetri necessari per evitare di causargli ulteriori danni. Mosse quindi il polso, ruotandolo verso sinistra e pronunciando l’unica formula che in quel momento era adeguata
-Vulnera-sanetur…- E avrebbe continuato a quel modo, finché la ferita non avesse cominciato a ridimensionarsi un po’, anche se sapeva perfettamente che solo quell’incantesimo non sarebbe bastato.
 
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view post Posted on 25/6/2014, 22:29
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Hagrid rimase in silenzio, mettendosi in un angolino, e osservando deferente Caroline, mentre la donna cominciava con tempestività il suo lavoro. Studiata rapidamente la ferita che aveva dilaniato le gambe di Sirius, inquadrandola rapida come Magia Nera, ella puntò la bacchetta contro i profondi tagli e, lentamente, ma con precisione, pronunciò la formula una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette volte... la sua voce era l'unico suono che si udiva nella stanza, una cantilena che a poco a poco veniva assorbita dal corpo del Caposcuola. La Magia benefica evocata riscaldò le membra ferite, colpendole con una tenue luce color menta; il sangue cominciò a rallentare la sua corsa finché non rimase soltanto quello che ormai aveva inzuppato i pantaloni e il lenzuolo del lettino. Una sorta di leggero vapore nero, venefico, si liberò dalla ferita, svanendo a contatto con l'aria, segno che la Magia Oscura del Sectumsempra aveva smesso di avviluppare le gambe del giovane.
La ferita, ora, si mostrava comunque sporca di terra e grumi di sangue, la carne viva era esposta, ma non sembrava che vi fossero ossa in vista ed il tessuto in profondità era stato curato, sebbene qualche tendine fosse danneggiato —non gravemente.
Sirius, dal suo stato delirante, avvertì subito la differenze: il dolore martellante che continuava a sentire si affievolì di un poco, sebbene la febbre ancora lo attanagliasse.
Ci voleva pazienza, ma il grosso era fatto.



Sirius può scegliere di intervenire o meno seguendo le indicazioni sul suo status, in ogni caso sta a Caroline.

Sirius White
In stato di semi-incoscienza.
Presenta un enorme taglio che
attraversa entrambe le gambe
a metà della coscia.
Emorragia arrestata; la Magia Nera non
agisce più sulla ferita, curata in profondità dal
Vulnera Sanetur.
Comincia ad esserci un principio di infezione con febbre.
Grave calo glicemico.
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view post Posted on 26/6/2014, 10:28
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Doveva stare attenta, doveva restare concentrata. Quello era l’unico pensiero che occupava la sua mente mentre, lentamente, muoveva il polso secondo il ritmo dell’incantesimo e ne cantilenava la formula tre, quattro, cinque, sei, sette volte attenta alla distanza tra la pelle del ragazzo e la bacchetta, attenta alla precisione dei movimenti, a cantilenare correttamente la formula, a dare la giusta inflessione a ogni lettera… nella stanza, in quel momento, non c’era nessun altro tranne lei e il suo paziente. Nient’altro era importante se non che l’incantesimo andasse come doveva andare e che il giovane cominciasse a riprendersi. Le domande su come si fosse ferito, su chi fosse stato, sui motivi che potevano aver spinto altri a ridurlo in quel modo erano, per il momento, state accantonate. Sapeva che avrebbe dovuto chiederselo e chiederlo ad altri, sapeva che sarebbe stato suo compito informare il Ministero… ma a quello avrebbe pensato in seguito. Tutti quei dettagli sarebbero stati irrilevanti se prima White non si fosse rimesso quello era il motivo per cui continuava a muovere il braccio ancora e ancora, gli occhi fissi sulla ferita in attesa di notare un seppur minimo cambiamento. E finalmente, qualcosa avvenne.. un vapore nero scaturì dalla ferita, segno che la magia Oscura era stata debellata. Nel contempo, il sangue smise di fuoriuscire dalla ferita, probabilmente i tessuti stavano cominciando a cicatrizzarsi. In fondo quell’incantesimo era incredibilmente potente, non c’era da stupirsi più di tanto che avesse fin da subito un effetto benefico. Ma un solo incantesimo non poteva bastare a risolvere tutti i problemi di quel ragazzo. Avrebbe dovuto visitarlo ancora meglio e per accertare alcune cose necessitava che lui fosse sveglio, ma poteva già cominciare ad agire sulle cose più ovvie. Di certo, la ferita risultava sporca, chissà da quanto. C’era sicuramente un’infezione in atto. Rapidamente, mosse la mano con cui non teneva la bacchetta, spostandola sulla fronte del giovane, che scoprì più calda del normale: come immaginava, la ferita sporca aveva portato infezione e febbre. Non doveva perdere tempo, si disse, lasciarla ancora sporca avrebbe contribuito soltanto a peggiorare la situazione. Tracciò quindi con la bacchetta due linee oblique che si incrociavano formando una X pronunciando la formula contemporaneamente al movimento.
-Mundovùlnus- In base a come si fossero messe le cose, avrebbe stabilito come procedere.
 
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view post Posted on 4/7/2014, 16:48
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Da quando gli occhi di Sirius si erano chiusi nel giardino tutto il resto aveva avuto solo il sembiante di un frammentato, confuso ricordo. Il buio al quale era stato destinato non tradiva altro che il segreto della dimenticanza. Solo, in una dimensione della quale non percepiva ancora l'essenza se ne sentiva per lo meno distaccato come se un ancora, un peso forte lo tenesse saldato altrove. Così come in bilico tra due dimensioni, quella reale e dell'oblio, percepiva la spirale di emozioni che venivano da ambedue le parti. Avvertiva la pace avvolgerlo, il segreto di una esistenza che sembrava colmarlo come a volevo accogliere nel materno e amorevole abbraccio della consapevolezza, e la sensazione fisica di qualcosa che avveniva all'esterno di esso, fisico esattamente come le sensazioni che aveva avvertito nel giardino e durante tutta la sua vita. Cosa era successo? Possibile che dovessero concludersi così i giorni che lo avevano visto studente, prefetto e infine caposcuola? Proprio ora che aveva l'appiglio per fare qualcosa, una torcia in quella oscurità in cui si celavano le tetre forze votate a lord Voldemort? Le sue mani tenacemente ancora le stringevano quelle bacchette che tanto gli erano costate e che stava per pagare con la vita. Non doveva andare così. Non poteva lasciare quel mondo senza confidare quel segreto, senza poter rendere partecipi i membri dell'ES e dell'Ordine di quell'indizio che poteva celare la svolta. Perché era chiaro. Quello che si era consumato nel giardino non era stata una rissa tra studenti, quella magia che lo aveva colpito e che lo stava tenendo in bilico tra la vita e la morte era qualcosa di più grande, il segnale che il male era celato all'interno della scuola. E suo dovere era stanarlo insieme ai suoi compagni. Si teneva forte alla vita con la stessa tenacia con la quale stringeva le bacchette. Doveva resistere. Doveva combattere, lottare. Sentiva le forze tornare, quel senso di pace che benché piacevole e pieno si faceva piano piano più lontano come se una forza stesse agendo per tenerlo in quel mondo dal quale si stava distaccando. Era incosciente ma qualcuno stava agendo per trarlo di nuovo al reale. Sperava in questo, nelle sue forze e in quelle del suo soccorritore. In quelle circostanze non c'era altro da fare. Era necessario il proprio intervento perché da solo, chiunque lo stesso aiutando non poteva fare il miracolo. Unendo le forze forse era possibile. Lottare questo era il mantra. Ciò che era accaduto in giardino era solo un assaggio. La resa dei conti avrebbe avuto presto il suo atto.

 
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view post Posted on 4/7/2014, 22:43
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Nonostante Caroline fosse a capo del San Mungo da poco tempo, la donna sapeva come muoversi, senza lasciarsi prendere dal panico e agendo con calma e razionalità, due qualità che del resto l'avevano sempre distinta. Non si perse in inutili —al momento— domande e conseguito il primo successo, eliminando la Magia Nera dalle gambe di Sirius, passò ad una cura più ampia. L'effetto del suo MundoVulnus fu immediato: la pelle rovinata, la terra su di essa e il siero e il sangue incrostati sulla carne sparirono, la gamba venne accuratamente disinfettata. La ferita ora, si presentava pulita: i lembi di pelle erano perfettamente separati tra loro, tagliati con precisione chirurgica. Stessa cosa valeva per il muscolo, leso così come era leso qualche tendine superficiale e alcuni vasi sanguigni, segno che con tutta probabilità al ragazzo sarebbe servita della riabilitazione e lo zoppicamento l'avrebbe accompagnato per un po'. Nel frattempo, Sirius, che cominciava a riprendere conoscenza, sentì un acuto dolore alle gambe quando queste vennero disinfettate, segno che loro funzioni erano ancora attive. La febbre cominciò a calare e il ragazzo fu di nuovo lucido, per quanto l'immensa debolezza che il calo glicemico gli aveva procurato l'ostacolasse. Poté quindi aprire gli occhi, ma per brevi periodi, poiché anche quella poca luce inizialmente sembrò dargli fastidio, e la vista era ancora sfocata.


Sirius può scegliere di intervenire o meno seguendo le indicazioni sul suo status, in ogni caso sta a Caroline.

Sirius White
Comincia a riprendere definitivamente
conoscenza. Profonda debolezza.
Presenta un enorme taglio che
attraversa entrambe le gambe
a metà della coscia.
Emorragia arrestata; la Magia Nera non
agisce più sulla ferita, curata in profondità dal
Vulnera Sanetur.
Infezione e febbre: arrestate
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L’ultima volta che le era capitato un caso così grave, la vittima era un cadavere in putrefazione e non era sola. Inoltre non lo conosceva e le importava il giusto che il tizio si salvasse. Almeno finché non aveva scoperto che dalla sopravvivenza di lui dipendeva anche quella sua e di Camille. Ecco, in effetti quello era stato un aiuto non da poco, unito al fatto che, ogni volta che commetteva un errore questo si ripercuoteva su di lei, anziché sul suo paziente. Ma in quell’occasione non esistevano clausole di quel tipo, se avesse sbagliato qualsiasi cosa, le conseguenze le avrebbe pagate White in prima persona e questo non l’avrebbe permesso. Stimava quel ragazzo, lo ricordava uno studente serio, diligente e ligio al dovere, se si era trovato a subire ferite da magia oscura doveva essere successo qualcosa di veramente grave. Avrebbe indagato non appena possibile, doveva solo fare in modo che il giovane si riprendesse. Quel pensiero la riportò al presente e la spinse ad osservare la ferita con maggiore attenzione: non era ancora troppo esperta di quel genere di cose, per tutti i gargoyle! Aveva individuato la magia oscura perché era fin troppo abituata a riconoscerla, per averla insegnata per anni ed era riuscita ad intervenire sulle parti peggiori della ferita perché le cose da fare fino a quel momento erano abbastanza intuitive. Ma ora la cosa si faceva più complessa, ora e necessitava quindi una maggiore attenzione. Aveva anora molte cose da sistemare, il sangue aveva smesso di fuoriuscire, ma la ferita non si era affatto rimarginata. Un Epismendo era fuori discussione, non sii trattava di un’apertura naturale e in ogni caso l’emorragia si era già arrestata. *Avanti, pensa* si impose. E finalmente, le tornò alla memoria uno dei primi incantesimi che aveva imparato sui banchi di sucola sotto la supervisione di quella che, ai tempi ancora non lo sapeva, era sua sorella. Le parole di Milla rimbombarono nella sua mente come in una cassa di risonanza.
L’artum Emendo è sicuramente l’incantesimo di cura più efficace, infatti esso serve a curare fratture e gravi lesioni agli arti. Fratture e lesioni… allora forse, era ciò che faceva al caso suo. Scosse la testa: no, non forse, non doveva avere incertezze. Avrebbe eseguito quell’incantesimo, punto. Osservò attentamente la ferita, immaginando la gamba del giovane che si rinsaldava. Contemporaneamente, la bacchetta venne puntata contro la ferita e il polso ruotato verso destra, a compiere un cerchio completo
-Artum Emendo- enunciò, facendo attenzione che la punta della sua bacchetta non finisse a contatto con la ferita di Sirius. E che Merlino gliela mandasse buona.


OT//Le parole colorate sono una citazione della lezione di Milla
 
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view post Posted on 25/7/2014, 00:19
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Perdonatemi il ritardo. Ci sono.

Ogni ostacolo sul percorso, ricorda ad un Medimago quanto il proprio lavoro richieda non solo capacità fisiche, ma anche mentali e, soprattutto emotive. Da ogni suo gesto, egli sa che la Vita o la Morte del paziente sarà determinata non solo dalle proprie capacità, ma anche dalla propria volontà; in un certo senso, era un ruolo che poteva indurre ad una sorta di assuefazione, poiché bene o male, il Medimago ha il potere di decidere, entro dei limiti, certo, se un altro essere umano potrà continuare a vivere oppure no. C'è chi si inebria con questo —parziale— potere, chi si lascia schiacciare dal suo immane peso, e chi nonostante tutto cerca lo stesso di andare avanti, ragionando ed agendo, lasciandosi coinvolgere, ovvio, ma senza che questo pregiudichi le loro azioni. E complice l'inesperienza — che forse ancora non aveva permesso a Caroline di assuefarsi al suo lavoro e ai suoi strascichi—, la donna riuscì a ragionare senza andare nel panico, senza cadere nel nichilismo. Così, ripescando vecchie nozioni scolastiche, la Dalton giunse alla soluzione di quell'intricato dilemma che altro non erano che le povere gambe martoriate di Sirius. Evocata la formula, eseguito l'incanto, a poco a poco l'Artum Emendo fece il suo dovere. I lembi di carne, nettamente visibili, si unirono, illuminati da una tenue luce calda. I muscoli si risanarono, i nervi e i tendini si ricollegarono tra loro e con un sempre più acuto formicolio, Sirius cominciò a riprendere il controllo dei suoi arti, doloranti, ma funzionanti. Il sangue riprese a fluire naturalmente , risanando tutti i collegamenti. Lo shock che aveva sconquassato il corpo del Grifondoro lentamente svanì e il giovane ritrovò finalmente anche la lucidità perduta. I contorni della sala si definirono, così come si definì la sensazione di esser sdraiati su un lettino, l'odore di disinfettanti e di sterilità non potevano che essere chiari indizi, per il Caposcuola, sul luogo ove si trovasse. Tuttavia, i volti erano ancora sfocati, il respiro era debole, e il senso di debolezza impediva al ragazzo anche solo di muovere le gambe curate.


Sirius può scegliere di intervenire o meno seguendo le indicazioni sul suo status, in ogni caso sta a Caroline.

Sirius White
Conoscenza quasi riacquisita.
Profonda debolezza.
Il taglio è stato curato, i
lembi di pelle sono stati richiusi e non
è rimasta che una piccola cicatrice indelebile.
(Da inserire in scheda)
Infezione e febbre: arrestate
Grave calo glicemico;
debole.

PS risanati.


PS: 150/150
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view post Posted on 30/7/2014, 11:32
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Le sembrava passata un’eternità da quando Persefone l’aveva avvisata dell’arrivo di Sirius, aveva perso il conto del tempo passato, prima a prepararsi e a fare appello a tutte le nozioni di medimagia in suo possesso e poi a esaminarlo e curarlo. Sì, aveva già visto situazioni gravi e si era occupata di casi peggiori: tuttavia le ci era voluto un attimo, pur avendo studiato tutte le malattie e ferite peggiori, per individuare ciò di cui il ragazzo aveva bisogno per guarire. Le sue scarse conoscenze le avevano permesso di trovare rapidamente una soluzione: non essere particolarmente portata per certe cose le aveva fatto escludere a priori la somministrazione di pozioni al ragazzo, benché sapesse che, in alcuni casi, sarebbero state migliori degli incantesimi. Ma in quel momento non aveva grandi scorte a disposizione e l’unica pozionista di cui si fidava era Camille, che di certo non aveva tempo per procurarle ciò che le serviva. Per cui la cosa migliore era continuare ad affidarsi agli incantesimi, come aveva fatto fino a quel momento. In fondo, finora, la sua bacchetta non l’aveva mai tradita ed era sicura che non avrebbe cominciato in quel momento. Ma cosa restava da fare? Rimase immobile a fissare il ragazzo, riflettendo: le gambe sembravano stare tornando a posto, l’infezione si era arrestata. Gli passò una mano sulla fronte: la febbre sembrava scomparsa, probabilmente a breve si sarebbe ripreso completamente. Eppure c’era ancora qualcosa che non andava, era ancora piuttosto pallido. Aveva curato tutte le cose visibili, ma evidentemente, c’era ancora qualcosa di cui non si era occupata. Forse era qualche problema invisibile? A livello della circolazione, magari. Forse aveva perso troppo sangue e aveva bisogno di una trasfusione… ma no, era da escludere: in quel caso, l’organismo non avrebbe reagito così bene alle sue cure. Eppure, c’era qualcosa che ancora non andava… e se non era la perdita di sangue… poteva comunque essere qualcosa legato ad esso. Le tornò in mente un incantesimo che aveva usato spesso in quell’ultimo periodo, forse anche a sproposito a volte. Ma in quel caso, non vedeva altra soluzione per far riprendere al meglio il suo giovane paziente. Puntò la bacchetta in direzione della dell’attaccatura dei capelli di Sirius, facendo attenzione che la punta non finisse a contatto con la pelle, quindi spostò la bacchetta in orizzontale, tenendola perpendicolare al corpo del grifondoro. E mentre la spostava fino a raggiungere l’addome, aveva in mente una sola formula:
-Renstauro Glicemins-
 
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view post Posted on 21/8/2014, 18:57
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Era indubbio: Caroline, quella sera, stava lavorando come mai aveva fatto da quando quello scaricabarili dell'ex direttore del San Mungo le aveva affibbiato la direzione dell'Ospedale Magico. Nonostante la poca esperienza, la donna vantava un buon bagaglio di conoscenze e un innato, quanto spiccato, dono per la Medimagia. Ma, talvolta, non tutte le ferite sono quelle che gli occhi possono osservare con facilità. Vi sono mali molto più infidi: virus, microbi, mutamenti genetici e cellullari e infezioni che spesso e volentieri dilaniavano i corpi dei pazienzi dall'interno, come venefici parassiti. Fortunatamente, però, quella sera la Dalton avrebbe affrontato solamente il più piccolo e debole tra quei mali, i cui effetti, tuttavia, non andavano sottovalutati. L'ipoglicemia, infatti, dovuta alla perdita di sangue —che in un qualche modo, nonostante la grave ferita, era stata limitata dal polipo Trasfigurato da Von Kraus che aveva occluso le vene principali, fungendo da bislacco ed erroneo laccio emostatico— poteva portare Sirius ad un pesante decadimento fisico a cui, tra l'altro, stava già andando incontro man a mano che il tempo passava e sebbene le cure di Caroline fossero andate a buon fine. L'intuito della donna, in ogni caso, andava di pari passo al suo acume ed ella riuscì a comprendere, finalmente, l'ultimo, definitivo impedimento per la riabilitazione di Sirius. Con un ulteriore sforzo di concentrazione e Forza Magica, Caroline —avvertendo ora una lieve stanchezza— riuscì ad apportare i valori del sangue ai livelli standard. L'effetto di quel semplice, ma risanante incanto fu subito avvertibile per Sirius. Le forze tornarono a poco a poco, le immagini, dapprima sfocate e distorte, divennero improvvisamente nitide e il formicolio alle gambe ferite cessò. Il ragazzo era tornato, infine, padrone del proprio corpo e della propria mente, di nuovo lucida e attenta.
Le cicatrici... quelle sì, quelle ci avrebbero messo un po' per guarire e forse non sarebbero mai scomparse del tutto; sia quelle fisiche, che quelle dell'orgoglio.
Ma quella faccenda era solo l'inizio e di ferite ce ne sarebbero state tante.

Hagrid, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sospirò di sollievo osservando il colore tornare sul viso mortalmente pallido di Sirius.
« Sta meglio eh? » Disse, trovando il coraggio di avvicinarsi al ragazzo e alla donna. Poi, grattandosi il mento cespuglioso, si diresse verso la porta. Le istruzioni della Preside erano state precise.
« Io aspetto fuori il ragazzo, immagino ci abbiate cose da dire. » Lanciò un'occhiata ai due e con passo pesante si diresse oltre la porta, dove sarebbe rimasto in attesa, per riprendere Sirius e riportarlo nuovamente ad Hogwarts qualora Caroline avesse deciso di dimetterlo.




Ottimo, avete finito. Sirius: le cicatrici sulle gambe rimarranno. Inoltre zoppicherai per i primi tempi, ma gazie all'intervento di Caroline, comunque, tutto si sistemerà nel giro di qualche mese.
Le tue statistiche sono da considerarsi risanate del tutto.

Continuate pure, buon proseguimento.

Sirius White
Conoscenza riacquisita;
Forze di nuovo piene.
I lembi di pelle sono stati richiusi e non
è rimasta che una piccola cicatrice indelebile.
(Da inserire in scheda)
Infezione e febbre: arrestate
Grave calo glicemico: arrestato.

Statistiche risanate.
 
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view post Posted on 7/9/2014, 19:09
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Passó del tempo prima che Sirius potesse risvegliarsi da quel torpore nel quale era caduto. Qualcuno, lui se ne era reso conto lentamente, si stava adoperando in sua vece affinché potesse riprendersi dall'accaduto. La lotta nel giardino di Hogwarts, ancora non riusciva a spiegarsi come, aveva messo decisamente in pericolo la sua vita e per la prima volta si rendeva conto di aver affrontare seriamente la crudeltà degli adepti del male. Ne aveva affrontate di lotte, sconfitti di seducenti adepti ma mai aveva provato il terrore di quella notte, la sensazione imminenti di poterci rimettere la pelle. Fu per questo che quando la sua salute fu ripristinata gemette pur mantenendo salde nelle mani le bacchette che aveva recuperato. Dischiuse gli occhi mettendo a fuoco le immagini.
- D-d-dove mi trovo? -
disse con flebile voce. A circondarlo pareti bianche, alle sue narici l'odore di sterilità che gli fece sovvenire l'idea di essere in un ospedale.
- Caroline....-
Era stato il volto dell'ex docente di difesa a richiamarlo alla realtà. Una sensazione di sollievo gli riempí il cuore. Un volto amico, un alleato dopotutto. Non aveva mai potuto chiedere di meglio. Rammentava ancora quando l'aveva accompagnato al quartier generale. Era stata Caroline ad introdurla all'ordine su mandato di Camille. Poteva confidarsi, poteva raccontare a lei l'accaduto, muoversi cercando di dipanare l'arcano che si era realizzato nel giardino della scuola e di cui le bacchette erano indizio indispensabile. Lentamente e discontinuamente il caposcuola cercava di mettersi a sedere. Non sapeva se ne era in grado. Sapeva solo che dove parlare. Caroline doveva sapere.


[Eccoci. Abbiamo un mistero da dipanare!

 
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view post Posted on 8/9/2014, 18:45
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Si concesse una pausa per monitorare la situazione: i suoi incantesimi sembravano aver avuto effetto, uno dopo l’altro. Sospirò, soddisfatta: ora doveva solo attendere che Sirius White riprendesse conoscenza. Avrebbe potuto utilizzare pozioni e incantesimi per farlo riprendere più velocemente, ma non aveva alcuna intenzione di accelerarne la guarigione più del necessario. Aveva il diritto di riprendere le forze con i suoi tempi, sarebbe stata una prova anche per lui, il suo organismo ne sarebbe uscito rafforzato e una successiva battaglia sarebbe stata più facile da affrontare. Perché Sirius White faceva parte dell’Ordine, lei lo sapeva bene, era stata lei stessa a mostrargli Grimmauld Place. E prima ancora di questo, l’aveva visto riunirsi agli altri nella Stanza delle Necessità con gli altri sopravvissuti alla Battaglia di Hogwarts. Sapeva che non era tipo che si tirava indietro, se doveva combattere e non poteva fare a meno di chiedersi con chi avesse dovuto scontrarsi per ridursi a quel modo. Gliel’avrebbe chiesto non appena si fosse svegliato. Perché una cosa era certa: non gli avrebbe permesso di uscire di lì finché non le avesse spiegato per filo e per segno cos’era successo. Ma abbandonò quelle riflessioni immediatamente, all’udire una voce che tentava di rivolgerle la parola: evidentemente, Sirius si stava riprendendo. Aveva un milione di domande da fargli, ma prima. Si abbassò, sedendosi a fianco a lui:
-Come ti senti? Ti fa male da qualche parte?- Era una domanda d’obbligo, doveva capire fino a che punto Sirius si stesse riprendendo. Ad una rapida occhiata sembrava andare tutto bene,ma la conferma avrebbe potuto dargliela soltanto Sirius.
-Sei al San Mungo, sei stato portato qui dopo aver perso moltissimo sangue. Qual è l’ultima cosa che ti ricordi?- Solo in quel momento notò le bacchette strette tra le mani del ragazzo. Si era prefissa di non fargli troppe domande, ma quell’ultima uscì spontanea
-Di chi sono quelle bacchette?-
 
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view post Posted on 9/9/2014, 18:40
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Il tentativo di conquistare una posizione seduta non fu agevole quanto Sirius aveva ritenuto. La cospicua perdita ematica che lo aveva accompagnato per tutto lo scontro e la corsa al San Mungo ancora non gli permetteva una condizione idonea a una riprendere il pieno possesso delle abilità motorie. L'ipotensione che ne seguì fu infatti inevitabile. Ascoltava o meglio sentire vaghe parole provenire da Caroline mentre gli parlava ma avvertiva la testa girare vorticosamente e gli ci volle uno sforzo importante per non cadere vittima del capogiro che gli sarebbe costato la perdita di conoscenza. L'esserci andato vicino fu sufficiente a fargli comprendere che forse sarebbe stata scelta più saggia quella di mettersi nuovamente supino. Fu solo allora che al richiamo di Caroline alle bacchette che il caposcuola si resa conto del contatto che la sua pelle aveva ancora con la superficie ora liscia, talora levigata di quelle stecche in legno che aveva conquistato. Se ne era davvero davvero dimenticato e senza rendersene conto si ritrovò a stringerle più forte. Il timore, la paura di perdere quel possesso che gli era quasi costata la vita aveva fatto sì che esse divenissero parte del suo corpo quasi fossero appendice irrinunciabile, una naturale estensione delle sue membra.
Quanto gli erano costate!
-Sto bene, credo di aver avuto un capogiro...ahh...-
Era inevitabile che infine il dolore si facesse sentire ora che si era risvegliato e che l'adrenalina lo stava abbandonando,
-Le mie gambe....mi fanno male da impazzire.... -
Quella evidenza fu sufficiente a fargli ricordare parte di quello che era accaduto.
-Quella! .... quella fattura....cosa mi ha fatto?! Non ho mai visto niente di simile Caroline! Ricordo un fascio di luce e due grosse ferite come ma arma da taglio alle gambe. Perdevo sangue da morire.... chi mi ha aggredito, non era una persona normale e gli studenti, Will.....la studentessa Grifondoro che era in terra, che ne è di loro? -
Era un parlare confusionario. Mille frammenti gli venivano alla mente. Lentamente egli tentava di ricostruire un quadro chiaro degli eventi ma non sapeva se davvero ne fosse in grado.
-...e la bacchette...queste le ho sottratte a qualcuno, a parte di loro ma non a tutti ne sono sicuro...si...sono sicuro fosse più di uno....Dannazione Caroline è tutto così maledettamente confuso, non puoi aiutarmi con la magia, non c'è un modo affinchè possa guardare tu stessa nei miei ricordi ? Ogni dettaglio è importante. Devo, dobbiamo capire chi è stato...la pagheranno! -
Era arrabbiato. Come aveva potuto permettere che qualora del genere gli accadesse. Gli studenti che erano con lui, la Grifondoro sul prato, stava bene? E Caroline. Come aveva fatto a trovarlo? Tutte quelle notizie insieme lo frastornavano. Aveva bisogno di aiuto, ne aveva davvero bisogno.
 
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view post Posted on 12/9/2014, 03:40
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Ci aveva messo un po’, ma i suoi incantesimi sembravano aver avuto l’effetto sperato. Ne ebbe la conferma quando Sirius continuò a parlare, tentando addirittura di mettersi seduto. Quell’ultima, tuttavia, non si rivelò un’idea felice e il ragazzo ricadde disteso sulla schiena. Istintivamente, Caroline scattò, pronta a sostenerlo. Ma Sirius non ebbe bisogno del suo aiuto per ricadere sul materasso. Sembrava piuttosto debole, ancora. Per fortuna le sue parole erano comprensibili e sembrava quantomeno lucido, quello era già un passo avanti. Non si mosse dalla sua posizione, restando al fianco del giovane, pronta a individuare nuovi segni di malessere. Avrebbe utilizzato altri incantesimi solo se fosse stato assolutamente necessario, Sirius doveva anche poter contare sulle sue forze e non solo su incantesimi e pozioni. Scosse la testa, concentrandosi sul suo paziente che ora aveva cominciato a parlare.
-Non preoccuparti, è normale che tu abbia dolore, hai subito una ferita molto profonda. Ma ti riprenderai presto, devi soltanto avere un po’ di pazienza…- Non poté aggiungere altro: Sirius iniziò a parlare a raffica, investendola di domande e cercando, evidentemente, di mettere insieme pezzi di ricordi che non sapeva come far combaciare.
-Calmati, Sirius, per favore, è tutto a posto, fai un respiro profondo. Io non so bene cosa ti sia successo, ho potuto fare delle supposizioni in base a quello che ho visto e che mi è stato raccontato. Per il momento, calmati, poi cercheremo di capire cos’è successo esattamente.- Tacque, in attesa che anche il ragazzo si calmasse, mentre lei cercava di mettere insieme tutte le informazioni che aveva raccolto. Non c’era ragione per tenere tutto nascosto al ragazzo, dato che aveva dimostrato di ricordare qualcosa.
-Sei stato colpito da una magia oscura a causa della quale hai perso molto sangue, per cui, ora te ne resterai qui finché non te lo dirò io. Nel frattempo possiamo parlare. Mi hai chiesto di due studenti… io non so nulla di loro, tu sei stato l’unico ad arrivare fin qui insieme ad Hagrid. Evidentemente gli altri due che hai nominato non avevano bisogno di cure particolari. Probabilmente saranno andati in infermeria o chissà, magari sono tornati direttamente al dormitorio. Di certo, io ho visto solo te, oggi.- *Per fortuna* non poté fare a meno di pensare. Da quando la scuola era stata attaccata da quel pazzo furioso e tutti quei ragazzi avevano perso la vita, detestava anche solo l’idea di vedere dei ragazzini nel suo ospedale. Non era una cosa che poteva controllare, ma pregava ogni giorno che le fosse risparmiata la vista di ragazzini gravemente feriti. In quel caso, evidentemente, qualcuno aveva ascoltato le sue preghiere. Nel frattempo, Sirius continuava a parlare. Le sue parole concentrarono l’attenzione dell’ex corvonero sulla mano che il giovane caposcuola teneva serrata.
-Ora puoi mollare la presa, nessuno ti sottrarrà queste bacchette… e potremo dare un’occhiata- Le osservò in silenzio: erano quattro. Una di sicuro era di Sirius, ma le altre tre? Aveva nominato Will –chi era?- e una studentessa grifondoro che potevano essere i proprietari di due delle bacchette. Tuttavia questo non svelava il nome del proprietario –o proprietaria- dell’ultima. Tra l’altro, perché Sirius avrebbe dovuto appropriarsi della bacchetta di una sua compagna di casata? Sospirò scuotendo la testa: quella storia si faceva ogni minuto più complessa.
-Ci sono molte cose che si potrebbero fare, ma prima devi calmarti e devi riposare. Potrei indagare nei tuoi ricordi con la magia, o potresti essere tu stesso a fornirmi i tuoi ricordi per esaminarli insieme. Ho un pensatoio a casa, possiamo guardarli lì. Ma per fare una qualsiasi di queste due cose devi essere lucido e in forze, o potresti crollare svenuto di punto in bianco e sarebbe un bel guaio- E a quel punto, i suoi buoni propositi, andarono a farsi benedire: Sirius doveva essere lucido e nel pieno delle forze, forse, somministrargli una pozione che lo aiutasse a riprendere le forze era la scelta migliore. Mosse la bacchetta, appellando la fialetta che le interessava, quindi la porse al ragazzo.
-Bevine metà, a piccoli sorsi, ti farà stare meglio e ti rinvigorirà. Per quanto riguarda ciò che è successo c’è anche un’altra cosa che possiamo fare in effetti…. Per scoprire di chi sono le bacchette potremmo chiedere al vecchio Olivander. Si dice che lui ricordi il proprietario di ogni singola bacchetta che ha venduto, chiedere non ha mai ucciso nessuno, al massimo sarà un buco nell’acqua. - Tacque di nuovo, riflettendo sulle informazioni che aveva dato al ragazzo. Troppe, decisamente troppe. Decise di lasciar perdere.
-Ma facciamo un passo per volta e vediamo... in che modo preferisci indagare nei tuoi ricordi?-
 
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view post Posted on 12/9/2014, 18:48
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Era un vortice confuso di emozioni, un insieme di piccoli pezzi di un puzzle difficili da far combaciare quei ricordi che piano piano la mente di Sirius cercava di richiamare. Ci stava provando, si sforzava come se ricordare fosse di vitale importanza. E in effetti lo era. Gli eventi che si erano realizzati in giardino quella sera andavano ben oltre la comune rissa tra studenti, quegli incantesimi non erano magia di uno studente alle prime armi, non erano gli strumenti di un mago votato al bene. Sirius non poteva che averne la certezza. La ferita alle gambe che di lí lo avrebbe costretto a zoppicare sarebbe stato per lui un memento difficile da cancellare. Si portó inconsciamente la mano alla fronte mentre Caroline parlava. Un mal di testa importante iniziava a martellare cosí come i postumi di quel duello che con lo smaltimento dell'adrenalina cominciavano a farsi sentire. Avvertí stanchezza non indifferenza ma non diede modo di darlo a vedere. Doveva combatterla, parlare con Caroline ora che si era svegliato o avrebbe perso dettagli importanti:
Il giardino, gli studenti, la magia oscura e le bacchette. Se li ripeteva in mente quasi fosse divenuto il suo mantra eppure furono le parole di Caroline a fargli rammentare. Gli studenti non erano mai giunti al San Mungo, non i trasgressori certo, quelli erano scappati ma i suoi concasati e questo era un aspetto importante. Nonostante infatti le incertezze e la confusione del caso piccoli aspetti di tutta quella vicenda avevano fin dal principio colpito la sua attenzione.
- Gli studenti, Caroline, non Will, non il mio prefetto, l'altro studente era riverso a terra come se avesse lottato in precedenza..... -
L'illuminazione gli giunse come fulmine a ciel sereno,
- Si, l'altro studente Grifondoro ha visto, potrebbe conoscere le persone che sono state responsabili di tutto questo. Caroline non capisci? -
Si ritrovò a dire.
- Non possiamo perdere tempo. Recuperare il pensatoio da casa tua, estrarre il ricordo ci toglierà tempo prezioso, tempo che va sfruttato per venire a capo di questa dannata faccenda. Da quanto tempo sono stato svenuto? -
L'importanza di quella domanda era più di quella che agli occhi di Caroline poteva sembrare. Non dovevano perdere tempo. Non dovevano.
- Lascia perdere. Caroline manda un gufo ad Hogwarts, avvisa Persefone o qualsiasi altro membro dell'ordine, persino l'ES può andare, Patrick, sí, può essere di aiuto... -
Non se ne rendeva nemmeno conto di quanta naturalezza avesse mostrato citando il nome di Patrick. Tra lui e il caposcuola Corvonero non c'era amicizia, questo doveva ammetterlo ma il rispetto la condivisione degli stessi ideali, quello era inequivocabile.
- Lo studente va interrogato. Ha visto, deve sapere qualcosa! -
Istintivamente si ritrovò ad afferrare la pozione che frattanto gli era stata offerta assumendo rapidamente ma con il giusto intervallo di tempo la dose che gli era stata raccomandata. Avvertí quasi immediatamente gli effetti della ricostituente e questo parve aiutarlo nella sua opera di ricostruzione.
Dallo studente alle bacchette il collegamento infatti fu rapido.
- Ho appellato queste bacchette nella speranza di collegarle ai presenti nel giardino. Un Prior incantatio può dirci quale é stato l'ultimo incantesimo castato e aiutarci nella ricostruzione. E Olivander, sono d'accordo, può aiutarci a chiudere il quadro. Io, Caroline, non posso stare qui. Dobbiamo smaterializzarci, dobbiamo tornare a Hogwarts!!! -
La rapidità con la quale scese dal lettino non coincise con le sue aspettative. Il dolore lancinante alla coscia gli fece perdere la stazione eretta e fu solo afferrando la sbarra del letto che riuscì a non cadere in terra. La ricostituenti aveva allontanato la sua stanchezza ma non poteva fare miracoli. Sirius era un mago non un indistruttibile supereroe.
Ma aveva dato così tante informazioni a Caroline che fu soddisfatto di se stesso. Avevano messo molte cose sul tavolo. Dovevano solo decidere da che parte iniziare ad indagare.
Dannazione!
 
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