Leila Farahani |
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"Eccoci, Leila. Siamo arrivati: qui c'è il binario nove e lì il numero dieci" - Disse il Signor Farahani, additando alla figlioletta la parete di mattoni che separava i due binari. La ragazzina rimase col naso all'insù a guardare i cartellini che distinguevano i binari. C'era qualcosa che non andava, qualcosa che le sfuggiva. Estrasse la lettera dalla tasca e rilesse ancora una volta. - "Qui c'è scritto che il treno per Hougwharts parte dal binario nove e tre quarti.." - Mormorò la ragazzina piuttosto spaesata guardandosi intorno, senza nemmeno accorgersi di aver sbagliato ancora una volta la pronuncia corretta della famosa scuola di magia. Ma i problemi in questo momento erano ben altri: i signori Farahani continuavano a guardare Leila come se la bambina li avesse coinvolti in uno dei suoi giochi, inventandosi quella storia assurda su di un mondo magico. Ma quel pesante baule pieno di libri e abiti e la gabbia col barbagianni erano piuttosto reali e tangibili, e ancora i due adulti non riuscivano a capire come Leila fosse riuscita a compare quelle cose. Leila, assorta, si era un pò allontanata dai genitori. Non riusciva a capacitarsi di aver davvero creduto a una sciocchezza simile. Eppure lei era riuscita ad attraversare una parete, ad entrare in quel mondo magico! Vicina al muro di mattoni che separava i due binari, si stava domandando se per caso non vi fosse un trucco pure li. Quando all'improvviso sentì il cigolare delle ruote di un carrello per i bagagli correre all'impazzata verso di lei. Si voltò appena in tempo per scansarsi, gli occhi sgranati e pieni di paura. Era convinta che quella sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto quando.. quando il ragazzino che correva insieme al suo carrello contro il muro, invece che schiantarsi contro di questo, scomparve all'interno del muro - "Mah..?!" - Esclamò piena di stupore e le ci volle qualche istante per riprendersi - "Mamma! Papà! Venite qui presto!" - Disse chiamando a gran voce i suoi genitori che accorsero piuttosto preoccupati non avendo visto nulla della scena. Cinque minuti dopo, i signori Farahani si trovavano al binario nove e tre quarti della stazione di King's Cross piuttosto storditi e sbigottiti per il semplice fatto di aver appena attraversato un muro ed essersi ritrovati catapultati in un mondo che mai avrebbero potuto immaginare.
Leila li salutò dal finestrino del suo vagone con un vago sorriso sulle labbra, pronta a cominciare quel viaggio non sapendo nemmeno lei cosa l'aspettava.
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