Always ♥, per Je ♥

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view post Posted on 9/8/2014, 13:29
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Il cielo era sempre nuvoloso, ma che in questa Londra splenda il sole, anche se la temperatura non era per niente fredda anzi si stava molto bene, stava correndo per le vie di Londra in tutta fretta, quella mattina aveva appuntamento con Je all'entrata dell'Hyde Park.
Era letteralmente una vita che non passeggiava in quel parco, che le era sempre piaciuto soprattutto lo spettacolo che c'era grazie anche al lago artificiale che era li vicino e alla stupenda fontana che ne percorreva qualche tratto in onore di una principessa morta, di cui però non ricordava il nome.
Arrivata al punto di contro si fermò, aveva avuto fortuna Jessica non era ancora arrivata, si lancio sulla panchina e prese un grosso respiro. Si sistemò i capelli e attese l'arrivo della cugina, era strano trovarsi finalmente tranquilla e rilassata li, fare una passeggiata per puro divertimento; erano mesi che desiderava farlo.
La lunga assenza dalla scuola, dopo aver ricevuto la lettera che la piccola Evelyne, in seguito ad uno scontro con una creatura magica era stata ferita, l'avevano portata a rimanere accanto alla cugina e ad aiutare e rendersi utile per tutto il periodo della degenza. Del resto era pur sempre un aiuto infermiera e aveva anche un dono cosi particolare nel riconoscere le ferite che era rimasta chiusa in quella casa per tanti giorni.
Je era molto preoccupata per la sorella, ma il tutto era andato bene e quando aveva dato segnali di miglioramento le due cugine erano tornate a scuola e con tutto ciò che avevano dovuto sistemare non avevano più avuto modo di vedersi. Jane voleva chiedere com'erano le condizione della cugina e se era riuscita finalmente ad alzarsi, probabilmente Je mandava un gufo ogni sera per saperlo. Mentre aspettava un altro pensiero le balenò in mente, l'avrebbero ripresa come aiutate in infermeria o l'avevano già sostituita con qualcun altro?.... Scosse la testa ci avrebbe ripensato in seguito doveva anche passare a parlare con la piccola Ayumo per restituirle un libro e forse doveva anche cercare Paul... o forse non era il caso del resto non aveva ancora capito che tipo di rapporto aveva con quel ragazzo, forse era meglio lasciar perdere, se poi lui avesse voluto cercarla l'avrebbe trovata.



Edited by Jane Evans - 27/10/2014, 20:19
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 14/8/2014, 11:52




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La coltre grigia londinese oscurava l'azzurro del cielo, le nubi danzavano sopra la testa degli abitanti, sospinte dalle folate leggere del vento. Jessica aveva oltrepassato il tetro Paiolo Magico da ormai venti minuti, aveva imboccato Charing Cross Road e utilizzato a fatica i mezzi babbani da Piccadilly fino ad Hyde Park. Jane, sua cugina, l'aspettava all'interno dell'immenso parco risalente al regno di Enrico VIII, vicino alla fontana in memoria della Principessa del Galles, Diana. Erano mesi che lei e sua cugina non si vedevano, da quando entrambe erano rientrate a Hogwarts, dopo una lunga e faticosa permanenza a casa. Jessica non aveva mai provato tanta angoscia in un rientro al proprio villaggio, come quando le era arrivato il gufo di sua madre, che le raccontava dell'incidente accaduto ad Evelyne. Sua sorella studiava in Francia, quindi non era stato semplice richiedere il trasferimento dall'ospedale francese al San Mungo, molto più comodo e raggiungibile da casa, soprattutto per lei che non sapeva ancora Materializzarsi. Una folata di vento le scompigliò i capelli, obbligandola a tirarli indietro per poter continuare a visualizzare la strada, e così ripiombò nella realtà. Per cinque minuti abbondanti, le sue gambe si erano mosse in autonomia, lasciate al totale sbaraglio dal suo cervello, troppo impegnato a rivivere immagini dolorose dei mesi passati. Fortunatamente, sua sorella si stava riprendendo, a poco a poco, permettendo così alle due cugine di concludere la propria carriera scolastica a Hogwarts. Anni difficili le attendevano, in prossimità dei tanto mormorati e temuti GUFO.
Jessica costeggiava il Serpentine Lake da ormai dieci minuti, osservava lo specchio calmo del lago artificiale riflettere le tonalità verdastri del paesaggio e le piccole onde infrangersi sulle sponde. Il rumore della risacca le conferiva una sensazione di tranquillità incredibile, riuscendo persino a distoglierla dai pensieri negativi che popolavano la sua mente. Superò il Lido Serpentine, e passò vicino a due casupole simil baite che si affacciavano sul lago, in successione, stringendosi nel cappotto, ogni volta che il vento decideva di scuoterle le membra. Finalmente arrivò alla fontana commemorativa, una vasca circolare in cui ragazzini e ragazzine babbani, camminavano scalzi, bagnandosi i piedi. Un temerario spiraglio di sole si fece largo tra le nubi, illuminando la superficie d'acqua della fontana. Jane avrebbe dovuto essere nelle vicinanze, quindi Jessica si incamminò sotto le fronde ad ispezionare le panchine che costeggiavano il lago, in prossimità della fontana, ne tentativo di scorgere un viso familiare...


Edited by Jessica A. Evans - 16/10/2014, 13:53
 
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view post Posted on 21/8/2014, 15:56
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Jane era seduta in una panchina vicino alla fontana commemorativa per una principessa di cui non ricordava mai il nome, *che testa* attendeva sua cugina Jessica, che sicuramente in poco tempo sarebbe arrivata. Una folata di vento le scompigliò i capelli e lei li spostò tutti alla sua sinistra e si voltò e finalmente la vide, una ragazza bellissima dalla chioma rossa, che si destreggiava tra la gente in cerca di qualcuno. In questo caso sapeva benissimo chi stava cercando.
Si alzò e andò verso di lei e appena si trovo con esattezza davanti a lei, come era loro abitudine le salto "letteralmente" addosso abbracciando - la mia stupenda cugina- e inizio a ridere, il periodo che stavano attraversando era stato abbastanza inquieto e ed erano sempre in preda al panico che le condizioni della piccola potessero peggiorare, adesso erano più tranquille una volta tornate al castello dato che le condizioni era migliorate, doveva necessariamente divertirsi e dedicare un po’ di tempo a loro stesse.
Jane stava ancora abbracciando la cugina, mentre la stringeva, riusciva a sentire il suo profumo, un odore che aveva ormai imparato a riconoscere negli anni e che ormai le era molto familiare.
Poi la lasciò andare e le disse – voglio solo sapere come sta la piccola e poi non prenderemo più quest’argomento – si aggiusto un attimo il vestito e poi riprese dicendo – oggi è solo nostro. – il tono che aveva usato era deciso ma allo stesso tempo speranzoso che la cugina fosse dalla sua parte, cioè che la pensasse almeno un po’ come lei. E concluse dicendo – cosa ti va di fare? – a Jane dopo quella domanda, iniziarono a balenare in mente tutto quello che avrebbero potuto fare lì a Londra, potevano andare e sedersi in un bar, girare per negozi e comprare qualcosa di carino, *c’è sempre qualcosa di carino da comprare in qualsiasi occasione basta trovare il negozio giusto*, oppure Jane si guardò per un attimo intorno a se, venne distratta dal rumore dei turisti che si bagnavano nella fontana, certo potevano anche andare in qualche piscina, ma avrebbero dovuto pensarci prima e passare da casa e prendere l ‘occorrente era impossibile ci avrebbero messo troppo. Poi si voltò di nuovo verso Je magari lei aveva qualche geniale idea.




Edited by Jane Evans - 27/10/2014, 20:21
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 26/8/2014, 14:09




Il suo girovagare senza meta durò ben poco, poiché l'occhio vigile di Jane la intercettò, avvinghiandola in un abbraccio, caloroso come sempre. "Jane! Bello rivederti in contesti meno tristi!" esclamò, ricambiando la fraterna stretta. Ovviamente Jessica si riferiva al periodo passato a casa per la convalescenza interminabile della sorella. Momenti difficili, che avevano scosso l'intera famiglia, ma che avevano al contempo confermato quanto la stessa fosse unita e forte. La cugina era bella e affascinante come sempre, forse meno scavata e stressata rispetto ai mesi antecedenti e la pace data dalla risoluzione positiva del caso di Evelyne, le aveva restituito vigore e splendore. Sorrise calorosamente, anche se nascondeva una nota malinconica, percepibile dalle iridi vitree e si accinse a rispondere alla scomoda domanda di Jane. Naturalmente lei era a conoscenza dell'ansia e della paura che gravitavano attorno all'argomento, e aveva per l'appunto specificato che la loro conversazione avrebbe riguardato, solo per gli istanti necessari, sua sorella. "Evelyne sta molto meglio. I guaritori del San Mungo dicono che migliora ogni giorno, anche se lentamente" sospirò, volgendo lo sguardo al lago, malinconica. Il colore dei suoi occhi rifletteva quello dello specchio d'acqua grigiastro, come se lo stesso potesse interpretarne la loro malinconia. "Comunque... Il peggio è passato". Concluse la frase con un sorriso smagliante, per rassicurare la cugina e dare credibilità alle sue parole. Non voleva angosciarla più del necessario, e in effetti, non ce ne era nemmeno bisogno. Quel pomeriggio era loro, voleva passarlo in spensieratezza e leggerezza. Se l'erano meritato e sarebbe stato loro utile come preludio dell'anno scolastico alle porte. La giornata non era delle peggiori, nonostante il clima piovoso di Londra e dintorni fosse celebre, quindi potevano permettersi di trascorrerlo all'aperto, camminando per il parco o per le strade affollate della city. "Che ne dici se facciamo due passi lungo il lago, fino all'uscita di Hyde Park e ci fiondiamo per le strade di Londra a sbirciare le vetrine?" propose, rispondendo alla cugina. Allungò la mano a delineare il percorso ondeggiante lungo il profilo della pozza d'acqua, che si perdeva tra le verdi fronde di quell'idilliaco angolo di verde. Londra aveva tante opportunità da offrire alle due cugine per rendere quel pomeriggio indimenticabile come sempre.

Edited by Jessica A. Evans - 16/10/2014, 13:53
 
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view post Posted on 12/10/2014, 20:53
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Era bello poter stare con lei, come qualche tempo fa, solo per stare tra di loro e parlare di cose futili o di cose importanti però tranquille e rilassate. Jane sapeva bene di aver posto delle domande abbastanza pesanti però guardando nel volto della cugina riusciva ancora a distinguere la sua chiara preoccupazione e come darle torto?, del resto si parlava di sua sorella, probabilmente se fosse successo qualcosa di grave ad Alex anche Jane sarebbe crollata in un assoluto sconforto. Però lei era li adesso per tranquillizzarla, del resto non c'era nessuno meglio dei guaritori del san Mungo e quindi dovevano solo aspettare di avere delle altre buone notizie e rivedere la piccola cugina attiva e vivace come sempre. Jane la osservò meglio dopo averla lasciata dall'abbraccio, non si era ancora ripresa del tutto, non aveva il suo solito colorito pieno di vita, del resto entrambe non avevano mangiato per alcuni giorni, saltando i pasti per la preoccupazione però adesso doveva rimettersi in forze o non sarebbe stata di aiuto a nessuno .
Quando senti le parole della cugina, le sorrise e annui, come si poteva rifiutare una proposta del genere * "Che ne dici se facciamo due passi lungo il lago, fino all'uscita di Hyde Park e ci fiondiamo per le strade di Londra a sbirciare le vetrine?"*. Quando s’incamminarono Jane, osservò un po’ il parco, del resto era veramente molto bello, non ci andava molto spesso, però quelle rare volte erano sempre le migliori. Le venne in mente una volta che Hunter l'aveva portata lì e poi pensò che avrebbe dovuto dire alla cugina che aveva avuto problemi con lui e che si erano lasciati e soprattutto che non c'era nessuno di cosi importante nella sua vita, da meritare la sua attenzione in quel momento della sua vita....
Aveva tante domande da fare alla cugina, domande futili che poi presero ordine nei suoi pensieri e inizio ad articolarle - certo, le vetrine di Londra sono sempre le migliori, vedrai che sicuramente ti trascinerò con me dentro qualche negozio.... - e si fermò, c'era una cosa di cui era curiosa Jane e che voleva chiederle, forse avrebbe aspettato o no... non lo sapeva ancora. Però se Je avesse chiesto di Hunter, cosa che lei faceva spesso, avrebbe potuto anche lei chiederle del suo fidanzato. Anche se non li aveva più visti in giro, e Je non ne aveva più parlato... magari era la liberazione che Jane aspettava, non che odiasse il cognato, ma non aveva mai avuto una particolare simpatia per lui e soprattutto per la sua reputazione.



Edited by Jane Evans - 27/10/2014, 20:22
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 16/10/2014, 13:08




Iniziarono ad incamminarsi tra il verde rilassante del parco londinese, un piccolo antro bucolico tra le strade cementate della città, tanto che sembrava di essere in aperta campagna. Persino il rumore del traffico babbano arrivata attutito, un lieve eco che si smarriva tra le folate di brezza. Jessica respirava a pieni polmoni l'aria fresca che le danzava tra i capelli, camminando tranquilla al fianco di Jane. Stava già meglio, l'idea di avere una persona fidata al suo fianco la tranquillizzava e dissipava parzialmente la sensazione di solitudine e fallimento che l'invadeva dall'estate passata. Risolti i convenevoli circa la sorella, informazioni necessarie e plausibili in merito alle faccende di famiglia, di cui Jane meritava di essere informata, potevano incominciare a ragguagliarsi reciprocamente sulle news mondane. Jessica aveva bisogno di conversazioni leggere, quotidiane, senza pressioni o contenuti negativi. Le parole della cugina la risvegliarono dai suo pensieri, girò lo sguardo ad incrociare quello castano della Tassorosso e sorrise, annuendo. "Già, la Londra babbana è una panacea ad ogni problema di stress" mormorò, mettendo le mani nelle tasche della giacca primaverile. "Sono sicura che il mio sguardo si poserà su qualche ghiottoneria che mi distrarrà da ogni pensiero!"
I negozi Babbani offrivano delizie commerciali che persino il mago più ottuso (ma dotato di buon gusto) non poteva che apprezzare, almeno alla vista. Perdersi per le strade londinesi offriva un variopinto set di colori e sensazioni visive forti, in grado di catturare le sinapsi e concentrare il sistema nervoso sugli impulsi sensoriali, impedendogli di smarrirsi tra pensieri reconditi.
Costeggiarono il fiume camminando sul sentiero ghiaioso, in direzione del grande cancello dell'ingresso del parco, i suoni cittadini si facevano sempre più intensi, segno che si stavano addentrando nella mondanità cittadina. "Mi dispiace che sia passato così tanto tempo dalla nostra ultima, spensierata, uscita. Saranno cambiate un sacco di cose! Alex sta bene? E Hunter?" chiese con entusiasmo, seriamente interessata a come la cugina avesse impiegato il tempo che le aveva tenute lontane. Sperava le fosse andato tutto per il meglio, bastava una sola Evans sfortunata e depressa in famiglia, e sperava che Jane non sperimentasse mai le sue medesime difficoltà.
 
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view post Posted on 28/10/2014, 23:19
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Mentre stavano passeggiando, Jane prestava ogni tanto attenzione alla cugina, si stava tranquillizzando e sorrideva piano piano, si sentiva più leggera quel peso che le stava opprimendo prima si era risolto. L'aria era fresca e scompigliava i capelli di entrambe mentre mano a mano uscivano dal parco e si addentravano a Londra nelle stupende e fantastiche vie che avrebbero portato via dai loro portafoglio chissà quanti soldi, pensava Jane sorridendo. Poi ascoltò le parole della cugina *Sono sicura che il mio sguardo si poserà su qualche ghiottoneria che mi distrarrà da ogni pensiero!* questo era un altro aspetto delle due cugine, non solo amanti dello shopping ma anche golose, quindi Jane mentre parlava con la cugina si guardava intorno alla ricerca di qualche pasticceria che avesse magari qualche pezzo di cheesecake al cioccolato o anche qualcosa di più buono, magari prima di girare per le vetrine potevano bere un caffè o un the con la torta o dei biscotti. Jane già pregustava la scena e mentre cercava qualcosa che la colpisse, arrivò come un bel fulmine a ciel sereno quella domanda che avrebbe preferito non sentire o almeno non aveva molta voglia di sentire quel nome, dopo quella sera.
Prima si concentro alla prima domanda Alex, sorrise alla cugina e disse - Alex sta in gran forma come sempre, non c'è niente che riuscirà a scoraggiare mio fratello, lo conosci. E in viaggio verso una nuova destinazione, l ho sentito prima che partisse qualche giorno fa... - poi si fermò, le parole facevano fatica ad uscire dalla sua bocca, aveva già reso partecipe una della sue migliori amiche li al castello del fatto Jane Read l'aveva consolata anche se in fondo forse non averlo detto a Jessica non lo rendeva veramente reale, però adesso confrontarsi con tutto questo era.. difficile.
- Non lo sento da ormai sei mesi se non di più, è successo tutto all'improvviso abbiamo litigato e poi ... - Jane distolse lo sguardo dalla cugina e prosegui era giusto che sapesse, infondo era la persona più importante, era la sua stupenda e adorata cugina e avrebbe capito - abbiamo deciso di prenderci una pausa, poi è partito... problemi con la famiglia ed è sparito - si voltò verso la cugina scrollando le spalle, voleva farle capire che ci stava provando a non pensarci, a crede che magari fosse quello sbagliato infondo doveva essere per forza cosi.
Decise di chiedere alla cugina della sua vita, del resto sicuramente lei aveva magari delle novità migliori della sua, la guardò e poi chiese - e Nathan invece? - una parte di lei avrebbe voluto sentire una risposta a quella domanda, che avrebbe voluto sentire quando Je le aveva detto che stava con lui, infatti non era convinta della lucidità della cugina, certo era difficile resistere a degli occhi cosi belli però poi ne fuoriusciva il carattere, la magia veniva rovinata. Però non voleva vederla star male quindi quella parte di lei venne rimossa e si aspettava di sentire quanto il ragazzo fosse gentile e meno dongiovanni come si diceva sempre al castello.

 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 8/11/2014, 02:24




Le due cugine si mescolarono presto ai passanti per le vie cittadine, facendosi largo tra la folla che rumorosa invadeva i marciapiedi. Colori e suoni inviavano stimoli vivissimi alle meningi della Corvonero, che ammaliata dalla bellezza della città, non poteva che smarrirvisi dolcemente. Amava Londra, non avrebbe mai smesso di stupirla. Jane incominciò a parlare di Alex, il suo cugino Auror che nella loro infanzia aveva insegnato loro a volare su un manico di scopa; Jessica ricordava ancora le giornate passate a casa di Jane a giocare a Quidditch in giardino, tra i folti alberi della tenuta Evans. Dolci, spensierati ricordi. "Sono contenta che stia bene, quando gli mandi un gufo, portagli i miei saluti!" mormorò con un sorriso. Non si stupì di sentire che Alex era di nuovo in viaggio, la vita da Auror non era facile e le missioni erano ogni giorno dietro l'angolo. Guardò la cugina negli occhi, si poteva scorgere la gioia con cui raccontava del fratello maggiore; gioia che scomparve, lasciandosi dietro solo tristezza quando toccò raccontarle di Hunter. "Oh... Mi dispiace" riuscì a mormorare, seriamente rattristita. Aggrottò le sopracciglia e si mise le mani in tasca, spostando lo sguardo verso il terreno ai suoi piedi. Le loro ombre si univano sull'asfalto, quasi a sottolineare la vicinanza di Jessica a Jane anche emotivamente. Hunter... Ricordava con un malinconico sorriso il loro primo incontro in Biblioteca a Hogwarts, Jessica gli aveva fatto diventare i capelli bianchi a furia di scherzi e dispetti. Quel pomeriggio di studio era finito con una battaglia di pallottole di pergamena e la chiamata in ausilio a Jane, solo per il gusto di infastidire Hunter. Quel giovane era un tipo a posto, almeno all'apparenza, e a Jessica era sempre piaciuto. Era sinceramente rattristita che le cose tra loro fossero finite in un nonnulla. "Jane mi dispiace davvero tanto, spero che tu stia affrontando la cosa con tranquillità. Sai che su di me puoi contare, sempre" mormorò affranta, concludendo la frase con un sospiro. Le voleva bene, era una delle persone più importanti della sua vita, sarebbe stata per lei sostegno e forza, se fosse stato necessario. Non fece altre domande, percepiva il desiderio della cugina di non parlarne e lo rispettava, oltre che comprenderlo. Camminarono per qualche minuto in silenzio, e poi la domanda fatidica toccò anche lei. Deglutì, percependo il suo cuore saltare un battito e bruciargli nel petto. Un riflesso involontario condusse il suo palmo aperto al centro esatto del torace, come a voler arginare il dolore anginoso che parlare del Grifondoro le causava. "Nathan. Beh, ecco... L'ultima volta che ci siamo visti, non è finita granché bene. Anzi, lo definirei un fiasco colossale" mormorò tetra, volgendo gli occhi verso una vetrina, senza guardarla realmente; si concentrò altresì sul suo riflesso sfocato e distorto, provando vergogna. Ricordava il viso di Nathan, la rabbia sui suoi lineamenti in una tetra serata a Hogsmeade. ironia della sorte, nello stesso posto in cui si erano incontrati per la prima volta. Che ne era di lui?
"Vedi, poi sono dovuta partire per Evelyne... E non l'ho più sentito. A quanto pare è destino, le persone a cui mi affeziono o tentano di scagliarmi un Imperio a tradimento, o semplicemente scelgono strade alternative". Stava per definirle 'strade migliori', ma provava ancora un briciolo di rispetto per la sua persona, per umiliarsi in pubblico, persino davanti a Jane. Il riferimento lampante a Nicholas Black era intriso del disgusto più profondo. La tassina conosceva a perfezione l'accaduto, e anche in quella occasione era stata la spalla su cui piangere e l'abbraccio in cui trovare conforto. I sentimenti per il Mangiamorte erano negativi, pungenti, velenosi; avrebbe voluto provare le stesse cose per Nathan, ma quando rivedeva il viso scolpito e gli occhi color pece, provava solo grande tristezza e vuoto nell'anima.
Ricacciò indietro lacrime di odio verso se stessa, per l'incapacità che aveva di tenersi strette le persone, sbattendo ripetutamente le palpebre. Si stampò un sorriso sulle labbra, i muscoli facciali si distesero, certo, ma il calore di quel gesto non si irradiò agli occhi. "C'est la vie, come direbbero quei maledetti francesi... O almeno credo" rise, sarcastica, scuotendo il capo. "Spero di restare lontano dalla loro erre moscia per un bel po' di tempo, adesso". Ma sì, doveva solo andare avanti, cogliere il bello di ogni attimo e lasciarsi indietro le paure. E poi era con Jane, non poteva desiderare altro.

 
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view post Posted on 17/11/2014, 23:40
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Al parlare di Alex con Je, la mente di Jane vagava nei ricordi, vedeva due piccole ragazzine che si assomigliavano molto tranne che per il colore dei capelli che giocavano e si divertivano a volare con i manici di scopa, facendo impazzire un ragazzo più grande che le stava sempre dietro a rimproverarle quando cadevano, perché erano, diciamo dei tipi molto vivaci. Questo era la forza del loro legame, perché riteneva Jessica la persona più importante della sua vita, ora e sempre.
Continuavano a camminare e mentre Jane ascoltava le sue parole, vide un piccolo bar, dove potevano prendere qualcosa di caldo o per mangiare eventualmente Je avesse fame e le fece cenno di incamminarsi verso quel bar che era decorato con tantissimi fiori, qualcosa di particolare. Quando Je iniziò a parlare anche lei di Hunter, Jane si rattristò un po’ e prese la cugina per mano... ne sentiva il calore e soprattutto le trasmetteva una sensazione di tranquillità, che solo un'altra persona in tutto il castello riusciva a fare. Le sorrise un po’ forzatamente, del resto non avrebbe mai immaginato di ritornare da sola dopo tutto il tempo che aveva passato con il ragazzo, però le cose purtroppo posso finire come possono cominciarne altre di più belle. Jane era una persona "schifosamente" positiva, ed era riuscita a trattenere il dolore e aveva imparato in quei mesi a conviverci quasi, come se ormai facesse parte di lei.
Il tono di voce era cambiato, non ne poteva essere sicura ma aveva veramente toccato un tasto dolente, sentiva la sua tensione qualcosa non andava, di solito era tranquilla quando parlava di Nathan, forse qualcosa era andata veramente male. Poi ascoltò quelle parole e appena disse *A quanto pare è destino, le persone a cui mi affeziono o tentano di scagliarmi un Imperio a tradimento, o semplicemente scelgono strade alternative*, provò a sorriderle dolcemente, sapeva bene purtroppo che per adesso non aveva avuto fortuna ma questo non voleva dire niente e doveva trasmetterle tutto l'amore possibile. - Ti capisco cugina - disse prendendo respiro e continuando a camminare, tenendo stretta la mano della cugina e poi aggiunse - io non ho intenzione di tradirti, né tanto meno di prendere una strada in cui tu non sei contemplata- e si fermò sorridendole, poteva dirle come tutte le altre ragazze al mondo l'avrebbero consolata, non era il ragazzo giusto, non ti meritava, era lui ad aver sbagliato. Ma perché dire delle cose cosi stupide? del resto secondo lei non era quello che Je voleva sentirsi dire, magari avrebbe poi avuto modo di risolvere con Nathan e di averlo di nuovo nella sua vita o di lasciarlo come amico. - Spero tanto che troverai un modo per parlarci. Anche solo per chiarirvi - e poi tornò seria e disse - altrimenti poi non posso prenderlo in giro, e tormentarlo - concluse iniziando a ridere e osservando la cugina sperando di poterla sollevare di morale almeno un po’.
Erano arrivate davanti al bar, Jane propose con un cenno di entrare perché forse faceva abbastanza freddo per stare fuori e riusciva a distinguere già da lontano alcuni odori di fiori particolari, ormai ne era quasi un esperta. Nella sala comune di Tassorosso c'erano moltissime piante e stando lì per ore, si riusciva a identificarne il profumo, si sedettero e Jane attese di sentire le parole della cugina. Lei aveva pensato di prendere qualcosa come un caffè o un thè con i biscotti non le sarebbe neanche tanto dispiaciuto.


 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 28/11/2014, 12:31




Le parole della cugina erano di grande conforto e un buon suggerimento da seguire. Jessica sapeva di poter contare su Jane, che lei ci sarebbe sempre stata e che non l'avrebbe tradita mai. La sua fiducia era ben riposta. Rispose al suo sorriso, cercando di trasmettere tutto ciò per cui le era grata. Strinse la mano di Jane in risposta alla sua presa e annuì alle sue parole. "Grazie, Jane, grazie di esserci..." mormorò, impacciata. Aprirsi ed esprimere le proprie emozioni non le era mai stato facile, ma le volte che lo faceva ci metteva il cuore intero e sperava che dall'altro lato si capisse.
Rimuginò sulle parole della tassina e seppe che aveva ragione; doveva parlare con Nathan, non poteva lasciare la situazione in sospeso. Avrebbe dovuto dare una svolta netta alla situazione ed uscire da quella sorta di limbo in cui aveva confinato la relazione interpersonale. Ma come poteva ripresentarsi da lui dopo un anno di silenzio totale? Molto probabilmente lui si era già dimenticato di lei e aveva ripreso la quotidianità senza il minimo problema o ripensamento. E forse avrebbe dovuto farlo anche lei...
Si distrasse, sorridendo alla battuta di Jane e decise di archiviare i problemi e godersi la giornata a Londra. La città aveva così tanto da offrir loro e non poteva lasciarsi incupire da tetri ricordi. Accolse di buon grado l'idea di Jane di entrare in un café e la seguì al primo tavolo libero. "Carino qui!" mormorò guardandosi intorno; le decorazioni floreali del locale erano raffinate e colorate, la mettevano a proprio agio. Prese distrattamente una lista e incominciò a sfogliarla, facendosi venire l'acquolina alla lettura delle pietanze offerte dalla casa. "Wow.. Avrei proprio voglia di qualcosa di dolce e calorico" mormorò, pregustando una cheesecake e una cioccolata calda. Sospirò e decise che non c'era nulla di migliore di una buona dose di grassi e zuccheri per distrarre la mente e alleggerire lo spirito.
 
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view post Posted on 16/12/2014, 11:59
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Era contenta in qualche modo era riuscita a rassicurare la cugina, vedeva il suo viso più sereno. Probabilmente avrebbe risolto velocemente con Nathan, cosi poteva tornare alle divertenti discussioni con il cognato. Non avevano un brutto rapporto lei e Nathan, ma sicuramente non si poteva dire che si odiassero, ma battibeccavano spesso.
L'attenzione di Jane fu subito distolta quando entrarono in quel cafè, dal profumo che si avvertiva, e Jane lo riconobbe subito... cioccolato. Non c'era dolce al mondo che poteva essere più buono di esso. Jane sorrise e mentre si sedettero esamino bene il locale, era molto carino e i fiori rendevano tutto ancora più bello. Ascoltò le ordinazioni della cugina, prese anche lei la cioccolata calda, in quella giornata fredda, ci stava d'incanto. E invece della cheesecake, Jane aveva preferito avere dei biscotti.
Rielaborò i pensieri, non c'era quasi nulla che doveva raccontare alla cugina, visto che erano state insieme negli ultimi tempi, e il rientro a scuola era stato normale. Nonostante ciò lo chiese ugualmente - com'è stato rientrare a scuola? - e mentre aspettava le parole della cugina arrivarono i loro ordini, com'erano belle le loro tazze fumanti. Jane pose le mani sulla sua tazza, per riscaldarle, aveva sempre le mani congelate, incredibilmente seccante. Continuò la discussione dicendo - io sono rientrata in infermeria, non credevo mi avrebbero riprendo, però non è subentrato nessuno dopo che ci siamo allontanate, quindi hanno accettato di nuovo il mio aiuto. L'infermiere è una persona veramente simpatica e gentile. - si fermò, per poi pensare che la cugina, per fortuna non era mai passata da li, durante i turni che faceva. Era un bene, voleva dire che era stata "stranamente" attenta, il che le sembrava cosi strano. Ormai Jessica non era più piccola e spericolata come quando erano piccola, era una donna adulta che stava attenta ad non cadere dalla scopa e tante altre cose. Pensandoci bene le sembrò quasi strano, per lei era sempre la sua piccola cugina, probabilmente sarebbe sempre stato cosi.
Poi le chiese un ultima cosa -non ho ancora visto Jane Read, devo mandarle un gufo, hai avuto sue notizie? - poi sorrise e concluse - sarà immersa in qualche libro o nello studio, come sempre - e poi si soffermò a guardare la tazza e inizio a bere leggermente per non scottarsi.

 
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