| Vivendo nel mondo magico ti abitui ad un buon numero di cose strane. Ti abitui a maneggiare monete enormi d'oro zecchino, a mangiare la tua zuppa di fagioli prima che la zuppa di fagioli mangi il contorno, a schiacciare con forza una cioccorana così da fermarla dal saltellare intorno. Eppure ci sono stranezze ben più insolite, alle quali nessuno, di qua o di là dall'uscio del Paiolo, poteva abituarsi: le stranezze della gente. Agli occhi di un babbano era quantomeno insolita, quella scena, e insolito che il ragazzo ignorasse il tremolare della scatola del dolciume che teneva sul tavolo per dedicarsi al tremolare dell'animo di Jessica. Come potevano le sue parole averla scossa tanto? Esitò, per un attimo. "...Jessica?" l'apostrofò, il dubbio nella voce di fronte a quei respiri tanto profondi, a quel non rispondere. E tuttavia, quando la ragazza finalmente parlò, fu lui a tremare dentro. Il medaglione malvagio? Pezzi di esistenza? Fini? Mezzi? "No!" esclamò, a voce troppo alta, rendendosi immediatamente conto dell'errore. "...scusami. No. Credo tu abbia... frainteso." E non riuscì a guardarla, dedicando lo sguardo alla colazione incompiuta. Afferrò la scatola della Cioccorana e la rimise vicina al piatto, afferrò le posate, ma non riprese a mangiare. Parlò, invece, aiutandosi con gesti, muovendo quei sottili pezzi di metallo con calma, come a voler rallentare il discorso, fattosi folle, troppo veloce. "Intendevo che qui a Londra ci sono libri che ad Hogwarts non potevo trovare, e non sono legato ai corsi e ai compiti, dunque ho un sacco di tempo libero per concentrarmi su quello che mi piace leggere... adesso, ad esempio, mi sto dedicando alla Trasfigurazione elementale. E' sempre stata la mia passione, ma non l'avrei mai studiata prima del sesto anno. Credo." E sospirò, come essendosi tolto un peso. Come si era messa in mente tutte quelle cose? Era vero... era vero, che il fine di quell'apprendimento sfrenato era danneggiare, distruggere, lui stesso si era posto il dilemma, ma non era tutto a fin di bene? E che ne poteva sapere, lei, di fini e di mezzi? Lei, stanca ma probabilmente ignara, lontana da tutto... "...e il medaglione è un semplice medaglione portaricordo. Nel vero senso della parola, però. Come quelli babbani, ma invece di metterci dentro la foto della nonna, ci metti un ricordo... non voglio rubare i ricordi di nessuno, Jessica. Ti sembro un ladro di ricordi?" E le sorrise, nervoso, e mangiò a forza un altro pezzo di salsiccia troppo salato per il suo palato. Bevve un sorso di the, e la tazzina sembrò pesare un quintale nella sua mano debole per lo spavento. Cosa voleva insinuare, Jessica? Cosa intendeva? Cosa sapeva? Non poteva essere coinvolta, non poteva. Se lo ripetè fermamente mentre posava la tazza e prendeva finalmente in mano la cioccorana, aprendone la confezione e afferrando prontamente l'esserino marrone che ne schizzò fuori. Strinse il pugno, per non farselo scappare, e con la mano libera afferrò la figurina sul fondo dell'incarto ormai aperto. Quello, quello poteva essere un ottimo modo per cambiare discorso. "Cliodna, Medioevo. Famosa sacerdotessa drudi...druidica, irlandese. Possedeva tre fenici con le quali curava le ferite. Animagus, poteva trasformarsi anch'essa in fenice..." L'espressione falsamente concentrata della lettura fece posto a una di stupore. "Accidenti, pensa un po'. Ci credi, che questa è la prima cioccorana che assaggio in vita mia? Mai piaciuto davvero, il cioccolato." E con la stessa aria concentrata di prima staccò la testa all'esserino che teneva in pugno, guardandolo con aria schifata mentre smetteva di muoversi. Diede un'occhiata al cranio staccato, poi al corpo, e li ripose entrambi nell'involucro, tenendo invece la figurina al di fuori. Cliodna, dallo sguardo enigmatico, lo osservava sospettosa, tra le esalazioni rosee della boccetta che teneva al chiaro di luna. *Non devo pensarci. Probabilmente è solo paranoica... ce ne sono, di queste persone. Ma non può essere coinvolta...* Spostò lo sguardo dalla maga medievale a Jessica, e sorrise semplicemente. Andava tutto bene.
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