| Fin da quando aveva cominciato a lavorare al San Mungo, aveva sempre creduto che non avrebbe avuto troppo lavoro. Almeno non con i ragazzini. Per loro c’era l’infermeria di Hogwarts, se avevano incidenti all’interno del perimetro scolastico sarebbe stato compito di altri prendersi cura di loro. Invece, da quando aveva preso il posto di Fuco Lindo, le erano arrivati una serie di ragazzini, uno dopo l’altro, nessuno dei quali era in ottime condizioni. Ed era perfino stata costretta a mandare uno dei suoi medimaghi a scuola a seguito di una ferita oscura che l’infermiera non era stata in grado di curare da sola. Scosse la testa: per quanto ancora sarebbero arrivati ragazzini? Sapeva che tempo prima Hogwarts aveva assunto un infermiere, ma non sembrava così in grado di fare il suo lavoro. Sospirò, mentre continuava il suo giro e attraversava l’ingresso del terzo piano. Anche lì, c’erano medi maghi al lavoro e stava per andarsene, quando notò una ragazzina dai capelli rossi rivolgersi ad uno di loro senza ricevere risposta. Scosse la testa: per quale motivo Blackwood doveva sempre avere la testa tra le nuvole? Allungò il passo, avvicinandosi: -Magari sarebbe buona cosa svegliarsi, quando qualcuno ti si rivolge- commentò, mentre metteva una mano sulla spalla della ragazzina, quindi si rivolse a lei: -Ora di te mi occupo io- proseguì, esaminandola. Aveva punture sulle braccia e sulle gambe, ma non sembravano infette, probabilmente non erano velenose. Quando si trovava davanti certe situazioni che non avevano una soluzione chiara, un incantesimo specifico le saliva il nervoso. Gli incantesimi generici non erano esattamente i suoi preferiti, ma, in casi come quello, erano pur sempre meglio di niente. Le osservò il braccio chiedendosi se non fosse meglio applicarvi una pozione… e alla fine stabilì di sì. Ma prima era il caso di metterla a suo agio, almeno un po’ -Siediti lì, ora penseremo alle tue ferite- la invitò con un sorriso, indicandole un lettino vuoto. Sì, forse, prima era meglio curarla. Ma poi le avrebbe rifilato anche una pozione, decise. Sempre che avesse avuto a disposizione quella più utile. Quello, però non era il momento per porsi certe domande. Mosse la bacchetta puntandola contro il petto della ragazzina, facendo attenzione a non toccarla, quindi, lentamente, eseguì una spirale dai cerchi sempre più ampi continuando a tenere d’occhio le ferite della ragazzina. Solo quando le vide scomparire tutte si decise a pronunciare la formula -Recanto- Ed ora che tutte quelle punture se ne erano andate, doveva pensare alla bruciatura, ancora lì, dato che era una ferita di tipo differente dalle altre. -Sei a posto, piccola. Per quella bruciatura, ora ti darò una pozione. Dovrai berla tutto d’un fiato e attendere qualche minuto che faccia effetto. Poi potrò dimetterti.- Detto, fatto. Si allontanò di qualche passo, avvicinandosi al punto in cui conservano le riserve di pozioni cercando con gli occhi quella pià adatta… eccola lì, per fortuna… anche se non ce n’erano ancora molte fiale, notò. Avrebbe dovuto farne preparare un po’ o prepararne lei stessa. Versò parte della fiala in un bicchiere, quella che c’era lì era troppa per una ragazzina come quella che aveva di fronte, doveva curarla, non intossicarla. Tornò da lei, porgendole il bicchiere, -Ecco, bevi. Questa pozione si chiama “Pozione Blandofuoco”, farà sparire quella bruciatura. Aspetta una ventina di minuti prima di alzarti, dopo averla bevuta, poi potrai andare.-
Le tue statistiche sono totalmente ripristinate. Fai comunque un post di chiusura.
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