~ Se sopravvivi ai Tiri Vispi

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view post Posted on 19/8/2014, 19:26
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La hall del San Mungo era luminosa e trafficata quel pomeriggio. Gente andava e veniva, e un chiacchiericcio contenuto giungeva alle orecchie dei visitatori e dei pazienti.
Un’Eloise trafelata entrò e si diresse velocemente verso i tabelloni che indicavano i piani e le rispettive aree d’interesse. Il suo sguardo cadde su Terzo piano: Avvelenamento da pozioni, piante e animali. Senza indugiare oltre, si diresse verso le scale e iniziò a salirle con urgenza.
Le sembravano passati giorni da quando aveva salutato sua madre e aveva avuto la brillante idea di entrare ai Tiri Vispi Weasley. Da allora aveva collezionato punture brucianti su gambe e braccia, una piccola ustione su un braccio e un po’ di delusione generale. Disse a se stessa che probabilmente si sarebbe tenuta lontana dai gemelli con i capelli color carota per qualche tempo.
In generale i danni fisici non la stavano mettendo troppo in difficoltà. L’unguento che aveva messo sui morsi stava esaurendo il suo effetto benefico ed entro breve sarebbe stato necessario operare in qualche modo più incisivo. La bruciatura invece non le dava fastidio, ma una revisione generale non avrebbe guastato.
Dal punto di vista formativo quell’esperienza si poteva definire… Peculiare. Dopo tutto il nervoso che le era salito a causa di quel gioco-inganno in cui i gemelli l’avevano attirata, si era sentita sollevata da come se l’era cavata. E sicuramente la volta successiva sarebbe stata più pronta per affrontare un avversario. D’altro canto, fino all’ultimo minuto si era sentita presa in giro, quasi canzonata, dall’atteggiamento dei due. Fred in particolare.
Una cosa era certa: aveva conquistato due gelatine d’oro. Benché Weasley avesse parlato in modo enigmatico, Eloise sapeva che da qualche parte del castello si trovava un negozio clandestino che vendeva articoli dei Tiri Vispi. Ned gliene aveva parlato in più di un’occasione, e ora aveva una scusa per andare a cercarlo. E anche un’indicazione vaga sul luogo in cui si trovava, che doveva avere a che fare con il guardare le stelle. Un enigma non troppo difficile da risolvere, insomma.
Quando giunse al terzo piano, la giovane Lynch iniziò a guardarsi intorno con aria spersa. Odiava il non sapere dove andare in quei posti come gli ospedali, gli uffici e le scuole. Il corridoio era vuoto, eccetto che per un paio di Medimago in divisa. Temporeggiò una manciata di secondi, lanciando sguardi in giro nella speranza di trovare qualcosa che attirasse la sua attenzione. Non vedendo niente che le fosse d’aiuto, si diresse verso il Medimago più vicino.
Aveva abbastanza fretta di tornare verso Hogwarts: il treno non l’avrebbe aspettata a lungo e il giorno successivo l’attendeva una pila di lavoro rimandato accumulato nella settimana.

«Ehm, mi scusi… Ecco, ho queste punture che dovrebbero essere state causate da… dei Doxy, se non sbaglio. C’è qualcosa che si può fare per risistemarmi?»
Disse al Medimago, mostrandogli pazientemente tutte le ferite che aveva collezionato.



›› Eloise
Hai morsi su entrambe le braccia ed entrambe le gambe. Il veleno è stato neutralizzato dalla pozione.
Al braccio armato hai una leggera bruciatura che tuttavia non è molto dolorosa.
Punti Salute: 74/100
Punti Corpo: 48/50
Punti Mana: 50


Edited by Nih . - 20/8/2014, 15:49
 
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view post Posted on 20/8/2014, 07:33
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Posta le statistiche, così come le ha messe il master a fine quest altrimenti non posso regolarmi
 
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view post Posted on 20/8/2014, 14:50
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Aggiornato, scusa per la distrazione
 
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view post Posted on 22/8/2014, 22:04
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Fin da quando aveva cominciato a lavorare al San Mungo, aveva sempre creduto che non avrebbe avuto troppo lavoro. Almeno non con i ragazzini. Per loro c’era l’infermeria di Hogwarts, se avevano incidenti all’interno del perimetro scolastico sarebbe stato compito di altri prendersi cura di loro. Invece, da quando aveva preso il posto di Fuco Lindo, le erano arrivati una serie di ragazzini, uno dopo l’altro, nessuno dei quali era in ottime condizioni. Ed era perfino stata costretta a mandare uno dei suoi medimaghi a scuola a seguito di una ferita oscura che l’infermiera non era stata in grado di curare da sola. Scosse la testa: per quanto ancora sarebbero arrivati ragazzini? Sapeva che tempo prima Hogwarts aveva assunto un infermiere, ma non sembrava così in grado di fare il suo lavoro. Sospirò, mentre continuava il suo giro e attraversava l’ingresso del terzo piano. Anche lì, c’erano medi maghi al lavoro e stava per andarsene, quando notò una ragazzina dai capelli rossi rivolgersi ad uno di loro senza ricevere risposta. Scosse la testa: per quale motivo Blackwood doveva sempre avere la testa tra le nuvole? Allungò il passo, avvicinandosi:
-Magari sarebbe buona cosa svegliarsi, quando qualcuno ti si rivolge- commentò, mentre metteva una mano sulla spalla della ragazzina, quindi si rivolse a lei: -Ora di te mi occupo io- proseguì, esaminandola. Aveva punture sulle braccia e sulle gambe, ma non sembravano infette, probabilmente non erano velenose. Quando si trovava davanti certe situazioni che non avevano una soluzione chiara, un incantesimo specifico le saliva il nervoso. Gli incantesimi generici non erano esattamente i suoi preferiti, ma, in casi come quello, erano pur sempre meglio di niente. Le osservò il braccio chiedendosi se non fosse meglio applicarvi una pozione… e alla fine stabilì di sì. Ma prima era il caso di metterla a suo agio, almeno un po’
-Siediti lì, ora penseremo alle tue ferite- la invitò con un sorriso, indicandole un lettino vuoto. Sì, forse, prima era meglio curarla. Ma poi le avrebbe rifilato anche una pozione, decise. Sempre che avesse avuto a disposizione quella più utile. Quello, però non era il momento per porsi certe domande. Mosse la bacchetta puntandola contro il petto della ragazzina, facendo attenzione a non toccarla, quindi, lentamente, eseguì una spirale dai cerchi sempre più ampi continuando a tenere d’occhio le ferite della ragazzina. Solo quando le vide scomparire tutte si decise a pronunciare la formula
-Recanto- Ed ora che tutte quelle punture se ne erano andate, doveva pensare alla bruciatura, ancora lì, dato che era una ferita di tipo differente dalle altre.
-Sei a posto, piccola. Per quella bruciatura, ora ti darò una pozione. Dovrai berla tutto d’un fiato e attendere qualche minuto che faccia effetto. Poi potrò dimetterti.- Detto, fatto. Si allontanò di qualche passo, avvicinandosi al punto in cui conservano le riserve di pozioni cercando con gli occhi quella pià adatta… eccola lì, per fortuna… anche se non ce n’erano ancora molte fiale, notò. Avrebbe dovuto farne preparare un po’ o prepararne lei stessa. Versò parte della fiala in un bicchiere, quella che c’era lì era troppa per una ragazzina come quella che aveva di fronte, doveva curarla, non intossicarla. Tornò da lei, porgendole il bicchiere,
-Ecco, bevi. Questa pozione si chiama “Pozione Blandofuoco”, farà sparire quella bruciatura. Aspetta una ventina di minuti prima di alzarti, dopo averla bevuta, poi potrai andare.-

Le tue statistiche sono totalmente ripristinate. Fai comunque un post di chiusura.
 
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view post Posted on 24/8/2014, 22:10
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Ora di te mi occupo io. Eloise guardò la donna con aria intimorita, gli occhi troppo aperti a sentire quelle parole: benché il tono che aveva assunto sembrava rassicurante, le precise parole che aveva scelto le suonarono come una minaccia.
Era bastato un attimo e si era già vista trasportata con l’inganno in qualche stanza remota per essere utilizzata come cavia per esperimenti. Non amava l’ambiente ospedaliero, nemmeno quello di un ospedale magico come il San Mungo. L’ambiente asettico e la neutralità e impedivano di vedere le persone con chiarezza, di valutare e pesare i loro atteggiamenti. Non era mai stata un’eccezionale lettrice di anime, ma in quei luoghi era ancora peggio.
Scacciando quei pensieri negativi, realizzò che forse era il veleno dei morsi a causare quei ragionamenti improbabili. Seguì la donna attraverso i corridoi, fidandosi a malincuore del suo ruolo. Aveva bisogno di quelle cure e, se fosse finita male, avrebbe cercato di trarre il meglio dal suo ruolo di cavia.
Obbedì quando la donna le disse di sedersi sul lettino. Penseremo alle tue ferite? Intendeva forse dire che gliene avrebbero procurate altre? Prima di degenerare in altri pensieri negativi, il sollievo dovuto all’incantesimo della donna scacciò i suoi dubbi e la portò a rilassarsi.
Guardò quella figura così autoritaria con ammirazione, sperando in cuor suo di non doversi mai trovare a contraddirla.

«Grazie…»
Disse piano, quando la donna le porse la pozione. Anche se la bruciatura non le doleva particolarmente, era pronta a prenderla. L’unico aspetto negativo era che avrebbe dovuto attendere venti lunghissimi minuti, che le avrebbero richiesto uno spostamento frettoloso per riuscire a prendere il treno di ritorno.
Guardò il liquido all’interno del bicchiere e con un gesto veloce lo buttò giù come un vecchio ubriacone irlandese. Si guardò attorno con sguardo vacuo, chiedendosi cosa avrebbe potuto fare in quel tempo. Non era per niente brava a starsene buona e seduta. Si concentrò sulla trama del lenzuolo steso sul lettino, poi sul pavimento, poi sul dolore che piano piano si dissipava dal suo braccio e dal suo corpo.
Sembravano momenti interminabili agli occhi di una ragazzina iperattiva, che giunsero alla fine solo dopo un’attesa quasi eterna. Eloise scese dal lettino e si diresse verso l’uscita, portandosi dietro una collezione di preziosi apprendimenti ed esperienze.
 
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