Sola e pensosa..., Privata

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Mis@-ch@n
view post Posted on 23/8/2014, 10:52




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Era sorto un altro giorno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Le settimane erano passate veloci, in un susseguirsi di lezioni, esercitazioni, nuove scoperte e nuove amicizie. A Emily sembrava di vivere lì da sempre, e considerava il castello come una seconda casa.
Quel giorno aveva deciso di ritirarsi nella guferia della Torre di Divinazione. Le piaceva quel posto: era solitario e tranquillo. Da quell'altezza le sembrava di poter dominare il mondo intero. Non ci andava quasi nessuno, perchè tutti gli studenti affermavano che era sporco e rumoroso. Emily non la pensava così. Seduta nell'ingresso della guferia, chiuse gli occhi ascoltando la cacofonia dei versi dei gufi, che saltellavano da un trespolo all'altro, sembrando quasi dei giudici in un tribunale.
Emily fece un breve verso intermittente, e dopo qualche secondo un meraviglioso gufo bruno planò vicino a lei. Accarezzò dolcemente sul capo Razor, il suo fedele animale. Lui, in risposta, le diede una lieve beccata affettuosa al dito.
Dopo qualche minuto, la ragazza rivolse nuovamente l'attenzione al libro che aveva in grembo, il prezioso tomo che portava sempre con sè. Era una semplice raccolta di fiabe per maghetti bambini, ma per lei significava molto di più. In quel libro erano raccolte tutte le storie che lei aveva raccontato a sua madre quand'era in punto di morte, e rileggendole le sembrava quasi di sentirla accanto a sè.
Sospirò, gli occhi velati da tristezza e nostalgia.
All'improvviso drizzò le orecchie: le sembrava di udire un suono di passi che si avvicinavano. Ma chi poteva essere a quell'ora?



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Victoria Grayson.
view post Posted on 23/8/2014, 14:11






Tempo di esami per la giovane Grifondoro: dopo aver studiato a lungo per quello di Incantesimi, era arrivato il momento di prendere il libro in mano e ricominciare a prepararsi per quello di Difesa ormai imminente. Era agitata, certo, ma aver superato il suo primo esame con il massimo dei voti aveva parzialmente abbattuto il suo muro di insicurezza, dandole una forte carica per gli esami futuri e soprattutto la consapevolezza delle proprie capacità.
Incredibile come era volato il tempo. Con la mente ritornò ai sui primi giorni ad Hogwarts, quando era sola, sperduta e confusa; quando puntualmente si ritrovava a girovagare per il Castello perché non si ricordava la strada per la Sala Comune o quando trovava disgustoso che i maghi andassero pazzi per le Cioccorane. Sorrise al ricordo di lei che si perdeva tra le scale, proprio quando si apprestava a salire quelle che l'avrebbero condotta fino alla Torre di Divinazione. Quel giorno aveva deciso di recarvisi con il libro di Difesa, che teneva saldamente sotto braccio, poiché sapeva che la Guferia non era esattamente uno dei luoghi più frequentati del Castello in quanto considerato sporco e rumoroso. Victoria, invece, quando si trattava di leggere o studiare all'aperto, preferiva di gran lunga ascoltare il rilassante bubolare dei gufi della Torre di Divinazione che non il silenzio quasi fastidioso di quella di Astronomia, dove si recava ogniqualvolta che sentiva il bisogno di ritagliarsi un piccolo frangente di tempo in cui restare sola con se stessa.
Varcò la soglia della Guferia e, convinta di non trovarvici nessuno per via dell'orario, si stupì nel vedere una ragazza seduta nell'ingresso. Victoria notò che aveva un grosso tomo poggiato sul grembo, il che le fece pensare che magari non voleva essere disturbata, ma poi concluse che sarebbe stato scortese non salutarla, quindi, prima di prendere posto su uno scalino non distante da dove lei si trovava, disse:

«Ciao..»
E, resasi conto di quanto freddo e distaccato poteva sembrarle quel saluto, aggiunse sorridendo: «Un bel posto in cui studiare, non trovi?», non sapendo, però, che quello che la giovane studentessa stava sfogliando non era un libro scolastico, bensì un libro di fiabe.
 
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Mis@-ch@n
view post Posted on 23/8/2014, 14:44




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Aveva sentito bene: dopo qualche minuto vide una Grifondoro sbucare dalla scalinata e dirigersi alla guferia. Emily sospirò.
*Ecco concluso il mio momento di tranquillità...*
La sconosciuta si sedette qualche gradino sotto di lei e, dopo qualche secondo, la salutò.
"Un bel posto in cui studiare, non trovi?" le disse, sorridendo. Abbassando lo sguardo Emily notò che teneva in mano un libro che sembrava quello di Difesa contro le Arti Oscure. Che fosse venuta lì per prepararsi agli esami?
"Già, è molto tranquillo..." borbottò di rimando, avvicinando le gambe al petto per nascondere il libro. Non voleva che l'altra scoprisse di cosa si trattava. In fondo il tempo per leggere le fiabe era passato da un pezzo, e non voleva essere considerata una bambina immatura.
Mentre si muoveva però un piccolo pezzetto di carta le uscì dal libro, svolazzando dritto dritto verso la Grifondoro.



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Victoria Grayson.
view post Posted on 23/8/2014, 15:59




"Già, è molto tranquillo..."
La domanda che Victoria aveva posto alla sconosciuta aveva suscitato un borbiottio come risposta; forse la ragazza era riservata, o, come aveva pensato fin dall'inizio, gradiva che non la si disturbasse. Come biasimarla? Anche lei mal sopportava le persone troppo loquaci, soprattutto se non riescono a tenere a freno la lingua quando vorresti soltanto concentrarti su ciò che devi studiare o su un bel libro da leggere. In ogni caso, la ragazza non avrebbe dovuto preoccuparsi più di tanto di Victoria: scambiare due chiacchiere non le sarebbe dispiaciuto, ma se ognuna si fosse fatta gli affari propri si sarebbe sentita decisamente più a suo agio.
Senza più proferir parola, la Grifondoro appoggiò il libro di Difesa sulle gambe e cominciò a leggere in silenzio, incurante di quel che stesse facendo l'altra ragazza. Non passò molto tempo, però, che qualcosa attirò la sua attenzione più che la definizione di "Molliccio": un pezzetto di carta, svolazzando in aria, era finito dritto dritto tra le pagine del libro scritto da Dante Tremante. Victoria lo osservò, incuriosita, più che convinta che quel foglietto di pergamena non appartenesse a lei, bensì alla studentessa che sedeva qualche gradino sopra di lei.

«Credo che questo sia tuo», disse con tono cortese, voltandosi. Nello stesso istante non poté trattenersi dal verificare se sopra vi fosse scritto qualcosa, senza pensare che magari questo gesto avrebbe potuto infastidire la proprietaria del foglietto. Avrebbe trovato qualcosa su quel pezzo di carta? E, soprattutto, come avrebbe reagito la ragazza all'indiscrezione della Grifondoro?
 
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Mis@-ch@n
view post Posted on 23/8/2014, 18:44




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Emily guardò sgomenta la ragazza afferrare il bigliettino e darci un'occhiata. Senza nemmeno pensarci, su lanciò di peso verso di lei, strappandoglielo di mano.
*Per fortuna ce l'ho fat-*
Non riuscì a concludere la frase, perchè il piede destro scivolò in avanti a causa di un gradino scivoloso, ed Emily cadde iniziando a rotolare dalle scale.
Tutto attorno a lei era confuso: il sopra, il sotto, l'alto, il basso, non capiva più nulla. Sentiva solo un dolore acuto che la colpiva ogni volta che il suo corpo toccava le vecchie scale di pietra. Eppure in un certo senso non le importava nulla: ciò che contava è che avesse ripreso quel biglietto, le ultime righe scritte da sua madre prima di morire.

Piccola mia, iniziava.
Mi dispiace moltissimo per ciò che sta accadendo. Ho sempre cercato di proteggerti in ogni modo, ma a quando pare non ho potuto proteggerti da me stessa. Non sai quanto mi dispiace vederti soffrire così e non poterti nemmeno parlare... spero solo che mi perdonerai per tutto questo, un giorno.
Mi raccomando, diventa la ragazza che hai sempre voluto, segui i tuoi sogni senza farti intimorire dalle opinioni della gente.
Tu sei speciale, mia piccola streghetta, e sono certa che lo dimostrerai a tutti.
Vivi, amore mio. Non lasciare che quello che mi sta accadendo ti indebolisca, ma fallo diventare la tua forza.
Sono certa che un giorno ti rivedremo, e che sarò fiera di te.
Mamma



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Victoria Grayson.
view post Posted on 24/8/2014, 08:15




Non appena Victoria poggiò gli occhi sul bigliettino della ragazza capì che non avrebbe dovuto farlo; glielo avrebbe consegnato a momenti, se solo quella non le fosse piombata addosso per strapparglielo di mano. Si dimenò per liberarsi dalla morsa della sconosciuta e spalancò gli occhi quando quella perse l'equilibrio e cominciò a rotolare per le scale, e tutto per colpa della sua indiscrezione. Stavolta l'aveva combinata grossa, e il minimo che poteva fare era andare ad aiutare la poveretta, spalmata sul freddo pavimento di pietra. Si precipitò verso di lei e le tese goffamente il braccio destro, sperando che la ragazza avrebbe inteso quel suo gesto come un tentativo per porre rimedio al danno causato. Non sapeva a cosa stesse pensando la sconosciuta, ma di sicuro non aveva gradito l'invadenza della Grifondoro, sempre più imbarazzata mentre le diceva:
«M-mi dispiace, di solito non sono così sfacciata. E poi, se ti può rassicurare, non ho letto quasi nulla... Non ho avuto il tempo in realtà... mi sei saltata addosso come una piovra impazzita!»
*Bel modo di scusarsi, davvero*, pensò, mordendosi il labbro con rabbia.
Ad ogni modo, era vero che non aveva fatto in tempo a leggere il biglietto, ricordava soltanto le parole con cui iniziava, "piccola mia", ma era molto lontana dal capire perché la ragazza custodisse così gelosamente quel piccolo pezzo di carta. Se lo avesse saputo, sicuramente non avrebbe proferito quanto stava per dire.
«Si insomma... voglio dire... non c'è mica nulla di male a ricevere lettere da uno spasimante!»

Edited by Victoria Grayson. - 24/8/2014, 18:25
 
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Mis@-ch@n
view post Posted on 24/8/2014, 11:48




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Emily, tutta dolorante, aveva già fatto per afferrare la mano tesa della grifondoro, quando quella disse una frase che non avrebbe mai dovuto nemmeno pensare.
...non c'è nulla di male a ricevere una lettera da uno spasimante!
Non solo l'aveva chiamata "piovra impazzita", ma addirittura pensava di sapere tutto su di lei! Emily mollò la sua mano come se avesse preso la scossa, guardandola con occhi feroci. Stava per ribattere che non erano affari suoi su chi le scriveva e che non doveva impicciarsi, quando gettò un'occhiata alla propria mano stretta a pugno dov'era custodito il biglietto di sua madre.
Aprì la mano lentamente, temendo ciò che avrebbe potuto vedere.
Il biglietto era completamente stropicciato, e il sudore della mano aveva reso illeggibili molte parole.
Le lacrime arrivarono spontanee, ma Emily cercò di ricacciarle indietro per non farsi vedere così fragile di fronte alla ragazza. I suoi occhi erano lucidi, e senza nemmeno accorgersene prese a tremare violentemente.
Sprazzi di ricordi legati a sua madre le attraversarono la mente come tanti spilli che la trafiggevano senza pietà.
Instabile sulle gambe doloranti, iniziò a risalire la scalinata per andare a riprendersi il libro.



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Victoria Grayson.
view post Posted on 24/8/2014, 16:39




In neanche cinque minuti Victoria era riuscita a scombussolare il pomeriggio di una povera ragazza, colpevole solamente di essersi trovata nella stessa stanza della Grifondoro. Inizialmente la studentessa aveva afferrato la sua mano, ma poi Victoria si era lasciata andare in commenti inopportuni e quella aveva mollato la presa come fosse stata colpita da una scossa. La situazione, però, precipitò quando la giovane si rese conto che nel tentativo di recuperare il prezioso biglietto, le parole scritte su di esso si erano cancellate. La bruna subito non capì perché la studentessa avesse cominciato a tremare e pensò che quella reazione fosse dovuta alla brutta caduta di qualche istante prima; ma quando si rese conto di essere lei la causa di quegli occhi lucidi il suo corpo si irrigidì e la bocca le rimase aperta a metà per lo stupore. Non sapeva come comportarsi, e il fatto che la giovane rimanesse in silenzio invece di indirizzare contro di lei la sua rabbia la faceva stare ancora più male. Perché semplicemente non aveva restituito il biglietto alla proprietaria, invece di impicciarsi sul suo contenuto?
Riprese il controllo dei suoi movimenti solo quando vide che la ragazza si accingeva a salire gli scalini e accorse in suo aiuto per evitare che perdesse l'equilibrio da un momento all'altro, cingendole i fianchi in una stretta ferrea.

«Ascolta, non so chi ti abbia scritto quel biglietto e perché tu ci sia così tanto affezionata ma ho capito che non avrei dovuto impicciarmi e ti chiedo sinceramente scusa per aver contribuito a ridurlo in quel modo. E visto che parlando faccio altrettanti danni di quando sto zitta, lascia almeno che ti accompagni in Infermeria a controllare che non ci sia niente di rotto», disse, con occhi pieni di rammarico.
 
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Mis@-ch@n
view post Posted on 24/8/2014, 17:10




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Emily si irrigidì sentendo le braccia della Grifondoro strette attorno alla sua vita.
*Si può sapere che vuole ancora? Non ha già fatto abbastanza?* pensò frustrata.
Appena si voltò per guardarla negli occhi però la furia svanì, come se una brezza l'avesse portata via con sè. Gli occhi della ragazza erano pieni di pentimento, ed Emily non se la sentì di infierire ancora.
Dopo aver ascoltato il suo breve discorso, l'unica cosa che riusciva a fare era ricordare le ultime parole di sua madre: "Sarò fiera di te".
Prese un respiro profondo e si sedette lentamente su uno scalino, cercando di calmarsi e tornare quella di sempre. Poi, con uno sforzo enorme, disse:
"Non è colpa tua, sono io che non sarei dovuta saltarti addosso in quel modo, scusami.
Odiava dover chiedere perdono alle persone, perchè significava che aveva sbagliato, e lei non ammetteva errori. In quella situazione però era necessario. Però sentiva il dovere di precisare una cosa.
Questo biglietto non è di uno spasimante, ma è stato scritto da mia madre pochi giorni prima che perdesse conoscenza e morisse dissanguata.
Non sapeva nemmeno lei perchè andasse a raccontare certe cose ad una sconosciuta, ma in qualche modo era la sua maniera per spiegare il comportamento avuto poco prima. Le lacrime erano ancora lì, minacciose, ma Emily non perse nuovamente il controllo, e guardò intensamente la Grifondoro, in attesa di una sua reazione.



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Victoria Grayson.
view post Posted on 24/8/2014, 18:53




Probabilmente i suoi occhi color nocciola colmi di pentimento avevano fatto breccia nel cuore della Serpeverde, che anziché insultarla aveva ammesso la sua parte di colpevolezza in quella storia. Victoria si sentì tutto ad un tratto sollevata, ma anche se aveva ottenuto una sorta di perdono dalla ragazza, ci avrebbe messo un po' a perdonare se stessa per quello che aveva fatto, soprattutto dopo che ebbe scoperto la verità sull'autrice del biglietto.
«Ok, dammi il tempo di metabolizzare l'immensa figuraccia che ho fatto dicendo quella marea di stupidaggini», fu la sua prima reazione.
Capiva lo sforzo che aveva fatto la ragazza nel raccontargli un momento così intimo e significativo della sua vita, ma non capiva che cosa significasse perdere una madre, e anche se avvertiva una fitta al cuore nel sentire le parole della Serpeverde, decise di rispettare il suo dolore anziché infangarlo con una serie di frasi di circostanza e "mi dispiace" che, pronunciati dalla bocca di una sconosciuta, avrebbero perso ogni valore e importanza.
«Io... ecco... magari c'è un incantesimo che può farlo tornare come prima...», propose guardando il foglietto, cercando di deviare il corso che la conversazione aveva preso: l'ultima cosa che voleva era far riaffiorare nella Serpeverde altri ricordi dolorosi legati a quel periodo della sua vita. Per oggi lei e la sua eccessiva curiosità avevano già fatto abbastanza.
«E comunque, insisto nel dire che sarebbe meglio far controllare quel ginocchio».
 
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Mis@-ch@n
view post Posted on 25/8/2014, 13:02




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Dopo la seconda volta che la Grifindoro le ripeteva di andare a controllarsi il ginocchio, Emily si accorse che effettivamente era conciato abbastanza male: sbattendo contro gli scalini si era sbucciato piuttosto profondamente, e un rivoletto di sangue aveva cominciato a colare sulla gamba.
Eppure tutto quello che sentiva era un lieve bruciore.
Questo perchè era concentrata completamente su una frase che la ragazza le aveva detto poco prima:
"... magari c'è un incantesimo che può farlo tornare come prima..."
Senza aspettare un solo secondo in più, Emily si frugò le tasche alla ricerca della sua fedele bacchetta in larice.
Corrugò la fronte, cercando di ricordarsi l'incantesimo che facesse al suo caso. Non era detto che funzionasse, dato che serviva a far comparire scritte fatte con l'inchiostro simpatico, ma tentare non costava nulla.
Puntò la bacchetta verso il foglietto di carta, si schiarì la voce e disse:
"Aparecium".
Per qualche secondo non accadde nulla. Emily sospirò, delusa che la sua idea non avesse funzionato.
Proprio allora, qualcosa di nuovo iniziò a comparire sulla superficie del bigliettino, ed Emily spalancò gli occhi, sbalordita...



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Victoria Grayson.
view post Posted on 25/8/2014, 19:14




La Grifondoro posò gli occhi sul ginocchio della ragazza: un rivoletto di sangue aveva cominciato a sgorgare dalla ferita e a colare lungo la sua gamba, ma la Serpeverde sembrava essere completamente indifferente al dolore che si era causata scivolando e per la seconda volta aveva ignorato la sua proposta di andare in Infermeria.
Victoria assunse un'espressione corrucciata e si domandò il motivo per cui la ragazza, di cui tra l'altro non conosceva ancora il nome, non aveva mostrato interesse per nessuna delle sue affermazioni precedenti. Pensò che fosse una di poche parole o che ce l'avesse ancora con lei per aver rovinato il biglietto della madre, ma quando la vide sfoderare la bacchetta dalla tasca capì che in tutto quel tempo doveva aver pensato ad un incantesimo che potesse riportare allo stato originale il foglio di carta.

"Aparecium", enunciò.
La poca esperienza della Grifondoro nel Mondo Magico non le consentiva di saper eseguire quell'incantesimo, non lo aveva neanche mai sentito nominare, ma immaginava che la Serpeverde sapesse quel che faceva e si limitò ad osservarla in silenzio.
Fu quando la vide spalancare gli occhi che domandò, curiosa:
«Allora? Ha funzionato?»

Edited by Victoria Grayson. - 3/9/2014, 10:36
 
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