It's time to know, Quest di background - prima parte

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Jo Gaarder
view post Posted on 27/8/2014, 10:58




Era quasi ora di cena, ma Jo non aveva fame. Il suo stomaco, quasi sempre affamato, che non rinunciava mai a farsi sentire con sommessi brontolii quando si avvicinava l’ora dei pasti, era stranamente silenzioso. La Grifondoro aveva passato tutto il pomeriggio in biblioteca, sommersa da una miriade di pergamene, per cercare di finire i compiti che erano stati assegnati per il giorno successivo e che aveva rimandato fino all’ultimo. Era stata un’impresa assai ardua e lei stessa si meravigliava di essere riuscita a finirli. Continuava, però, a ripensare alle risposte che aveva dato e a come avrebbe potuto modificarle per renderle più complete. Infatti, anche se era solita ridursi fino alla sera prima per fare i compiti, Jo ci teneva a prendere buoni voti, soprattutto per quanto riguardava le sue materie preferite.
Sovrappensiero, la ragazza si faceva guidare dai suoi passi, che ormai avevano percorso i corridoi e le scale della scuola infinite volte, fino in Sala Grande, dove di lì a poco sarebbe iniziata la cena. Anzi, probabilmente tutti gli studenti e i professori stavano già gustando il delizioso banchetto, dato che non si vedeva più nessuno in giro per la scuola.
*Forse alla seconda domanda di incantesimi dovevo aggiungere qualcosa. Mi è sembrata troppo superficiale..* Scese un paio di rampe di scale.
*E credo di aver riassunto male quella domanda di Storia della Magia*. Girò a destra e scese l’ultima scalinata che portava al piano terra.
*E che dire di pozioni? Non credo di aver mai fatto un compito così velocemente e così male!* Sorpassò l’atrio e l’ingresso della Sala Grande senza nemmeno accorgersene, imboccando la scala a chiocciola che portava nei sotterranei.

-Mi toccherà rifare tutto stasera!- sbuffò, immaginando la notte bianca in compagnia di pergamene, piume ed inchiostro che l’aspettava. Continuò a camminare, non accorgendosi che stava percorrendo i bui e umidi corridoi dei sotterranei. I suoi passi rimbombavano nel silenzio, ma Jo era troppo sovrappensiero per rendersene conto.
Si fermò solo quando si ritrovò davanti all’ingresso della sala comune dei Tassorosso. Si guardò intorno, senza ricordarsi il motivo per cui avesse lasciato la biblioteca e si fosse avventurata nei sotterranei.
L’odore di quello che sembrava pollo, proveniente dalle cucine, le diede la risposta.

-Stavo per andare a cenare!- esclamò, ridendo della sua sbadataggine.
 
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view post Posted on 28/8/2014, 16:18
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Una domanda sorge spontanea: il Fato cena mai? Probabilmente no o forse ha solo orari diversi dai comuni mortali, fatto sta, che quella sera, non sarebbe stato l’unico a saltare il pasto.
Una giovanissima Grifondoro vagava per il castello senza precisa meta, anzi, una meta nella sua testa c’era anche, ma i suoi passi non sembravano rispondere esattamente a quel suo desiderio di saziare la fame.
Così, prima ancora che la fanciulla potesse realizzare di non essere dove doveva, si ritrovò l’ingresso della Sala Comune Tassorosso a pochi metri, solo quando l’ansia e la smania di perfezione allentarono la presa, si guardò intorno, ricordandosi quale fosse la sua reale meta.
Ormai, però, era troppo tardi, c’era altro in serbo per lei, nessuna tavola imbandita, nessuna leccornia, nemmeno il pollo che, ora, riempieva le sue narici, sarebbe andato a colmare i morsi della fame.


- Skydd non capisce, Skydd si domanda cosa c’è da ridere-

Uno strano esserino, almeno agli occhi della studentessa, s’intravvedeva nell’ombra, reggeva in mano qualcosa e, dal suo tono, sembrava decisamente seccato che qualcuno si trovasse sulla sua strada.
Un lieve schiocco e la figura scomparve per poi riapparire alle spalle della fanciulla, pronto a proseguire


- Skydd non cucina per i ritardatari, se la Grifondoro arriva tardi in Sala Grande va a letto senza cena-

Di sicuro la ragazzina non aveva incontrato una creatura socievole e simpatica, anzi, ma nulla avviene per caso, forse il Fato aveva qualcosa in mente per quei due o forse si era solo distratto, fatto sta che l’elfo stava prendendo il largo, se Jo, per qualche arcano motivo, avesse deciso di rivolgergli il saluto, si sarebbe dovuta dare una mossa, prima che Skydd sparisse definitivamente dalla sua visuale.




Bene Jo, iniziamo, tieni a mente che tu non conosci lui e lui, per il momento, non conosce te e come avrai notato, ha un caratteraccio.
Posta le tue statistiche ed eventuali oggetti che ti porti dietro se hanno una particolare rilevanza.
 
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Jo Gaarder
view post Posted on 28/8/2014, 20:37




Jo stava ancora ridendo quando qualcuno comparve alle sue spalle.
-Skidd non capisce, Skidd si domanda cosa c’è da ridere.- disse quello. Nella penombra dei corridoi dei sotterranei, Jo non aveva capito subito di chi si trattava. Era una creaturina bassa, mingherlina, sulle cui spalle minute spuntava un testone calvo con due grosse orecchie a punta: doveva essere un elfo domestico! Jo non ne aveva ancora visto uno dal vivo, ma li aveva trovati nelle immagini dei libri e sapeva che quelle creature lavoravano nelle cucine di Hogwarts.
Passato lo sbalordimento iniziale, Jo cercò di scusarsi in qualche modo con l’elfo (che a giudicare da quello che aveva appena detto si chiamava Skidd) che sembrava alquanto seccato di trovare una studentessa in mezzo alla sua strada.

-Io ero..- Non riuscì a dire più di due parole che l’elfo scomparve per riapparire qualche passo davanti a lei. Jo rimase a bocca aperta: l’aveva scavalcata con un semplice schiocco di dita!
Skidd si lamentò ancora, borbottando qualcosa sui ritardatari e che non avrebbe di certo cucinato per loro. Non doveva essere un elfo molto socievole e Jo fu tentata, inizialmente, di lasciarlo andare dove era diretto. Se l’elfo aveva fretta, era inutile disturbarlo, tanto più che non sembrava avere nessuna voglia di parlare con una ragazzina. Eppure la curiosità di conoscere più a fondo e dal vivo una creatura che non aveva mai visto e che non avrebbe più incontrato tanto facilmente la spinse a rivolgere di nuovo la parola a Skidd.

-Non intendevo disturbarla- disse tranquilla, cercando di non distogliere lo sguardo dalla creatura. –Immersa nei miei pensieri, sono arrivata fin quaggiù senza nemmeno accorgermene. Ma non si preoccupi, arriverò in Sala Grande prima che la cena sia finita.-
Jo fece per muoversi in direzione delle scale, quando si bloccò di nuovo, rivolgendosi di nuovo all’elfo.
-Ehm.. comunque io mi chiamo Jo. E’ stato un piacere conoscerla. Non avevo mai visto un elfo prima d’ora e devo dire che siete.. ehm.. diversi da come vi immaginavo. Lavorate in tanti qui nelle cucine di Hogwarts?-
Anche se probabilmente l’elfo non le avrebbe risposto e avrebbe continuato per la sua strada, Jo rimase ferma nella speranza che Skidd le rivolgesse di nuovo la parola. Nell’attesa la mano corse istintivamente alla catenella che Jo portava al collo, nascondendo sotto ai vestiti il medaglione raffigurante il sole e la luna. Se la attorcigliò tra le dita in un gesto meccanico che ripeteva da quando era bambina.

Punti Salute: 100
Punti Corpo: 50
Punti Mana: 50
Punti Esperienza: 1

Oggetti:Un medaglione raffigurante una mezzaluna blu intrecciata ad un sole rosso, i cui raggi ricordano tante piccole fiammelle. Sul retro sono incise le seguenti parole “Chi ama torna sempre indietro”
Bacchetta: legno di Frassino, nucleo di ala di Doxy e petalo di rosa selvatica, 12 pollici esatti, abbastanza elastica.
 
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view post Posted on 5/9/2014, 10:02
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Mi scuso per l'incredibile ritardo

Curiosa e ostinata, la fanciulla si sarebbe presto cacciata nei guai continuando su quella linea, ma era una Grifondoro, la cosa non stupiva più di tanto il Fato, anzi, aveva iniziato ad apprezzare i giovani coraggiosi o, forse, imprudenti, in grado di regalargli qualche emozione in più, non era divertente giocare con chi si dimostrava scontato e prevedibile, al contrario, quel pizzico d’incoscienza poteva rendere tutto meno noioso.
Considerazioni future a parte, non era quello il momento di concentrarsi sul destino della studentessa, avrebbe avuto modo di metterla alla prova, forse prima di quanto lei stessa potesse immaginare, per ora, se Skydd si fosse prestato ad assecondarlo, avrebbe soddisfatto la curiosità della ragazzina.
L’elfo, dal canto suo, non sembrava assolutamente propenso a ritardare la sua cena per intrattenersi con la fanciulla, le sue parole entrarono per l’enorme orecchio di destra, uscendo poi da quello di sinistra, senza in realtà godere di grande considerazione, finse di non sentire, non gli interessava poi molto sapere se sarebbe morta di fame.
A passo lento, non aveva mica fretta lui, il suo pollo era lì, il suo turno era finito, nessuno gli correva dietro, proseguiva per la sua strada, altamente seccato nel constatare che la fanciulla aveva nuovamente aperto bocca.

*A Skydd non interessa, vuole solo mangiare in pace*
Di certo le buone maniere non erano il suo forte e nemmeno le pubbliche relazioni, anzi, in tutti gli anni che aveva lavorato al castello, non si era fatto nemmeno un amico, un elfo asociale, ma la cosa non sembrava turbarlo particolarmente, anzi, stava bene così.
*Skydd non è un fenomeno da baraccone*
Altro difetto della piccola creatura, era facilmente irritabile, i suoi compagni avevano imparato a stargli alla larga e a provocarlo il meno possibile, doveva essere chiaro a tutti che, prima di arrivare ad Hogwarts, doveva essere stato al servizio di maghi non proprio carini quindi, nel dubbio, preferivano non inimicarselo, ma la ragazzina non poteva saperlo, come non poteva sapere che quella frase lo avrebbe infastidito, probabilmente il suo era solo un tentativo innocente di attaccar bottone, ma l’elfo lo vide più come una presa in giro.
Arrestò il passo, rimanendo fermo sul posto qualche secondo, forse ancora indeciso se proseguire o rispondere a quella provocazione, ma il Fato già sapeva come sarebbe finita, non avrebbe resistito, era solo questione di tempo, ma, alla fine, avrebbe puntato i piedi rispondendo qualcosa di più o meno sgarbato.
Detto fatto, il piatto che reggeva in mano era scomparso, forse l’aveva messo in caldo per evitare di mangiarlo gelido e, senza dare il tempo alla ragazzina di aggiungere altro, si ritrovava ad un passo da lei, puntando i suoi occhi e il suo nasone dritto sul viso di lei.


-Skydd è un elfo, cosa c’è di tanto strano in Skydd? Skydd ha due occhi, due orecchie, una bocca-

Il tono era tutt’altro che amichevole, ma il suo sguardo sembrava meno agguerrito di quanto dovesse essere, c’era qualcosa in quella fanciulla che lo distraeva, qualcosa che attirava la sua attenzione impedendogli di mostrarsi infastidito, lasciando piuttosto intravvedere una certa perplessità, ma, per il momento, era troppo concentrato sul darle una lezione per riflettere su cosa ci fosse di particolare in lei.

-Tanti sì, ma mai un grazie, Skydd, tutti, sempre nelle cucine per voi e nessuno si ricorda che esistiamo, ma a Skydd non interessa, Skydd è abituato-

Voleva solo farla sentire in colpa, il fatto che nessuno avesse per loro un minimo di considerazione non lo toccava assolutamente, già il semplice fatto di non dover prendere ordini da nessuno era per lui una conquista, anche se, non poteva completamente definirsi un elfo libero.
E, mentre guardava torvo quegli occhi verdi, si fece leggermente più remissivo, il ricordo di qualcosa di ormai lontano nel tempo, aveva la sensazione di conoscerla, forse si sbagliava, ma quella fanciulla somigliava a chi, per anni, lo aveva schiavizzato, solo più giovane, più innocente.
Ricordava perfettamente cosa lo aveva condotto lì, un ordine, in realtà più una richiesta d’aiuto, il giovane padrone gli aveva affidato un compito che, però, aveva forse svolto solo a metà.
Che gli fosse stato concesso di mantener fede a quella promessa? Il ragazzo era l’unico che l’avesse mai trattato con rispetto e l’elfo si sentiva profondamente in colpa per non essere riuscito a compiere il suo dovere.


-Karin?- domandò quasi titubante, osservandola ora più intensamente nel tentativo di scorgere qualche tratto distintivo -Signorina Sjöberg è lei?-

Probabilmente si sbagliava, aveva detto di chiamarsi Jo, ma se il Fato era stato così clemente da concedergli una seconda possibilità non poteva buttarla via, in caso contrario, al massimo, lo avrebbe semplicemente corretto ripetendogli il suo nome e ognuno per la propria strada.

 
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Jo Gaarder
view post Posted on 5/9/2014, 14:09




Jo aveva già capito che l’elfo non era socievole e non sembrava nemmeno un amante delle buone maniere, ma si stupì comunque della risposta sgarbata che ricevette. La sua, in fondo, era semplice curiosità e un pretesto per conoscere meglio la creatura, che Skidd aveva probabilmente scambiato per insolenza o, peggio ancora, per una presa in giro. Di certo c’era che la Grifondoro aveva sbagliato elfo con cui fare amicizia.
-No io non volevo.. Non volevo offenderla assolutamente. Semplicemente vi ho sempre e solo visti disegnati nei libri.- tentò di difendersi Jo. Ancora non capiva come, benché da vari mesi abitasse nel castello non avesse mai visto nessun elfo. Era proprio vero, come si stava lamentando Skidd, che quelle povere creature lavoravano senza che nessuno si ricordasse anche semplicemente della loro esistenza.
Jo voleva aggiungere qualcosa, una sorta di ringraziamento destinato all’elfo che si trovava a poco meno di un passo da lei e a tutti quelli che lavoravano instancabilmente, anche se sapeva bene che non avrebbe estinto il suo debito nei loro confronti e soprattutto non avrebbe in alcun modo raddolcito Skidd. Sentiva di doverlo fare. Cercò di mettere insieme delle parole che potessero urtare il meno possibile il carattere già di per sé irascibile della creatura, ma, proprio mentre stava per parlare, notò una cosa che cancellò completamente quel proposito dalla sua mente. Gli occhi di Skidd, che avevano continuato a fissare quelli della ragazza, sembrarono diventare meno duri, forse addirittura più accondiscendenti. Che cosa aveva provocato quel cambiamento?
Jo non fece nemmeno in tempo a chiederselo che ottenne subito la risposta: le ricordava qualcuno che non vedeva da tempo, una certa Karin Sjöberg, perché fu così che la chiamò.

-Credo che lei mi abbia confuso con qualcun altro. Io mi chiamo Jorunn Gaarder- si affrettò a correggerlo la piccola Grifondoro.
Eppure quella ragazza per cui l’aveva scambiato doveva essere importante per l’elfo se lo aveva spinto, lui che stava cercando in tutti i modi di allontanarsi da Jo, a rivolgerle una domanda. E come mai pensava che fosse proprio lei quella Karin? Lei sapeva bene di non essere sempre stata Jorunn Gaarder; non aveva la fortuna di pronunciare il suo nome e con quello dire esattamente chi fosse. Possibile che Skidd appartenesse al suo passato? Improbabile, dato che non si ricordava di nessun elfo. Anche se in realtà non si ricordava proprio di nulla..
Jo scosse la testa per scacciare quei pensieri. Più volte aveva sperato di essere arrivata a conoscere anche un solo piccolo frammento del suo passato e più volte era stata delusa. La mano corse di nuovo istintivamente a quella catena e a quel medaglione, che nascondeva sotto la divisa, su cui aveva fatto innumerevoli ricerche, tutte senza risultati.
No, era più probabile che si trattasse di un’altra ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi. Ma voleva saperne di più.

-Questa.. Karin, giusto? Questa ragazza viene qui ad Hogwarts? E quanti anni ha? Non ho mai sentito questo nome, ma magari l’ho vista da qualche parte..- Dopotutto capelli rossi e occhi verdi non erano così comuni. Se era nel castello, sarebbe stato semplice trovarla. E chissà che magari Skidd sarebbe diventato tutto d’un tratto più gentile.
 
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view post Posted on 8/9/2014, 13:49
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Negli occhi dell’elfo poteva leggersi la delusione, era preparato all’eventualità di essersi sbagliato, anzi, ne era convinto prima ancora di porre quella domanda, ma un po’ c’aveva sperato e sentire la ragazzina pronunciare il suo nome non poté che lasciarlo amareggiato.
Si era convinto, per qualche istante si era convinto che potesse essere lei, era solo una bambina l’ultima volta che l’aveva vista, ma difficilmente avrebbe dimenticato i suoi tratti, i lineamenti e, in quel momento, era sicuro di averli rivisti nella Grifondoro.


-Skydd si è sbagliato, deve averla confusa- pronunciò quelle parole sospirando per la delusione -Ora Skydd torna di là, la Grifondoro farebbe meglio ad andare a cena-

Le diede le spalle, era riuscito nel suo intendo di colpevolizzarla e, essendo solamente Jorunn Gaarder, non avevano più nulla da dirsi, gli era passata anche la voglia di continuare a maltrattare la ragazzina.
Forse si sarebbe dovuto interessare prima al destino della bambina che gli era stata affidata, aveva pensato fosse al sicuro e, semplicemente, se n’era lavato le mani, aveva perso le sue tracce e, il suo essere andato a lavorare nelle cucine di Hogwarts, era forse l’ultimo disperato tentativo di poterla ritrovare, era una strega, prima o poi avrebbe dovuto mettere piede in quei corridoi.
Fu nuovamente la voce della fanciulla a interrompere il flusso dei suoi pensieri, in circostanze diverse avrebbe proseguito senza degnarla di attenzioni, nessuno, in realtà, sapeva chi fosse Skydd e da dove arrivasse e, sicuramente, non ne avrebbe parlato con una studentessa qualunque capitata lì per caso, ma, forse, ancora preso dal senso di colpa e dalla speranza di ritrovare Karin, si voltò verso Jo, rispondendo, quasi senza accorgersene, alle sue domande.


-Skydd non lo sa, Skydd doveva stare con Karin e invece l’ha lasciata sola, tanti anni fa, Skydd non ricorda esattamente, ma prima o poi Karin verrà ad Hogwarts e Skydd si farà perdonare-

Non sembrava più nemmeno lo stesso elfo di qualche minuto prima, aveva sempre avuto un caratteraccio, i suoi padroni non l’avevano mai trattato come un essere vivente, ma più come una cosa e, questo, aveva contribuito a farlo diventare l’antipatico e scontroso che ora era, ma Karin e suo fratello erano sempre stati gentili con lui, forse per quello, parlare della bambina, lo rendeva più affabile.

-Forse è già qui e Skydd non lo sa, Karin somiglierebbe a Jorunn, almeno crede Skydd, se Jorunn la vede può dirlo a Skydd?- poi afferrò una manica della divisa della ragazzina, tirandola leggermente verso il basso e incrociando il suo sguardo -E’ importante, Karin deve sapere-

 
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Jo Gaarder
view post Posted on 8/9/2014, 16:50




Karin doveva essere davvero importate per Skidd. Gli occhi dell’elfo tradivano un misto di senso di colpa e di speranza mentre, probabilmente, tornavano ad un passato lontano. Un passato in cui Skidd aveva lasciato Karin, che all’epoca doveva essere ancora una bambina, ma che, in quanto strega, era destinata a frequentare Hogwarts.
Più informazioni, seppur minime, riceveva dall’elfo, più Jo voleva sapere di questa ragazza. Ma, a spingerla, non era la sua solita ed insaziabile curiosità verso l’ignoto; da quando aveva sentito il nome di Karin aveva il presentimento che i loro destini fossero in qualche modo incrociati. E poi c’era quella stupida speranza che si ostinava a credere che i due destini fossero proprio gli stessi. Dopotutto, due bambine con i capelli rossi e gli occhi verdi, lasciate sole da piccole e che, una volta undicenni, sarebbero andate ad Hogwarts non potevano essere semplicemente una coincidenza.
Ma Jo si ostinava a reprimere questa voce, sapendo che tre elementi erano troppo pochi per costruirvi sopra una teoria. L’aveva ormai imparato in anni di ricerche.
Se solo avesse saputo di più.. Skidd, tuttavia, non sembrava volenteroso di raccontare quella storia ad una Grifondoro casualmente incrociata per i corridoi dei sotterranei, anche se la speranza di ritrovare quella bambina lo avevano spinto a rispondere alle domande di Jo senza pensarci troppo.
C’era qualcosa che l’elfo doveva farle sapere. Ma che cosa? Jo non poteva chiederglielo, perché era quasi sicura che Skidd si sarebbe rifiutato di darle una risposta. Dopotutto erano affari suoi e la somiglianza di Jo con quella Karin non le davano di certo il permesso di immischiarsi.
La Grifondoro doveva essere astuta, chiedendogli qualcosa che a prima vista potesse sembrare innocuo, ma che avrebbe dissipato in lei ogni dubbio.

-Se la vedo, verrò subito a dirglielo- promise. –Quindi Karin avrebbe i capelli rossi come i miei giusto?-
Domanda idiota ma stava cercando di prendere tempo. Doveva pur esserci qualcosa che legasse Jo al suo passato, un segno di riconoscimento o qualcosa del genere.
-Aspetti un secondo!- esclamò Jo senza nemmeno dare a Skidd il tempo di rispondere alla prima domanda. –La ragazza che lei cerca ha per caso qualcosa che permetta di riconoscerla? Magari un oggetto particolare che aveva con sé quando lei l’ha.. l’ultima volta che l’ha vista.-
Il suo cuore batté forte contro il metallo del medaglione che portava al collo. Quella era l’unico oggetto che si era portata dal suo passato e se Skidd lo avesse riconosciuto..
*Non correre troppo* la ammonì la parte razionale, che da sempre faceva a pugni con la speranza *stiamo parlando di una possibilità su un milione! Non accadrà mai, ma se non altro magari riuscirai ad aiutare due persone a tornare insieme*
Era una mera consolazione, ma se non altro era meglio di niente.
 
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view post Posted on 11/9/2014, 15:05
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Sembrava che per i due non ci fosse via d’uscita, forse serviva loro una piccola spinta, si erano incontrati, ma la distanza sembrava ancora incolmabile.
La piccola Jo non sapeva, non ricordava il suo vero nome, la sua storia iniziava dal suo ritrovamento da parte della famiglia adottiva e, dunque, nemmeno Skydd faceva parte del passato che conosceva.
L’elfo conosceva una bambina indifesa, gentile, dai capelli rossi e gli occhi verdi, ma gli eventi lo avevano portato ad allontanarsi e, ora, non aveva la più pallida idea di come fosse cresciuta, poteva immaginare il suo aspetto, aveva scorto una somiglianza con la Grifondoro, ma lei asseriva di non essere Karin e lui non poteva fare altro che crederle.
Jo aveva la verità proprio di fronte a lei, Skydd la possibilità di mantener fede alla parola data, ma tutto sembrava destinato a fallire.


-Rossi, rossi come i tuoi stupida ragazzina-

L’elfo si era nuovamente innervosito, la domanda più che sciocca della fanciulla lo aveva portato a tornare sulla difensiva, si sentiva stupido ad aver chiesto una mano a qualcuno che si era poi rivelato così poco sveglio da domandargli un’ovvietà simile.
Strinse più forte la manica della ragazzina, tirandola più vicina a sé, voleva dirle di sparire e voleva che il concetto fosse ben chiaro, ma, mentre quest’ultima gli poneva l’ennesima domanda, in conseguenza forse al suo ultimo strattone, qualcosa scivolò da sotto la divisa della ragazzina, qualcosa che rimase penzoloni dal collo di lei, proprio davanti lo sguardo impietrito dell’elfo.
Il Fato c’aveva forse messo lo zampino, magari si sentiva gentile a causa dello stomaco pieno, in ogni caso, se quel medaglione significava qualcosa, quello era il momento di scoprirlo, ma, forse, sarebbe stato meno facile e piacevole di quanto Jo avesse immaginato.


-Dove l’hai preso?- Skydd aveva afferrato il pendente per guardarlo meglio -Ladra- disse voltandolo e leggendovi l’incisione -A chi l’hai rubato, non ti appartiene- e con forza lo strappò via dal collo della Grifondoro.

Skydd conosceva quel medaglione, apparteneva a Kristofer ed era stato proprio l’elfo a fare quell’incisione su richiesta del ragazzo, era per Karin, doveva essere il suo regalo di compleanno, ma non ci fu nessun compleanno, solo una fuga.
Kristofer aveva infilato il medaglione al collo di Karin prima di affidarla a Skydd, non poteva sbagliarsi.


 
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Jo Gaarder
view post Posted on 13/9/2014, 13:02




-Io non sono una ladra!- si difese Jo, alzando la voce. Skidd le aveva appena strappato dal collo il suo medaglione, accusandola di averlo rubato.
-Ce l’ho da sempre! Da quando ne ho memoria, almeno..- Fin da piccola, non se ne era mai separata nemmeno per un secondo e, ora, vederlo in mano a qualcun altro la faceva sentire incompleta, come se le avessero tolto l’unico legame con il suo passato.
La reazione dell’elfo aveva una solo spiegazione, quella in cui Jo aveva cercato di non sperare troppo.

-Io credo..- Un groppo le serrava la gola, impedendole di parlare. Aveva aspettato la verità per moltissimo tempo e ora che era così vicina, aveva paura di saperla, di scoprire qualcosa che non le sarebbe affatto piaciuto. Ma non si era sempre detta che qualsiasi cosa sarebbe stata meglio della completa ignoranza?
-Era di Karin, non è vero?- chiese. Ma sapeva già la risposta. C’era un motivo se il destino aveva fatto in modo che una ragazzina sovrappensiero andasse a finire nei sotterranei ed incontrasse un elfo scorbutico che non voleva avere niente a che fare con gli studenti.
-Io ero piccola, quando mi hanno trovato.- iniziò. Doveva dargli una sorta di spiegazione, per confermare la sua teoria. La somiglianza e il medaglione, che poteva aver rubato o trovato da qualche parte per caso, non sembravano essere determinanti per l’elfo.

-Quando ero piccola, mi hanno trovata in un bosco. Non so cosa mi sia successo prima. Non so nemmeno come mi chiamavo prima. Voglio dire, io credo di essere Karin.-
E, questa volta, non c’era nessuna parte razionale che combattesse con la speranza di aver trovato il suo passato. Ci credeva e basta, come se lo avesse sempre saputo, ma fosse diventato chiaro solo in quel momento.
 
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view post Posted on 17/9/2014, 13:44
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La ragazzina tentava, forse inutilmente, di difendersi, di giustificare come mai quel medaglione fosse in suo possesso, ma nulla sembrava dissuadere l’elfo dall’idea che fosse una ladra, una bugiarda.
Nella sua mente contorta aveva già immaginato com’erano andate le cose, aveva fallito, non era stato in grado di proteggere Karin, le era successo qualcosa e, Jo, magari non c’entrava nulla, ma si era guadagnata qualcosa che non le apparteneva, non le avrebbe restituito il medaglione.


-Sì, di Karin, non di Jorunn, di Karin-

Pronunciava quelle parole con rabbia, non ce l’aveva con la Grifondoro, sapeva benissimo che non poteva essere colpa sua, qualsiasi cosa fosse successo a Karin, dubitava che la ragazzina c’entrasse qualcosa, ma era arrabbiato, aveva sempre sperato di rivedere Karin e, ora, quella speranza stava svanendo.
Il medaglione doveva sicuramente essere un ottimo indizio sulla sua identità, poteva permettere all’elfo di dire “E’ Karin”, ma, in realtà, scoprì non essere così, non poteva averne la certezza, nessuno gli assicurava che Karin lo possedesse ancora, eppure doveva esserci un altro modo per riconoscerla, c’era, semplicemente non ci stava pensando e, probabilmente, non gli sarebbe venuto in mente, ma, in caso, ne avrebbe avuto la certezza.
Il racconto della fanciulla sembrava credibile, combaciava con gli ultimi attimi passati con Karin, il bosco, la perdita di memoria, lui e lei e poi...e poi era scappato sentendo arrivare qualcuno, poteva davvero essere Karin?


-Skydd vorrebbe, lo vorrebbe tanto- si infilò il medaglione al collo -A Skydd dispiace, ma non può aiutarti-

Aveva già i suoi di problemi, aveva già qualcuno da cercare, non poteva permettersi di ricostruire anche il passato di quella ragazzina, se non era Karin si doveva arrangiare.
Non aggiunse altro, si era illuso abbastanza per quel giorno, era forse il caso di tornare alla realtà
*Skydd non la rivedrà più*




Jo, convincere Skydd si sta rivelando complicato, c’è un modo per dissipare ogni dubbio, ma dovrai trovarlo da sola.
 
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Jo Gaarder
view post Posted on 20/9/2014, 15:01




Non di nuovo. Non poteva essere un altro buco nell’acqua. Erano anni che faceva ricerche su di lei, sul suo medaglione e su qualsiasi elemento che le sembrasse anche solo vagamente anomalo ed erano anni che queste ricerche si rivelavano tutte vane.
Ma questa volta Jo sentiva che era diverso. Aveva trovato il suo passato e ora era lì, un elfo un po’ scorbutico che stava in piedi davanti a lei. Non lo avrebbe fatto andare via per nessuna ragione, anche se la creatura, nonostante la prova del medaglione, non voleva convincersi dell’evidenza: Jorunn Gaarder e Karin Sjoberg erano la stessa persona. La ragazzina ormai non aveva alcun dubbio e doveva assolutamente trovare un modo per dissipare anche quelli di Skidd.
Lo guardò fisso negli occhi.

-Io non so che cosa lei stia cercando in me, ma la troverò-
Era fortemente decisa a fornirgli quell’ultima prova, ma la determinazione, da sola, non risolve tutti i problemi. Doveva pensarci su. Il medaglione non aveva funzionato, ma dopotutto per quello che Skidd ne sapeva, poteva averlo rubato, trovato nel bosco o chissà che cosa. Ci doveva essere qualcosa che aveva quando era stata ritrovata e che aveva tuttora. I suoi capelli erano sempre stati rossi, i suoi occhi verdi, ma era parecchio cresciuta e cambiata. Se nemmeno lei sapeva riconoscersi nelle foto di quando era piccola, come poteva pretendere che qualcuno, che non la vedeva da molto tempo, potesse farlo?
-Non so se questo possa valere qualcosa, ma..-
Jo tirò indietro i capelli, abbassò il padiglione dell’orecchio destro e girò la testa in modo che Skidd potesse notare quello che la giovane Grifondoro voleva mostrargli.
-Ho una voglia di caffé, proprio qua dietro.- disse, indicando una macchia marroncina proprio l’orecchio destro. Ce l’aveva da sempre e, data la sua posizione insolita, la considerava come una sorta di marchio di riconoscimento. Perché non ci aveva pensato prima?
 
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view post Posted on 25/9/2014, 12:39
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La ragazzina non sembrava intenzionata ad arrendersi, consapevole di non aver rubato il medaglione a nessuno, consapevole di averlo fin dal su primo ricordo, si era ormai convinta di essere Karin, la stessa Karin che Skydd cercava.
Probabilmente quella determinazione avrebbe potuto portarla a qualcosa, l’elfo, tra i due, era il più scettico, il meno fiducioso, non voleva credere nemmeno all’evidenza, si rifiutava di prendere anche solo in considerazione quell’ipotesi, ma se la Grifondoro si fosse arresa avrebbe perso la sua unica occasione, doveva perseverare anche rischiando di infastidire e irritare il suo interlocutore.


-Skydd non cerca nulla-

Pronunciò quelle parole amareggiato, in realtà, ogni anno, s’intrufolava nella Sala Grande durante lo smistamento, con la speranza di rivedere Karin, ma fino a quel momento nulla, forse era vero, si era arreso.
L’elfo osservò perplesso i movimenti della fanciulla, stava tirando indietro quei capelli rossi tanto simili a quelli della sua Karin e, facendosi più vicina, cercò di attirare la sua attenzione su un piccolo dettaglio dietro l’orecchio destro, una macchiolina, una voglia.
Di certo, quella, unita al medaglione e al resto del racconto, sarebbe stata una prova più che sufficiente per asserire con certezza che Jo fosse Karin, lo sarebbe stata se...se Skydd fosse stato a conoscenza di quella piccola particolarità, di quel piccolo segno distintivo.


-Skydd non lo sa, per quanto ne sa Skydd Karin potrebbe avere la stessa macchiolina o no-

Sicuramente quella notizia avrebbe demoralizzato la ragazzina che sperava di aver finalmente trovato il modo di dissipare ogni dubbio, ma l’elfo non poteva riconoscere quella voglia.
Aveva servito la famiglia Sjöberg per molti anni, c’era quando Karin era nata, lui l’aveva portata in salvo, l’aveva vista crescere nei primi anni di vita, ma non era lui il servitore della famiglia più vicino alla piccola, lui, per lo più, si occupava di consegnare messaggi che non potevano essere affidati ai gufi e di altri piccoli lavoretti per il suo padrone, non conosceva Karin così bene da aver visto quella piccola voglia.


-A Skydd dispiace-

Era sincero, lui c’aveva sperato e, probabilmente, c’aveva sperato pure la ragazzina, ma pareva non esserci modo per sciogliere quel dubbio

-Forse è meglio che Jo dimentichi questa conversazione e torni alle sue cose, Skydd farà uguale-

Era ancora titubante nel decidere se andarsene abbandonandola lì o attendere un qualche intervento divino che desse loro una qualche conferma, ma aspettare sembrava inutile, non pareva esserci modo.

-Skydd ora va, ha del lavoro da fare, la preside non è come i vecchi padroni, ma non vorrebbe farla arrabbiare-

Non era vero, erano in tanti e probabilmente la sua assenza non sarebbe stata notata più di tanto e sicuramente la preside non si sarebbe arrabbiata per così poco, ma voleva trovare un modo educato di congedarsi.

 
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