| Londra era davvero una città graziosa. Mentre raggiungeva la Stazione di King's Cross, aveva modo di ammirare molti dei monumenti e degli edifici di cui, fino ad allora, aveva solo sentito parlare. Rimase un po' deluso, però, dato che era giorno e la London Eye non era illuminata, così come il Big Ben. Almeno così aveva un pretesto per tornarci, e non solo per partire, ma per godersi la città. In un modo o nell'altro avrebbe convinto i genitori a portarlo.
King's Cross Station era gremita di gente e lui con il suo vistoso carrello faceva un po' fatica a camminare indisturbato e con facilità. Sapeva dove andare, la madre gli aveva detto che avrebbe trovato il binario 9 e ¾ esattamente tra il binario 9 e il binario 10. Era piuttosto tranquillo, non aveva fretta di raggiungere la piattaforma, quindi mentre spingeva il pesante carrello sotto gli occhietti curiosi del micio - che aveva deciso di chiamare Patch per via delle sue macchie - osservava anche le persone che gli camminavano accanto, cercando di dare loro un'identità. Individuò il manager in giacca e cravatta che procedeva a passo più che spedito per non perdere il treno; la comitiva di stranieri che volevano visitare le città vicine; e naturalmente altri ragazzi come lui, diretti ad Hogwarts. Sorrise e si rese conto di star perdendo troppo tempo: il treno non aspettava certo lui! Aumentò il passo, seguendo le indicazioni per i binari 9 e 10. Quando si trovò dove avrebbe dovuto trovarsi il treno per la sua destinazione, non trovò altro che un... muro. Un semplicissimo e banalissimo muro. Era certo di essersi dimenticato le indicazioni della madre, doveva certamente avergli detto qualcosa che ora non ricordava. Si maledisse mentalmente. Sbuffando e attendendo un aiuto dal cielo, si appoggiò al muro, guardando il micio come se lui potesse dargli una risposta. Non fece neanche in tempo ad appoggiarsi per bene che, trascinandosi il carrello dietro, cadde attraverso il muro. Ma certo! Ora ricordava! Doveva attraversare quel muro! Non era importante come, almeno ce l'aveva fatta... a modo suo. Alzò lo sguardo e lesse il cartello: era davvero il binario 9 e ¾. Mancavano pochi minuti alle undici e doveva sbrigarsi se non voleva farsi la strada a piedi. Non senza difficoltà, riuscì a caricare i bagagli, portandosi Patch ed il suo trasportino con sé. Salì sulla splendida locomotiva rossa e andò alla ricerca di uno scompartimento tranquillo. Dentro di lui, invece, rivolgeva un saluto ai genitori, che a causa del lavoro non avevano potuto accompagnarlo. Ma forse era meglio così, in tal modo il distacco sarebbe stato meno doloroso.
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