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I bagliori che provenivano dalla vetrata alle sue spalle e che si infrangevano sulle superfici riflettenti del corridoio, creando giochi di luce, la costrinsero a voltarsi, sorpresa. Era sicura che fosse molto presto, quella mattina, quando aveva involontariamente imboccato il corridoio del quinto pianto; ma adesso la luce, dapprima tenue e rosata, era più intensa e giallastra, segno che il sole era ormai alto nel cielo. Quanto tempo era passato, davvero? Jessica pensava che avessero trascorso solo poche ore in compagnia, ma quando le sue pupille divennero miotiche, reagendo alla luce solare e si rese conto che i colori del panorama erano più brillanti e accesi, realizzò che la mattinata era agli sgoccioli. Ne fu stupita, perché era parecchio che non le capitava di trascorrere così tanto tempo in compagnia di qualcuno, ma, al contempo, fu soddisfatta dei suoi progressi psicosociali. Stava abbandonando la strada del monachesimo ascetico, ritrovando la gioia dello stare in comunità. Non si era sforzata di intrattenere un dialogo, né aveva obbligato se stessa a rimanere in un posto non piacevole, contro il suo volere; era successo tutto da solo, aveva buttato lì due parole giocose e il carisma dell'interlocutore aveva strappato fuori dalle sue labbra le altre, seguite da un numero indefinito di sorrisi. Se tutte le mattinate sarebbero trascorse così, da qui alla fine dell'anno... Sospirò, fissando uno stormo di rondini planare attorno alla torre di divinazione, che si scorgeva nell'angolo destro della finestra.
- La prima volta è stata casuale, ma forse la seconda no..-. Jessica voltò la testa a guardare Niko, tenendo i gomiti adesi al davanzale. "Assolutamente. Potremmo incominciare andando assieme alla Sala Comune che condividiamo, più tardi. Sempre che tu non abbia altri programmi... Io sinceramente non ricordo il perché sono finita qui! mormorò allegra, sollevando gli occhi al cielo. Ecco, di nuovo, la sua sbadataggine cronica. "Credo che fossi in cerca di... uhm... Una distrazione? Mi ero stufata di disfare le valigie!. Fece un gesto vago con la mano, rimuginando sul perché fosse scesa dalla Torre di Divinazione. Niente, tabula rasa. - Passerei dell' altro tempo con te anche se tu fossi una Serpeverde lo sai...-. Ridacchiò pensando a quali esperienze negative avesse potuto condividere Niko coi Serpeverde; sapeva bene che il carattere deciso, caratteristico dei membri della casata di Salazar, spesso poteva disturbare il prossimo. Chi meglio di lei ne era a perfetta conoscenza, discendendo da una lunga gerarchia di convinti Serpeverde? "Visto l'astio con cui ti rivolgi a loro, lo prendo come un complimento! Avrei potuto essere pure un troll idiota?? scherzò, tornando ad osservare il cielo. Ora le rondini volavano in stormo, creando forme geometriche differenti. - Anche io sono stato bene. La giornata me l' hai migliorata .- Le parole di Niko ci misero un po' a penetrare nella corteccia cerebrale e venir concretizzate dal suo sistema nervoso. Sbatté due volte le palpebre, come a non capirne il significato, ma la realtà era che non se le sarebbe mai aspettate. Sorrise, lieta che la sua presenza non fosse qualcosa da aborrire, almeno per qualcuno, e cercò di nascondere la lusinga che a tradimento cercava di farsi strada sul suo volto. "Oh, beh... Grazie! Meno male, o avrei dovuto attingere ad un bagaglio inesistente di barzellette sui Goblin" mormorò sorridendo, dando definitivamente le spalle alla finestra. Era più forte di lei, sdrammatizzare i complimenti, la sua autostima era ancora in loop negativo, per cui le rendeva difficile fidarsi del giudizio altrui, continuando a vedere se stessa come attraverso un vetro opaco. - Certo non potrà dire lo stesso quell' armatura...eheh -. Si era scordata di quella stupida armatura; sebbene rilucesse come se nessuno l'avesse drasticamente travolta, qualche ora prima, in cuor loro sapevano che se qualcuno avesse attraversato il corridoio all'inizio della mattinata, si sarebbe imbattuto in una semina di pezzi di metallo. "Già, poveretta. Ha proprio passato un brutto quarto d'ora! Grazie di avermi aiutato a rimediare alla mia poca grazia e alla disattenzione patologica...". L'espressione colpevole puntata sul volto muto ed inespressivo dell'armatura. Beh, si era pur sempre creata un'atmosfera di aggregazione e condivisione che, magari, se non fosse accaduto, non si sarebbe venuta a creare. Un pensiero contorto, forse?