~ Breath Of Life, { privata ~ pro Zoey }

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. Bathory .
view post Posted on 2/9/2014, 13:07





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I was looking for a breath of a life
For a little touch of heavenly light
But all the choirs in my head sang no oh oh oh




L'aria fresca di quel mattino arrivava fin dentro i sotterranei quel giorno, era solo l'alba e Chrisalide si guardava intorno nel suo dormitorio; seduta sul letto a gambe incrociate, libera da fasce, tintura o makeup. Non indossava niente, non voleva nulla su di sè se non le fresche lenzuola.
Era rimasta da sola nella camera, i suoi compagni dovevano essere via per l'estate o qualcosa del genere, a lei non le importava. Aveva di meglio a cui pensare, qualcosa che le era entrata in testa nella notte e continuava a farle il lavaggio del cervello. Sedeva al centro del letto, osservando le proprie ginocchia. Tutte le giunture del suo pallido corpo apparivano più rosee del resto della pelle. Si chiedeva spesso il perchè ma ancora non aveva trovato una risposta. Da qualche tempo a quella parte, il suo corpo era cambiato. Stava diventando più slanciato, il suo seno si stava sviluppando di più e da proprio poco era comparso quel piccolo evento che determina una volta per tutte l'inizio della fase di sviluppo di una ragazza. Era diventata grande. Per poco non le era preso un colpo nel farne la scoperta, non era propriamente preparata, ma fortuna la biblioteca con tutti I suoi libri le diede una valida spiegazione su ciò che il suo corpo attraversava. Dunque niente più panico. Per lo meno non le era successo come quella strega di nome Carrie con madre bigotta e babbana, al quale era successo nella doccia della sua scuola.
Decise di non pensarci più. Non vi era motivo di stressarsi.
Era ancora immersa nei pensieri di quella notte d'altronde, e avvertiva un impulso più forte di lei che le dettava cosa fare, senza perdere altro tempo. Quell'idea che le infestava I pensieri la spaventava ed eccitava al tempo stesso e non c'era niente che potesse fermarla. Era stato un caposcuola d'altronde, a dirle di osare.
Così aveva seguito I consigli di Horus, indossato camicia e pantaloni,ed era entrata di soppiatto nel dormitorio femminile. In fondo non infrangeva alcuna regola, era una ragazza che entrava nel dormitorio delle ragazze...


To get a dream of life again
A little vision of the start and the end
But all the choirs in my head sang, no oh oh oh



Dopo nemmeno 30 secondi, eccola che usciva e correva di nuovo verso la propria camera, il bottino stretto in una mano, il cuore che batteva a mille, l'adrenalina ed un piccolo senso di colpa sempre presente. Chiuse la porta dietro di sè con un tonfo, girando la chiave nella serratura per poi dare un'occhiata a ciò che aveva appena sgraffignato da qualche serpina dormiente.
Una camicetta azzurra dai bordi ricamati ed una gonna lunga e bisnca, perfetta per l'estate. Sorrise entusiasta, ignorando il coro di voci che le dicevano quanto fosse stupida, immatura, sconsiderata, sprovveduta. Per la prima volta nella sua vita, se ne fregava. Voleva andare avanti.
Avida di libertá, indossó I nuovi indumenti per poi guardarsi allo specchio. I suoi capelli chiarissimi riflettevano il pallido azzurro della camicia ed eran davvero belli tutti ordinati e pettinati. Indossó un paio di anfibi neri che aveva portato da casa, anfibi che l'avevan accompagnata nelle sue numerose fughe notturne con destinazione cimitero, e si diresse di buona lena verso il parco senza nemmeno fermarsi in sala grande per colazione.



png


But I needed one more touch
Another taste of heavenly rush
And I believe, I believe it's so oh oh oh



L'ampio portone dell'atrio si richiuse dietro di lei con un tonfo. Entusiasta, la giovane Serpeverde corse per i gradini con un sorriso stampato sulle labbra. Era una giornata stupenda di fine estate e decise di godersela in pieno. Senza smettere di correre attraversó un'ampia collinetta, per poi fermarsi avanti ad alcuni alberi e toccarne i tronchi con le dita, ad occhi chiusi, come se stesse nascendo solo ora. Come se fosse la prima volta. Ed era fantastico. Quei profumi nell'aria, quei colori tutt'intorno, tutto sembrava più vivo,più bello, grazie a quella sensazione meravigliosa che era la libertá. Avrebbe potuto giurare che il mondo intero fosse rosa quel giorno.
Ridendo gioiosamente raccolse un paio di fiori, annusandone il dolce profumo. Sembrava una bambina in procinto di scartare I propri regali di Natale: tutto era nuovo e bellissimo e lei non vedeva l'ora di esplorare quel mondo che ora appariva tanto diverso.


And the fever began to spread
From my heart down to my legs...
And although I wasn't losing my mind
It was a chorus so sublime...
I was looking for a breath of a life
A little touch of heavenly light...



Edited by . Bathory . - 3/9/2014, 00:53
 
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view post Posted on 2/9/2014, 17:30

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« Stop your crying
Helpless feeling
Dry your eyes and start believing,
There’s one thing they’ll never take from you
(One day, like this, we’ll never be the same, never, forever… like ghosts in the snow, like ghosts in the sun…) »



Settembre. E Settembre, per lei, voleva dire soltanto una cosa: fine delle vacanze.
Sospirò, poggiando la valigia sul letto; mentre la apriva, si guardò intorno. Aveva lasciato il Castello un mese e mezzo prima, per tornare in America dalla sua famiglia, ed ora eccola di nuovo lì. La camera, che divideva con la collega e amica Kim, era rimasta invariata, esattamente come l'aveva lasciata poco tempo prima. Del resto, non era mai stata una stanza particolarmente originale: lei e Kimberly erano molto ordinate, e non avevano mai appeso poster alle pareti o decorato l'ambiente attorno a loro, come invece facevano molte altre studentesse. Era sempre stata una camera semplice e pulita, quasi anonima in realtà, se non fosse stato per i colori sgargianti della loro Casata che classificavano quel luogo come parte del dormitorio Grifondoro.
Essere tornata le faceva uno strano effetto: la nostalgia di casa non la affliggeva più come i primi tempi al Castello, eppure non poteva fare a meno di sentirsi un po' malinconica. Complice il periodo e la stagione, con l'estate che volgeva al termine, le foglie che iniziavano a ingiallire sui rami degli alberi, e l'aria che si faceva sempre più fresca e frizzante, complice il fatto che le lezioni stavano per ricominciare e Kim, l'unica con la quale avrebbe potuto ammazzare un po' il tempo, non era ancora tornata, il suo umore non era proprio un granché.
Diede un'occhiata scocciata alle valigie: disfare i bagagli era la cosa che più in assoluto odiava fare.
Felix, il suo gattino tigrato, la guardava, adagiato e comodo sul cuscino, con circospezione, come se avvertisse lo stato d'animo non esattamente allegro della sua padroncina, ma senza muovere una zampina per fare qualcosa di utile.

- Nella prossima vita, voglio rinascere gatto anch'io. - sbuffò, mentre ordinatamente riponeva abiti, vestiti e biancheria nel guardaroba e nei vari cassetti, e poggiava la divisa sulla spalliera di una sedia lì accanto, stando ben attenta che non si formassero pieghe.
Sbadigliò sonoramente; era stanca per il viaggio, e il dover mettere tutto a posto non aiutava, ma non avrebbe lasciato perdere per nulla al mondo: da brava perfezionista, le procuravano fastidio le cose lasciate a metà.
Di buona lena, si mise a riordinare tutto con attenzione e con occhio critico; il disordine uccideva le persone come lei.
Probabilmente soffriva di quello che i babbani chiamano "disturbo ossessivo-compulsivo", ma era più forte di lei, e comunque, non riteneva che l'ordine quasi maniacale potesse far male a qualcuno. Al massimo, poteva migliorarlo.

- Ecco fatto. - mormorò con soddisfazione, quando anche l'ultimo libro fu rimesso al suo posto sullo scaffale; aveva finalmente terminato, e poteva concedersi un po' di relax prima dell'inizio delle lezioni, anche se in realtà era rimasto solo quel pomeriggio, visto che la mattinata era quasi completamente andata.
Chiuse valigia e borsone e le ripose sotto il letto; non sarebbero uscite di lì prima di Natale, pensò con una punta di tristezza.
Scacciando quei pensieri, si affacciò alla finestra: era una bella giornata, valeva la pena uscir fuori in giardino e godersi quegli ultimi raggi di sole estivi, prima che pioggia, vento e neve tornassero ad affliggere Hogwarts e i suoi studenti. L'inverno avrebbe impiegato veramente poco ad arrivare, e dubitava fortemente che sarebbe stato clemente.
Lei era abituata agli inverni freddi: in Oklahoma era frequente che tempeste di ghiaccio e a volte trombe d'aria si abbattessero sulle città, e a Juneau, dove aveva trascorso una parte della sua vita, gli inverni erano lunghi e bui e con temperature polari.
Mentre scendeva le scale, Felix che le trotterellava accanto, ripensava alla sua infanzia, prima di Hogwarts, prima di venire a conoscenza del Mondo Magico. Da quel che poteva ricordare, la magia aveva sempre fatto parte della sua realtà, anche se in modo leggermente diverso. Era la sua stessa religione che permetteva le pratiche magiche, i culti pacifici e dedicati alla natura dei Wiccan erano sempre stati una costante della sua vita, e di ciò era grata. Aveva imparato molte cose.
Varcò il portone aperto, ed uscì alla luce del sole; gli studenti in giro erano pochi, probabilmente a fare colazione in Sala Grande.
Lei non aveva molta fame, e comunque preferiva stare al sole finché poteva. Ringraziò di essersi vestita leggera, con una camicia di flanella bianca dalle maniche arrotolate sui gomiti, un paio di jeans nient'affatto pesanti, e delle ballerine di stoffa pratiche e comode.
Mentre attraversava il parco, si guardava attorno, cercando di riconoscere ogni albero e cespuglio che aveva attorno. Era un gioco che faceva da quando era piccina e aveva paura di perdersi nei boschi della riserva. Pensava che se avesse potuto riconoscere la vegetazione, non si sarebbe mai perduta e avrebbe sempre ritrovato la via di casa. Adesso che di anni ne aveva sedici, non aveva più paura di smarrirsi, ma l'abitudine era rimasta.
Poi, un suono cristallino la scosse dai suoi pensieri; era una risata chiaramente femminile, gioiosa e spensierata. Sorrise a sua volta, contenta che almeno qualcuno non si facesse avvilire dalla fine delle vacanze. Facendo piano, per non far prendere uno spavento a chiunque fosse, si avvicinò alla fonte della risata.
Appoggiandosi alla corteccia di un albero, osservò la scena che le si presentava davanti: c'era una ragazza, più piccola di lei, voltata di spalle che raccoglieva fiori. Non riusciva a scorgerne il viso, ma poteva vederne le chioma e le mani che indugiavano sugli steli, ed erano molto chiare. Bianche, quasi. Certamente capelli e carnagione simili non erano comuni; e pensava anche di sapere a chi appartenessero, solo che era meravigliata. Si avvicinò un po' di più; la ragazza sembrava completamente assorbita nel suo mondo, e in quel contesto, sembrava uscita da una fiaba.
Il suo candore la fece sorridere, e le dispiaceva disturbarla, ma a quel punto era davvero curiosa di sapere come stesse, dall'ultima - ed unica - volta in cui si erano incontrate. Solo che allora, la ragazza era un maschio. O meglio, lo sembrava: aveva un'uniforme maschile ed era truccato e si comportava in modo da apparire come un ragazzo. Zoey, malgrado il suo senso del dovere, si era sentita così coinvolta e dispiaciuta, che alla fine l'aveva lasciato andare, con la promessa che però avrebbe smesso di celare la sua vera natura, imposta da un padre tirannico e ben poco affettuoso. E Zoey, di padri tirannici e poco affettuosi, ne sapeva qualcosa.
Si schiarì la voce piano, per avvertirla della sua presenza, e poi disse:

- Buongiorno, Chrisalide. Vedo che hai mantenuto la promessa alla fine. Ti trovo bene, sono contenta; spero che tu stia meglio, adesso. -
Sorrise, in attesa. Quello sì che era stata una bella sorpresa.

 
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. Bathory .
view post Posted on 10/9/2014, 15:47






Raccoglier fiori ed intrecciarli, pareva distaccarla dal mondo reale, proiettandola in una dimensione tutta rosa, fatta di zucchero e tramonti dorati. Nulla poteva interromper quell'idilliaco momento, o almeno di questo era convinta. Porto' uno dei piccoli fiori al naso, annusandone il buon profumo.Si rese conto che non l'aveva mai fatto prima d'ora. Rinvenne nella propria testa i ricordi di tombe esplorate, cripte buie e polverose, dove usava nascondersi dagli occhi di chiunque, unico luogo dove poter esser se stessa, e dove aveva trovato la verita' sulla propria famiglia,in quel polveroso e abbandonato diario della famiglia Hyde. Per un momento solo, si fermo' a fissare i riflessi sul lago, rammentando la vecchia vita al maniero dei Lovecraft. Scosse le spalle subito dopo, saltellando verso un nuovo cespuglio, alla ricerca di fiorellini diversi.
Tutto ad un tratto pero',un rumore la fece raggelare, si senti' come fosse una statua, immobile, timorosa di esser stata scoperta. Nell'udir quel colpetto di tosse, la serpina trasalì. Non immaginava di certo di incontrare qualcuno!
Dopo il primo momento di shock e paralisi, veloce aggirò un albero imponente, come a volercisi nascondere dietro ed occultarsi da occhi altrui. Ma gli uccellin ancor cantavano soavi, non pareva esserci bisogno di una fuga tattica. E non ce ne fu bisogno anche perche' la persona che era appena arrivata, appellandola con il suo vero nome, l'aveva gia' incontrata qualche mese prima, intorno alle vacanze di Natale.
Non rammentava il cognome, ma ricordava che la ragazzs che ora la stava fissando divertita si chiamava Zoey ed era uno dei prefetti grifondoro. Chrisalide la guardó per qualche istante da dietro l'albero, ma udendo il tono pacato e gentile decise di fidarsi ed uscire allo scoperto. Sorrise piano, timidamente, unendo le mani dietro la schiena, come una bambina.


《Miss Zoey...》

E fece un piccolo educato inchino , sollevando due estremitá della gonna mentre la gamba destra andava dietro quella sinistra, piegandosi insieme al capo. Testava cosí la sua memoria, fu stupita dal fatto che ancora conosceva il galateo femminile.
Fece un passo avanti, i bianchi capelli ondeggiaron a quel movimento. La mano destra ne mosse una ciocca dietro il rispettivo orecchio in un gesto insicuro.


《 Uhm.. in veritá... nessuno sa ancora chi io sia... se non per il caposcuola tassorosso... e i presenti all'incidente di Natale...》

Un altro piccolo, timido sorriso.

《Quei vestiti iniziano ad andarmi stretti, in tutti i sensi... Avevo bisogno di una boccata d'aria ed ho...sottrat....preso in prestito questi dal dormitorio femminile. Immagino io dovrei comprarne di miei...ma... non saprei come...

Si morse il labbro, colpevole . Non era mai andata a fare spese... non con lo spirito di una ragazzina almeno...
Una leggera brezza le carezzó i capelli candidi, era la prima volta che provava ad esser se stessa, e fino ad ora non sembrava per niente male.
 
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view post Posted on 21/9/2014, 11:59

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La prima volta che Zoey si era imbattuta in Chrisalide, quest'ultima era molto differente da come appariva adesso, almeno per quanto riguardava l'aspetto. Certo, in Dicembre si presentava come un maschio, mentre adesso aveva ripreso i panni della ragazzina delicata, graziosa ed elegante qual era.
Però anche adesso le pareva estremamente timida, molto riservata, e a disagio se in presenza di altri. Eppure, fino a pochi minuti prima, mentre raccoglieva fiori, le era sembrata così serena, così in pace con se stessa!
Zoey sapeva poco, molto poco, su Chrisalide: però quell'atteggiamento, così ingenuo, candido, innocente, le faceva tenerezza. Aveva sentito qualcosa sulla Serpina, voci di corridoio che affermavano che il suo alter ego maschile non fosse invece così delicato e cortese. Guardandola adesso, le pareva quasi impossibile. Certo, lei non aveva mai conosciuto Chris, in realtà, e sperava di non dover conoscerlo mai; sperava che la piccola Verde-argento accettasse infine la sua vera natura e rinunciasse a seguire il volere del tirannico padre.

- Lascia perdere il "miss", soltanto Zoey andrà benissimo - replicò, sorridendo gentile, nell'intento di farla sentire più a proprio agio. - Sai, mia nonna dice sempre che quando un segreto lo conoscono in più di tre persone, in breve tempo non sarà più un segreto. Forse è ora di rivelarlo, Chrisalide...gradualmente, pian piano, ma è sempre meglio che lo faccia tu, piuttosto che qualcun altro. - disse, ma poi, accorgendosi che l'altra avrebbe potuto fraintendere, si affrettò ad aggiungere: - Ovviamente, hai la mia parola che io terrò tutto per me, come ho fatto in tutti questi mesi. Hai bisogno del tuo tempo, è comprensibile… - Concluse, avanzando di qualche passo, lentamente, per timore di spaventarla, quasi come se Chrisalide fosse stata un delicato uccellino pronto a volare via non appena si fosse accorto che qualcuno si stava avvicinando.
Per alcuni aspetti, la Serpina le ricordava se stessa quando era più piccola, e ancor di più le riportava alla mente le sue sorelle, soprattutto Enya: timida, estremamente riservata, un pesce fuor d’acqua. Loro se l’erano cavata da sola, e specialmente Zoey non dimenticava quanto, delle volte, si fosse sentita sola. Se avesse avuto qualcuno accanto, sarebbe stato diverso, forse.
Anche la giovane Lovecraft doveva aver bisogno che qualcuno le stesse accanto, probabilmente, anche se, poco ma sicuro, non l’avrebbe mai ammesso spontaneamente; con esitazione, la Prefetta, non sapendo bene come esprimersi per timore di irritarla, o di ferirla, disse:

- Sai, non è facile…uscir fuori dal proprio guscio. Io ancora non ci sono riuscita del tutto, ma mano a mano, ti verrà naturale, e…- Si fermò un attimo, analizzando bene le parole che stava per dire, resa ancora più convinta dal discorso della ragazzina sui vestiti maschili che iniziavano ad andarle stretti in tutti i sensi; sorrise. Cresceva, cambiava, e ancora sarebbe cresciuta e cambiata. Doveva avere più o meno l’età di Shayla. - …se vuoi, io potrei darti una mano. Non sono la regina della socializzazione, ma tu mi ricordi tanto qualcuno che conosco e a cui tengo moltissimo, e che non vorrei mai vedere in difficoltà. -
Fisicamente, Enya e Shayla erano quanto più diverso potesse esserci da Chrisalide: capelli scuri, lunghi, e occhi scuri e carnagione dorata, spiriti liberi e selvatiche, essendo cresciute in una riserva circondata da boschi e fiumi. Eppure, Zoey sapeva quanto fossero fragili; l’abbandono del padre aveva colpito e afflitto l’intera famiglia. Era stata una fortuna che fossero sempre state così unite e che potessero contare l’una sull’altra. Questo, la piccola Verde-argento non l’aveva avuto, con tutta probabilità, e le dispiaceva tanto per lei.
- Potrei accompagnarti io a Diagon Alley per comprare dei vestiti femminili, se vuoi. - propose, avvicinandosi ancora a lei. - …e poi potresti riportare alle tue compagne i loro abiti, che ne dici? - Terminò, con un sorriso divertito.
In fondo, se lei poteva davvero dare una mano alla Serpina, perché non farlo? L’avrebbe aiutata volentieri, tanto più che trascorrere del tempo insieme a lei le faceva sentire meno la nostalgia di Enya e Shayla. Poteva davvero aiutarla e supportarla, e l’avrebbe fatto, non perché doveva, ma perché voleva. Non l’avrebbe lasciata da sola, non quando era una dei pochi a conoscere il suo segreto.



Edited by ~ Zoey. - 26/9/2014, 11:44
 
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. Bathory .
view post Posted on 24/9/2014, 08:52






La giovane Serpeverde sorrise timidamente, lasciando andare i lembi della gonna mentre la prefetta parlava. Era cosi' strano venir chiamata per nome. Non ci era affatto abituata.
Uno stormo di uccelli passo' sopra le loro teste. Tutto era cosi' nuovo per Chrisalide, che rise allegra nel seguire lo stormo con gli occhi,come se non ne avesse mai visti prima. Si appoggio' con entrambe le mani al tronco dove solo fino a poco prima si nascondeva dietro, per poi rivolgere lo sguardo nuovamente alla grifondoro. Le chiedeva di chiamarla solo Zoey, ed aggiunse che anche lei non era uscita dal suo guscio, o almeno non del tutto. E in piu', si offriva di aiutarla, cosa che nessuno aveva mai fatto nei suoi confronti.
Chrisalide inclino' il capo verso destra, soppesando ognuna delle parole che uscivano dalla bocca della Grifondoro. Assunse un'espressione pensierosa per un paio di minuti, per poi sorridere felice e saltellare sul posto un paio di volte.


《 Oh...sarebbe...fantastico !!!》

Elimino' la distanza che le separava, fissando la Grifondoro dritto negli occhi. Zoey aveva appena conquistato la fiducia della serpina,con quelle semplici e gentili parole,con il suo semplice offrirsi di aiutarla... e di esserle amica.
Ovvio, Zoey non aveva fatto parola su questo, ma Chrisalide sentiva dentro di se' che era cosi'. Sapeva in cuor suo che poteva considerarlo come detto. Era al settimo cielo, felicissima. Sapeva di aver conservato un bel po' di denaro per poter comprare quel che voleva! E poi, Zoey l'avrebbe portata a Diagon Alley ! Sarebbe stato fantastico!
La prima ed ultima volta che era stata li' era stato con Edgar, il suo fidato maggiordomo, che probabilmente l'amava piu' di suo padre. Unica differenza, era che quella volta, lei era nei panni di Chris, rigido ed impeccabile perfezionista.
Questa volta pero' sarebbe stato completamente diverso !


《Ho messo da parte un piccolo gruzzolo... Dovrei avere...110 galeoni...Pensi siano sufficenti ?》

Il suo entusiasmo era contagioso, sprizzava allegria da tutti i pori...Era cosi' diversa dal suo alter ego maschile.

《Possiamo andare anche subito ? Oh sono cosi' felice ! 》

Rimase a fissare Zoey, attendendo una sua risposta, aggiustandosi i capelli con le mani, con il cuore che batteva all'impazzata, eccitata di quella liberta' imminente... Non vedeva l'ora di recarsi fuori dalle mura di Hogwarts, stavolta era con un prefetto e nulla sarebbe andato storto. In piu', era la sua prima uscita tra ragazze, con del sano shopping in programma. Si sentiva per la prima volta come una ragazzina normale. Ed era fantastico.

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view post Posted on 26/9/2014, 11:29

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Non si aspettava tanto entusiasmo in risposta; sorrise, stupita ma anche lieta da tale comportamento. La natura di Chrisalide era quella di una delicata e allegra ragazzina, non di un damerino rigido e arrogante.
A guardarla adesso, sembrava uscita da un romanzo ottocentesco; sarebbe potuta passare benissimo per una dei personaggi di Jane Austen, non per come era vestita, ma per come si comportava e per le sue movenze aggraziate ed eleganti. Chrisalide era, in tutti i sensi, una ragazza d'altri tempi, e Zoey non pensava che ciò fosse un male, anzi. Aveva visto troppe studentesse atteggiarsi a donne adulte e di mondo, tanto da averne la nausea. Era anche per questo motivo che la giovane Lovecraft l'aveva colpita profondamente, oltre ovviamente all'aspetto fisico particolare.
Lo sguardo e l'espressione che le rivolse, poi, esprimevano un alto grado di gratificazione, e...fiducia. Sì, forse era davvero questo che aveva letto negli occhi chiari della Serpina. Era possibile? Bastava così poco?
*Beh, forse per te è poco, ma per lei che non è abituata a condividere la sua vera natura con gli altri, dev'essere tantissimo.*, rifletté. Sapeva bene che adesso sarebbe dovuta essere ancora più cauta: se avesse tradito in qualche modo la fiducia della piccola Verde-argento, non se lo sarebbe mai perdonato.
Sorrise a Chrisalide, incoraggiante.

- Hey, non mi aspettavo tanto entusiasmo...sono contenta che tu abbia accettato il mio aiuto - disse semplicemente, mettendole delicatamente una mano sulla spalla, approfittando del fatto che l'interlocutrice si fosse avvicinata a lei di sua spontanea volontà. - Penso...che sì, potremmo anche andare subito, non vedo dove sia il problema, visto che le lezioni non sono ancora iniziate. -
Nuova pausa; sorrise ai dubbi della piccola, che evidentemente non si era mai recata a fare spese con qualcuno che la capisse perfettamente. Le faceva piacere accompagnarla, davvero. Voleva aiutarla, ed era anche curiosa di conoscerla meglio, adesso che erano entrate un po' in confidenza. Chissà, col passare del tempo, sarebbero anche potute diventare molto amiche; certo era, che un legame, per quanto ancora fragile, si era stabilito, e forse era già stato stretto mesi prima, quando l'aveva aiutata a riprendersi da una crisi e aveva scoperto chi realmente si celasse sotto i panni di Chris.
- Non preoccuparti - la tranquillizzò quindi, in tono gentile. - Basteranno, eccome. E poi, pensavo...magari dopo potremmo andare da qualche parte a mangiare qualcosa. Scommetto che nemmeno tu hai fatto colazione questa mattina. -
Sorrise, piegando la testa di lato, divertita; poi, stupendo anche se stessa, prese sottobraccio la Serpina; non si era mai concessa tanta confidenza con nessuno, ma aveva capito che in questo caso, doveva essere lei a prendere in mano la situazione, anche per farle coraggio.
- Avanti, andiamo. Sono sicura che sarà una bella giornata. - Assicurò, ridendo; e si accorse in quel momento che era piuttosto una promessa, e che lei, poco ma sicuro, l'avrebbe mantenuta. Glielo doveva, in fin dei conti.

 
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