Non solo sapere., Privata per Béatrice Delacour

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view post Posted on 23/10/2014, 01:11
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Tassorosso
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"Quando quel qualcuno aveva creato il sole, stavano sicuramente immaginando di scriverlo su un quaderno, con il desiderio di crearlo. Ma penso solo dopo averlo scritto si rese conto, che esisteva di già ed era la sua lampada che illuminava la sua libreria."

Era un pensiero assolutamente stupido, sconclusionato ed infantile. Eppure, a lei piaceva pensarlo. Lo pensava sempre quando leggeva i libri della "biblioteca" scolastica delle sua scuola, prima che si trasferisse ad Hogwarts. I suoi passi, risuonavano taciti ma comunque denigrati, dimenticati tra quel rumore così consistente di quelle scale "a cui piace cambiare". Aveva bisogno di riflettere, di pensare a quei sentimenti che aveva provato durante l'ora di Difesa. Si sentiva così sporca, così in colpa di aver infierito contro uno studente che in apparenza, non le aveva fatto nulla e che stava solamente eseguendo il suo stesso esercizio. Pensava di esserci andata troppo pesante, anche con le parole e quella sensazione di potenza, quella sensazione di potere, quella sensazione maligna le si era arrampicata come un ragno che zampetta allegramente su un muro di una casa nuova, appena edificata ma con qualche problema di costruzione. Con qualche problema di infiltrazione. Oppure il ragno aveva trovato un modo per entrare nelle mura e attraversarle, senza farsi vedere,
In punta di piedi, quasi danzando, diresse i suoi piccoli passi verso l'androne di quella che doveva essere la Biblioteca della Scuola. Forse avrebbe trovato un momento di pace, in quel silenzioso e quieto modo di accogliere le nozioni di giovani e vecchi scrittori, intrepidi nello spiegare o solo affamati di soldi.


"Ma i maghi hanno anche loro dei romanzi, tipo quelli che ha mamma nella libreria?"

Si chiese,all'improvviso la piccola testa calda, che di caldo aveva solo il colore della testolina, prima di spingere il portone che divideva il corridoio del quarto piano alla stanza che avrebbe presto varcato. Ci dovette mettere un po' di forza per spostare il titano di legno di noce, mentre ripensava a tutto, si chiedeva quella superflua considerazione.
Vide un fascio di luce varcare la porta e d'istinto alzò la testolina, restando sorpresa e stupefatta dalla visione che le si presentò dinnanzi:
un immenso salone, grande, gigantesco diviso a sua volta da una moltitudine di librerie che, come grattacieli, sfioravano il soffitto appena con le dita, mentre restavano impervi con i piedi piantati alla realtà, come un bambino che cerca di prendere il vasetto di biscotti messo dalla madre sopra al frigorifero, perchè non è ancora ora della merenda. Il parquet e l'intera struttura fatta completamente in legno scuro, sul castano, si distendeva come un lungo, semplice ma efficace carpet rosso illuminato da dei deboli riflettori di quel solo che volge alle quattro e mezza del pomeriggio, sotto gli occhi celestiali di quella creatura che lasciò perdere la rabbia che aveva provato ieri, che aveva lasciato le sue considerazioni in un cassetto e che adesso svolazzavano in aria appena pronunciò il fatidico:

« Wow. E' bellissimo.»
Maghi e streghe, grandi e piccole, trafficavano in silenzio tra i gli scaffali mentre alcuni parlavano sottovoce tra di loro, per discutere della lezione.
La vita scorreva lenta e frenetica allo stesso tempo, in un religioso silenzio e in un sussurro leggero, la vita e scorreva. Senza ma e senza perché.


"Perchè...perchè la mia Sala Comune non si trova vicino a questo posto?"

Si chiese, mentre un tenero sorriso colmo di stupore le si delineò sulle labbra e senza pensarci due volte, si perse nella lunga fila di librerie che delineavano il tutto, del tutto simili ad un comune labirinto.
A prima vista però, si rese conto di una cosa: non c'era nessun Tassorosso, ad eccezione di lei. Quel giorno.
 
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