L'inizio

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.Silver.
view post Posted on 5/11/2014, 14:17




Uno settembre. L'undicenne aveva segnato quella data tanto attesa sul calendario, con una grossa "X" rossa sopra, come si vede fare nei film, e finalmente quel giorno era arrivato.
La mattina si svegliò presto, non che di solito fosse una dormigliona: considerava l'atto di dormire indispensabile ma anche una grossa perdita di tempo.
Aveva riempito il baule la sera precedente quindi le bastò dare una rapida occhiata di controllo prima di chiuderlo. Da una parte non si stupì di essersi ricordata tutto, dall'altra si meravigliò dell'ordine che, una disordinata cronica come lei, era riuscita a creare. Era tutto riposto all'interno con una certa logica: la divisa ad esempio, troneggiava sul resto perché si sarebbe dovuta cambiare nell'espresso per Hogwarts.
Indossò il suo paio di jeans preferiti, un paio di converse nere e una t-shirt color senape. Sopra portava una felpa, sempre nera, con il cappuccio e la cerniera, al momento aperta.
Raccolse i capelli castani in una treccia laterale, che le cadeva morbida davanti alla spalla destra e arrivava all'altezza della vita.
Dopo aver dato qualche biscotto al suo gufo nero, Archie, si diresse in sala da pranzo, dove suo padre, e la sua solita colazione, cioccolata calda fumante con panna e zenzerotti a volontà, la stavano aspettando. La piccola era consapevole che normalmente maghi e streghe mangiavano zenzerotti solo a Natale, ma lei li adorava e non poteva farci nulla.

<<buongiorno Ophelia. Giorno importante oggi>> esordì James con voce roca, alzando gli occhi dalla Gazzetta del Profeta che era intento a leggere. <<allen ha preparato la colazione>>
Scrutando la figlia, un accenno di disappunto apparve sul suo volto, che solo chi lo conosceva bene come lei poteva notare. Era anche intuibile a che cosa fosse dovuto: le rimproverava sempre il fatto di indossare vestiti babbani, ma l'abbigliamento era ormai l'unica cosa che la teneva legata alla sua vecchia vita, insieme al ricordo della madre e ovviamente al suo sangue. Aveva riempito infatti anche un borsone a parte con qualche vestito da indossare quando non era richiesta la divisa; con una foto incorniciata di lei e di sua madre; e con tre taccuini e qualche carboncino. Aveva diviso, in poche parole, cose "magiche" e cose "non magiche" in due bagagli differenti.
<<buongiorno James>> rispose lei, per poi sedersi e divorare in men che non si dica il cibo che si trovava di fronte a lei.
<<una signorina non si dovrebbe abbuffare in quel modo>> Le ripeteva così spesso quella frase che ormai non ci faceva più caso. In quei tre anni che abitava assieme ai Lannister era sinceramente migliorata da quel punto di vista, ma c'era ancora molto lavoro da fare.

***


Ora si trovavano in stazione, che Ophelia scoprì essere un luogo assai interessante. Prima di tutto perché era un luogo babbano e di conseguenza pieno di persone prive di poteri magici, che ignoravano pefino la reale esistenza della magia; poi perché era bello immaginare dove stessero andando, da dove stessero arrivando e cosa fossero andate a fare. Partivano per lavoro? Per andare in visita a membri della propria famiglia? Per incontrare un amore segreto?
Non si accorse nemmeno di essere arrivata davanti alla parete che divideva il binario nove dal binario dieci.

<<ophelia...>> fu la voce di suo padre a riportarla alla realtà <<io devo andare adesso, riesci a proseguire da sola giusto?>> avrebbe voluto rispondere di no, per vedere come avrebbe reagito suo padre, invece disse semplicemente <<si, certo. Ciao papà>> ci fu incertezza, c'era sempre quando pronunciava quella parola, non la parola "ciao" ma la parola "papà".
<<arrivederci Ophelia. Mi raccomando, comportati bene e non fare la scontrosa con gli altri bambini>> Proprio lui parlava!
Poi, inaspettatamente, le diede un bacio sulla fronte e, quell'azione del tutto inusuale, stupì entrambi. Passò il biglietto, e il carrello con i bagagli e la gabbia all'undicenne e se ne andò.
Ophelia aspettò qualche secondo e poi attraversò tranquillamente la parete arrivando in mezzo ad una folla di maghi e streghe con età compresa tra gli undici e i diciassette anni, intenta a salutare i propri genitori e a salire sulla locomotiva rossa.
Lei, dopo aver mostrato il biglietto, con non poche difficoltà data la costituzione esile, riuscì a caricare il baule, il borsone e la gabbia con il gufo, e andò alla ricerca di una cabina libera. Purtoppo però, era tardi, e si dovette accontentare di una in cui vi erano due ragazzini, più o meno suoi coetanei.
Prese posto accanto al finestrino e, in attesa del fischio di partenza, iniziò a chiedersi che cosa le avrebbe riservato quella nuova avventura.
 
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view post Posted on 6/11/2014, 02:12
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- Deus ex Mazza -

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