~ Il diario di un BELLIISSSSSSimo Corvonero

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view post Posted on 6/11/2014, 10:44     +8   +1   -1
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Gli esami di fine anno si stavano avvicinando, la fine del primo anno era ormai alle porte. Il caldo entrava dalle vetrate del castello, il vento arido circondava le mura, il vociferio dei ragazzi per le scale diventava sempre più assordante, tutti eccitati e forse spaventati per quello che stava per accadere.
Quel giorno Ophelia era particolarmente tesa. I suoi voti non erano poi così brutti, ma aveva tralasciato troppe materie da ripassare, aveva rimandato troppe volte, in troppi guai si era cacciata per avere un barlume di lucidità per aprire i libri e studiare a testa china. Perciò, decise di dirigersi di primo pomeriggio verso la Biblioteca, ripassare le materie per l'esame di fine anno non le avrebbe di certo fatto male.
Dai sotterranei della sua dormitorio, salì per le scale fino a raggiungere la biblioteca. Entrò senza troppi problemi, dando occhiate fugaci ai presenti che ricambiarono il suo sguardo, chi con imbarazzo, chi con apprensione (probabilmente, molti erano lì per lo stesso motivo). Prima di sedersi al tavolo principale perlustrò gli infiniti scaffali pieni di libri, dalle copertine brillanti, alcune rilegate in pelle vivide, altri pieni di polvere dalle pagine color ocra, chi mezzi strappati e molto altro ancora. Ci si poteva perdere lì dentro, perciò andò diretta verso le sezione "Storia della Magia", "Trasfigurazione" e "Difesa contro le Arti Oscure". Più o meno le materie che temeva di più di sbagliare. Passò buone tre ore di lettura senza sosta seduta al tavolo più grande di tutti, era davanti a due serpine poco più grandi di lei che parlavano tra loro attraverso lo sguardo e biascicando qualcosa lanciando qualche occhiata freddina verso la tassina. Lei ne rimase indifferente, anche se lo notò quasi subito. Si rialzò mettendo a posto la sedia nel modo più silenzioso possibile e andò piano piano a rimettere a posto i libri. Poggiò con cautela l'ultimo libro che le dava l'impressione di frantumarsi nelle sue mani da un momento all'altro, lasciando la biblioteca e girando l'angolo verso il corridoio principale, fino a quando successe l'impensabile.
Un qualcosa urtò la sua testa e cascò sopra le sue scarpe.
Passò la mano verso la parte dolorante della testa assumendo una smorfia di dolore, contraddistinta da stupore e scetticismo. Non si rese conto ancora di che cosa fosse, ma istintivamente alzò lo sguardo verso l'alto, ma c'era solo un soffitto di color salmone opaco, con svariate macchie di muffa e chiazze bagnate dei piani superiori, niente di niente. Abbassò il braccio e stavolta guardò bene in basso, tanto da abbassarsi con il corpo e avere a pochi centimetri l'oggetto.
Era un quadernaccio di color bluastro con dei lacci di pelle color argento a righe orizzontali con un po' di polvere sopra e una scritta piuttosto sbiadita, bisognava aguzzare un po' la vista per capire ciò che era scritto.


JIw7ras
"Il diario di un BELLISSSimo Corvonero."

Così era scritto. Alla vista di quel quaderno, sgranò gli occhi incredula e adirata.
** DIAMINE! E io cosa ci dovrei fare con un quaderno del genere? Mi ha fatto pure male!! Non se ne parla, lo lascio qui!!! **
Pensò la tassina furibonda per il tempo perso ad analizzare uno strano quaderno di chissà quale studente passato.Si rialzò e fece per andare via verso il corridoio quando una voce impostata e fredda la richiamò ad alta voce.
<< SIGNORINA? SIGNORINAA????!?!?! Ha lasciato questo per terra. Lo sa che non si lasciano le cose per terra? Si riprenda le sue cose! >>
Ophelia si girò lentamente verso la voce tagliente. Aveva davanti a sé una signora dalle labbra finissime, alta, slanciata, i capelli biondi raccolti in uno chignon con qualche capello di fuori che le copriva la fronte alta, gli occhi chiari, probabilmente verdi, affusolati in due linee orizzontali con degli occhialetti tondi poco estetici. Indossava un cardigan di color rosa completamente abbottonato e una gonna lunga e sgualcita di chissà quanti anni di color beige, che copriva delle scarpe che dovevano sembrare delle ballerine color marroncino. Una tipa con cui nessuno vorrebbe a che fare probabilmente. Aveva in mano quel dannato diario, che nel richiamarla agitava nevrotica fra le mani sperando di avere la sua attenzione. La ragazza ancora più sbalordita della situazione e ancora più scocciata, sospirò tirando fuori tutta l'aria dal naso come un drago e a passetti piccoli ma veloci si diresse verso la signora. Si fermò davanti a lei, e con un gesto veloce, afferrò il libraccio dalle sue mani grinzose e fine mantenendo il suo sguardo fisso verso quelle fessure verdastre coperte da quegli occhiali orribili, lasciando trasparire senza troppi problemi il suo odio. Dopo un paio di secondi si girò e fece altri tre passi e aprì una pagina a caso, solo per vedere di cosa si trattava. Delle scritte veloci e poco ordinate, quasi scarabocchiate, e la foto di un ragazzo che abbracciava altri due concasati con due stecche di caramelle, uno le aveva infilate nel naso e un altro infilate (per finta) nelle orecchie. Richiuse immediatamente. Aveva la sensazione di aver profanato qualcosa, di avere fra le mani qualcosa che non è suo, la sensazione di aver rubato qualcosa, di sentirsi disonesta. Aggrottò le sopracciglia e un senso di disagio e preoccupazione le invase tutto il corpo, rendendo opinionabile ogni singolo movimento che poco prima neanche badava. Stringendo quella copertina liscia di pelle, si rigirò nuovamente dietro di lei.
<< Mi scusi signora ma questo non è m- >>
L'assurdo. La signora era sparita. Nessuna traccia di lei, vedeva solo le due serpine ora indicarla e ridere fra loro, tre grifi fissarla, e un'altra signora che teneva fra le mani cinque o sei libri piuttosto pesanti e la guardava perplessa.
Rimase con la bocca leggermente aperta, capita la figura barbina, si rigirò di scatto verso l'uscita e fuggì il più velocemente possibile verso la camera del suo dormitorio, nei sotterranei.
Quella situazione la metteva in ansia, come se non bastasse l'ansia da esami. Spalancò la porta del dormitorio e buttò il quaderno al bordo del letto, si sfilò i mocassini e si gettò sopra le lenzuola del letto a guardare il soffitto con le braccia sotto la nuca e le mani unite per tenere la testa sopra il cuscino. Era lì impalata. Non sapeva cosa fare, quelle pagine scarabocchiate non avevano nessun valore, eppure perché ne sentiva quel peso insopportabile? Perché le faceva quasi paura? E soprattutto, chi l'ha fatto cascare? E perché proprio a lei? Domande che si concatenavano con l'altra, senza trovare una risposta. I suoi occhi stavano per chiudersi per un sonnellino ma non riuscì a chiuderli del tutto. La curiosità si era innescata da qualche parte nelle sue profondità. Quella curiosità che la fece inghiottire in un libro in un mondo desolato e pieno di topi, quella curiosità che le ha fatto scoprire una delle sue più grandi paure, il volo, quella curiosità che da piccola l'ha sempre messa nei guai. Ma che inmancabilmente, non ne poteva fare a meno. Le vene delle tempie pulsavano, segno che seppur voleva dormire, non ci sarebbe riuscita. Sconfitta da sé stessa, si lasciò andare in quel suo piccolo vizio, e si tirò su, a contemplare quello strano quaderno. Lo prese fra le mani, e con una di esse ci passò il palmo sopra per sentire appieno la qualità della pelle liscia, con un paio di segni piccoli ai bordi. Lo girò verso il retro, e notò un grande graffio che partiva dalla parte alta verso la parte inferiore a sinistra, in una imprecisa linea obliqua, ma per quanto profondo ne si poteva vedere la fine del materiale. Nonostante tutto, non ci badò troppo e lo ruotò di nuovo alla copertina. Fissando quel "BELLISSimo", sottolineato da qualcuno fino all'ultima "S" le faceva abbozzare un sorriso riluttante. Doveva essere qualcuno di veramente sfigato per fare una cosa del genere.
Fece un bel respiro, e aprì la prima pagina. Pronta ad immergersi in quella stramba lettura





• Il diario di un BELLISSimo Corvonero •85NiFl0
Il primo giorno | 20/12/1991 | Castello di Hogwarts | Dormitorio Corvonero |

Caaaaaro Diario, sono un BELLIIIIIIIIISSSSimo Corvonero e mi sto annoiando a morte.
Bla bla bla blaaaah.
Ok il fatto è che me l'ha regalato il mio amico e devo far finta di usarlo in qualche modo. Cioè sai, non so magari in futuro ti troverò utile ma adesso mi stai prooooprio antipatico. Sappilo.
Vabbè, facciamo i seri dai.
Sono un ragazzo un po' speciale, un po' più figo degli altri, un po' più bravo, come si è ben capito, faccio parte della nobile casata dei Corvonero. Il mio nome è Garric. Garric Beaufort, ma ormai al castello solo i professori mi chiamano così. Preferisco Gary, dinamico, veloce, e meno formale. Qul cognome è così "aristocratico gnè gnè" , a volte mi vergogno di averlo. Ho 14 anni, sono a metà del terzo anno, è il 20 Dicembre e stanno per arrivare le vacanze di Natale. Non ho per niente voglia di tornare dai miei e fortunatamente i miei migliori amici hanno deciso da poco di restare per le feste, almeno so con chi divertirmi.
Sai..la mia famiglia è un po'..noiosa. TANTO noiosa. Mio padre si chiama Henry Beaufort, è uno delle più alte cariche nel Ministero della Magia, ci lavora ormai da tantissimi anni. E' un rompiscatole assurdo, fissato con lo studio e raramente mi parla, se non per rimproverarmi di qualcosa. Raramente mi insegna qualcosa, per il resto è quasi sempre fuori casa. Ovviamente ex Corvonero. Capelli neri corti ma folti, grosse sopracciglia, barba corta e pizzetto, occhi blu e sguardo perennemente imbronciato. Magro, slanciato. Mia madre è una solita casalinga irlandese, Nessa O'Brien, ma la chiamiamo un po' tutti Nes.Ha i capelli rosso chiaro, quasi arancioni, le lentiggini e grandi occhi azzurri, bassina con i fianchetti pronunciati e la voce squillante che a volte non sopporto proprio, però mi lascia fare quasi tutto, più o meno. E' stata anche lei una studentessa di Hogwarts, ex Serpeverde, ma conoscendo poi mio padre per una situazione che non mi ricordo, non aveva bisogno di lavorare. Con tutti i soldi che guadagniamo, non ce ne è bisogno. Si dice che la mia, sia l'ultima famiglia rimasta nobile dell'800 del mondo dei maghi in Francia...blablaaah. Io non ci credo. Siamo ricchi ok, ma tutti quegli stemmi davanti casa, l'elogio dei professori. Bah, li trovo inutili.
Ma lasciamo stare la mia famiglia.
Mi trovo qui, nel Dormitorio numberr uaaaann del dormitorio dei Corvonero, insieme a Max Dietrich, Steve Hu, Dave Lancaster e Felix Carter. Quattro nulla facenti come me. Max Dietrich è del 2 anno, e di origine moldava e russa, la sua famiglia è scappata a Londra per via di una guerra imminente da cui se ne volevano tirar fuori. E' biondino, con gli occhi grigi, sopracciglia albine e pelle pallidissima, a volte non capisce le mie battute e ci arriva poco più tardi e spesso lo prendiamo in giro per questo. Dave Lancaster è un ragazzo più grande del quarto anno, è alto, con la voce roca e ben piazzato. E' anche il prefetto dei Corvonero e lo vediamo qui al Dormitorio solo la sera tardi...maaaamma mia. Chissà quanto deve annoiarsi con gli incarichi dei professori, tsk.
Felix Carter è del mio anno, non mi ricordo da dove viene, forse non gliel'ho mai chiesto, è uno dei due migliori amici e ci siamo conosciuti nella sala di Smistamento il primo anno, ci siamo parlati così, e poi ci siamo rivisti felicissimi al ritrovo dei studenti nei dormitori. Ora è uno dei miei compagni di (dis)avventure, ne facciamo di cotte e di crude. Ha i capelli castani e gli occhi marroni, purosangue anche lui ed è rimasto più basso rispetto a me e a Steve. Steve è un ragazzo asiatico, di origine cinese da una potente e antica famiglia. Girano voci che faccia parte dalla Yakuza ma lo dice sempre ridendo (anche se io non ne sono fin troppo sicuro!) ,ma è il mio migliore amico. Eravamo gli unici ad aver trasformato un tostapante in un topo grigio, invece di una pantofola. Ci abbiamo messo poco a diventare migliori amici, ora basta uno sguardo d'intesa per capire che stiamo per fare qualcosa di poco incline alle regole. Condividiamo quasi tutto ed è lui che mi ha regalato questo diario, dice che da lui, nel suo paese, ha un valore inestimabile. Boh a me sembra un coso noioso però potrei usarlo per disegnare mentre sono a lezione.
Weee sono le 19:30, è ora di cenaaa perciò chiudo qui. Ciao ciao diario noioso.
Ah, prima che me ne dimenticassi, ti lascio una mia foto, così hai tutto il tempo per ammirarla.


~Sono il più figooohh




** Ma...io che cosa ho appena letto in questi 20 minuti? Lo sapevo che avrei perso solo tempo...Doveva essere uno dei ragazzi più odiosi e spocchiosi della storia. Vaaah. **
Era questo quello che frullava nella sua testa, dopo aver richiuso energicamente il diario. Con ancora un po' di rancore e di incredulità, sbuffò ormai consapevole della sconfitta. Rimase a guardare il vuoto cercando delle risposte. La mente era annebbiata, ancora più domande di prima. E dopo un po' non trovava neanche più la voglia di trovarne risposta. Fino a che, guardando il muro davanti a lei, sgranò gli occhi chiari e trattenne il respiro.
Aprì il diario cercando la prima pagina e staccò di forza con quelle piccole manine la foto che aveva lasciato. La colla era ormai seccata e vecchia, non ci volle molto. Era una foto animata in bianco e nero, in cui lui, dai capelli neri tinti alle punte di biondo, ammiccava verso chi guardava la foto mostrando dei piccoli muscoli appena accentuati da una canottiera. Guardò attentamente la foto e un qualcosa la fece quasi saltare dal letto.
Quella macchia sulla spalla, seppur fosse in bianco e nero la foto, era indubbiamente color rosacea. Appoggiò il diario sulle gambe, e si tolse il maglioncino smanicato velocemente. Poi si allentò il cravattino, e poi si sbottonò i primi 4 bottoni della camicia bianca, scoprendo completamente le spalle.
Era lì, giaceva inerme.
Anche li, aveva la stessa, identica, macchia rosacea sulla spalla destra. La fissò intensamente. Tenendo scoperta la spalla, guardò di nuovo la foto, e la sua spalla. Poi di nuovo la foto e di nuovo la spalla. Stava capendo.
Non era un ragazzo come gli altri. Ha qualcosa in comune con lei, forse un indizio per le sue origini, forse un tipo di malattia, o..di maledizione.
Spaesata, ma convinta di quello che voleva fare, avrebbe seguito le altre pagine con tutta se stessa, a costo di finire le giornate con il broncio o adirata per le lagne di quel tizio. Ma quel tizio era il primo pezzetto del puzzle che Ophelia cercava fin da piccina.
Le ragazze sarebbero entrate nel dormitorio da un momento all'altro. Lo richiuse e lo mise sotto ai vestiti da babbana che aveva dentro il baule e lo chiuse bene bene. Si rimise sul letto, richiuse la camicia e si infilò di nuovo il maglioncino e fece in tempo ad adagiarsi come se fosse sempre stata in quella posizione, che le 3 coinquiline entrarono tutte insieme parlottando tra di loro e invitando la tassina a scendere tutte insieme per la merenda. Accettò con un sorriso smagliante, ma dentro di lei, era appena scoppiato il caos.




~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

Ed eccoci qui, tu che sei riuscito a leggere fino a qui senza odiarmi hai ottenuto i seguenti premi
-una caraffa di Vinooooh
-la mia stima più profonda
-taaaaaanta pazienza
-un biglietto per il Paradiso (?)

Ok spiegherò un paio di regole per questo "strambo diario"
~ Questo diario esiste VERAMENTE On Gdr, e al momento si trova all'interno del baule personale di Ophelia, che ogni tanto chiude a chiave.

~Proprio perché è on Gdr, può capitare che lo porti fuori dal dormitorio, perciò può capitare di essere inserito nelle role con altri pg, (es. Ophelia leggeva il diario poggiata su un albero, poi arriva Caio Sempronio e fa "heeey Ciaaaoh" così lei lo nascose/così lo chiuse e gli rispose "ciaaaaoohh")

~L'utente può consultarlo quando vuole, ma non per questo vuol dire che il suo pg sappia.

~Al momento nessuno sa della sua esistenza, sarà possibile solo se avete una buona conoscenza con lei e magari se la sente di parlarne con voi e di farvelo vedere

~Al momento è scritto da una sola persona, questo fantomatico ragazzo vissuto negli anni 90'.

~Al momento è leggibile, ma può capitare che per motivi particolari in futuro debba usare la magia per nascondere l'inchiostro.

~Ho usato la mia impostazione classica di scrittura e la versione corta della skin del mio profilo, per differenziare momenti di descrizione di Ophelia e del diario. Nel caso ci fosse un interruzione nel bel mezzo della lettura, sarà scandito da 3 asterischi, ma andrà normalmente avanti. Poi alla fine verrà spiegato cosa è successo durante quella pausa.

~Ci potrebbero essere eventuali riferimenti a eventi passati (un po' inventati, un po' no) , alcuni legati anche alle fazioni dei Mangiamorte e dell'Ordine di Silente. IN OGNI CASO, sono a puro scopo descrittivo, il pg leggerà gli avvenimenti narrati ma non per questo vuol dire che alla fine del diario "sceglierà" una fazione, per quello ci penseranno le quest di Backround e il semplice scorrere degli eventi di Ophelia nel castello.

Spero di non avervi tediato troppo e...
ora potete odiarmi tutti ~ ~


Edited by Giuky93 - 6/11/2014, 13:30
 
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view post Posted on 20/12/2014, 01:46     +2   +1   -1
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Dopo un paio di giorni dalla scoperta, la vita di Ophelia prese una piega decisamente...storta.
Le sue notti erano popolate da domande, che si susseguivano una dietro l'altra, senza un'apparente risposta. Per quanto il solo pensiero di avvicinarsi a quel diario le dava disgusto, dopo due settimane voleva ritentare. Guardare di nuovo fra quelle pagine color marroncino chiaro, che ancora puzzavano di antico. Quella pelle di color blu che le ricordava qualche animale fantastico mai visto, uno di quelli che gli raccontava nelle favole nonna Marge. Nonostante tutto, non riusciva ad avvicinarsi: entrava sempre di soppiatto qualche coinquilina, nei corridoi fuori lezione sbucava sempre Gazza, con quel suo tono scocciato a richiamare tutti i studenti per mandarli altrove. Non si azzardava durante le ore di lezione, seguirle era diventato un obbligo per via delle sue insicurezze riguardo agli esami, ormai prossimi. Tantomeno in biblioteca, luogo da cui è "apparso misteriosamente" , anche se effettivamente avrebbe cercato volentieri quella strega bionda con lo chignon che la rimbeccava dietro scalpitando nevrotica, pensando a che fine avesse fatto, e come aveva fatto a sparire in così pochi secondi.
Finché un giorno, proprio tre settimane prima dagli esami per il secondo anno, tutti erano in giardino. Chi per godersi quei pochi attimi prima della chiusura totale sui libri, o chi per chiedere delucidazione al professore di Erbologia, o per chi si voleva dirigere al campo di volo, riuscì finalmente a trovare un po' di tempo.
Non c'era nessun Tassorosso nei paraggi, o almeno che conosceva. I ragazzi erano tutti sparsi in gruppetti, chi fermi vicino all'entrata del castello, chi ai bordi degli alberi più fitti, non distante dalla Foresta Proibita, qualcuno intorno all'orto di zucche, e un gruppo di corvetti intenti ad allenarsi camminavano lentissimamente verso il campo. L'estate era ormai iniziata da un bel po', tanti colletti di camicia sbottonati, braccia sulle fronti, e una leggera brezza che proveniva da nord, un cielo splendente. Tené il diario stretto fra le braccia, con la parte della copertina coperta dalle maniche rigirate della camicia. Scese i scalini del castello, svincolando i corvi tutti eccitati dagli allenamenti. Avanzò guardinga verso la parte più verde del giardino, il caldo era veramente pressante, poteva sentire quasi subito la pelle diventare quasi bollente dopo pochi minuti dall'uscita del castello. Alla sua destra c'era una zona un po' più "appartata", non c'erano gruppi nelle vicinanze e poco più avanti partiva una fitta vegetazione che tratteneva la luce calda del sole, che a quell'ora si trovava proprio dietro gli alberi. Trovò un ippocastano particolarmente coperta dall'ombra, il sole sarebbe giunto massimo 3 orette dopo, aveva tutto il tempo del mondo per leggere il diario. Inoltre non si doveva neanche preoccupare troppo, assomigliava a un normalissimo libro di narrativa o da studiare...se non fosse per quella cicatrice dietro visibilissima e molto profonda, dalle quali si intravedevano quasi le ultime pagine scricchiolanti. Ecco, lì le scuse andavano a farsi friggere. "Me l'ha graffiato Crystal", certo, un gatto grande quanto una mano. Si piegò per terra e poggiò la schiena leggermente sudata dall'alta temperatura sulla corteccia e fece un lungo respiro tenendo il diario appoggiato sulle gambe incrociate. Guardò per un'ultima volta in giro, dopodiché, abbassò lo sguardo e aprì il diario alla pagina 2-3.




• Il diario di un BELLISSimo Corvonero •YPc5gfh
L'allenamento di Quidditch | 04/02/1992 | Castello di Hogwarts | Dormitorio Corvonero |

Caro, caro coso noioso, chiamato anche diario.
Ah giusto ce ne voleva solo uno di "caro".Vabbè.
Mi ero ripromesso di scrivere qualcosa di stupido e inutile ma ho fatto qualcosa di MOLTO meglio! Ero a lezione di Storia della Magia quando mi sono ricordata della tua NOTEVOLE utilità: ho fatto un bellissimo disegno, un drago volante di color verde. Sì sai qui li descrivono sempre come draghi rossi, e invece io me li immagino verdi. O anche blu. Mi piace il color verde, ne sono sempre stato attratto. Ha un non so che di...ipnotico. Non credi?.
Cosa diamine ho scritto???
Torniamo a monte. Ero in classe no?...Beh proprio quando pensavo di andarmene è finita l'ora! Il caso. E insomma sono uscito insieme ai miei amici Felix e Steve, e proprio quando desideravo ardentemente di volare, mi trovo Dave Lancaster, il nostro caro perfetto che ci dice secco e diretto -"Dopo pranzo. Ore 15. Al campo di Volo.". Dovrei pensare più spesso ehehe si era un chiaro segnale "Tocca allenarsi, dobbiamo farli a strisce ai nostri prossimi avversari". Non erano ancora usciti i tabelloni del torneo, eppure sarebbe iniziato ad Aprile! Non manca tanto. Ah, povero te, giustamente non lo sai. Sono il cercatore della squadra dei Corvonero, ormai da un annetto buono. Ho vinto due partite di torneo, una contro i Grifondoro e una contro i Serpeverde. Ahimè, non ce l'ho fatta contro quei dannati Tassorosso. Il loro cercatore aveva troppa esperienza rispetto a un novellino come me...ma...AH. Quest'anno abbiamo la coppa in tasca. Il caro David Wirrell è andato in pensione! Lo scorso anno ha dato i M.A.G.O. Il che voleva dire F U O R I. E inoltre mi sembra di ricordare che il cercatore dei Serpeverde era rimasto disarcionato in una partita contro i Grifondoro, gamba rotta per un bolide non preso dai Battitori e mascella spappolata da una gomitata dell'altro cercatore. E' stata veramente brutta quella partita, sembrava una rissa in volo! Ma io stesso mi sento un guerriero quando vedo tutti dall'alto e combatto fiero con la mia Nimbus 1500, la migliore fra tutte. Ci sono le Comet, e anche le Cleansweep che effettivamente vendono un sacco, ma...si sa che i migliori hanno sempre il meglio no? I miei me l'hanno regalata per il mio compleanno, 6 Giugno, non te lo dimenticare piccolo cosetto! Mi raccomando.
...non ce la farò mai a tenere il filo logico del discorso. Diceeeeeevo che poi dopo essermi abbuffato come un maiale a pranzo (molti non mangiano per il nervosismo, io incamero tutto e digerisco subito! Tsk. Anzi se non mangio svengo) vado verso la sala principale per poi prendere i scalini per arrivare nella Torre di Divinazione. Sembrava tutto tranquillo quando dalle scale magiche sento un urlo di una ragazza, urlava "TERRYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY TERRY VIENI QUIIIIII. Terry non ho tempo da perdere! Ti prego vieni qui sbrigati! DAIII! TERRYYYYYYYYY FERMOOOOOOO".
Non avevo la più pallida idea di che cosa stava succedendo, in ordine: sentivo una ragazza urlare, correre verso di me, e uno squittìo che diventava sempre più forte, più forte, doveva essere nei paraggi.Supponevo quindi che questo "Terry" fosse il topo di questa ragazza. Abbassando lo sguardo potevo intravedere la testina che puntava verso il Giardino, così appena cercò di passare sotto le mie scarpe, ho leggermente alzato il piede e ZAC!. Gli ho schiacciato la coda appena in tempo.
Uno stridulo fortissimo riecheggiò per tutti piani bassi del castello, avrebbe potuto sentirlo chiunque. Era fastidiosissimo.
Però, si era placato. Il piccoletto girava su se stesso e allora mi sono abbassato per tirarlo su dalla coda, tutto ciondolante. In pochi secondi mi sono ritrovato la proprietaria a massimo 300 metri, che mi fissava. Mi aspettavo un bel "oh mio eroe graaaazie" da una delle mie tantissime e famose fan. Eppure non riuscì a pensare. Non potevo neanche immaginarmi lontanamente di quello che potevo avere..lì.
Due enormi occhi verde smeraldo che mi fissavano. Abbastanza arrabbiati devo dire sì. Capelli castano scuro, fluenti e mossi fino al collo. Labbra sottili, ma la bocca era larga. Era un po' più bassa di me, non riuscivo a distogliere lo sguardo. Non so come descrivere...era come se tutto fosse in rallenty, non sentivo nulla. Stava per aprire la bocca. Sì, tra qualche secondo mi sarei risvegliato. E anche bene.
"TUUUU Come hai osato schiacciare il MIO topo?? EEH? Chi ti credi di essere? Stavo quasi per prenderlo, nessuno ti ha chiesto di farlo." Disse facendo una sfuriata incredibile, e arraffando il topo dalla testa, oramai svenuto, che stringevo dalla coda.
"Veramente mi era solo capitato di passaggio. Se non era la mia scarpa sarebbe stata quella di un altro. Di un professore. O del guardiacaccia!" Gli dissi sarcastico.
Lei mi guardò con tutto l'odio possibile e fuggì via verso il piano terra, quasi correndo. Anche io per un pezzo mi sono messo a correre, non avrei fatto in tempo a prendere la scopa e la divisa da Quidditch per l'allenamento. E poi prendere e riscendere giù tutti gli scalini.
Con tutto il fiato possibile, raggiunsi il dormitorio e..ripensavo a quella ragazza. Di che casata era? Non ho fatto in tempo a vedere. C'era qualcosa di strano? Perché mi sento..in colpa? Sono riuscito a fermarlo e invece di ringraziarmi mi ha preso a brutte parole. E io di certo non posso farmi travolgere da una ragazzina dalla voce alta. Eppure..boh. Che strano.
Andiamo a volare.
Scesi con Steve e Felix, velocemente verso i scalini, sicuramente avrei trovato il prefetto Lancaster, non che Vice-Capitano della squadra già in campo. Giunti in quell'immenso prato, di fronte a quegli altissimi cerchi, trovammo la nostra squadra al completo. Io, come l'intramontabile cercatore superfigo. Steve Hu come cacciatore sfonda linee. Leena Harrington come cacciatrice di difesa. Felix Carter, battitore sinistro (proprio perché mancino!) Dave Lancaster, battitore destro e vice-capitano, uno dei migliori in circolazione a mio parere. E infine, Krieg Jeager, portiere e capitano ufficiale della squadra, un mentore per me. Ci ha parlato di svariate tattiche di gioco, e quando ha visto nei nostri occhi l'euforia e la voglia di volare, ci ha lasciati andare, purché con lo scopo di allenarsi. I ragazzi facevano qualche tiro verso la porta, i battitori a turni, si rifilavano un bolide sfrecciante, come ping pong. Mentre io facevo qualche giro, qualche picchiata, e giro della morte per riscaldare la circolazione in tutto il corpo. L'aria sul viso è qualcosa di meraviglioso, rilassante, la giornata era molto fredda ma per via della fitta pioggia, qualche settimana fa la neve è sparita, perciò era possibile volare. Finito l'allenamento! Si stava facendo sera ed eravamo quasi tutti scesi, chi metteva a posto il baule con l'occorrente, quando irruppero nel campo la squadra dei Serpeverde. Fra tutte erano quelle che forse riuscivano almeno quasi a parlarsi, ma almeno non ci sarebbero stati arti rotti. Con sicurezza, Jaeger raggiunse il capitano della squadra dei Serpeverde, Jules Bellamy, un tipo che se la credeva alquanto, come se avesse un ago tra il collo e il mento, obbligato a guardare dall'alto tutti quanti (un po' anche per la sua infinita altezza. Starà stato sul metro e 95. Una torre.) Cacciatore se non sbaglio. Non mi ricordo di averli guardati per molto tempo, ma vedevo che ogni tanto mi lanciava occhiate scorgendo da Lancaster e sorrideva a mezza bocca, parlando tutto spavaldo. Poco dopo Lancaster si gira verso di me, e mi fa segno di venire da loro. Ho pensato "ok adesso mi caccia via" o "mioddio cosa mi deve dire quello smidollato?" così sono andato lì bello impettito (anche se avevo ansia). Vado lì davanti e stringo la mano a Bellamy, che mi lancia un sorriso a 32 denti, con quel bianco che rifletteva ogni luce rimasta, che mi disse "Tu devi essere il "famoso Gary" eh? Un paio di primine mi hanno parlato di te e, ah sì! Sei stato tu a farci perdere la finale con 70 160! Eeeh, bene ti ho chiamato qui con il consenso del tuo capitano per farti conoscere P E R S O N A L M E N T E la nuova cercatrice!"
Cercatrice? Da quando i Serpeverde hanno il coraggio di ammettere una donna come cercatrice? E soprattutto, per quanto sfigato fosse il precedente, chi poteva sostituire la sua esperienza e la sua scopa soprattutto???
"Lascia che ti presenti una nuova cadetta. Crediamo molto in lei e sono SIIIICurissimo che ha del gran potenziale."
La figura, che impugnava in mano una Cleansweep 11, scorse dall'ergumeno biondo occhi marroni mettendosi davanti a lui come una figlioccia, di fronte a me.
Non ci volevo....davvero....credere.
Chi mai poteva essere di tutte le ragazze di Hogwarts? Ohwssì. Proprio lei. L'urlatrice dallo sguardo ipnotico.
I nostri occhi si erano incrociati. Odio? Vendetta? Rabbia? Sfida? Desiderio? Non sapevo quale scegliere fra questi ma..tanto era inutile. La mia testa era vuota. E il mio sguardo vuoto, torvo, e fisso su di lei, che ricambiò nella stessa identica maniera. Nessuna espressione ben visibile se non estremo stupore.
"Si chiama Judith Spencer".
Non sono riuscito a pensare più a niente. Tutt'ora qui, sul letto, non credo dormirò. E' come se mi avessero preso un dissennatore e questo si sarebbe poi messo a sbaciucchiarmi.
Non ho più voglia di scrivere.

~Non voglio dormire. Ho paura di sognarla.



Chiuse di getto il quaderno più forte che poté, scordandosi ovviamente di averlo fra le gambe, così creando un bel livido sul ginocchio causato dalla sua stessa goffaggine. Guardò per aria sconvolta. Aveva il fiatone e il cuore all'impazzata. Cercò di calmarsi, o almeno, ci provò, e riaprì il quaderno alla pagina di prima.
Rilesse la quart'ultima riga. C'era davvero scritto "Judith Spencer". Nessuna sbavatura. Nessuna lettera scritta male o scarabocchiata, seppur la scrittura del ragazzo fosse orribile e a malapena indecifrabile.
**Deve...essere un'omonima. Si, per forza. Non ci sono dubbi. Sì deve essere così". **
Il cognome "Spencer" era piuttosto comune, e doveva indubbiamente avere non so quante omonime nel paese. Cercò di autoconvincersi che fosse così, per scoprirlo poteva solo andare avanti.
Mandò giù il rospo a denti stretti, e si alzò da terra con il diario sottobraccio. Il sole era ormai arrivato al picco più forte, e trapassava tutti gli alberi che la coprivano, non aveva senso rimanere lì, se non per sciogliersi.
Un nuovo piccolo tassello.
Quel diario iniziava ad essere importante.






Scelta Pv -
Garric Beaufort (14-17) - Kevin Zegers
Garric Beaufort (18- "??") - Richard Armitage
I lineamenti saranno un po' diversi, ma le fanciulle non si lamenteranno :fru:
 
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1 replies since 6/11/2014, 10:46   322 views
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