~ Children should not play with dead things., {privata - pro Je'}

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~Bathory
view post Posted on 23/11/2014, 05:49




}{Chrisalide Elisabeth Lovecraft }{Serpeverde
emipc


Dopo un lungo ed intenso pomeriggio trascorso in biblioteca a leggere l'Estraneo di Howard,Chrisalide aveva deciso di dirigersi fuori al parco, giusto prima di cena, quando il sole iniziava a calare, e le ombre prendevano forma sui prati, guizzando allegre come fiamme in un caldo camino. La giovane Lovecraft aveva posato la propria roba in dormitorio poco prima, stando attenta che i suoi compagni non la vedessero in volto. Dopodiche aveva sgattaiolato via senza dimenticare pero' la sua adorata bacchetta magica nella tasca.
Indossava un abitino grigio con il colletto bianco. Piuttosto monacale, ma a lei piaceva cosi'.Aveva uno stile tutto suo Chrisalide, e lo adorava. Camminava lungo il sentiero, rigirando nella mano l'anello con lo stemma degli Hyde, sovrappensiero, mentre raggiungeva una radura poco lontana. La natura tutto intorno a lei era meravigliosa. Sul calare della sera, un lieve venticello, piuttosto fresco, ma non pareva aver freddo, almeno per ora. Ancora una volta, aveva relegato Chris in un angolo. Le stava riuscendo sempre piu' facile.L'importante era non pensare a lui troppo, e non ascoltare quello che la sua voce diceva. Mormorava un motivetto tra le labbra, mentre con la mano destra si toccava i capelli, prendeva una ciocca e l'attorcigliava sul dito indice. Aveva notato quanto i suoi capelli stessero crescendo ultimamente, finalmente era libera di lasciarli lunghi, senza doverli tagliare. Non voleva piu' assecondare suo padre e i suoi sogni di gloria. Mentre si guardava intorno distrattamente, vide un gruppetto di ragazzini, non troppo lontano da dove lei si era fermata. Dovevano essere circa cinque di loro, ed erano tutti in cerchio, come se stesso guardando qualcosa, al centro, probabilmente sul terreno. Incuriosita decise di andare a controllare cosa stesse intrattenendo quel gruppetto di suoi coetani, dunque si diresse verso di loro, senza parlare, facendosi spazio tra due dei piu' bassi, che noto' fossero grifondoro, e sporse il viso per vedere cosa fosse di tanto incredibile per farli ridere a quella maniera. Quando i suoi occhi incontrarono il terreno, senti' un pugno nello stomaco. Accasciato sull'erba vi era un pipistrello con un'ala spezzata, che arrancava nel buio confuso e dolorante per via di un ramoscello secco ed appuntito con il quale uno dei ragazzini lo stava torturando. Il viso di Chrisalide si tinse di orrore a quella vista, come si permetteva, quel mostro, di torturare a quel modo un povero animale ? La serpina si fece spazio, piena di coraggio, fino ad arrivare di fronte al bellimbusto e strappargli di mano il bastoncino, spezzandolo tra le mani,e guardandolo con fare severo.


《 Hai forse dato di matto? Come osi trattare a quel modo una povera indifesa creatura !!! 》 Disse con fervore, arrabbiata. 《 E voi altri ? Che ridete come se fosse un gioco? Avete perso il cervello ?》 L'intero gruppo scoppio' a ridere alla sua ramanzina, come se fosse una scenetta comica. Chrisalide si incupi', nervosa, continuando a fissare il ragazzino, un serpeverde, concasato, che la guardava ora con aria di sfida. 《 Ma chi se ne importa...e' un orribile pipistrello, stavamo solo scherzando...》 La ragazzina strinse i pugni lungo i fianchi, indignata. 《 Sei un irresponsabile ! Smettetela subito, tutti voi !》 Tutti si zittirono, uno dei tassorosso sibilo' un Uuuu di sfida, incalzando il serpeverde, che la guardo' inarcando un sopracciglio, incrociando le braccia sul petto. 《 Oh davvero? Altrimenti che fai? 》 Chrisalide lo guardo' per un momento, colta alla sprovvista, per poi guardare gli altri, che si davano gomitate e inneggiavano alla rissa. Non aveva di certo paura di un cretino del genere, e seppur fosse solo al primo anno, conosceva comunque qualche incantesimo. Porto' la mano sulla tasca del vestito, sfoderando la bacchetta magica. 《 Altrimenti te ne pentirai.》 Proferii con fierezza. Il serpeverde rise, guardandosi attorno divertito , come ad attendere l'accordo da parte di tutti, per intraprendere quella che aveva tutte le sembianze di una sfida. Chrisalide reggeva la bacchetta con determinazione, puntata verso di lui, mentre il resto dei ragazzini lasciavano loro spazio a sufficienza, sistemandosi tutti e quattro dietro il serpeverde. La giovane Lovecraft si soffermo' con lo sguardo su ognuno di loro, non li conosceva, e non le importava farlo, voleva solo che la smettessero di accanirsi su quel povero animale. 《 Ragazzi, avete sentito? Questa mocciosa mi sta minacciando.》Rise , facendo ridere anche gli altri. Ma Chrisalide non si fece intimorire, continuando a tenere la bacchetta pronta. Una sola altra parola e avrebbe castato un incantesimo su quel demento e se non fosse bastato, si sarebbe avventata su di lui e lo avrebbe preso a schiaffi.


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Edited by ~Bathory - 24/11/2014, 11:57
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 25/11/2014, 14:59






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La lezione di Erbologia si era protratta più del necessario e Jessica l'aveva intuito sentendo il familiare brontolio del suo stomaco in segno di protesta. Fame, fame, fame. Una sola parola offuscava il discorso dell'insegnate, che la Corvonero non metteva nemmeno più a fuoco. Le parole arrivavano al suo cervello sottoforma di brusio distorto, come se si fosse sintonizzata su un canale radio con frequenza imperfetta. Pregustava già il banchetto serale, visualizzando mentalmente il tavolo della sua casata stracolmo di prelibatezze e ghiottonerie, cosa che non fece altro che peggiorare la situazione, accendendole lo stomaco di fuoco vivo. Si mise una mano in epigastrio, come a voler contenere l'incendio che si stava propagando dentro i suoi visceri. Uno dei benefici del riprendere i corsi di studio era stato il ritorno dell'appetito. Aveva ripreso a consumare i pasti ad orari regolari, ingerendo un quantitativo calorico sufficiente al suo cervello e al suo apparato locomotore per svolgere le quotidiane mansioni. Quando l'insegnate congedò l'aula, afferrò rabbiosamente la sua tracolla, si mise il giubbino in pelle e uscì nella brezza dei vespri. Jessica si fermò poco lontano dall'uscio e si godette l'atmosfera serale, permettendo alla brezza di giocare con la sua chioma e di carezzarle le gote arrossate dal calore della serra. Inspirò una profonda boccata d'aria, come se ne avesse fame, ringraziando di essere nuovamente all'aria aperta. Le luci della sera prendevano il posto dei colori accesi del giorno, conferendo ai giardini un aspetto solenne e rilassante. Si incamminò per la lunga salita che conduceva alla sala grande, soddisfatta e desiderosa di addentare qualcosa di commestibile.
Ma inevitabilmente qualcosa la distrasse; poco lontano dalla sua solitaria via, c'era un'adunata rabbiosa di ragazzini, al centro della quale identificò una figura dalla chioma candida come neve fresca e immacolata. Si arresto, lentamente, rimanendo impalata ad osservare cosa stesse accadendo da una lecita e sicura distanza. Dapprima aggrottò la fronte curiosa, ma poi la sua espressione mutò, divenendo allarmata e tesa. I ragazzi si sfidavano, bacchetta spianata e sguardi ostili, e il suo non sopito istinto da Caposcuola fece capolino, spingendola ad intervenire. Fece un sospirò, lanciando malinconica uno sguardo al castello rendendosi conto che il suo appetito doveva attendere e si avvicinò circospetta al gruppo di ragazzini, rimanendo in disparte. Osservandoli uno ad uno si rese conto che erano per la maggior parte più piccoli di lei, e ringraziò il fenotipo materno per apparire innocente e impacciata, a copertura del suo discreto potenziale magico. Avrebbe ottenuto l'effetto sorpresa. Ma subito la sua attenzione venne rapita dalla tenacia della giovane ragazza dai capelli albini. L'aspetto fragile, come se potesse venir spazzata via da un colpo di vento troppo forte, veniva mascherato dalla tenacia e determinazione con cui difendeva le sue ragioni. Jessica non sapeva che cosa avesse scatenato la lite tra i ragazzi ma era pronta ad intervenire: mano rapida, esperta, fugace era già scesa all'interno della tasca a stringere il manico freddo della bacchetta e la mente era ricettiva, a cogliere i possibili esiti di ciò che aveva davanti. E poi un verso stridulo, debole, sofferente la distrasse e veloce ne cercò la fonte, identificando una piccola creatura sofferente impalata da un legnetto appuntito. L'insensatezza di quell'atto di crudeltà gratuita, riscosse qualcosa dentro di lei, rivendendosi, per assurdo, nella fragilità di quell'essere vivente. Il pipistrello agonizzante ed impaurito non era tanto diverso da lei stessa qualche anno addietro, accasciata sugli spalti dello stadio di Quidditch sfigurata permanentemente da una maledizione. Il cuore accelerò il battito, martellandole nel petto così rapidamente che quasi temette che le sarebbe sbalzato fuori e mesta sgomitò tra i ragazzini, scansandoli in malo modo, avvicinandosi offuscata dalla rabbia verso la piccola creatura al centro della folla. "Per l'amor della volta celeste!" sputò, incurante dei presenti, concentrandosi unicamente sul pipistrello agonico. Estrasse la bacchetta e si diresse a testa bassa verso la piccola creatura. Disegnò a mezz'aria un semicerchio in senso orario, dando una finale stoccata in direzione della ferita che deturpava le membra dell'animale e mentalmente lasciò che la formula dell'incanto si concretizzasse prepotentemente. *Medeor vulneratio!*.
La lesione si ricucì all'istante e il legnetto schizzò fuori, cascando a terra sotto la forza della gravità. Si rialzò in piedi, osservando la creatura riprendere vigore e svolazzare lontano dai suoi aguzzini e si impose di riprendere calma e lucidità, per evitare di scaricare le sue frustrazioni su un branco di bambini sadici. *No, Jessica, non sono i Mangiamorte che ti hanno ferita... Sono solo degli sciocchi e subdoli mocciosi, non fare stupidaggini* si ammonì, mentre si costringeva ad allentare la presa sulla bacchetta e a permettere alla circolazione di rivascolarizzare la sua mano, sbiancata dalla forza con cui stringeva la bacchetta. Non c'è niente da vedere, quindi sparite prima che possa contattare i vostri Prefetti e farvi sbattere in Sala trofei a lucidare gli ammennicoli" aggiunse con forza, facendo un ampio gesto del braccio, come a voler scacciar via la folla. Possibile che non ci fosse più buon senso al mondo? Fece un respiro profondo e puntò interrogativa lo sguardo sulla giovane dai capelli bianchi, che aveva sfidato, da sola, una folla di ragazzini, in cerca di spiegazioni.


 
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~Bathory
view post Posted on 30/11/2014, 13:21




}{Chrisalide Elisabeth Lovecraft }{Serpeverde
LwTDRqg

Come un fulmine a ciel sereno, proprio pochi istanti prima che si preparasse a castare un Oppugno, una ragazza dai capelli rossi si era intromessa nella piccola diatriba. Con fare sicuro, veloce e determinato , la giovane, che dal distintivo Chrisalide scoprí essere una Corvonero, si inginocchió accanto al povero animale e con un rapido e sapiente movimento della mano che reggeva la bacchetta lo rimise in sesto, curandone le ferite con quello che era probabilmente stato un incantesimo non verbale. Chrisalide si illuminó nel veder il piccoletto riprendersi e sbatacchiar le ali per poi volare via. Soddisfatta e riconoscente, volse poi lo sguardo sulla Corvonero dai capelli rossi, di cui non conosceva il nome, che ora mandava via il gruppetto di teppistelli da quattro soldi. Il Serpeverde si allontanó, ma prima di andare via la guardó con aria di sfida, portando un dito al collo e simulando il gesto di tagliarlo di netto, minacciandola.

《 Non finisce qui, Palla di neve.》 Chrisalide strinse I denti e I pugni senza mai interrompere il contatto visivo, reggendo lo sguardo. Non aveva paura, per nessun motivo, avrebbe sempre e comunque salvaguardato ció che amava, anche a costo di prenderle. Il tempo per essere passivi e remissivi era passato. Ora c'era posto solo per la nuova Chrisalide. E la nuova Chrisalide non aveva paura di nessuno.

Quando il moccioso si fu allontanato del tutto, Chris volse lo sguardo verso la ragazza che la fisssava inquisitrice, si sentí sotto esame, ma non per questo intimorita.
《 Se avessi conosciuto quell'incanto, avrei fatto da sola. Ma sono soltanto al primo anno...》 disse con tranquillitá scrollando le spalle, si avvicinò di un passo verso la corvetta, inclinando il capo verso sinistra e studiandone l' espressione pensierosa. 《 Ero venuta qui fuori per una boccata d'aria...e ho trovato quei buoni a nulla torturare qa
uella povera creaturina... Grazie mille per il tuo aiuto.
Accennó un piccolo sorriso, prendendo due lembi del vestito ed inchinandosi appena, riconoscente.

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Jessica A. Evans
view post Posted on 2/12/2014, 13:56






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Il gruppetto si disperse, sapeva che la minaccia di una punizione o dell'allerta ai Prefetti era sempre un asso nella manica per risolvere i problemi. Il fatto che non aveva la minima idea di chi fossero le autorità competenti delle varie casate, eccetto la sua, era una postilla di cui nessuno era a conoscenza. Era diventata una brava bugiarda, si disgustava da sola. Si consolò auto convincendosi che il fine giustificava i mezzi e lei aveva agito per una giusta causa. Ignorando volutamente le minacce non verbali dei mocciosi in direzione della ragazza al suo fianco, attese di rimanere sola con lei. Non era certo spaventata da qualche ragazzino con manie di onnipotenza, era sicura che sarebbe bastato un gesto pigro della bacchetta per spazzarli via tutti in un colpo solo. Semplicemente non ne valeva la pena.
Rimaste sole ascoltò le ragioni della giovane, trattenendo un sorriso ironico; conosceva molti Serpeverde e la loro matrice caratteriale era identica, sebbene poi le loro indoli differissero in sfumature personali. Non potè che ripensare al suo amico Light, sparito dalla scuola tempo addietro e alla ex Caposcuola e sua collega Keiko. Ma questo non era un denigro, anzi, lei si trovava perfettamente a suo agio con caratteri decisi, al limite dell'altezzoso. Era segno di personalità interessante, per il suo punto di vista. Sorrise in risposta alla giovane, sorpresa per il lieve inchino rivoltole. Probabilmente erano vecchie abitudini ben radicate in un membro di una famiglia nobile, lei ne sapeva qualcosa, benché avesse lottato con tutta se stessa per discostarsi dalle buone maniere tipiche dei Prince. "Non ringraziarmi, era la cosa giusta da fare. Odio la violenza gratuita, soprattutto se altamente immotivata" mormorò cordiale, rinfoderando la bacchetta nella tasca interna del giubbino. Mise le mani in tasca e fissò distrattamente la direzione in cui il pipistrello era volato via. Fosse stato sempre così facile essere di aiuto... "E comunque appoggio la tua reazione, lottare per ciò che si crede è giusto, non smettere mai...". Lo stava dicendo alla ragazza albina? O era un monito per se stessa? Era il suo subconscio che la fomentava, cercando di motivarla a non disperarsi? Sospirò, riportando nuovamente lo sguardo sulla sua interlocutrice. Strano che non avesse mai notato la sua presenza in giro per il castello, non poteva certo ammettere che passasse inosservata. La chioma era così candida ed immacolata che quasi brillava, e la pelle perfetta seppur delicata sembrava preziosa porcellana. Il tutto in perfetto contrasto con gli abiti color grafite.
"Comunque il mio nome è Jessica Evans e sono di Corvonero" aggiunse, scuotendo leggermente il capo, a distogliere l'attenzione dai suoi turbini mentali. "Tornavo da Erbologia e non ho potuto ignorare il trambusto...". Le serre erano poco distanti dalla loro posizione, era stato inevitabile imbattersi nel gruppetto di sadici torturatori. Si passò distrattamente una mano sullo stomaco, rendendosi conto che la fame intensa che aveva provato durante la lezione, era d'un tratto svanita. Maledetti disturbi alimentari. Beh, almeno era in compagnia e non avrebbe trascorso il pre sera da sola, in balia del suo non appetito.


 
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~Bathory
view post Posted on 12/12/2014, 10:04




}{Chrisalide Elisabeth Lovecraft }{Serpeverde
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Chrisalide ascoltó la corvonero in silenzio, posando lentamente la bacchetta magica nuovamente nella tasca. La ragazza si presentó, si chiamava Jessica, e ad occhio e croce pareva più grande di lei. La serpina sorrise quando ella le disse di non abbandonare mai I propri ideali, ed inclinó il capo timidamente, ricordando le parole di Horus ancora una volta.
Tutto ciò che la circondava sembrava gridare, gridarle di vivere, di ribellarsi, che era giunta l'ora di prendere in mano il proprio destino. Ed anche se aveva solo 13 anni, non importava, stava accumulando coraggio a sufficienza per andare contro le imposizioni di suo padre.
Fissó la ragazza ed accennó un altro sorriso, abbozzando un ulteriore inchino per poi rispondere. 《 Chrisalide Lovecraft, Serpeverde. 》 annunció con voce calma. 《 Sono qui da un po'... ma per alcuni motivi non sono moltto conosciuta in giro.》 concluse.

Lentamente si portó nella direzione di uno dei piccoli moli che sovrastavano la superfice de lago, quella distesa verdeazzurra che pareva parlare alla sua testa, sospirava mentre ci si perdeva con lo sguardo, immaginando se stessa in quelle acque misteriose. La giovane serpeverde si strinse nella braccia osservando l'orizzonte, letteralmente stregata da quella vista , come se le sirene del lago stessero cantando il suo nome, richiamandola sotto la superfice dell'acqua. Ridusse gli occhi a due fessure mentre muoveva qualche passo verso la fine del molo. Il vento sembrava ululare il suo nome sulle fronde degli alberi. Un paio di pipistrelli sorvolarono la sua testa, volando in modo disordinato sopra la superfice dell'acqua. Gli occhi della ragazza ne seguirono il volo, abozzando un piccolo sorriso. La luce della luna ancora pallida e non del tutto alta nel cielo, rischiarava la radura donandole un'aura mistica, racchiudendola come in un gentile e soffice abbraccio. Chrisalide continuava a guardare il lago, quasi dimenticandosi della presenza della corvonero. Ma Chris no, lui non osava dimenticarsi di nessuno, ed inizió a sussurrare nella mente della serpeverde. Chrisalide si strinse nelle braccia maggiormente, tentando di non lasciarsi soggiogare dai pensieri del ragazzino. Lasciami in pace ... Va via... vuoi sempre rovinare tutto... Come affetta da un tic nervoso, mosse il capo di scatto verso sinistra, accompagnato da un lieve crack che faceva intuire il movimento delle ossa del collo. Come se il suo corpo fosse un vestito e lei stesse cercando di farselo andare meglio. Come se non fosse del tutto comoda, come se ci fosse un parassita fastidioso all'interno dello stesso. Impose al suo alter ego di andar via, sussurró a bassa voce di lasciarla sola Vattene Chris... quindi si voltó verso la nuova arrivata , sorridendole cordiale.




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Jessica A. Evans
view post Posted on 16/12/2014, 15:36






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Ancora concentrata sulla fame svanita, si massaggiava lo stomaco, osservando i movimenti circolari della sua mano sul ventre, assorta. Quanto tempo sarebbe passato, prima di riprendere l'ordinario menage scolastico, lontano dalle sue angosce? Quanto ancora il suo corpo avrebbe retto senza cedere, sfinito? Ogni volta che si accingeva a nutrirsi o abbandonarsi tra le braccia accoglienti di Morfeo, il suo contorto cervello le materializzava in testa l'immagine di Evelyne sfigurata, incosciente sul letto di un ospedale. E i suoi occhi inevitabilmente si sbarravano negandole il sonno e il suo stomaco si arricciava su se stesso, rifiutandosi di ricevere cibo. La voce della ragazza appena conosciuta la richiamò al presente, ma ci mise qualche minuto a riscuotersi e concentrare la sua attenzione su di lei. Disincantò lo sguardo, puntato verso l'orizzonte, senza fissare nulla di particolare e lo puntò sulla giovane, appena in tempo per guardarla avvicinarsi sulle sponde del lago e bearsi della natura meravigliosa di quel giardino. Erano fortunati ad essere circondati da quell'amena distesa color smeraldo, avvolta da una soave catena di monti e abbracciata da uno sfavillante specchio d'acqua. Jessica amava smarrirsi nella contemplazione del panorama, comprendeva perfettamente la meraviglia della giovane nel fissare il creato. "Il piacere è mio, Chrisalide. Hai un nome davvero piacevole" disse, sorridendole e affiancandosi a lei in riva del lago. La distesa acquosa di estendeva verso l'orizzonte, dando la sensazione di andarsi ad infrangere direttamente contro le colline a ovest. Jessica seguì con lo sguardo il profilo dell'orizzonte, in cui azzurro e verde si univano in un connubio impressionistico.Quanto avrebbe pagato per essere in grado di dipingere e poter immortalare sulla tela quell'immagine idilliaca. Abbassò lo sguardo, sospirando, osservando il suo riflesso frastagliato dalla risacca acquatica, lasciando che il rumore cullasse i suoi pensieri. La brezza giocherellava con la sua chioma vermiglia, facendole vorticare le ciocche davanti agli occhi. Con un gesto della mano li sistemo dietro alle orecchie, tornando a soffermarsi su Chrisalide. Sembrava concentrata su qualcosa, ma non era abbastanza in confidenza per osare a chiederle cosa le desse noia. Non voleva certo sembrare invadente. "Sono appena rientrata a Hogwarts dopo un anno di assenza, quindi sono fuori dal mondo... E poi sono una persona distratta, alle volte, quindi è sicuramente mia mancanza quella di non averti mai notato in giro! aggiunse ridacchiando, cercando di alleggerire la conversazione e di ironizzare su quanto affermato dalla ragazza. Magari quello di non essere molto conosciuta era un cruccio non indifferente per la giovane Lovecraft, non voleva certo contribuire a farglielo pesare. "Ehy, un momento... Hai detto Lovecraft? Questo cognome non mi è affatto nuovo...!" esclamò, inarcando le sopracciglia per la sorpresa. Era certa della familiarità con quel termine, ma faceva molta fatica a ricollocarlo nel giusto tassello e risalire al perché lo avesse già sentito. Certamente Chrisalide le avrebbe rinfrescato la memoria, era certa che da buona Serpeverde avesse grande stima dei suoi avi.


 
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~Bathory
view post Posted on 27/1/2015, 13:47




}{Chrisalide Elisabeth Lovecraft }{Serpeverde
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Quel vento delicato che le carezzava I capelli, la cullava teneramente in quelle ore della sera. Il sole era quasi scomparso del tutto, lasciando lungo l'orizzonte un minuscolo sprazzo di luce. Chrisalide sorrise quando Jessica le disse di avere un nome piacevole. 《 Ti ringrazio, sei veramente gentile. 》 Volse lo sguardo verso il terreno per un momento, un lieve rossore si impadroní delle sue guance, come al solito quando riceveva un complimento. Chris dal canto suo, se avesse potuto avrebbe fatto le sue dimostranze alla Corvonero, dicendole che Chrisalide non meritava le sue parole, che era tutto fiato sprecato, che era una debole e non sapeva guardare in faccia la vita, non sapeva affrontare le difficoltá, che suo padre si sarebbe vergognato di lei. L'austero figlio di Maxwell non poteva accettare quella nuova Lei, non poteva e non voleva essere relegato in un angolo buio e remoto della sua coscienza, e Chrisalide lo sapeva. Sapeva quanto arduo sarebbe stato tenerlo a bada, sapeva quanto difficile e volubile sarebbe diventato, e come ad ogni momento di distrazione, egli avrebbe cercato di approfittarne e salire sul palcoscenico, lasciandola dietro le quinte: ma questo non poteva accadere. L'ultimo erede dei Lovecraft meritava l'ergastolo, Chrisalide avrebbe fatto di tutto pur di tenerlo a bada e far in modo che non plagiasse il suo cervello.
La Serpeverde pose le proprie mani sul torace, passandole sulla stoffa del vestito come ad appiattire delle piegoline che soltanto lei vedeva. La luce della luna iniziava a farsi strada tra le montagne, rischiarando le acque del lago. Chrisalide sospiró a quello spettacolo, incrociando le braccia sul petto. Quando poi Jessica le disse che il suo nome suonava familiare, spostó una ciocca di candidi capelli dietro l'orecchio sinistro, in modo che il proprio volto potesse venire inondato dalla pallida luce lunare. Era un qualcosa che adorava, stare lí in mezzo alla notte, bagnandosi di infinito. Volse lo sguardo ancora una volta, ora in direzione della Corvonero e rispose gentile. 《 Credo sia per via di mio nonno... Howard P. Lovecraft. Era uno scrittore... mi ha lasciato un'incredibile ereditá letteraria. Probabilmente avrai sentito parlarne o letto il suo nome in biblioteca...》 Disse con discrezione, senza risultare in nessun modo egocentrica o presuntuosa. Quella era un'anima delicata, o perlomeno, lo era con chi si dimostrava degno di vederla. Non tutti potevano vantarsi di conoscere il lato ovattato di Chrisalide: quello fatto di piume, sabbia, e sogni color pastello.Quel lato che nessuno le avrebbe mai potuto strappare, ben che meno Chris. Con movimenti lenti e piccoli, andó a sedersi sul bordo del molo, i piedi che penzolavano nel vuoto verso l'acqua del lago. Le iridi indaco rivolte alla superfice che si increspava in piccole onde, causate probabilmente dal vento, e dagli stessi abitanti del lago. Aveva sentito parlare di una piovra che abitava i fondali, si chiese se quella sarebbe stata la volta buona per avvistarla. Le piacevano gli animali, tantissimo, ma il vecchio gufo Kratos se ne stava sempre per le sue, nella torre dei gufi, e lei non poteva dare affetto a nessuno. 《 Che tu ne sappia, é permesso qui al castello avere piú di un animale domestico? Il mio gufo non mi calcola nemmeno un po', stavo pensando di prendere un gattino...》 Attese che la giovane sedesse accanto a lei se avesse voluto, e che rispondesse alla sua ansiosa domanda. Per il momento Chris era a bada.


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Jessica A. Evans
view post Posted on 3/2/2015, 16:55






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La luce del sole tra i monti baluginò sulla superficie del lago, rilucendo e abbagliando con le sue luminescenze le iridi chiare della Corvonero, che fu costretta a distogliere lo sguardo. Sorrise, senza vederla, in risposta alle parole di Chrisalide, mentre sbatteva rapidamente gli occhi, con la speranza di riacquisire pienamente la vista. Barcollò leggermente, con il campo visivo offuscato da macchioline biancastre, e avanzò di qualche traballante passetto, costeggiando la riva del lago. Quando i pois candidi si diradarono, poté finalmente ripristinare il proprio equilibrio e allontanare il rischio di cadute. Incrociò le braccia al petto, stringendosi nel giubbotto per ripararsi dal vento che sfiorava la superficie del lago, portando con sé l'umidità dello specchio d'acqua, per poi avvolgerla in un turbinio di capelli vermigli. Lo sguardo puntato sulle onde che scivolavano pigre sulla riva, muovendo i sassolini del fondale, facendoli tintinnare tra loro.
《 Credo sia per via di mio nonno... Howard P. Lovecraft. Era uno scrittore... mi ha lasciato un'incredibile ereditá letteraria. Probabilmente avrai sentito parlarne o letto il suo nome in biblioteca...》
Quelle parole le perforarono il cervello come un proiettile, facendole voltare il collo verso Chrisalide, così rapidamente da farsi male. "Per Minerva e Diana, sei la nipote di Lovecraft?" mormorò massaggiandosi il collo formicolante; l'espressione da pacifica a sorpresa. "Lo sapesse mio padre, morirebbe di invidia! Sai, lui è uno scrittore emergente, si occupa principalmente di romanzi per bambini e adolescenti. Adora la letteratura, è grazie a lui se conosco il tuo illustre avo. Mio padre mi ha costretto a leggere montagne e montagne di libri, di tutti i..." non terminò la frase, mentre lo sguardo diveniva vacuo e si smarriva tra le infinità dell'orizzionte. Ebbe un attimo di smarrimento, ripensando alla sua infanzia felice, trascorsa nell'immensa biblioteca di Villa Prince oppure immersa nella lettura di qualche romanzo - che non poteva certo trascurare, parole del padre - distesa in giardino, con vista scogliere di Dover. La risacca del lago stimolò la memoria ad andare a briglia sciolta, rievocando il suono delle onde del Mare del Nord che si infrangeva sui bianchi e mastodontici scogli. Si rivide bambina, in compagnia di sua sorella e quell'immagine le trafisse il cuore come una spada. Un dolore atroce le si propagò da quella ferita psicologica, facendole ardere il petto. Chiuse gli occhi per qualche secondo, costringendosi a respirare, ricacciando indietro le lacrime che minacciavano di scendere e i ricordi dolorosi; quando li riaprì, si riscosse, scuotendo appena il capo e stampandosi un sorriso in volto in direzione di Chrisalide che, nel frattempo, si era seduta sul molo che sporgeva nel lago. La seguì, rimanendo in piedi al suo fianco, osservando le scure e vorticose acque sotto di sé. 《 Che tu ne sappia, é permesso qui al castello avere piú di un animale domestico? Il mio gufo non mi calcola nemmeno un po', stavo pensando di prendere un gattino...》
Jessica ringraziò mentalmente la giovane per aver introdotto un argomento che potesse aiutarla a distrarsi. "Beh, io ho due animali. Ho un gufo e una puffola pigmea e sono al corrente di molti studenti nella medesima situazione" mormorò pensierosa. Effettivamente quando Jane Read le aveva regalato il suo adorato Mail, non si era posta il minimo problema nel portarlo a scuola. Si chiese se, dal lato normativo, avesse dovuto domandare il permesso a qualcuno, ma la piccola e pigra puffola, che passava la maggior parte della propria vita accoccolata sul suo letto del dormitorio, non dava il minimo fastidio. "Capisco la tua necessità. I gufi sono animali intelligenti e utili, ma sono d'accordo con te, un gatto è più socievole. Ho un bellissimo Persiano crema a casa con la mia famiglia, e mi manca terribilmente". Di nuovo un sospiro, pensando a quel pigrone del suo micio, che ormai era diventato anziano, persino per catturare uccelli o lucertole. "Dovresti provare a chiedere ad un Caposcuola di fiducia, se ne conosci, o alla tua capocasa. Onestamente non so chi sia per Serpeverde, sono desolata". La sua lacuna nelle informazioni era imbarazzante, avrebbe dovuto risolvere la questione in breve tempo. Non poteva nascondersi per sempre dietro alla scusa della sua lunga assenza, ormai Hogwarts era tornata ad essere nuovamente la sua dimora e, come tale doveva considerarla, anche dal lato pratico. SI mise le mani in tasca, ripromettendosi che, alla minima occasione, avrebbe tartassato o un suo Prefetto o, addirittura, la sua amica Caroline per aggiornarsi sui tempi correnti.



 
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~Bathory
view post Posted on 16/6/2015, 06:47




}{Chrisalide Elisabeth Lovecraft }{Serpeverde
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Con i piedi sospesi nel vuoto, la giovane Serpeverde continuava a perdere il proprio sguardo sulla linea dell'orizzonte. Osservava le cime degli alberi sull'altro lato del lago, quanti misteri erano nascosti in quei boschi? Quanti segreti conservava la Foresta Proibita? Chrisalide respirava con calma, l'odore di muschio le riempieva le narici. Le sarebbe piaciuto esplorare quella finestra un giorno. Le sarebbe piaciuto davvero molto. Come quando si trovava nella dimora di famiglia, e pur di rimanere sola sgattaiolava via dalla villa, rifugiandosi nel cimitero situato nel bosco in fondo alla valle ed intrufolandosi all'interno della cripta degli Hyde. Quei pomeriggi trascorsi all'ombra delle lapidi, leggendo e decifrando nomi, titoli ed iscrizioni. Era un'attivita' che le mancava terribilmente. Ma non vi erano cimiteri ad Hogwarts, o perlomeno, non che lei ne fosse a conoscenza. Sospiro' incerta, per poi sollevare il viso in direzione della Corvonero che era rimasta in piedi poco distante da lei. 《 Come si chiama il tuo gatto? Credo che se acquistassi un gatto sarebbe perfetto. Potrei tenerlo in dormitorio, o portarlo in giro qui fuori...sarebbe decisamente divertente giocarci.》 Si rimise in piedi subito dopo aver posto la domanda, recuperando dal legno del molo un fiore bianco di cui non ricordava il nome, che si intonava incredibilmente con il suo pallore generale. Se lo sistemo' tra i capelli, al lato destro della testa, sorridendo felice per il piccolo dono che la natura circostante le aveva appena fatto. Fece una piccola piroetta su se stessa, guardandosi attorno per poi tornare a guardare la corvonero.《 Sei mai stata nella Foresta Proibita, Jessica? 》 Le chiese, curiosa.

« Provaci a riemergere da quei sogni che il tuo silenzio ha ucciso...»
codice role © Hellsing~NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
 
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