Nonostante i tacchi da dodici centimetri che la donna indossava, camminando sulla stradina deserta di quel quartiere di Londra, ella non produceva alcun rumore, quasi avesse delle pantofole ai piedi.
Con passo lento, le mani infilate nelle tasche dell'elegante giacchetto in pelle nera, si muoveva silenziosa, osservando, dinnanzi a sé, pigramente la luna piena che giocava a nascondino con delle nubi. I lampioni illuminavano la via residenziale alla bell'e meglio, lasciando dei punti al buio laddove le lampadine si erano andate fulimando. Tuttavia, Louise non ne aveva bisogno. I suoi occhi, allenati a ben più oscure tenebre, osservavano senza problemi qualunque cosa fosse celata alla luce, mentre le orecchie captavano ogni singolo movimento, ogni respiro di qualunque passante incrociasse. Uno di quei disgraziati passanti giaceva a chilometri di distanza: una Babbana di mezza età, dai folti riccioli biondi e una buffa cuffietta rosa shocking sulla testa. Louise si era avvicinata a lei con sguardo spaesato, una finta cartina stretta al petto. Le aveva detto che era una turista americana alla ricerca del proprio B&B e le aveva chiesto dove fosse Peckham Road, mostrandole la carta mentre la donna si piegava ad osservarla; gli spessi occhiali che indossava, la facevano rassomigliare ad un'enorme mosca. Ma a Louise poco importava; quelle vene pulsanti sul collo, che spuntava dal cardigan color cipria, l'odore nel sangue nelle narici, trascendevano qualsiasi aspetto fisico, nonostante a lei piacesse giocare con le sue prede. Con incredibile rapidità, si era aggrappata al collo scoperto della donna, affondando i canini nella carne improfumata, finché la sua vita non si era spenta in un battito di ciglia, nel silenzio della strada deserta. Un pasto veloce che le aveva lasciato un senso di inappagatezza, ma come aperitivo, si era detta, poteva andare.
Louise sbuffò, infastidita, quando un ubriaco gli passò al fianco, lanciandole uno sguardo di apprezzamento decisamente disgustoso, facendolo così scartare come eventuale cena. L'Istinto le disse di ignorarlo, di proseguire oltre nonostante l'ora tarda. Ben presto, fu nuovamente sola; non la preoccupava la mancanza di persone su quella viottola, anzi. Era più eccitante andare a caccia quando le prede erano tutte rintanate nei loro piccoli rifugi. Bastava così poco, del resto, a far cacciar loro il muso in strada, prenderli con rapidità e trascinarli in un angolo buio.
Fu la voce di una ragazzina a farle arrestare il passo, pochi minuti dopo. Lentamente, la vampira si voltò, osservando in una traversa pochi metri più avanti, l'ombra di colei che aveva appena parlato. Louise sorrise, muovendosi silenziosa e nascondendosi dietro l'angolo; dalla manica, estrasse con incredibile rapidità la bacchetta, puntando ai lampioni, mentre, tacitamente, evocava la formula.
La luce si spense improvvisamente nel vicolo, lasciando la ragazzina completamente al buio e, all'apparenza, sola.
Era Babbana? Era una Maga? Poco importava, lo avrebbe scoperto a suo tempo; in ogni caso, sarebbe finita nella sua trappola come un piccolo, inutile topo.
Oh, che meravigliosa, deliziosa serata!
Si preannunciava un gioco divertente.