Il punto della situazione

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view post Posted on 22/12/2014, 18:34
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Benché la ragazzina fosse molto abile nel mantenersi il meno trasparente possibile a William parve di essere fissato da qualcuno intento a studiarlo. Non era un concetto facile a spiegarsi, magari era solo una delle tanti castelli in aria che puntualmente il giovane costruiva intrecciando pensieri su pensieri senza mai lasciar riposare le sue membra che - a quell'età - erano tutto fuorché stanche. Trovò comunque la cosa interessante, lui non si sentiva a disagio in queste particolari circostanze, al contrario si fomentava. Sentirsi studiato gli concedeva la brillante occasione di mettersi in mostra, apparire secondo i criteri che lui stesso voleva lasciar intendere, aprirsi anche per un flebile istante per poi richiudersi di colpo senza lasciare all'altro neanche il tempo per capire se ciò su cui aveva appena riflettuto corrispondesse o meno a verità.
Ignorò completamente la battuta sul cromosoma Y, l'aveva colta benissimo ma gli parse una risposta tremendamente sciocca, qualcosa che non avrebbe giovato in alcun modo alla conversazione. Fu anche sul punto di ricredersi su quanto aveva pensato qualche minuto fa, probabilmente la ragazza non era poi così interessante come aveva dato ad intendere. Poi però il discorso continuò con toni molto più seri e con diversi punti chiave su cui si potevano costruire diversi pensieri. Ecco, quello si che era interessante. Probabilmente Niahndra era più il tipo da rompere il ghiaccio, in ogni circostanza, con qualche battuta ad effetto.
« E' proprio questo il punto.» Proferì pacatamente al culmine del discorso della ragazza. « Il tempo passa, i secoli scorrono e gli illustri aumentano. Conosciamo troppe persone che in passato hanno fatto grandi cose, che hanno dimostrato personalità sublimi, che hanno sviluppato teorie straordinarie. » Si alzò in piedi ignorando Ares completamente mentre questo rimaneva penzoloni sulla giacca, spiazzato dal movimento del giovane. Dunque si avvicinò a lei raggiungendo il suo fianco e proseguì col discorso. « E' dura distinguersi da tutti gli altri quando ci sono stati così tanti esempi. Per quanto l'uomo, per natura, tenda a volersi distinguere da tutti gli altri finisce sempre per rientrare in una qualche etichetta, magari dimenticata, oppure semplicemente troppo poco numerosa ma pur sempre qualcosa di già visto. Inutile dire che per distinguersi quindi è necessaria una certa predisposizione e anche quella da sola non basta. » Continuò a girare intorno alla figura di lei raggiungendo le sue spalle mentre dalla tasca interna della giacca tirava fuori la sua bacchetta e la puntava alla schiena di Niahndra.« Ci vuole prima un grande talento. » Sorrise al pensiero di cosa quella ragazza potesse provare nel sentire la punta della bacchetta di William spingere sulla sua pelle. Paura? Indignazione? Noncuranza? Poco importava. Abbassò dunque la bacchetta completando il giro intorno a la ragazza tornandole di fronte. « Se non c'è talento si può solo tacere, tacere ed apprendere... Nella speranza che il proprio genio faccia il resto. » Del resto che senso aveva avere una bacchetta se non la si sapeva utilizzare? A che scopo puntare un'arma scarica alle spalle di qualcuno? Chissà, ad ogni modo, se quel bizzarro comportamento di cui si era appena macchiato il ragazzo rientrasse in una delle etichette di cui parlava la studentessa Tassorosso. Magari si trovava lì tra gli psiocolabili o più semplicemente tra i presuntuosi. Del resto il suo discorso parlava chiaro, ora come ora William non aveva le carte in regola per differenziarsi da tutti gli altri. Poteva solo sperare che in una stanza buia la sua luce avrebbe brillato più di tutte le altre.


Edited by William Black - 23/12/2014, 12:16
 
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view post Posted on 28/12/2014, 16:06
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Cosa si era aspettata? Irritazione, probabilmente, quasi collera, in risposta alla sua affermazione. "Un cognome come altri", aveva detto, col preciso intento di infierire ancora una volta, ma evidentemente quel fanciullo non era così attaccato al buon nome della famiglia come invece aveva lasciato intendere in precedenza; no, il suo disappunto non era sinonimo di preoccupazione per la stirpe, quanto più per se stesso: tutto ruotava intorno a lui. Ma non era già stato chiaro in merito?
Ci teneva particolarmente, così tanto da parlarne con una ragazza qualunque tra le vie affollate di Diagon Alley; era preoccupante la propensione di Niahndra a ritrovarsi sempre in situazioni del genere, a far da confidente improbabile di piccole indiscrezioni, ma con ogni probabilità non si sarebbero più scambiati una parola dopo quel giorno e quindi che problema c'era? E poi, lei non aveva proprio detto nulla di personale, l'unico a sbottonarsi lì era il suo interlocutore; alla Alistine non restava che recitare la parte che William si aspettava lei interpretasse. Un po' intricato a dirlo,però era la cosa che le riusciva meglio: poco importava che pensasse o meno quel che stava dicendo fintantoché avesse offerto una sorta di valvola di sfogo.
*Che sia per questo che vesti giallo nero?*
Lo seguì con lo sguardo prestando molta attenzione alle sue parole, ma quando le si affiancò un sorriso le spuntò sulle labbra; stentava a credere che quel fanciullo avesse a malapena undici anni, sia per l'evidente disparità di altezza - e già Niah era di per sé bassina - sia per il modo di esprimersi e gli argomenti esposti.
*Con cosa li crescono in 'sti giorni i bambini, steroidi cerebrali?*
Corrugò le sopracciglia, segno che si stava concentrando davvero nell'ascoltare il giovane, era un punto di vista interessante; i muscoli le si irrigidirono quando percepì una leggera pressione contro la schiena, ma si rilassarono immediatamente quando comprese che era Black a puntarle contro la bacchetta. Sorrise anche lei benché non potesse vedere il viso del ragazzo; si chiese quali incantesimi potesse mai conoscere una matricola, pochi sicuramente, e ancor meno incantesimi che fossero pericolosi ma discreti. La cosa in ogni caso la irritava un po', appariva davvero così indifesa?
« Secondo me sbagli l'approccio. » Riprese ad ironizzare mentre attendeva di trovarsi nuovamente il primino di fronte; aveva abbassato la bacchetta senza riporla e dunque Niah ne prese la sommità tra le dita e se la puntò contro di nuovo, questa volta premendola contro la pancia. Gli occhi erano rimasti fissi sul viso di lui.
« Non troverai gloria strisciando come una serpe e attaccando alle spalle. » Mollò la presa sull'arma di legno. « Se non ti senti all'altezza per uno scontro diretto, continua pure a rintanarti sotto il sasso. » Fece spallucce con indifferenza. « Taci e apprendi...e magari un giorno mi arriverà via gufo una sfida a duello da parte tua. Oppure... » Scosse la testa, accennando poi qualche passo casuale, le mani nelle tasche, le iridi azzurrine che saettavano qua e là sulla folla circostante.
« Oppure niente, in fondo distinguersi agli occhi altrui non è indispensabile; senza persone ordinarie non esisterebbero persone straordinarie, non esisterebbe nulla. E' l'ordinario a costituire le fondamenta della società, l'ordinario a stabilire regole e direttive. Immagina se esistessero solo casi eccezionali? Sarebbe il chaos. Il più umile manovale è necessario tanto quanto il Ministro della Magia. » *Se la Pompadour mi sente forse m'ammazza.*

 
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view post Posted on 28/12/2014, 17:28
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Se solo William fosse stato il tipo da esibire apertamente le sue emozioni si sarebbe mostrato come un bimbo di sei anni estremamente divertito. Seppure non vi fosse ingenuità nei suoi pensieri, il suo umore era candido, estasiato dall'intrattenimento che era riuscito a scovare dopo una noiosa giornata di compere. E questo non era che un breve assaggio di ciò che avrebbe trovato ad Hogwarts, se la immaginava proprio così la sua esperienza in quel castello, solo quotidiana. Trovava estremamente divertente il modo che la ragazzina aveva di affrontare a testa alta il piccolo Black, probabilmente incoraggiata dalla sua maggiore età e - perché no - anche dalla sua altezza. Piccolo e bassino William non rappresentava una minaccia per nessuno, non in quel momento. Seppur munito di una bacchetta non era minimamente in grado di usarla se non per qualche incanto che si sarebbe vergognato ad utilizzare in quella situazione. Osservò la ragazza afferrare la punta della sua bacchetta puntandosela nuovamente contro. Il sorriso di William si allargò in quel frangente mentre si limitava ad ascoltare le sue parole. Pungente, velenosa, sapeva come tramutare la lingua in una spada e sapeva dove mirare per far male. Si trattava davvero di una di Tosca? Che caratterino...
Eppure, quella volta, le parole della ragazza gli scivolarono addosso, mostrandosi completamente indifferente a quanto aveva appena sentito. Dipinse abilmente un'incognita sul suo volto, mostrandosi perplesso e per nulla d'accordo. Del resto la ragazza aveva travisato completamente non solo le sue intenzioni ma anche i suoi pensieri.
« Uno scontro diretto? E perché mai?» Proferì con totale indifferenza, quasi non capisse quale motivo avesse la ragazza per sostenere una tale affermazione. Come se non gli avesse appena puntato una bacchetta alle spalle. « Non ho alcun interesse a scontrarmi con te né ne avrò in futuro, temo. » Ripose la bacchetta nella stessa tasca da cui l'aveva raccolta. Se avesse voluto colpire la ragazza con un incanto l'avrebbe fatto, indipendentemente se si fosse trovato alle sue spalle o meno. Non condivideva la sua teoria dello scontro diretto, di fronte o alle spalle per lui aveva solo valenza strategica. Per lui non aveva senso morire ostentando i propri valori rispetto a vivere infischiandosene. « Attaccarti alle spalle o frontalmente non farebbe alcuna differenza - a meno che non cercassi di colpirti con un masso alla testa ma in quel caso sarebbe poco elegante. » Se la frase "farneticare con senno" aveva un suo senso, beh, William lo stava facendo proprio in quel momento, senza neanche pensarci troppo su.
Per il resto la conversazione aveva preso una piega banale. Sembrava che la ragazza cercasse a tutti i costi di averla vinta mettendolo in ridicolo o - per meglio dire - ridicolizzando le sue argomentazioni. Sebbene non fossero pensieri adatti alle menti di due ragazzini, a William risultò ovvio che non possono esistere gli straordinari senza gli ordinari, era ovvio come affermare che l'arancia fosse arancione, perché parlarne?
« Credo che la differenza risieda nel fatto che il manovale non ha mai fatto nulla per diventare ministro o - possibilmente - non ne ha avuto il talento o la passione o l'audacia. » E chissà quanto altro. William non si era mai posto il problema, perché paragonarsi a tutti gli altri, sapeva bene di essergli superiore. « Se non ci fosse il male non esisterebbe il bene, senza la guerra non vi sarebbe senso di pace, senza schiavitù non si potrebbe esaltare il concetto di libertà. Sono tutte riflessioni molto belle ma anche perfettamente inutili. Se non hai chiaro in mente in quale faccia della medaglia vuoi vederti finirai per essere trascinato dal vento. » Ognuno sceglie di essere ciò che è, questo è lo scopo principe della propria evoluzione. « E a me non va. »
La liquidò così per poi ritornare alle proprie cose, mettendole in ordine in attesa di tirare le tende. In tutto quel trambusto Ares si era infilato nella tasca esterna della giacca, si vedeva solo la testa. Pareva particolarmente divertito dalla cosa, come fosse un gioco per lui. Di sicuro lì stava al caldo. Attese comunque un'eventuale risposta della ragazza, se avesse avuto qualcosa di interessante con cui replicare l'avrebbe fatto e William non avrebbe avuto motivo di andar via altrimenti, se anche per lei il discorso si era concluso, si sarebbe limitata ad una risposta di convenienza.


Edited by William Black - 28/12/2014, 19:27
 
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view post Posted on 6/1/2015, 01:16
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Perdona il ritardo; in ogni caso è stato un piacere ruolare **

« No, non scontrarti con me "me" » *Perché giustamente ora è più chiaro.*
Quel "me" era da intendersi contro qualcuno di superiore a William, qualcuno che una volta "sconfitto" avrebbe reso ovvia la manifesta superiorità del ragazzo, la sua grandezza.
« Era... era una metafora. Se non puoi mostrare niente di nuovo, mostra qualcosa di migliore di quel che già c'è; in uno scontro aperto, sotto gli occhi di tutti cosicché risulti palese, eclatante, inoppugnabile. » Dio perché doveva sempre fare casini con le parole? Perché aveva quelle difficoltà nell'esprimersi?
Si morse le labbra prima di portarsi indietro la frangia in un gesto di frustrazione.
*Forse non sai come esprimerti perché non hai niente da esprimere, Niah.* Possibile?
Per la prima volta sentiva di non avere il coltello dalla parte del manico; dire che non le fosse mai capitato forse è esagerato, ma da un pezzo non ricordava episodi degni di nota in cui non si fosse sentita all'altezza, forte della propria posizione, sicura delle proprie considerazioni: era abituata ad avere la battuta pronta, di rado capitava che rimanesse a corto di parole dato che l'idea l'aveva sempre infastidita e quasi spaventata.
Eppure stranamente quella nuova verità non la sconvolgeva come si sarebbe invece aspettata; non aveva niente da ribattere, non aveva argomentazioni da portare, non avrebbe saputo come spiegarsi meglio, niente di tutto ciò. La cosa strana, piuttosto, era che nonostante se ne fosse resa conto, le sue convinzioni non erano crollate, lo sconforto che immaginava l'avrebbe colta non la sfiorò minimamente segno che in fondo, dentro di lei, possedeva la risposta senza però conoscerla abbastanza da diffonderla.
*Tu sei di fuori.*
Fece un mezzo sorriso.
« Inutile continuare, mi sembra evidente che non ci sia nulla che posso dirti che tu non sappia già. » Storse le labbra, buttando fuori il resto dell'aria in un sibilo.
« Purtroppo non ho le risposte che cerchi, William Black, non ancora almeno. E immagino non ti aspettassi il contrario, anche se ammetto mi sarebbe piaciuto aiutarti. » Una volta di più fece spallucce, incurante del fatto che quel ragazzino potesse prenderla per pazza, immatura o quant'altro; corrugò leggermente la fronte mentre nella sua testa si componeva una volta di più l'immagine del volto di Tosca Tassorosso, o meglio il suo ritratto al British Museum, a suo tempo le aveva rivolto la stessa domanda benché in termini differenti ed aveva avuto la fortuna di ricevere una risposta ben più comprensibile dei balbettii che invece aveva rifilato a quella matricola.
« Non mi resta che confessarti di aver dovuto dare i conti con gli stessi quesiti. Sembravano così importanti finché non sono arrivata ad una conclusione così stupida e banale da vaporizzare il cruccio. Ma quello valeva per me, sono certa che se mai dovessi giungere ad una conclusione, la tua sarebbe differente. »
Non fu difficile intuire che l'interlocutore giudicasse la chiacchierata finita, comprendeva il motivo: Niahndra non era stata in grado di soddisfare i suoi interrogativi, le dispiaceva seriamente ma d'altra parte la solleticava il pensiero che qualcun altro potesse risultare più congeniale per quel ruolo; se lei non aveva la risposta probabilmente significava che non fosse la persona giusta, l'incastro giusto. Magari ognuno era destinato a rispondere ad un solo interrogativo, o ad una determinata persona...
*Ti stai a perde' di nuovo, Niah.*
Giusto, doveva dileguarsi, con grazia e discrezione, era ciò che l'altro si aspettava, no?
« Bene allora, assodata la mia inutilità al momento, ne approfitto per lasciarti ai tuoi preparativi e avviarmi al lavoro. » Faceva strano riassumere tutta la discussione in una frase così banale, ma poteva adeguarsi.
« Buon inizio. » Mosse le dita della mano destra in segno di saluto prima di voltare le spalle a ragazzo e micio ed avviarsi verso il Paiolo Magico.



Edited by Mistake - 6/1/2015, 11:18
 
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view post Posted on 7/1/2015, 19:59
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Piacere mio Misscake, grazie per l'ottima role di benvenuto ^^

Ares aveva cominciato ad agitarsi fin da quando il suo padrone si era nuovamente avvicinato alla panchina di marmo, luogo in cui erano riposte le sue cose ma, soprattutto, la gabbietta del gatto. Era piccolo ma intelligente, aveva paura di tornare chiuso in quel luogo e non faceva altro che dimenarsi sulle spalle del giovane William che - invece - lo stava ignorando. Stava sistemando le sue cose sul carrello, lasciando per ultima la gabbia quando il micio, spaventato, quasi non cadde dalla spalla destra. Con le sue unghiette riuscì a aggrapparsi e scivolò delicatamente fino al taschino esterno della giacca. In un primo momento trovò tremendamente caldo e accogliente quel luogo ma non appena vide William afferrare la gabbia, iniziò a muoversi all'impazzata, incapace di uscire da quella trappola. Il piccolo Black, dal canto suo, aveva capito l'andazzo e - dopo un sospiro - decise di riporre la gabbia vuota sul carrello e di lasciare il suo nuovo amico lì dov'era. Ares sembrò calmarsi subito dopo. E lui che aveva scelto un gatto perché, in genere, erano animali tranquilli.
« Se andassi in giro a duellare contro tutti i maghi più forti di me che incontro passerei più tempo in ospedale che non nel fare qualcosa di produttivo.» Non si voltò, continuò a riporre la sua roba sul carrello come niente fosse. Del resto avrebbe fatto meglio a prepararsi studiando così da raggiungere il prima possibile il livello adeguato di esperienza necessaria ad affrontare quei maghi che - in caso contrario - lo avrebbero fatto a pezzi. « Capisco che tu voglia suggerirmi come impormi sugli altri ma - come ti ho già accennato - ora il mio obiettivo è prepararmi a quel momento. » Fondamentalmente i due giovani erano lungo la stessa linea di frequenza, semplicemente i due partivano dai capi opposti della retta. Se avessero continuato a avvicinarsi l'un l'altro probabilmente si sarebbero raggiunti, prima o poi. Di certo però William non aveva tutto il giorno e probabilmente neanche la ragazzina. « Arrivare preparati alla meta, capisci quel che intendo? »
Ma la discussione era finita, come se ne era resoconto William pochi minuti fa, ora era il turno di Niahndra. Qualcosa però nelle sue parole lo colpì, costringendolo a girarsi di impulso, spiazzato. *...anche se mi sarebbe piaciuto aiutarti.* Si soffermò su quelle parole qualche secondo, ripetendole a mente. Era strano, fino a quel momento anche la ragazza aveva mantenuto una totale freddezza ed una certa estraneità alla conversazione; quella si che sembrava proprio una frase da Tassorosso. Ad ogni modo preferì non replicare e si limitò ad ascoltare quanto ancora aveva da dire. Anche lei dunque si era posta le stesse domande - William non ne fu neanche eccessivamente sorpreso. Quella ragazza, del resto, sembrava avere una psiche simile alla sua, quel tipo di modus operandi che ti impone di riflettere più e più volte prima di agire, analizzare, contemplare, elaborare e infine produrre. Decise comunque di non condividere le conclusione che infine aveva tratto e Black ne fu d'accordo. Era esattamente come diceva lei, ognuno trovava le risposte che si confacevano alla sua persona, ciò che per Niahndra si era rivelata "la strada giusta da seguire" non necessariamente lo sarebbe stata anche per lui.
Infine - testuali parole - assodata la sua inutilità, Niahndra decise di congedarsi, come del resto stava facendo anche lui, che aveva ormai ultimato i preparativi per tornarsene a casa.

« Una chiacchierata come questa non è mai inutile. » Disse accennando quello che forse fu il primo sorriso sincero della giornata. Del resto era stata una conversazione stimolante e per tanto piacevole, non gli sarebbe dispiaciuto ripeterla. « E' stato un piacere, Niahndra. Spero di avere modo di ripetere la chiacchierata. »
E si mosse anche lui, nella direzione opposta. Si era fatto davvero tardi e aveva un gran voglia di tornare a casa a leggersi i libri di testo appena comprati. Sbirciare le prime lezioni del corso scolastico era un'idea allettante nonché un modo per farsi un'idea su ciò che lo aspettava.
 
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19 replies since 14/12/2014, 22:30   251 views
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