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| La giornata non era delle migliori, la temperatura era particolarmente bassa e il vento assai pungente. A giudicare dal grigiore delle nuvole avrebbe iniziato a piovere a breve. Neanche William era messo tanto bene a giudicare dall'aspetto: era sempre molto elegante ma in viso era sconvolto, aveva delle pesanti borse sotto gli occhi, quella notte non aveva chiuso occhio. Del resto come biasimarlo, il giovane Black aveva atteso quel giorno per troppo tempo e - finalmente - il giorno tanto atteso era arrivato. Si guardò intorno un po intontito, nei dintorni vi era una famiglia numerosa intenta a consumare i saluti prima della partenza. Molti erano i ragazzi accompagnati dai genitori, poche sono le madri così poco apprensive da lasciare i propri figli partire da soli, specie per il primo anno scolastico. Inutile dire che William era uno di loro. Non che a lui la cosa importasse molto, erano anni ormai che il tempo che passava con la madre era lo stretto indispensabile. Sua madre Susan lo aveva educato a dovere e William era abbastanza sveglio da potersela cavare da solo, quasi il ragazzo si sentì orgoglioso di aver dimostrato tanta maturità, del suo affetto poteva tranquillamente infischiarsene.
Quando il treno arrivò gli occhi del giovane Black si illuminarono. Controllò che la fermata fosse quella giusta per la milionesima volta. Nove e tre quarti, si, non c'erano dubbi, era il treno giusto. Non si guardò indietro, non ebbe il minimo dubbio, quella era la meta giusta, abbandonare la sua casa e la sua famiglia era una sacrificio insulso rispetto a ciò che ne avrebbe guadagnato. Salì dunque, lasciando i suoi bagagli a chi di competenza per poi cercare il binario meno affollato, quello in cui poter rimuginare da solo sul valore spirituale di quel viaggio. Del resto era unico, quel mezzo lo avrebbe portato per la prima volta nel luogo che avrebbe fatto di lui un mago, un luogo di crescita fisica e culturale. Lì avrebbe maturato esperienze ed appreso nozioni che avrebbero irrimediabilmente cambiato il suo futuro. Hogwarts era la rappresentazione fisica delle sue radici come essere magico, un luogo dove accrescere lentamente la sua fama... La genesi della gloria. |
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